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Orge, scambi di coppia, figlio segreto, sesso con cavalli. Dal PC i segreti dei lussi di don Contin, Con l'8 x 1000 avete fatto tanto. Avete pagato le orge di don Contin e don Cavazzana

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GalileoGalilei
view post Posted on 22/12/2016, 16:54 by: GalileoGalilei
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IL RITRATTO E LE REAZIONI
L’ex agente e legale succeduto a Don Rock
Diocesi: addolorati. I fedeli lo difendono
Don Andrea Contin era arrivato a San Lazzaro per sostituire don Spoladore. Laureato in Giurisprudenza, aveva collaborato in passato con uno studio di avvocati

PADOVA Oltre le tende, la luce rischiara una Madonna con Gesù bambino di cartone vicina alla finestra e una carta geografica appesa al muro, ma in canonica non c’è nessuno. E nessuno sa dire dove possa essere don Andrea Contin, 48 anni, parroco di San Lazzaro da meno di dieci. L’accusa di violenza privata e favoreggiamento della prostituzione nei confronti di don Andrea è un fulmine che squassa il pomeriggio di questo placido rione a due passi dal casello dell’A4, con l’albero di Natale illuminato sul sagrato e i bambini che giocano a pallone nel campetto. I parrocchiani si schierano compatti a difesa della loro guida spirituale, ma la battuta scappa un po’ a tutti: «Certo che non siamo molto fortunati con i preti». Il riferimento è all’ex parroco don Paolo Spoladore, meglio noto come «Donpa» o «Don Rock» per la sua vena da cantautore, spretato dopo la denuncia di una donna che nel 2010 lo aveva indicato come il padre di suo figlio: nel 2011 il Tribunale dei Minori di Venezia aveva riconosciuto la paternità di don Spoladore e nel 2015, dopo la sospensione dal ministero presbiteriale del 2010, la Diocesi di Padova aveva decretato la sua dimissione dallo stato clericale, sciogliendo così il vincolo del celibato. Ora che don Andrea è finito sotto la lente della giustizia, il paragone è inevitabile. Eppure la discontinuità era evidente: tanto esuberante e giovanile don Paolo, che pubblicava dischi con canzoni a sfondo religioso che hanno fatto il giro d’Italia e organizzava corsi di formazione e pagamento a Santa Maria di Sala, quanto discreto don Andrea, chiamato a San Lazzaro proprio per cambiare registro e spazzare via lo scandalo a luci rosse che aveva travolto la parrocchia.

In effetti, a quanto pare, don Andrea era l’esatto opposto di don Paolo. Ma la sua storia non è quella di un prete qualsiasi. Dopo aver frequentato il seminario in giovane età, don Andrea (originario di Campo San Martino, nell’Alta Padovana) aveva messo da parte la vocazione, si era laureato in Giurisprudenza e aveva fatto l’assessore nel paese natale per una lista civica. Durante la leva militare, l’ex seminarista aveva anche prestato servizio in questura, indossando la divisa da poliziotto; quindi aveva superato l’esame da avvocato e iniziato a collaborare con uno studio legale. Il ritorno di fiamma per l’abito talare è arrivato proprio quando il futuro parroco sembrava avviato alla carriera forense: don Andrea ha chiesto la rimozione del suo nominativo dall’Ordine degli avvocati e ha preso i voti, riallacciando un discorso interrotto molti anni prima. Prima di arrivare a San Lazzaro, don Andrea ha fatto il cappellano alla parrocchia di San Gregorio nel quartiere dell’Arcella, partecipando a progetti per il recupero dei ragazzi difficili. Ed è proprio in questo periodo che don Andrea ha personalmente fondato «Casetta Michelino», un centro diurno per anziani che ancora oggi è gestito dall’associazione «Progetto Senes» di cui è presidente. Nel 2008 don Andrea finì anche al centro di un’aggressione: una sera l’auto del parroco venne circondata e presa a bastonate da un gruppo di persone che volevano coprire alcuni complici, entrati in chiesa per razziare le cassette delle offerte.

Don Andrea è approdato a San Lazzaro nel 2010, ma ha sempre continuato a fare la spola con Casetta Michelino. Nel nuovo quartiere, il parroco ha partecipato più volte alla sagra della pappardella e ha organizzato diversi pellegrinaggi, da Medjugorje alla Terra Santa. Martedì sera l’incontro sulla Bibbia aveva richiamato oltre 150 fedeli; mercoledì mattina invece le porte della canonica si sono aperte per la visita dei carabinieri. «Non ci credo — dice Paolo, 62 anni, pensionato —. Dopo la delusione di don Spoladore, sono tornato in chiesa proprio grazie a don Andrea: è un prete con una grande preparazione culturale, si vede che ha seguito un percorso particolare. E poi non ha mai avvicinato le ragazze in modo equivoco». «La mano sul fuoco non la metto per nessuno — aggiunge Ilario — ma don Andrea mi sembra un parroco corretto e le sue prediche sono molto profonde». L’unica voce fuori dal coro parla di un viavai sospetto al venerdì sera, con diverse donne delle pulizie in visita alla canonica. Mercoledì il cellulare del parroco ha squillato a vuoto per tutto il giorno. La nota della Diocesi, invece, è arrivata in serata: «Siamo a conoscenza dell’indagine, i reati contestati sono molto gravi. È una situazione che ci addolora profondamente e ci auguriamo venga fatta tempestiva e piena verità sui fatti. Al momento non abbiamo elementi sufficienti per prendere provvedimenti di ordine canonico. Rimane profondo dolore e sconcerto come Chiesa per situazioni che — reali o presunte — portano scandalo. Il nostro pensiero di vicinanza va alla comunità parrocchiale».

22 dicembre 2016
 
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