Finito il seminario possono scatenarsi come vogliono: nessuno li controllerà
www.genteveneta.it/public/articolo_gvnews.php?id=4018Sabato, 28 Gennaio 2017
Il Patriarca sul prete padovano che ha dato scandalo: «Si faccia verità. E poi vero discernimento vocazionale»
Serve un'operazione di chiarezza e di verità. E un discernimento molto attento fra le persone che vogliono diventare sacerdoti, perché realmente si formino come uomini di Dio.
Il Patriarca fa la sua analisi e traccia la linea sul da farsi. Al centro la vicenda che in questi giorni ha generato clamore e scandalo: quella del parroco padovano don Andrea Contin che, pare non da solo, avrebbe trasformato la canonica in luogo di nefandezze a contenuto sessuale.
«C'è una sensazione che mi intercetta, come credente – rileva mons. Moraglia - che è di angoscia, disappunto e, in certi momenti, direi anche di rabbia».
Il Patriarca interviene sabato 28 mattina, sollecitato ad un commento durante l'incontro con i giornalisti veneziani, nella festa di San Francesco di Sales, dinanzi all'ospite padre Federico Lombardi (nella foto). Il celibato – sottolinea – non c'entra nulla come causa di questi comportamenti: «Questi, se veri, sono atteggiamenti non solo non cristiani, ma neppure umani. Ora, è vero che siamo ancora in una fase di accertamento dei fatti, nella quale la condanna è prematura; ma è anche vero che sta avanzando un profilo di vicende che inquieta e preoccupa».
E in questo profilo di vicende sta anche il fatto che «un conto è la scivolata di un singolo; un conto è qualcosa di più organizzato. Perciò bisogna fare una vera operazione di chiarezza, per capire come mai si è arrivati fino a questo punto».
Il Patriarca concentra lo sguardo su scelta e cura dei giovani che desiderano diventare preti: «Il tempo del Seminario dev'essere un tempo di crescita, non di buonismo, un tempo in cui si mettono in evidenza le caratteristiche di una persona, che può essere un'ottima persona, ma magari non adatta a fare il prete. E molte volte chi crede di essere adatto forse è proprio colui che invece dovrebbe essere aiutato a prendere contatto con la realtà. Quindi la prima attenzione da avere è sul discernimento vocazionale».
La formazione, poi, dev'essere seriamente e serenamente intonata a un valore: «Dobbiamo ricentrarci sull'essenziale, cioè capire che il prete è segno di vera sobrietà. Non possiamo predicare la sobrietà in chiesa, magari la sobrietà della chiesa, e poi le nostre canoniche sono porti franchi rispetto alla povertà, e le nostre macchine sono lussuose. C'è uno stile di vera sobrietà da recuperare».
E infine c'è un tratto fondamentale, da verificare e da coltivare: «Il rapporto con Dio – rimarca mons. Moraglia - senza il quale il prete diventa un assistente sociale, o un uomo di cultura, ma non un vero sacerdote. E essere uomo di Dio significa pregare».
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/23...icarli/3335015/Don Contin, “altri due preti partecipavano alle orge in canonica”. Carabinieri al lavoro per identificarli
Don Contin, “altri due preti partecipavano alle orge in canonica”. Carabinieri al lavoro per identificarli
CRONACA
A raccontarlo è una delle amanti del parroco di San Lazzaro. L'interrogatorio di uno dei due, che avrebbe filmato gli incontri, servirebbe per aggiungere un tassello all'ipotesi che quelle orge non fossero altro che induzione alla prostituzione. Lo scandalo ha così raggiunto livelli tali da indurre il vescovo Claudio Cipolla, in visita alle missioni del Sud America.
di Giuseppe Pietrobelli | 23 gennaio 2017
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Più informazioni su: Don Andrea Contin, Padova
Non c’è pace nella diocesi di Padova dopo la scoperta di orge in canonica che hanno visto coinvolti almeno quattro sacerdoti. Ogni giorno la cronaca registra novità. Dai verbali, ad esempio, emerge che oltre a don Andrea Contin, parroco di San Lazzaro, e a don Roberto Cavazzana, parroco di Carbonara di Rovolon, altri due preti avrebbero frequentato la canonica alla periferia della città con lo scopo di avere incontri sessuali. Addirittura uno di questi ultimi avrebbe filmato le orge, come aveva fatto anche don Contin in altre situazioni.
Lo scandalo ha così raggiunto livelli tali da indurre il vescovo Claudio Cipolla, in visita alle missioni del Sud America, a far ritorno in fretta in Italia per controllare la situazione e dare quel giro di vite che ha annunciato anche in una lettera scritta a tutti i sacerdoti, dove li invita a troncare eventuali relazioni amorose.
Ma torniamo alla cronaca. I carabinieri stanno cercando di indentificare gli altri due preti che, secondo una delle amanti di Contin, avrebbero partecipato ai festini. Uno di questi è stato descritto in modo specifico, si tratta di una persona molto appassionata di fotografia che portava con sé apparecchi per riprendere le scene più piccanti. Il suo interrogatorio servirebbe per aggiungere un tassello all’ipotesi che quelle orge non fossero altro che induzione alla prostituzione e non soltanto lo sfogo di voglie inconfessate e inconfessabili da parte di religiosi votati alla castità e al celibato.
Intanto domenica nella chiesa di Carbonara il celebrante ha portato un messaggio di don Cavazzana ai suoi ormai ex parrocchiani: “Mi raccomando a voi, pregate per me, ne ho bisogno” ha mandato a dire dal luogo segreto dove si trova per riflettere su quanto ha fatto e ha messo a verbale durante sei ore di interrogatorio in procura, ammettendo di aver seguito le orme di don Contin e di aver avuto rapporti sessuali con almeno una quindicina di donne diverse.
Intanto il vescovo, dopo la prima lettera pubblica scritta dall’Ecuador in cui si inginocchiava e chiedeva perdono per quanto accaduto e criticava i mezzi di informazione per il clamore dato alla vicenda, ha indirizzato un’altra missiva a tutti i sacerdoti. Si tratta di una severa reprimenda contro i costumi lassisti del clero padovano. Ai suoi sacerdoti chiede conto dei comportamenti morali. Li invita a troncare qualsiasi relazione affettuosa o perlomeno ambigua. “Cogli l’occasione, alla luce del momento che stiamo vivendo a Padova come una opportunità per verificare i tuoi comportamenti, la coerenza con gli impegni che ti sei assunto il giorno della tua ordinazione, soprattutto nel campo della tua vita affettiva, sessuale, della gestione dei soldi. In questi campi nessuno ha il diritto di sindacare più di tanto, perché riguardo alla tua vita privata sei tu stesso responsabile adulto. Però moralmente ricordati che ti sei assunto degli impegni ben precisi di fronte a Dio e di fronte alla chiesa. Di fatto il nostro ministero ci rende persone pubbliche, rappresentati delle comunità dei credenti di fronte al mondo”.
Il vescovo ha anche invitato i sacerdoti a osservare chi tra di loro si estranea dalla vita del clero, perché l’isolamento potrebbe essere segno di malessere, se non di peggio. “Mi permetto di considerare il caso in cui un presbitero arrivasse ad intrattenere relazioni affettive stabili o abitudini morali non consone al suo stato clericale: lo invito calorosamente a mettere in atto quanto ritiene opportuno per uscire da una situazione non rispettosa di sé, delle persone coinvolte, degli altri preti e della Chiesa”.
di Giuseppe Pietrobelli | 23 gennaio 2017