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"Sta davanti alle scuole ad adescare ragazzini. Se ieri era vittima oggi è carnefice", Inizi anni ’60. Collegio dei salesiani di Taranto. Decenni di violenze su minori

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view post Posted on 24/8/2016, 16:44
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Inizi anni ’60. Collegio dei salesiani di Taranto. Decenni di violenze su minori

"Sta davanti alle scuole ad adescare ragazzini. Se ieri era vittima oggi è carnefice"

http://www.cattoliciromani.com/63-l-osserv...l=1#post1450426
Statistiche dei sacerdoti defunti in Italia
10/02/2014 Savino Giuseppe n. 1931 ord. 1957 Taranto – Salesiani IME

Taranto
Casa salesiana di Taranto

www.vivavoceweb.com/2015/04/07/iniz...cia-di-taranto/

Inizi anni ’60. Collegio dei salesiani in un paese della provincia di Taranto

7 aprile 2015 QUOTIDIANO
Una lettura che può servire a una riflessione su quello che c’è stato e che, tutt’ora, non ci scandalizza più di tanto



Oltre 400 bambini erano i residenti di questa mega struttura e ognuno di noi aveva un qualcosa in comune agli altri: o gli mancava il padre (come me) o gli mancava la madre e i più sfortunati erano coloro che non avevano ne un padre e tanto meno una madre che si potesse interessare a loro. Una vita all’interno dell’Istituto molto democratica, davvero. C’erano le regole e tu dovevi rispettarle e in campo pedagogico erano molto più avanti nell’educazione da impartire ai ragazzi. Questo tipo di educazione consisteva nello studio, nello svago, nell’essere religiosi e pregare (ma non eccessivamente). Mangiavamo abbastanza bene.

Quindi ogni mattina la sveglia era rigorosissima alle 7.00, alle 7.30 pronti ed ordinati davanti al proprio letto già sistemato e il controllo dell’assistente (prete) diceva se stava tutto a posto o meno. Poi messa in chiesa, poi colazione e pronti per andare a scuola nell’interno della struttura. Una organizzazione perfettissima in cui tutto funzionava alla grande. Una ventina di preti ci gestiva in tutto: sui libri e sul comportamento con gli altri. Io? Profitto eccellente ma indisciplinato alla grande. Spesso in punizione. Proseguo.

Il mio gruppo di amici era formato da tre o quattro tarantini, quindi più vaccinati di noi in quanto noi dei paesi sembravamo molto timorosi rispetto a loro. Loro erano sfacciati, più diretti, insomma più vissuti. In questo gruppo, circa una quindicina di ragazzi, calcoliamo 8-9 anni tutti, si aggregò un ragazzino, diciamo tranquillissimo, che dove andavamo andavamo i tarantini gli dicevano di andare via in quanto non lo volevano. Alcuni di noi disapprovavano questo atteggiamento dei tarantini e per alcune volte questo ragazzo veniva assieme a noi. Nei giochi lo emarginavano (ad esempio nelle partite di calcio mancava sempre il portiere e mettevano lui, dicasi il più fesso) ma noi, nel nostro piccolo cercavamo di integrarlo. Questo scenario si ripetette per oltre sei mesi. Un giorno ci chiama l’assistente, prete, a tutti noi escluso il ragazzino.

Il prete ci raccomanda di integrarlo con noi in quanto è giusto che ci dobbiamo volere bene e nella sfortuna che la vita ci aveva dato (la perdita di qualche genitore) comportarsi bene con gli altri era ciò che potevamo fare. Tutti zitti all’adunata, nessuno di noi fiatò. La figura imponente del prete era troppo forte per i nostri piccolissimi anni. Finita la tirata d’orecchi del prete andammo via nel campo di calcio. Ad un tratto i tarantini convocano tutti noi del gruppo. Ci riuniamo in un batter d’occhio e pronto il più lesto (Marchini cognome di fantasia, e lo troveremo più avanti …) ci dice che già il prete voleva sodomizzare il ragazzino. Lui aveva letto bene, molto bene il contesto.

Noi restiamo perplessi, molto, anche perché erano le prime volte che sentivamo parlare di queste cose. Proseguono le nostre giornate all’insegna dello studio, del gioco e delle punizioni. Il prete sta sempre al fianco a noi a ricordarci di integrare Paolini (altro nome di fantasia di questo ragazzino, ndr) ma i tarantini non vogliono sentire ragione e tra di noi decidono una volta per tutte che Paolini deve stare fuori dal nostro clan. Paolini viene visto spesso con il prete, in giro nelle stanze dell’istituto, cosa che a noi era tassativo andare. Insomma i privilegi, tipo le cioccolate o la bevanda allo sciroppo d’amarena (buonissima, mamma mia!), per lui c’erano sempre.

Paolini, questo ragazzo non aveva nessuno dei due genitori, aveva degli zii che non si preoccupavano molto di lui e noi, alla fine della settimana, andavamo sempre a casa. Lui, invece, restava sempre lì. Quindi non aveva un riferimento affettivo diretto e la figura del prete, almeno dal lato affettivo, lo faceva sentire più protetto. Tutto questo, tra il prete e il ragazzino, proseguì per molti anni. Diventiamo grandi e usciamo tutti dal collegio alla fine delle scuole medie. Ci separiamo del tutto e tantissimi di noi tornano nelle famiglie di origine. Ci perdiamo di vista del tutto. Io dalla mia ho la fortuna di avere una ottima memoria fotografica.

Trenta anni dopo, in un bar a Taranto. Mi accingo a prendere un caffè e di fronte a me c’è un magnaccione con tanto di collana di oro spessa e pieno di tatuaggi in modo inverosimile. Lo punto con lo sguardo, lui mi guarda e con tono minaccioso mi dice che cosa voglio da lui e il perché lo sto guardando. Io lo guardo insistentemente e lui sempre più che si avvicina a me quasi a volermi affrontare. Rido leggermente, lui si sente preso in giro e prima di buttarsi su di me, era un bestione alto quasi due metri e una stazza fisica quasi alla Tyson maniera, mi ripete per l’ultima volta che cosa voglio da lui. Lo stoppo. Gli dico di ricordarsi dove stava qualche decennio fa.

E lui mi elenca diverse carceri, quasi a volermi dire che io e lui forse ci eravamo incontrati in qualche carcere da reclusi. No. Gli dico di andare ancora al ritroso. Cambia espressione al viso, diventa più composto. Ma non gli viene in mente altro. Mi faccio avanti io e gli dico ”salesiani”. Mi guarda. Mi osserva attentamente. Mi dice che onestamente non sa affatto chi sono io ma che comunque in quel collegio ai salesiani, lui c’è stato. Gli dico il mio cognome e gli dico anche il suo di cognome. Di scatto fa cadere il bicchiere per terra della birra, il barista comincia ad aver paura. Per il barista sembra che sia un preludio per una scazzottata. No. Non è affatto così.

Mi viene incontro e mi abbraccia fortemente. Si mette a piangere, anche a me scendono le lacrime. Il barista si sente più sollevato. E via ai ricordi! “Tu”, rivolto a me, “piangevi sempre eri il più piccolo del gruppo e non ti si poteva mai dire nulla che piangevi”. Era vero. “Ti portavamo con noi perché ci facevi copiare i compiti, altrimenti non stavi mai con noi”. Eh già. Andiamo avanti. Mi parla della sua vita: furti, rapine, puttane, insomma un vero e proprio almanacco del crimine. Andiamo ora ai nomi di chi stava con noi.

Quello, quell’altro e quell’altro ancora, ecc. Gli dico se sa nulla di Paolini. Marchini mi guarda e mi racconta di questo ragazzo. Entra ed esce da un carcere per pedofilia! Ah. Mi dice che spesso sta davanti alle scuole ad adescare ragazzini. Insomma è diventato un pedofilo. Quindi detta in breve, ma brevissima, se ieri era vittima oggi è carnefice. Deturpata la sua psiche …

Giovanni Caforio

Edited by pincopallino2 - 3/3/2021, 11:12
 
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Don Giuseppe Savino dei Salesiani di Taranto



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Don Savino mostro pedofilo
19 febbraio 2015 ·
Lettera aperta a don Savino che mandai piu` di una volta oltre tre anni fa alla sua facebook personale. Non ebbe mai il coraggio di risporndermi.
“Caro don Savino,
Sono passati un bel po’ di anni da quando fui allievo all’istituto salesiano di Taranto. Furono anni indimenticabili nel senso piu` letterale della parola.
Stavo dando un’occhiata alla comunita` salesiana sulla pagina web dell’istituto e, con sorpresa ho notato che c’eri solo tu e don Capobianco dai tempi in cui frequentavo. Chissa` che fine hanno fatto i vari don Chiaffitelli, don Capogrosso, don Galeone, don deRenzis, don Gisonno, don Casalino e via dicendo.
Posso solo immaginare che dopo 50 anni di sacerdozio e tante classi d’insegnamento avrai avuto solo il piacere di ricevere elogi e ringraziamenti dai tuoi ex-allievi. Anch’io vorrei fare lo stesso ma non come t’aspetteresti. Voglio che tu sappia cosa ha significato per me essere stato alunno all’istituto salesiano di Taranto, come ha distrutto i piu` begli anni della mia adolescenza e cosa ne penso dell’ “educazione” ricevuta in quel covo di lupi. Forse ti senti annoiato gia` prima di cominciare e magari vorresti cancellare subito il messaggio. Pero` non puoi certo ignorare un tuo ex-alunno il quale, come tutti i tuoi ex-alunni, reputi speciale come dicesti nell’intervista sul sito. E allora rilassati, stai pure comodo e continua a leggere con attenzione quello che sto per dirti.
Mi piacerebbe tanto farti provare l’inquietudine, la paura ed il terrore travolgenti che avevo quando, con i tuoi tipici metodi d’insegnamento brutali, ci picchiavi con schiaffi violenti e urlando ci umiliavi davanti a tutto il resto degli studenti. Per cosa poi? Esiste qualche motivo per quanto serio possa essere che legittimi crudelta` del genere? Barbaro controllo di ragazzi troppo giovani per contestare un’autorita` basata su punizioni divine in un al di la` che non esiste o sopportare abusi fisici secondo la norma del vostro fondatore e grande criminale Nazista don bosco. Nelle quattro parole del suo motto fascista (“O religione o bastone”) si evidenzia subito tutta la crudelta` malvagia che tu, i salesiani e tutti i cristiani come voi rappresentate. E il colmo era pure che i nostri genitori vi pagavano profumatamente per farci abusare in quel modo vigliacco e ipocrita. Naturalmente tu non eri il solo ma alcuni dei preti citati sopra erano ancora peggio. C’era chi, come don Chiaffitelli, si era identificato con Bud Spencer e cercava la minima occasione per “aggiustare” qualche alunno allo stesso modo del suo idolo cinematografico; solo che le botte, le umiliazioni e gli insulti erano diretti contro ragazzini indifesi e innocenti, incapaci di reagire. L’allora preside don Capogrosso forse era l’unico prete contrario all’uso della violenza fisica anche se la sua violenza psicologica contro gli alunni “ribelli” era sadistica allo stesso modo di quella fisica imposta dagli altri preti. Tu invece le usavi entrambe.
Leggevo quella tua breve intervista sull’internet dove alla domanda se cambieresti qualcosa alla tua vita trascorsa rispondesti di no. Ebbene, se io avessi un’opportunita` del genere cambierei tante cose della mia vita passata, specie in quegli anni di sofferenza trascorsi all’istituto. Se avessi avuto maggiore consapevolezza di quegli orribili abusi subiti mentre li subivo, di quel tipo di educazione cristiana brutalmente imposta senza alternativa di scelta e soprattutto, se non fossi stato schiacciato dal senso di colpa interiorizzato dovuto all’ansia dei sacrifici che i miei genitori facevano per mantenermi in quel gulag, ebbene si avrei reagito di sicuro. Per ogni schiaffo ricevuto ti avrei fracassato il cranio a suon di pugni; per ogni terrificante rimprovero t’avrei sputato addosso gli insulti piu` osceni per il tuo ridicolo senso del dovere, rispetto garantito col terrore fisico e psicologico e rifiuto dei tuoi idoli cristiani. Quando solo penso come ad ogni vigilia di pasqua ti commuovevi durante le tue grafiche descrizioni della passione di Cristo... eri cosi` patetico! Tipico di una persona estremamente mediocre e patologicamente irascibile come te!
Si e` vero, potessi tornare indietro avrei cercato di dimostrarti nel modo che meritavate cosa ne avrei fatto dei vostri insegnamenti; purtroppo non si puo` tornare indietro. In fondo, anche se avessi avuto l’occasione di reagire come volevo, a che sarebbe servito? Forse mi sarei messo irrimediabilmente nei guai. E poi cosa avrei mai potuto risolvere? Convincere qualcuno di voi preti abietti che esisteva anche un punto di vista (diverso) da parte degli alunni? Piu` facile estrarre oro dal letame.
Non so che tipo di piega avrebbe preso la mia vita se non fossi andato a scuola da voi ma sono sicuro che sarebbe stata solo positiva. Qualunque esperienza nella vita ha un suo valore, almeno quello che noi vorremmo che avesse. L’esperienza salesiana m’ha certamente “aiutato” a crescere, anche se un po’ troppo velocemente. Sono cresciuto tra il nonnismo di alcuni coetanei e la miserabile autorita` di preti la cui unica soddisfazione era quella di sfogare le loro frustrazioni di fallimento mondano su ragazzini indifesi; ho imparato a capire l’essenza profonda delle menzogne cristiane; mi sono reso conto anche se un po’ tardi, che i miei stessi insegnanti ed educatori non erano altro che sociopatici e ipocriti falliti fin nel midollo, incapaci di amare e di affrontare il mondo e la cui unica soddisfazione e` quella di rifugiarsi sotto una tunica nera e che nel nome di un dio viene legittimata perfino dallo Stato a lavare i cervelli di adolescenti indifesi. Se la giustizia divina che predicate tanto esistesse davvero, tali abusi non si verificherebbero affatto. Percio` tutti i vostri valori e speranze crollano di fronte all’evidenza della vita. Vorrei proprio sapere se ancora adesso, dopo tanti anni di autoinganno la pensi ancora allo stesso modo ma m’illuderei soltanto se tu fossi cambiato di una virgola.
Mi piacerebbe che queste parole ti risuonassero nelle orecchie come una triste litania quando starai per morire e che il fallimento della tua vita vissuta non sia solo un dubbio ma una certezza. Ma in fondo non importa tanto. Mi basta solo avere la soddisfazione di farti sapere cosa ne penso della vostra “educazione” ricevuta e non m’aspetto certo che da vigliacco che sei possa mai rispondermi tranne forse con uno dei tuoi anatemici suggerimenti idioti del tipo ‘ehh... ma don Savino ti vuole bene lo stesso e prega per te’. Maledetto per sempre, tu e tutti i salesiani e cristiani ipocriti come te!!”
Riccardo, ex alunno all’istituto salesiano don bosco di Taranto, 1982-1987

Articolo dal "nuovo Dialogo" che nel febbraio 2014 annuncia la morte di don Giuseppe Savino

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Edited by GalileoGalilei - 16/9/2016, 18:58
 
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Requiem a don Savino: Mostro schifoso deturpatore di ragazzini innocenti! Spero solo che tu abbia sofferto tantissimo e per lungo tempo prima di morire
 
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Don Savino Salesiani
18 febbraio 2015 ·
Requiem a don Savino:
Mostro schifoso deturpatore di ragazzini innocenti! Spero solo che tu abbia sofferto tantissimo e per lungo tempo prima di morire. Ma piu` della sofferenza fisica sono sicuro che lo spettro del nulla e la consapevolezza finale delle false menzogne cristiane con cui ti sei autoilluso e che hai cercato di imporre su menti tenere e indifese con la forza bruta e su cui hai costruito la tua intera vita nefanda e abietta ti abbiano fatto provare il terrore piu` profondo nella tua mente malata. Maledetto per sempre insieme all’intero abominio salesiano e cristiano!
Riccardo, ex alunno all’istituto salesiano don bosco di Taranto, 1982-1987
 
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‎Krik Palu‎ a Sopravvissuti agli abusi dei Salesiani di Taranto
1 h ·
Non esistono nomi o aggettivi per descrivere creature come don savino e compari. Abbracciare, condividire e inculcare tradizionali valori cristiani e apparire come la persona esemplare che rappresenta tali valori mentre dietro le quinte si divertiva a praticare le nefandezze piu` abominevoli contro le persone piu` vulnerabili della societa`, tramite le piu` torbide macchinazioni. No, non siamo neanche capaci di pensare che esseri simili esistano, neanche nei film, dove il cattivo e` facilmente riconoscibile. Io ho sempre pensato di aver subito profondi abusi fisici e psicologici piu` di tanti altri quando ero a scuola da loro, ma questo tipo di orrore va oltre ogni capacita` di comprensione. La cosa piu` sbalorditiva per me e` proprio l'impossibilita` di capacitarmi sul modo in cui quei mostri, specie don savino, siano riusciti a vivere la propria vita: nessun rimorso, dubbio, consapevolezza della gravita` delle loro azioni turpi... quando nello stesso tempo recitavano cosi bene la parte del prete modello. Sono riusciti a farla franca purtroppo, tanti fino alla morte; questa e` la parte piu` deludente di questa storia. Noi vittime siamo ormai persone di mezza eta` che ci trasciniamo ancora dentro gli spettri di quei demoni che ci abusarono tanti anni fa. E` stato un lungo cammino solo a prendere atto dei demoni, lasciamo perdere affrontarli "serenamente" senza paure e disagi. Ma almeno oggi ci sono i social media che ci permettono di esprimerci e far sapere a tutti la verita`, specialmente a tutti coloro che si rifiutano di credere e accettare la mostruosa nefandezza di quegli essere abominevoli. E allora gridiamo sempre piu` forte: don savino, don gisonno, don mele, signor valle, don draesci, don galeone e tutti gli altri compari dell'istituto salesiano che sapevano ma hanno taciuto
... MALEDETTI E STRAMALEDETTI NEI SECOLI!!

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Sopravvissuti agli abusi dei Salesiani di Taranto

EX ALLIEVI SALESIANI TARANTO: UN DUBBIO AL GIORNO.
Agli scettici, increduli, dubbiosi, non chiediamo di credere subito a tutto quello che raccontiamo. Si, perché non lo racconta una sola persona. Raccontiamo violenze terribili che disturbano chi le legge perché rompono le nostre certezze. Chiediamo di ascoltarci, di leggere ed interrogarci. Esprimeteci i vostri dubbi.
Il primo dubbio. "Don Savino è sempre stato buonissimo con me. Possibile che abbia abusato di miei compagni?". Vero, vi crediamo, perché un pedofilo, un abusatore, non avvicina tutti i minori che gli capitano sotto mano, ma solo quelle prede (qui ce ne sono più di una) che ritiene di poter "sedurre". Non ha alcuna ragione per spaventare o far sospettare di sé quelle che non sono sue possibili prede. Il pedofilo cerca di esser rassicurante nei confronti di chi non vuole violentare. Cerca di essere rassicurante coi suoi familiari, in modo da scacciare ogni tentazione di ribellione della vittima, in modo da acquistare la fiducia di chi dovrebbe proteggerla. Così fece don Savino, così fecero altri sacerdoti pedofili tra i Salesiani di Taranto e fuori dei Salesiani.
L'immagine può contenere: nuvola e sMS


Sopravvissuti agli abusi dei Salesiani di Taranto
18 settembre alle ore 8:19 ·
...e poi ci sono notti come questa, ti metti nel letto, chiudi gli occhi e li vedi, li senti, senti le loro mani addosso, i loro corpi abusare del tuo, le loro facce sghignazzanti, i loro odori, i loro sapori, tu li, inerme, in lacrime, sofferente implori che smettano e loro, invece che si divertono, ridono, godono del tuo dolore, della tua sofferenza, della tua passività, della tua sottomissione a loro,e alla fine, paradossalmente, quando tutto è finito e ti lasciano andare gli ringrazi, si gli dici anche GRAZIE!!!
Ed allora che ti svegli, sudato e con gli occhi pieni di lacrime, guardi l' ora (01,40!) e capisci che sarà un' altra notte insonne, un'altra notte che trascorrerà pensando a loro, rivivendo situazioni e luoghi, con loro, con i tuoi aguzzini, fino a quando non decidi di alzarti da quel letto, che intanto è diventato un "sudario".
Questo accade spesso, oggi meno, si è vero, con minor frequenza, ma accade ancora, così come ormai da 40anni..
Tante notti,troppe notti vissute così.
...questa è una delle eredità pesanti di chi ha subito violenza...
...comunque sia, che sia almeno un buon giorno...
Angelo Violato

Sopravvissuti agli abusi dei Salesiani di Taranto
11 settembre alle ore 17:19 ·
SOPRAVVISSUTI AGLI ABUSI DEI SALESIANI DI TARANTO.
Buongiorno amici, lo scopo di questa pagina, anzi, più umilmente, il sogno che ho riposto in questo spazio e' quello di attrarre l'attenzione sul collegio dei Salesiani di Taranto, fondato nel 1933 dove vi erano una moltitudine di bambini ed adolescenti ( nel corso degli anni infatti, l'istituto salesiano don Bosco, divenne sempre più grande ed importante espandendosi fino a diventare sede elementare, media e liceo) con la fama di essere la migliore scuola di Taranto.
Gestito interamente da preti con l'ausilio di pochi laici spesso permanenti nella struttura era anche sede di uno dei più temuti collegi della regione.. ed in quel convitto accadeva di tutto.
Molti sanno...
Tanti hanno sentito dire...
Diversi hanno visto...
Alcuni hanno subito...
Raramente e' stato pubblicato qualcosa sui Salesiani e sui Salesiani di Taranto nello specifico, come ad esempio una lettera aperta a Don Giuseppe Savino, che lo accusava palesemente della sua brutalità e dei suoi metodi violenti e pedofili, citando anche palesemente altri preti salesiani, rei di violenze ed abusi di ogni tipo, ma poi, stranamente, come per magia, queste pubblicazioni scomparivano...
In quel collegio si sono purtroppo perpetrati abusi di tipo fisico ( violenze ), psicologico ( umiliazioni in pubblico, in classe e in privato ) ed abusi e violenze sessuali..
Vi chiedo con il cuore di aiutarmi a scoperchiare il "vaso di Pandora" invitando innanzitutto i vostri amici di Taranto e provincia, ma anche tutti coloro i quali hanno avuto direttamente ed indirettamente rapporti con il mondo ed i preti salesiani o hanno avuto " contatti" con loro ad aderire a questo nostro gruppo e magari, con un grande atto di forza e di coraggio raccontare, aprirsi, urlare la propria o l'altrui sofferenza per troppo tempo taciuta ed ingiustamente subita o violentemente impostagli...
Io sono un "angelo violato ed abusato" di quel collegio...
Ed è per questo che sono qui e vi aspetto...

www.facebook.com/groups/1730150400581715/?fref=ts

Angelo Violato‎ a Sopravvissuti agli abusi dei Salesiani di Taranto
14 settembre alle ore 18:08
Mi sono ripromesso con l'aiuto di Carmela Cioffi di iniziare il racconto sia nel gruppo sopravvissuti agli abusi dei collegi salesiani di Taranto che nel gruppo i bambini non si toccano.
Io sono stato portato in quel collegio a 8 anni (1972) e già da subito sono stato "adocchiato" per il mio essere piccolo e delicato, biondino, dalla folta chioma e dal carattere dolce e remissivo..
Il primo choc fu quando due preti mi tennero in disparte con loro e mi dissero:
"sai perché sei qui? Perché i tuoi genitori non ti vogliono bene. Una mamma non lascia un figlio in collegio... Noi ti vogliamo bene con il cuore e se sei qui e' perché Gesù che lo ha voluto.. È' Lui che ti ha mandato qui e noi dobbiamo prenderci cura di te con il cuore e darti tanto amore quel l'amore che i tuoi genitori non ti daranno mai"... Abbracci, baci, coccole e carezze....
E da allora iniziarono col contatto fisico, fatto per volermi ammansire, rassicurare ed avvicinare a loro..
Segnali di palese affetto ma insistenti... Fino a quando arrivò il maledetto giorno...
era il primo lunedi di Febbraio del 1973 , il giorno 5 di febbraio, quando dopo il refettorio e la pausa gioco in cortile, fummo chiamati per andare nello Studio, un grande stanzone con una quarantina/cinquantina di scrittoi singoli...
Mentre ero intento a fare i compiti di avvicinò a me un prete Don G.S. il quale mi disse: tu hai bisogno di essere seguito, hai bisogno di ripetizioni, vieni con me", mi prese la mano e percorso il lungo corridoio che separava lo studio dalla scalinata che portava ai piani superiori, sempre tenendomi per mano mi fece salire le scale, il primo piano, poi il secondo, e stranamente il terzo dove erano le stanze dei preti.
Mi fece entrare nella sua stanza, mi fece sedere ad un piccolo scrittoio che aveva in camera ed aperto il libro iniziò a farmi leggere...
mentre leggevo mi accarezzava i capelli, il collo e le spalle, dicendomi : "quanto sei bello, sembri un angelo, è Gesù che ha voluto che fossi" qui continuando ad accarezzarmi ed a massaggiarmi mentre si accostava sempre più a me...fino a prendermi le mani, e...
Prendo fiato e coraggio...
Spero di riuscire a continuare nel racconto...
 
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view post Posted on 23/9/2016, 14:34
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Angelo Violato Certo so che ci sei e che ci siete
Io sono stato portato in quel collegio a 8 anni e già da subito sono stato "adocchiato" per il mio essere piccolo e delicato, biondino, dalla folta chioma e dal carattere dolce e remissivo..
Il primo choc fu quando due preti mi tennero in disparte con loro e mi dissero:
"sai perché sei qui? Perché i tuoi genitori non ti vogliono bene. Una mamma non lascia un figlio in collegio... Noi ti vogliamo bene con il cuore e se sei qui e' perché Gesù che lo ha voluto.. È' Lui che ti ha mandato qui e noi dobbiamo prenderci cura di te con il cuore e darti tanto amore quel l'amore che i tuoi genitori non ti daranno mai"... Abbracci, baci, coccole e carezze....
Mi piace · Rispondi · 1 · 14 settembre alle ore 14:26 · Modificato
Angelo Violato
Angelo Violato Ed in quel collegio ci sono stato 11 anni
Mi piace · Rispondi · 1 · 14 settembre alle ore 14:15

Carmela Cioffi In che senso baci abbracci coccole e carezze
Mi piace · Rispondi · 14 settembre alle ore 14:31
Angelo Violato
Angelo Violato Nel senso che allora iniziarono col contatto fisico, fatto per volermi ammansire, rassicurare ed avvicinare a loro..
Segnali di palese affetto ma insistenti...
Mi piace · Rispondi · 1 · 14 settembre alle ore 14:34

Angelo Violato Erano segnali di palese affetto ma insistenti... Servivano per fare accrescere la fiducia nei loro confronti ed il mio affetto per loro...
Fino a quando arrivò il maledetto giorno...
era il primo lunedi di Febbraio del 1973 , il giorno 5 di febbraio, quando dopo il refettorio e la pausa gioco in cortile, fummo chiamati per andare nello Studio, un grande stanzone con una quarantina/cinquantina di scrittoi singoli...
Mentre ero intento a fare i compiti di avvicinò a me un prete Don G.S. il quale mi disse: tu hai bisogno di essere seguito, hai bisogno di ripetizioni, vieni con me", mi prese la mano e percorso il lungo corridoio che separava lo studio dalla scalinata che portava ai piani superiori, sempre tenendomi per mano mi fece salire le scale, il primo piano, poi il secondo, e stranamente il terzo dove erano le stanze dei preti.
Mi fece entrare nella sua stanza, mi fece sedere ad un piccolo scrittoio che aveva in camera ed aperto il libro iniziò a farmi leggere...
mentre leggevo mi accarezzava i capelli, il collo e le spalle, dicendomi : "quanto sei bello, sembri un angelo, è Gesù che ha voluto che fossi" qui continuando ad accarezzarmi ed a massaggiarmi mentre si accostava sempre più a me...fino a prendermi le mani, e...
Prendo fiato e coraggio...
Spero di riuscire a continuare nel racconto...
Non mi piace più · Rispondi · 1 · 14 settembre alle ore 18:27 · Modificato
 
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La scomparsa del salesiano don Michele Capobianco

Corriere di Taranto

PUBBLICATO IL 02 MARZO 2021, 11:46
La famiglia salesiana della San Giovanni Bosco è in lutto per la scomparsa di don Michele Capobianco, deceduto a 90 anni per arresto cardiaco.
Don Michele Capobianco era piuttosto noto sia per la grande disponibilità all’ascolto e alle confessioni sia per il frequente servizio nelle parrocchie che lo interpellavano per le sante messe, in particolare alla Santa Rita e alla San Roberto Bellarmino.
Il sacerdote era a Taranto dal ’64, tranne una parentesi nella comunità di Bari, motivo per il quale era considerato un po’ la memoria storica della presenza nella nostra città dei figli di Don Bosco; uomo di grande cultura e di non minore umiltà, ha insegnato a lungo materie letterario all’istituto salesiano. di viale Virgilio finchè è stato chiuso.
La salma di don Michele Capobianco è stata traslata nel paese natale, Candela (in provincia di Foggia) per essere tumulata nella cappella di famiglia; alla San Giovanni Bosco, invece, la santa messa in suffragio sarà celebrata quando terminerà la quarantena della comunità salesiana, nei prossimi giorni.

www.facebook.com/angelo.mellone/posts/10225846758341651
Angelo Mellone
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Ho saputo dieci minuti fa che se ne è andato don Michele Capobianco. Sono stato uno dei suoi tantissimi studenti di italiano al liceo classico Don Bosco di Taranto. Persona di umanità complessa, rigido, buono, dopo la fine della scuola siamo diventati amici e potrei raccontare tante cose (una la dico: ha officiato il mio matrimonio, 20 anni fa, e ha accolto con la sensibilità dei giusti la sua fine), ma quando una persona se ne va devi parlare di lui e non della maledetta abitudine di usare gli altri per raccontare di te stesso. Ovvio, era felice che io avessi scelto il mio mestiere, ed era bello - lo è stato, purtroppo sempre meno frequentemente - ricordargli quando correggeva i miei temi. Pensandoci bene, avrebbe dovuto insegnare all'università, lui e quella infinita messe di libri che gli trovavi sempre sottobraccio come fosse fidanzato con la letteratura italiana e il latino, e l'italiano e il latino erano come preziosissimi tessuti che non potevi sgualcire o maltrattare perché lo avresti fatto sussultare dalla disperazione, come quando si trovò di fronte al primo sciopero nella storia della scuola. Michele si fece sacerdote da grandicello, chissà perché, non gliel'ho mai chiesto, ma la cerimonia della sua ordinazione resta uno dei primi ricordi dei 15 anni e le lacrime che sicuramente tanti dei miei coetani stanno versando o trattenendo per pudore pensando a quest'uomo sono anche le lacrime della nostalgia, le lacrime di una stagione della vita che pezzo a pezzo se ne va. Non c'è niente di male, anzi, e credo che anche lui sarebbe felice di sapere che rappresenta e rappresenterà per centinaia, credo migliaia di ragazzi un ricordo di giovinezza, compiti in classe, divine commedie, vocabolari stropicciati, declinazioni sgangherate, sospensioni, amorini, calori e, cazzo, sì, partite a pallone sul campo di cemento, perché ti dovevi tuffare sull'asfalto senza capricci per essere uomo. Adesso quella scuola di viale Virgilio non ci sta più (ci sono tornato negli anni, sempre di meno, sempre più di rado, e adesso sale il solito senso di colpa: lui si ritagliava gli articoli con la recensione dei miei libri e io che sono un coglione gli ultimi due non glieli ho spediti) sono altre memorie che buttiamo dentro uno scrigno, noi, i nostri anni Ottanta, gli Avirex, i Duran, il muro di Berlino, gli attimi fuggenti, l'Msi e il Pci, la malinconia dei tempi veloci ed eterni, dove nessuno aveva le rughe.

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Pietro V. Avolio ha condiviso un post.
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Don Capobianco, grande professore di Italiano e Latino.
Quando leggeva Dante faceva trasparire tutto il pathos dei personaggi in una narrazione impeccabile e incantevole.
Nonostante la sua grande cultura rimaneva sempre una persona umile di elevata statura morale come si addice ad un religioso della famiglia salesiana.
Ora riposa con Don Bosco nell’eterna Gioia del Paradiso!
Buon viaggio caro Don Capobianco!
Il Signore Ti accolga tra i suoi angeli!!

Alfredo Passavanti
Lo ricordo con grande affetto. Una persona mite e buona
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Aldo Frascella
Alfredo Passavanti alfre': u cap. Come di incazzava
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Alfredo Passavanti
😊 Con me non si incazzava. Io ero bravo 😜
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Pino Barbalucca
Lo ricordo, lo ricordo bene. Una persona perbene, non sempre mite (chi se le scorda certe sue sfuriate?). L'ho incontrato un paio di anni, dopo tanti anni il tempo sembrava essersi fermato in lui.
 
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view post Posted on 3/3/2021, 11:09

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Ex allievi Salesiani Taranto
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Francesco Guida
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Mi è capitato per caso di leggere le farneticazioni di un disperato psicopatico contro i Salesiani di Taranto, con particolare infame accanimento contro don Giuseppe Savino, di venerata memoria. Qualcuno può spiegare cosa è successo a costui per trasformarsi in una cloaca così immonda?
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Francesco Guida
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Mi è capitato per caso di leggere le farneticazioni di un disperato psicopatico contro i Salesiani di Taranto, con particolare infame accanimento contro don Giuseppe Savino, di venerata memoria. Qualcuno può spiegare cosa è successo a costui per trasformarsi in una cloaca così immonda?
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Nicola Sarcinella
Io ho trascorso 8 anni all'istituto. 1978-1986 medie + liceo scientifico. Ricordo molto bene gli schiaffi di don spidalieri, don sessa ( prima dell'esaurimento ) don chiaffitelli e sopratutto di don Gino lopedota. Credo che ai tempi di oggi tutti sarebbero stati denunciati per maltrattamenti e vari reati legati alle percosse. Spesso chi elargiva regalizie o proveniente da famiglia abbiente aveva un trattamento diverso .diciamo di serie A. Purtroppo mio padre era operaio italsider. Tutto veniva pero' accettato stante anche l'ignoranza ed il rispetto verso l'istituzione religiosa. Oggi se qualcuno toccasse mio figlio con 1 dito. .prete o non gli aprirei il culo con le mie mani e poi vedrei il resto in quanto non credo nei giudici del cazzo corrotti e la giustizia marcia. Ad ogni buon conto penso che prima di giudicare male l'invettiva contro don savino bisognerebbe conoscere I fatti. Personalmente ho un buon ricordo di don savino
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Francesco Guida
Tutto è relativo al tempo in cui si vive. Ai miei tempi era già attenuata la prassi della "mazze e panelle". Qualche scappellotto l'ho preso anch'io quando la facevo grossa, e non mi lagnavo, ma se mi fossi lagnato con i miei genitori avrei avuto ll resto da loro. Stiamo parlando di circa 45 anni fa. E non ho conosciuto mai nessun sadico che provasse piacere a picchiare i ragazzi. Del resto, mio padre era un artigiano ma non ho mai notato trattamenti diversi o di favore verso i miei compagni figli di professionisti e imprenditori. Anzi, solo uno dei docenti aveva tale comportamento, ma non era un salesiano, era un giovane laico. Comunque, sembra strano che quando si parla di don Savino viene riconosciuta universalmente la sua santità, e soltanto per uno invece si tratta di un essere demoniaco. O siamo tutti ingenui ed ignari oppure qualcuno sproloquia.
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Nicola Sarcinella
Condivido. Il trattamento discriminatorio lo applicava solo don Gino lopedota. Non sto a recriminare nulla anzi erano I miei genitori a dire espressamente " professore la autorizzo io a dargli uno schiaffo se necessario " quindi ...era tutto molto relativo e forse oggi si esagera quando una maestra dice "ti boccio" e viene querelata per minaccia

Valentina Battista
È capitato di leggere anche a me .... Ma più di una persona ... Ne sto sentendo tante ... Non so se sono cose vere o meno ma sono rimasta molto amareggiata perché io sono cresciuta in oratorio ai salesiani e di don Savino ho un bel ricordo ....
 
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view post Posted on 8/7/2021, 05:51

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I salesiani sono fortunatamente una specie in via di estinzione. Sono radicati un po' ovunque, ma specialmente nel nord ovest dell'Italia ed in Sicilia. Soffrono di una fortissima crisi di vocazioni e le loro case sono in chiusura ovunque. Purtroppo hanno fatto tantissimi danni alle giovani generazioni coi loro oratori e le loro scuole classiste. La diffusione della pedofilia è il principale ma non l'unico dei problemi del loro perverso sistema educativo.
 
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