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Buco da 20 mln e interessi al 13,5%. Prescrizione per i capi francescani Lati, Beretta e Moriggi, "I vertici sapevano degli ammanchi" dei fondi del fraticello povero di Assisi. Il suicidio di un investitore finanziario. Lo spretamento di Fra Moriggi

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GalileoGalilei
view post Posted on 20/12/2014, 07:57 by: GalileoGalilei
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http://www.lastampa.it/2014/12/19/esteri/v...ohN/pagina.html

«Armi e droga con le offerte per il Poverello». Sconcerto per il crac dei Francescani




19/12/2014
giacomo galeazzi (vatican insider)

La truffa corre di bocca in bocca. Neppure la fitta nebbia che oggi avvolge Assisi riesce a ovattare il clamore dello scandalo finanziario che ha ridotto sul lastrico i Francescani della curia generalizia di Roma.

«Nessuno immaginava una bufera del genere, è il momento di cacciare i mercanti dal tempio», scuote la testa Angela Binci, arrivata dalle Marche alla guida di un pellegrinaggio sulle orme di Francesco. Su un punto tutti concordano. Colpevoli e contorni sono ancora da chiarire, però l’inaudita gravità dei metodi utilizzati non trova giustificazione. «Il fine non giustifica mai i mezzi», rincara la dose Mario Ponzetti, devoto del Poverello in visita alla Basilica con la sua famiglia.

Poco importante, quindi, che con i rendimenti dei soldi investiti sui mercati internazionali, la Curia pagasse i mutui per attività caritative e di culto. Tanto più che ore le banche potranno rivalersi sui beni dell’Ordine, in pesantissima crisi economica e impossibilitato a far fronte agli impegni assunti. All’origine della bancarotta dei Frati, infatti, c’è una scelta azzardata compiuta a Roma dai vertici francescani: investire l’intera liquidità dell’Ordine in una società finanziaria. Così ora il clamore ricade inevitabilmente sugli incolpevoli luoghi-simbolo del Poverello.

Eppure, nel mondo religioso, Assisi resta modello per corretta gestione, stile di sobrietà e limpidezza nella programmazione economica e nella comunicazione. Nulla può esserci di più stridente, quindi, rispetto a questa brutta storia di truffe e fondi neri. Una scelta senza precedenti, una riedizione 2.0 dei crack dei «faccendieri di Dio» Calvi e Sindona, che crea disorientamento nei fedeli e nei cittadini e negli stessi frati che attraversano con passo rapido la roccaforte del Poverello. «Come si fa a fare speculazioni con le offerte e le donazioni?», è l’interrogativo che attraversa Assisi. Lo stupore diventa sconcerto di fronte alla deriva della vicenda.

«È una vergogna, peggio di mafia capitale», si schermiscono due pellegrini in visita ai capolavori di Giotto. I bancarottieri hanno raggirato i frati e sono incappati nella rete della procura svizzera che ha bloccato i fondi: molte decine di milioni di euro. Il motivo è da brivido: alcuni depositi sequestrati alla curia generalizia di Roma erano stati investiti in società finite sotto inchiesta per traffici illeciti. Addirittura vengono tirati in ballo giri indicibili: armi e droga. Gli investimenti risalgono al periodo in cui era superiore dei frati minori José Rodriguez Carballo, oggi segretario della Congregazione per i religiosi. Motivo per cui adesso l’intero dossier è finito nella mani del segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin.

Sotto accusa l’ex-economo generale, padre Giancarlo Lati, che è stato fatto dimettere, e alcuni consulenti. Il sequestro dei fondi, gli interessi passivi da pagare e la perdita di una parte del patrimonio per investimenti spericolati, secondo Panorma, hanno messo in ginocchio i frati tanto da costringere il nuovo ministro generale, padre Michael Perry a recarsi negli Stati Uniti e in altre province a chiedere una colletta per aiutare la curia generalizia. La cifra caratterizzante e un’ancora di salvataggio in questa fosca vicenda è che le gestioni economiche dell’Ordine sono diverse da quelle delle provincie. I Francescani tengono a precisare che sono una galassia composta da diverse famiglie. Perciò sono esclusi dal ciclone i Frati Cappuccini, i Conventuali e il Terz’Ordine regolare. Per capirci i frati di san Giovanni Rotondo e quelli di Assisi. I vertici di Roma hanno tentato per settimane di tenere segreto lo scandalo.

La lettera-choc di padre Perry tra citazioni sacre («cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre») e una circostanziata denuncia, impegna gli attuali vertici dell’ordine in un difficile risanamento. Nella composita galassia francescana prevalgono «la solidarietà e la preghiera» per l’opera di trasparenza e condivisione che i Frati minori stanno portando avanti nella ricerca della verità. «Come ci insegna Gesù, la verità ci farà liberi», si ripete come un mantra ad Assisi tra conventi o opere assistenziali.

La vicenda dei Frati minori pone questioni all’intero Ordine, come quella di salvaguardare l’identità francescana. Del resto, lo stesso san Francesco nelle «Ammonizioni» esortava i frati al giusto uso del denaro senza demonizzarlo. È certo che la testimonianza di Papa Bergoglio, primo papa nella storia ad aver scelto un nome che è già un programma di governo diventa per tutti una bussola.

Come lo è a Terni, altra realtà recentemente investita da un pesante scandalo economico, la testimonianza e lo stile dell’ex-custode francescano conventuale del Sacro Convento, padre Giuseppe Piemontese

http://www.panorama.it/news/urbi-et-orbi/f...rlo-bancarotta/

Francescani sull’orlo della bancarotta
Panorama denuncia il crack finanziario e i frati minori sono costretti ad ammettere lo scandalo

Lo scandalo è scoppiato nel mese di ottobre e anche il Papa lo è venuto a sapere: la procura svizzera avrebbe sequestrato alcuni depositi della congregazione dei frati minori francescani, per decine di milioni di euro, perché investiti in società finite sotto inchiesta per traffici illeciti, si parla addirittura di armi e droga. Gli investimenti risalgono al periodo in cui era superiore dei frati minori José Rodriguez Carballo, oggi segretario della Congregazione per i religiosi. Sotto accusa l’ex economo generale, padre Giancarlo Lati, che è stato fatto dimettere, e alcuni consulenti. Il sequestro dei fondi, gli interessi passivi da pagare e la perdita di una parte del patrimonio per investimenti spericolati, hanno messo in ginocchio i frati tanto da costringere il nuovo ministro generale, padre Michael Perry a recarsi negli Stati Uniti e in altre province a chiedere una colletta per aiutare la Curia generalizia.
I frati hanno tentato per settimane di tenere segreto questo scandalo. Finché Panorama lo ha scoperto e ha chiesto ufficialmente a mons. Carballo, padre Perry e al nuovo economico, padre Silvio de la Fuente di commentare queste informazioni. Da tutti è arrivato un secco “no comment”, forse nella speranza che nulla ancora sarebbe trapelato all’esterno. Una volta appreso che sul numero di Panorama in edicola sarebbe stata diffusa la notizia, il ministro generale è stato costretto a riconoscere ufficialmente l’accaduto, con una lettera pubblica che è un’ammissione ufficiale del dissesto ma non può essere presa ad esempio di trasparenza. O quanto meno è un esempio di trasparenza “obbligata” dall’esterno.

L’Ordine è presente in 110 paesi ed è organizzato in 103 Province, 8 Custodie Autonome, 14 Custodie dipendenti, 20 Fondazioni, 1 Federazione.
 
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