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Le lobby "affaristica, pedofila e omosessuale" del Patriarcato di Venezia: spretato don D'Antiga, prete milionario, Il sacerdote ed i volantini anonimi. Mano dura del Vaticano contro il prete con 20 proprietà ed un lascito milionario

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GalileoGalilei
view post Posted on 5/5/2019, 13:13 by: GalileoGalilei
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Don D'Antiga: il patriarcato dispone un procedimento canonico

Il patriarca apre un procedimento contro D'Antiga
«Dopo sofferta e ponderata valutazione dei fatti che in questi mesi hanno visto protagonista il sacerdote si è dovuto avviare un cammino di chiarimento ulteriore»

La redazione
05 maggio 2019 10:40

La notizia è stata diffusa dal Patriarcato di Venezia: «in merito alle vicende che hanno visto protagonista, nei mesi scorsi, don Massimiliano D'Antiga è stato disposto un percorso extragiudiziale canonico per giungere a una serena valutazione dei fatti». Il sacerdote dovrà comparire davanti a un collegio giudicante «secondo la prassi vigente e le istanze previste dal diritto, per un cammino di ulteriore discernimento, e per chiarire comportamenti ed eventuali responsabilità tutelando i diritti di tutti i soggetti interessati».

L'incontro
Il patriarca Francesco Moraglia lo ha deciso dopo aver incontrato don Massimiliano D’Antiga, presbitero del patriarcato di Venezia, alla presenza del vicario generale e del vicario per la pastorale, di terze persone, e dopo lo scambio epistolare intercorso. Per don D’Antiga era stato disposto il trasferimento da San Zulian e San Salvador a San Marco, ma egli si era opposto. Ne erano scaturite protese da parte di alcuni fedeli che avevano preso le difese del sacerdote.

Un «processo» canonico per il prete ribelle di Venezia
Don D’Antiga rifiuta il trasferimento, spalleggiato dai fedeli. Inutile, finora, la mediazione del Patriarca
Corriere del Veneto (Vicenza e Bassano)5 May 2019Giacomo Costa
VENEZIA Quando era stato spostato dalla parrocchia di San Zulian, alcuni i fedeli hanno sfilato in protesta sotto le finestre del Patriarcato per chiedere a monsignor Francesco Moraglia di ritornare sulla propria decisione. Ne erano seguite diverse ipotesi di risistemazione, dal ruolo di confessore a San Marco passando per un periodo di ritiro spirituale in monastero, tutte bocciate da don Massimiliano D’Antiga a cui ieri lo stesso patriarca ha notificato l’apertura di un «processo» canonico. La vicenda del sacerdote «ribelle» si trascina dalle ultime settimane del 2018, data del trasferimento imposto, ma affonda le sue radici molto prima: la famiglia del prete ha infatti in sospeso anche una serie di processi per minacce, e lo stesso don massimiliano è stato più volte accusato di approfittare dei lasciti dei suoi parrocchiani. Comunque sia per una voce che attacca il sacerdote, un’altra si ingrossa in sua difesa: D’Antiga, nelle parole dei suoi fedeli, ha saputo ridare nuova vita a San Zulian, rinnovando la chiesa e richiamando i parrocchiani; soprattutto ha fornito grande supporto a chi ha perso un figlio, formando un gruppo di sostegno che vede i suoi membri (in tutta Italia) pronti a raggiungere Venezia ad ogni messa che D’Antiga dedica loro. Adesso il patriarca Moraglia ha deciso di mettere un punto ad una situazione che continua a portare anche alla diffusione di lettere anonime contro la Chiesa di Venezia e alcuni preti accusati di comportamenti sessuali non idonei. Da una parte ci sono le forze dell’ordine ad indagare sulle vicende (le lettere tra le altre cose accusavano Moraglia di insabbiare casi di pedofilia) dall’altra il patriarca ha deciso di aprire un processo canonico per affrontare la questione del prete «ribelle» che in questi mesi ha rifiutato qualsiasi soluzione proposta. L’eco della vicenda è arrivata anche in Vaticano che ha invitato Moraglia a definire la situazione che riguarda D’Antiga. Ecco perche ieri il patriarca ha incontrato don Massimiliano per notificargli l’imminente processo, alla presenza del vicario generale e del vicario per la pastorale. L’Ufficio del patriarca specifica che la decisione di ricorrere al diritto canonico è arrivata in accordo con la Santa Sede e dopo «attenta, ampia e ponderata valutazione dei fatti degli ultimi cinque mesi». Già noti i nomi del giudice, il domenicano Bruno Esposito, e dei due «assessori» che lo affiancheranno, come previsto dal codice: saranno monsignor Davide Salvatori della Sacra Rota e monsignor Davide Cito, professore di Diritto all’università pontificia Santa Croce di Roma. «Si è dovuto provvedere ad avviare un cammino di ulteriore discernimento, disponendo un percorso extragiudiziale canonico, per giungere a una serena valutazione dei fatti, anche con il chiarimento di comportamenti ed eventuali responsabilità, tutelando i diritti di tutti i soggetti interessati», precisa il Patriarcato.
 
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