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Vaticano. Orgia gay con droga, arrestato mons. Capozzi, segretario del card. Coccopalmerio, Ricoverato in clinica Pio XI. Le stanze dell'Inquisizione, laido postribolo per monsignori omosessuali drogati.

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view post Posted on 28/6/2017, 13:50

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Ricoverato in clinica. Le stanze dell'Inquisizione, laido postribolo per monsignori omosessuali drogati.

san_pietro
S. Pietro

www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/2...ffizio/3691426/



Vaticano, fermato un monsignore: festini gay e droga al Palazzo dell’ex Sant’Uffizio

Il segretario di un importante cardinale colto in flagrante dalla Gendarmeria della Santa sede e spedito a disintossicarsi nel riserbo più assoluto. La lussuosa auto con targa d'Oltretevere lo avrebbe protetto dai controlli della polizia italiana. Il religioso era in predicato di diventare vescovo, ma la nomina è stata fermata. Papa Francesco furioso
di Francesco Antonio Grana | 28 giugno 2017

Un festino gay a base di droga. È quello che hanno scoperto gli uomini della Gendarmeria vaticana in un blitz all’interno di un appartamento nel Palazzo dell’ex Sant’Uffizio. Proprio lì dove per un quarto di secolo l’allora cardinale Joseph Ratzinger ha svolto il suo incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede prima di essere eletto Papa. L’inquilino dell’appartamento, stando a quanto raccontano in Vaticano, è un monsignore che svolge le mansioni di segretario di un importante porporato a capo di un dicastero della Curia romana. L’uomo, subito fermato dalla Gendarmeria, è stato prima ricoverato per un breve periodo nella clinica romana Pio XI per disintossicarsi dalle sostanze stupefacenti, e attualmente si trova in ritiro spirituale in un convento in Italia.

In Vaticano bocche cucite o quasi sull’operazione delicatissima svolta dagli uomini comandati da Domenico Giani. Qualcuno si lascia scappare di essersi lamentato più volte per un continuo via vai dal portone di ingresso, la sera, di persone che erano abituali frequentatori del monsignore fermato. All’interno dei sacri palazzi spiegano che l’appartamento dove si consumavano i festini a luci rosse a base di droga non doveva essere assegnato al segretario di un capo dicastero. Si tratta, infatti, di un’abitazione riservata ai superiori: prefetti, presidenti o segretari della Curia romana e non semplici monsignori. Così come aveva destato diversi malumori che il presule in questione avesse una macchina lussuosa con la targa della Santa Sede. Anche questo è un privilegio riservato ad alti prelati. Evidentemente, come emerso anche da alcune ricostruzioni fatte in Vaticano, era proprio questo veicolo che consentiva al suo proprietario di trasportare la droga senza essere mai fermato dalla polizia italiana.

Si racconta di un Papa a dir poco infuriato quando, dopo che era arrivata la soffiata ed era stata decisa l’operazione della Gendarmeria, ha saputo che il monsignore era stato beccato sul fatto. Tra i condomini del Palazzo dell’ex Sant’Uffizio l’imbarazzo è diffuso, ma anche la rassicurazione che, almeno per il momento, tornerà a regnare un po’ di tranquillità nell’edificio. Il suo ingresso principale, infatti, dà direttamente su piazza del Sant’Uffizio che è già territorio italiano ed è fuori da ogni controllo delle Guardie Svizzere e della Gendarmeria. Chiunque, di giorno e di notte, può entrare liberamente in Vaticano da questo accesso senza subire alcun controllo e senza ovviamente essere schedato. Una location perfetta per godere dei privilegi dell’extraterritorialità senza però dover sottostare né ai controlli dello Stato italiano, né a quelli della Città del Vaticano.

Risolta, per usare un eufemismo, la vicenda a dir poco incresciosa del monsignore, resta da chiarire la posizione del cardinale di cui era segretario. “Possibile che non si sia mai accorto di nulla? Eppure diceva che lavoravano insieme fino a tardi”, si lascia scappare ancora un alto prelato. Si vocifera che, considerando anche l’età del porporato che ha ampiamente superato i 75 anni, ovvero l’età canonica delle dimissioni, Francesco abbia deciso di accelerarne il pensionamento anche a causa degli ultimi avvenimenti. “Aveva proposto il suo segretario per l’episcopato. Fortuna che non lo hanno nominato vescovo. Ora che cosa sarebbe successo?”, è la considerazione di un presule condivisa anche da altri confratelli. Ma qualcuno ha fermato questa nomina prima che fosse troppo tardi.

di Francesco Antonio Grana | 28 giugno 2017

Edited by pincopallino2 - 22/9/2019, 23:40
 
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tanaca
view post Posted on 28/6/2017, 19:39




poveretto... un po di svago PRIMA DI MORIRE DOPO UNA VITA DI RINUNCE,,,,
 
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view post Posted on 29/6/2017, 18:23

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http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vati...io-2532960.html

Altri guai per Bergoglio, in Vaticano il caso del monsignore gay e cocainomane

di Franca Giansoldati
CITTA' DEL VATICANO Per non dare altri dispiaceri al Papa, in Vaticano c'è chi ha cercato di tenere sotto chiave la devastante notizia riguardante un giovane prete gay e cocainomane. Di per sé la vicenda avrebbe molto del boccaccesco se non fosse problematica per il modo in cui al di là del Tevere è stata gestita. Circa un paio di mesi fa la gendarmeria vaticana, dopo verifiche e controlli incrociati, è riuscita a mettere le mani sullo spaccio di cocaina in un palazzo della Santa Sede. A casa di un monsignore, segretario di un importante cardinale molto vicino a Papa Francesco, a seguito di una perquisizione, vengono trovati alcuni grammi di polvere bianca. Il resto che fuoriesce da quella vicenda è uno spaccato umano piuttosto squallido e scivoloso. L'uso personale della droga serviva al monsignore durante i suoi incontri omosessuali. Una storia personale di estrema solitudine, disagio psicologico, mancanza di equilibrio tra il ruolo sacerdotale ricoperto e l'incapacità di reggerne le responsabilità.

La droga aveva fatto di questo prete un tossicodipendente, tanto che dopo l'arresto venne spedito a disintossicarsi per alcune settimane in una clinica romana. Nel frattempo ai vertici del Vaticano si apriva un sofferto dibattito su come gestire l'imbarazzante caso. Da un lato perché il prete è segretario di un influente porporato, dall'altro perché in qualche modo il ragazzo andava punito per una condotta scandalosa, in un momento storico in cui il pontificato non ha di certo bisogno di altre batoste. Insomma occorreva intervenire al più presto e nello stesso tempo aiutarlo con fermezza.

Così, su pressione del porporato, dopo il periodo in clinica, il sacerdote viene spedito a purificarsi e a meditare in un convento. Quale? Montecassino. In Vaticano a molti la scelta di Montecassino ha sollevato parecchie perplessità, visto che fino a qualche tempo fa lì ci viveva Pietro Vittorelli, l'ex abate di Montecassino, rinviato a giudizio per aver prelevato 500mila euro dai conti del monastero benedettino: invece di essere destinati alle opere di carità i soldi andavano a pagare viaggi e i soggiorni all'estero in compagnia di amici. Nelle chat sul suo telefonino Vittorelli scriveva che andava in Brasile a «cercare cazzi». Ma tant'è. Il giovane monsignore nel frattempo peggiorava a vista d'occhio, la sua salute, secondo i medici era in pericolo, si stava riducendo a pelle e ossa, così hanno suggerito al Vaticano un nuovo ricovero, stavolta al Gemelli, al reparto malattie infettive. Il Papa è abbattuto e addolorato. A volte il criterio della misericordia difficilmente si applica alla giustizia canonica.
Giovedì 29 Giugno 2017 - Ultimo aggiornamento: 19:07
 
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view post Posted on 2/7/2017, 06:34

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http://www.gaynews.it/primo-piano/item/640...re-e-media.html

28 June 2017

Francesco Lepore

Primo Piano
vaticano chem sex sant'uffizio papa bergoglio papa francesco Gay
Orge e droghe in Vaticano, perché una notizia di 4 mesi fa giova a Papa Francesco
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La notizia del monsignore che, dimorante nel Palazzo del Sant’Uffizio, è stato allontanato per orge a base di cocaina ha fatto in breve il giro del mondo. Una vicenda boccaccesca che, se da una parte fa sorridere per taluni particolari, dall’altra apre il campo a un’ampia riflessione. Viene in primo luogo da chiedersi perché un fatto avvenuto quattro mesi fa viene dato in pasto all’opinione pubblica solo oggi e, per giunta, nel giorno del Concistoro.

Prima di rispondere, è necessario riassumere l’accaduto anche per ampliare la narrazione offertane da Il Fatto Quotidiano. E chiarire, innanzitutto, che si tratta dell’oramai ex segretario del cardinale Francesco Coccopalmerio. Dato essenziale per capire il perché d’una certa narrazione giornalistica. Il sacerdote lavorava da decenni presso il dicastero retto dal porporato lombardo ed era noto per una certa affezione a una “purezza dottrinaria” non meno di quella per vesti liturgiche, pizzi e merletti. Nessuna meraviglia al riguardo. L'integrità dottrinaria è spesso per taluni ecclesiastici un paravento, dietro cui nascondere un'omosessualità disinvoltamente praticata, quando non è un mezzo di autolegittimazione di contro alle reiterate condanne magisteriali di quella condizione.

A partire da quelle, apparentemente mitigate, dello stesso pontefice. Di cui ancora una volta viene data l’immagine del papa riformatore, che interviene con fermezza per rinnovare la Curia come nel caso in questione. Del papa che sventa l’eventuale elezione episcopale del monsignore omosessuale tutto orge e droghe – in realtà era in predicato per un canonicato in San Pietro - e la cui azione è esaltata da un anonimo presule bergogliano, che sarebbe da individuare come gola profonda della faccenda.

Eppure, nulla si dice dell’anomala irruzione notturna della gendarmeria vaticana nell’abitazione dell’ecclesiastico – sì, abitazione come ce ne sono tante all’interno del Palazzo del Sant’Uffizio contrariamente a quanto riportato da Il Fatto – e dell’annosa conoscenza bergogliana del viavai maschile nella stessa. Irruzione avvenuta nel bel mezzo di un’animata gang bang ecclesiastico-laicale con tanta di quella droga da portare all’arresto per spaccio dell’incauto monsignore. Poi, la degenza alla Clinica Pio XI, dove io stesso ebbi modo d’incontrarlo a fine aprile e di sentirlo parlare di “brutta polmonite” nonché di stupefacenti elogi continuati a Oltretevere.

Ora, al di là di tutto, è il giustizialismo e il doppiopesismo papale a lasciare interdetti più del chem sex al Sant’Uffizio. Un papa, che parla fino alla noia di misericordia, dovrebbe avere a cuore le sorti dei propri collaboratori e richiamarli opportunatamente, una volta informato, prima di permettere di punto in bianco le retate notturne. Che poi, pur volendo ammettere certe modalità degne di Sisto V, si richiederebbe che siano applicate sempre, visti i numerosi casi consimili in Curia e al di fuori. Viste le non poche nomine episcopali di soggetti notoriamente omosessuali.

Sorge poi l’ultimo quesito sulla tempistica della notizia, diffusa, come s’è detto, nel giorno del Concistoro. Non è possibile non notare la volontà di accreditare ancora una volta l’immagine del papa che, incarnando finalmente i valori evangelici, si batte con fermezza per riformare le chiesa ed eliminare le mele marce a iniziare da quelle curiali. Fatte salve però, ovviamente, quelle che più direttamente lo circordano e per le quali i distinguo si moltiplicano.

Operazione mediatica, questa, quanto mai necessaria per un concistoro, sul quale grava la grave ombra della promozione alla porpora dell’arcivescovo di Bamako. Un altro presule di quelli tutto purezza e carità ma con conti bancari svizzeri da capogiro. Ecco, il caso del monsignore del chem sex mostra, in ultima analisi, che a essere preoccupante non è tanto la vicenda in sé (una delle tante) ma un tipo d’informazione giornalistica tutta prona verso Bergoglio e panegiristica nei riguardi dello stesso. Insomma un vero e proprio caso di cortocircuito mediatico.

https://actualidad.rt.com/actualidad/24288...rgia-gay-drogas
https://es.rt.com/57ex Portada Actualidad
Vaticano: La Policía irrumpe en una orgía gay con drogas en el apartamento de un sacerdote
Publicado: 29 jun 2017 15:38 GMT | Última actualización: 29 jun 2017 16:01 GMT
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La fiesta tenía lugar en el apartamento de un sacerdote que trabajó como secretario del Cardenal Coccopalmerio.
Vaticano: La Policía irrumpe en una orgía gay con drogas en el apartamento de un sacerdote
Max Rossi / Reuters
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La Policía de Italia ha irrumpido este miércoles en el apartamento del exsecretario del Cardenal Francesco Coccopalmerio, situado en el palacio del ex Santo Oficio, en el Vaticano, donde se desarrollaba una orgía gay con drogas, informan medios italianos.

Al localizar al propio prelado, los policías lo detuvieron y enviaron a la clínica Pío XI para desintoxicación. Actualmente se encuentra de retiro espiritual en un convento en Italia.

La intervención de las fuerzas de seguridad se produjo a raíz de las quejas por la llegada constante de invitados a dicho apartamento. Asimismo, aparecieron sospechas respecto al coche de lujo con la placa de licencia de la Santa Sede que tenía dicho prelado.

El cardenal Coccopalmerio ocupa el cargo del presidente del Pontificio Consejo para los Textos Legislativos.

Otro escándalo sexual en torno a un sacerdote del Vaticano

Este jueves, el cardenal australiano George Pell, 'número tres' del Vaticano y asesor financiero del papa Francisco, fue acusado de delitos sexuales contra menores y ahora enfrenta múltiples cargos por estos supuestos delitos.

Se trata del representante del Vaticano de mayor rango jamás acusado por un caso de abuso sexual, lo que representa un duro golpe contra la Santa Sede, que ha sufrido varios reveses de credibilidad en su política de "tolerancia cero" respecto a los abusos sexuales.

Sin embargo, la Iglesia católica australiana asegura que Pell "rechaza enérgicamente" las acusaciones y que se defenderá "vigorosamente" ante la Corte.
 
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view post Posted on 3/7/2017, 10:50

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La lussuosa auto di servizio usata per far passare la droga senza controlli


capozziconalemanno
Mons Luigi Capozzi con l'ex sindaco di Roma Alemanno

www.lacittadisalerno.it/cronaca/ses...stini-1.1649838

Sesso e droga in Vaticano: parla il prete salernitano coinvolto nei festini
Stava per essere nominato vescovo

di Domenico Gramazio02 luglio 2017
VATICANO FESTINI GAY SALERNO
"Pronto? Non rilascio interviste, grazie". Luigi Capozzi, il 50enne prete salernitano coinvolto in un festino gay a base di droga in Vaticano, non parla. Contattato telefonicamente, l'alto prelato, originario di Salerno, ordinato sacerdote ad Amalfi il 19 dicembre 1992 e incardinato presso la diocesi romana di Palestrina, interrompe immediatamente la comunicazione quando capisce che dall'altra parte c'è un giornalista a chiedergli conto della notizia che, da ieri sera, rischia di far scoppiare l’ennesimo scandalo in Vaticano.


Il sacerdote sarebbe coinvolto nella vicenda scoperta gli uomini della Gendarmeria vaticana, autori di un blitz all'interno di un appartamento nel Palazzo dell'ex Sant'Uffizio. Tutto sarebbe accaduto nei locali dove, per un quarto di secolo, l'allora cardinale Joseph Ratzinger, ha svolto il suo incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede prima di essere eletto Papa. Qui, Capozzi, stando a quanto raccontano in Vaticano, svolge le mansioni di collaboratore per il Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, presieduto dal cardinale Francesco Coccopalmerio. Il prelato salernitano, subito fermato dalla Gendarmeria, sarebbe stato prima ricoverato per un breve periodo nella clinica romana Pio XI per disintossicarsi dalle sostanze stupefacenti, e attualmente si trova in ritiro spirituale in un convento in Italia. Ha a disposizione il suo telefono cellulare.

In Vaticano bocche cucite o quasi sull'operazione delicatissima svolta dagli uomini comandati da Domenico Giani. Secondo i ben informati, l'appartamento dove si consumavano i festini a luci rosse a base di droga non doveva essere assegnato al segretario di un capo dicastero. Si tratta, infatti, di un'abitazione riservata ai superiori: prefetti, presidenti o segretari della Curia romana e non semplici monsignori. La cosa aveva destato non pochi malumori. Malcontento covava anche perché Capozzi avrebbe avuto a disposizione una macchina con la targa della Santa Sede, un privilegio riservato ad alti prelati. Proprio questa vettura, come emerso anche dalle ricostruzioni fatte in Vaticano, avrebbe permesso al suo proprietario di trasportare la droga senza essere mai fermato dalla polizia italiana.

Il prete salernitano nello Stato pontificio è definito da molti un “ardente sostenitore di Papa Francesco”.

Esperto in diritto canonico e teologia dogmatica, come si legge sul suo profilo Linkedin.com, ora, dopo monisgnor Scarano, è l'ennesimo alto prelato salernitano al centro di uno scandalo che ha travolto la Santa Sede.

Capozzi non ha mai interrotto i rapporti con la comunità della Costiera amalfitana. Di lui si ha notizia nella Divina nel 2013, quando è stato tra i protagonisti a Maiori per i 50 anni di sacerdozio di don Vincenzo Taiani. In quella occasione, nella cornice della Collegiata di Santa Maria a Mare, ha consegnato al festeggiato messaggi di congratulazione da parte del Vaticano, nella persona del Cardinale Angelo Bagnasco, ex capo della Conferenza episcopale italiana, ma soprattutto quello personale del Santo Padre, Papa Francesco. Era in predicato di diventare vescovo, ma la nomina è stata fermata proprio dal Pontefice argentino.


www.booble.it/cronaca/scandalo-in-v...nore-implicato/
Scandalo in Vaticano, droga e festini a luci rosse, identificato il monsignore implicato.
Da redazione - 3 luglio 2017 764
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Luigi Capozzi
La velocità dei social non lascia spazio a repliche e non da la possibilità di difesa quando si viene coinvolti in un vortice di informazione o peggio ancora di disinformazione.


Luigi Capozzi con l’ex Sindaco di Roma Alemanno
Non sappiamo se sia questo il caso, ma da ieri circolano sul web diversi articoli, alcuni anche in lingua inglese (TorontoCatholicWitness), dove il Monsignore coinvolto in festini a base di sesso droga sarebbe un alto prelato originario della Costiera Amalfitana (leggi l’articolo de Il Vescovado), Luigi Capozzi, con tanto di foto identificativa.


Luigi Capozzi con Papa Papa Benedetto XVI


Uomo colto e preparato, don Luigi si è sempre distinto per i suoi modi gentili e nessuno, soprattutto chi lo conosce bene, riesce a credere che questa notizia sia vera.

Oggi la stampa lo aggredisce senza dare possibilità di replica. Noi speriamo che dal Vaticano possa arrivare presto la smentita o quanto meno la versione ufficiale di un fatto gravissimo che ha scaraventato nello sconforto l’intera comunità della Costa d’Amalfi – Luigi Capozzi è originario di Maiori – oltre a tutti coloro che conoscono personalmente don Luigi.

Quello che lascia sconcertati, e che dovrebbe farci tutti riflettere, è la potenza dei nuovi media che possono, in pochissimo tempo, distruggere la vita di una persona prima ancora che si riesca a stabilire se effettivamente sia innocente o colpevole.
 
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view post Posted on 3/7/2017, 14:30

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http://www.puntostabianews.it/in-evidenza/...n-penisola.html

Maiori: ex parroco di Agerola scoperto a fare festini gay. "Papocchio" in Penisola
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03 Luglio 2017 Author : La Redazione
Maiori: ex parroco di Agerola scoperto a fare festini gay. "Papocchio" in Penisola
La notizia ha sconvolto Maiori ma si può dire l’intera costiera amalfitana. Il Monsignore scoperto a Roma con festini gay e droga è don L.C., come riporta il sito benedettoxviblog.wordpress.com che rilancia la notizia anticipata qualche giorno fa dal Fatto Quotidiano. Si tratta di don L.C., nativo di Maiori dove pare che proprio un paio di mesi ha venduto una casa di sua proprietà, parroco ad Agerola e poi a Cetara prima di fare carriera a Roma. Il quarantanovenne mons. L.C. è collaboratore del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, presieduto dal cardinale pro-gay F.C., che in passato ha fatto dichiarazioni sugli “aspetti positivi” delle coppie omosessuali. “Riposte-catholique.fr… ” definisce C. un “ardente sostenitore di Papa Francesco”. In “linkedin.com” definisce se stesso un “esperto in diritto canonico e teologia dogmatica”. Originario di Maiori è stato ordinato nel 1992 e appartiene ora alla diocesi di Palestrina, vicina a Roma.
Secondo la ricostruzione fatta da Il Fatto quotidiano gli uomini della Gendarmeria vaticana hanno fatto irruzione durante un festino gay a base di droga in un appartamento nel Palazzo dell’ex Sant’Uffizio. Per questo il monsignore, fu fermato e allontanato per disintossicarsi in luogo lontano, nel riserbo più assoluto. È questo l’ultimo scandalo a luci rosse che fa infuriare Papa Francesco, come riferisce Il Fatto Quotidiano. Il protagonista della vicenda, che svolge le mansioni di segretario di un importante porporato a capo di un dicastero della Curia romana, è stato prima ricoverato in una clinica romana per disintossicarsi dalle sostanze stupefacenti di cui abusava e attualmente si trova in ritiro spirituale in una località italiana segreta. Questo nuovo scandalo sull'ex prete di Cetara lascia la comunità senza parole.

www.vicariatusurbis.org/?page_id=202&IDPERS=4531


•Mons. Luigi CAPOZZI
- Diocesi Suburbicaria di Palestrina -

nato nel 1967
nazionalità italiana


Ordinazione Presbiterale 19/12/1992 Diocesi Suburbicaria
di Palestrina


residente

Via Aurelia 172 - 00165 ROMA
e-mail: [email protected]

http://www.vicariatusurbis.org/wp-content/...20DI%20ROMA.pdf

CAPOZZI Mons. Luigi (Diocesi Suburbicaria di Palestrina),
Salerno 23/07/1967 - Palestrina 19/12/1992
Addetto di Segreteria Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi
Via Aurelia 172 - 00165 ROMA - e-mail: [email protected]
 
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view post Posted on 4/7/2017, 08:35

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http://www.lacittadisalerno.it/cronaca/ses...itano-1.1650640

Sesso e droga in Vaticano: preti e politici difendono il sacerdote salernitano
Il prelato, originario della Costiera amalfitana, stava per diventare vescovo

di Domenico Gramazio04 luglio 2017
SCANDALO VATICANO SALERNO MAIORI
MAIORI - In Costiera amalfitana tutti conosco monsignor Luigi Capozzi. L’alto prelato salernitano, coinvolto in un festino gay a base di droga in Vaticano, non è un sacerdote qualunque nella Divina. Tanti lo ricordano giovane nel negozio di famiglia a Maiori, con i genitori che vendevano tessuti in una bottega di via Santa Tecla. Un ragazzo intelligente e mai banale, sin da adolescente con il senso della vocazione e sempre in prima fila per organizzare le feste patronali della comunità costiera. Trasferitosi a Roma, però, non ha mai perso i contatti con la sua Maiori, come ha confermato Antonio Della Pietra, ex sindaco della città. Capozzi, con l’abito talare rosso dai bottoni dorati, ha sempre avuto una parola buona per i suoi concittadini, orgogliosi di avere un maiorese al servizio del Vaticano. “Lo ricordo come un bravissimo ragazzo”, ha spiegato Della Pietra. “Lo conosco da 40 anni perché conoscevo anche la sua famiglia. So che ha un fratello che ora abita a Tramonti, ma il rapporti tra il sacerdote e la nostra comunità non si sono mai interrotti”. L’ex amministratore ha appreso di quanto accaduto solo leggendo giornali e siti web, dicendosi sorpreso per quanto accaduto. “Non mi aspettavo davvero di leggere questa notizia”, ha continuato Della Pietra. “Parlo da laico e onestamente credo che il suo essere gay non va a inficiare il suo essere uomo di Chiesa. Lui è sempre stato vicino a Maiori e gli auguro di potersi difendere e dimostrare la sua innocenza. I suoi gusti sessuali non cambiano il giudizio che il sottoscritto ha di monsignor Capozzi”.

LEGGI ANCHE: Scandalo in Vaticano Sesso e droga in Vaticano: parla il prete salernitano coinvolto nei festini Stava per essere nominato vescovo
L’alto prelato nato a Salerno 50 anni fa è stato ordinato sacerdote nel 1992 ad Amalfi ed è incardinato presso l’Arcidiocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni. La sua attività presso la Diocesi di Palestrina e il Vaticano, infatti, è frutto di un semplice distaccamento. Quindi ogni provvedimento potrà essere firmato solo dall’Arcivescovo Orazio Soricelli o direttamente da Papa Francesco.

La vicenda accaduta in Vaticano ha scosso non poco anche il mondo della Chiesa della Costiera amalfitana. A testimoniarlo sono le parole di monsignor Giuseppe Imperato. “Ho appreso dai siti web quanto accaduto”, ha detto. “Prego per lui e spero che possa dimostrare di essere estraneo a tutte le accuse che gli vengono contestate. Ovvio che se tutto ciò dovesse corrispondere a verità sarebbe un’umiliazione per il Clero della Costiera amalfitana. Si deve redimere se ha commesso quegli atti”.

Ieri, intanto, Luigi Capozzi non ha più risposto al telefono. Il suo cellulare, mai staccato, è rimasto muto per tutta la giornata. Nella serata di domenica, invece, aveva espresso la volontà di non rilasciare interviste.

Capozzi, stando a quanto raccontano in Vaticano, svolge le mansioni di collaboratore per il Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, presieduto dal cardinale Francesco Coccopalmerio, anche lui figura nota in Costiera amalfitana. Il prelato salernitano, subito fermato dalla Gendarmeria, è stato prima ricoverato per un breve periodo nella clinica romana Pio XI per disintossicarsi dalle sostanze stupefacenti, e attualmente si trova in ritiro spirituale in un convento in Italia. Definito da molti un “ardente sostenitore di Papa Francesco”, era in predicato di diventare vescovo. La sua nomina, però, è stata fermata proprio dal Pontefice argentino.
 
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/05...ncesco/3708967/

Vaticano, festino gay con droga per il segretario del cardinale Coccopalmerio. Nuova grana per papa Francesco
Vaticano, festino gay con droga per il segretario del cardinale Coccopalmerio. Nuova grana per papa Francesco
CRONACA
Salernitano, 50 anni, Luigi Capozzi è addetto di segreteria di seconda classe presso il Pontificio Consiglio per i testi legislativi. Dopo lo scandalo che lo ha travolto è stato prima ricoverato presso la clinica romana Pio XI, poi ha trascorso un periodo di ritiro presso un monastero e attualmente si trova al Policlinico Gemelli di Roma. Coccopalmerio punta a restare in sella almeno fino a 80 anni
di Francesco Antonio Grana | 5 luglio 2017
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Più informazioni su: Festini, Papa Francesco, Vaticano
Non c’è pace per Papa Francesco. Archiviati, almeno per il momento, gli scandali della pedofilia con il “congelamento” del cardinale George Pell dal ruolo di prefetto della Segreteria per l’economia e il licenziamento del cardinale Gerhard Ludwig Müller dalla guida delle Congregazione per la dottrina della fede. Sulla scrivania di Bergoglio, però, resta ancora da risolvere il caso del festino gay a base di droga svoltosi nell’abitazione vaticana di monsignor Luigi Capozzi, segretario del cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi.

Quando la Gendarmeria Vaticana è entrata nella casa di monsignor Capozzi, all’interno del Palazzo dell’ex Sant’Uffizio, si è trovata davanti uno scenario sconvolgente che ha confermato le voci e le proteste dei vicini, quasi tutti cardinali, che abitano in quell’edificio. Da tempo, infatti, era stato notato e segnalato un insolito via vai di persone, nelle ore serali, dall’accesso principale del Palazzo dell’ex Sant’Uffizio che dà direttamente sul territorio italiano e davanti al quale non c’è nessun posto di blocco né della Gendarmeria Vaticana, né delle Guardie Svizzere come, invece, avviene in tutti gli altri ingressi della Città leonina.

Monsignor Capozzi, 50 anni, è nato a Salerno il 23 luglio 1967 ed è stato ordinato sacerdote ad Amalfi il 19 dicembre 1992. Incardinato nella diocesi di Palestrina, nel Lazio, è addetto di segreteria di seconda classe presso il Pontificio Consiglio per i testi legislativi dove svolge mansioni di segretario del cardinale Coccopalmerio. Il 7 maggio 2007 viene nominato Cappellano di Sua Santità e ciò gli vale il titolo di monsignore. Dopo lo scandalo che lo ha travolto è stato prima ricoverato presso la clinica romana Pio XI, poi ha trascorso un periodo di ritiro presso un monastero e attualmente si trova al Policlinico Gemelli di Roma. Significativa la citazione anonima con la quale si presenta su un social network: “La vita è troppo strana: ci vuole la tristezza per sapere cosa sia la felicità, il rumore per apprezzare il silenzio e l’assenza per valutare la presenza”.

Sulla vicenda che ha travolto monsignor Capozzi, che era stato anche proposto come vescovo, il Papa vuole che si faccia massima chiarezza. In molti in Vaticano ora si attendono che Francesco mandi finalmente in pensione il diretto superiore del prelato protagonista dello scandalo dei festini, ovvero il cardinale Coccopalmerio. Il porporato ha ampiamente superato i 79 anni, ben quattro in più dell’età canonica delle dimissioni, e da poco più di un decennio è alla guida del Pontificio Consiglio per i testi legislativi. Nativo di San Giuliano Milanese, un comune di 38mila abitanti della città metropolitana di Milano, l’infanzia del futuro cardinale si svolge a Sernio in Valtellina, paese originario della madre insegnante dove la famiglia sfolla durante la Seconda guerra mondiale. Dopo aver conseguito la maturità classica al liceo statale di Busto Arsizio, nel 1957 entra nel seminario arcivescovile ambrosiano presso la sede di Venegono Inferiore. Il 28 giugno 1962 viene ordinato presbitero nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano dall’allora cardinale arcivescovo Giovanni Battista Montini, che l’anno successivo sarà eletto al pontificato e assumerà il nome di Paolo VI.

La carriera ecclesiastica di Coccopalmerio procede abbastanza spedita così come la sua docenza di diritto canonico che lo vede tra i professori della Pontificia Università Gregoriana. Nel 1985 l’allora cardinale arcivescovo Carlo Maria Martini lo nomina pro-vicario generale dell’arcidiocesi ambrosiana e nel 1988 presidente della Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo. È proprio Martini, nel 1993, a consacrarlo vescovo ausiliare di Milano dopo la nomina decisa da san Giovanni Paolo II. In questa veste Coccopalmerio è affianco al porporato biblista per quasi un decennio fino al passaggio di consegne, nel 2002, con il nuovo arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi. Coccopalmerio gli rimane accanto per cinque anni sempre come vescovo ausiliare fino a quando, nel 2007, Benedetto XVI lo nomina presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi succedendo così al cardinale Julian Herranz Casado, cresciuto insieme al fondatore dell’Opus Dei san Josemaria Escrivá.

Nel concistoro del 18 febbraio 2012 Coccopalmerio riceve la berretta rossa dalle mani di Joseph Ratzinger e così entra a far parte del Collegio cardinalizio. In Vaticano si raccontano di alcuni momenti di tensione vissuti con l’allora Segretario di Stato del Papa tedesco, il cardinale salesiano Tarcisio Bertone. Così come di una certa ritrosia di Coccopalmerio a lasciare il suo incarico di capo dicastero della Curia romana e andare in pensione benché abbia ampiamente superato l’età delle dimissioni. Recentemente, infatti, il porporato ha dato alle stampe un volumetto, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, nel quale spiega il capitolo ottavo, quello contenente le aperture ai divorziati risposati, dell’esortazione apostolica di Francesco, Amoris laetitia. Coccopalmerio si schiera totalmente a favore del Papa contro i quattro cardinali, capeggiati da Raymond Leo Burke, che contestano apertamente il documento di Bergoglio. Un tentativo, secondo quanto affermano nei sacri palazzi, di restare ancora in sella almeno fino agli 80 anni, età in cui, come prevede il Codice di diritto canonico, per i porporati cessano tutti gli incarichi nella Curia romana insieme al diritto di eleggere il Papa in conclave.

Twitter: @FrancescoGrana
 
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view post Posted on 7/7/2017, 19:28

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Festino a luci rosse con droga in Vaticano: Cardinale Coccopalmerio nei guai Il festino è stato organizzato dal segretario del Cardinale nel suo appartamento in Vaticano.Riccardo PalleschiRiccardo Palleschi SEGUI Curato daDomenico CamodecaPubblicato il: 6 luglio 2017 Festino a luci rosse con droga in un appartamento di un prelato Festino a luci rosse con droga in un appartamento di un prelato
Papa Francesco ha un'altra rogna dopo gli scandali per pedofilia: dai fatti del Cardinale australiano George Pell e l'allontanamento di Gerhard Müller da presidente della Congregazione per la dottrina della fede. Sul tavolo del vescovo di Roma rimane ancora da trovare una soluzione al festino gay, a base di droga, svoltosi nell'abitazione vaticana del Monsignor Luigi Capozzi, che svolge l'incarico di segretario del Cardinale #Coccopalmerio, incaricato dal precedente Papa come presidente del Pontificio consiglio.

La Gendarmeria chiamata dai vicini
Come accade in qualsiasi altra parte del mondo, la polizia (la Gendarmeria) è stata chiamata dai vicini di casa del prelato (quasi tutti #cardinali) che abitano nello stesso edificio.

Diverse lamentele e proteste si susseguivano già da qualche tempo, c'era un via vai di persone significativo in quell'appartamento, specialmente nelle ore notturne. L'edificio affaccia direttamente su territorio italiano quindi non ci sono gendarmi o guardie svizzere che lo controllano come avviene ad esempio per altri stabili che si trovano all'interno delle mura. Il 7 maggio 2007, il segretario Capozzi viene nominato Cappellano di Sua Santità e da questo deriva il titolo di Monsignore. Come se non bastasse, era stato anche proposto come vescovo, fortunatamente sul fatto il Papa è determinato a vederci chiaro.

Le origini del Cardinale Coccopalmerio
Il Cardinale ha superato i 79 anni, da qui a poco si aspetta il suo pensionamento. Avrebbe già dovuto ritirarsi qualche anno fa, ma gli è stato concesso di rimanere fino agli 80 anni così come stabilisce il diritto Canonico.

Una volta in pensione cesserà ogni incarico compreso quello di eleggere il Papa in conclave. Originario del milanese, entra in seminario arcivescovile nel 1957. Viene nominato presbitero in una Basilica a Milano dal defunto arcivescovo Giovanni Battista Montini, che l'anno seguente sarà eletto Papa prendendo il nome di Paolo VI. La sua carriera procede molto velocemente, diventa pro-vicario generale dell'arcidiocesi ambrosiana e più tardi presidente della Commissione per l'ecumenismo. Nel 2007 Papa Benedetto XVI lo nomina presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, nel 2012 sarà poi lo stesso Papa che gli consegnerà il famoso cappello rosso (classico dei cardinali). Recentemente ha fatto stampare un libretto nel quale spiega la sua posizione totalmente favorevole alle aperture ai divorziati risposati. Ora, a seguito di questi fatti, il Monsignore Capozzi ha avuto un malore ed è stato ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma; da un profilo social a lui attribuibile ha espresso parole di tristezza e rammarico per quanto accaduto. #vaticano
 
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view post Posted on 1/12/2017, 21:31

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https://it.aleteia.org/2017/11/29/festino-droga-vaticano/

Il retroscena sul festino gay a base di droga in Vaticano
Gelsomino Del Guercio/Aleteia Italia | Nov 29, 2017

Il celebre Passetto di Borgo è stato riaperto al pubblico dopo il suo restauro. Si tratta di un passaggio fortificato tra il Vaticano e Castel Sant’Angelo, che i Papi prendevano per andare a mettersi al riparo. L’ultimo a prenderlo fu Clemente VII nel 1527.
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Dall'appartamento alla reazione del Papa, sino al cardinale Coccopalmerio. I retroscena dell'episodio raccontati in "Sedevacantisti"

Lo scandalo esplose il 28 giugno 2017. Un festino gay a base di droga. È quello che hanno scoperto gli uomini della Gendarmeria Vaticana in un blitz all’interno di un appartamento nel Palazzo dell’ex Sant’Uffizio. Proprio lì dove per un quarto di secolo l’allora cardinale Joseph Ratzinger ha svolto il suo incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina della fede prima di essere eletto Papa.

L’inquilino dell’appartamento, stando a quanto raccontano in Vaticano, è monsignore Luigi Capozzi, aspirante vescovo, che svolge le mansioni di segretario del cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi.

Francesco Antonio Grana in “Sedevacantisti” (Tau editrice) racconta il retroscena della vicenda più scabrosa che si è scoperta nel 2017 tra le mura vaticane.

Continue lamentele
In Vaticano bocche cucite o quasi sull’operazione delicatissima svolta dagli uomini comandati da Domenico Giani. Qualcuno si lascia scappare di essersi lamentato più volte per un continuo via vai dal portone di ingresso, la sera, di persone che erano abituali frequentatori del monsignore fermato.

Leggi anche: Il Vaticano, i preti pedofili, e l’Espresso… cosa c’è di nuovo?
La strana assegnazione dell’appartamento
All’interno dei sacri palazzi spiegano che l’appartamento dove si consumavano i festini a luci rosse a base di droga non doveva essere assegnato al segretario di un capo dicastero. Si tratta, infatti, di un’abitazione riservata ai superiori: prefetti, presidenti o segretari della Curia romana e non semplici monsignori.

La macchina lussuosa
Così come aveva destato diversi malumori che il presule in questione avesse una macchina lussuosa con la targa della Santa Sede. Anche questo è un privilegio riservato ad alti prelati. Evidentemente, come emerso anche da alcune ricostruzioni fatte in Vaticano, era proprio questo veicolo che consentiva al suo proprietario di trasportare la droga senza essere mai fermato dalla polizia italiana.

Leggi anche: Papa Francesco e i giornalisti: dallo Ior al caso Ricca, dalla lobby gay a Vatileaks
Papa infuriato
Si racconta di un Papa a dir poco infuriato quando, una volta arrivata la soffiata e architettata l’operazione della Gendarmeria, seppe che il monsignore era stato colto sul fatto. Tra i condomini del Palazzo dell’ex Sant’Uffizio l’imbarazzo è diffuso, ma anche la rassicurazione che, almeno per il momento, tornerà a regnare un po’ di tranquillità nell’edificio.

Territorio “conteso”
Il suo ingresso principale, infatti, dà direttamente su piazza del Sant’Uffizio che è già territorio italiano ed è fuori da ogni controllo delle Guardie Svizzere e della Gendarmeria. Chiunque, di giorno e di notte, può entrare liberamente in Vaticano da questo accesso senza subire alcun controllo e senza ovviamente essere schedato. Una location perfetta per godere dei privilegi dell’extraterritorialità senza però dover sottostare né ai controlli dello Stato italiano, né a quelli della Città del Vaticano.

Leggi anche: Lobby gay in Vaticano: in pericolo la sicurezza del Papa?
Coccopalmerio in pensione?
Sulla vicenda che ha travolto monsignor Capozzi, che era stato anche proposto come vescovo, il Papa vuole che si faccia massima chiarezza. In molti in Vaticano, secondo l’autore di “Sedevacantisti“, ora si attendono che Francesco mandi finalmente in pensione il diretto superiore del prelato protagonista dello scandalo dei festini, ovvero il cardinale Coccopalmerio. Il porporato ha ampiamente superato i 79 anni, ben quattro in più dell’età canonica delle dimissioni, e da poco più di un decennio è alla guida del Pontificio Consiglio per i testi legislativi.
 
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view post Posted on 1/12/2017, 21:38

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Ricoverato in clinica Pio XI. Le stanze dell'Inquisizione, laido postribolo per monsignori omosessuali drogati.

capozziconalemanno
 
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