Laici Libertari Anticlericali Forum

Don Lodeserto condannato per sequestro di persona, violenza privata, calunnia, Libero dopo 2 anni di affidamento in prova, fugge in Moldavia. Doveva scontare 5 anni e 4 mesi ma se l'č cavata con l'indulto

« Older   Newer »
  Share  
GalileoGalilei
view post Posted on 9/10/2013, 13:36 by: GalileoGalilei
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,949

Status:


Da facebook:

---

Giacomo Grippa

NON FECE CASSA PER LA CASSAZIONE IL PLURINDAGATO DON CESARE

Santa, santa la convenzione tra diocesi di :Lecce e Prefettura, nessun obbligo di rendicontazione, nessun obbligo di restituzione di avanzi di gestione...quindi Lo Deserto non avrebbe avuto bisogno di gonfiare il numero degli assistiti o delle rette.

Che poi sotto la Curia il dotesacer contabilissasse in proprio entrate ed uscite, non solo perche' - si presume - delegato maneggio separato dal bilancio della diocesi e del centro di accoglienza in quel di Melendugno, dove arrivavano aiuti da ogni dove, per il supremo magistrato non c'e' luogo a procedere.
Ci sarebbe da procedere nei confronti del Prefetto dell'epoca che poco ha curato l'interesse pubblico dal punto di vista del recupero degli avanzi di gestione, rilevabili dal non previsto obbligo di rendicontazione.
Per la Cassazione quindi don Cesare non ha fatto Cassa, resta quindi a don Cesare quello che e' di Cesare.
Pende pero' un procedimento di verifica contabile da parte della seqione regionale della Corte dei Conti, resta ancora da conoscere dal centro attivato in Mondalvia, contro la tratta delle "prostitute" che beneficio' addirittura di un contributo di 100,00 euro, erogato dal Presidente della provincia di Lecce, ex-senatore Giovanni Pellegrino, devoto amico del vescovo del temp, Ruppi.
Produssi un esposto al difensore civico, ex-on Urso, che villanamente liquido', inviandomi una nota fittiziamente informativa dei motivi della assurda, irregolare contribuzione, resagli dal peregrino Presidente.
Ne nacque pure una contestazione con una mozione in seno al Consiglio Provinciale da parte di un esponente di Rifondazione che intendeva impallinare e ridolizzare la responsabilita' del "compagno" di partito, assessore competente che avallo' il "regalo" al centro doncesariano moldavo.
I consiglieri provinciali su cui andrebbe verificato una eventuale responsabilita' per danno erariale, apprezzarono all'unanimita' i nobili intenti della contribuzione, avvertirono tanta commozione che cestinata la mozione, ratificarono la deliberazione. Santa, santa la convenzione tra diocesi di Lecce e Prefettura, nessun obbligo di rendicontazione, nessun obbligo di restituzione di avanzi di gestione...quindi Lo Deserto non avrebbe avuto bisogno di gonfiare il numero degli assistiti o delle rette.

La Cassazione ha quindi sollevato il plurindagato don Cesare da ogni addebito con una sentenza depositata ieri.
Che poi sotto la Curia il dotesacer contabilissasse in proprio entrate ed uscite, non solo perche' - si presume - delegato ad un maneggio separato dal bilancio della diocesi e del centro di accoglienza in quel di Melendugno, dove arrivavano aiuti da ogni dove, per la superiore Magistratura non c'e' luogo a procedere.

Oltre ad altre incriminazioni penali, per un caso fortuito era stato scoperto, durante un controllo su un pc dello zio del prete, maresciallo di Finanza, una privata contabilita' di milioni di euro, gestiti dal "religioso".
Ci sarebbe da procedere nei confronti del Prefetto dell'epoca che poco ha curato l'interesse pubblico dal punto di vista del recupero degli avanzi di gestione, rilevabili dal non previsto obbligo di rendicontazione.
Per la Cassazione quindi don Cesare non ha fatto Cassa, resta quindi a don Cesare quello che e' di Cesare.

Penderebbe pero' un procedimento di verifica contabile da parte della sezione regionale della Corte dei Conti, resta ancora da conoscere l'eventuale controllo del centro attivato in Mondalvia, contro la tratta delle "prostitute" che beneficio' addirittura di un contributo di 100,00 euro, erogato dal Presidente della Provincia di Lecce, ex-senatore Giovanni Pellegrino, devoto amico del vescovo del tempo, Francesco Ruppi.

Produssi un esposto al difensore civico, ex-on Urso, che villanamente liquido', inviandomi una mera nota fittiziamente informativa dei motivi della assurda, irregolare contribuzione, resagli dal peregrino Presidente.
Ne nacque pure una contestazione con una mozione in seno al Consiglio Provinciale da parte di un esponente di Rifondazione che intendeva impallinare e ridolizzare la responsabilita' del "compagno" di partito, assessore competente che avallo' il "regalo" al centro doncesariano moldavo.

I consiglieri provinciali su cui andrebbe verificato una eventuale responsabilita' per danno erariale, apprezzarono all'unanimita' i nobili intenti della contribuzione, avvertirono tanta commozione che cestinata la mozione, "ratificarono" la deliberazione.
Mi piace · · Segui post · Condividi · circa un'ora fa

*
*
Laici Libertari Anticlericali
Scrivi un commento...
 
Web  Top
35 replies since 28/4/2007, 12:19   4331 views
  Share