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Don Paolo Pandolfo patteggia per appropriazione indebita e riciclaggio: spretato, Siracusa. Con l'8 x 1000 avete fatto per i preti, ma manco ce la fanno.

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view post Posted on 3/7/2023, 14:28

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https://arcidiocesi.siracusa.it/2023/07/02...tato-clericale/

DIOCESI NEWS
2 LUGLIO 2023
Paolo Pandolfo dimesso dallo stato clericale

Il sacerdote Paolo Pandolfo, incardinato nell’Arcidiocesi di Siracusa, è stato dimesso dallo stato clericale. Lo ha comunicato il Vicario generale, mons. Sebastiano Amenta, che ha reso noto il decreto del 20 giugno scorso del Dicastero per il Clero della Santa Sede. 
“All’esito del procedimento canonico che ha interessato il rev. sac. Paolo Pandolfo, il Dicastero per il Clero, con Suprema e inappellabile decisione, ha dimesso lo stesso dallo stato clericale”. Il decreto è stato notificato all’interessato il 30 giugno scorso.

www.siracusaoggi.it/la-santa-sede-...ora-e-un-laico/
La Santa Sede “spoglia” un sacerdote della Diocesi di Siracusa: ora è un laico
ATTUALITÀ PRIMO PIANO
POSTED ON03/07/2023 • 03/07/2023 — GIANNI CATANIA

Il sacerdote originario di Sortino, Paolo Pandolfo, ha perso lo status clericale: non potrà più dire messa. E’ stata Congregazione per il Clero della Santa Sede a disporre la pena massima per l’ordinamento canonico, di cui l’Arcidiocesi di Siracusa ha preso atto. “All’esito del procedimento canonico che ha interessato il rev. sac. Paolo Pandolfo, il Dicastero per il Clero, con Suprema e inappellabile decisione, ha dimesso lo stesso dallo stato clericale”, spiega il vicario diocesano, mons. Sebastiano Amenta. Il decreto è stato notificato al sacerdote lo scorso 30 giugno, ma solo adesso la notizia è diventata di dominio pubblico. A dare origine al provvedimento, qualche problema avuto dal sacerdote con la giustizia italiana, concluso con un patteggiamento.
Originario di Sortino, il parroco ha svolto il suo ministero a Lentini in origine e per diversi anni. Ad Augusta l’ultimo incarico.

https://arcidiocesi.siracusa.it/wd-annuari...-pandolfo-1036/
PANDOLFO Sac. PAOLO
Titolo:Sac.
Nome:PAOLO
Cognome:PANDOLFO
Tipo:Presbitero diocesano
Data di nascita:28-11-1965

https://reportsicilia.com/?p=12588
Augusta (SR), padre Pandolfo distaccato a Roma
24 Marzo 2021 reportsi 0 commenti
Il 56enne don Paolo Pandolfo, sortinese, parroco di San Sebastiano in Sant’Andrea, da poco più d’un anno, improvvisamente comunica di dover andare a Roma. Ufficialmente è in missione pastorale per la diocesi di Siracusa a Roma, per un trimestre. A fine maggio dovrebbe far ritorno. Il nuovo vescovo, Francesco Lomanto, ha nominato Amministratore pro tempore della Parrocchia San Sebastiano il sacerdote Andrea Zappulla di Siracusa, un giovane sacerdote di 35 anni. Già in passato, don Paolo, su sua richiesta, è stato a lungo a Roma, come “prete di strada”, ma dopo quell’esperienza fece ritorno nella sua terra.

Edited by pincopallino2 - 12/9/2023, 09:02
 
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view post Posted on 4/7/2023, 16:09

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www.libertasicilia.it/siracusa-don...lla-santa-sede/

Siracusa. Prete commette reato e torna laico: Santa Sede lo ‘sveste’ dallo stato clericale
I fatti di cronaca per il sacerdote risalgono antecedente il 2021 per il reato correlato alla ludopatia
4 Luglio 2023

I guai giudiziari sono stati la causa del provvedimento adottato dalla Santa Sede nei confronti don Paolo Pandolfo 55enne, già parroco della chiesa di sant’Andrea ad Augusta.

I fatti di cronaca per il sacerdote risalgono antecedente il 2021 per il reato di furto appropriazione di oggetti sacri e sottrazione di denaro commessi a causa della patologia ludopatia, dopo varie fasi processuali si sono conclusi poi con un patteggiamento.

Con una breve nota, l’arcidiocesi di Siracusa ha comunicato il provvedimento adottato dalla Santa Sede nei confronti don Paolo Pandolfo, già parroco della chiesa di sant’Andrea ad Augusta. “Il sacerdote Paolo Pandolfo – è scritto nella nota pubblicata nella pagina della Curia – incardinato nell’Arcidiocesi di Siracusa, è stato dimesso dallo stato clericale.

Lo ha comunicato il Vicario generale, mons. Sebastiano Amenta, che ha reso noto il decreto del 20 giugno scorso del Dicastero per il Clero della Santa Sede. «All’esito del procedimento canonico che ha interessato il reverendo sacerdote Paolo Pandolfo, il Dicastero per il Clero, con Suprema e inappellabile decisione, ha dimesso lo stesso dallo stato clericale». Il decreto è stato notificato all’interessato il 30 giugno scorso”.

Il provvedimento fa seguito ai problemi giudiziari in cui è incappato il sacerdote che nel marzo del 2021 era stato trasferito dalla parrocchia megarese.

04 Luglio 2023 | 09:25
 
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view post Posted on 12/9/2023, 07:58

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https://meridionews.it/prete-pandolfo-siracusa-riciclaggio/

Siracusa, spretato dopo condanna per riciclaggio. «Soffro di shopping compulsivo. Più duri con me che coi preti pedofili»
12/09/2023 di Marta Silvestre, Tempo di lettura 4 min
Dopo 33 anni di sacerdozio, Paolo Pandolfo è stato dimesso dallo stato clericale. Non è più un prete. A deciderlo è stato un provvedimento ecclesiale adottato dal dicastero per il clero della Santa Sede a cui si è rivolto il vescovo della diocesi di Siracusa dopo che il processo canonico per l’ex parroco della chiesa di Sant’Andrea ad Augusta era finito con un nulla di fatto. Quello della giustizia ordinaria, invece, lo ha condannato a due mesi – con pena sospesa – per riciclaggio e appropriazione indebita. «Non giustifico nessuno dei miei errori, ma credo che sia comunque sempre sbagliato usare due pesi e due misure», spiega a MeridioNews il 57enne originario di Sortino (sempre nel Siracusano) che dal 20 giugno ha dovuto svestire l’abito talare. Prima nella parrocchia di Santa Tecla a Carlentini, poi in una chiesa a Francofonte e infine ad Augusta, l’ormai ex prete negli anni aveva accumulato debiti per decine di migliaia di euro. Il conto con la giustizia terrena lo ha già pagato con un patteggiamento in sede penale e con la restituzione dei debiti che aveva contratto. Alla chiesa, però, questo non sembra essere bastato. E così si è arrivati a una «suprema e inappellabile decisione» arrivata dalla Santa Sede. «Una sentenza che che ha distrutto la mia vita e i miei progetti da sacerdote evangelizzatore».


«Mi sono indebitato fino al collo – racconta Pandolfo – per comprare suppellettili per la chiesa e per fare dei lavori in alcuni spazi dei locali che venivano utilizzati per le attività pastorali». Oggetti sacri e di arredo in oro e argento di un certo valore e anche campetti da calcio per l’oratorio. «Compravo dando un acconto ma non riuscivo mai a saldare. In realtà, ho scoperto poi che ero affetto da una sindrome di shopping compulsivo». Una patologia, una dipendenza di cui Pandolfo ha preso consapevolezza nei tre anni di percorso di psicoterapia. Dopo otto mesi trascorsi all’interno di una comunità in cui vengono accolti sacerdoti in attesa di giudizio, il 57enne ha scelto di continuare l’iter a casa dei propri genitori. Una decisione che non sarebbe stata vista di buon occhio dai vertici della diocesi. «In comunità con me – aggiunge Pandolfo – c’erano solo un giovane sacerdote temporaneamente sospeso e un anziano prete a processo per pedofilia». Ed è proprio su questo aspetto che l’ex prete parla di pesi e misure diverse adottate da parte della diocesi. «Perfino nei confronti di sacerdoti che sono in carcere condannati per violenze e abusi sessuali in danni dei minori – lamenta Pandolfo – non sono stati presi provvedimenti rigorosi e definitivi tanto quanto il mio, che ho fatto errori per il vile denaro, anzi continuano il loro ministero senza condanne ecclesiali e senza restrizioni».

Restrizioni a cui, invece, ha dovuto sottostare Pandolfo per i tre anni di sospensione. «Sono stati degli arresti domiciliari ecclesiali. Misure che nemmeno un assassino avrebbe meritato», commenta l’ex sacerdote che racconta del divieto assoluto di dire messa in pubblico, di confessare e di predicare, «ma anche – aggiunge – di uscire dal mio comune di residenza senza il permesso del vescovo». Anni nei quali, intanto, Pandolfo ha ripagato la parte dei debiti che era rimasta (di circa 30mila euro) con una fideiussione sull’abitazione dei genitori. «In un momento di disperazione – ammette l’uomo – ho presto degli oggetti sacri di valore e li ho venduti per pagare gli ultimi 7000 euro di debiti che erano rimasti alla banca perché altrimenti avrebbero portato via la casa ai miei anziani genitori. Una cosa che non avrei potuto permettere». Agli atti ci sarebbero anche alcuni accessi e collegamenti fatti dai dispositivi di Pandolfo su siti di azzardo.


Nonostante sia «suprema e inappellabile», Pandolfo non si arrende alla decisione definitiva arrivata dall’alto su sollecito dell’arcivescovo di Siracusa. Tanto che quella sentenza non l’ha nemmeno controfirmata. Adesso ha lanciato una petizione su Change.org in cui chiede di firmare per l’annullamento della riduzione allo stato laicale e ha scritto una lettera – accompagnata da una serie di documenti e relazioni che attestano anche la sua patologia – alla segreteria di Stato con una supplica a Papa Francesco perché riveda quella decisione. «Non ci spero tantissimo ma sono pronto anche ad andare a incatenarmi a piazza San Pietro a Roma, in Vaticano», afferma Pandolfo che nella lettera al Santo Padre si è firmato con la dicitura «sacerdote in eterno». Del resto, quando è stato ordinato Pandolfo aveva 24 anni. «Io – afferma – sono nato per essere sacerdote e sacerdote voglio morire». O, comunque, la cosa che più si può avvicinare a questo. Con una vocazione nata e cresciuta nel movimento del rinnovamento dello Spirito, Pandolfo nella sua nuova vita da laico va messa la domenica «ma in una chiesa in cui non mi conosce nessuno e continuo a fare la Comunione». Intanto, però, comincia a pensare a un’alternativa: diventare un pastore protestante. «Quello che so per certo è che la mia vita appartiene a Cristo – conclude – Se non mi sarà più permesso di essere sacerdote, aderirò alla comunità evangelica pentecostale e continuerò a operare a Siracusa».


Messina Denaro, concesse le visite dei parenti nella cella dell’ospedale
11/09/2023 di Redazione, Tempo di lettura 1 min
Le condizioni di salute di Matteo Messina Denaro continuano a peggiorare. L’ormai ex superlatitante di Cosa nostra ricoverato in una cella per detenuti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila dove è sottoposto alla terapia del dolore per il tumore al colon e alla nutrizione parentelare (cioè viene alimentato con soluzioni nutrizionali direttamente nel sangue con l’utilizzo di un tubicino, un catetere venoso) per il sostegno fisico. Intanto, proprio per questo, sono state concesse le visite dei familiari riservate però solo ad alcuni parenti stretti. Il boss originario di Castelvetrano, arrestato il 16 gennaio nella clinica privata La Maddalena di Palermo dopo una latitanza durata trent’anni, è ricoverato nel nosocomio abruzzese da più di una settimana sotto stretta sorveglianza. Già ieri i medici avevano parlato di «condizioni in netto peggioramento».

Ad agosto, Messina Denaro era stato sottoposto a un intervento per una occlusione intestinale. In quella occasione, a verbale aveva dichiarato che: «Mi avete preso per la malattia, non mi pentirò mai». Due mesi prima, il 62enne era stato portato in ospedale per cure di natura urologica non strettamente collegate al tumore di cui soffre ormai da anni. In quei giorni di degenza ospedaliera, da fonti sanitarie e carcerarie era emerso che «il boss è ben aggrappato alla vita e sta lottando come un leone per sconfiggere il male». Secondo quanto emerge da fonti sanitarie, attualmente le condizioni di Messina Denaro sarebbero «gravi ma stabili». Condizioni che, al momento, non sarebbero compatibili con la detenzione in carcere. Nelle scorse settimana, l’ex primula rossa di Cosa nostra aveva inscenato una protesta per non lasciare il reparto di Terapia intensiva dove era ricoverato. La cella per detenuti per l’ospedale è stata restaurata per accoglierlo. Secondo quanto emerge, alcuni familiari sarebbero già andati a trovarlo.
 
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view post Posted on 20/9/2023, 11:57

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https://www.diario1984.it/2023/09/19/duris...-di-san-pietro/

Durissimo atto d’accusa “al signor Vescovo Francesco” dell’ex prete Paolo Pandolfo: “M’incatenerò alle colonne di San Pietro”
CronacaDurissimo atto d'accusa “al signor Vescovo Francesco” dell'ex prete Paolo Pandolfo: “M’incatenerò alle colonne di San Pietro”

19 Settembre 2023
Sortino. Paolo Pandolfo non ci sta. Esiliato a Sortino, paese d’origine, Pandolfo non ci sta a subire in silenzio una condanna che ritiene profondamente ingiusta, non improntata al sentimento di misericordia, viziata da ipocrisia e doppiopesismo. La condanna è quella della riduzione allo stato laicale che esclude Pandolfo dal clero cattolico: una condanna straziante per sé e per i suoi anziani genitori, che, come lui, vivono in un piccolo centro qual è Sortino. Ancora una volta, come in precedenza, sempre sui social, Pandolfo ha pubblicato una sua esternazione, sotto forma di lettera aperta “al signor vescovo Francesco”, dal titolo “Il dolore che uccide”. Pandolfo, frate francescano prima di diventare prete diocesano, ammette, ancora una volta, i suoi personali errori, a causa dei quali è in cura da due professionisti, Malara e Parisi, ma evidenzia anche il contrasto stridente fra la sua sorte e quella di altri sacerdoti, che, pur nell’occhio del ciclone per “scandali sessuali”, non sono stati ridotti allo stato laicale. Alla fine della “lettera aperta”, Pandolfo assicura che si recherà a San Pietro e s’incatenerà per avere giustizia da un altro Francesco, papa Bergoglio, di cui ricorda il mònito “La misericordia è il biglietto da visita della Chiesa nel mondo”.
Paolo Pandolfo si firma “sacerdote in eterno”, affermando il vero, giacché l’ordinazione presbiterale è considerata dalla Chiesa un vero e proprio sacramento. Essendo un sacramento, il presbitero rimane sacerdos in aeternum e, come tale, in casi estremi, può anche, per esempio, battezzare. Sacerdote per sempre, per l’ordinazione sacramentale, ma ex prete, ormai, per la Chiesa cattolica.
Giorgio Càsole
 
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