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Con l'8 x 1000 avete fatto tanto. "Io gigolò per preti pagato coi soldi dei fedeli", "Preferiscono il lunedì; Quel frate francescano che mi propose sesso con ragazzi"

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view post Posted on 21/3/2017, 15:15
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"Preferiscono il lunedì; Quel frate francescano che mi propose sesso con ragazzi"

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Francesco Mangiacapra

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/...635d33863.shtml


«Sesso pagato con i soldi dei fedeli»
Le rivelazioni di un escort per preti

Nel libro di Francesco Mangiacapra i racconti degli incontri con sacerdoti gay a Napoli
di Roberto Russo
Francesco Mangiacapra

«Il giorno preferito dai preti per gli incontri è di solito il lunedì. Sinceramente non ho mai ben capito il vero motivo, forse perché è un giorno meno impegnativo essendo immediatamente successivo alla domenica, oppure perché è il più distante dal giorno del Signore e hanno più tempo per smaltire i peccati...». Il lunedì dei preti apre il capitolo più lungo e scabroso de «Il numero uno-confessioni di un marchettaro» (224 pagine, Iacobelli editore, 14 euro) «opera prima» di Francesco Mangiacapra, l’escort che si autodefinisce «il prostituto più pagato di Napoli e dintorni». Lui nell’ultima di copertina si descrive così: «Nasce a Napoli negli anni Ottanta. Frequenta le scuole cattoliche dei padri Scolopi (gli stessi di Moana Pozzi!), si diploma al liceo classico e si laurea in giurisprudenza all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Per qualche anno esercita il praticantato da avvocato. Successivamente, pur avendo superato l’esame di Stato presso la Corte d’Appello di Napoli, decide di non iscriversi all’albo. Animo anticonformista, fiuto per gli affari, spirito indipendente e amante dei viaggi, vive nella sua casa al centro della metropoli partenopea. Fino a ora non aveva mai scritto nulla, perché si è dato da fare in altro».
Stasera alle 18 la presentazione del volume alla Feltrinelli di piazza dei Martiri, con interventi di Pino Strabioli, Mauro Gelardi e Claudio Finelli. Presente ovviamente l’autore. Un’operazione sicuramente commerciale che Mangiacapra e il suo team hanno abilmente costruito sull’onda emotiva degli scandali che hanno scosso la chiesa napoletana negli ultimi due mesi. E che ancora tengono banco per i possibili sviluppi giudiziari. E dunque il capitolo sui preti gay, i quali otterrebbero a pagamento i servigi del non più giovanissimo Francesco, resta il pezzo forte del libro. Tuttavia rimarrebbe deluso chi si aspettasse rivelazioni clamorose, in grado di provocare nuovi crolli nella dimora già lesionata del clero partenopeo. Semplicemente perché — come ogni gigolò che si rispetti — il Numero uno non fa nomi e cognomi dei sui clienti in tonaca. Come di nessun altro. Il consiglio è leggere il libro dalla prima all’ultima pagina, senza indulgere né in moralismi per la crudezza di alcune descrizioni, né in domande (pur legittime) sull’origine psichica dell’idolatria fallica che, dalla prospettiva dell’autore, sembra dominare l’intera esistenza dei suoi occasionali clienti. A quel punto si potrà anche apprezzare il taglio da trattatello socio-antropologico con cui è stato scritto.
È lo spaccato di un’umanità tutto sommato anaffettiva ai limiti della tristezza, ossessionata da riti e bizzarrie sessuali che possono suscitare pena o ilarità: l’uomo che pretende di mangiare i crackers sbriciolati sui piedi del gigolò, o quello che si presenta indossando un pannolino. Il Numero uno gioca con loro come il gatto con il topo. Tutto sommato gli piace vincere facile ché, ammette egli stesso, «A Napoli sono forse l’unico escort con la laurea e dunque non ho concorrenti». Messa a frutto la propria omosessualità con capacità manageriale che sarebbe degna di miglior causa, Mangiacapra ci fa affacciare dal buco della serratura nel mondo oscuro di napoletani e napoletane dalla doppia vita. Un campionario non certo originale in cui non mancano mogli altoborghesi che accompagnano il marito dal «puttano», inevitabili serate a base di cocaina nella dimora di qualche architetto gay di successo, professionisti che si fanno frustare a sangue, mitomani che si presentano come agenti dei servizi segreti, clienti furbastri che al momento di pagare fingono di aver dimenticato i contanti. Ma in questi casi il nostro non ha pietà e li blocca tenendoli per un braccio e pretendendo il dovuto.
Resta centrale il suo contrastato rapporto con i sacerdoti giudicati «molto boriosi» e dei quali condanna l’ipocrisia. È il caso di don G. che lo abborda semplicemente per superare la delusione di un suo ex fidanzato romeno: «L’ho fatto venire da Bucarest, gli ho trovato un lavoro, guadagnava bene e quello che combina? Si fa arrestare mentre rapinava prostitute sulla Domiziana!». Scrive il Numero uno: «Don G. è stato un grande promotore del mio lavoro perché ha dato il mio numero ad altri preti. Si riuniscono in comitive, molti di loro sono fidanzati da anni, si aiutano, è una vera e propria lobby gay. Si confrontano e spesso litigano tra loro per invidia. Esiste una chat, si chiama Venerabilis (quella poi finita nell’inchiesta sul sacerdote di Monte di Dio, ndr) dove i preti fanno incontri anche last minute nei pagni pubblici».
E che dire del cliente laico appartenente all’Opus Dei? «Se ne lamentava ma, nonostante tutto, ammirava e difendeva quel mondo».
In due occasioni però l’escort Mangiacapra ha provato a sua volta scandalo. La prima con «don euro», «un sacerdote del nord che ho denunciato perché veniva qui a spendere tutte le offerte dei fedeli e ingannava giovani disoccupati napoletani, promettendo lavoro in cambio di sesso. Del suo caso se ne occuparono Le Iene qualche anno fa, poi è stato arrestato proprio in seguito alle mie denunce. Sono contento che una sua fedele mi abbia scritto: “Sono una cattolica praticante. Grazie a te ho evitato di far battezzare la mia bambina da quel lurido porco”». L’altro confine che Mangiacapra giura di non aver mai valicato è diventare complice di un religioso pedofilo. Un frate francescano gli avrebbe proposto di contattare ragazzi minorenni: «Minacciai di denunciarlo, mi cancellò dai contatti Facebook e finì in ospedale con la tachicardia». Tutto sommato anche l’amoralità di un escort può trovare prima o poi un limite. Tutto sommato la sete di giustizia può albergare anche nel cuore di «un marchettaro». Sia pure di successo.
21 marzo 2017 | 07:40
 
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view post Posted on 21/3/2017, 15:36
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http://www.tgregione.it/cronaca-regionale/...lho-denunciato/

Scandalo don Euro, il gigolò alla “Vita in Diretta”: “Ecco perchè l’ho denunciato”
Post on: 15 novembre 2016 Redazione Web

MASSA – Francesco Mangiacapra, il gigolò partenopeo di cui Don Euro – al secolo Luca Morini, il prete la cui vicenda di festini a base di sesso e droga, con i soldi dei parrocchiani, è finita nel mirino della Procura di Massa che sta ancora indagando – era cliente, TGRegione.it lo aveva già intervistato lo scorso febbraio ( LEGGI ANCHE: Prete hard, parla l’escort che ha denunciato don Euro … ).

15032218_10210915957235603_4116395383536365227_nE oggi pomeriggio, su Rai 1, a “La vita in diretta”, Francesco ha ripetuto le sue “accuse”, ai microfoni della giornalista Giovanna Savini, con nuove rivelazioni: “Ho conosciuto don Euro in un locale a Napoli, e mi è stato proposto un incontro con lauto compenso. Cercava compagnia, e si era presentato come magistrato facoltoso, con conoscenze importanti”. Per scoprire che era un prete il gigolò ha richiamato il numero da dove il sacerdote lo chiamava, risultato quello della parrocchia: “Ho deciso di denunciarlo perchè un prete deve incarnare prinicipi religiosi”. “Arrivava sempre con vetture di grossa cilindrata, vetri oscurati e autista, e andava a fare shopping per poi andare a cena e in alberghi di lusso – ha aggiunto il sew worker mostrando alla giornalista il “tour”: “Champagne in camera, regali da favola – precisa.

Una testimonianza, quella del sex worker, ascoltato dai militari dell’Arma lo scorso aprie, che è stata basilare anche per gli inquirenti ( LEGGI ANCHE: Prete a luci rosse, l’escort: “Sono stato dai Carabinieri e ). Il conto corrente del prelato, pochi giorni fa, è finito sotto sequestro ( LEGGI ANCHE:Festini a luci rosse con le offerte dei parrocchiani: sequestrato il conto corrente di Don Euro )

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia...tari-preti.html

FACCIA A FACCIA CON LIBEROFrancesco Mangiacapra, l'avvocato prostituto fa tremare preti e militari
Francesco Mangiacapra, l'avvocato prostituto fa tremare preti e militari
«Sono un marchettaro. Tutti facciamo marchette, io le faccio con il fisico, gli altri con la testa. Non mi nascondo dietro parole come escort o gigolò. Faccio marchette e ci metto la faccia, perché quest’attività mi ha dato l’indipendenza economica che la laurea e la libera professione non mi hanno dato». Francesco Mangiacapra è un giovane avvocato di Napoli che dopo anni di precariato ha deciso di vendersi. Ora è il più richiesto e più pagato prostituto della città. «Guadagno molto più di molti avvocati della mia età. Non vi dico quanto, ma sono riuscito a comprarmi una casa. Lo faccio per soldi. Nessuno lo fa per libido. Solo che gli altri sono ipocriti e non lo dicono. Non si tratta di guadagni facili, ma veloci. Non è facile perché devi avere lo stomaco per fare certe cose. Quando finisci di lavorare resti un prostituto per tutti quelli che ti conoscono e questo ha un prezzo che io sono stato disposto a pagare in cambio di soldi». I suoi clienti sono insospettabili professionisti sposati con figli, ma anche militari, disabili, coppie in cerca di emozioni forti, donne che vogliono vedere il proprio marito con un altro uomo o, viceversa, uomini che gli chiedono di avere rapporti con la propria signora. E poi i preti. Tanti. «Mi chiamano l’escort dei preti. Io non so quanti don siano passati dal mio letto, ma certo sono molti più di quelli che sono riuscito a identificare come tali». Di ogni categoria ha imparato abitudini, preferenze e perversioni. «Il giorno preferito dai preti per gli incontri è il lunedì. Forse perché è un giorno meno impegnativo essendo immediatamente successivo alla domenica, oppure perché è il più distante dal giorno del Signore e hanno più tempo per smaltire i peccati…».

LE ARMI DEL MESTIERE
Nella sua casa nel pieno centro di Napoli, le pareti dorate e rosse e il profumo di tuberosa che inebria e confonde, svela i segreti del suo successo. Dice proprio tutto, come nel suo libro-diario “Il numero uno. Confessioni di un marchettaro” (Iacobelli Editore) ma mette in chiaro che «Puttana si nasce. Posso svelare i miei trucchi, ma se non lo sei di tuo non lo diventerai mai». Racconta della prima volta, di come è stato adescato in rete da un avvocato, di come sia riuscito a guadagnare i suoi primi cento euro, lui che non sapeva dove sbattere la testa dopo i lavori nei call center o negli studi legali dove faceva fotocopie per pochi euro. «Per venti minuti quell’uomo mi ha pagato come un mese da praticante. In quel momento ho scelto. Un ripiego. Non sono orgoglioso di prostituirmi, ma sono grato alla mia attività di avermi reso indipendente. Io metto più cervello nel vendere il mio corpo di quanto potessi metterne nello studio legale».

E spiega i trucchi, senza filtri, senza censura: «Il cliente lo chiamo amico così non ha la sgradevole sensazione che stia pagando per avere qualcosa che è davvero bella soltanto se la ottieni gratis. Chi entra in casa mia è accolto da un profumo di incenso, dal caldo dei termosifoni in inverno e dal fresco dell’aria condizionata in estate. La differenza col mondo fuori la deve sentire, voglio che avverta il distacco tra il mondo esterno e quello che gli offro io. Soprattutto, voglio che avverta il valore di ciò che sta pagando». A casa sua ci sono luci soffuse e musica di sottofondo che Francesco usa per capire quanto tempo sia trascorso dall’inizio dell’incontro «senza il volgare gesto di guardare l’orologio». Fa accomodare “l’amico” sul divano, gli offre da bere spegne il telefono. «O meglio, metto la vibrazione (non voglio perdere altre chiamate!)». Illude il cliente, vuole fargli credere che sia lì solo per lui. «La prima mossa è la mia. Inizio a toccarmi, altrimenti facciamo notte e io non ho tempo da perdere. Quando l’amico entra in camera trova lenzuola di raso dello stesso rosso delle pareti». Francesco ammette che non è facile eccitarsi a comando. «Non è mai piacevole, a prescindere dal partner. Il problema più grave sorge se “l’amico” è obeso, peloso ed effeminato...».

Dopo l’incontro, prima del pagamento, Francesco non lascia andare subito il cliente. Fa una specie di indagine di mercato, lo interroga «per orientare la mia attività, migliorarla e aggiornarla. Archivia tutti i dati del clienti, dalla professione ai gusti sessuali, in modo che quando torna - e molti tornano - abbia l’impressione che Francesco si ricordi di lui e si senta unico. I soldi glieli lasciano sul tavolo e glieli infilano in tasca oppure in una busta già preparata. «Con il tempo ho imparato a contarli velocemente, senza dare l’impressione di farlo, anche solo mettendoli in tasca». E non ringrazia mai. «Non si tratta di un regalo né di una cortesia che ho ricevuto. È lui, piuttosto, a dovermi ringraziare per il tempo e l’opportunità che gli ho concesso».

Non applica tariffe uguali per tutti. «I disabili, i preti, i militari e i turisti pagano di più. Perché offro un servizio che farebbero fatica a trovare. Facendo questo lavoro ho scoperto il dramma dei disabili a cui non viene riconosciuta una sessualità. Se poi sono omosessuali devono sperare solo in una famiglia abbastanza intelligente da chiamare e pagare per loro uno come me. Dico sempre di sì, tranne ai minorenni e ai disabili mentali. La mia unica condizione è: mai senza preservativo». La galleria umana che ha sfilato tra le lenzuola di raso rosso di Francesco è grande quanto «una nave da crociera». C’è di tutto. Ha assistito e soddisfatto le perversioni più assurde. «Mi hanno chiesto di fare atti di violenza contro un ascensore. Un uomo si eccitava nel vedermi prendere a calci le porte dell’ascensore o picchiare e sputare sulla pulsantiera. Un collezionista di dischi antichi che gira l’Italia per comprarli, mi chiedeva di romperli con i piedi, un altro si eccitava se mi portava a comprare scarpe. Ma perdeva ogni interesse se sceglievo dei modelli economici». Soldi e sesso, sesso e soldi. Francesco non pone limiti se non quello dei rapporti protetti, per il resto lavora 24 ore su 24. «Non sempre riesco a organizzare gli incontri perché molti uomini mi chiamano quando si crea l’occasione, magari perché la moglie è via. Altri hanno voglie improvvise e io in quel caso alzo il prezzo». Nelle sue confessioni Francesco racconta di quel ragazzo giovane e bellissimo che per settimane metteva da parte i soldi pur di potergli pagare la prestazione. «Quando è arrivato e l’ho visto ho pensato che avrei dovuto essere io a pagare lui tanto era bello. È stata l’unica volta in cui non ho preso soldi». Il capitolo dedicato ai preti è il più forte, è un pugno nello stomaco e un velo che si alza sul mondo dei seminari e certi prelati. «I preti non hanno alcun senso di colpa, pensano che la libertà sessuale e omosessuale sia loro dovuta. Una volta un don mi portò in una sacrestia ricavata alle spalle dell’altare, all’interno della chiesa. Mi mostrò tutti i suoi abiti talari e poi mi baciò appassionatamente. “Non ti dà fastidio baciarmi in chiesa?”, gli chiesi. “No, non mi dà fastidio perché Gesù sa quanto lo amo”, rispose lui». I seminaristi, invece, si sentono in colpa. Nel libro si parla nel dettaglio di un incontro di sesso nel convento dei padri Teatini di Napoli a due passi dalla Curia. «Di dove sei? Ti ospito io, vivo in un collegio a Napoli», così il seminarista contatta Francesco su una chat gay. Si scambiano i numeri di telefono e organizzano l’incontro in una stanza del convento.

IL FESTINO
Un Capodanno ha partecipato al festino di un monaco in un’Università cattolica di Roma. Il “marchettaro” parla del sacerdote, conosciuto come “Don Euro” che ha denunciato e che ora è indagato. «L’ho incontrato durante una sua trasferta napoletana in una discoteca gay. Si spacciava per per un politicante e prometteva posti di lavoro e droga in cambio di sesso. L’ho denunciato perché i giovani disperati alla ricerca di un lavoro non possono essere presi in giro così. Dicono che io ce l’abbia con la Chiesa. Non è vero. Ho studiato dai preti Scolopi. Voglio che le mele marce vadano via. Da quando ho pubblicato il libro i preti sono spariti». Ha scoperto la sua omosessualità presto, ma per soldi ha anche rapporti con le donne. «I miei genitori sono persone intelligenti, mi vedono felice e non fanno troppe domande». Ha le idee chiare, solo quando parla del futuro il suo tono diventa arrendevole: «Lo so che questo lavoro non è longevo. E più volte mi sono chiesto che cosa farò tra venti o trent’anni. Mi rispondo che sarò nella stessa situazione dei miei coetanei che non hanno lavoro. Ma almeno io avrò da parte i soldi per pagarmi il dentista».

di Lucia Esposito
 
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view post Posted on 15/12/2017, 15:48

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"Non è una crociata contro la Chiesa; il caso don Crescenzo Abate la punta dell'iceberg; 1000 pagine verificabili"



www.larampa.it/2017/12/14/aversa-pr...are-un-dossier/


Aversa. Preti ed escort, Mangiacapra: “Pronto a
presentare un dossier”
 14 dicembre 2017  Redazione  0 Commenti
Nella cornice del Salone Romano del Teatro Cimarosa di Aversa, LaRampa.it ha presentato “Il Numero
Uno – Confessioni di un marchettero”, il libro di Francesco Mangiacapra denito
anche l’escort dei preti.
Durante la presentazione moderata dal direttore Stefano Montone, con l’intervento dell’avvocato
Cavaliere che segue casi di abusi sessuali perpetrati dai preti, l’autore ha raccontato il suo approdo nel
mondo “escort” e come avviene “contattato” dai preti.
Poi non poteva esserci commenti sul caso di Don
Crescenzo Abbate, il parroco di Succivo nito
nel ciclone
mediatico per in estorsione ai suoi danni messa in atto
da due giovani per un “video hard”.
Per Mangiacapra, il caso Don Crescenzo è solo la punta
di un iceberg. Nei prossimi giorni presenterò un dossier
che conta decine di nomi di sacerdoti del Sud Italia,
anche dell’agroaversano, ma soprattutto mille pagine di
allegati circostanziato, vericabili
e vericati.
Prove
inconfutabili di attività sessualmente attivi e situazioni assurde. Sacerdoti che sono agli arresti
domiciliari che fanno sesso o altro”.
“Diversamente da un padre di famiglia che tradisce i suoi familiari, il prete ha una responsabilità
collettività rispetto al ruolo che rappresenta, una comunità che lo segue. Quel sacerdote non tradisce
una sola persona ma tutti. Quell’abito non è un lavoro ma una vocazione. Io non tradisco tradisc chi mi
contatta. Io tradisco una sola persona invece il prete perde il rispetto verso gli altri. Non è un crociata
contro la Chiesa, non è un crociata contro la religione ma contro le mele marce del sistema ecclesiale.

www.facebook.com/photo.php?fbid=10...&type=3&theater


Francesco Mangiacapra
14 h ·


#Aversa. Abbiamo presentato Il Numero Uno, il libro di Francesco Mangiacapra edito da Iacobelli Editore al Salone Romano del Teatro Cimarosa. Ha moderato l'evento Stefano Montone, direttore de La RAMPA. Interventi dell'avvocato Sergio Cavaliere. Ha presentato l'evento Speranza Anzia Cardillo — con Speranza Anzia Cardillo, Stefano Montone, Sergio Cavaliere e Il Numero Uno presso Salone Romano Aversa.
 
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view post Posted on 16/12/2017, 15:25

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https://www.infondonews.it/2017/12/16/aver...uarda-il-video/

Aversa, non si ferma il ciclone Francesco Mangiacapra, l’escort dei preti. Mille pagine di dossier con nomi e foto. Guarda il video.
16 dicembre 2017 | Pubblicato da Giovanna Scarano | 0 Commenti
Aversa, non si ferma il ciclone Francesco Mangiacapra, l’escort dei preti. Mille pagine di dossier con nomi e foto. Guarda il video.
Aversa (CE) – Dopo pochi giorni dalla pubblicazione in rete della telefonata choc fatta al Vescovo Angelo Spinillo, che “incastra” due sacerdoti, Francesco Mangiacapra, ha presentato la sua opera editoriale “Numero Uno – Confessioni di un marchettaro” presso il Salone Romano del teatro Cimarosa di Aversa, città dove ha sede la diocesi degli scandali. Un libro autobiografico, in cui si racconta e spiega i motivi per cui un giovane avvocato, sceglie di non vestire la toga e diventare col tempo l’escort più richiesta, non solo di Napoli. Il Numero Uno appunto. Ed è in questo mondo, a molti sconosciuto, che s’imbatte in clienti insospettabili; i sacerdoti. Ebbene si, coloro che dall’ambone, sono portatori del Vangelo e che condannano l’omosessualità, sono allo stesso tempo assidui frequentatori dell’ “escort dei preti”. Ed è proprio per questo falso moralismo, che in tempi non sospetti, Mangiacapra decise di denunciare al Vescovo Spinillo la cattiva condotta di due sacerdoti facenti capo alla sua diocesi. Uno di questi è Don Crescenzo Abbate, parroco della chiesa della Trasfigurazione di Succivo, mentre l’altro è un giovane parroco sempre di un paese della provincia di Caserta. Nonostante i vari tentativi,da parte del mondo clericale di insabbiare quanto stava accadendo, la verità viene sempre a galla. Dopo quasi due anni dalla telefonata, Don Crescenzo agli inizi di Dicembre ha denunciato due persone per estorsione perché minacciavano di diffondere un suo video hard se non avesse dato loro dei soldi. Tuttavia, sebbene il “vizio” di questo parroco sia diventato ormai di pubblico dominio il Vescovo Spinillo non ha attuato alcun provvedimento, se non quello di allontanare dalla parrocchia il sacerdote accusato di avere una vita sessuale attiva. Sembra addirittura che non abbia nemmeno avviato un’indagine interna per verificare quanto gli era stato raccontato da Mangiacapra con dovizia di particolari e con prove. Questo silenzio da parte della chiesa non fermerà certo “l’escort numero uno”, intenzionato a percorrere questa strada fino in fondo, a tal punto da aver preparato un dossier corredato da oltre mille pagine di allegati fotografici e non, nel quale ci sarebbero nomi e volti di tutti i “timorati di Dio” di sua conoscenza aventi una doppia vita.
 
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view post Posted on 6/1/2018, 20:30

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L'escort dei preti fa paura ha messo nei guai parecchi preti suoi clienti ed annuncia altre rivelazioni



http://www.larampa.it/2018/01/06/napoli-mi...cort-dei-preti/

Napoli. Minacciato Francesco
Mangiacapra, l’escort dei preti

“Faccia bene attenzione che la sua popolarità rende facilmente
rintracciabile lei e i suoi spostamenti come ha visto e come vedrà in
futuro”. E’ uno dei passaggi della lettera minatoria giunta qualche
mese a Francesco Mangiacapra denito
l’escort dei preti. Solo ora
l’autore ne ha resa pubblica la cosa. Il gigolò testimone chiave e
principale accusatore anche nel processo contro Don Luca Morini
(Don Euro), il sacerdote originario di Vecchiano, per anni sul pulpito
a Massa-Carrara e in Lunigiana, nito
al centro di una indagine tra
soldi ed escort.

L’immagine che lei ha raccontato nel suo libro
Spazzatura dissacra i valori della Chiesa Romana,
dei Suo rappresentanti, nonché servitori di Dio e
tutti i suoi simboli. I contenuti feccia del suo libro
non meritano di essere diusi:
meritano solo la
amme
di un fuoco. Se Don Luca Morini ha
sbagliato non è Lei il Giudice che deve
condannarlo. Non è lei il moralizzatore. Non è lei a
dover fare delle sue Cause una Crociata. Lei è
davvero così sicuro di non essere destinato ad una
Sorte più sventurata di quella che ha causato a
Don Morini?

Faccia MOLTA ATTENZIONE a diondere
certi
messaggi solo per mantenere la sceneggiatura che
ha messo in piedi e stia bene attento che la sua

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6/1/2018 Napoli. Minacciato Francesco Mangiacapra, l’escort dei preti - LaRampa.it
http://www.larampa.it/2018/01/06/napoli-mi...cort-dei-preti/ 4/11
Mangiacapra è anche autore del suo libro-verità “Il Numero Uno –
Confessioni di un marchettaro”, memoriale in cui racconta di come
abbia preferito vendere il corpo piuttosto che svendere il cervello,
diventando amante di sacerdoti e politici.
Il gigolò si è visto recapitare a casa una lettera minatoria dove
racconta i particolari dei suoi numerosissimi clienti, un panorama
umano assolutamente inedito, raccontato con spietatezza e senza
pudore. Clienti insospettabili e clienti sospettabili: preti, militari,
politici, disabili. Francesco si mostra per quello che è e non chiede
l’assoluzione di nessuno, la comprensione di nessuno,
semplicemente perché non ne ha bisogno: lui è il Numero Uno.
Francesco era stato ad Aversa per presentare il suo libro, evento
organizzato da LaRampa, proprio nella settimana in cui Don
Crescenzo Abbate, il parroco di Succivo, è nito
nel ciclone
mediatico per in estorsione ai suoi danni messa in atto da due
giovani per un “video hard”.
popolarità rende facilmente rintracciabile Lei e i
suoi spostamenti, come ha visto e come vedrà in
futuro.
“Dio li ha abbandonato in balia di una intelligenza
depravata… pieni di invidia, frodi, malignità,
diamatori,
maleducati, nemici di Dio, oltraggiosi,
superbi, sleali, senza cure, senza misericordia… gli
autori di tali cose meritano la MORTE”. (lettera di
San Paolo ai Romani – I: 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32)
 
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view post Posted on 25/2/2018, 20:53

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Consegnato alla Diocesi di Napoli, così che tutte le diocesi possano sapere cosa fanno i loro preti e seminaristi

La mappa delle diocesi da Roma alla Sicilia. L'inchiesta di 1.200 pagine dell'escort di don Euro Morini e don Crescenzo Abate



www.gaynews.it/attualit%C3%A0/item/...ia-dossier.html

APP PER INCONTRI, GANG BANG, SESSO IN CANONICA: UN DOSSIER DI 1200 PAGINE SVELA LA RETE HOT DEI PRETI GAY DA ROMA A CATANIA
App per incontri, gang bang, sesso in canonica: un dossier di 1200 pagine svela la rete hot dei preti gay da Roma a Catania
18 February 2018

Francesco Lepore

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App per incontri, gang bang, sesso in canonica: un dossier di 1200 pagine svela la rete hot dei preti gay da Roma a Catania
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C’è l’influente coadiutore della basilica di San Giovanni in Laterano che gira con l’autista, si finge diplomatico, promette posti di lavoro e paga gli escort con postepay. C’è il direttore d’un Ufficio diocesano per la pastorale scolastica che si vanta di conoscere Laura Pausini ed è alla ricerca di incontri di natura sessuale tramite app.

C’è il parroco che organizza gang bang in canonica. C’è il monsignore che è agli arresti domiciliari con l’accusa di abuso su minore ma organizza indisturbatamente incontri con uomini tramite Grindr. C’è il sacerdote del Potentino che il sabato sera frequenta disco gay-friendly in Calabria, s’ubriaca e fa sesso.

C’è il guardiano cappuccino pugliese che organizza in convento orge con un altro confratello. C’è il seminarista siciliano che eiacula in webcam davanti alla statua della Madonna di Fatima. C’è il giovane sacerdote della zona di Tursi-Lagonegro che predilige i rapporti di gruppo ed è ossessionato da un seminarista che vuole coinvolgere nelle serate.

Questi gli identikit di alcuni dei sacerdoti, religiosi e seminaristi, sulla cui doppia vita getta luce il corposo dossier che, preparato negli anni da Francesco Mangiacapra e rivelato in anteprima da Gaynews, sarà depositato domani presso la Curia arcivescovile di Napoli. Ben 1200 pagine ripartite in schede personali e allegati testimoniali. Quest’ultimi costituiti da screenshot di conversazioni tramite messaggi telefonici o chat per incontri.

Eccone un assaggio con chiaro riferimento a un approccio durante la celebrazione della Messa:

Prete: Lui mi ha fatto occhiolino al segno della pace

Altro: Mmmm. Bono

Prete: Voglio scoparti

Altro: Mmmm

Prete: Domenica sei mio

Altro: Speriamo

Prete: Vorrei s*******i nel c***


Noto quale autore del libro autobiogarfico Il numero uno. Confessioni di un marchettaro e quale accusatore di Don Euro, il giovane escort Mangiacapra così ha spiegato ai nostri microfoni il motivo d’un tale dossier: «Il comportamento degli ecclesiastici che segnalo è, in molti casi, frutto dell’impunità a cui gli stessi vertici della Chiesa li hanno abituati: quella ingiusta tolleranza che alimenta l'idea di poter continuare a separare ciò che si esercita da ciò che si esprime, come è tipico di chi ha una doppia morale schizofrenica.

Con troppa sicurezza questi sacerdoti sono abituati a contare su quella discrezione di cui da troppo tempo beneficiano, e che ingiustamente consente loro di spogliarsi occasionalmente della tonaca a uso e consumo dei propri vizi».

Il materiale raccolto nel dossier interessa ecclesiastici di più diocesi. E non solo campane. Volendo fare una ripartizione per ambito territoriale, si desume che dei sacerdoti indicati:

1 appartiene alla diocesi di Acerra, 1 alla diocesi di Acireale, 2 appartengono alla diocesi di Amalfi-Cava, 2 alla diocesi di Aversa, 2 alla diocesi di Bari, 1 alla diocesi di Catania, 1 alla diocesi di Ischia, 2 alla diocesi di Cosenza-Bisignano, 1 alla diocesi di Isernia, 1 alla diocesi di Manfredonia-San Giovanni Rotondo, 1 alla diocesi di Messina, 1 alla diocesi di Molfetta, 2 alla diocesi di Napoli, 1 alla diocesi di Nardò-Gallipoli, 2 alla diocesi di Nocera-Sarno, 1 alla diocesi di Noto, 1 alla diocesi di Oppido Mamertina, 1 alla diocesi di Piazza Armerina, 1 alla diocesi di Pozzuoli, 1 alla diocesi di Palermo, 3 alla diocesi di Roma, 2 alla diocesi di Salerno, 1 alla diocesi di Teano-Calvi, 7 alla diocesi di Teggiano-Policastro, 1 alla diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, 4 alla diocesi di Tursi-Lagonegro, 1 alla diocesi di Tricarico, 1 alla diocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado nonché 1 dell’Ordinariato Militare.

Di questi 42 sono diocesani, 7 appartengono a istituti religiosi mentre i seminaristi sono in tutto 9.


Ma c’è un tratto comune a molti di loro, ossia la capacità di fare rete in materia d’incontri hot sì da scambiarsi informazioni o pareri. Senza contare l’elemento apparentemente banale dell’uso spregiudicato di profili su chat come Grindr e Romeo.

Si tratta d’un variegato campione quanto mai indicativo che permette di far luce non solo sull’elevatissima percentuale di sacerdoti omosessuali stabilmente inosservanti dell’obbligo celibatario assunto. Ma anche dell’inadeguatezza delle norme di Oltretevere in materia di presbiterato e omosessualità come dell’assoluta ipocrisia delle gerarchie al riguardo.

Risuona perciò sempre attuale la domanda che il defunto nunzio apostolico Angelo Mottola rivolgeva anni fa, in un misto di italiano e napoletano, a un minutante della Curia Romana : «Ma o' Papa che parla sempre contro i gay, perché non inizia a togliere tutti i ricchioni da cui è circondato?».

www.ilfattoquotidiano.it/premium/a...uria-di-napoli/

Preti gay in chat, il dossier in mano alla Curia di Napoli
L’escort Francesco Mangiacapra consegna oltre mille pagine di prove sulla vita segreta di molti sacerdoti. Il vescovo di Aversa: “Sono sbigottito”
Preti gay in chat, il dossier in mano alla Curia di Napoli
di Luigi Franco | 22 febbraio 2018
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“Non sono io, non sono io sicuramente”. Smentire, negare fino alla fine. Anche di fronte all’evidenza. È per lo più questa la reazione dei preti contattati dopo la pubblicazione sul Fatto Quotidiano delle chat a sfondo sessuale contenute nel dossier consegnato ieri mattina dall’escort napoletano Francesco Mangiacapra alla cancelleria della Curia di Napoli. Cinquanta sacerdoti […]

www.pressreader.com/italy/il-fatto...281934543430246
L'escort Francesco Mangiacapra consegna oltre mille pagine di prove sulla vita segreta di molti sacerdoti. Il vescovo di Aversa: “Sono sbigottito”.

Preti gay in chat, il dossier in mano alla Curia di Napoli. di Luigi Franco | 22 febbraio 2018. |.

La reazione. Al telefono i religiosi citati non vogliono rispondere o negano: "Quello no sono io".

“Non sono io, non sono io sicuramente”. Smentire, negare fino alla fine, anche di fronte all'evidenza. E' per lo più questa la reazione dei preti contattai dopo la pubblicazione
 
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"Una massoneria. I vescovi continueranno a tacere per affossare"

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https://www.igossip.it/interviste/intervis...una-massoneria/

Intervista al gigolò Francesco Mangiacapra: “Esiste una vera e propria lobby di preti gay, una massoneria”
11 SETTEMBRE 2018 - 9:00 di REDAZIONE-IGOSSIP

L’autore del libro scandalo “Il Numero Uno. Confessioni di un marchettaro” (edito da Iacobelli Editore) e del dossier scottante sui preti gay, Francesco Mangiacapra, ha rilasciato un’intervista esclusiva a noi di iGossip.it in cui ha raccontato alcuni aspetti inediti del suo carattere e della sua personalità, si è soffermato sulla sua carriera di escort e sulla vita trasgressiva e top secret di tanti preti gay italiani… e non solo!




Molto seguito su Instagram e Facebook, l’avvocato-escort Francesco Mangiacapra ha raggiunto la popolarità grazie al libro che Frédéric Martel, sociologo e storico francese, ha definito “il testo politico di un prostituto politico”, ritenendolo una critica radicale al capitalismo post-industriale e alla globalizzazione dell’economia ma anche una severa testimonianza sulle attuali politiche che hanno abbandonato alla disoccupazione di massa l’Europa del sud e in particolare il sud Italia. “Il Numero Uno. Confessioni di un marchettaro” è stato presentato anche in alcune università italiane. La sua storia e le sue numerose denunce hanno subito conquistato, e in molti casi anche scioccato, il pubblico del programma di Italia 1, Le Iene, del Maurizio Costanzo Show e di Pomeriggio 5, trasmissione di Canale 5 condotta da Barbara D’Urso, riscuotendo grande successo anche all’estero. Ora bando alle chiacchiere. Non perdetevi l’intervista esclusiva a Francesco Mangiacapra!




Valori e ideali di Francesco Mangiacapra

Quali sono i tuoi valori e ideali?
Libertà e coerenza sono il mio leitmotiv. In circolazione c’è più gente che per salvarsi la faccia non ammette di prostituirsi per mestiere e poi alla fine per opportunismo vende corpo, intimità e attenzioni in cambio di speranze, favori, raccomandazioni e occasioni, ma con la pretesa di salvare la facciata per restare le persone integerrime che vorrebbero apparire, ma che non sono. Chi si prostituisce per mestiere non svende la dignità, perché conserva l’onore dell’onestà di essere se stesso fino in fondo e di arrivare a ottenere ciò a cui ambisce solo ed esclusivamente con i propri mezzi e non tramite l’altrui intercessione. Perché mai dovremmo negoziare con la società, continuamente, cosa poter fare e cosa non poter fare con il nostro corpo e sul nostro corpo? Io ho sempre vietato al prossimo di rendersi padrone della mia vita e se provassi timore per l’altrui giudizio, allora sarei di fronte al mio padrone o a chi tenta di esserlo. Libertà e coerenza che non ho conquistato senza fatica. Esso sono frutto della solitudine, della rabbia, dell’orrore verso i lati più beceri dell’ipocrisia umana, ma soprattutto dall’inaccettazione dell’ordine costituito delle cose, dalla vulnerabile sensibilità di sapere che dietro al velo c’è la verità. Da ciò è nato il mio impegno a dequalificare quell’io lezioso frutto delle imposizioni familiari, sociali, religiose e consuetudinarie.

Cosa ti ferisce di più e cosa invece ti rende orgoglioso?
Nei rapporti sociali il marchio delle mie scelte mi preclude occasioni di relazione e di incontro, e questo mi frustra molto: ma sarei ipocrita se me ne lamentassi, dal momento che il mio guadagno è anche frutto delle mie rinunce sociali, della condanna che le persone mi impongono. D’altro canto, ho solo tentato a modo mio di aprirmi la strada verso la felicità, e non è stata la strada più facile né la più comoda. Se qualcuno pensa che la mia sia una scelta di comodo gli cedo il mio posto, anche se dubito che altri saprebbero occuparlo come lo occupo io. Ma caro è il prezzo della libertà che mi sono preso di disinteressarmi dell’opinione, del biasimo e finanche dell’approvazione altrui. Un lusso che mi rende orgoglioso, perché pochi sono in grado di potersi permettere, mentre molti morbosamente sanno soltanto condannare perché intimamente desidererebbero conseguire.

La carriera di escort e i vizi dei preti

Quando e come è iniziata la tua carriera di escort?
Non esiste nessuna carriera, sono soltanto una persona che, stanca di svendere il cervello – come tanti della mia generazione -, un giorno ha preferito iniziare a vendere il corpo. Un ragazzo deve pur fare qualcosa per guadagnarsi da vivere! Ero laureato (in giurisprudenza N.d.R.), e senza una indipendenza economica né prospettive lavorative. Un giorno in cui mi sentivo niente in confronto a quello che sono dentro, una persona con cui non sarei mai andato gratis mi propose di pagarmi per fare sesso e io mi incuriosii. Accettai, non perché volessi prostituirmi né perché avessi impellente bisogno di denaro, piuttosto per nutrire la mia autostima. Non sarebbe stata l’idea di prostituirmi a privarmi della dignità, lo era piuttosto l’assenza di emancipazione, per cui avevo tutto da guadagnare e nulla da perdere.

Con quanti preti sei andato a letto?
Sarebbe piuttosto interessante sapere tra tutte le persone con cui sono andato, quanti erano preti e non lo sapremo mai! Ma fondamentalmente il mio lavoro di gigolò è simile a quello dei preti, solo più scrupoloso. La differenza è che io ci metto la faccia perché rivendico dignità e trasparenza: la dignità delle puttane che col denaro si tengono lontane dalle miserie dell’anima altrui, e la trasparenza di un santo che ha fatto della libertà il suo vessillo, l’aura suprema, perché pochi come me sanno essere onesti con se stessi nel realismo della vita.


Qual è la pratica sessuale più richiesta dai preti?
La mia attività mi ha dato modo di capire quanto spesso i preti reprimano non soltanto le proprie pulsioni, ma addirittura le proprie esigenze, i propri diritti, il tutto per imprigionarsi in un abito abbastanza largo da coprire i propri vizi. In generale, sebbene non lo si creda, la maggior parte delle richieste dei preti sono più esigue di quanto si immagini, perché ciò che più manca ai preti è proprio l’affetto di un partner. Spesso chi paga lo fa proprio per solitudine. Mentre ai clienti laici è ben chiaro quale sia l’oggetto della compravendita, per i preti capita più sovente che qualcuno si innamora in un giorno. Ma come tutti gli uomini, impiegano poi meno di un giorno per disinnamorarsi!

Ma ci sarà pur stata qualche richiesta più hard ed estrema che hai ricevuto da un prete?
Le richieste più strane paradossalmente non sono legate al sesso: c’è chi paga per farsi insultare, percuotere, torturare. Inutile negare anche che dove circola molto denaro, inevitabilmente la droga non manca mai. Personalmente ho scelto di fare l’accompagnatore, non il pusher, per cui non procuro droga a nessuno. Mi capita di vedermela offerta sovente, ma ho sempre rifiutato. Non fumo neppure. In fin dei conti, ritengo che nessuna fantasia o parafilia debba essere considerata risibile o riprovevole, se messa in atto tra persone adulte e consenzienti. Rispetto tutte le fantasie, sempre facendo attenzione all’utilizzo delle precauzioni.


Tra i tuoi clienti ci sono anche calciatori, attori e modelli?
Lo specchio di fronte al mio letto è un oblò sul mondo: la rosa della clientela è talmente ampia e diversificata per estrazione sociale, età, stato civile, professione, orientamento sessuale, provenienza geografica che di fatto non esiste nessun prototipo di cliente. Anzi, le persone più insospettabili sono sovente quelle che più vivono un rapporto conflittuale con le proprie fantasie sessuali, che inevitabilmente finiscono per salire a galla tanto più prorompenti quanto più è veemente la loro fatica nel reprimerle invano. Le persone a letto hanno tutte quante i medesimi vizi, che siano benestanti o disagiate, VIP o NIP: quando ci stendiamo orizzontali in un letto tutti i gradini sociali e relazionali si azzerano.

I social network influenzano la tua attività?
I social network hanno aiutato a diffondere la mia storia, che è inusuale non tanto per il contenuto, quanto per la coerenza con cui rivendico la libertà delle mie scelte. Non a caso, siccome essere intelligenti spesso ferisce chi non lo è, non mancano stalker e detrattori che assiduamente si prendono il disturbo di stigmatizzarmi proprio tramite la rete. E dai social ho ricevuto frequenti episodi di offese e minacce, per le quali ho sporto diverse querele che attualmente mi vedono parte lesa in processi penali a carico di questi leoni da tastiera. Tra poco supererò Anna Oxa per il numero di querele che faccio. E tanta pubblicità non ha giovato alla mia attività di escort, perché gran parte della clientela preferisce ragazzi anonimi. Ovviamente avevo messo in conto questo risvolto della medaglia ma, tutto sommato, ho voluto prendermi la mia libertà: l’attività di un escort è certamente meno longeva di altre, ma più fruttuosa. Senza dubbio, mi lascerà una sicurezza economica su cui poter contare anche in futuro.

Come rispondi alle critiche di coloro che ti hanno accusato di aver “sputato nel piatto in cui hai mangiato”?
La scelta di svelare tutti i miei segreti professionali è stata ponderata ma non facile, perché sapevo che con la pubblicazione del libro avrei perso una grossa fetta di clienti. Sicuramente è stata una scelta coraggiosa e in linea con le denunce sociali che intendevo fare: ho venduto il corpo, mai la dignità. Nel caso di questi preti avrei avuto tutto da guadagnare a mantenere il segreto, soprattutto economicamente: pagano bene e non avrebbero di certo avuto problemi a pagare per farmi tacere sulle loro abitudini. Perciò il mio è da considerarsi un doveroso atto civico e morale: un’azione politica e sociale. Non potevo non denunciare questi comportamenti, altrimenti sarei stato loro complice, sarei stato complice di chi ogni domenica dal pulpito tenta di derubarmi di quella libertà sessuale di cui io sono onesto fautore e promotore, e che loro invece defraudano con un atto di pirateria! E quando un prete in conflitto con se stesso comporrà il numero di un anonimo gigolò, tenga sempre a mente che la sua privacy è un diritto secondario e trascurabile di fronte al rispetto e alla promozione della libertà sessuale e della dignità tanto vituperate da parte di quel clero affetto da una doppia morale schizofrenica.
Perché, a differenza di chi per la tonaca che indossa si nasconde dietro l’ombra della privacy e della riservatezza, io ci metto sempre la faccia in ciò che faccio, e non per fierezza o per ottenere visibilità, ma per mera coerenza. Ecco perché mi reputo un vero militante. Un testimone dei miei tempi. Un uomo libero che critica, con il proprio modo di essere e di vivere, il contesto politico e umano in cui porto avanti la mia esistenza.



A proposito di scandali, che cosa pensi dei numerosi casi di preti pedofili che hanno travolto la Chiesa Cattolica in ogni parte del mondo?
Non mi meraviglia, purtroppo. Le persone a cui i preti si rivolgono per vivere la propria sessualità sono spesso persone in difficoltà economica, mentalmente e culturalmente poco strutturate. Al solito i vertici della Chiesa si svegliano solo quando si montano i casi mass-mediatici. L’aspetto aberrante è che quando io stesso ho segnalato qualche relazione omosessuale di qualche prete ai propri superiori, la prima – anzi l’unica – preoccupazione che mi sono sentito rispondere è stata: “ma il ragazzo con cui ha fatto sesso era maggiorenne?”. Come se l’unico problema – evidentemente legale e non morale – sia solo la soglia del consenso prevista dalla legge. Il vero problema che la Chiesa dovrebbe affrontare è capire che molti di questi ragazzi, anche se adolescenti o addirittura maggiorenni, si trovano spesso in condizioni di indigenza o di subordine mentale e psicologico rispetto a chi – come un prete – rappresenta per loro una guida che facilmente li può influenzare e sfruttare. Nel mio libro prima, e con il dossier poi, ho più volte dimostrato che esiste una vera e propria lobby di preti gay, una massoneria, un sottobosco: si frequentano tra di loro, si conoscono tutti, si avallano, si confrontano, si sostengono a vicenda. I vescovi continueranno a tacere per affossare e, tutto sommato, il loro silenzio è la predica migliore che si possa sentire da un prete.

Che cosa vorresti dire a Papa Francesco in merito ai numerosi scandali che stanno mettendo in ginocchio la Chiesa Cattolica?
Non voglio essere un anticlericale accanito, ma la Chiesa istituzionale ha mutilato l’uomo del suo senso critico, creando una falla nella sua identità, da cui essa ha assorbito e continua ad assorbire avidamente, gran parte della sua credibilità sociale. È un gioco sottile, quanto efficace e invisibile che determina e accresce il divario tra chi crea le regole e chi le segue. Una Chiesa che da millenni vive della credulità delle persone. Io non sono nessuno in confronto. Ognuno fa il suo gioco, e capita che qualche volta un gigante inciampi in una formica. Al Papa vorrei dire che nella vita o si è felici o si è complici della propria infelicità. Non una riflessione moralistica ma profondamente umana, suscitata dall’impunità e dalla falsità di personaggi capaci di scendere ai livelli più bassi della perversione pur mantenendo sempre una facciata pulita e onorata con cui permettersi di giudicare pesantemente gli altri.
 
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Il vescovo dei convegni per curare i gay non è riuscito ancora a curare i suoi preti


www.agro24.it/2018/09/preti-scanda...scrive-al-papa/

Preti e scandali sessuali, Barone scrive al Papa
Scandali sessuali, dopo essersi rivolto al vescovo della Diocesi Nocera-Sarno, Giuseppe Barone,
presidente dell’associazione nazionale no Aids, si rivolge al Papa.
Di seguito la missiva indirizzata al Pontece.
“Santità,
scrivo direttamente a Lei che tanto sta facendo per ridonare alla Chiesa di Cristo un’immagine nitida e
trasparente in seguito a tutti gli scandali compiuti dagli organi del clero di tante Diocesi che l’hanno
sporcata e deturpata di quel mirabile splendore derivante dalla bellezza del Vangelo stesso.
Nei giorni scorsi il sottoscritto ha inviato una missiva a Sua Ecc.za Mons. Giuseppe Giudice Vescovo della
Diocesi di Nocera – Sarno per sollecitarlo a pronunciarsi e a prendere provvedimenti in merito agli
scandali sessuali messi in atto da almeno due presbiteri diocesani i cui nomi, cognomi, recapiti telefonici
e foto oscene sono comparse nel noto”Dossier Mangiacapra” e che molti fedeli hanno già visionato.
Santità, di fronte alle condotte immorali dei due Parroci Diocesani e all’ostinato e inquietante
immobilismo di mons. Giuseppe Giudice, mi appello alla Vostra Autorità di Successore di Pietro e Capo
della Chiesa Cattolica, anché
vengano presi urgenti e immediati provvedimenti, per riparare al male
commesso e ripristinare ordine e armonia nell’antica Diocesi di Nocera-Sarno, terra feconda di santi e di
tanta “brava gente” che è sempre più sduciata
nella Chiesa”

Associazione Anna Onlus: "provvedimenti per i preti che hanno tradito la vocazione"

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www.ilmattino.it/salerno/festini_p...no-3956196.html

Festini a luci rosse per preti gay,
lettera aperta al vescovo di Nocera

di Aldo Padovano
NOCERA INFERIORE - Lettera aperta a monsignor Giuseppe Giudice, vescovo della diocesi Nocera Sarno, per chiedere interventi disciplinari nei confronti dei due parroci della diocesi inseriti nel dossier dell'avvocato napoletano Francesco Mangiacapra.

Ad appellarsi al vescovo della curia nocerina è Peppe Barone, presidente dell'associazione Anna Onlus di Pagani, che ha chiesto a Giudice di intervenire con provvedimenti seri e severi nei confronti dei due parroci dell'Agro nocerino sarnese che avrebbero preso parte a questi festini a luci rosse.

Un intervento richiesto per ridare dignità alla diocesi nocerino sarnese e all'intera istituzione ecclesiastica.

Il dossier dell'avvocato gigolò Mangiacapra è costituito di circa 1.300 pagine in cui vengono dettagliatamente raccontati i festini a luci rosse ai quali diversi prelati delle province di Napoli e Salerno avrebbero preso parte.

Un vero terremoto per tutte le diocesi coinvolte.

«Le chiedo di fare luce e chiarezza, quanto prima, su questa vicenda che tanto addolora e ferisce il nostro agro-nocerino sarnese già bersaglio di sistemi politici corrotti. Sono convinto che una sua dichiarazione rilasciata anche agli organi di stampa possa aiutare tanta “brava gente” che ancora si fida e si affida al clero diocesano, a meglio comprendere questa vicenda tristissima della storia della nostra Chiesa locale, alla luce di quella verità evangelica che salva e “rende liberi” e a discapito di quel muro di omertà e di ipocrisia che affossa e rende prigionieri del male e della menzogna», si legge nella missiva scritta da Barone.

«Vogliamo che il Suo parlare sia chiaro, limpido e trasparente come l’acqua che sgorga dalla sorgente, così come ci insegna Gesù nel Vangelo, e pretendiamo che vengano presi immediati e severi provvedimenti disciplinari nei confronti di quei sacerdoti che, tradendo la propria vocazione presbiterale e umana, si sono macchiati delle atrocità più assurde, lacerando le membra di Cristo, della Chiesa e di tanti fedeli ignari - conclude Barone - E nonostante ciò,questi sacerdoti, con le mani ancora sporche delle sozzure più obbrobriose perpetuate per anni e anni, continuano imperterriti ed ostinati ad alzare in cielo l’ostia del sacrificio e il calice amaro della passione di Cristo».
Giovedì 6 Settembre 2018, 12:48
© RIPRODUZIONE RISERVATA

www.agro24.it/2018/09/scandali-ved...ive-al-vescovo/

“Scandali che vedono coinvolti sacerdoti”, Barone
scrive al vescovo
Scandali che vedono coinvolti sacerdoti, il presidente dell’associazione nazionale no Aids Onlus, Giuseppe
Barone, scrive a mons. Giuseppe Giudice,
Vescovo della Diocesi di Nocera – Sarno
Di seguito la missiva.
Eccellenza Reverendissima,
prendendo spunto dalla sua ultima lettera del 03 settembre u.s., inviata a Papa Francesco, nella quale
riponeva tutta la sua ducia
e la sua vicinanza al Pontece
in questo delicato periodo storico della Chiesa
bersagliata, a destra e a manca, da scandali di ogni genere da parte di prelati interni alla Chiesa stessa, e
in riferimento agli ultimi spiacevoli accadimenti che hanno visto protagonista, su tutti i media nazionali e
locali, la nostra Chiesa diocesana di Nocera-Sarno in seguito alle dichiarazioni dell’avv. Francesco
Mangiacapra e al suo dossier di circa 1300 pagine circolato in rete con tanto di nomi e cognomi di
sacerdoti dei quali almeno due appartenenti alla sua Diocesi,Le chiedo, a nome di tutto il gregge che Lei
come Pastore diocesano guida e sorregge, di fare luce e chiarezza, quanto prima, su questa vicenda che
tanto addolora e ferisce il nostro agro-nocerino sarnese già bersaglio di sistemi politici corrotti.
Sono convinto che una sua dichiarazione rilasciata anche agli organi di stampa possa aiutare tanta “brava
gente” che ancora si da
e si ada
al clero diocesano, a meglio comprendere questa vicenda tristissima
della storia della nostra Chiesa locale, alla luce di quella verità evangelica che salva e “rende liberi” e a
discapito di quel muro di omertà e di ipocrisia che affossa e rende prigionieri del male e della menzogna.
Vogliamo, Ecc.za Rev.ma, che il Suo parlare sia chiaro, limpido e trasparente come l’acqua che sgorga
dalla sorgente,così come ci insegna Gesù nel Vangelo (il Suo parlare sia si si, no no) e pretendiamo che
vengano presi immediati e severi provvedimenti disciplinari nei confronti di quei sacerdoti che, tradendo
la propria vocazione presbiterale e umana, si sono macchiati delle atrocità più assurde, lacerando le
membra di Cristo, della Chiesa e di tanti fedeli ignari.
E nonostante ciò,questi sacerdoti,con le mani ancora sporche delle sozzure più obbrobriose perpetuate
per anni e anni, continuano, imperterriti ed ostinati, ad alzare in cielo l’ostia del sacricio
e il calice amaro
della passione di Cristo”.

www.telenuova.tv/dossier-scandalo-barone-scrive-al-vescovo/

Dossier-scandalo: Barone scrive al Vescovo
admin | 5 settembre 2018 | 0 Commenti
“Far chiarezza su questa vicenda che tanto addolora e ferisce il nostro agro nocerino”, è la richiesta che da Pagani Giuseppe Barone, presidente
dell’associazoone No Aids, rivolge al vescovo della Diocesi Nocera Sarno Monsignor Giuseppe Giudice. “Il tutto – spiega – dopo gli scandali di prelati ed
in seguito al dossier circolato con tanto di nomi e cognomi di sacerdoti dei quali almeno due appartenenti alla sua Diocesi”. La missiva integrale

Chissà come s'è curato il prete gay della sua diocesi del dossier Mangiacapra




https://it.blastingnews.com/cronaca/2018/0...-002574103.html

Angri: convegno col Vescovo, omosessualità malattia curabile, web scatenato VIDEO
È in programma per il 29 maggio ma è polemica fin da ora, interviene l'Arcigay.

CLICCA PER VEDERE : Angri: Vescovo presente ad un convegno a sfavore della comunità gay
Marco Mattiello


Carlo Servadei

Ad Angri, provincia di Salerno, va in scena, anzi andrà in scena salvo passo indietro, una storia da medioevo. Le aperture di Papa Francesco verso i credenti omosessuali rimangono per qualcuno lettera morta. Ha suscitato indignazione, su più fronti, la manifestazione-convegno programmata per il prossimo 29 maggio. Partirà da una testimonianza particolare, quella di Daniel Mattson, autore di un libro autobiografico che sostiene una tesi specifica: l'omosessualità è una malattia, si può curare.

Fin qui poco da replicare: tutti hanno diritto ad esprimere tesi e opinioni, sia pur negazioniste in materia di identità sessuale.

Altri sono i risvolti della faccenda. Ad esempio la presenza al tavolo dei relatori di Monsignor Giuseppe Giudice, il Vescovo della Diocesi Nocera-Sarno. Roba che ha destato scalpore, provocando l'amarezza di tanti, cattolici compresi. E c'è anche un risvolto per così dire politico: la manifestazione gode dell'appoggio del vice sindaco di Angri, vicino alle associazioni che hanno organizzato il tutto.

Il duro intervento dell'Arcigay
Il tam tam di facebook ha innescato tantissime reazioni [VIDEO] col trascorrere delle ore. Dura la presa di posizione dell'Arcigay e di altre associazioni: ad alta voce, in primis, hanno chiesto l'intervento di Cosimo Ferraioli, sindaco di Angri, oltre a sollevare pesanti interrogativi sulla scelta del Vescovo di presenziare e intervenire all'appuntamento del 29 maggio.


Tra i tanti commenti del web, qualcuno ha sollevato perplessità in più: nella Diocesi Nocera-Sarno c'è un parroco indagato a Nocera Inferiore per voto di scambio e, secondo le rivelazioni del dossier presentato da Francesco Mangiacapra negli ambienti curiali alti di Napoli, ci sarebbero almeno un paio di sacerdoti in odore di scandali a sfondo sessuale.

Insomma per tanti motivi è parsa quanto meno fuori luogo l'adesione del Vescovo [VIDEO]ad una manifestazione che ha tratti medievali e assai discutibili sotto tutti i punti di vista. C'è chi ha pensato di organizzare una protesta per il 29 e chi invece ha ipotizzato di invitare Striscia la Notizia, visto che l'evento di Angri da oggi è diventato fatto di portata nazionale. Il Vescovo cosa deciderà? Marcia indietro oppure coraggiosa partecipazione ma per evidenziare una posizione diversa rispetto a quella degli organizzatori? Aspettiamo il 29 per saperlo, senza pregiudizi.

Edited by pincopallino2 - 14/9/2018, 20:29
 
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view post Posted on 21/10/2018, 19:15

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"Foto e chat in conversazioni erotiche omosessuali" per il responsabile della Pastorale scolastica


Vescovo Pascarella e Mangiacapra

www.infondonews.it/2018/10/21/pozz...cH4js0xOOcD6Z2w

Pozzuoli, rimosso da ogni incarico e allontanato dalla parrocchia. Si aspetta l’ufficialità da Monsignor Pascarella
21 ottobre 2018 | Pubblicato da Giovanna Scarano |
Pozzuoli, rimosso da ogni incarico e allontanato dalla parrocchia. Si aspetta l’ufficialità da Monsignor Pascarella
Pozzuoli (NA) – Anche se dalla Diocesi non è stato fatto alcun comunicato ufficiale, sembra essere certo ormai che il parroco Don V. L., meglio conosciuto il parroco fan di Laura Pausini, sia stato allontanato dalla sua parrocchia e pare non ricopra più l’incarico di Capo della Pastorale Scolastica della Diocesi di Pozzuoli. Questa decisione sarebbe stata presa dal vescovo di Pozzuoli, Monsignor Gennaro Pascarella, solo dopo 8 mesi dall’uscita del dossier di Francesco Mangiacapra, contenente anche chat erotiche del giovane parroco. Sebbene in un primo momento il dossier che vede coinvolti più di 50 sacerdoti, non ha suscitato alcuna reazione nel Vescovo di Pozzuoli, il tutto non è passato inosservato alla Curia di Napoli. Difatti lo scorso luglio fu aperto un procedimento penale ecclesiastico nei confronti del sacerdote fan della Pausini, nel corso del quale tra i tanti testimoni chiamati dalla stessa Curia, vi fu anche la presentazione spontanea di Francesco Mangiacapra, il quale rese nuove dichiarazioni fornendo ulteriore materiale sul caso. Dopo otto lunghi mesi, nel corso dei quali Don V. ha condotto la propria vita ecclesiastica in piena tranquillità, finalmente pare che qualcosa si sia mosso. Se effettivamente così fosse, certo non si può dire che il giovane parroco sia stato rimosso dai propri incarichi per altri motivi, ma l’unico e vero motivo è che foto e chat lo hanno inchiodato in conversazioni erotiche omosessuali. Un comportamento, che senza ombra di dubbio non concerne ad un prelato, e che se ha davvero intenzione di vivere la propria sessualità senza freni e remore ha l’obbligo morale di svestire i panni di sacerdote.

Giovanna Scarano
 
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view post Posted on 25/10/2018, 06:01

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https://www.pozzuoli21.it/sparito-dalla-ci...li-in-fermento/

Sparito dalla circolazione il prete che se la spassava con un gigolò? Diocesi di Pozzuoli in fermento
Di Danilo Pontillo - Ott 24, 20183411

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C’è chi giura che di lui si siano perse le tracce, in parrocchia, negli uffici della Pastorale a lui assegnata, nella scuola in cui risulta insegnante di Religione, perfino sui social non ci sarebbe più alcun account col suo nome.

Un sacerdote della Diocesi di Pozzuoli (il cui territorio, lo ricordiamo, si estende anche oltre i quattro comuni dell’area flegrea) sembra essersi volatilizzato nel nulla o forse si è soltanto ritirato a vita privata e non vuole (oppure gli è stato consigliato, almeno per ora, di non avere) più contatti con il mondo esterno.


Il gigolò Francesco Mangiacapra ospite l’altro ieri di Barbara D’Urso a “Pomeriggio Cinque”
Secondo indiscrezioni giornalistiche, si tratterebbe del prete finito nel dossier dell’avvocato gigolò Francesco Mangiacapra.

Foto e chat “bollenti” (consegnate dal prostituto al Vaticano e anche al Vescovo di Pozzuoli) che avrebbero inchiodato il parroco alle proprie responsabilità come coprotagonista di performance e conversazioni erotiche omosessuali.

A carico del reverendo, a luglio è stato aperto un procedimento penale ecclesiastico (che, vide, come testimone spontaneo anche la deposizione dello stesso Mangiacapra), che, stando a voci sempre più insistenti, si sarebbe chiuso con la sua rimozione da tutti gli incarichi conferitigli dalla Chiesa.

Mancano però riscontri ufficiali a tale verdetto.


Il Vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella
In merito alla vicenda, il Vescovo di Pozzuoli, da noi interpellato attraverso un suo stretto collaboratore, fa sapere di non essere intenzionato a rilasciare alcuna dichiarazione agli organi di informazione.

Eppure un provvedimento così grave dovrebbe essere pubblicato dallo stesso monsignor Gennaro Pascarella sul Bollettino Diocesano (ammesso che qualcuno ci dica dove questo Bollettino sia consultabile, visto che non ne abbiamo trovato traccia sul sito ufficiale della Diocesi di Pozzuoli) per far sapere al Popolo di Dio se c’è un sacerdote nei cui confronti sono stati presi provvedimenti, di chi si tratta, quali sono queste determinazioni e che durata hanno, chi eventualmente lo sostituisce e per quanto tempo nelle mansioni.

Un’operazione di Verità e Trasparenza che ci auguriamo venga fatta, e al più presto.

Non solo per mettere la parola fine ad una situazione che sta creando fin troppi imbarazzi nel clero flegreo.

Ma anche e soprattutto per liberare dal peso delle malelingue chi è stato ingiustamente sospettato di essere tra i “clienti” o i frequentatori di Mangiacapra.
 
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view post Posted on 27/11/2018, 04:00

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Insieme ad altro prete misteriosamente sparito dalla diocesi siciliana

"Prima dico messa e poi ti scopo". Scompare prete di Acireale



www.lurlo.news/preti-scomparsi-della-diocesi-di-acireale/

CronachePrimo Piano
Preti scomparsi della diocesi di Acireale
Fabiola Foti 26 novembre 2018


DIocesi acese: scomparso il prete del dossier Mangiacapra
Dall’oggi al domani sono scomparsi senza dire niente, senza salutare, senza annunciare alcun avvicendamento. Rimossi!

Così accade nella diocesi di Acireale dove due parroci almeno sono stati allontanati perchè potevano portare vergogna.

Il primo cui facciamo riferimento è lo stesso di cui L’Urlo ha parlato nell’articolo dal titolo “Prima dico messa e poi ti scopo” si tratta di uno dei sacerdoti siciliani che compare nel dossier dell’escort napoletano Francesco Mangiacapra. Quest’ultimo, lo ricodiamo, è l’uomo che sta facendo tremare la chiesa. In una documentazione copiosa consegnata al Vaticano denuncia la presenza dei preti gay del sud Italia. Mangiacapra raccoglie migliaia e migliaia di chat in cui preti e seminarasti si mettono letteralmente a nudo con degli sconosciuti via chat. Sono discussioni “peccaminose” dove viene fuori l’anima omosessuale di questi sacerdoti che parlano di loro esperienze sessuali e che spesso non si limitano alle solo chat hot ma chiedono anche incontri dove possono concretizzare.

Da pù di un mese il parroco segnalato della Diocesi di Acireale è scomparso. Una sparizione improvvisa che certo non passa inosservata nella piccola comunità dove diceva messa. Il prete era nato e cresciuto in quel paese, insegnava anche a scuola ma non ci è voluto molto, subito dopo l’articolo dell’Urlo che ne parlava, a che il parroco fosse improvvisamente rimosso. I bene informati dicono sia stato amndato in ritiro in una comunita di ecclesiastici ben isolata del nord Italia.

Il prete scomparso da 3 anni. Su di lui pende il sospetto della pedofilia
C’è un altro prete che manca ai suoi parrochiani improvvisamente. Accade sempre ad Acireale. Per lui i fatti di cui si sarebbe reso reo sono ben più gravi. Si parla con insistenza di pedofilia, tanti casi che avrebbero condotto il Vescovo di Acireale Monsignor Antonino Raspanti a far scomparire nel nulla il sacerdote. Nessuna pubblica denuncia ma la speranza di un oblio per un uomo che poteva marchiare di infamia la diocesi acese.

Il sacerdote manca dalla sua parrocchia da circa 3 anni. “Lo tengono nascosto” dicono ancora i ben informati. Si tratta di un prete 39 enne di cui non è stato facile far perdere le tracce giacchè amava freuqentare i salotti esterni alla sacrestia della sua parrochia. Il parroco era anche attivissimo sui social. Ancora oggi sul profilo facebook si segnala la sua presenza genericamente nel milanese.

Monsignor Antonino Raspanti, vice presidente della Cei, è sensibile e rimuove tutto ciò che può screditare la sua chiesa e il suo operato.
Non ha importanza quale sia l’oggetto della questione: che si tratti di “semplice” omosessualità o di pedofilia per il vice presidnete della Cei. Un esilio silenzioso è ciò che spetta a chi rappresenta una minaccia e può portare il discredito.

www.lurlo.news/preti/
chiestePrimo Piano
“Prima dico messa e poi ti scopo” le chat hot dei preti siciliani gay
Nel dossier dell'escort Francesco Mangiacapra finiscono 7 preti siciliani. Solo uno è stato "trasferito"
Fabiola Foti 26 luglio 2018 68.750 3 minuti di lettura
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Il prete nisseno va in missione in Africa dopo le chat erotiche
È domenica 1 luglio in quella chiesa dell’entroterra siciliano dove i fedeli si sono presentati regolarmente a messa sfidando il caldo soffocante. Ad un certo punto dell’omelia il prete annuncia che abbandona la parrocchia per andare in missione in Africa. Lascia tutti sorpresi. La decisione del sarcedote è irrevocabile e imminente. La parrocchia resta senza prete. Sede vacante perchè il provvedimento del parroco è tanto repentino che non c’è alcuno che possa rimpiazzarlo.

Lui è l’unico prete siciliano che “paga” un prezzo per il dossier di Francesco Mangiacapra, l’escort napoletano che all’inizio dell’anno ha consegnato al Vaticano un dossier di oltre 1.500 pagine contenente le chat erotiche di circa 50 preti gay del sud Italia.



Il prete va in missione ed è già scomparso dalla circolazione. Non è dato sapere se sia una decisione che ha preso autonomamente o se gli è stato imposto. Il dato di fatto è che questo Don che è nato, cresciuto ed ha esercitato il sacerdozio nel gelese, ad un tratto, fa armi e bagagli portando via con se la vergogna.

Le sue conversazioni con l’escort sono tra le più peccaminose, confrontate con quelle degli altri preti siciliani. Il parroco dichiara di non essere gay ma di essere pronto ad avere rapporti da attivo con il ragazzo omosessuale. Nella chat invita l’escort a fare sesso di gruppo anche con donne. È troppo, le sue chat rivelano abitudini sessuali che non possono essere ricondotte ad un singolo caso di cedimento.



Le conseguenze per i preti. Nella maggior parte dei casi terapia con lo psicologo
Da quando è scoppiato lo scandalo, i vescovi delle diocesi in cui operano i sacerdoti delle chat hot hanno ricevuto la documentazione riguardante i preti. È contro il diritto Canonico, e tutta una serie di prassi, il mancato rispetto del celibato, dove per celibato non si intende semplicemente il non prendere moglie ma anche non avere rapporti sessuali con una donna. Secondo il diritto della chiesa scritto e orale è ancora più grave, nel mancato rispetto del celibato, avere rapporti sessuali cosidetti “contro natura” come nel caso del dossier Mangiacapra.

Sarà allora il vescovo da giudice, o un suo delegato, ad avviare un piccolo processo che decide sul destino del sarcedote che opera sotto la sua giurisdizione. La pena più pesante che un prete possa subire è la scomunica ma non è certo questo il caso. Fonti interne alla chiesa ci fanno sapere «Bisogna prendere in cosiderazione caso per caso e valutare se si tratta di fatti isolati o reiterati. Un uomo può cadere vittima del peccato». E le pene? «Stiamo intervenendo per ciascun caso del dossier, spesso prevedendo aiuti con una terapia psicologica» e la terapia, è facile intuirlo sarà a carico della Santa Chiesa.

7 casi in Sicilia
In Sicilia sono 7 i preti finiti nel dossier. Li abbiamo cercati tutti per sapere quali conseguenze stessero vivendo a seguito delle rivelazioni fatte dall’escort napoletano. DIfficilissimo mettersi in contatto con loro soprattutto perchè quasi tutte le chiese dove sono applicati, stranamente, sono telefonicamente isolate. In una grossa parrocchia risponde solo la segreteria telefonica mentre in tutte le altre chiese minori i telefoni risultano disabilitati. Li contattiamo anche ai cellulari personali me nella maggiorparte dei casi i telefoni squillano a vuoto. Chi riusciamo ad intercettare nega l’evidenza dei fatti: pagine e pagine di chat che documentano abitudini quotidiane legate alla parrocchia e anche una intensa vita sessuale. Sono i superiori di tonaca che ammettano in via ufficiosa i fatti e rispondono come sopra «bisogna considerare il pentimento, interveniamo quindi con un aiuto terapeutico».

Fuori dall’isola Francesco Mangiacapra strepita «si appellano al pentimento per un singolo cendimento ma molti di loro lo fanno da tempo e in maniera disinvolta. Io non ho denunciato, ad esempio, tutti quelli che ammettevano di farlo per la prima volta.»

Ad Acireale e a Catania tutto tace. I parroci continuano a dire messa
Nel dossier di Francesco Mangiacapra sono implicati anche due preti del catanese. Uno per la diocesi di Acireale, sotto la responsabilità di Monsignor Antonino Raspanti, ed un altro per la diocesi di Catania per cui è competente il Vescovo Metropolita Monsignor Salvatore Gristina.

I fedeli del prete della diocesi di Acireale parlano di lui: “un bravo ragazzo, nato e cresciuto qui”, classe 1977, da anni insegna anche a scuola in un liceo vicino. Continua a dire messa ogni giorno e l’anno scolastico si è chiuso come sempre: il telefono della chiesa però è staccato. Secondo Mangiacapra ha una condotta reiterata e consapevole. Nelle chat discute amabilmente chiedendo foto e incontri di presenza. Sarà immortalato più volte facendo sesso via webcam.





Al centro di Catania il vice parroco di una parrocchia molto grande viene protetto dai colleghi di canonica. La pagina facebook non viene più aggiornata da mesi e al telefono risponde solo e sempre la segreteria telefonica. Il telefono personale del sacerdote squilla a vuoto. Classe 1987, un profilo facebook, un tempo molto attivo ora chiuso.Il giovane prete scherza sul fatto di contare soldi dal cestino delle offerte e ricorda spesso i suoi impegni. Visibili i suoi primi piani mentre fa sesso in chat.


www.lurlo.news/le-chat-hot-del-vescovo-siciliano/
Le chat hot del vescovo siciliano
Fabiola Foti 19 luglio 2018 12.545 1 minuto di lettura
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C’è un vescovo che esercita in una diocesi siciliana che scambia via chat foto erotiche. Si tratta di una chat di facebook in cui l’alto prelato discute con una donna di un argomento che nulla ha a che vedere con il sesso. Improvvisamente il vescovo spedisce la foto che viene qui pubblicata. È superfluo fornire una descrizione. La donna allora risponde con un semplice punto interrogativo e aggiunge un emoticon sorridente che arrossisce.

La risposta del prelato gioca sul doppio significato. Senza sbilanciarsi, parla di un articolo di giornale. In verità, sembrerebbe riferirsi alla foto, quindi scrive: “leggo adesso l’articolo. In alcune espressioni esso è meno sobrio della mia comunicazione, ma lo capisco. Non voglio andare oltre, perchè non mi sembra che occorra sottolineare troppo la cosa. Grazie tante. Buona festa dell’Assunta”. È il 14 agosto e il vescovo firma la sua dichiarazione augurando buona festa dell’Assunta.

Sembra che la foto sia stata inviata per errore alla chat sbagliata, l’uomo di chiesa non ne parla ma indirettamente invita la sua interlocutrice a non “sottolineare la cosa”.

Il nome del prelato è noto, si evince chiaramente dalla chat. L’immagine stride accanto alla sua foto di profilo che lo ritrae con la mitra bianco oro sul capo.

Una chat come quelle del dossier dell’escort Mangiacapra?
All’inizio dell’anno scoppia lo scandalo di Francesco Mangiacapra, l’escort napoletano, che consegna un dossier con più di 1000 screenshot di chat realizzati dallo stesso. Nel dossier è contenuto un lungo elenco con 50 nomi di preti, monsignori e frati. Tutti accusati di scambiarsi messaggi osè su Facebook, Telegram e Gridr oppure di frequentare locali omosessuali e realizzare sesso di gruppo.

Le chat hot riguardano preti, monsignori e seminaristi di tutta Italia e sarebbero il mezzo attraverso cui il clero entra in contatto con il mondo variegato del sesso. La sessualità degli uomini legati alla chiesa si esplica in varie maniere, più o meno lecite. E tra seminaristi di Roma, ad esempio, che si fanno selfie con la Madonna e il crocifisso alle spalle. Selfie come quello che il vescovo, nominato in una importante diocesi siciliana, scambia con una qualsiasi utente facebook.

Lo storico spagnolo Pepe Rodriguez che ha concentrato i suoi interessi sui problemi della storia delle religioni ha scritto un saggio sulla sessualità del clero. Qui si legge

Data la sua influenza nella morale pubblica e privata, la vita sessuale dei sacerdoti deve essere una questione abbordabile dal dibattito pubblico poichè riguarda la credibilità della Chiesa Cattolica

*ovviamente per motivi di privacy non possiamo rendere noto il nome del vescovo. Siamo in possesso della chat originale.
 
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view post Posted on 8/9/2019, 10:54

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https://www.pozzuoli21.it/prete-gay-perdon...si-di-pozzuoli/

Prete gay perdonato dal Vescovo e riammesso nella stessa parrocchia della Diocesi di Pozzuoli da dove era stato cacciato
Di Danilo Pontillo -Set 8, 20191912

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Di lui, parroco della Diocesi di Pozzuoli diventato come uccel di bosco dall’autunno scorso, si diceva che stesse scontando tre anni di ‘penitenza’ in un luogo segreto dopo aver ecceduto nell’esternazione delle proprie pulsioni omosessuali.

Ma da mercoledì scorso, si sa ufficialmente che il vescovo Gennaro Pascarella lo ha riammesso in “servizio”, per giunta nella stessa parrocchia da cui lo stesso Capo della Chiesa flegrea aveva dovuto allontanarlo non meno di nove mesi fa.

Si arricchisce così di un altro mistero la vicenda del giovane prete finito al centro di un bollente dossier fotografico prodotto dall’avvocato-gigolò Francesco Mangiacapra e consegnato perfino in Vaticano.

Il reverendo gay, a causa di queste rivelazioni, è stato infatti sottoposto ad un procedimento penale ecclesiastico, che, a quanto pare, si sarebbe concluso con la confessione del “peccato” e la conseguente rimozione da tutti gli incarichi ecclesiastici (alcuni di grande prestigio) che gli erano stati conferiti nel corso del tempo, più la “condanna” ad un periodo di lunga riflessione lontano dai riflettori e dagli ambienti in cui aveva ceduto alla “tentazione” della carne.

Usiamo il condizionale perché il nome del sacerdote, l’esito del “processo interno” che lo ha riguardato e le motivazioni dei provvedimenti presi a suo carico non sono mai stati pubblicati sul Bollettino Diocesano.

Ma le voci girano, i documenti pure ed è certo che, nei prossimi giorni (pare addirittura in quello dell’anniversario della sua ordinazione sacerdotale) questo stesso prete tornerà, come amministratore, nella parrocchia da cui era stato espulso nonostante i malumori e le proteste di molti fedeli che non avevano mai creduto alle confessioni di Mangiacapra.

Scetticismo che, per la verità, col tempo si è molto diradato, spaccando in due (colpevolisti e innocentisti) quella comunità.

Resta da capire il motivo per cui la Diocesi si ostini a non voler fare chiarezza sull’accaduto, alimentando, con le sue omissioni, un clima di pettegolezzi e sospetti che non fa bene a nessuno.

“Con il mio dossier ho denunciato lo stile di vita di alcuni sacerdoti, e non credo che lo stile di vita e ancor di più l’orientamento sessuale possano essere oggetto di ravvedimento e “guarigione” in meno di un anno! – dice a tal proposito il gigolò Francesco Mangiacapra (nella foto), autore del dossier da cui era scaturita la rimozione di questo prete – La Curia di Pozzuoli non ha mai realmente chiarito perché questo prete fosse stato rimosso dalla sua funzione di parroco e dagli altri incarichi diocesani e, allo stesso modo, oggi non ci riferisce se questo reintegro nelle funzioni avviene a seguito di un periodo di penitenza, di un ravvedimento, di una assoluzione o di un perdono. La verità sulle sorti di questo prete non deve restare un affare di palazzo ma appartiene ai credenti, ai fedeli che vedono in questi sacerdoti dei ministri di Dio e che hanno il diritto di sapere cosa è stato fatto. Il Vescovo Pascarella (nella foto) ha l’obbligo di sollevare questo odioso velo di omertà: a lui vorrei chiedere di mettere a conoscenza la comunità dei fedeli dell’esito della indagine previa in cui io e altre persone siamo stati interrogati come testimoni e per la quale ho fornito delle prove. Esiste un decreto di archiviazione o di condanna? O forse ha semplicemente applicato il perdono che la sua paternità pastorale gli consente? – si chiede Mangiacapra – Se invece il sacerdote fosse risultato estraneo a ogni circostanza, allora a maggior ragione sarebbe interesse della Curia rendere noto il provvedimento di assoluzione proprio per restituire dignità al buon nome del parroco. Come mai, invece, la Curia di Pozzuoli preferisce navigare in questo limbo di omertà? Non vorrei che i vertici della Curia si fossero limitati a raccomandare al parroco maggior cautela anziché maggior coerenza”.
 
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view post Posted on 15/9/2019, 21:18

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https://www.infondonews.it/2019/09/15/pozz...J2GWz_bck8gx98E

Pozzuoli, sacerdote “redento” dopo le chat gay. Il Vescovo Pascarella lo reintegra. Fedeli in rivolta
15 Settembre 2019 | Pubblicato da Giovanna Scarano |
Pozzuoli, sacerdote “redento” dopo le chat gay. Il Vescovo Pascarella lo reintegra. Fedeli in rivolta
Pozzuoli (Na) – Ha ripreso nuovamente possesso della parrocchia, il sacerdote fan di Laura Pausini. Il giovane parroco, è tra i cinquanta sacerdoti inseriti nel dossier a luci rosse del noto avvocato – gigolò Francesco Mangiacapra, nel quale sono raccolte foto, screenshot di chat e racconti di incontri omosessuali. Il vescovo di Pozzuoli, Mons. Gennaro Pascarella, dopo averlo allontanato per pochi mesi, lo ha reintegrato come amministratore nella stessa parrocchia in cui era sacerdote. Nonostante sia stato sottoposto ad un procedimento penale ecclesiastico, per Don L.V., pare sia bastato essersi redento lontano dalla sua parrocchia, per poi ritornarci “immacolato”. Ufficialmente il ritorno del “figliol prodigo” pare sia avvenuto ieri pomeriggio, quando il sacerdote ha celebrato messa alle 19.30. Ovviamente questa decisione del vescovo Pascarella ha sollevato diversi malumori, poiché è impensabile e moralmente inaccettabile che un sacerdote, dopo aver celebrato messa e per di più consacrato; si dedichi a chat omosessuali. E’ impensabile che la Chiesa, in questi casi, dove è tutto documentato con nomi, foto e chat; non destituisca queste persone dalla mansione di parroco, ma permette loro di continuare ad essere pastore di centinaia di fedeli. Un sacerdote che da sfogo alla propria sessualità viene reintegrato, e può accostarsi al corpo di Cristo, mentre un laico che dichiara la propria omosessualità e cerca di viverla, è bandito dalla chiesa. Questo è il vero scandalo.

Giovanna Scarano
 
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view post Posted on 4/11/2019, 15:14

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https://www.pozzuoli21.it/sacerdote-gay-re...e-o-mi-denunci/


Sacerdote gay reintegrato nella sua parrocchia, il gigolo dei preti sfida il Vescovo: “Spieghi perché o mi denunci”
Di Danilo Pontillo -Nov 4, 2019234

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Il gigolò Mangiacapra e il vescovo Pascarella

Si arricchisce di una nuova puntata la vicenda del sacerdote della Diocesi di Pozzuoli prima allontanato e poi reintegrato dalla sua parrocchia in seguito al dossier che ne denunciava l’orientamento omosessuale.

Il “don”, però, dal pulpito, non appena è tornato a celebrare Messa, ha sostenuto che il periodo di “pausa” (durato circa nove mesi) era dovuto ad una scelta personale e non ad una imposizione dall’alto.

A chiedere che sia fatta luce sull’accaduto è l’avvocato Francesco Mangiacapra, il gigolò dei preti che aveva fatto scoppiare lo scandalo, informandone persino il Vaticano.


Francesco Mangiacapra
Sul suo blog, Mangiacapra ha pubblicato una durissima lettera aperta indirizzata al vescovo, monsignor Gennaro Pascarella.
 
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view post Posted on 11/1/2024, 21:37

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https://www.stiletv.it/news/50025/preti-e-...ato-in-vaticano

Preti e festini gay, vescovo di Teggiano convocato in Vaticano
Redazione
26 febbraio 2018 10:47
Eye
31410

TEGGIANO. Preti in tutta Italia protagonisti di festini hard omosessuali e non solo: questo il contenuto del dossier preparato, negli anni, dall’escort gay Francesco Mangiacapra, rivelato in anteprima dal sito Gaynews e consegnato alla Curia arcivescovile di Napoli. Uno scandalo a luci rosse che coinvolge anche 13 sacerdote provincia di Salerno, di cui ben 7 appartenenti alla diocesi di Teggiano-Policastro, i cui nomi compaiono nel dossier di 1.200 pagine condito da testimonianze e trascrizioni delle conversazioni telefoniche via chat ed sms.
Nei guai anche 2 religiosi della diocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni, 2 della diocesi di Nocera-Sarno e altri 2 di quella di Salerno. I sacerdoti menzionati nel cd-rom del gigolò napoletano, avrebbero un tratto comune, ossia la capacità di fare rete fra loro, in materia d’incontri hot, così da scambiarsi informazioni o pareri, anche con profili su chat usate da omosessuali. Il dossier, oltre ad indignare l’opinione pubblica, ha scatenato una vera e propria bufera negli ambienti ecclesiastici: oggi in Vaticano, infatti, sono stati convocati per un'audizione sul caso, mons. Antonio De Luca (nella foto), vescovo della diocesi di Teggiano-Policastro, ed il suo predecessore, mons. Angelo Spinillo, attuale vescovo di Aversa. Nel dossier non emergerebbero episodi penalmente rilevanti, ma gravi violazioni inerenti il codice di diritto canonico da parte da numerosi sacerdoti disinvolti nel partecipare e ricercare incontri omosessuali, anche a pagamento. Sconcerto, intanto, tra le comunità religiose di Teggiano-Policastro e quelle delle altre diocesi interessate dallo scandalo hard. Dalla Diocesi teggianese, però, smentiscono categoriamente che il vescovo sia stato convocato a Roma o Napoli per essere ascoltato.
 
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