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Scarcerato don Rugolo. Abusi su 3 minori: 25.000 € dalla Caritas. Il vescovo: "Ho insabbiato tutto", Mons Gisana lo trasferisce per "ragioni di studio" e se la prende con la Procura: "offeso per non essere stato informato"

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pincopallino2
view post Posted on 26/1/2021, 11:55 by: pincopallino2

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Abusi o complotto? Enna si divide sul prete dei giovani
dal nostro inviato Sara Scarafia
Enna
Le accuse di un ex frequentatore della parrocchia, i sospetti che qualcuno voglia vendicarsi del sacerdote che ha fondato un'associazione seguitissima
26 GENNAIO 2021
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A Enna da una settimana non si parla d’altro e se le dichiarazioni ufficiali sono pochissime e tutte in una direzione — « aspettiamo che la magistratura faccia chiarezza » — la città si è già divisa. Perché il parroco finito sotto inchiesta con l’accusa di aver abusato di un sedicenne, è quello al quale le famiglie hanno affidato " la meglio gioventù" della città. Padre P., lo chiameremo così, non ha ancora quarant’anni. Nel 2015 — gli abusi secondo il giovane che ha denunciato si sarebbero consumati tra il 2008 e il 2013 — ha fondato a Enna, dove è nato, un’associazione laica di stampo cattolico che oggi mette insieme più di cento ragazzi tra i 14 e i 25 anni.

Un’associazione che da sette anni è un punto di riferimento per gli under 30 che non fanno soltanto attività sportiva e sociale, ma discutono con le istituzioni per cercare una strada comune che possa fermare la fuga di cervelli che inesorabilmente svuota la città così come il resto della Sicilia. Un’associazione che negli anni ha assunto un ruolo sempre più «politico» formando futuri assessori e giovanissimi consiglieri comunali. Padre P. l’ha fondata quando era vice-parrocco del Duomo, un ruolo che ha ricoperto a lungo prima di essere trasferito nel 2019 a San Cataldo.

Ma oggi nel centro storico di Enna alta, dove le chiese si susseguono una dopo l’altra, in una giornata che qui definiscono mite nonostante i 4 gradi, i portoni della cattedrale sono sbarrati. «Ha già parlato il vescovo di Piazza Armerina, inutile aggiungere altro» dice il parroco Enzo Murgano riferendosi a monsignor Rosario Gisana sentito in Procura per oltre tre ore dopo la denuncia del ragazzo che oggi ha ventisette anni.
Quando alla fine del 2019 padre P. si era trasferito al Nord ufficialmente per ragioni prima di salute e poi di studio (un dottorato) di voci ce n’erano state. «Si diceva di tutto: che avesse messo su famiglia, che avesse deciso di lasciare la chiesa, ma le abbiamo prese per quelle che erano: chiacchiere da bar». A parlare sono alcuni giovani dell’associazione che accettano di incontrarci solo con la promessa dell’anonimato. Sono scossi, smarriti.

«Questa indagine è piovuta come un fulmine a ciel sereno». Perché se è vero che padre P. viveva al Nord da più di un anno, dall’associazione non si era mai allontanato. Non ne era più « il motore», ma era rimasto come assistente spirituale e quest’estate, tornato a Enna, aveva incontrati i suoi ragazzi.

Che ora sono frastornati, così come le loro famiglie che a lui li hanno per anni affidati. «I fatti dei quali è accusato risalirebbero al 2008, quando i più grandi di noi andavano alle elementari. Mai abbiamo avuto sentore di qualcosa di strano. E adesso ci sentiamo additati, buttati in mezzo a questa storia che speriamo venga chiarita al più presto». Perché i ragazzi dell’associazione se le sentono addosso le accuse al loro mentore e nei giorni senza associazione — da quando c’è il Covid la sede accanto alla chiesa di San Cataldo, che è anche centro aggregativo, è chiusa — sfogano lo sgomento nelle chat Whatsapp.
Tutta Enna si interroga. Il sindaco Maurizio Di Pietro, avvocato, da uomo di giustizia si dice «garantista» : «Sono certo che la magistratura chiarirà ogni cosa». Ma il sentimento che si respira in città è di incredulità.

«Se un legame c’è stato bisogna capire di che natura » sussurra qualcuno mettendo tra le ipotesi la possibilità di un amore finito male. Ma resta il fatto che nel 2008, quando la vittima aveva 16 anni, padre P. ne aveva poco meno di 30. Qualcuno addirittura mette in giro l’idea di un complotto. Nel suo ufficio Mirello Crisafulli, ex deputato dell’Ulivo ed ex senatore del Pd, il « re » della Repubblica di Enna, si fa una risata commentando le dicerie che lo vorrebbero dietro alla vicenda. «Da buon comunista io di preti non mi sono mai occupato».

Le indagini sono in una fase delicata e da quello che trapela il caso denunciato dal ventisettenne potrebbe non essere isolato. E ieri qualcuno metteva in giro la voce che alla messa di domenica a Enna bassa, nella chiesa di don Giuseppe Fausciana, sia stata vista la vittima. Lui, l’altro volto della nuova pastorale giovanile, il sacerdote insegnante di Gela che in quattro anni da parroco ha creato a Enna bassa un altro punto di aggregazione per i giovani della città, con delicatezza fa notare di essere arrivato da pochissimo tempo e di non avere nessuna memoria storica. « L’unica cosa che mi sento di dire è che dobbiamo stare vicini ai ragazzi e sostenerli. Oggi più che mai il messaggio evangelico può essere un conforto. A tutto il resto ci penserà la giustizia facendo chiarezza». Ma nelle strade sferzante dal vento il processo è già cominciato.
 
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