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Sempre meno preti nella chiesa clerocantrica

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view post Posted on 23/3/2007, 12:05
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NEWS
23/3/2007 - L'ANTICIPAZIONE

Una Chiesa senza preti




Nel nuovo libro di Franco Garelli l’analisi sociologica del cattolicesimo italiano.Le vocazioni calano,ma aumenta l’impegno dei laici. E la struttura diventameno "clerocentrica"


FRANCO GARELLI

La Chiesa italiana non ha in assoluto pochi preti. Si tratta infatti della Chiesa nazionale più ricca di presenze sacerdotali, concentrandosi nel nostro paese - con riferimento ai dati dell’Annuarium statisticum ecclesiae - il 24% di tutto il clero diocesano che opera in Europa (con una popolazione nazionale che è l’8% di quella europea) e il 13% di tutti i preti diocesani del mondo (a fronte di una popolazione italiana che rappresenta lo 0,9% di quella dell’intero pianeta)... La Chiesa italiana, dunque, lamenta la carenza di clero non perché esso sia attualmente poco in assoluto (e in confronto con altre sitazioni nazionali), ma perché era abituata ad averne molto o troppo in un passato più o meno recente.

Il rapporto clero/popolazione si è più che dimezzato negli ultimi 50 anni, essendoci stato nel nostro paese un prete ogni 700 abitanti circa nel 1951, mentre oggi tale rapporto è di uno ogni 1.730 abitanti [...]. È proprio perché ha «in memoria» queste «età dell’oro » delle vocazioni che la Chiesa oggi lamenta la penuria del suo personale e ricorre a quello di altri paesi e continenti per colmare un vuoto di funzioni e di ruoli. L’aspetto decisivo è che grazie alle molte vocazioni del passato la Chiesa ha costruito un modello di presenza nella società tutto centrato sulle figure sacerdotali, che svolgevano anche compiti impropri rispetto al loro carisma.

Si tratta di un modello oggi anacronistico, non soltanto perché il numero dei preti si sta riducendo, ma anche perché il Concilio Vaticano II ha modificato i rapporti inetrni al campo religioso, sia rivalutando il ruolo dei fedeli laici, sia orientando il clero a svolgere compiti più specializzati entro la comunità ecclesiale. La Chiesa, dunque, può sopportare senza grandi traumi la riduzione del suo personale religioso se si orienta a essere meno clerocentrica; cioè se impegna maggiormente il clero per le sue specifiche (di guida delle comunità locali, di amministrazione dei sacramenti, di formazione spirituale) e se impiega i laici (sempre più disponibili) nei vari compiti organizzativi connessi alle opere della religione [...]

 
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