Laici Libertari Anticlericali Forum

La bella vita di mons. Scarano e dell'amante don Noli:"sera indimenticabile, un animale è diventato", "Quella sera non ti è bastato, ti devo dare il resto"? Condannato a 7 anni per riciclaggio e 3 anni per corruzione e calunnia. Confisca milionaria. Assolto per usura

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 28/5/2022, 05:48

Group:
Administrator
Posts:
2,304

Status:


https://www.ilmattino.it/salerno/monsignor...ni-6542710.html

Monsignor Scarano condannato
a sette anni: confiscati i beni
SALERNO
Sabato 5 Marzo 2022 di Petronilla Carillo
Monsignor Scarano condannato a sette anni: confiscati i beni
Nessuna menzione per quello che il pm Elena Guarino aveva definito il «reato a monte», ovvero l’evasione fiscale degli armatori D’Amico ma una pioggia di assoluzioni per tutti gli «amici» di monsignor Scarano che gli avevano dato un aiuto nel riciclare il denaro e che avrebbero, alcuni a propria insaputa secondo la stessa accusa, partecipato all’operazione di estinzione di un’ipoteca su un appartamento che l’alto prelato salernitano aveva dato in garanzia. Estinzione compiuta con finte donazioni di terzi e con assegni da 10mila euro rimborsati in contanti. Condannato invece il prelato e il suo commercialista, Tiziana Cascone (quest’ultima difesa, assieme alla sorella Maria Rosaria - assolta - dall’avvocato Carmine Giovine). Sette anni di carcere ed una multa di settemila euro, per monsignor Nunzio Scarano riconosciuto del reato di riciclaggio limitatamente, spiegano i giudici della seconda sezione penale (presidente Paolo Valiante, a latere giudici Enrichetta Cioffi e Giovanni Rossi), alla somma di due milioni e circa 400mila euro e di 450mila euro per altro capo di imputazione, con relativa confisca dei beni assimilabili al profitto ricevuto, quindi imposta l’interdizione dai pubblici e uffici e l’interdizione legale per tutto il periodo della pena. Condannata a tre anni e sei mesi di reclusione, invece, per la commercialista di Scarano, Tiziana Cascone, con interdizione dai pubblici uffici e la confisca di beni per oltre 500mila euro. Assolti tutti gli altri imputati e anche il notaio Bruno Frauenfelder per prescrizione. Oltre a don Luigi Nioli e il cugino del prelato, Domenico Scarano. Il pm Elena Guarino, per il monsignore aveva chiesto 9 anni. Complessivamente 205 anni complessivi, quattro anni a testa solo per i 44 indagati che avrebbero aiutato il prelato a «riciclare» il denaro. Ora si attendono le motivazioni anche perchè, proprio sulla questione degli assegni un altro imputato, Carmine Malangone, che aveva scelto il rito alternativo era stato condannato a quattro anni di pena. Possibile, dunque, che la procura ricorra in Appello. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Federico Conte, Francesco Saverio Dambrosio, Antonio Ciliberti e Antonio Zecca. L’avvocato Silverio Sica, difensore storico di Scarano aveva lasciato l’incarico proprio perchè non condivideva la linea del collega riomano Anceletti.

APPROFONDIMENTI
L’inchiesta scattata nel 2013, ha portato la procura di Salerno ad accertare presunte false donazioni provenienti da società offshore dei D’Amico transitate su conti Ior intestati a Scarano; secondo il pm Elena Guarino, le donazioni sarebbero servite a coprire un grosso riciclaggio di denaro. In particolare si tratta di un giro di assegni che, passando sotto forma di donazioni sarebbero rientrati in una operazione di riciclaggio. In pochi mesi l’inchiesta si chiude: sono i primi giorni del mese di luglio del 2014 quando il gup Renata Sessa firma i rinvii a giudizio per il prelato ed altre persone che avrebbero, alcuni a propria insaputa, partecipato all’operazione di estinzione di un’ipoteca su un appartamento che l’alto prelato salernitano aveva dato in garanzia. Estinzione compiuta con finte donazioni di terzi e con assegni da 10mila euro rimborsati in contanti. Nel 2016 la prima condanna-assoluzione per il monsignore salernitano nel filone romano, una vittoria a metà: assolto dall’accusa di riciclaggio e corruzione, viene condannato solo per calunnia per aver incolpato «falsamente» un uomo dei servizi segreti di furto e ricettazione di un assegno bancario di 200mila euro che Scarano aveva consegnato all’agente in «esecuzione del patto corruttivo».

Edited by pincopallino2 - 28/5/2022, 07:29
 
Top
view post Posted on 28/5/2022, 17:44

Group:
Administrator
Posts:
2,304

Status:


www.diocesisalerno.it/sacerdoti/sc...o-vincenzo_3041

SCARANO MONS. NUNZIO VINCENZO

Ordinazione Sacerdotale: 24 marzo 1987
 
Top
view post Posted on 1/6/2022, 04:24

Group:
Administrator
Posts:
2,304

Status:


www.diocesidiroma.it/phpenti/persona/?id=6055
Noli don Luigi

Clero di altra diocesi

Nato a: Orzinuovi (BS) nel 1959 Nazionalità italiana

Ordinazione Presbiterale - 22/9/1985 - Diocesi Suburbicaria di Porto-Santa Rufina

Edited by pincopallino1 - 1/1/2023, 00:53
 
Top
view post Posted on 5/3/2023, 14:10

Group:
Administrator
Posts:
2,304

Status:


https://cronachesalerno.it/2023/03/05/la-s...ti-domiciliari/

La storia di straordinaria ingiustizia di don Luigi Noli per 14 mesi agli arresti domiciliari
Tommaso D'Angelo by Tommaso D'Angelo 5 Marzo 2023 in Ultimora Reading Time: 3 mins read 0 0

La storia di straordinaria ingiustizia di don Luigi Noli per 14 mesi agli arresti domiciliari
DI ANTONIO MANZO

E’ la storia di straordinaria ingiustizia che sta vivendo un povero sacerdote, assolto dalla Giustizia per non aver commesso il fatto e ora condannato dalla Chiesa, con l’abbandono che lo costringe a vivere di carità umana. Assolto dalla Giustizia terrena dopo un duro calvario giudiziario ed è ora costretto a subire la condanna morale della Chiesa che ipocritamente predica la misericordia e pratica il giacobinismo con la talare. Tredici mesi agli arresti domiciliari per don Luigi Noli, poi assolto, insieme ad altri 27 imputati, con formula piena dei magistrati salernitani alla fine del primo grado del procsso per monsignor Nunzio Scarano. Don Luigi le cui condizioni di salute si sono recentemente aggravate, come testimoniano numerosi specialisti, ora deve subire il silenzio della Chiesa presso la quale è incardinato, la diocesi laziale di Civitavecchia e Porto-Santa Rufina retta da un giovane vescovo nell’elenco dei possibili futuri, prelati promossi ad alto livello nella gerarchia vaticana di papa Francesco. Don Luigi Noli fu arrestato nell’ambito della inchiesta su monsignor Nunzio Scarano, una inchiesta anche mediatica a favore della linea dura del Papa sulla gestione finanziaria del Vaticano. Nei prossimi giorni, comincerà il processo d’appello per monsignor Sacrano dopo una condanna (sette anni) per presunto riciclaggio che, in primo grado, servì a colpire l’imputato e mettere a tacere le vendette vaticane ancora da chiarire processualmente ma ben presenti nella cronaca sui flussi finanziari della Santa Sede.Don Luigi Noli è stato assolto da un’accusa infamante per un concorso di reato di riciclaggio. Non c’è il reato perchè non sostenuto da prove (il fatto non sussiste dopo 14 mesi di detenzione domiciliare, tra Brescia e Salerno, e conseguente sospensione canonica). L’inchiesta della procura di Salerno finì con le condanne per Scarano e la commercialista Cascone. Questa la conclusione del processo di primo grado ora, proprio nei prossimi giorni, al vaglio dei giudici di appello. Quel che è certo è che l’inchiesta della procura di Salerno fu anche alimentata da furia fanatica e da denunce e testimonianze a porte chiuse che ora dovranno essere provate in corte d’appello. Si, con prove, non suggestioni mediatiche, le stesse che venivano presentate ingiustamente don Luigi Noli. Lui fu già “condannato” con l’ordinanza di custodia cautelare della procura e firmata dal gip che pubblicò intercettazioni telefoniche tese ad ampliare, irritualmente, l’accanimento mediatico della visione dell’inchiesta dal buco della serratura. Tutto avveniva con il complice silenzio della difesa di don Luigi Noli e, paradossalmente, nella città di residenza del presidente nazionale del garante della privacy, professor Pasquale Stanzione. La difesa e l’autorità per la privacy, assistettero al massacro giudiziario dell’ imputato Noli con la pubblicazione di intercettazioni presuntamente rilevanti nell’accusa ma solo ben disposte per l’accanimento dei media.

Ora, per un povero prete da 38 anni, abbandonato dalla Chiesa ed in gravi condizioni di salute anche a causa dello stress emotivo per l’inchiesta giudiziaria, c’è la formula del “fatto non sussiste” che certifica un innocente ma non compensa il danno ingeneroso fatto subire dai magistrati. Il povero don Luigi non era certamente, con tutte le diversità dei casi, il cardinale Georges Pell assolto dopo due anni di carcere ingiusto. Pell aveva perduto il rango di numero tre di un Vaticano adeguatosi scientemente a procedure giudiziarie inaudite il cui effetto era stato la decapitazione della gerarchia cattolica dopo la grande crisi mondiale dei ministri ordinati e del popolo di Dio. Il cardinale Pell era diventato un simbolo: il suo era un caso di giustizia esemplare e sommaria fondata sul furore di opinione pubblica alimentato dall’ideale bugiardo di una giustizia delle vittime. Mentre il povero don Luigi dopo essere stato “condannato” dalla stampa e dalla Procura di Salerno con la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, ora riceve la condanna della Chiesa, paralizzata della colpevole incapacità di reazione dei preti. Per don Luigi nessuna parola di assoluzione e di comprensione cristiana dopo il calvario giudiziario. La innocenza per la Chiesa è stata rubricata a fatto personale, come se la stessa Chiesa avesse fatto finire il massacro giudiziario di don Luigi in uno dei tanti errori giudiziario e con il compiacimento per lo scampato pericolo.

Don Luigi ha scritto al vescovo di Civitavecchia-Porto.Santa Rufina, monsignor Luigi Ruzza. Più volte abbiamo tentato un contatto ufficiale con l’avvocato del vescovado, Arianna Catta, proprio per ottenere la versione ufficiale sull’avvenuto abbandono della Chiesa di don Luigi Noli. Resta ancora solo, don Luigi con la promessa di una “riabilitazione” ecclesiale con una sacerdote come una sorta di “custode giudiziario”. Don Luigi da due anni non riceve alcun sostentamento diocesano ed è costretto a subire cure mediche e anche un intervento chirurgico con il sostegno di una silenziosa carità. Lui, sostengono fonti vicine al vescovo, si sarebbe dimesso da sacerdote. Il condizionale è d’obbligo, stante la possibilità di scoprire ufficialmente le dimissioni. Tranne che non si tratti di una “misericordiosa” bugia del giacobinismo con la talare.
 
Top
view post Posted on 16/3/2023, 17:00

Group:
Administrator
Posts:
2,304

Status:


www.ilmattino.it/salerno/usura_sca...co-7289954.html

Salerno, monsignor Scarano assolto dall'accusa di usura
I giudici di Salerno assolvono monsignor Nunzio Scarano dall'accusa di usura
Monsignor Nunzio ScaranoMonsignor Nunzio Scarano
di Angela Trocini

Giovedì 16 Marzo 2023, 06:35 - Ultimo agg. : 10:20

È stato assolto dall’accusa di usura, perchè il fatto non sussiste, monsignor Nunzio Scarano. La sentenza è stata emessa dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno che hanno respinto la richiesta di condanna a tre anni che la procura aveva richiesto per l’ex capocontabile dell’Apsa (l’associazione del patrimonio del Vaticano) accogliendo le argomentazioni dell’avvocato Riziero Angeletti che, nel corso del lungo dibattimento durato 6 anni (la chiusura delle indagini preliminari risale addirittura al 2015) è riuscito a dimostrare che a Scarano furono restituite le stesse somme prestate, senza alcun interesse. Il processo, a carico di Nunzio Scarano e che è appena terminato con l’assoluzione con formula piena dell’alto prelato, si era aperto dopo le dichiarazioni di un medico che ebbe due prestiti da 10mila euro ciascuno (marzo e settembre 2012) grazie al legame di parentela che aveva con lo stesso Scarano, avendo sposato una nipote. Il chirurgo, in un primo momento aveva smentito ipotesi usuraie, poi difronte ad un’intercettazione dove veniva pronunciata la parola “interessi”, rese dichiarazioni in merito. Nella stessa inchiesta anche la commercialista di don Nunzio Scarano, nel corso delle sue dichiarazioni, aveva parlato di un prestito che monsignor Scarano aveva fatto a lei e al suo compagno (poi deceduto) per un antico rapporto di amicizia non facendo però mai menzione di tassi d’interesse tanto è vero che per questa vicenda furono ipotizzate dalla procura “condotte poste con abuso della qualifica di ministro del culto cattolico”.
 
Top
view post Posted on 5/10/2023, 09:44

Group:
Administrator
Posts:
2,304

Status:


https://cronachesalerno.it/2023/10/04/proc...nnaio-del-2024/

Processo Scarano, dopo dieci anni rinvio a gennaio del 2024
Tommaso D'Angelo by Tommaso D'Angelo 4 Ottobre 2023
Monsignor Scarano ricoverato al Pertini di Roma

Di Antonio Manzo
Bisognerà aspettare fino a gennaio 2024 per avere dieci anni dopo una parola fine ad un processo catalogato dalla cronaca della Vatican connection. Se ne parlerà 16 gennaio del prossimo anno dopo che la Corte di Appello di Salerno ha rinviato il processo a carico di monsignor Nunzio Scarano, già responsabile dell’ufficio contabilità dell’Aspa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica). Per monsignore se ne parlerà sempre a gennaio dopo aver subìto la condanna in primo grado per il reato di riciclaggio a sette anni di reclusione. Rinvio anche per la commercialista Tiziana Cascone condannata a tre anni e sei mesi di reclusione.
Sarà compito dei giudici della Corte di Appello eventualmente confermare la sentenza di primo grado e sentenziare la fondatezza dell’accusa per il reato di riciclaggio compiuto da Scarano con i conti esteri dell’imprenditore D’Amico. Già nel 2014 il Tribunale di Salerno alla terza udienza dello stesso processo rigettò l’eccezione di incompetenza territoriale per reati compiuti a Roma. Al centro del processo l’accusa formulata della procura della Repubblica di opaca tracciabilità dei titoli, come ad esempio quello di 60.000 euro pagati per restaurare il sarcofago di Papa Gregorio VII finanziato con denaro del cavaliere Antonio D’Amico. Secondo l’accusa del pm il monsignore presso l’Aspa gestiva i fondi di beneficenza utilizzando la cassaforte vaticana per riciclare fondi di dubbia provenienza dall’estero, sostanzialmente immessi nuovamente nei conti correnti già aperti preso gli sportelli della banca vaticana.


Si tratta di un processo che riguarda i flussi di denaro e la la presunta provenienza illecita. Una delle linee difensive predisposte in appello nel parere pro veritate redatto dal prof. Carlo Longobardo docente di diritto penale all’Università Federico II di Napoli ripercorre i punti e le tappe dell’inchiesta. Secondo il parere pro veritate predisposto dal penalista docente all’università di Napoli la vigente legislazione e giurisprudenza gli elementi dell’accusa non porterebbero affatto al compimento di un reato di riciclaggio di denaro. I difensori sostanzialmente demoliscono la sentenza di primo grado obiettando l’assenza di un reato presupposto relativamente alla configurabilità del delitto accessorio di riciclaggio. Nella sostanza, la conclamata inesistenza di un delitto presupposto che avrebbe portato ad accumulare le somme di denaro illegalmente non potrebbe portare all’accusa di riciclaggio. Correlata al riciclaggio ed al flusso di denaro oggetto del processo vi sono le presunte dichiarazioni fiscali infedeli rese a seguito delle operazioni contestate. A tal proposito, la difesa di Scarano, sostenuta dall’avvocato Riziero Angeletti del Foro di Roma (che ha già ottenuto l’assoluzione per il reato di usura contestato allo stesso Scarano) ha depositato in Appello una recente sentenza della Corte di Cassazione del 10/05/2023 in riferimento al rapporto tra debito fiscale ed oneri probatori rispetto all’esistenza del debito stesso. La difesa fa leva sulle dichiarazioni fiscali esibete e non contestate del Gruppo D’Amico che ha adempiuto a tutti gli obblighi verso l’erario nel periodo contestato per inesistenza di debiti verso l’Agenzia delle Entrate con relative conseguenze sulla punibilità degli imputati. A fronte della complessità del reato contestato sono state depositati documenti fattuali da parte del Gruppo D’Amico circa l’assenza di contenziosi con l’erario tali da giustificare l’inesistenza del reato di riciclaggio già ipotizzato come inesistente nel parere pro veritate firmato dal professore Longobardo si aggiunge alla recente pronuncia della Cassazione già citata dall’avvocato Angeletti a favore della difesa. Ma c’è una circostanza narrata dal giornalista Nuzzi, autore di inchieste giornalistiche sulla Vatican connection, che non può passare sotto silenzio. È infatti noto, secondo le fonti riportate da Nuzzi, che il Vaticano per disposizione e volontà precisa di Papa Francesco in questi anni ha avviato una sorta di revisione della documentazione contenente i presunti reati contestati a Monsignor Scarano incaricando una nota società di consulenza americana Promontory con un dettagliato report di analisi di tutti i documenti contabili prodotti dallo stesso contabile presso l’ex Ior e non solo quelli oggetti del processo. L’analisi della società americana portò ad escludere eventuali reati commessi da Scarano nell’esercizio delle sue funzioni di contabile dell’Aspa. Questa circostanza tutt’altro che secondaria risulta decisiva per il riconoscimento del lavoro di Scarano ed entra necessariamente anche nel giudizio di revisione della sentenza di condanna costruita anche con dispendiosi e assurdi sistemi investigativi: furono predisposte cimici e telecamere presso l’abitazione di monsignor Scarano addirittura sistemate all’interno del campanile della Cattedrale di San Matteo, con l’autorizzazione dell’allora arcivescovo Luigi Moretti, e indirizzate all’abitazione del prelato. Investigazioni della Guardia di finanza non utilizzate neppure nei trent’anni di latitanza del fu storico latitante, ora scomparso, Matteo Messina Denaro.

Edited by pincopallino1 - 5/10/2023, 14:34
 
Top
view post Posted on 9/3/2024, 18:33

Group:
Administrator
Posts:
2,304

Status:


https://cronachesalerno.it/2024/03/09/lult...i-mons-scarano/

L’ultima parola all’innocenza di Mons. Scarano
9 Marzo 2024

Monsignor Scarano ricoverato al Pertini di Roma


di Salvatore Memoli
Si avvia verso la conclusione un processo reso vischioso e macchinoso da un’inchiesta che è stata senza respiro, condotta con mordente dalla Procura salernitana contro il sacerdote Nunzio Scarano, accusato di usura e riciclaggio. Ho sempre pensato che la posizione dell’imputato Scarano in quanto presbitero in servizio in un ufficio importante del Vaticano ( APSA) abbia reso tutto più difficile, stimolando la catena istruttoria a scavare nelle pieghe di tutto e tutti, per estrapolarne qualsiasi informazione meritevole di essere valutata ai fini dell’indagine. Peccato che ogni notizia che riguardava l’indagato sia stranamente arrivata ad una stampa famelica di fatti ingiuriosi, quelli da prima pagina e dal taglio scandalistico di caso dell’anno! Mons. Scarano ha subito il ludibrio, è stato sottoposto agli arresti ed al carcere, ogni sua più intima notizia è passata di bocca in bocca, lasciando a detrattori e gente senza scrupolo di fare di lui un condannato anzi tempo. Si contano diverse centinaia di articoli dal taglio scandalistico con foto di circostanza inappropriate ed atte a suscitare il suo disprezzo, un giudizio frettoloso ed immeritato, quanto irriguardoso della realtà e della verità. Le inchieste a suo carico sono state accompagnate da un duro regime carcerario e da restrizione della libertà intra moenia, seguito da decine di agenti di polizia che hanno sottoposto il monsignore a stressanti controlli nell’arco del giorno, inclusa la notte. Inoltre, come più volte riferito, la sua vita è stata monitorata al millesimo, senza respiro, facendo uso di attrezzature a laser che procuravano malessere soprattutto al confratello don Luigi Noli coimputato, poi assolto nel primo grado di giudizio. Di questa estensione di imputazione a persone a lui vicine e familiari, mons Scarano ha subito il dolore più vivo ed insopportabile. Oltre al dispiacere di vedere la sua vita religiosa stravolta, trascinata nelle insopportabili trappole di imputazioni infamanti. Le accuse in particolare lo accusavano tra l’altro di riciclaggio di danaro. Per l’usura don Luigi ed altri imputati sono stati assolti con piena formula, anche se, la chiesa continua a tenere don Luigi, ora malato, sub iudice, negandogli la giusta riabilitazione ecclesiale che, in fondo, resta la motivazione profonda della sua vita e della sua vocazione sacerdotale. Tutte queste cose pesano, insieme alle imputazioni di riciclaggio, al declino di una vita trascorsa nell’impegno solidale e al servizio alla Chiesa , al voltafaccia di confratelli e superiori, alla perdita di amici scopertisi puritani e giustizieri, dopo aver ricevuto tangibilmente tanto bene. Conosco il processo Scarano nei suoi dettagli, nei suoi risvolti e nelle sue verità recondite, conosco gli impegni dell’amico sacerdote, fin dai primi giorni del suo ministero. Molti non gli perdonano che ha potuto gestire ingenti somme destinate alla beneficenza, altri non hanno capito, accettato e, forse equivocato, il suo stile di vita piuttosto distinto, come di chi vive nel benessere, amante dell’effimero e della vanità. Per giudicare Nunzio bisogna conoscerlo, frequentarlo, condividere i suoi impegni, le innumerevoli catene di solidarietà, la sua preghiera, quasi mistica, orientata all’Assoluto e guidata da energie sane, totalizzanti e consacrate al bene. Insomma bisogna andare oltre le apparenze, superare il superficiale, l’apparente ed entrare nella sua vita per Dio e per il prossimo. Tutto in una visione di carità vissuta, gestita fino all’osso, con quello che le sue benestanti conoscenze gli hanno sempre affidato, caricandolo di impegni solidali. La ricchezza non è stata mai un peccato, il peccato è l’uso errato dei beni! Ma tant’è c’è ancora chi confonde povertà e pezzenteria!
A Scarano venivano dati tanti soldi, ma tanto, tanto egli donava a chi aveva bisogno. Non si contano le cose realizzate ed il bene fatto.
Il Comune di Salerno, grazie a Mons. Scarano ed ai suoi amici armatori D’Amico, ha ricevuto per la Casa di Riposo, per gli anziani di Salerno, lasciti per qualche milione di euro. Parlano le delibere comunali e i resoconti giurati! Anche per questo il prelato è stato messo in discussione! Ma senza quell’aiuto la Casa di Riposo sarebbe meno bella, moderna, efficiente ed accogliente! Hanno detto che erano fondi provenienti da illecite provviste. Mi domando come mai, dopo che Scarano è stato messo in carcere e privato dei suoi beni, i D’Amico hanno continuato a donare ingenti somme, richieste direttamente dai responsabili, alla Casa di Riposo? Quei soldi se erano sporchi prima, non lo erano anche dopo?
Mons. Scarano ha sperimentato l’abbandono e l’infamia, quella più grave di una Chiesa che talvolta segue la doppia morale. Anche le posizioni del Papa verso la Curia romana hanno ricordato un giustizialismo giacobino. È scomparsa tutta la profonda saggezza cristiana verso il prossimo, qualunque cosa abbia fatta, se accertata e non presunta. Questo indice non aiuta la sua vita e la soluzione del suo caso. Sul filo rosso che attraversa la sua vita ha trovato tutti i risvolti negativi di mondi che gli appartengono e che sono abituati a voltare le spalle o abbandonare una persona dopo averla usata bene. Ma quello in cui lui crede e quello che ha fatto, forse con qualche ingenuità, porta la cifra di un Dio che libera e che guarda agli ultimi, anche nel fango della storia quotidiana e da lì li destina a sorprendenti cose, tutti…anche carcerieri, giudici, chi lo ha condannato senza sapere e chi lo ha vilipeso senza averne diritto!
Su questa vicenda giudiziaria e di vita, sarà la risurrezione l’ultima parola ed il mio augurio è che venga riconosciuta l’innocenza di un uomo e di un prete che ha tanto sofferto ma che potrà donare ancora molto a tutti.
 
Top
21 replies since 21/9/2016, 20:56   8726 views
  Share