| L'islamismo è la seconda fede religiosa in Italia, con tendenza alla crescita. A differenza del cattolicesimo che viene formalmente professato dai più, i mussulmani italiani professano la loro fede attivamente. Sarebbe ora che i laici (siano essi credenti, anticlericali, agnostici o atei) inizino ad occuparsi più seriamente di questa religione, favorendo tutte quelle iniziative che servono a contrastare pretese illiberali (infibulazioni, poligamia, ecc), a favorire la libertà di scelta tra quanti riconducibili a quella fede e a quella cultura, ecc.
Assemblea Musulmana d'Italia
Nel 1982 un gruppo di immigrati musulmani che avevano acquisito la cittadinanza italiana e di convertiti italiani all'Islam residenti a Napoli decide di organizzarsi al fine di costituire una rappresentanza islamica italiana nei confronti dello Stato italiano, delle organizzazioni islamiche internazionali, delle ambasciate e dei governi dei paesi islamici. Conformemente alle leggi vigenti, l'organizzazione viene costituita con atto notarile col nome di "Associazione Musulmani Italiani".
La sede sociale, dapprima collocata a Napoli, viene trasferita a Roma nel 1985. Sin dalla fondazione viene chiamato alla Presidenza dell'Associazione lo Shaykh 'Ali Mo'allim Hussen al-Qadiri, cittadino italiano di origine somala, ufficiale (in pensione) della Guardia di Finanza e membro della famiglia di Ahmed al-Badawi as-Siddiqi.
Abilitato all'insegnamento dell'Islam in Italia con un decreto del defunto Gran Mufti di Arabia Saudita 'Abdu-l-'Aziz Ibn Baz, lo Shaykh Hussen - esperto nell'insegnamento del Corano, Maestro dell'Ordine Sufi Qadiriyyah ed investito della funzione di giudice sciaraitico (Qadi) - si fa carico della formazione dottrinale dei nuovi convertiti e dirige l'Associazione Musulmani Italiani sino a farne un imprescindibile punto di riferimento per quei musulmani che in Italia intendono aderire saldamente alla dottrina sunnita e guardarsi dalla propaganda dei gruppi integralisti.
A causa dell'improvviso aggravarsi delle sue condizioni di salute, il 9 agosto 2003 lo Shaykh 'Ali Hussen rassegna le dimissioni da Presidente dell'Associazione Musulmani Italiani. Altri due membri del Consiglio Direttivo prendono una decisione analoga, rinunciando alle cariche ricoperte e tornando a fungere da semplici iscritti. Di questa crisi organizzativa si avvantaggia un certo Danilo Speranza, già "guru" di una associazione New Age denominata "Maya", nonché sedicente "psicologo", "politico" e "grande amico del popolo somalo". Iscrittosi all'Associazione in data recente, questi dapprima pubblica un "saggio sull'Islam" che dimostra soltanto la sua scarsissima preparazione in materia, quindi provvede a farsi nominare "presidente" dell'Associazione nel corso di una riunione svoltasi in violazione delle norme statutarie. All'insaputa di alcuni membri del Consiglio e del Segretario Generale, tenta poi di rimpiazzare la linea tradizionale dell'Associazione a favore della democrazia, dell'America e d'Israele, con una nuova linea a sostegno del regime clericale dell'Iran. Di fronte ad una situazione del genere, non avendo alcuna fiducia nelle iniziative avventuristiche del Sig. Speranza, nel tanto meno del suo tentativo di trasformare l'Associazione Musulmani Italiani in un gruppo che fiancheggi il tentativo del regime iraniano di presentarsi come "in marcia verso la democrazia", il Segretario Generale e altri membri del Consiglio presentano le dimissioni, e il 16 febbraio 2004 si riuniscono in Assemblea Costituente dell'A.M.d'I., Assemblea Musulmana d'Italia, solidale col popolo iraniano in lotta contro la dittatura di Khamene'i e Khatami, fedele all'orientamento originario dell'Associazione e fautrice del dialogo interreligioso con ebrei e cristiani.
L'Assemblea professa la dottrina propria alla Gente della Sunnah e del Consenso, e si oppone alle sette ereticali quali Sciiti, Wahhabiti, Ikhwanidi, Nazimi-Kabbanidi, Saminidi, Pallavicinidi, ecc. Pratica, per i rapporti fra i membri, la giurisprudenza di scuola sciafeita e il rituale della Tariqah Qadiriyyah. Ai membri è comunque riconosciuta piena libertà di adesione ad una delle quattro scuole sunnite di giurisprudenza e a ciascuno degli ordini sufi ortodossi.
L'assemblea riconosce che la formazione e lo sviluppo di una minoranza italiana di religione islamica comporta problemi di integrazione ed interculturazione, rispetto ai quali è necessario muoversi con estrema prudenza e guardandosi da velleità estremistiche. In contrasto con l'opinione di quanti sostengono che l'Islam e la cultura occidentale sono in antitesi, l'Assemblea Musulmana d'Italia ritiene invece che la civiltà dell'Occidente sia debitrice all'Islam di molti dei suoi tratti caratteristici, diffusisi in ambito europeo grazie alla traduzione latina degli scritti di Ibn Khaldun, Ibn Sina ed Ibn Rushd.
L'Assemblea Musulmana d'Italia ritiene inoltre che le democrazie occidentali rappresentino l'ambiente in cui è possibile vivere al meglio la religione islamica, ed impone ai suoi aderenti il rispetto delle leggi dello Stato italiano. Uno degli obiettivi che l'Assemblea Musulmana d'Italia si da è quello dell'incremento del dialogo interreligioso e dei rapporti di fraterno interscambio, in particolare con la Comunità ebraica, la Chiesa cattolica e la Federazione delle Chiese evangeliche. Conformemente ai principi islamici originari, l'Associazione condanna l'integralismo e le tendenze che pretendono di strumentalizzare la religione a fini politici.
Dal punto di vista delle relazioni internazionali, l'Assemblea ritiene di doversi mantenere completamente indipendente da qualsiasi governo o istituzione religiosa estera. Nel rispetto di questa indipendenza, le simpatie dell'Assemblea vanno a quei governi che maggiormente rispettano i diritti umani e favoriscono le relazioni con l'Occidente, mentre vengono apertamente condannati quei regimi che - in nome dell'Islam - pretendono instaurare una dittatura fondata sull'imposizione forzata di modelli pseudoreligiosi. Riguardo all'epoca contemporanea, l'Assemblea Musulmana d'Italia guarda ad Anwar Sadat e Muhammad Boudiaf come a due nobili martiri, esponenti del vero spirito dell'Islam, vilmente assassinati dai teorici del fanatismo e dell'intolleranza.
Istituto Culturale della Comunità Islamica Italiana
Nel 1991, indipendentemente dall'A.M.I., viene fondato a Roma l'Istituto Culturale della Comunità Islamica Italiana, avente lo scopo di elaborare programmi tesi all'incremento della conoscenza dell'Islam da parte del pubblico italiano. Il 3 aprile 1993 si riuniscono congiuntamente il Consiglio Direttivo dell'A.M.I. e la Direzione dell'Istituto; avendo constatato una pressoché totale convergenza di principi ed orientamenti ed in considerazione della necessità di addivenire ad una rappresentanza unitaria dei musulmani italiani nei confronti dello Stato, gli organi direttivi delle due organizzazioni sottoscrivono unanimemente un accordo di unificazione in base al quale Associazione Musulmani Italiani ed Istituto Culturale della Comunità Islamica Italiana divengono un'unica organizzazione, regolata dallo statuto originario dell'A.M.I. Il dipartimento culturale dell'A.M.I. viene disciolto, e le funzioni da esso in precedenza esercitate vengono demandate all'Istituto; il Presidente dell'A.M.I. assume anche la carica di Presidente Onorario dell'Istituto, mentre il Direttore dell'Istituto viene nominato Segretario Generale dell'A.M.I. L'accordo viene abrogato in occasione del tentativo del Sig. Danilo Speranza di candiarsi a "presidente dell'A.M.I." in violazione delle norme statutarie.
Fra le principali attività svolte dall'A.M.d.I. e dall'Istituto vi sono: conversioni all'Islam, celebrazioni di matrimoni sciaraitici, riconciliazioni familiari, divorzi sciaraitici, circoncisioni, funerali, corsi di lingua araba, corsi di religione islamica e di recitazione del Corano, corsi di lingua italiana per stranieri. Le due organizzazioni hanno inoltre collaborato alla realizzazione di programmi televisivi sulla cultura islamica trasmessi da RAI 1 (I programmi dell'accesso), RAI 2 (Mixer), Rete 4 (Giorno per giorno), Canale 5 (Forum), Teleregione, Teleradiosicilia, Telelupa, RTA, e partecipato a numerosi incontri di dialogo interreligioso assieme a organismi quali l'UNESCO, il Pontificio Consiglio per il dialogo inter-religioso, la Comunità di S. Egidio, il Segretariato per le Attività Ecumeniche, l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il Gruppo Martin Buber - Ebrei per la pace, la Federazione delle Chiese evangeliche.
L'Istituto ha inoltre collaborato a iniziative accademiche realizzate dalle Università La Sapienza, Tor Vergata, Urbaniana e Gregoriana di Roma, dalla Facoltà Valdese di Teologia, dall'Università di Milano, dall'Università di Latina, dall'Università della Terza Età di Velletri, dal Settore Insegnamento religioso della Conferenza Episcopale Italiana, dall'Università Galatasaray di Istanbul, dall'Università Ebraica di Gerusalemme, dall'Università del Sacro Cuore di Fairfield, dalla Islamic Coalition di Washington DC e dalla Adenauer Foundation di Gerusalemme.
lega mondiale musulmana - sezione italiana
Fondata nel febbraio 1998 m., rappresenta in Italia gli interessi dell'organizzazione religiosa saudita avente sede a Mecca. Come tutte le strutture religiose del regime saudita, è di confessione wahhabita. Diretta da S. E. il dott. Mario Scialoja, ex-ambasciatore d'Italia nel Regno di Arabia Saudita, è intervenuta in alcuni programmi televisivi della rubrica "Al-Islam" di Rai 3; presenti in studio il Prof. Muhammad El Sheikh, il dott. Scialoja e il Prof. Hasan Giulio Soravia dell'Università di Bologna.
Recentemente il dott. Scialoja ha tentato di dar vita ad un supposto "Consiglio islamico" in grado di porsi come interlocutore dello Stato nella trattativa concernente l'intesa. Esso avrebbe dovuto essere aperto a "tutte le differenti organizzazioni islamiche", ma è di fatto risultato completamente egemonizzato dall'organizzazione fondamentalista dei Fratelli Musulmani, per il tramite del gruppuscolo denominato U.C.O.I.I. Per questa ragione, l'A.M.I., l'I.C.C.I.I. ed altri gruppi che non si riconoscono nell'opzione integralista hanno rifiutato di aderire al "Consiglio", e l'iniziativa è stata ampiamente criticata - come "non rappresentativa della Comunità" - da parte di S. E. Zine El Abidine Sibti, Presidente del Consiglio d'Amministrazione del Centro Islamico Culturale d'Italia, che è al contempo Decano degli Ambasciatori della Lega Araba ed Ambasciatore del Regno del Marocco. In tempi recenti, il dott. SCialoj ha poi dichiarato di considerare errata la decisione del ministro Pisanu di ammettere membri dell'U.C.O.I.I. nella Consulta islamica, e di considerare opportuno lo scioglimento per legge di quell'organizazione integralista.
Allorquando la Presidenza della Repubblica è stata informata della scarsa rappresentatività del preteso "Consiglio islamico" egemonizzato dai fondamentalisti, il previsto incontro fra i suoi membri e l'allora Presidente Scalfaro è stato tempestivamente annullato.
Da parte sua l'A.M.I. ha a più riprese dichiarato di non essere - in linea di principio - contraria ad addivenire ad un'intesa con la Lega circa la rappresentanza dei Musulmani in Italia, ma pone come condizione imprescindibile che quest'ultima si ritiri in forma ufficiale dal fallimentare progetto del "Consiglio islamico", e ponga termine ai suoi inquietanti rapporti con i gruppi del fondamentalismo presenti in Italia.
Scuola Islamica di Roma
Fondata dal compianto Prof. Hamed Muhammad Shawky, è stato per anni il principale centro di insegnamento religioso della Capitale. Svolgeva attività catechetica per adulti e bambini, corsi di lingua araba e di italiano per stranieri. Ha collaborato con il Comune di Roma nell'ambito del progetto "Città come scuola". Ha anche svolto anche un'intensa attività come società di servizi. Ha cessato le attività nel 2000 per mancanza di fondi.
Centro Islamico Culturale d'Italia
Ente morale che gestisce la grande Moschea di Monte Antenne. Il suo consiglio d'amministrazione è formato dagli Ambasciatori, presso lo Stato italiano o la S. Sede, degli Stati che hanno contribuito alla realizzazione del progetto. Il C. d. A. è presieduto da S. E. Zine el-Abidine Sibti, Ambasciatore di S. M. il Re del Marocco. Presso questo Centro, prima ancora dell'inaugurazione della Moschea, ha servito per anni come Imam lo Shaykh Muhammad Ismail Nureddin, dell'Università di al-Azhar al-Sharif. Autorevole esponente della scuola sciafiita, egli ha formato una generazione di Musulmani consapevoli e diligenti. Suo successore in carica è lo Shaykh Mahmoud Shewetah. In qualità di Direttore del Centro ha inoltre agito, per un trentennio, il compianto Abdul Qayyum Khan, già ambasciatore del Pakistan presso la FAO. Nel periodo 1995-1997 m. la nomina a Segretario del Centro di Abdul Latif Kettani non è riuscita a coagulare consensi attorno al Centro, ma ha accentuato il divario con la Direzione della Scuola. Dopo una lunga serie di contestazioni e proteste da parte dell'intera Comunità musulmana di Roma, nel dicembre 1997 Kattani è stato costretto a dimettersi ed a fare ritorno in Marocco. Il nuovo Direttore, nominato nel marzo 1998, è il Dott. Radouni.
LE ORGANIZZAZIONI INTEGRALISTE
Al fianco delle associazioni che si richiamano ad una concezione moderata dell'Islam, esistono purtroppo anche in Italia organizzazioni che non accettano la dottrina sunnita, e che invece si richiamano all'eresia wahhabita nella sua versione militante e politicizzata. In tal senso va fatta menzione della sedicente "Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia" (U.C.O.I.I.), cioè della filiale italiana della setta dei "Fratelli Musulmani". Sebbene non pratichino apertamente il terrorismo, pure i leader dell'U.C.O.I.I. lo legittimano apertamente dal punto di vista teorico. Due dirigenti dell'U.C.O.I.I. sono già stati espulsi dall'Italia per motivi di ordine pubblico, mentre altri dirigenti hanno diffuso documenti in cui si sostiene la legittimità del terrorismo suicida praticato da Hamas e da altre organizzazioni criminali. E' altresì documentata l'adesione di dirigenti dell'U.C.O.I.I. al "Campo Antimperialista", cioè all'organizzazione che vede riuniti assieme militanti dell'estrema destra e dell'estrema sinistra che raccolgono fondi a favore dei terroristi iracheni. Ancor più estremista è poi il sedicente "Istituto Culturale Islamico" di Viale Jenner a Milano, legato all'organizzazione integralista egiziana Jama'at al-Islamiyyah ed il cui fondatore, Anwar Sha'ban, è morto in conflitto a fuoco con la polizia croata mentre stava contrabbandando un carico di armi.
LE ORGANIZZAZIONI MInori
Esistono poi alcune organizzazioni minori, per lo più formate da soli convertiti italiani e con un numero molto limitato di aderenti. Il loro orientamento è in genere moderato, ma in alcuna casi si associa ad una consistente confusione dottrinale. Si può ad esempio menzionare la "Comunità Religiosa Islamica" - fondata da sedicente ed autoproclamato "shaykh" Felicino Pallavicini - che ad onta del nome non si basa tanto sull'Islam, quanto sulle teorie perennialiste del pensatore francese René Guénon, oppure il gruppo del seguaci di Gabriele Mandel, un altro pseudo-shaykh di stampo New Age che sotto il nome di "Sufismo" presenta la più disparata commistione di astruserie neo-spiritualistiche, ben distanti dal Sufismo autentico, che lo stesso Mandel sembra decisamente ignorare. Di orientamento estremista e filo-iraniano ad oltranza è il invece gruppo sciita khomeinista denominato Associazione Islamica Ahl-al-bait, guidata dal convertito napoletano Ammar Luigi De Martino. Da esso si è recentemente scissa un'altra fazione sciita anch'essa khomeinista ed estremista, che ha preso il nome di Asssociazione Imam al-Mahdi.
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