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Don Lodeserto condannato per sequestro di persona, violenza privata, calunnia, Libero dopo 2 anni di affidamento in prova, fugge in Moldavia. Doveva scontare 5 anni e 4 mesi ma se l'è cavata con l'indulto

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GalileoGalilei
view post Posted on 18/7/2014, 17:03 by: GalileoGalilei
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luglio 18, 2014 - Cronaca, In evidenza

Sequestro di persona e minacce: don Cesare è colpevole anche per la Cassazione


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don-cesare-slROMA – E’ ora definitiva la condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione nei confronti di don Cesare Lodeserto, l’ex direttore del centro di permanenza temporanea Regina Pacis di San Foca, per i reati di calunnia, minaccia per costringere a commettere reati e anche sequestro di persona nei confronti di alcune ragazze immigrate che erano ospiti del centro.

I giudici della seconda sezione penale della Cassazione, nella serata di ieri, hanno confermato la sentenza di primo e secondo grado dichiarando inammissibile il ricorso presentato dagli avvocati difensori Fritz Massa ed Enrico Licci.

Con questa sentenza di condanna il prelato potrebbe andare in affidamento mentre è poco probabile che possa finire in carcere perché potrà beneficiare dell’indulto.

Il prelato venne arrestato nel marzo del 2005 accusato da un gruppo di ragazze moldave di sequestro di persona e maltrattamenti.

In primo grado venne condannato con rito abbreviato dall’allora gup Nicola Lariccia (ora applicato presso la Corte d’Appello) che, in parte, accolse le richieste del pubblico ministero che aveva invocato una condanna più pesante. I carabinieri arrestarono il sacerdote mentre era a Quistello, un paesino vicino Mantova, in visita all’altro centro di accoglienza da lui diretto, che è il gemello di San Foca e che, insieme con un terzo centro aperto in Moldavia, fa capo alla Fondazione Regina Pacis fondata che era presieduta da Don Cesare.

Alcune ragazze moldave raccontarono che don Cesare aveva impedito loro di uscire dal centro privandole anche del permesso di soggiorno e avrebbe anche indotto un teste chiave di quel processo a dichiarare il falso. Le parti civili, assistite dagli avvocati Francesco Calabro, Marcello Petrelli, Maurizio Scardia, verranno risarcite in separata sede.

Francesco Oliva
 
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