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Pedofilia. Don Rampino se la cava con la prescrizione. "Dammi l'IBAN che ti faccio un regalo, il vescovo lo sa", Lecce. Il vescovo Seccia: "Prendo le distanze dal prete". Sospeso a divinis per "curarsi" fuori diocesi e fare penitenza

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view post Posted on 28/2/2019, 20:37

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Ma il vescovo Seccia: "Prendo le distanze dal prete; ho preso provvedimenti"

abusi-prete

www.corrieresalentino.it/2019/02/p...ccio-un-regalo/
Prete pedofilo tentò di corrompere la vittima: “Dammi l’iban che ti faccio un regalo”
28 febbraio 2019 528

di F.Oli.

TREPUZZI (Lecce) – “Dammi l’iban che voglio farti un regalo per il matrimonio”. E’ la scioccante dichiarazione di un sacerdote di Trepuzzi in una telefonata in cui tenta di corrompere una presunta vittima di abusi sessuali consumati circa trent’anni fa in un paesino dell’hinterland di Lecce. Una vicenda rimasta nel silenzio per anni, affiorata dagli abissi del passato solo di recente con una denuncia della vittima e che torna di stringente attualità alla luce della battaglia di Papa Francesco contro i preti pedofili e che, nel caso specifico, viene alimentata dalla conversazione tra la persona offesa (ora residente in Germania) e il sacerdote. Ecco alcuni stralci della conversazione. Dura 12 minuti. Dopo i convenevoli il prete esordisce chiedendo di comunicargli il codice iban “se gli serve qualcosa, ti serve qualcosa” ma l’interlocutore insiste e chiede “perché tutti questi abusi all’epoca quando era bambino”.

Al che il prete, alle strette, cerca di smorzare la portata della accuse bollandole “come cose che sono state con sincerità, di affetto, io ti ho voluto tanto bene…è stata la natura, è stata una debolezza ma io ti ho voluto sempre bene, mica ti ho fatto del male, mica ti ho violentato..ora facciamo come vuoi…ti devo dare qualcosa? Sono cose avvenute nella vita dell’affettività quando si vuole bene non è che ci sono le telecamere, mò s’ha ngrandita la cosa, s’ha fatta fiacca però noi sacerdoti vi abbiamo voluto bene…perché tu che te piensi che pure io non ho avuto i miei problemi però li abbiamo superati…Io quando vuoi sono a Trepuzzi, tu e tuo fratello verrete a pranzo…Ma io ti avevo chiesto il codice iban se hai bisogno di qualcosa se io ti voglio mandare 10 euro dove te li devo mandare…Pure per farti gli auguri del matrimonio per i piccinni che ti sono nati..non fare così se no me faci stare fiaccu, sai quante ne ho passate come te…Me mandi lu codice Iban crai puru cu te mangi na pizza, nu regalu de matrimonio io nu bogghiu te perdere”.

L’interlocutore, però, batte sempre sullo steso punto: gli abusi, una ferita che il tempo non riesce a cancellare e che fanno male. Il prete cerca la via della comprensione (di facciata, sincera?): “Lo so, mena poi lo superiamo, vedrai non vuoi che le superiamo…Il vescovo sa di me, vai e parlagli, tu mi devi scusare e mi devi perdonare, basta che mi perdoni questo mi interessa a me”. La presunta vittima insiste e chiede al prete di cosa lo deve perdonare per avere il perdono di Dio. Il parroco risponde in maniera chiara: “Di quello che eventualmente ti ho fatto, che ti ho scandalizzato, ma tutti simu stati scandalizzati a quell’età, nu te pensare…Io prego sempre per te”.

La vicenda getta un’ombra sinistra sul mondo della Chiesta e sulla piaga dei prete pedofili. A mettere in moto l’indagine era stata una querela di parte sottoscritta anche dalla presunta vittima che all’epoca dei fatti aveva 9 anni. Ora risiede all’estero. Ma quanto accaduto quando non era neppure un adolescente è affiorato nei ricordi solo di recente. Proprio nel giorno dell’anniversario del suo matrimonio nel 2016. Tanto che Stefano (nome di fantasia) è costretto al ricovero. E gli incubi del passato riaffiorano con tutto il loro carico di inquietudine. Stando a quanto denunciato, il prete avrebbe rimpiazzato nel ruolo e nella figura il padre del giovane dopo il divorzio della madre. Avrebbe frequentato casa del ragazzo, aiutandolo negli studi, accompagnandolo nell’iniziale desiderio di indossare l’abito talare. Ben presto, però, quel prete amico di famiglia si sarebbe rivelato un pedofilo. Gli abusi sarebbero andati avanti fino fino a quando il ragazzino non compì 16 anni quando il ragazzo decise di fuggire all’estero per rifarsi una propria vita. Effettivamente si sposa, ha dei figli, ma i ricordi del passato rimangono silenti nella mente fino a quando non riemergono con tutto il loro carico di drammaticità. Successivamente, dopo la pubblicazione di quell’articolo sulla stessa testata, altre sei persone si sarebbero fatte avanti per denunciare ulteriori episodi. La Curia non ha perso tempo. Il sacerdote è stato fermato dall’attività pastorale da circa un anno e non può più svolgere funzioni in pubblico. Ed è stato invitato ad allontanarsi dalla Diocesi e a ritirarsi in un monastero.

www.leccenews24.it/attualita/nota-...te-pedofilo.htm
Sacerdote ‘confessa’ gli abusi ad un bambino? Monsignor Seccia: “avevo già preso provvedimenti”
28 Febbraio 2019 19:06 ATTUALITÀ
Monsignor Michele Seccia, ‘citato’ nella telefonata tra un sacerdote e l’uomo presunta vittima di abusi quando era piccolo, chiarisce la sua posizione.

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Troppo grave il contenuto della telefonata tra un sacerdote e il bambino, ormai adulto, che per più di trent’anni avrebbe cercato di dimenticare gli abusi sessuali subiti, per cadere ancora una volta nel silenzio. L’uomo, che ora vive in Germania, è riuscito a far “confessare” al prete le presunte molestie, nonostante i suoi maldestri tentativi di spacciarli per “gesti d’affetto”.

Nella conversazione, ora finita nelle mani della Procura di Lecce, viene citato anche Monsignor Michele Seccia che, in una nota, ha voluto chiarire la sua posizione, per fugare ogni dubbio. Vuole evitare interpretazioni fuorvianti l’Arcivescovo che si riserva di adire le vie legali contro chi ha osato (o oserà) mettere in dubbio la sua correttezza.

«L’arcivescovo Michele Seccia, informato del caso all’indomani del suo insediamento a Lecce, avvenuto nel dicembre 2017 – si legge – ha immediatamente adottato nei confronti del sacerdote in questione tutti i provvedimenti cautelativi consentiti dalla normativa ecclesiastica vigente. Insinuare il sospetto che l’arcivescovo, venuto a conoscenza delle circostanze riferite nella telefonata, abbia anche solo tentato di coprire eventuali abusi, costituisce una grave distorsione della realtà».

Il sacerdote, infatti, ha invitato la vittima a chiamare Monsignor Seccia per raccontargli “cosa aveva nel cuore”.

«A seguito dei recenti sviluppi – continua la nota – Sua Eccellenza ha provveduto a rendere ancor più rigide e perentorie le misure già adottate nei confronti del sacerdote».

Ma non basta. Troppo delicato l’argomento per lasciare spazio a dubbi. «Pertanto, nel prendere ancora una volta le distanze da quanto dichiarato da quest’ultimo nel corso del colloquio telefonico captato – conclude la nota – si riserva di adire le vie legali contro chi ha osato (o oserà) mettere in dubbio la sua correttezza, sostenuta da iniziative concrete e documentate, e contro chi ha tentato (o tenterà) di offendere il suo nome e quello dell’Istituzione che rappresenta».

www.diocesilecce.org/diocesi-di-le...armelo-rampino/
Sac. Carmelo Rampino


Luogo di nascita:Trepuzzi

Data di nascita:13/12/1948

Data Ordinazione:28/06/1975

Indirizzo:Via SS. Cuori, 29 – 73019 Trepuzzi

Edited by pincopallino2 - 4/10/2019, 15:39
 
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view post Posted on 5/3/2019, 14:41

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https://www.corrieresalentino.it/2019/03/p...alcuni-secondi/

Presunto prete pedofilo, spunta un’altra vittima: “Molestato in chiesa per alcuni secondi”
4 marzo 2019 3367

di F.Oli.

TREPUZZI (Lecce) – “Molestato per alcuni secondi in chiesa”. E’ la testimonianza choc di un altro uomo oggetto di presunte attenzioni sessuali da parte di un prete finito al centro di un’inchiesta per pedofilia. La presunta vittima ora è grande. Ha scollinato i 40 anni. E ha una famiglia. Ma le notizie pubblicate nei giorni scorsi non lo hanno lasciato indifferente e gli hanno fatto riaffiorare nella mente ricordi che mai e poi mai avrebbe voluto rispolverare. Alla luce del clamore, però, ha deciso di parlare e di raccontare la sua disavventura. Non confluita in una denuncia (anche perché il reato sarebbe ormai prescritto) ma che confermerebbe la gravità delle accuse già mosse al prelato.

L’episodio risale a molti anni fa quando l’uomo, che ha deciso di raccontare la sua esperienza, non aveva neppure dieci anni. Frequentava la chiesa dove il parroco prestava servizio. E di tanto in tanto faceva anche il chierichetto. “Un giorno”, racconta, “mi trovavo con il prete. Eravamo in una stanza. Tutto durò pochi secondi. Ricordo che si avvicinò a me. Avvertii il contatto delle sue parti intime sul mio corpo. Ma fu una cosa molto veloce. Io riuscii a scappare e mi allontanai”. Non ha mai presentato denuncia. Ha preferito sorvolare sull’accaduto ma leggendo le notizie di stampa di questi giorni ha voluto raccontare la sua esperienza.

La vicenda su un caso di pedofilia in casa è affiorata prepotentemente nei giorni scorsi dopo la pubblicazione di una telefonata tra una presunta vittima e il sacerdote in cui il prete chiedeva l’iban al suo interlocutore per potergli fare un regalo dopo la denuncia in cui ha raccontato di essere stato molestato da piccolo. Al vaglio del pubblico ministero Stefania Mininni sono finite anche le denunce di altre sei persone offese per episodi molto ma molto datati su cui incombe la scure della prescrizione. Nel frattempo il sacerdote è stato fermato dall’attività pastorale da circa un anno e non può più svolgere funzioni in pubblico. Ed è stato invitato ad allontanarsi dalla Diocesi e a ritirarsi in un monastero.
 
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view post Posted on 23/3/2019, 13:01

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www.ilprofumodelladolcevita.com/ln...rete-a-10-anni/

L’nervista di Gialuigi Nuzzi a Fernando Capone, abusato da un prete a 10 anni
Redazione 22 Marzo 2019 Tv

Gianluigi Nuzzi

“QUARTO GRADO”: PARLA FERNANDO CAPONE ABUSATO DA UN PRETE QUANDO AVEVA 10 ANNI.

«L’HO DENUNCIATO PER TUTELARE I MIEI FIGLI: HO PAURA POSSA SUCCEDERE ANCHE A LORO», «GLI INCONTRI AVVENIVANO IN CANONICA», «DOPO LA QUERELA HO RICEVUTO TANTI MESSAGGI DA ALTRI RAGAZZI MOLESTATI»

L’intervista di Gianluigi Nuzzi al ragazzo vittima di abusi sessuali da parte di un sacerdote

“Quarto Grado” – nella puntata in onda questa sera, venerdì 22 marzo, su Retequattro -propone un’intervista a Fernando Capone, il ragazzo pugliese che all’età di 10 anni è stato molestato sessualmente da Don Carmelo Rampino, rettore della Chiesa della Santissima Maria Addolorata di Trepuzzi (Lecce).

Dopo la denuncia, raccolta dall’associazione Rete l’Abuso (che si occupa di tutelare le vittime di molestie all’interno della Chiesa), altre sei persone hanno trovato il coraggio di querelare Don Carmelo.

Quanti anni avevi quando c’è stato il primo approccio?

F: «Avevo 10 anni».

Hai provato, all’epoca, a confidarti con qualcuno?

F: «No, la vergogna era enorme… e lui diceva che era una cosa normale. Non sono mai riuscito a parlarne con nessuno».

Questi incontri dove avvenivano?

F: «Io ero chierichetto… stavamo in canonica: ci portava al mare, andavamo a dare la comunione agli anziani. I frammenti di ricordi che ho mi portano in canonica, dove c’era una poltrona e il tavolo della cucina».

Per quanto tempo sono andati aventi questi abusi?

F: «Fino ai 16 anni. Dopo mi sono quasi dimenticato di questa persona… più o meno fino a due anni fa».

Due anni fa nel tuo equilibrio qualcosa si è rotto. Cos’è successo?

F: «Ci sono stati degli impulsi, che hanno fatto riemergere questi ricordi. La stessa spiaggia, la gente e la musica: è tornato tutto a galla e ho rivisto tutto».

Cosa ti ha dato la forza di denunciare?

F: «Ho capito che non avevo colpe, così come nessuno bambino ne ha. Sarà stato il senso di colpa per non averne parlato prima, forse… e il senso del dovere. Poi anche io ho dei bambini e ho avuto paura che potesse succedere la stessa cosa anche a loro».

Com’è possibile che dopo aver subito degli abusi ci si senta in colpa?

F: «È difficile da spiegare: forse ti senti in colpa per non aver raccontato, per non aver reagito. Penso sia questo».

Che effetto ti ha fatto sentirlo al telefono dopo tutti questi anni?

F: «È successo dopo che ha ricevuto la querela. Ero al lavoro… mi sono sentito morire. La telefonata c’è stata dopo che mi sono rivolto all’associazione. Il Fernandino bambino tremava, ma il Nando di adesso no: ha dato la forza al bambino che ero».

Lui ti ha chiesto l’IBAN. Gliel’hai dato?

F: «No, non gliel’ho dato. Non so dire perché mi abbia chiesto il numero del conto corrente».

Anche altri bambini sono stati vittima di Don Carmelo?

F: «Purtroppo sì. Dopo aver reso pubblica la questione, ho ricevuto molti messaggi. Più persone, anche se non so in quanti abbiano denunciato».

Perché ti emozioni a vedere questa foto di te bambino?

F: «Perché magari è stato quel bambino che ero a darmi la spinta, l’anno scorso».

Sei riuscito a superare la vergogna?

F: «Sono riuscito a seppellirla. Non mi vergogno più e nessun bambino deve farlo».

Credi ancora in Dio?

F: «Da un paio d’anni. Sono tornato in chiesa… ma quella ortodossa».

Edited by pincopallino2 - 4/10/2019, 15:36
 
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view post Posted on 4/10/2019, 14:33

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www.corrieresalentino.it/2019/10/s...-dellinchiesta/

“Sacerdote con il vizietto dei ragazzini”: fatti troppo datati, Procura chiede archiviazione dell’inchiesta
di Francesco Oliva 3 Ottobre 2019


TREPUZZI (Lecce) – Fatti troppo datati. Non si può fare nulla contro la clessidra che, inesorabilmente, ha annullato qualsiasi accusa nei confronti del prete, originario di Trepuzzi, accusato di pedofilia nei confronti di una decina di giovani. Così come riportiamo in esclusiva il sostituto procuratore Stefania Mininni, magistrato in forza al pool dei reati contro la persona e le fasce deboli, ha avanzato richiesta di archiviazione per il sacerdote sospeso da più di un anno dalla Curia e che non può più svolgere cerimonie pubbliche. Per tenere in vita il fascicolo dovevano arrivare sul tavolo del magistrato denunce più recenti che, in realtà, non sono mai arrivate. E in questi mesi d’indagine, dato forse più sconfortante, non sarebbero mai arrivati segnali di repisiscenza da parte del parroco mentre la Curia, a fare da contraltare, si è subito prodigata capendo la gravità dei fatti e dimostrando grande rispetto per le vittime.

A mettere in moto l’indagine era stata la querela di una delle presunte vittime che all’epoca dei fatti aveva 9 anni e che ora risiede all’estero. Ma quanto accaduto quando non era neppure un adolescente è affiorato nei ricordi solo in questi ultimi anni. Proprio nel giorno dell’anniversario del suo matrimonio nel 2016. Tanto che Stefano (nome di fantasia) fu persino cotretto al ricovero. Il prete, si leggeva nella denuncia, aveva rimpiazzato nel ruolo e nella figura il padre del giovane dopo il divorzio della madre. Il sacerdote avrebbe frequentato casa del ragazzo, aiutandolo negli studi, accompagnandolo nell’iniziale desiderio di indossare l’abito talare. Ben presto, però, quell’amico di famiglia si sarebbe rivelato un pedofilo.

Gli abusi sarebbero andati avanti fino fino a quando il ragazzino non raggiunse i 16 anni d’età quando decise di fuggire all’estero (in Germania) per rifarsi una propria vita.

Complessivamente sul tavolo del magistrato inquirente è finita una decina di denunce. Tutte piuttosto datate. Come quella depositata ad aprile da un 40enne, originario di Pisignano (frazione di Vernole). I fatti, però, come negli altri, sono piuttosto datati. Risalgono al 1984. All’epoca, il ragazzo vide un amico accovacciato sul tavolo mentre veniva sodomizzato dal parroco. Che chiuse la porta per continuare a fare quello che stava facendo. Alle minacce di lanciargli una seggiola il parroco riferì che se anche avessero raccontato qualcosa non sarebbero stati creduti da nessuno. Ma a lui che era un sacerdote. Per fatti, a distanza di anni, ormai prescritti,che non potranno mai essere accertati se si siano effettivamente verificati.
 
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