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Don Lodeserto condannato per sequestro di persona, violenza privata, calunnia, Libero dopo 2 anni di affidamento in prova, fugge in Moldavia. Doveva scontare 5 anni e 4 mesi ma se l'è cavata con l'indulto

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GalileoGalilei
view post Posted on 5/7/2012, 05:56 by: GalileoGalilei
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Minacce e violenze nell'ex Cpt, nuova condanna per don Cesare
Confermata in appello la condanna, a 5 anni e quattro mesi, per don Cesare Lodeserto, ex direttore del "Regina Pacis". Si tratta del processo in cui il sacerdote è imputato per calunnia, violenza, minacce ed estorsione
di A. M. 04/07/2012
Il centro Regina Pacis.
Il centro Regina Pacis.

Tema
appello
condanna
don Cesare
Regina Pacis

LECCE - Confermate in appello le condanne, già emesse in primo grado, per don Cesare Lodeserto, direttore dell'ex Cpt "Regina Pacis" di San Foca fino al marzo del 2005, data del suo arresto. Si tratta, in particolare, del processo d'appello in cui il sacerdote è imputato con altre due persone (Giuseppe Lodeserto e Natalia Vieru) per i reati di calunnia, violenza, minacce ed estorsione nei confronti di alcune donne rumene e moldave, già ospiti del Centro. Nell'ambito della stessa inchiesta, l'undici marzo del 2005, Cesare Lodeserto fu arrestato a Mantova con l'accusa di violenza privata e sequestro di persona. Il processo di primo grado, celebrato con rito abbreviato, si è concluso il 26 settembre 2007 con una condanna a 5 anni e 4 mesi e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Per gli altri due imputati, Giuseppe Lodeserto e Natalia Vieru, le pene sono di 3 anni e 2 mesi e2 anni e 8 mesi. Lo stesso procuratore generale, Giuseppe Vignola, aveva chiesto la conferma delle condanne. L asentenza è stata emessa in serata dai giudici della Corte d'appello: Vincenzo Scardia, Eva Toscani e Cinzia Vergine.

Nel clima di terrore che, secondo i testimoni e le parti offese si respirava all'interno del centro, chiunque osava opporsi andava colpito. E' il caso del dottor Refolo, uno dei medici in servizio al Cpt, pronto a testimoniare sulle presunte colpe di don Cesare, che avrebbe cercato pertanto di convincere un'ospite della struttura, Valeria Campeanu, con cui il medico aveva una relazione, ad accusare il suo compagno di violenza sessuale. Un'accusa da cui l'ex direttore è stato assolto perché il fatto non sussiste.

Don Cesare Lodeserto in tribunale-4Condannato invece, nell'ambito della stessa vicenda, Armando Mara, uno degli uomini di fiducia di don Cesare, che avrebbe minacciato il dottor Refolo dicendogli: "Te la facciamo pagare, noi ti diamo fuoco alla casa". Vi è poi la condanna per calunnia nei confronti dell'ufficiale dei carabinieri Elio Dell'Anna, falsamente accusato dal sacerdote, per il gup, di concussione. Accuse che don Cesare avrebbe riferito all'allora comandante provinciale Luigi Robusto.

Uno degli aspetti principali della vicenda giudiziaria riguarda "il rapporto di lavoro a nero delle ospiti con il mobilificio Soft Style di Pino Quarta a Novoli". Un lavoro spesso estenuante per otto o nove ore al giorno, dal lunedì al sabato, per cui le immigrate ricevevano un compenso giornaliero di 25 euro. Per chi si ribellava o si rifiutava di recarsi al lavoro, magari perché non in condizione di farlo, scattavano le minacce e le offese, fino ad arrivare ad impedire di uscire da Regina Pacis, anche per lunghi periodi, sequestrando i passaporti e stracciando i permessi di soggiorno.

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Difficilmente, però, il sacerdote potrà scontare la pena (qualora divenga definitiva): dal 2007, infatti, vive in Moldavia, dove ha ottenuto la cittadinanza "per meriti straordinari acquisiti nel settore sociale" ed è stato nominato vicario della diocesi di Chi?in?uè.

http://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Lodese...enti_giudiziari

Procedimenti giudiziari

Il sacerdote è stato coinvolto in cinque procedimenti giudiziari: in una occasione è stato assolto con la motivazione che "il fatto non sussiste" per mancanza di querela, in una ha beneficiato della parziale prescrizione, in due appelli è stato condannato a quattro anni e cinque anni e quattro mesi di reclusione ed è in attesa di due appelli per due condanne.

Il 25 maggio 2005 è stato condannato in primo grado a 8 mesi di reclusione per simulazione di reato. Nel 2001 aveva infatti inviato al proprio telefono cellulare - o qualcuno lo fece per lui - un sms contenente minacce di morte con l'intento di evitare la revoca della scorta personale alla quale era sottoposto. Dopo la conferma della condanna in appello, nel 2009 la Corte di Cassazione ha emesso sentenza di assoluzione la formula "il fatto non sussiste", sulla base del fatto che «non è stata presentata querela».[3]

Il 22 luglio 2005 Lodeserto è stato condannato a un anno e quattro mesi per violenza privata e lesioni aggravate nei confronti dei 17 immigrati di origine maghrebina che il 22 novembre 2002 avevano tentato la fuga dal CPT di San Foca a Lecce.[4] A pagina 27 della sentenza si legge: "È emerso chiaramente che, oltre ad aver tenuto condotte illecite direttamente rivolte ai magrebini, Lodeserto abbia assistito alle violenze perpetrate dai suoi sottoposti. Egli non le ha impedite, non le ha inibite e non le ha denunciate poiché non solo le approvava, ma le aveva autonomamente poste in essere, costituendo un esempio negativo per i suoi stessi collaboratori i quali erano, pertanto, implicitamente autorizzati a compiere atti lesivi".[5]

Nel 2005 è stato arrestato con l'accusa di sequestro di persona e di abuso dei mezzi di correzione.[6] Nell'ambito di questa inchiesta il 26 settembre 2007 è stato condannato con rito abbreviato a 5 anni e 4 mesi e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per sequestro di persona, estorsione e calunnia ai danni degli ospiti del CPT.[7],. Il sacerdote, comunque, non ha scontato la pena, poiché a dicembre dello stesso anno l'arcivescovo di Lecce monsignor Ruppi lo ha inviato in missione fidei donum in Moldavia.[8]

Nel luglio 2009 è stato condannato dalla Corte dei Conti a rimborsare allo Stato la somma di € 133.651 per «maggiori prestazioni a favore degli immigrati rispetto a quelle effettivamente rese».[9] È in attesa di appello.

Il 14 dicembre 2010 è stato condannato in primo grado con abbreviato a un anno e quattro mesi di reclusione per truffa aggravata ai danni dello Stato, per aver percepito 230.000 euro destinati all'aiuto di donne scampate alla prostituzione, senza aver mai svolto le attività per cui i fondi erano stati stanziati.[10][11] Reato in parte prescritto. Assolto per il peculato, in quanto il fatto non sussiste. È in corso il processo di appello sia per l'accusa di truffa che per quella di peculato.[12]

Il 25 novembre 2011 è stato condannato a 4 anni di reclusione per peculato, "per aver sottratto, tra il 1998 e il 2000, oltre 2 miliardi di lire che erano destinati al centro di accoglienza Regina Pacis di San Foca“.[13]. In primo grado, nel 2006, era stato assolto. Il centro Regina Pacis era stato destinatario in quegli anni di più di 9 miliardi di lire versati dallo Stato, dal Consiglio italiano dei rifugiati, dalla Conferenza episcopale, la Provincia di Lecce, il Comune di Melendugno e altri enti ancora.

Il 4 luglio 2012 viene confermata la condanna in appello a 5 anni e 4 mesi di reclusione con l'accusa di calunnia, violenza, minacce ed estorsione.[14]
 
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