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Invita chierichetto a pranzo e lo violenta: 2 anni e 1 mese a don Nicola De Rossi in appello. Non andrà in galera, Monselice. Già aveva patteggiato 5 mesi per pedopornografia. E non l'hanno spretato

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pincopallino2
view post Posted on 4/10/2017, 17:28 by: pincopallino2

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Ma poi ci ripensa e chiede che l'intercettazione sia cancellata: doppia condanna, ma non andrà in carcere


http://corrieredelveneto.corriere.it/venez...ebb1dce9a.shtml

Padova, il prete pedofilo confessa
«Mi faccio schifo, come ho potuto?»
Il religioso accusato di aver abusato di un quindicenne, giorni fa era stato condannato a Venezia per detenzione di materiale pedo-pornografico
di Nicola Munaro

PADOVA «Mi faccio schifo, mi chiedo come sono arrivato a fare una cosa del genere». A parlare è don Nicola De Rossi, ex parroco di una comunità nel Monselicense. Dall’altra parte del telefono c’è quello che lui ritiene il suo padre spirituale. Con lui don Nicola si lascia andare e ragiona sull’accusa di violenza sessuale che giovedì mattina ha portato il pubblico ministero Roberto Piccione a chiedere la condanna a 3 anni e 4 mesi del sacerdote. Il parroco racconta di un «rapporto alla dispari» con un ragazzino di quindici anni che nel luglio 2016 l’ha denunciato ai carabinieri di Monselice. Sono queste le due intercettazioni a cui il giudice dell’udienza preliminare Margherita Brunello ha dato il via libera giovedì mattina, prima di far continuare il processo in abbreviato contro il don.
Il nodo intercettazioni
La decisione del gup infatti era la prima cosa attesa dell’intera mattinata: sull’utilizzabilità o meno delle intercettazioni tra il sacerdote imputato, il suo padre spirituale e la sua amica e psicoterapeuta, accusa e difesa (l’avvocato Paolo Marson) si sono date battaglia per la bellezza di due udienze. Da una parte la teoria della procura secondo cui quelle erano semplici chiacchierate; dall’altra la tesi della difesa per cui le parole dette da don De Rossi rientravano nel segreto professionale della psicoterapeuta e in quello ecclesiastico del padre spirituale. A sbrogliare la matassa è stata quindi l’ordinanza del gup che dando il disco verde all’inserimento delle intercettazioni nel fascicolo processuale ha precisato che non si tratta di conversazioni legate a un incarico professionale, piuttosto di dialoghi tra amici», facendo segnare così il primo punto all’accusa. Che da lì è partita nel ricostruire i fatti come raccontati prima ai genitori prima e poi ai carabinieri dal quindicenne, ex chierichetto.
La ricostruzione
L’adolescente che pranza a casa del sacerdote come aveva fatto altre volte in tutta serenità, il don che dopo pranzo lo invita a letto con lui e inizia a palpeggiarlo facendolo salire sul proprio bacino e lui, il ragazzino, che scappa a casa in lacrime e impaurito. I genitori, scossi, che vanno dai carabinieri e fanno scattare la scintilla che ha portato tutti fino a qui, all’udienza di giovedì. Le fondamenta dell’impianto accusatorio il pm le ha poggiate sulle intercettazioni con il padre spirituale («Mi faccio schifo….» e «E’ un rapporto alla dispari») e con la psicoterapeuta che gli risponde «se tu dici che avete giocato, devi essere fedele a questa posizione». L’udienza, prima del rinvio per la difesa, è stata chiusa dall’avvocato Marta Michelon che tutela la famiglia del ragazzino e ha chiesto un risarcimento da 100 mila euro, 40 mila in provvisionale tenendo presente l’acconto da 10 mila euro che il sacerdote (condannato giorni fa a Venezia a 5 mesi per detenzione di immagini pedopornografiche) ha già versato sul conto corrente dei genitori del ragazzino. E a loro si è rivolto sempre giovedì don Nicola quando ha chiesto scusa per il dolore arrecato alla famiglia del ragazzo. Poi l’udienza si è chiusa in attesa del prossimo appuntamento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
29 settembre 2017 (modifica il 3 ottobre 2017 | 16:34)

http://corrieredelveneto.corriere.it/padov...2757b864d.shtml
Padova, palpeggiò chierichetto
Prete condannato a due anni
Il vescovo: «Sono addolorato»
Don Nicola De Rossi, ex parroco del Monselicense, intercettato dagli inquirenti disse: «Mi faccio schifo»
di Nicola Munaro

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PADOVA Don Nicola De Rossi, ex parroco di una comunità nel Monselicense, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi dal giudice dell’udienza preliminare Margherita Brunello. Il sacerdote, che è stato processato con il rito abbreviato, era accusato dal pubblico ministero Roberto Piccione di violenza sessuale nei confronti di un quindicenne della parrocchia. Secondo quanto denunciato ai carabinieri dalla vittima, in un pomeriggio del luglio 2016 il ragazzino era stato invitato a casa del sacerdote per pranzo.
La storia
Non era nemmeno la prima volta che i due pranzavano assieme, solo che in quell’unica occasione, dopo aver pranzato, il don aveva invitato nel suo letto il giovane, ex chierichetto. E sotto le coperte il parroco aveva iniziato a palpeggiare il ragazzino, facendolo anche salire sul proprio bacino. A quel punto il quindicenne, conscio di quanto stava accadendo, è corso a raccontare il tutto a casa e poi ai carabinieri. Fondamentali nella costruzione dell’accusa, le intercettazioni ammesse dal giudice in cui il sacerdote – chiacchierando con un’amica psicoterapeuta e con il padre spirituale, ma al di fuori di sedute professionali o confessione, come chiarito dal giudice – aveva ammesso: «Mi faccio un po’ schifo insomma, mi chiedo come sono arrivato a una cosa del genere».
Il dolore del vescovo
«Questa notizia mi addolora profondamente e addolora l’intera Chiesa padovana», ha detto il vescovo Claudio Cipolla. «Sono vicino al minore e alla sua famiglia, a cui avevo già espresso con una lettera privata la sofferenza e il turbamento per questa vicenda. Se come Chiesa ci siamo mossi tempestivamente, non appena informati dell’indagine e del procedimento a carico di questo sacerdote (sollevandolo prudenzialmente dall’incarico di parroco e attuando tutti i passi previsti sul piano canonico), ciò non ci toglie l’amarezza e il disagio che proviamo. Dolore per la vittima e la sua famiglia, segnate da questa esperienza, a cui ribadiamo il forte dispiacere e la vicinanza. Dolore per un presbitero che ha disatteso il suo ruolo, anche educativo e formativo, per la sua famiglia e per la comunità che guidava. Dolore per il sospetto e il discredito che fatti di questa natura gettano, purtroppo e ingiustamente, anche su quanti operano quotidianamente in fedeltà al Vangelo».
3 ottobre 2017 (modifica il 3 ottobre 2017 | 19:51)
© RIPRODUZIONE RISERVATA

www.huffingtonpost.it/2017/09/22/av...ova_a_23219147/
Aveva immagini pedo-pornografiche sul computer, condannato a 5 mesi prete di Padova
Silenzio da parte della Curia. L'identità del sacerdote resta sconosciuta
22/09/2017 14:01 CEST | Aggiornato 22/09/2017 14:01 CEST
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Huffington Post

PHOTOTHEK VIA GETTY IMAGES
Il materiale era stato trovato dalla polizia nella sua abitazione, durante una perquisizione per un altro reato. Un reato grave, scrive Il mattino di Padova. Il sacerdote è stato condannato a cinque mesi di reclusione, ma non li sconterà. Ha ottenuto, infatti, la sospensione condizionale della pena.

Ieri per la detenzione del materiale recuperato nel fluido e imprevedibile mondo della rete, il sacerdote – all'epoca dei fatti titolare di una parrocchia nel Padovano – è stato condannato a 5 mesi di carcere con la concessione della sospensione condizionale della pena. Il pm Patrizia Ciccarese aveva chiesto una condanna a due anni, ma il gup lagunare Roberta Marchiori non ha riconosciuto l'aggravante dell'ingente quantità come richiesto dal difensore, il penalista padovano Paolo Marson.

L'identità del prete non è stata diffusa. Secondo alcuni potrebbe trattarsi del parroco accusato di aver violentato un ragazzino che frequentava l'oratorio.

Il sospetto è che il sacerdote condannato sia il parroco indagato per violenza sessuale a un ragazzino che frequentava l'oratorio. Un parroco al quale la Diocesi ha imposto un anno sabbatico, bloccando il suo trasferimento in un'altra parrocchia del territorio dov'era destinato: ora si trova ospite in una comunità in attesa di "regolare" il conto con la giustizia. E chiarire le sue responsabilità sulla vicenda della violenza che, al momento, è all'esame del giudice. Il prete, infatti, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato e l'udienza è in corso.

La curia padovana non ha voluto commentare l'accaduto.

Continua a leggere su Il Mattino di Padova.

Edited by pincopallino2 - 4/10/2019, 15:05
 
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