Laici Libertari Anticlericali Forum

Invita chierichetto a pranzo e lo violenta: 2 anni e 1 mese a don Nicola De Rossi in appello. Non andrà in galera, Monselice. Già aveva patteggiato 5 mesi per pedopornografia. E non l'hanno spretato

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view post Posted on 21/7/2017, 16:17

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Intercettato dal confessore chiede di cancellare i colloqui: segreto professionale

Monselice. Già aveva patteggiato 5 mesi per pedopornografia. E non l'hanno spretato

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Chierichetti

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cro...nica-1.15636904

Quindicenne accusa il parroco: «Violenza sessuale in canonica»
Monselice, il prete respinge le accuse ma è stato allontanato. Il suo legale si batte per l’inutilizzabilità di alcune intercettazioni
di Carlo Bellotto

21 luglio 2017


MONSELICE. Violenza sessuale, accaduta in canonica, nei confronti di un quindicenne. È la pesante accusa che la Procura muove a un parroco quarantenne del Monselicense, che turba non poco la Chiesa padovana, che ancora stenta a riprendersi dalla triste vicenda di don Contin.
Anche se il vescovo Claudio Cipolla si è mosso nell’immediatezza dei fatti - sono accaduti nel luglio dello scorso anno - imponendo al sacerdote un anno sabbatico, bloccando di fatto la nomina verso una nuova parrocchia dell’Alta Padovana.
Si è svolta l’udienza preliminare, ma il giudice Margherita Brunello ha rinviato l’udienza a due date: il 12 settembre si deciderà in merito all’utilizzabilità di alcune intercettazioni telefoniche, che la difesa, rappresentata dall’avvocato Paolo Marson, ritiene vadano stracciate e il 28 settembre ci sarà invece il vero e proprio giudizio abbreviato.
Si tratta di un solo episodio: il quindicenne è in canonica quando don N.D.R. lo avrebbe palpeggiato al sedere, facendolo poi sedere sulle sue gambe, mimando l’atto sessuale.
Il ragazzo l’ha poi raccontato ai genitori che hanno deciso di sporgere denuncia ai carabinieri. Per la Procura - il pubblico ministero è Roberto Piccione - la vittima è considerata credibile. Il parroco e l’avvocato Marson respingono in toto le accuse, i fatti sarebbero stati completamente travisati. Non ci sarebbe stata nessuna intenzione a sfondo sessuale.
Il legale chiede l’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche: dopo la denuncia il telefono del parroco venne “ascoltato” e sono finite agli atti delle telefonate fatte dal prete a uno psicologo e al suo confessore.
Ci sarebbero frasi che non contestualizzate e in dialoghi di sfogo, assumerebbero un senso fuorviante. Poi l’avvocato Marson ha contestato il modo nel quale il minore è stato ascoltato nei mesi scorsi, a suo dire in spregio ai protocolli, senza l’ausilio di esperti, facendo delle domande suggestive, senza la modalità dell’incidente probatorio e senza l’audioregistrazione.
La famiglia del ragazzo è tutelata dall’avvocato Marta Michelon. Il parroco è rimasto in quella sede un paio d’anni, poi è stato destinato a una unità parrocchiale a una quarantina di chilometri. In base all’esito processuale
e agli accertamenti interni la Curia deciderà il suo futuro.
Il ricordo di molti parrocchiani è di un sacerdote preparato e carismatico, il ricordo che ha lasciato pare buono. Anche se di questi fatti si mormorava da un po’.

www.diocesipadova.it/dichiarazione-...tero-diocesano/
Dichiarazione in merito al processo a carico di un presbitero diocesano

La redazione del sito della diocesi di Padova, ribadendo la sua vicinanza a tutte le persone coinvolte in questa dolorosa vicenda e auspicando che venga fatta piena verità e chiarezza sui fatti, riporta nella sua versione integrale la dichiarazione rilasciata ai quotidiani locali in data 20 luglio 2017:

“La Diocesi di Padova è a conoscenza di un procedimento penale nei confronti di un presbitero diocesano. Non appena appresa la notizia, lo scorso settembre 2016, è intervenuta con alcune decisioni, per prudenza e rispetto delle persone coinvolte e per permettere al sacerdote di potersi difendere.

Pertanto in maniera preventiva il vescovo, già allora, aveva proceduto a sospendere alcuni passaggi previsti all’interno dei normali e consueti avvicendamenti dei parroci e aveva chiesto al sacerdote un periodo fuori Diocesi, in attesa della conclusione del processo a suo carico. Contemporaneamente è partita l’indagine canonica ed è stata informata la Santa Sede.

Il presbitero, infatti, lo scorso luglio 2016, nella normalità degli avvicendamenti degli incarichi, aveva dato le dimissioni da parroco della comunità che guidava, in vista di una nuova destinazione che sarebbe diventata effettiva con settembre 2016.

Con l’avvio delle indagini a suo carico, reso noto al vescovo nei primi giorni di settembre 2016, per opportuna prudenza la nuova nomina è stata sospesa immediatamente e il presbitero è stato esonerato da qualsiasi incarico pastorale.

In attesa degli esiti processuali rimane amarezza e dolore, per questa vicenda che, se dimostrata, adombra l’opera silenziosa e preziosa di tanti sacerdoti dediti al servizio delle proprie comunità. Nello stesso tempo la Diocesi esprime vicinanza a tutte le persone e le comunità che stanno soffrendo per questa situazione”.



www.ilgazzettino.it/nordest/padova/...ni-2574883.html

Padova

Allunga le mani su un ragazzino di 15 anni: parroco a processo Battaglia in aula sulle intercettazioni in cui il don parla di "quell'episodio"
di Luca Ingegneri
BASSA PADOVANA - Avrebbe allungato le mani su un ragazzo di quindici anni, facendolo poi sedere sulle sue ginocchia prima di simulare un atto sessuale. È la grave accusa da cui deve difendersi un quarantenne già alla guida di una parrocchia del Monselicense, attualmente sospeso da ogni incarico pastorale. L'increscioso episodio sarebbe avvenuto un anno fa nei locali della canonica. È stato il minore a confidarsi con i genitori prima di varcare la soglia della caserma dei carabinieri per sporgere denuncia. Il parroco, assistito dall'avvocato Paolo Marson, ha ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato. Ieri il giudice dell'udienza preliminare Margherita Brunello avrebbe dovuto pronunciare la sentenza ma difesa e parte civile si sono date battaglia sull'utilizzabilità di alcune intercettazioni telefoniche, raccolte dai militari dell'Arma durante le indagini. Si tratterebbe delle conversazioni tra il parroco, lo psicoterapeuta che l'ha in cura e il padre confessore. In questi dialoghi il sacerdote avrebbe ripetutamente parlato dell'episodio di cui è accusato. Il suo difensore ha eccepito l'inutilizzabilità di quelle conversazioni ai fini del giudizio, chiedendone anche la distruzione...

http://corrieredelveneto.corriere.it/venet...822475742.shtml
LA VICENDA
Abusi sessuali su un ragazzino
Un altro parroco sotto processo
Era responsabile di una parrocchia a Monselice. L’intervento del vescovo e la «sospensione»

PADOVA Doveva essere un luogo sicuro, uno di quei posti in cui poter mandare tranquillamente i propri figli, convinti che lì non sarebbe potuto succedere loro nulla di male. E invece quella canonica, tra paramenti sacri e incensi, si è trasformata in un luogo da evitare, così come il padrone di casa. Perché il parroco ora si ritrova bollato di un’accusa pesantissima, violenza sessuale su un minore, un suo parrocchiano, e per questo sta affrontando davanti al giudice per le udienze preliminari di Padova, Margherita Brunello, un processo in abbreviato. A finire sotto inchiesta è un giovane prete che, fino a qualche tempo fa, era il titolare di una delle parrocchie di Monselice. Così come pure di Monselice è quella che sarebbe la sua vittima, un ragazzo quindicenne.

Uno solo l’episodio contestato, un unico tentativo di approccio da parte del religioso che si sarebbe verificato nel luglio del 2016, un anno fa. In una assolata giornata d’estate, il parroco avrebbe allungato le mani su un adolescente, palpeggiandolo e spingendolo in modo tale da farselo sedere sopra, mimando poi un atto sessuale. Il ragazzo, sfuggito a quelle pesanti attenzioninon richieste, ha raccontato tutto ai genitori che hanno denunciato il parroco e si sono costituiti parte civile contro di lui, assistiti dall’avvocato Marta Michelon. Il religioso, nel frattempo, aveva lasciato Monselice subito dopo l’episodio al centro dell’inchiesta, in vista di un trasferimento in una nuova parrocchia dell’Alta. Non ha però mai raggiunto la nuova destinazione proprio per volontà del vescovo Claudio Cipolla che, dopo la vicenda di don Contin, ex parroco di San Lazzaro al centro di un caso di sesso altisonante, deve ora affrontare una nuova grana.

«Non appena appresa la notizia – spiega una nota diffusa ieri dal Vescovato -, lo scorso settembre 2016, la Diocesi è intervenuta con alcune decisioni, per prudenza e rispetto delle persone coinvolte e per permettere al sacerdote di potersi difendere. Pertanto in maniera preventiva il vescovo, già allora, aveva proceduto a sospendere alcuni passaggi previsti all’interno dei normali e consueti avvicendamenti dei parroci e aveva chiesto al sacerdote un periodo fuori Diocesi, in attesa della conclusione del processo a suo carico. Contemporaneamente è partita l’indagine canonica ed è stata informata la Santa Sede. Con l’avvio delle indagini a suo carico, reso noto al vescovo nei primi giorni di settembre 2016, per opportuna prudenza la nuova nomina è stata sospesa immediatamente e il presbitero è stato esonerato da qualsiasi incarico pastorale». Ieri mattina il giudice ha rinviato l’udienza preliminare a settembre, fissando già i due prossimi incontri: il 12 dovrà decidere se utilizzare o meno alcune intercettazioni telefoniche, conversazioni dell’imputato tra il suo psicoterapeuta e il suo padre confessore. Due settimane dopo, il 28, invece, sarà discusso l’abbreviato. «In attesa degli esiti processuali – conclude la nota - rimane amarezza e dolore, per questa vicenda che, se dimostrata, adombra l’opera silenziosa e preziosa di tanti sacerdoti dediti al servizio delle proprie comunità. Nello stesso tempo la Diocesi esprime vicinanza a tutte le persone e le comunità che stanno soffrendo per questa situazione».

21 luglio 2017

www.difesapopolo.it/Chiesa/Nuove-no...anche-una-donna

Nuove nomine del vescovo Claudio: tra i tanti preti anche una donna
È li secondo, corposo elenco di aggiornamenti degli incarichi pastorali che il vescovo Claudio, con il consiglio episcopale, rendono pubblico in questa estate 2016. Sono ben 22 i sacerdoti coinvolti in questa seconda tornata di nomine, ma certamente il dato che per primo salta all'occhio è il nuovo compito affidato a suor Francesca Fiorese delle suore operaie.

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Nuove nomine del vescovo Claudio: tra i tanti preti anche una donna
07/07/2016


Prosegue l’aggiornamento degli incarichi e delle destinazioni dei presbiteri diocesani definito in questi giorni dal vescovo Claudio.

Don Marco Galletti è stato nominato delegato per la pastorale cittadina, rimanendo parroco dell’unità pastorale all’Arcella in Padova. A Montagnana arriva come parroco don Lucio Monetti che lascia Caselle de’ Ruffi e prende il testimone da don Renzo Zecchin inviato come collaboratore nella comunità di Monselice.

Don Nicola De Rossi finora parroco di San Cosma di Monselice e don Alberto Pregno, finora vicario parrocchiale di Selvazzano Dentro e Caselle di Selvazzano Dentro, diventano rispettivamente parroco moderatore e parroco in solido delle parrocchie di Caselle de’ Ruffi, Sant’Angelo di Santa Maria di Sala e Murelle, nella prospettiva di costituire un’unica unità pastorale comprendente anche Villanova, dove continua il suo servizio di parroco don Massimo Nardo.

Don Andrea Pellegrini, parroco di Sant’Elena, diventa parroco anche di Granze. Don Mauro Ferraretto è nominato parroco di San Bortolo di Monselice con residenza a Schiavonia. A Padova don Lorenzo Voltolin, parroco di Voltabrusegana, diventa parroco anche di Mandria; don Fabio Moscato docente della Facoltà teologica del Triveneto, è nominato anche collaboratore a Mandria e Voltabrusegana. Don Aldo Manfrin è nominato parroco di San Cosma di Monselice, passando il testimone delle parrocchie di Pontelongo e San Lorenzo di Bovolenta a don Carlo Pampalon che lascia Calcroci.

A San Lorenzo di Bovolenta rimane comunque come rettore padre Renato Cappelletto. Don Ivano Salmaso saluta San Leopoldo Mandic di Ponte San Nicolò per diventare parroco di Calcroci e Lughetto. Don Paolo Bortolato da parroco dell’unità pastorale di Sant’Urbano diventa parroco di San Leopoldo Mandic e Rio di Ponte San Nicolò (da cui si ritira per raggiunti limiti di età don Giorgio Bonello).

Don Daniele Vignotto termina il suo incarico di vicario parrocchiale dell’unità pastorale di Sant’Urbano per diventare parroco in solido dell’unità pastorale di Zugliano, Grumolo Pedemonte e Centrale, di cui diventa parroco moderatore don Alessandro Spiezia. Cambio di parroco anche a Valdobbiadene dove arriva da San Domenico di Selvazzano Dentro don Francesco Santinon; mentre don Paolo Rizzato, presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, diventa parroco della comunità di San Paolo in Padova, che saluta don Francesco Tondello destinato a Roncaglia (don Sergio Penazzato si ritira per raggiunti limiti di età e rimane lì come collaboratore).

Don Mariano Rosillo, che sarà impegnato anche nel tribunale ecclesiastico, da vicario parrocchiale di Legnaro è nominato parroco di Sant’Ignazio in Padova. A Legnaro arriva come vicario parrocchiale don Alessandro Piran che lascia il suo incarico di assistente al seminario minore.

Novità anche negli uffici diocesani dove suor Francesca Fiorese, delle suore Operaie della santa casa di Nazareth, attualmente membro dell’équipe della cappellania San Giuseppe lavoratore alla Zip (zona industriale di Padova), è nominata direttrice dell’ufficio per la pastorale sociale.

Qui la precedente tornata di nomine.

www.duomomonselice.com/images/pdfs/...ttembre2016.pdf

Parrocchia di Santi Cosma e Damiano in Monselice

Parrocchia di Santi Cosma e Damiano in Monselice
Il parroco don Nicola de Rossi lascia la parrocchia di San Cosma.
Domenica 2 ottobre ore 10.30 S. Messa di ringraziamento e saluto
on Nicola da parte della comunità.

http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cro...elle-1.13766293

Don Monetti a settembre lascerà la comunità di Caselle
SANTA MARIA DI SALA. Don Lucio Monetti (in foto) lascerà a settembre la comunità di Caselle, che ha guidato negli ultimi undici anni diventando il parroco-istituzione del paese. Lo ha deciso il...

03 luglio 2016

SANTA MARIA DI SALA. Don Lucio Monetti (in foto) lascerà a settembre la comunità di Caselle, che ha guidato negli ultimi undici anni diventando il parroco-istituzione del paese. Lo ha deciso il Vescovo di Padova Claudio Cipolla, lasciando a don Lucio la comunicazione alla propria comunità durante le messe dello scorso weekend. Don Lucio andrà a guidare la comunità di Montagnana e verrà sostituito, nell’ottica delle nuove collaborazioni pastorali, da una coppia di giovani sacerdoti, don Nicola De Rossi, in arrivo dalla parrocchia dei Santi Cosma e Damiano di Monselice e don Alberto Pregno, finora cappellano a Caselle di Selvazzano. Insieme i due parroci seguiranno anche l’altra parrocchia salese guidata nell’ultimo periodo da don
Lucio, quella di Sant’Angelo e anche il centro vicariale di Villanova di Camposampiero e la parrocchia di Murelle. L’annuncio della partenza di don Lucio da Caselle ha lasciato rattristati molti parrocchiani, con i quali il parroco aveva stretto un legame proficuo di relazioni. (f.d.g)

03 luglio 2016

http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cro...nana-1.14182247

La Comunità saluta don Lucio Monetti andrà a Montagnana
CASELLE. La comunità saluta don Lucio Monetti (nella foto), che domenica lascerà la parrocchia di San Giacomo dopo 11 anni. Il parroco-istituzione del paese, protagonista della vita della frazione...

30 settembre 2016

CASELLE. La comunità saluta don Lucio Monetti (nella foto), che domenica lascerà la parrocchia di San Giacomo dopo 11 anni. Il parroco-istituzione del paese, protagonista della vita della frazione in questi anni, assumerà un nuovo incarico a Montagnana e sarà sostituito da don Alberto Pregno, nell’ottica dell’unità pastorale diocesana che comprende anche le parrocchie di Sant’Angelo, sempre in comune di Santa Maria di Sala e Murelle, in quello di Villanova di Camposampiero.
Non sarà un passaggio facile, anche perché insieme a don Alberto doveva arrivare un altro sacerdote, don Nicola De Rossi, che però ha rinunciato all’incarico. Così per i primi mesi, don Alberto sarà affiancato da due aiutanti, don Paolo Zaramella e don Cesare Contarini. Intanto Caselle si prepara a salutare don Lucio: la messa sarà domenica alle 10.30, seguita da un rinfresco e dai saluti della gente al suo parroco. Tra i tanti omaggi della comunità di Caselle e del consiglio
pastorale, uno verrà donato anche dall’Associazione carabinieri in congedo di Santa Maria di Sala: una medaglia d’argento del bicentenario dell’Arma, per ringraziare don Lucio, che in passato è stato anche cappellano militare, della sua presenza a ogni manifestazione del gruppo.(f.d.g.)

Edited by pincopallino2 - 4/10/2019, 15:08
 
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www.padovaoggi.it/cronaca/scandalo-...uglio-2017.html

Scandalo canonica, prete abusa di un minore nella Bassa Padovana 21 luglio 2017

Violenza sessuale su un 15enne: i fatti in canonica, accusato un prete della Bassa
Un religioso 40enne, già alla guida di una parrocchia del Monselicense, avrebbe fatto delle avances al minore, l'avrebbe palpeggiato, fatto sedere sulle sue gambe e mimanto l'atto sessuale. La vicenda è finita in tribunale dopo la denuncia dei fatti

Redazione
21 luglio 2017 08:50

Dopo lo scandalo della chiesa di San Lazzaro, con gli eccessi di don Contin, un altro prelato balza agli onori della cronaca. Questa volta le accuse sono ancora più pesanti perchè riguardano un ragazzo di appena 15 anni.

VIOLENZA IN CANONICA. Un quarantenne già alla guida di una parrocchia del Monselicense, avrebbe fatto delle avances al minore, l'avrebbe palpeggiato, fatto sedere sulle sue gambe e mimanto l'atto sessuale. La vicenda è finita in tribunale e giovedì ci sarebbe stata l'udienza preliminare.

GIUDIZIO. I fatti si riferirebbero ad un anno fa e sul caso sarebbe già intervenuta la diocesi, imponendo un anno sabbatico al prelato per essere poi destinato ad una parrocchia dell'Alta. Il 12 settembre verrà fatta chiarezza sull'utilizzabilità di alcune intercettazioni mentre il 28 è previsto il giudizio con rito abbreviato.

DIOCESI. "Amarezza e dolore per una vicenda che, se dimostrata, adombra l'opera silenziosa e preziosa di tanti sacerdoti dediti al servizio delle proprie comunità". È il commento della Diocesi di Padova in relazione ai fatti. Il sacerdote ha dato le dimissioni da parroco nel luglio 2016 ed è attualmente esonerato da ogni incarico.

http://www.diocesipadova.it/dichiarazione-...tero-diocesano/
Dichiarazione in merito al processo a carico di un presbitero diocesano

La redazione del sito della diocesi di Padova, ribadendo la sua vicinanza a tutte le persone coinvolte in questa dolorosa vicenda e auspicando che venga fatta piena verità e chiarezza sui fatti, riporta nella sua versione integrale la dichiarazione rilasciata ai quotidiani locali in data 20 luglio 2017:

“La Diocesi di Padova è a conoscenza di un procedimento penale nei confronti di un presbitero diocesano. Non appena appresa la notizia, lo scorso settembre 2016, è intervenuta con alcune decisioni, per prudenza e rispetto delle persone coinvolte e per permettere al sacerdote di potersi difendere.

Pertanto in maniera preventiva il vescovo, già allora, aveva proceduto a sospendere alcuni passaggi previsti all’interno dei normali e consueti avvicendamenti dei parroci e aveva chiesto al sacerdote un periodo fuori Diocesi, in attesa della conclusione del processo a suo carico. Contemporaneamente è partita l’indagine canonica ed è stata informata la Santa Sede.

Il presbitero, infatti, lo scorso luglio 2016, nella normalità degli avvicendamenti degli incarichi, aveva dato le dimissioni da parroco della comunità che guidava, in vista di una nuova destinazione che sarebbe diventata effettiva con settembre 2016.

Con l’avvio delle indagini a suo carico, reso noto al vescovo nei primi giorni di settembre 2016, per opportuna prudenza la nuova nomina è stata sospesa immediatamente e il presbitero è stato esonerato da qualsiasi incarico pastorale.

In attesa degli esiti processuali rimane amarezza e dolore, per questa vicenda che, se dimostrata, adombra l’opera silenziosa e preziosa di tanti sacerdoti dediti al servizio delle proprie comunità. Nello stesso tempo la Diocesi esprime vicinanza a tutte le persone e le comunità che stanno soffrendo per questa situazione”.

Edited by pincopallino2 - 13/9/2017, 23:22
 
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Monselice. Don Nicola De Rossi ammette abusi su minore in confessione, ma la prova è inutilizzabile

Le tecniche della Chiesa cattolica per proteggere i preti dalle condanne per pedofilia

www.ilgiornale.it/news/cronache/pre...va-1441208.html

Prete confessa stupro a padre spirituale. E il giudice non la usa come prova
Un parroco del Monselicense ammette la molestia ai danni di un chierichetto al telefono con il padre spirituale. Il giudice ferma l'udienza: non si può usare come prova

Rachele Nenzi - Mer, 13/09/2017 - 12:46

Si possono utilizzare, oppure no? Le intercettazioni telefoniche in cui il parroco "confessa" al proprio psicoterapeuta e al proprio padre spirtuale lo stupro di un bimbo minorenne, si possono usare in un processo? Oppure sono coperte dal segreto professionale e dal segreto del confessionale?


Sono queste le domande cui dovrà dare risposta il giudice di Padova, Margherita Brunello. Il pm che contesta il reato al parroco, Roberto Piccione, ha chiesto infatti di utilizzare quei nastri che considera necessari per condannare il prete. La difesa, invece, è contraria, sostenendo che non possano essere rese note le parole dette dall'imputato al proprio confessore.

Ma ecco i fatti. Nel luglio del 2016 un parroco del Monselicense viene denunciato dai genitori di un chirichetto per violenza sessuale. Il bimbo ha raccontato a casa che il suo prete lo avrebbe palpeggiato e posato sulle gambe, mimango un atto sessuale. Il don, per volontà del vescovo Claudio Cipolla, non è stato assegnato ad altra parrocchia. Ma il processo civile deve fare il suo corso. E così il pm di fronte al gip Cristina Cavaggion aveva chiesto di utilizzare quelle intercettazioni telefoniche tra l'imputato e il suo confessore, oltre che quelle con lo psicoterapeuta. Ma il Gip aveva rigettato la richiesta, sostenendo che fossero inutilizzabili in quanto - se rese pubbliche - avrebbero violato i segreti professionali.

E così di fronte al giudice monocratico, il magistrato accusatore ci ha riprovato. Chiedendo di poter usare quei nastri e condannare il prete.

www.vvox.it/2017/09/13/monselice-pd...azioni-rischio/

Monselice (Pd), parroco accusato di molestie: intercettazioni a rischio

13 settembre 2017
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Si è aperto ieri il processo in rito abbreviato contro un giovane parroco di Monselice (Padova), accusato di violenza sessuale su minore nei confronti di un chierichetto dopo la denuncia del padre, un suo ex parrocchiano. La testimonianza raccolta dai carabinieri risale al luglio del 2016, quando il parroco avrebbe allungato le mani su un adolescente, palpeggiandolo e spingendolo in modo tale da farselo sedere sopra, mimando poi un atto sessuale. Il ragazzino ha raccontato tutto ai genitori che hanno denunciato il fatto e si sono costituiti parte civile.

Fondamentali per l’accusa – riporta il Corriere Veneto – edizione di Padova a pagina 14 – diventano le intercettazioni delle telefonate tra il prete e il suo psicoterapeuta e quelle con il suo padre confessore. Conversazioni che per la difesa non possono essere utilizzate perché si violerebbe il segreto professionale e il segreto confessionale. Spetta ora al giudice decidere. In fase d’indagine il gip aveva sposato la tesi dell’inutilizzabilità, ora la procura ci riprova, sostenendo che le parole intercettate sono state dette al telefono e non nel segreto di un studio medico o di un confessionale.

www.padovaoggi.it/cronaca/parroco-v...embre-2017.html

Monselice
Parroco accusato di molestie su minore: le intercettazioni al centro dell'inchiesta
Secondo l'accusa i dialoghi telefonici tra il prete e il padre spirituale possono essere utilizzate nel processo, secondo la difesa devono essere distrutti, il 28 settembre si torna in aula

Redazione
13 settembre 2017 10:31

Le intercettazioni telefoniche sono al centro di un dibattito processuale per l’accusa di violenza sessuale su un minore mossa nei confronti dell’ex parroco di Monselice. Come riportano i quotidiani locali, secondo la difesa non possono essere utilizzate, secondo la pubblica accusa si.

INTERCETTAZIONI.
Al centro dell’inchiesta ci sarebbero le conversazioni tra il parroco, il padre confessore e lo psicoterapeuta che ce l’ha in cura. Secondo la pubblica accusa rappresentata al sostituto procuratore Roberto Piccione, durante le telefonate il prete avrebbe più volte ammesso le molestie. Martedì in aula, davanti al Gup Margherita Brunello, il pm ha insistito per l’utilizzo delle intercettazioni. Il legale del parroco, l’avvocato Paolo Marson ha chiesto invece la distruzione delle intercettazioni, appellandosi al segreto confessionale. Il Gup deciderà il prossimo 28 settembre.

LE MOLESTIE.
Secondo l’accusa, l’ex parroco di Monselice, di 40 anni, avrebbe molestato un ragazzino di quindici anni. L’inchiesta è partita dopo la denuncia dei genitori del giovane, attivo in parrocchia e che nel luglio del 2016 sarebbe stato palpeggiato dal prelato in oratorio. Tornato a casa il giovane avrebbe raccontato tutto ai genitori, che hanno sporto denuncia ai carabinieri. I militari poi hanno proceduto a sequestrare le intercettazioni telefoniche e ad avviare l’inchiesta.

Edited by pincopallino2 - 4/10/2019, 15:08
 
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Diocesi di Padova lo trasferisce e nasconde in altra parrocchia col complice segreto dell'anonimato

www.vvox.it/2017/09/22/padova-pedof...mesi-per-prete/
Vvox
Padova, pedofilia nel pc: 5 mesi per prete

22 settembre 2017

Scoppia un altro caso di pedofilia nella chiesa veneta. Un sacerdote di una parrocchia nel Padovano è stato condannato a 5 mesi di carcere (pena poi sospesa) per detenzione di immagini pedopornografiche. Le immagini, scrive Cristina Genesin sul Mattino a pagina 18, sono state scoperte nel pc del prete durante una perquisizione in canonica da parte degli investigatori.

Il pm ha chiesto una condanna a due anni, ma il gup non ha riconosciuto l’aggravante dell’ingente quantità e la pena è stata così ridotta. Interrogata sulla vicenda, la Diocesi di Padova si è trincerata dietro il silenzio stampa.

Edited by pincopallino2 - 4/10/2019, 15:07
 
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Padova. Protetto da complice anonimato si gode l'anno sabbatico in comunità. E non lo spretano

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cro...mesi-1.15884333

Padova, pedopornografia nel pc: prete condannato a 5 mesi
Il sacerdote ha chiesto il rito abbreviato, il pm aveva chiesto una pena di 2 anni
di Cristina Genesin

22 settembre 2017

PADOVA: Quelle orribili foto di bambini e adolescenti, immortalati in pose hard, archiviate in alcuni file custoditi nel pc o in supporti informatici sono spuntate durante una perquisizione in canonica eseguita dagli investigatori in occasione della notifica di un avviso di garanzia. Un avviso notificato a un parroco, già indagato per un altro grave reato nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla procura di Padova. Ieri per la detenzione del materiale recuperato nel fluido e imprevedibile mondo della rete, il sacerdote – all’epoca dei fatti titolare di una parrocchia nel Padovano – è stato condannato a 5 mesi di carcere con la concessione della sospensione condizionale della pena. Il pm Patrizia Ciccarese aveva chiesto una condanna a due anni, ma il gup lagunare Roberta Marchiori non ha riconosciuto l’aggravante dell’ingente quantità come richiesto dal difensore, il penalista padovano Paolo Marson.

Il filone d’indagine relativo a quelle immagini vietatissime è arrivato nella procura distrettuale veneziana in quanto competente per tutti i reati che riguardano la rete. Ma se è stata definita questa parte del procedimento penale, resta aperto il fronte padovano. Il sospetto è che il sacerdote condannato sia il parroco indagato per violenza sessuale a un ragazzino che frequentava l’oratorio. Un parroco al quale la Diocesi ha imposto un anno sabbatico, bloccando il suo trasferimento in un’altra parrocchia del territorio dov’era destinato: ora si trova ospite in una comunità in attesa di “regolare” il conto con la giustizia. E chiarire le sue responsabilità sulla vicenda della violenza che, al momento, è all’esame del giudice. Il prete, infatti, ha chiesto
di essere giudicato con rito abbreviato e l’udienza è in corso. E la Diocesi di Padova? Totale il silenzio sull’identità del prete condannato ieri a Venezia. Assoluto. «Non abbiamo dichiarazioni da fare» ha risposto la Curia attraverso l’ufficio stampa a una precisa richiesta.

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cro...nica-1.15636904

Quindicenne accusa il parroco: «Violenza sessuale in canonica»
Monselice, il prete respinge le accuse ma è stato allontanato. Il suo legale si batte per l’inutilizzabilità di alcune intercettazioni
di Carlo Bellotto

21 luglio 2017

MONSELICE. Violenza sessuale, accaduta in canonica, nei confronti di un quindicenne. È la pesante accusa che la Procura muove a un parroco quarantenne del Monselicense, che turba non poco la Chiesa padovana, che ancora stenta a riprendersi dalla triste vicenda di don Contin.
Anche se il vescovo Claudio Cipolla si è mosso nell’immediatezza dei fatti - sono accaduti nel luglio dello scorso anno - imponendo al sacerdote un anno sabbatico, bloccando di fatto la nomina verso una nuova parrocchia dell’Alta Padovana.
Si è svolta l’udienza preliminare, ma il giudice Margherita Brunello ha rinviato l’udienza a due date: il 12 settembre si deciderà in merito all’utilizzabilità di alcune intercettazioni telefoniche, che la difesa, rappresentata dall’avvocato Paolo Marson, ritiene vadano stracciate e il 28 settembre ci sarà invece il vero e proprio giudizio abbreviato.
Si tratta di un solo episodio: il quindicenne è in canonica quando don N.D.R. lo avrebbe palpeggiato al sedere, facendolo poi sedere sulle sue gambe, mimando l’atto sessuale.
Il ragazzo l’ha poi raccontato ai genitori che hanno deciso di sporgere denuncia ai carabinieri. Per la Procura - il pubblico ministero è Roberto Piccione - la vittima è considerata credibile. Il parroco e l’avvocato Marson respingono in toto le accuse, i fatti sarebbero stati completamente travisati. Non ci sarebbe stata nessuna intenzione a sfondo sessuale.
Il legale chiede l’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche: dopo la denuncia il telefono del parroco venne “ascoltato” e sono finite agli atti delle telefonate fatte dal prete a uno psicologo e al suo confessore.
Ci sarebbero frasi che non contestualizzate e in dialoghi di sfogo, assumerebbero un senso fuorviante. Poi l’avvocato Marson ha contestato il modo nel quale il minore è stato ascoltato nei mesi scorsi, a suo dire in spregio ai protocolli, senza l’ausilio di esperti, facendo delle domande suggestive, senza la modalità dell’incidente probatorio e senza l’audioregistrazione.
La famiglia del ragazzo è tutelata dall’avvocato Marta Michelon. Il parroco è rimasto in quella sede un paio d’anni, poi è stato destinato a una unità parrocchiale a una quarantina di chilometri. In base all’esito processuale
e agli accertamenti interni la Curia deciderà il suo futuro.
Il ricordo di molti parrocchiani è di un sacerdote preparato e carismatico, il ricordo che ha lasciato pare buono. Anche se di questi fatti si mormorava da un po’.

www.huffingtonpost.it/2017/09/22/av...ova_a_23219147/

Aveva immagini pedo-pornografiche sul computer, condannato a 5 mesi prete di Padova
Silenzio da parte della Curia. L'identità del sacerdote resta sconosciuta
22/09/2017 14:01 CEST | Aggiornato 16 minuti fa
Huffington Post

Il materiale era stato trovato dalla polizia nella sua abitazione, durante una perquisizione per un altro reato. Un reato grave, scrive Il mattino di Padova. Il sacerdote è stato condannato a cinque mesi di reclusione, ma non li sconterà. Ha ottenuto, infatti, la sospensione condizionale della pena.

Ieri per la detenzione del materiale recuperato nel fluido e imprevedibile mondo della rete, il sacerdote – all'epoca dei fatti titolare di una parrocchia nel Padovano – è stato condannato a 5 mesi di carcere con la concessione della sospensione condizionale della pena. Il pm Patrizia Ciccarese aveva chiesto una condanna a due anni, ma il gup lagunare Roberta Marchiori non ha riconosciuto l'aggravante dell'ingente quantità come richiesto dal difensore, il penalista padovano Paolo Marson.

L'identità del prete non è stata diffusa. Secondo alcuni potrebbe trattarsi del parroco accusato di aver violentato un ragazzino che frequentava l'oratorio.

Il sospetto è che il sacerdote condannato sia il parroco indagato per violenza sessuale a un ragazzino che frequentava l'oratorio. Un parroco al quale la Diocesi ha imposto un anno sabbatico, bloccando il suo trasferimento in un'altra parrocchia del territorio dov'era destinato: ora si trova ospite in una comunità in attesa di "regolare" il conto con la giustizia. E chiarire le sue responsabilità sulla vicenda della violenza che, al momento, è all'esame del giudice. Il prete, infatti, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato e l'udienza è in corso.

La curia padovana non ha voluto commentare l'accaduto.

Continua a leggere su Il Mattino di Padova.

Edited by pincopallino2 - 4/10/2019, 15:06
 
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Aveva immagini pedo-pornografiche sul computer, condannato a 5 mesi prete di Padova
Silenzio da parte della Curia. L'identità del sacerdote resta sconosciuta
22/09/2017 14:01 CEST | Aggiornato 16 minuti fa
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Il materiale era stato trovato dalla polizia nella sua abitazione, durante una perquisizione per un altro reato. Un reato grave, scrive Il mattino di Padova. Il sacerdote è stato condannato a cinque mesi di reclusione, ma non li sconterà. Ha ottenuto, infatti, la sospensione condizionale della pena.

Ieri per la detenzione del materiale recuperato nel fluido e imprevedibile mondo della rete, il sacerdote – all'epoca dei fatti titolare di una parrocchia nel Padovano – è stato condannato a 5 mesi di carcere con la concessione della sospensione condizionale della pena. Il pm Patrizia Ciccarese aveva chiesto una condanna a due anni, ma il gup lagunare Roberta Marchiori non ha riconosciuto l'aggravante dell'ingente quantità come richiesto dal difensore, il penalista padovano Paolo Marson.

L'identità del prete non è stata diffusa. Secondo alcuni potrebbe trattarsi del parroco accusato di aver violentato un ragazzino che frequentava l'oratorio.

Il sospetto è che il sacerdote condannato sia il parroco indagato per violenza sessuale a un ragazzino che frequentava l'oratorio. Un parroco al quale la Diocesi ha imposto un anno sabbatico, bloccando il suo trasferimento in un'altra parrocchia del territorio dov'era destinato: ora si trova ospite in una comunità in attesa di "regolare" il conto con la giustizia. E chiarire le sue responsabilità sulla vicenda della violenza che, al momento, è all'esame del giudice. Il prete, infatti, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato e l'udienza è in corso.

La curia padovana non ha voluto commentare l'accaduto.
 
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www.padovaoggi.it/cronaca/prete-acc...embre-2017.html

"Si" alle intercettazioni: chiesti 40 mesi per il parroco accusato di molestie su minore

Il sacerdote è accusato di aver toccato un ragazzino d 15 anni in canonica dopo pranzo nel luglio del 2016, i carabinieri nel pc hanno trovato anche immagini pedo-pornografiche

Redazione
29 settembre 2017 09:44

13 settembre 2017
“Si” del gup Margherita Brunello per l’utilizzo delle intercettazioni da parte del pm delle telefonate tra il prete accusato di violenza sessuale nei confronti di un minore e la sua psicoterapeuta. Come riportano i quotidiani locali, il 40enne ex sacerdote in una parrocchia di Monselice, ieri è andato a processo con rito abbreviato.

IL RISARCIMENTO.
In aula l’accusa ha chiesto tre anni e quattro mesi per il parroco. Il don non ha ammesso le sue colpe, dicendosi comunque dispiaciuto per la famiglia del ragazzo. Stando a una ricostruzione dei fatti, secondo l’accusa, in un pomeriggio di luglio del 2016, un 15enne è andato a pranzo dal parroco dopo che i genitori avevano dato il consenso e terminate le libagioni il sacerdote avrebbe chiesto al giovane di seguirlo in camera, toccandolo nelle parti intime e strusciandolo dopo averlo disteso sul letto. Tornato a casa, il 15enne è scoppiato in lacrime e i genitori sono andati a denunciare tutto ai carabinieri di Monselice che hanno fatto partire le indagini e le intercettazioni. Dentro al computer del sacerdote sono state trovate anche alcune immagini pedo-pornografiche, con gli atti poi mandati a Venezia, dove la procura di competenza sta indagando. Il sacerdote, condannato a 5 mesi con rito abbreviato lo scorso luglio, ha già risarcito la famiglia per 10mila euro, ma madre e padre del piccolo ne hanno chiesti 100mila.

Edited by pincopallino2 - 4/10/2019, 15:18
 
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Già condannato a 5 mesi per pedopornografia. Ma non lo hanno spretato

Abusi su 15enne. Pm: 3 anni e 4 mesi a don Nicola De Rossi da Monselice (PD)

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Prete in manette

http://www.padovaoggi.it/cronaca/prete-acc...embre-2017.html

Si" alle intercettazioni: chiesti 40 mesi per il parroco accusato di molestie su minore

Il sacerdote è accusato di aver toccato un ragazzino d 15 anni in canonica dopo pranzo nel luglio del 2016, i carabinieri nel pc hanno trovato anche immagini pedo-pornografiche

Redazione
29 settembre 2017 09:44

“Si” del gup Margherita Brunello per l’utilizzo delle intercettazioni da parte del pm delle telefonate tra il prete accusato di violenza sessuale nei confronti di un minore e la sua psicoterapeuta. Come riportano i quotidiani locali, il 40enne ex sacerdote in una parrocchia di Monselice, ieri è andato a processo con rito abbreviato.

IL RISARCIMENTO.
In aula l’accusa ha chiesto tre anni e quattro mesi per il parroco. Il don non ha ammesso le sue colpe, dicendosi comunque dispiaciuto per la famiglia del ragazzo. Stando a una ricostruzione dei fatti, secondo l’accusa, in un pomeriggio di luglio del 2016, un 15enne è andato a pranzo dal parroco dopo che i genitori avevano dato il consenso e terminate le libagioni il sacerdote avrebbe chiesto al giovane di seguirlo in camera, toccandolo nelle parti intime e strusciandolo dopo averlo disteso sul letto. Tornato a casa, il 15enne è scoppiato in lacrime e i genitori sono andati a denunciare tutto ai carabinieri di Monselice che hanno fatto partire le indagini e le intercettazioni. Dentro al computer del sacerdote sono state trovate anche alcune immagini pedo-pornografiche, con gli atti poi mandati a Venezia, dove la procura di competenza sta indagando. Il sacerdote, condannato a 5 mesi con rito abbreviato lo scorso luglio, ha già risarcito la famiglia per 10mila euro, ma madre e padre del piccolo ne hanno chiesti 100mila.
 
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view post Posted on 30/9/2017, 10:41

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www.polesine24.it/Detail_News_Displ...to-di-pedofilia

Le agghiaccianti intercettazioni del parroco accusato di pedofilia
Don N. reggeva una parrocchia nella bassa padovana, a due passi dal Polesine. E' accusato di violenza sessuale nei confronti di un 16enne. Al telefono raccontava: è stato tutto naturale...
venerdì 29 settembre 2017 17:48

Questa è la storia di don N., parroco in un centro della bassa padovana a pochi chilometri dal Polesine.

Don N. è accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di un ragazzo che all'epoca dei fatti aveva poco più di 15 anni. E ora rischia una condanna a 40 mesi di carcere. Questa la pena che il pm ha chiesto per il sacerdote, immediatamente spostato dalla parrocchia che reggeva ed ora ospite di una comunità.

La svolta è arrivata quando il giudice per le udienze prelimiari ha dato parere favorevole all'utilizzo delle intercettazioni effettuate nel corso delle indagini: telefonate tra il prete e la sua psicoterapeuta, e fra lo stesso prete e un altro sacerdote.

In aula il parroco non ha ammesso le sue colpe, dicendosi comunque dispiaciuto per la famiglia del ragazzo.

Stando all'accusa - come riporta Il Mattino di Padova - in un pomeriggio di luglio del 2016, un 15enne era andato a pranzo dal parroco con il consenso dei genitori. Ma una volta finito di mangiare il sacerdote aveva chiesto al giovane di seguirlo in camera, toccandolo nelle parti intime dopo averlo disteso sul letto. E ci fermiamo qui.

Tornato a casa, il 15enne aveva raccontato tutto ai genitori. Da qui la denuncia ai carabinieri di Monselice e le successive indagini.

Don N, tra l'altro, è già stato condannato nel luglio scorso a 5 mesi di carcere. Nel corso delle perquisizioni, infatti, dal suo computer erano saltate fuori immagini pedopornografiche (Leggi l'articolo https://www.polesine24.it/veneto/2017/09/2...ndannato-18144/ ).

Ma quello che più colpisce in questa storia sono i contenuti delle intercettazioni, riportare dal Mattino. Ad esempio dove dice di avere "solo giocato" e che tutto "è stato naturale".

Per lui il pm ha chiesto come detto 3 anni e 4 mesi di carcere oltre all'interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado e l'eventuale misura di sicurezza del divieto di avvicinamento a luoghi frequentati da minori.

https://www.polesine24.it/veneto/2017/09/2...ondannato-18144
Sei in » VenetoMateriale pedopornografico nel pc: prete condannato
La sentenza
94664
AAA22/09/2017 - 15:41
È stato condannato a cinque mesi di carcere (con la sospensione condizionale della pena) il sacerdote, titolare al tempo in una parrocchia del padovano (nella bassa padovana, secondo le informazioni filtrate all'epoca ma mai confermate ufficialmente per non incorrere in una pericolosa violazione della privacy delle vittime) accusato di avere scaricato nel proprio computer una grande quantità di immagini pedopornografiche.



Come riporta Il Mattino di Padova, 'allora parroco - oggi in una comunità per un "anno sabbatico" - è stato condannato ieri, con rito abbreviato, a Venezia (Procura competente per i reati compiuti sul web).



Il computer era arrivato nelle mani degli inquirenti in quanto sequestrato nell'ambito di un'altra inchiesta (che a sua volta aveva fatto un bel po' di scalpore).



Il pm Ciccarese aveva chiesto una condanna a due anni, ma il gup Roberta Marchiori non ha riconosciuto nei confronti del religioso l’aggravante della "grande quantità" di materiale pedopornografico conservato nel pc.

Edited by pincopallino2 - 4/10/2019, 15:17
 
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view post Posted on 3/10/2017, 16:56

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Già aveva patteggiato 5 mesi per pedopornografia. E non l'hanno spretato


Prete vampiro

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cro...cere-1.15936948
Padova, violenza sessuale sul ragazzino: prete condannato al carcere
"Vieni, andiamo a fare un pisolino" aveva detto il parroco al sedicenne
di Cristina Genesin

03 ottobre 2017

MONSELICE. Due anni e 8 mesi di carcere senza la sospensione della pena, anzi con le pene accessorie previste per il reato gravissimo di violenza sessuale nei confronti di un minore di 16 anni.
È la sentenza pronuciata dal gup padovano Margherita Brunello nei confronti dell’ex parroco di una chiesa di Monselice, don Nicola De Rossi, 40enne originario di Padova, chiamato anche a versare un risarcimento di 15 mila euro (10 mila già versati spontaneamente) alla famiglia del ragazzo (nato nel 2000) assistita dall’avvocato Marta Michelon.
Una sentenza emessa nell'ambito di un giudizio abbreviato che, per legge, prevede lo sconto di un terzo della pena.
Il pubblico ministero Roberto Piccione aveva chiesto 3 anni e 4 mesi. Il difensore (l’avvocato Paolo Marson) aveva ha negato ogni responsabilità del sacerdote presente in aula, insistendo sulla sua condotta cristallina, pur genericamente parlando di un pentimento e criticando l’attendibilità della vittima. Di tutt’altro avviso è stato il giudice.
A inchiodare l’ex parroco anche le intercettazioni telefoniche tra lui da una parte e, dall’altra, un’amica psicoterapeutica e un collega sacerdote.
«Tu dici che che è stato abbastanza naturale... Che avete solo giocato... Devi essere fedele a questa posizione» l’invito rivolto a don Nicola dall’amica. E con il sacerdote, don Nicola si era sfogato: «Mi faccio un po’ schifo... Mi domando come sono arrivato a una cosa del genere».
La violenza risale al luglio 2016 quando il ragazzino,
15 anni e mezzo, era stato invitato a pranzo dal parroco. «Facciamo un pisolino?» aveva detto il prete accompagnando la vittima in camera da letto. E lì si sarebbe consumata la violenza (nella vecchia formulazione della norma sarebbero stati molestie o atti sessuali).

03 ottobre 2017

http://corrieredelveneto.corriere.it/venez...ebb1dce9a.shtml

Padova, il prete pedofilo confessa
«Mi faccio schifo, come ho potuto?»
Il religioso accusato di aver abusato di un quindicenne, giorni fa era stato condannato a Venezia per detenzione di materiale pedo-pornografico
di Nicola Munaro

shadow
30
PADOVA «Mi faccio schifo, mi chiedo come sono arrivato a fare una cosa del genere». A parlare è don Nicola De Rossi, ex parroco di una comunità nel Monselicense. Dall’altra parte del telefono c’è quello che lui ritiene il suo padre spirituale. Con lui don Nicola si lascia andare e ragiona sull’accusa di violenza sessuale che giovedì mattina ha portato il pubblico ministero Roberto Piccione a chiedere la condanna a 3 anni e 4 mesi del sacerdote. Il parroco racconta di un «rapporto alla dispari» con un ragazzino di quindici anni che nel luglio 2016 l’ha denunciato ai carabinieri di Monselice. Sono queste le due intercettazioni a cui il giudice dell’udienza preliminare Margherita Brunello ha dato il via libera giovedì mattina, prima di far continuare il processo in abbreviato contro il don.
Il nodo intercettazioni
La decisione del gup infatti era la prima cosa attesa dell’intera mattinata: sull’utilizzabilità o meno delle intercettazioni tra il sacerdote imputato, il suo padre spirituale e la sua amica e psicoterapeuta, accusa e difesa (l’avvocato Paolo Marson) si sono date battaglia per la bellezza di due udienze. Da una parte la teoria della procura secondo cui quelle erano semplici chiacchierate; dall’altra la tesi della difesa per cui le parole dette da don De Rossi rientravano nel segreto professionale della psicoterapeuta e in quello ecclesiastico del padre spirituale. A sbrogliare la matassa è stata quindi l’ordinanza del gup che dando il disco verde all’inserimento delle intercettazioni nel fascicolo processuale ha precisato che non si tratta di conversazioni legate a un incarico professionale, piuttosto di dialoghi tra amici», facendo segnare così il primo punto all’accusa. Che da lì è partita nel ricostruire i fatti come raccontati prima ai genitori prima e poi ai carabinieri dal quindicenne, ex chierichetto.
La ricostruzione
L’adolescente che pranza a casa del sacerdote come aveva fatto altre volte in tutta serenità, il don che dopo pranzo lo invita a letto con lui e inizia a palpeggiarlo facendolo salire sul proprio bacino e lui, il ragazzino, che scappa a casa in lacrime e impaurito. I genitori, scossi, che vanno dai carabinieri e fanno scattare la scintilla che ha portato tutti fino a qui, all’udienza di giovedì. Le fondamenta dell’impianto accusatorio il pm le ha poggiate sulle intercettazioni con il padre spirituale («Mi faccio schifo….» e «E’ un rapporto alla dispari») e con la psicoterapeuta che gli risponde «se tu dici che avete giocato, devi essere fedele a questa posizione». L’udienza, prima del rinvio per la difesa, è stata chiusa dall’avvocato Marta Michelon che tutela la famiglia del ragazzino e ha chiesto un risarcimento da 100 mila euro, 40 mila in provvisionale tenendo presente l’acconto da 10 mila euro che il sacerdote (condannato giorni fa a Venezia a 5 mesi per detenzione di immagini pedopornografiche) ha già versato sul conto corrente dei genitori del ragazzino. E a loro si è rivolto sempre giovedì don Nicola quando ha chiesto scusa per il dolore arrecato alla famiglia del ragazzo. Poi l’udienza si è chiusa in attesa del prossimo appuntamento.
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29 settembre 2017 (modifica il 3 ottobre 2017 | 16:34)
 
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http://www.tgpadova.it/pages/624458/cronac...vo_cipolla.html

CONDANNATO PRETE PEDOFILO
Prete pedofilo,le parole
del Vescovo Cipolla

04/10/2017 08:12
Dopo la condanna dell’ex parroco di Monselice a 2 anni e 8 mesi per violenza sessuale su un 15enne in Vescovo Cipolla interviene con una nota: “Apprendo che un presbitero della Chiesa di Padova è stato condannato, oggi, in primo grado di giudizio in merito alle accuse che gli erano state mosse. Questa notizia mi addolora profondamente e addolora l'intera Chiesa padovana. Sono vicino al minore e alla sua famiglia, a cui avevo già espresso con una lettera privata la sofferenza e il turbamento per questa vicenda, non essendo stato opportuno un incontro personale durante le fasi processuali. Se come Chiesa ci siamo mossi tempestivamente, non appena informati dell'indagine e del procedimento a carico di questo sacerdote (sollevandolo prudenzialmente dall'incarico di parroco e attuando tutti i passi previsti sul piano canonico), ciò non ci toglie l'amarezza e il disagio che proviamo. Dolore per la vittima e la sua famiglia, segnate da questa esperienza, a cui ribadiamo il forte dispiacere e la vicinanza. Dolore per un presbitero che ha disatteso il suo ruolo, anche educativo e formativo, per la sua famiglia e per la comunità che guidava, che proprio recentemente ho incontrato in occasione della festa del santo patrono. Dolore per il sospetto e il discredito che fatti di questa natura gettano, purtroppo e ingiustamente, anche su quanti operano quotidianamente in fedeltà al Vangelo”.

 
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Ma poi ci ripensa e chiede che l'intercettazione sia cancellata: doppia condanna, ma non andrà in carcere


http://corrieredelveneto.corriere.it/venez...ebb1dce9a.shtml

Padova, il prete pedofilo confessa
«Mi faccio schifo, come ho potuto?»
Il religioso accusato di aver abusato di un quindicenne, giorni fa era stato condannato a Venezia per detenzione di materiale pedo-pornografico
di Nicola Munaro

PADOVA «Mi faccio schifo, mi chiedo come sono arrivato a fare una cosa del genere». A parlare è don Nicola De Rossi, ex parroco di una comunità nel Monselicense. Dall’altra parte del telefono c’è quello che lui ritiene il suo padre spirituale. Con lui don Nicola si lascia andare e ragiona sull’accusa di violenza sessuale che giovedì mattina ha portato il pubblico ministero Roberto Piccione a chiedere la condanna a 3 anni e 4 mesi del sacerdote. Il parroco racconta di un «rapporto alla dispari» con un ragazzino di quindici anni che nel luglio 2016 l’ha denunciato ai carabinieri di Monselice. Sono queste le due intercettazioni a cui il giudice dell’udienza preliminare Margherita Brunello ha dato il via libera giovedì mattina, prima di far continuare il processo in abbreviato contro il don.
Il nodo intercettazioni
La decisione del gup infatti era la prima cosa attesa dell’intera mattinata: sull’utilizzabilità o meno delle intercettazioni tra il sacerdote imputato, il suo padre spirituale e la sua amica e psicoterapeuta, accusa e difesa (l’avvocato Paolo Marson) si sono date battaglia per la bellezza di due udienze. Da una parte la teoria della procura secondo cui quelle erano semplici chiacchierate; dall’altra la tesi della difesa per cui le parole dette da don De Rossi rientravano nel segreto professionale della psicoterapeuta e in quello ecclesiastico del padre spirituale. A sbrogliare la matassa è stata quindi l’ordinanza del gup che dando il disco verde all’inserimento delle intercettazioni nel fascicolo processuale ha precisato che non si tratta di conversazioni legate a un incarico professionale, piuttosto di dialoghi tra amici», facendo segnare così il primo punto all’accusa. Che da lì è partita nel ricostruire i fatti come raccontati prima ai genitori prima e poi ai carabinieri dal quindicenne, ex chierichetto.
La ricostruzione
L’adolescente che pranza a casa del sacerdote come aveva fatto altre volte in tutta serenità, il don che dopo pranzo lo invita a letto con lui e inizia a palpeggiarlo facendolo salire sul proprio bacino e lui, il ragazzino, che scappa a casa in lacrime e impaurito. I genitori, scossi, che vanno dai carabinieri e fanno scattare la scintilla che ha portato tutti fino a qui, all’udienza di giovedì. Le fondamenta dell’impianto accusatorio il pm le ha poggiate sulle intercettazioni con il padre spirituale («Mi faccio schifo….» e «E’ un rapporto alla dispari») e con la psicoterapeuta che gli risponde «se tu dici che avete giocato, devi essere fedele a questa posizione». L’udienza, prima del rinvio per la difesa, è stata chiusa dall’avvocato Marta Michelon che tutela la famiglia del ragazzino e ha chiesto un risarcimento da 100 mila euro, 40 mila in provvisionale tenendo presente l’acconto da 10 mila euro che il sacerdote (condannato giorni fa a Venezia a 5 mesi per detenzione di immagini pedopornografiche) ha già versato sul conto corrente dei genitori del ragazzino. E a loro si è rivolto sempre giovedì don Nicola quando ha chiesto scusa per il dolore arrecato alla famiglia del ragazzo. Poi l’udienza si è chiusa in attesa del prossimo appuntamento.
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29 settembre 2017 (modifica il 3 ottobre 2017 | 16:34)

http://corrieredelveneto.corriere.it/padov...2757b864d.shtml
Padova, palpeggiò chierichetto
Prete condannato a due anni
Il vescovo: «Sono addolorato»
Don Nicola De Rossi, ex parroco del Monselicense, intercettato dagli inquirenti disse: «Mi faccio schifo»
di Nicola Munaro

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PADOVA Don Nicola De Rossi, ex parroco di una comunità nel Monselicense, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi dal giudice dell’udienza preliminare Margherita Brunello. Il sacerdote, che è stato processato con il rito abbreviato, era accusato dal pubblico ministero Roberto Piccione di violenza sessuale nei confronti di un quindicenne della parrocchia. Secondo quanto denunciato ai carabinieri dalla vittima, in un pomeriggio del luglio 2016 il ragazzino era stato invitato a casa del sacerdote per pranzo.
La storia
Non era nemmeno la prima volta che i due pranzavano assieme, solo che in quell’unica occasione, dopo aver pranzato, il don aveva invitato nel suo letto il giovane, ex chierichetto. E sotto le coperte il parroco aveva iniziato a palpeggiare il ragazzino, facendolo anche salire sul proprio bacino. A quel punto il quindicenne, conscio di quanto stava accadendo, è corso a raccontare il tutto a casa e poi ai carabinieri. Fondamentali nella costruzione dell’accusa, le intercettazioni ammesse dal giudice in cui il sacerdote – chiacchierando con un’amica psicoterapeuta e con il padre spirituale, ma al di fuori di sedute professionali o confessione, come chiarito dal giudice – aveva ammesso: «Mi faccio un po’ schifo insomma, mi chiedo come sono arrivato a una cosa del genere».
Il dolore del vescovo
«Questa notizia mi addolora profondamente e addolora l’intera Chiesa padovana», ha detto il vescovo Claudio Cipolla. «Sono vicino al minore e alla sua famiglia, a cui avevo già espresso con una lettera privata la sofferenza e il turbamento per questa vicenda. Se come Chiesa ci siamo mossi tempestivamente, non appena informati dell’indagine e del procedimento a carico di questo sacerdote (sollevandolo prudenzialmente dall’incarico di parroco e attuando tutti i passi previsti sul piano canonico), ciò non ci toglie l’amarezza e il disagio che proviamo. Dolore per la vittima e la sua famiglia, segnate da questa esperienza, a cui ribadiamo il forte dispiacere e la vicinanza. Dolore per un presbitero che ha disatteso il suo ruolo, anche educativo e formativo, per la sua famiglia e per la comunità che guidava. Dolore per il sospetto e il discredito che fatti di questa natura gettano, purtroppo e ingiustamente, anche su quanti operano quotidianamente in fedeltà al Vangelo».
3 ottobre 2017 (modifica il 3 ottobre 2017 | 19:51)
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Aveva immagini pedo-pornografiche sul computer, condannato a 5 mesi prete di Padova
Silenzio da parte della Curia. L'identità del sacerdote resta sconosciuta
22/09/2017 14:01 CEST | Aggiornato 22/09/2017 14:01 CEST
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Il materiale era stato trovato dalla polizia nella sua abitazione, durante una perquisizione per un altro reato. Un reato grave, scrive Il mattino di Padova. Il sacerdote è stato condannato a cinque mesi di reclusione, ma non li sconterà. Ha ottenuto, infatti, la sospensione condizionale della pena.

Ieri per la detenzione del materiale recuperato nel fluido e imprevedibile mondo della rete, il sacerdote – all'epoca dei fatti titolare di una parrocchia nel Padovano – è stato condannato a 5 mesi di carcere con la concessione della sospensione condizionale della pena. Il pm Patrizia Ciccarese aveva chiesto una condanna a due anni, ma il gup lagunare Roberta Marchiori non ha riconosciuto l'aggravante dell'ingente quantità come richiesto dal difensore, il penalista padovano Paolo Marson.

L'identità del prete non è stata diffusa. Secondo alcuni potrebbe trattarsi del parroco accusato di aver violentato un ragazzino che frequentava l'oratorio.

Il sospetto è che il sacerdote condannato sia il parroco indagato per violenza sessuale a un ragazzino che frequentava l'oratorio. Un parroco al quale la Diocesi ha imposto un anno sabbatico, bloccando il suo trasferimento in un'altra parrocchia del territorio dov'era destinato: ora si trova ospite in una comunità in attesa di "regolare" il conto con la giustizia. E chiarire le sue responsabilità sulla vicenda della violenza che, al momento, è all'esame del giudice. Il prete, infatti, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato e l'udienza è in corso.

La curia padovana non ha voluto commentare l'accaduto.

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Edited by pincopallino2 - 4/10/2019, 15:05
 
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view post Posted on 6/10/2017, 13:54

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Condannato per violenza ma per ora resta prete
Continua l’indagine aperta nell’estate 2016 dal Tribunale ecclesiastico diocesano Don Nicola De Rossi, già parroco nel Monselicense, non ha però alcun incarico
di Claudio Baccarin
05 ottobre 2017

MONSELICE. Sarà un quarantesimo compleanno amaro quello che don Nicola De Rossi, già parroco di una comunità del Monselicense, festeggerà domenica. La condanna a due anni e otto mesi di carcere, in primo grado, per il reato di violenza sessuale su un minore di sedici anni, pronunciata martedì dal gup di Padova Margherita Brunello, si va infatti ad aggiungere a quella a cinque mesi, emessa il 21 settembre, per detenzione di materiale pedopornografico.

Certo, la sentenza del gup diventerà un capitolo fondamentale nell’indagine che il Tribunale ecclesiastico diocesano di Padova - di cui è vicario giudiziale monsignor Tiziano Vanzetto - ha aperto nell’estate del 2016, ma non c’è comunque da attendersi un immediato riscontro in termini di provvedimenti da parte dell’autorità ecclesiastica. A luglio dell’anno passato don Nicola De Rossi era stato indicato come parroco moderatore delle comunità di Caselle de’ Ruffi, Sant’Angelo di Maria di Sala e di Murelle (in provincia di Venezia), nella prospettiva di costituire un’unica unità pastorale con Villanova. Ma a settembre, prima di diventare operativa, la nomina era stata sospesa.

«Come Chiesa» ha ricordato martedì il vescovo monsignor Claudio Cipolla, esprimendo il suo dolore e, nel contempo, la vicinanza al minore oggetto di violenza «ci siamo mossi tempestivamente, non appena informati dell’indagine e del procedimento a carico di questo sacerdote, sollevandolo prudenzialmente dall’incarico e attuando tutti i passi previsti sul piano canonico».

Insomma, don Nicola De Rossi, ordinato nel 2002 e assegnato all’inizio del suo mandato alla parrocchia del Duomo di Asiago, è e resta sacerdote a tutti gli effetti, anche se non ha alcun incarico pastorale. Solo quando l’indagine canonica avrà fatto il suo percorso, potrà essere valutato un eventuale provvedimento di sospensione a divinis (così come previsto dal canone 1333 del Codice di diritto canonico).

Il Tribunale ecclesiastico diocesano potrebbe anche prendere in considerazione il canone 1395 (contenuto nel titolo V, rubricato “Delitti contro obblighi speciali”). In particolare viene sancito che «il chierico che abbia commesso altri delitti contro il sesto precetto del Decalogo (“non commettere atti impuri”), se invero il delitto sia stato compiuto con violenza, o minacce, o pubblicamente, o con un minore al di sotto dei 16 anni, sia punito con giuste pene, non esclusa la dimissione dallo stato clericale, se il caso lo comporti».

Edited by pincopallino2 - 4/10/2019, 15:03
 
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view post Posted on 4/10/2019, 14:02

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https://twnews.it/it-news/padova-prete-inv...annato-a-2-anni

Padova, prete invita chierichetto 15enne a pranzo e abusa di lui: condannato a 2 anni
Due anni e un mese di reclusione, è questa la sentenza di condanna emessa nel processo di secondo grado nei confronti di don Nicola De Rossi, ex parroco di Monselice, in provincia di Padova, accusato di violenza sessuale su minore di 16 anni dopo aver molestato e palpeggiato un chierichetto minorenne della sua parrocchia da cui poi è stato allontanato. Una pena dunque ridotta rispetto alla sentenza di primo grado emessa due anni fa e che lo aveva visto condannato a otto anni e otto mesi di reclusione. Il prete aveva già beneficiato dello sconto di un terzo della pena in primo grado perché aveva scelto il processo con rito abbreviato. L'impianto accusatorio è stato sostanzialmente confermato anche in appello ma fondamentale nella decisione di ridurre ulteriormente la pena del Tribunale veneto è stata la scelta dello stesso parroco di risarcire la vittime e i familiari prima della conclusione del processo e di svolgere volontariato. Alla famiglia del ragazzino è andato un risarcimento di 15 mila euro.

I fatti contestati al prete risalgono al luglio del 2016, quando la vittima allora 15enne aveva deciso di accettare l'invito a pranzo del suo parroco. La famiglia aveva accettato volentieri visto che il ragazzo già faceva il chierichetto ed era molto affezionato a quel prete quarantenne. Dopo il pasto però si è consumata l'aggressione sessuale. Il religioso ha fatto salire il quindicenne nella sua camera da letto, lo ha fatto sdraiare sul letto e infine lo ha toccato nelle parti intime strusciandosi su di lui. Molestie sessuali e palpeggiamenti davanti ai quali l'adolescente è scappato spaventato e in lacrime, rifugiandosi a casa dove poi ha raccontato quanto era accaduto ai genitori. Da qui l'inchiesta con intercettazioni telefoniche che si sono rivelate fondamentali.

Ad incastrare don Nicola infatti sono state le sue stesse conversazioni con un’amica psicoterapeuta e un collega sacerdote durante le quali ha ammesso tutto. Mi faccio un po’ schifo… Mi domando come sono arrivato a una cosa del genere", si era sfogato il parroco. "Tra noi non è un rapporto alla pari, ma alla dispari…" aveva detto poi all'amico. Dopo la denuncia e l'inchiesta dei carabinieri, il parroco è stato prima trasferito in un'altra parrocchia e poi è stato sospeso dalla Diocesi di Padova.
 
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view post Posted on 4/10/2019, 14:10

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www.ilgazzettino.it/nordest/padova...ia-4776339.html

Parroco abusa del ragazzino dopo pranzo, sconto in Appello

MONSELICE È stata parzialmente confermata anche in Appello la condanna al prete di Monselice, don Nicola De Rossi, per violenza sessuale nei confronti di un minore. Il religioso, in primo grado era stato condannato a due anni e otto mesi. I giudici lagunari gli hanno ridotto la pena a due anni e un mese, perchè ha spiegato alla corte di fare volontariato e perchè ha già risarcito la famiglia del bambino con 15 mila euro. Quel pomeriggio del luglio del 2016, il ragazzino di 15 anni è andato a pranzo con il suo parroco. Aveva avvisato papà e mamma, e loro gli hanno dato il consenso perchè di quel prete si fidavano. Ma dopo avere mangiato la situazione è degenerata.
Il religioso ha invitato il quindicenne nella sua camera da letto. Lo ha fatto sdraiare sul letto, lo ha toccato nelle parti intime e si è strusciato su di lui. Il ragazzino, disperato e in lacrime, è corso a casa e ha raccontato tutto ai genitori. Papà e mamma non hanno perso tempo e si sono recati alla stazione dei carabinieri di Monselice per presentare la denuncia. Così sono scattate le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Roberto Piccione, e il sacerdote è stato intercettato al telefono in più momenti. La telefonata che ha incastrato il don è quella effettuata con un amico: «...Come ho fatto a ridurmi così, mi faccio schifo...» aveva confidato il prete al conoscente. E poi c’è quella telefonata tra il don padovano e la psicoterapeuta. La donna lo ha consolato dicendogli: «...Se è stato un gioco allora prosegui su questa strada...». E poi ancora all’amico sacerdote «...Tra noi non è un rapporto alla pari, ma alla dispari...». Il prete era già stato sospeso su ordine del vescovo da ogni incarico pastorale. Don Nicola De Rossi, 42 anni, era stato ordinato nel 2002 ed era stato assegnato al Duomo di Asiago in provincia di Vicenza. A luglio del 2016 era stato indicato come parroco moderatore della comunità di Caselle de’ Ruffi, Sant’Aneglo di Maria di Sala e Murelle nella provincia di Venezia. L’obiettivo era quello di costituire un’unica unità pastorale con Villanova. Ma a settembre sempre del 2016, quando la storia era emersa, la sua nomina è stata subito sospesa. L’ex parroco aveva passato altri guai, perchè gli inquirenti nel computer gli trovarono e sequestrarono del materiale pedopornografico.
Venerdì 4 Ottobre 2019, 10:52

Edited by pincopallino2 - 4/10/2019, 16:53
 
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