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Pedofilia su chierichetti. Vaticano condanna arcivescovo Apuron, Guam (USA). Dopo oltre 10 anni dalla prima denuncia il Vaticano si accorge delle accuse

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view post Posted on 6/6/2016, 20:49
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Guam (USA). Dopo 9 anni dalla prima denuncia il Vaticano decide di processarlo

Arcivescovo Apuron con papa Francesco
Francis%2BApuron


http://neocatecumenali.blogspot.it/2016/05...iornalisti.html

Gli scandali di Guam, il vescovo neocatecumenale e i giornalisti

Riceviamo ancora una volta le solite domande:
Ma a Guam è in corso un procedimento contro Apuron? Oppure si stanno svolgendo delle indagini? Dove si trovano notizie su questo fatto?

Il vescovo neocatecumenale Apuron
celebra la "liturgia di Kiko Argüello";
notare l'affresco by Kiko, la croce astile by Kiko,
la coppa ottagonale by Kiko, il tavolone by Kiko...
Come già detto e ripetuto più volte, le notizie sul vescovo neocatecumenale le abbiamo apprese da Jungle Watch e da Concerned Catholics of Guam e dalla stampa americana.

Alcune hanno come fonte i diretti interessati - per esempio, alla Santa Sede, c'è in corso un procedimento contro Apuron per il modo in cui ha cacciato via don Gofigan dalla parrocchia, cambiandogli lucchetti e serrature di chiesa e canonica mentre quest'ultimo era per strada, senza seguire alcuna procedura canonica. Il sacerdote era "reo" solo di aver preteso che le comunità neocatecumenali celebrassero secondo la liturgia in uso in tutta la Chiesa, così come prevede lo Statuto del Cammino (art. 13, comma 3, nota 49, lettera del 1° dicembre 2005). Vedi dossier completo.

Altre vengono dagli stessi kikos: per esempio, il Gennarini (grosso "super-catechista" del Cammino), intervistato da una radio locale, ha affermato che la Deed Restriction (cioè il trasferimento di proprietà degli edifici e terreni dove attualmente risiede il seminario di Kiko a Guam) era necessaria per proteggere "la diocesi" da procedimenti legali.

Gennarini non è cittadino di Guam e non ha spiegato i motivi per cui "la diocesi" di Guam dovrebbe temere "procedimenti legali", e nemmeno ha spiegato i motivi per cui per difendersi in quei procedimenti avrebbe dovuto regalare al Cammino Neocatecumenale (mediante quella Deed Restriction operata in gran segreto nel 2011 dal vescovo neocatecumenale) una proprietà del valore stimabile dai 35 ai 70 milioni di dollari. Sarebbe come dirti che siccome penso che tu avrai problemi legali, allora all'insaputa della tua famiglia mi devi regalare un immobile di vostra proprietà per farmi ingrandire la mia attività commerciale.

Altre notizie vengono dalla stampa: per esempio segnalo qui un articolo che commenta la paginata-annuncio pubblicata su alcuni giornali (e pagata da un gruppo di cattolici) che invita a contattare un numero di telefono se si hanno notizie di abusi e molestie sessuali in determinati periodi in certe parrocchie di Guam e Saipan in cui il futuro vescovo neocatecumenale aveva operato.

L'iniziativa è nata dopo che qualche vittima di molestie (che all'epoca aveva otto anni), tra coloro ancora residenti a Guam, si è fatta avanti per denunciare il vescovo neocatecumenale (che all'epoca era ancora presbitero), affermando di farlo non per soldi, né per vendetta, ma solo per ottenere giustizia. E non si tratta del soggetto di cui si parlava ad agosto 2015. Fra parentesi, nel 2010 la curia di Guam aveva tentato di screditare la SNAP (associazione di vittime di abusi sessuali dei preti) che proponeva ad eventuali vittime di farsi avanti.


Kiko Argüello,
dottore "honoris causa"
per aver inventato il Cammino
C'è poi un presbitero neocatecumenale brasiliano, già famoso alle cronache di Guam a causa delle sue prediche (non fatemi tradurre le sue volgarissime omelie al congresso eucaristico o ai rotariani... dopotutto i presbìteri formati nei seminari di Kiko sono tutti così, c'è quello arrestato mentre faceva sesso con una minorenne, c'è quello che alle soglie del sacerdozio dà durante la messa una sconcia testimonianza su "non so quanti figli ho in giro"...), ha avuto gioco facile a parlare di «attacco alla Chiesa, intento malizioso, distruggere la fede cattolica»... Al suo vittimismo tipicamente neocatecumenale crederanno solo i soggetti ostinatamente ingenui come la Miriano: per questo è importante far notare fin d'ora che è proprio la mentalità neocatecumenale a far "fiorire" così agevolmente certe indicibili robacce.

Infine, come già ripetuto più volte in questo spazio commenti, lo stesso vescovo neocatecumenale Apuron (che si definisce fratello nel Cammino e celebra naturalmente la liturgia di Kiko, oltre ad essersi circondato di vicari neocatecumenali, cancellieri neocatecumenali, ecc.) ha pubblicato sul giornale diocesano una misera richiesta di scuse, che non ripaga certo i danni che ha fatto lungo oltre quarant'anni di sacerdozio ed episcopato.

Faccio presente che tutte queste cose erano già state accennate (o almeno fornito il link) nelle pagine del blog e nello spazio dei commenti, e di cui già si poteva leggere con maggior dettaglio su Jungle Watch. Se venite qui a ripetere sempre le stesse domande, significa che il computer lo sapete usare solo per a cliccare Condividi ai video dei gattini che circolano su Facebook.

Quella questione di molestie sessuali continuerà ad allargarsi, e c'è da aspettarsi che finirà in tribunale già nei prossimi mesi, e farà purtroppo azzeccare un'altra gigantesca figuraccia alla Chiesa Cattolica, per la gioia dei nemici della Chiesa. Figuraccia ormai inevitabile perché ai piani alti della gerarchia cattolica è stata data purtroppo troppa fiducia al Cammino Neocatecumenale e ai suoi esponenti.

Quella questione rischia anche di oscurare le numerosissime ingiustizie che il vescovo neocatecumenale ha compiuto per promuovere gli interessi del Cammino. Per maggiori informazioni, rinviamo alle pagine di Jungle Watch e alle pagine qui tradotte o commentate.

www.lastampa.it/2016/06/06/vaticani...BuO/pagina.html
Savio Hon Tai-Fai diventa amministratore apostolico a Guam
Il Papa nomina «sede plena» l’Arcivescovo nato ad Hong Kong e Segretario di Propaganda Fide dal 2010 nella turbolenta diocesi dell’oceano Pacifico

Monsignor Savio Hon Tai-Fai

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06/06/2016
IACOPO SCARAMUZZI
CITTÀ DEL VATICANO
Papa Francesco ha nominato monsignor Savio Hon Tai-Fai amministratore apostolico «sede plena» dell’arcidiocesi di Agana, in Guam, isola nell’oceano Pacifico occidentale. Guam è territorio indipendente degli Stati Uniti.

L’Arcivescovo salesiano, nato nel 1950 a Hong Kong, nel 2010 fu nominato da Benedetto XVI Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Propaganda fide), consacrato dallo stesso pontefice e dai cardinali Angelo Sodano e Tarcisio Bertone. Appartiene alla provincia salesiana della Cina, che comprende Cina, Hong Kong, Macao, Taiwan. In Vaticano è stato membro della Commissione teologica internazionale. In passato ha avuto a criticare l’incoerenza fra i proclami liberali del governo cinese e le azioni dell’Associazione patriottica in merito alle ordinazioni episcopali.

Il titolare dell’arcidiocesi di Agana, il francescano minore Anthony Sablan Apuron, 70 anni, è stato accusato di recente di avere compiuto molestie sessuali su minori quando era un semplice sacerdote. In seguito a queste accuse, nei giorni scorsi, alcuni membri della diocesi hanno rassegnato le proprie dimissioni. In passato lo stesso Prelato paragonò l’attivismo per i diritti gay al terrorismo islamico. Ora il Papa ha affidato pieni poteri in diocesi a Savio Hon Tai-Fai.

Edited by pincopallino2 - 16/3/2018, 16:39
 
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benedetto Nicotra1
view post Posted on 8/6/2016, 15:37




Basta coprire chi commette un atto brutale come questo ABUSARE dei Bambini l'unica pena , è la riduzione allo stato laicale è che faccia il corso giudiziario basta lordare la chiesa . sporcaccioni.
 
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view post Posted on 22/8/2016, 11:32
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"Ho avuto l'impressione che ai bambini piacesse, così sono andato avanti"

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Il reverndo Louis Brouillard piange durante il processo

http://gayburg.blogspot.it/2016/08/se-un-q...ufficiente.html

Se un qualche Ave Maria è sufficiente a cancellare 20 abusi commessi da un prete cattolico...
21 agosto 2016


È l'Associated Press a raccontare la storia di un prete cattolico 95enne che ha ammesso di aver abusato sessualmente di alcuni ragazzi i fatti si sarebbero verificati decenni fa a Guam. L'uomo racconta anche di aver confessato i suoi peccati ad altri sacerdoti e di essersi sentito suggerire di fare una penitenza regolare, dicendo preghiere come l'Ave Maria.

Il reverendo Louis Brouillard ha insegnato dal 1940 al il 1970 presso le scuole di San Vicente e Father Duenas Memorial. Ha rivelato di aver molestato «un paio di ragazzi» durante quel periodo. Ma poi, quando gli è stato chiesto di quanti ragazzi avrebbe abusato, Brouillard ha risposto: «Non ne ho idea. Forse 20. A quel tempo, quando avevo quell'età, ho avuto l'impressione che i bambini piacesse, così sono andato avanti. Ma ora, naturalmente, io so che è stata una cosa brutta e prego per quello che ho fatto».
 
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view post Posted on 22/8/2016, 13:29
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http://www.nydailynews.com/news/national/g...ticle-1.2740542

Guam Catholic priest, 95, says he was told to say prayers for molesting boys

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Father Louis Brouillard was born in 1921 and was ordained in 1948. The Diocese of Duluth included Brouillard on its list of clergy members with credible allegations of child sexual abuse.
Father Louis Brouillard was born in 1921 and was ordained in 1948. The Diocese of Duluth included Brouillard on its list of clergy members with credible allegations of child sexual abuse. (JEFF ANDERSON & ASSOCIATES)
THE ASSOCIATED PRESS Saturday, August 6, 2016, 2:51 AM
HAGATNA, Guam — A 95-year-old Catholic priest admitted to sexually abusing boys decades ago on Guam. He said he confessed his sins to other priests on the island at the time but none told him to specifically stop.

Instead, the Rev. Louis Brouillard said in a telephone interview with The Associated Press on Saturday morning that the other priests told him to "do better" along with regular penance, such as saying Hail Mary prayers.

Brouillard served in Guam from the 1940s through the 1970s, teaching at San Vicente and Father Duenas Memorial schools while he was a priest. He said he molested "a couple of boys" during that time.

However, when pressed on how many boys he might have abused, Brouillard said: "I have no idea. Maybe 20."

"At that time, when I was that age, I got the impression that kids liked it, so I went ahead. But now of course, I know it's wrong and I'm paying for it," Brouillard said.

Leo B. Tudela, 73, emotionally testified about what he said was abuse by Brouillard in the mid-1950s during a hearing this week in the Guam Legislature. Tudela urged senators to support legislation that would lift the statute of limitations for lawsuits against those who sexually abused children. It's now two years.

Leo Tudela, 73, a former altar boy, cries as he tells Guam senators about his childhood sexual abuse at the hands of Father Louis Brouillard, now 95.
Leo Tudela, 73, a former altar boy, cries as he tells Guam senators about his childhood sexual abuse at the hands of Father Louis Brouillard, now 95. (PACIFIC DAILY NEWS)
Brouillard said he didn't remember Tudela.

Brouillard's admissions come after three former altar boys and the mother of another filed a $2 million libel and slander lawsuit against former Guam Archbishop Anthony S. Apuron and the archdiocese, saying they were called liars when they raised allegations that Apuron sexually abused boys in the 1970s.

Apuron has denied the abuse and not been charged with any crime. The Vatican appointed Archbishop Savio Hon Tai-Fai as a temporary administrator after the allegations surfaced.

After the allegations against Brouillard were first reported by the Pacific Daily News this week, Hon released a statement: "With the news that Father Louis Brouillard, a priest who served on Guam confessed to having abused altar boys on Guam in the 1950s, I convey my deepest apologies and that of the entire church to Mr. Leo Tudela and all other persons who were also victimized."

Hon also directed church investigators to speak with Tudela and others who have raised allegations of sexual abuse.

NOVEMBER, 2014 FILE PHOTO
Archbishop Anthony Apuron was temporarily relieved by a Vatican administrator appointed while an investigation is underway into allegations that Apuron sexually assaulted young boys. (GRACE GARCES BORDALLO/AP)
The Associated Press does not typically name people who say they are victims of sex abuse, but Tudela gave his testimony at a public hearing.

Brouillard said he hasn't been defrocked, and lives in Pine City, Minnesota, on a small pension from the church in Guam. He said he has volunteered with the local Meals on Wheels program for 30 years as atonement.

He said he never sought to silence his victims, and he offers daily prayers to the boys he molested.

"I regret with all my heart that I did anything wrong to them," he said. "I am praying for the boys and hope that they can forgive me and that God can."
 
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view post Posted on 1/11/2016, 18:22
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http://www.farodiroma.it/2016/10/31/il-pap...ore-da-detroit/

Il Papa richiama monsignor Hon. A Guam un coadiutore da Detroit
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31 Ott 2016Guam by redazione
Si è conclusa la missione dell’arcivescovo salesiano cinese Savio Hon Tai-Fai quale amministratore apostolico “sede plena” della diocesi di Agana in Guam, un piccolo arcipelago dell’Oceano Pacifico nei pressi delle Isole Marianne Settentrionali che fa parte degli Stati Uniti. Il Papa ha nominato, infatti, oggi arcivescovo coadiutore con facoltà speciali di Agana (Guam), nelle Isole del Pacifico, il vescovo statunitense Michael Jude Byrnes, finora ausiliare di Detroit.

Il salesiano Hon – che, come ricorda l’Agi, il Papa Emerito Benedetto XVI aveva voluto alla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli su suggerimento del cardinale Tarcisio Bertone – formalmente aveva mantenuto anche l’incarico di Curia a Roma. L’arcivescovo di Agana il francescano minore Anthony Sablan Apuron, 70 anni, era stato accusato di recente di aver compiuto molestie sessuali su minori prima di diventare vescovo. In seguito a queste accuse, alcuni membri della commissione diocesana hanno rassegnato le proprie dimissioni. In passato lo stesso prelato paragonò l’attivismo per i diritti gay al terrorismo islamico. Il vescovo francescano è di fatto rimosso anche se gli rimane il titolo, in quanto i pieni poteri erano andati prima all’amministratore inviato dal Vaticano e vanno ora al nuovo coadiutore.

http://www.cattoliciromani.com/63-l-osserv...l=1#post1619252

Mons. Apuron conserva il titolo di arcivescovo di Agaña, per il momento, ma non ha alcuna autorità. Si è in attesa di un processo canonico dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Le accuse di abuso sessuale di chierichetti non sono l'unico accuse contro mons. Apuron. Tra di loro è il suo rifiuto di seguire gli ordini del Papa Francesco in materia di proprietà dell'arcidiocesi che viene attualmente utilizzato da seminario Redemptoris Mater sull'isola.


Secondo un comunicato stampa dell'arcidiocesi di Detroit, mons. Byrnes avranno piena responsabilità pastorale e autorità amministrativa nell'arcidiocesi di Agaña.

Fonti: http://www.guampdn.com/story/news/2016/09/...pared/91307046/
http://www.guampdn.com/story/news/2016/08/...perty/88938156/
http://www.aod.org/Our-Archdiocese/Newsroo...ritory-of-Guam/
 
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view post Posted on 16/2/2017, 12:07
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http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/201...-dallaltro.html

mercoledì 15 febbraio 2017
Il Cardinale Burke inviato dall'altro capo del mondo (a Guam) come giudice in un caso scabroso per varie implicazioni
Il cardinale Burke è stato mandato a Guam come giudice in un processo per abuso di minori nei confronti del vescovo locale.
So che la vicenda è scabrosa ma non l'ho seguita nei dettagli, tranne che ricordo che è arrivata al punto in cui è per l'insistente sofferta pressione di laici che non tolleravano anche altri problemi connessi con il controllo, sembrerebbe fraudolento, del locale Seminario da parte del Cammino Neocatecumenale [vedi]. Doppia insidia per il Cardinale.
Potrete ricavare alcuni dettagli dai link che inserisco di seguito.

In sintesi, domani il cardinal Burke, in qualità di giudice inviato del Vaticano ascolterà per la prima volta la deposizione di una delle vittime (dalle testimonianze) del vescovo neocatecumenale Apuron.

Il cardinale Burke, per dovere istituzionale (già Prefetto della Segnatura Apostolica, il tribunale più importante del Vaticano), aveva aperto un fascicolo su Apuron già nel 2008 (ma non è chiaro se già all'epoca pendessero sospetti di molestie sessuali su minori): stavolta opererà in qualità di giudice.

La testimonianza resa resterà però sotto segreto pontificio; saranno con lui due officiali vaticani di cui non sono state rese note le generalità (uno di essi potrebbe essere il gesuita Conn).
Se dalla Santa Sede hanno intenzione di conoscere la verità piuttosto che di trovare il modo per insabbiarla, hanno fatto bene a inviare Burke (su mandato di Müller della CDF), anche se è ovvio che i neocat non lo vedono di buon occhio perché è un fautore della liturgia tridentina e cinque anni fa contribuì a segnalare a Benedetto XVI la truffa neocatecumenale dell'autoapprovazione del rito del sabato sera (permettendogli di bloccarla).
Riprendo di seguito la notizia pubblicata oggi dal sito britannico EWTN [qui].

Il cardinale Burke, ex prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, la più alta corte della Santa Sede, è stato inviato nell'isola di Guam come giudice presidente del processo nei confronti di Mons Apuron. L'Arcivescovo Anthony Apuron è stato rimosso dal suo incarico nel giugno 2016 a seguito di accuse di abusi sessuali su minori. Guam è un'isola della Micronesia, territorio degli Stati Uniti, nel Pacifico occidentale, con una popolazione di 165.124 abitanti.

La Santa Sede ha annunciato la nomina del cardinale Burke come giudice supervisore di un "tribunale di prima istanza" il giorno in cui Sua Eminenza è arrivato a Guam, Mercoledì 15 febbraio. Un rapporto nel Guam Daily Post indica che il cardinale Burke ha esercitato suo ruolo di giudice almeno dal 3 Febbraio 2017.

I Guam Daily Post pubblica:
Ѐ previsto che un tribunale istituito dal Vaticano, che sarà guidato da un cardinale, terrà a Guam un'udienza segreta questa settimana per parlare con almeno una delle vittime che accusano l'Arcivescovo Anthony Apuron di abusi sessuali.
Il Cardinale Raymond Leo Burke, canonista ed ex capo della corte suprema del Vaticano, il 3 febbraio 2017, ha firmato un decreto che chiede la comparizione di persona davanti a lui, a Guam, di uno degli accusatori di Apuron, Roland Sondia, in settimana.
Il cardinale ha scritto il decreto "nelle sue funzioni di giudice".
Secondo il decreto Sondia è chiamato "allo scopo di testimoniare" nel caso Apuron.
Anche l'equivalente vaticano del pubblico ministero e un avvocato per gli imputati ascolteranno la testimonianza dell'accusatore, ai sensi del decreto.
La pratica del Vaticano concernente Apuron reca un numero di protocollo che indica che il caso è stato aperto nel 2008, anche se non è chiaro se le accuse di abusi sessuali siano state depositate in Vaticano in quella data. Il caso viene trattato da un ufficio vaticano che si occupa di "fede e di morale."
Burke inoltre ha scritto che parlerà con alcuni degli accusatori di Apuron in virtù dell'incarico ricevuto dal cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Il capo della congregazione è designato dal Papa, e il ruolo della congregazione è quello di "promuovere e tutelare la dottrina riguardante la fede e i costumi in tutto il mondo cattolico", secondo Vatican.va.
Un secondo documento datato 6 febbraio 2017, ha convocato Sondia ad un'udienza davanti a un "tribunale" che ascolterà la sua testimonianza in un processo "confidenziale" e "sotto segreto pontificio."
L'invito rivolto a Sondia a presentarsi a questa udienza è stato mandato dopo che "questo tribunale è stato informato della sua disponibilità nel summenzionato caso, dal titolo in ordine alle accuse nei confronti di Sua Eccellenza, il Rev.mo Anthony Sablan Apuron". La "citazione" a Sondia per la comparizione davanti al tribunale a Guam si riferiva allo stesso numero di protocollo del caso risalente al 2008.
Commento
Ѐ normale che la Santa Sede nomini un ex prefetto della Segnatura Apostolica per rivestire il ruolo giudice in un processo di primo grado su una remota isola nel Pacifico? Pur ammettendo che il caso è molto serio, dato che implica accuse di abusi sessuali a minori nei confronti di un arcivescovo. Guam si trova a 12,155 km da Roma.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Pubblicato da mic alle 22:30

by Tripudio ha detto...
A Guam lo scandalo dei preti e vescovi pedofili si allarga ancora: si è fatta avanti la diciassettesima vittima e il suo stupratore seriale era tal T.A.Camacho, quello che nel gennaio 1985 sarebbe divenuto vescovo di Chalan Kanoa (nelle isole Marianne, stessa conferenza episcopale in cui c'è Guam), ritiratosi poi ufficialmente per limiti di età nel 2010 e coinvolto anche in altri scandali non sessuali, al punto che quella sede episcopale è rimasta vacante per sei anni. Tale vescovo è oggi ottantatreenne.

Fra parentesi Apuron divenne vescovo nel febbraio 1984 e vescovo di Guam nel marzo 1986. Chissà cos'è successo in quei primi anni '80 per elevare almeno due pedofili all'episcopato. A consacrarli vescovi fu tale Felixberto Camacho Flores e Apuron fu addirittura co-consacrante di T.A.Camacho (notizie reperibili sul sito web Catholic Hierarchy).

Vorrei far notare che le vittime che sono venute allo scoperto sono continuamente sottoposte ad ogni genere di pressioni (la stampa invadente, certo clero più o meno involontariamente complice dei pedofili, persino certi soggetti dall'altra parte del pianeta, oltre le rispettive famiglie e ambienti di lavoro in cui la questione - e la fastidiosa pubblicità - arrivano come fumo negli occhi, ecc.), e che la loro fortuna è l'essere seguite da un avvocato serio - che ha peraltro anche il compito di non lasciar trasformare tutto in uno spettacolo.
15 febbraio 2017 23:32
by Tripudio ha detto...
Citazioni delle notizie sui giornali a cui facevo riferimento nel commento delle 23:32:
- [qui] azione legale per abusi sessuali intentata contro il vescovo Camacho
- [qui] testimonianze pubbliche delle vittime di Apuron (video e trascrizioni)
- [qui] foto del picchettaggio domenicale davanti alla cattedrale di Guam, che va avanti [qui] da oltre 30 settimane, con cartelli "spretate Apuron!" "riducete Apuron allo stato laicale!"


by Tripudio ha detto...
Sì, è bene che la stampa italiana si interessi subito dell'argomento... poiché ci sono dei cattolici così tonti che credono che finché la stampa non parla di scandali ecclesiastici, questi non esistono.
Costoro, un giorno di un imprecisato prossimo futuro, avrebbero disperatamente gridato al complotto non appena la stampa nostrana avesse sbattuto in prima pagina il titolone "vescovi pedofili, lo scandalo si allarga".

Il caso Apuron è particolarmente interessante perché contiene ingredienti esplosivi anche se presi singolarmente:

- si dichiara "fratello di comunità [nel Cammino Neocatecumenale]", ed infatti i suoi "fratelli di comunità" lo chiamano "fratel Tony" anche in pubblico anziché "sua eccellenza, monsignore, arcivescovo";

- in qualità di fratello di comunità è tenuto a tutti i doveri (fardelli che i suoi capi impongono senza toccare neppure con un dito) incluso il pagamento delle cosiddette "Decime", l'ubbidienza cieca e assoluta al cosiddetto "catechista" neocat, e la "confessione pubblica" in presenza di quest'ultimo (che prende appunti) e della comunità;

- la sua "carriera" di abusatore sessuale e stupratore di chierichetti è cominciata fin da quando aveva 19 anni ed era seminarista presso i cappuccini, ed è proseguita almeno fino a pochi anni prima di essere eletto vescovo; le testimonianze riportano che lui stesso architettava i modi per rimanere solo in canonica con qualche chierichetto durante la notte, e che quando quest'ultimo si ribellava lui rispondeva «tanto non ti crederà nessuno!»

- come tutti gli abusatori sessuali di minori, ha sempre negato risolutamente ogni addebito (e continuerà a farlo finché il suo avvocato non gli dirà che è controproducente);

- parentesi: il suo avvocato, almeno finora, è una donna: la "responsabile" della comunità neocat di cui lui è parte. La donna è stata coinvolta nell'aggiustamento "dietro le quinte" di un certificato di proprietà "taroccato" per giustificare le menzogne dette per favorire il Cammino Neocat...

- la qualità e il numero delle pubbliche testimonianze è talmente elevata da rendere credibile l'ipotesi che il vescovo sia colpevole. A differenza di altri casi - in cui lo scandalo pedofilia scoppiava perché un avvocato faceva sapere ai giornali che un suo imprecisato cliente voleva risarcimenti - qui le vittime ci hanno messo pubblicamente la faccia e l'onorabilità (immaginatevi voi le reazioni nella vita, famiglia, amici, lavoro, di uno che in pubblico davanti alla cattedrale, ha testimoniato gli abusi subìti).

Tutto questo si aggiunge alle malversazioni del vescovo neocatecumenale in questione, tra cui:

- l'aver sistematicamente rovinato la vita ai possibili candidati "non neocatecumenali" alla sua successione all'episcopato;

- l'aver detto alle vocazioni che chiedevano di accedere al sacerdozio: "se non diventi fratello del Cammino Neocat, non ti accetto in seminario";

- l'aver segretamente regalato al Cammino una grossa proprietà (terreni ed edifici) che le benefattrici della diocesi (monache carmelitane) avevano donato al chiaro scopo di formare sacerdoti per la diocesi; il Cammino ci ha creato invece un seminario neocatecumenale "Redemptoris Mater" (in cui le vocazioni vengono vagliate da un laico italiano), una sorta di enclave neocatecumenale in diocesi e... rifugio per i neopeccatori;

- l'aver detto pubblicamente, già parecchi anni fa, che il modo migliore di fare la Comunione è "star seduti", cioè alla maniera neocatecumenale (come se la Comunione fosse un sacro snack inteso esclusivamente a simboleggiare l'unità fraterna).

Altre notizie su Jungle Watch (in inglese) e Neocatecumenali, caso Guam (in italiano).
16 febbraio 2017 09:49

http://www.corriere.it/cronache/17_febbrai...2e5d79b5c.shtml

Pacifico, indagini su un arcivescovo accusato di abusi su minori
Il Vaticano invia il cardinale Burke
Il porporato americano guiderà le indagini di un tribunale nell’arcipelago delle Marianne. Dovrà raccogliere testimonianze e documenti per la Congregazione
di Gian Guido Vecchi


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CITTÀ DEL VATICANO Il Vaticano ha spedito il cardinale americano Raymond Burke, capofila degli oppositori a Francesco, su un’isola del Pacifico, nell’arcipelago delle Marianne. Nessun esilio né ritorsione contro il porporato ultraconservatore che si proponeva di «correggere» la dottrina del Papa, comunque. Il fatto è che il cardinale, ha spiegato ieri la Santa Sede, era stato scelto il 5 ottobre come presidente di un «tribunale di prima istanza» della Congregazione per la Dottrina della fede, l’ex Sant’Uffizio, per indagare un caso di abusi su minori che vede accusato l’arcivescovo di Guam Anthony Apuron, 71 anni. Del tribunale fanno parte altri quattro giudici, tutti vescovi. È stato il quotidiano locale Pacific Daily News a informare ieri che il cardinale era arrivato sull’isola per raccogliere la deposizione di un ex chierichetto, prevista oggi.
Deposizioni
I fatti risalirebbero agli Anni Settanta: l’arcivescovo Apuron è inseguito da quattro diverse accuse - tre uomini, tutti ex chierichetti, e la madre di un quarto, morto nel frattempo - e per parte sua si dice innocente. Francesco, in ottobre, ha nominato il vescovo Michael J. Byrnes come «coadiutore» della diocesi di Agana, con pieni poteri. Il «tribunale di prima istanza» presieduto da Burke dovrà raccogliere testimonianze e documentazione da trasmettere alla Congregazione. Ancora non si sa, si spiega Oltretevere, quanto tempo dovrà restare il cardinale, fino al 2014 prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica e poi trasferito all’incarico meno prestigioso di «patrono» dell’Ordine di Malta.
15 febbraio 2017 (modifica il 15 febbraio 2017 | 21:55)
 
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http://www.fanpage.it/scandalo-in-vaticano...-per-pedofilia/
Scandalo in Vaticano, un vescovo sotto processo canonico per pedofilia
Per la prima volta il Vaticano potrebbe condannare e ridurre allo stato laicale un alto prelato, monsignor Apuron, accusato di aver molestato dei chierichetti negli anni Settanta.
VATICANO 14 AGOSTO 2017 18:24 di Michele M. Ippolito

in foto: Papa Francesco con monsignor Apuron, accusato di abusi sessuali su minori.
Per la prima volta nella storia il Vaticano potrebbe condannare un vescovo accusato di pedofilia: se ritenuto colpevole, potrebbe essere dimesso allo stato laicale, subendo la più grave sanzione per un religioso comminata dalla Chiesa. A finire sotto processo è Anthony S. Apuron, di 72 anni, l’arcivescovo di Guam, una isola dell’Oceano Pacifico. Apuron era, forse, l’uomo più potente dell’isola: “avere problemi con Apuron voleva dire avere problemi con Dio” ha detto uno dei suoi accusatori.

Le norme canoniche sono chiare: solo la Congregazione per la Dottrina della Fede può indagare su arcivescovi e vescovi, per questo il processo deve tenersi a Roma. Norme che sono state rafforzate, a tutela delle possibili vittime, sotto il pontificato di Benedetto XVI e che vengono seguite anche da papa Francesco. Al momento, non si conosce lo stato né la tempistica della procedura, che avrà conseguenze esclusivamente sotto il punto di vista canonico e non civile, cioè non comporterà una condanna al carcere a danno dell’arcivescovo. La conclusione del processo era attesa per l’inizio dell’estate, ma sembra che i tempi si siano allungati.

Monsignor Apuron, che tuttora è a capo dell’arcidiocesi di Agana anche se il Vaticano lo ha già privato di ogni potere reale, deve rispondere di decine di accuse di stupro ed abuso sessuale nei confronti di chierichetti, avvenuti soprattutto negli anni Settanta. Oltre cento i casi finora denunciati a Guam, una isola con circa 180mila abitanti, in cui l’85 percento della popolazione è cattolica ed in cui si trovano 26 parrocchie. La Chiesa cattolica, dunque, ha un enorme potere nell’isola pacifica. Quattordici i religiosi coinvolti dalle accuse. Finora monsignor Apuron ha negato ogni implicazione personale, dicendo no a qualsiasi ipotesi di accordo con le presunte vittime o di patteggiamento nelle numerose cause civili che lo riguardano.

Negli scorsi mesi papa Francesco ha spedito a Guam il cardinale Raymond Leo Burke per effettuare delle investigazioni. E’ evidente che il risultato del processo canonico influirà enormemente nella direzione che prenderanno le cause civili che, in realtà, vanno molto a rilento perchè un giudice dopo l’altro, in un territorio così piccolo, ha dovuto rinunciare a presiedere la corte avendo legami diretti con l’Arcidiocesi, con l’arcivescovo o con le vittime.

Qualsiasi sia la conclusione del processo, monsignor Michael Jude Byrnes, che sta sostituendo Apuron nelle sue funzioni, ha già spiegato che è impossibile che quest’ultimo torni alla guida della Chiesa di Guam. “Sarebbe un disastro” ha detto, riferendosi al fatto che ormai il danno di immagine all’Arcidiocesi ha raggiunto dimensioni enormi. “Sono convinto – ha continuato – che questa arcidiocesi non riuscirà a trovare pace finchè non sarà chiaro che Apuron non è più il vescovo.” In realtà, i tentativi di far rimuovere Apuron dal Vaticano sono stati infruttuosi: a Roma si pretende che ci sia una formale condanna prima di costringerlo a farsi da parte.

Intanto, negli scorsi giorni, è scoppiato uno scandalo nello scandalo. Uno degli inviati del Vaticano a Guam per indagare sul caso Apuron, è stato a sua volta accusato di molestie sessuali. Si tratta di padre Justin Wachs, che nel 2014 avrebbe toccato le parti intime di altro uomo e gli avrebbe inviato messaggi dal testo spinto. Padre Wachs, che aveva l’incarico di incontrare gli abitanti di Guam che avevano accusato Apuron si è subito dimesso dall’incarico ed è rientrato a Roma. “E’ una orribile rottura del patto di fiducia, questo potrebbe gettare il processo canonico in uno stato di limbo. – ha detto il rappresentante di una associazione che cura gli interessi di vittime di pedofilia, il Survivor Network of those Abused by Priests – Come si può credere che sia un processo giusto se questi sono gli uomini che se ne devono occupare? Alle vittime era stato detto che gli uomini che li interrogavano in assenza dei loro avvocati erano degni di fiducia.
 
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I guai di Guam, una diocesi devastata da scandali finanziari e sessuali
Vatican Insider ricostruisce la vicenda che ha portato al processo a carico dell’arcivescovo Anthony Apuron di cui si attende nei prossimi giorni la sentenza da parte del Tribunale presieduto dal cardinale Burke. Tra corruzione, macchinazioni, abusi e giochi di potere

L'isola di Guam

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Pubblicato il 20/09/2017
Ultima modifica il 21/09/2017 alle ore 07:50
SALVATORE CERNUZIO
CITTÀ DEL VATICANO
Corruzione, vendette, lobby, scandali finanziari, abusi sessuali. Tutto sembra intrecciarsi a Guam, la più grande isola dell’arcipelago delle Marianne, nell’Oceano pacifico occidentale, di recente sotto i riflettori delle cronache internazionali per le minacce del leader nordcoreano Kim Jong-un di bombardare le basi militari statunitensi presenti sull’isola. Una preoccupazione in più per i guamegni, già profondamente turbati dagli scandali nell’arcidiocesi di Agana che hanno provocato la paralisi di una Chiesa che nel panorama del Pacifico si distingueva per la vivacità dei suoi fedeli, circa l’85% su 160mila abitanti. Un dato non irrilevante in una zona del mondo dove sta progressivamente scomparendo ogni traccia di cattolicesimo.

In questi giorni si attende la sentenza del processo canonico a carico dell’arcivescovo Anthony Apuron, 72 anni, dell’Ordine dei frati minori cappuccini, autosospesosi da ogni funzione dopo essere stato accusato di aver commesso abusi sessuali su minori quando era un sacerdote, oltre quarant’anni fa. Ma quello che potrebbe sembrare l’ennesimo, triste, caso di un prete pedofilo, visto da vicino assume contorni molto più complessi in cui entrano in gioco rivalità, macchinazioni, giochi di potere, veri o presunti abusi di natura sessuale, campagne mediatiche. E questo in un territorio di piccole dimensioni, dove la maggior parte della popolazione è legata da rapporti di parentela. Insomma un feuilleton ben più torbido rispetto a quanto fino ad oggi è emerso, che Vatican Insider ha cercato di ricostruire nel dettaglio, attraverso dichiarazioni raccolte da testimoni locali, registrazioni e dati provenienti da documenti che ha avuto la possibilità di consultare.

Guam e il progetto di trasformarla in una “Las Vegas del Pacifico”
Tutto inizia nel 2002, quando un gruppo di imprenditori cinesi mette gli occhi sull’Hotel Accion a Yona, albergo giapponese costruito nel 2000 e finito presto in bancarotta, che vanta 20 ettari di terreno e un affaccio diretto sul mare. Alla sua inaugurazione la struttura è valutata tra i 60 e gli 80 milioni di dollari. David Lujan, avvocato al quale è affidata la trattativa, ne offre 5 per l'acquisto. L’idea è di trasformare l’albergo in un grande casinò; un progetto, questo, che rientra in una più grande strategia mirante a rendere l’isola di Guam una «Las Vegas del Pacifico» per tutti i giocatori d’azzardo provenienti da Cina, Russia, Giappone e Corea. Un progetto ambizioso, per il quale era stato coinvolto anche Mark Anthony Brown, in precedenza Ceo della Trump Hotels & Casinos Inc, che avrebbe portato a redditi milionari ma che avrebbe rischiato di importare nell’isola malavita, prostituzione, droga, come affermato dall’arcivescovo Apuron che si è sempre opposto all’iniziativa perché «non porta soldi ma miseria morale».

I proprietari giapponesi rifiutano l’offerta di Lujan. Monsignor Apuron, su consiglio di alcuni stretti collaboratori, offre 2 milioni di dollari - provenienti da donazioni - per trasformare l’albergo fallito in un seminario Redemptoris Mater, le cui vocazioni e i formatori provengono dal Cammino Neocatecumenale, realtà ecclesiale molto diffusa a Guam dal 1996 e fortemente appoggiata dallo stesso Apuron. Speranza dell’arcivescovo è di offrire un punto di riferimento per la formazione dei giovani futuri preti dell’area del Pacifico, a fronte della crisi degli ordini religiosi tradizionalmente presenti nelle diverse isole e all'ascesa di mormoni e Testimoni di Geova che investono, anche economicamente, per agganciare fedeli.

Nascono il Redemptoris Mater e l’Istituto Teologico
L’offerta di monsignor Apuron viene accettata. Dopo aver stipulato un contratto che stabilisce la restrizione d’uso dell’edificio a seminario, la nuova struttura del Redemptoris Mater viene inaugurata nel 2004. In seno ad essa nasce nel 2005 anche l’Istituto Teologico “Beato Diego Luis de San Vitores SJ”, sottoscritto da 31 vescovi del Pacifico e affiliato alla Pontificia Università Lateranense per volontà dell’allora rettore Rino Fisichella e dal decano della Facoltà di Teologia, Ignazio Sanna. La nascita dell’Istituto, che custodisce una Biblioteca con oltre 30mila volumi, viene salutata con entusiasmo da molti presuli australiani, filippini e statunitensi che nel corso degli anni hanno avuto modo di visitarlo. Nel Seminario di Guam studiano 40 seminaristi provenienti da tutto il mondo. Diciassette hanno raggiunto il sacerdozio e sono stati inviati in missione nell’isola ma anche a Saipan, in Cina, e negli Usa. Ma oggi sia il Seminario che l’Istituto sono prossimi alla chiusura per una decisione del nuovo amministratore apostolico della diocesi, l’arcivescovo coadiutore Michael Jude Byrnes.

Un monsignore molto potente
Ma prima di arrivare alle decisioni di questi ultimi mesi, occorre fare un passo indietro e ricordare il nome dell'influente monsignor James Benavente, conosciuto ad Agana per il suo triplice ruolo di rettore della cattedrale, amministratore del cimitero e direttore della Scuola cattolica “Saint Thomas”. Benavente, che vanta una solida amicizia con il cardinale Luis Antonio Tagle, è oggetto di molte critiche (e anche di molte chiacchiere) per alcuni suoi atteggiamenti e soprattutto per il lusso di cui ama circondarsi, tra automobili, case (tre acquistate per sé e un intero comprensorio per la sua famiglia), voli in prima classe, ristoranti e feste. Tra gli atti dell’arcidiocesi che Vatican Insider ha avuto modo di visionare sono conservate ricevute e scontrini che vanno dai 9mila ai 17mila dollari per alloggi in hotel e resort a cinque stelle come il Saipan World Centre o il Makati Shangri-La di Manila.

Benavente è anche a capo del Consiglio finanziario dell’arcidiocesi di Agana, che nel 2002 viene travolta da un disastroso ciclone che provoca danni per milioni di dollari. L'arcivescovo Apuron si rimbocca le maniche ed entro il 2010 riesce a sanare o quantomeno ridurre tutti i debiti causati dalla calamità. Ma nel bilancio qualcosa sembra non tornare. Si registrano infatti notevoli buchi finanziari in tre enti dell’arcidiocesi: la cattedrale, il cimitero e la scuola cattolica “Saint Thomas”. Si parla di conti in rosso per circa 7milioni e mezzo, come documenta un report dello stesso Consiglio finanziario dell’arcidiocesi di Agana.

Nel 2011 il problema viene sottoposto alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nei cui territori di competenza rientra Guam. Il cardinale Prefetto Fernando Filoni chiede un audit per avere i chiarimenti necessari, ma l'iniziativa viene bloccata: ci sono infatti «carenze contabili significative» nei conti delle entità amministrate da monsignor Benavente e risulta difficile rilevare le entrate e le uscite.

Apuron riforma ex novo il Consiglio finanziario dell’arcidiocesi
L'arcivescovo Apuron riunisce allora i sei membri del Consiglio: chiede spiegazioni e proposte di soluzione. La proposta di Benavente – “figlioccio”, peraltro, dell’avvocato David Lujan - è di vendere il Redemptoris Mater per tappare i buchi economici evitando così uno scandalo pubblico. «Dovrete passare sul mio cadavere» replica l’arcivescovo, che chiarisce di non voler discutere mai più della faccenda. Ma, nonostante le raccomandazioni del capo della diocesi, i membri dell’organismo si muovono per favorire l’affare. Apuron decide allora di riformare ex novo il Consiglio, eliminando membri quali Richard Untalan – la cui presenza nel team era stata espressamente richiesta da Benavente - un avvocato radiato dall’Ordine a fine anni Ottanta per «turpitudine morale» dopo una condanna della Corte d’Appello di Washington D.C. per «facilitazione criminale di un reato del secondo grado: furto per inganno». Uno dei collaboratori di Apuron, presente all’epoca dei fatti e testimone diretto, riferisce che l’arcivescovo, il suo vicario generale e il suo cancelliere ricevono minacce per questa decisione da parte di monsignor Benavente, che ci tiene a far sapere di avere importanti rapporti di amicizia con l'Fbi e personalità di potere a Roma.

Deloitte & Touche non riesce a stilare un report finanziario
Arriviamo così al 2012, quando in rete viene creato un blog chiamato Jungle Watch che attacca l’arcivescovo Apuron e il Cammino Neocatecumenale, accusato di aver manipolato il presule e “colonizzatoˮ l’intera diocesi di Agana. La piattaforma web è gestita da Tim Rohr, agente immobiliare impiegato di monsignor Benavente e coinvolto nell’affaire della vendita del Seminario. Le critiche sul blog si fanno via via sempre più virulente. Apuron si appella ancora alla Congregazione di Propaganda Fide che a sua volta incarica la Deloitte & Touche, nota società di revisione indipendente, di stilare un report sulle finanze disastrate della Chiesa guamegna. Anche questa volta è praticamente impossibile concludere l’audit, come si legge in un documento della Deloitte & Touche datato 8 gennaio 2014, nel quale si dichiara l’impossibilità di trarre «risultati soddisfacenti» dai bilanci analizzati. Alcuni documenti sono peraltro spariti. Secondo le testimonianze raccolte da Vatican Insider la documentazione relativa alla amministrazione di Benavente sarebbe stata prontamente distrutta per evitare verifiche e riscontri.

Accuse pesanti contro monsignor Benavente
Tuttavia emergono alcuni dettagli, di cui riferisce a Vatican Insider l’avvocatessa civile Jacque Terlaje, ex segretaria del Consiglio Finanziario dei Cimiteri Cattolici di Guam: «Come membro ufficiale di una società senza scopo di lucro ho visto innumerevoli abusi di fondi cimiteriali che hanno portato a grandi ingiustizie nei confronti dei defunti e delle loro famiglie», spiega. «Ad esempio, nei fondi cimiteriali non vi era alcuna presenza di “perpetual care”, responsabilità a lungo periodo per finanziare la cura dei loculi venduti. Durante il cambio di amministrazione, si è scoperto poi che vi fossero appropriazioni indebite e furti che si verificavano all’interno dei Cimiteri Cattolici. Ad esempio la donazione non autorizzata di 380mila dollari di terreni dei cimiteri a famiglie e amici di monsignor James Benavente. Uno di questi è tornato in seguito a rimborsare l’importo ricevuto. Benavente ha anche utilizzato 13mila dollari dei fondi dell’ente per pagare i festeggiamenti del suo 20° anniversario di sacerdozio nel luglio 2014».

Non solo: «Nella revisione dei finanziamenti in un periodo che va dal 2009 al 2014 – sottolinea ancora l’avvocatessa - è emerso che è stata emessa una carta di credito intestata al board dei Cimiteri ma ad uso esclusivamente di monsignor Benavente per spese in pasti in ristoranti di lusso, voli aerei in prima classe, pernottamenti in alberghi a 5 stelle. Un’ulteriore spesa di 23mila dollari è stata rintracciata su un’altra carta di credito, sempre utilizzando fondi cimiteriali. In un periodo di cinque anni, Benavente ha inoltre versato a se stesso somme pari a 326.913,61 dollari, mischiando e trasferendo fondi tra i Cimiteri e la Basilica “Dulce nombre di Maria” (gli enti di cui era amministratore, ndr) senza rispettare le restrizioni; nel senso che i fondi cimiteriali sono stati utilizzati per versare gli stipendi dei dipendenti della Cattedrale o per pagare prestiti della Basilica, o, peggio, per rimborsare i pagamenti personali delle carte di credito. Questo ha reso difficile alla Deloitte & Touche concludere l’audit».

Le accuse della legale - in seguito rimossa dal Consiglio finanziario e finita in mezzo a minacce e denunce - sono state rese pubbliche anche sul sito dell’arcidiocesi www.aganaarch.org (attualmente, la pagina è stata oscurata). Leggi qui .

Benavente viene quindi dimesso da ogni incarico e l'arcivescovo Apuron forma un nuovo board anche per la gestione dei fondi della Cattedrale e del Cimitero, la scuola nel frattempo è andata fallita.

Interviene ancora Propaganda Fide
Per evitare l’esacerbarsi delle tensioni, interviene nuovamente il cardinale Filoni che, nel gennaio 2015, manda in «visita di informazione» il segretario del dicastero, l’arcivescovo salesiano Savio Hon Tai-Fai, nativo di Hong Kong. Il prelato rimane quindici giorni nell’isola. In queste due settimane opera diversi cambiamenti nella Chiesa guamegna e svolge di propria iniziativa interrogatori con la collaborazione dell’amministratore apostolico del Pacifico, il nunzio Martin Krebs, tedesco di Essen. Intanto, mentre continuano le accuse online contro monsignor Apuron, il diacono Steven Martinez, membro del Consiglio finanziario, dà vita, insieme ad altri colleghi, ad un gruppo chiamato Concerned Catholic of Guam, che, tra le altre cose, si pone come obiettivo di «vigilare sulla corruzione» dell’arcivescovo. Al fine vengono organizzati, tramite un sito aggiornato in tempo reale, dei sit-in davanti alla cattedrale con cartelli che ne chiedono le dimissioni o la riduzione allo stato laicale. Alla guida del gruppo ci sono Gregory Perez, presidente, e David Sablan, vicepresidente, nome noto alla cronache per un caso di malversazione per cui è attualmente in corso un’indagine del Governo federale degli Stati Uniti.

Abusi sessuali
Passano alcuni mesi di relativa tregua, e nel maggio 2016 sulle pagine di ogni giornale dell’isola appare un annuncio di Tim Rohr che invita a «farsi avanti» chiunque sia stato vittima o sia a conoscenza degli abusi compiuti da Apuron nel 1976-77 nella parrocchia “Nostra Signora del Monte Carmelo” dove era parroco. L’annuncio rimane per un mese su tutti i giornali. Dopo pochi giorni si presentano quattro persone; tra queste Roy Taitague Quintanilla, che afferma di aver subito abusi quarant’anni prima quando, dodicenne, era chierichetto di padre Apuron. Il quale - è la sua accusa - lo avrebbe portato di notte in casa propria per violentarlo. Agli atti del processo in corso ci sarebbero però dichiarazioni di ex chierichetti che affermano di non aver mai visto Quintanilla in parrocchia e di aver svolto le attività sempre in gruppo e mai da soli.

Insieme a Quintanilla si fanno avanti altre persone, che in lacrime rivelano davanti alle telecamere di essere state molestate. Come risulta dalla registrazione di una intervista a Patti Arroyo sulla radio K57 Newstalk, Tim Rohr ammette pubblicamente di aver «impiegato quattro giorni per pubblicare un annuncio e trovare Roy, pagargli i biglietti dalle Hawaii», e di aver coordinato lui il gruppo di vittime e parenti dicendo loro «cosa dire e quando piangere», oltre ad incoraggiarli ad assumere David Lujan come avvocato.

«Santità, sono innocente»

Dopo neanche cinque ore dalla pubblicazione delle accuse, il nunzio Krebs telefona ad Apuron dall’estero – e continua a farlo per tutta la successiva settimana - per chiedergli le immediate dimissioni «per volontà» del Papa. È proprio al Papa, però, che Apuron vuole rivolgersi per discutere della situazione; prende quindi tempo e parte per Roma per chiedere un colloquio con il Pontefice. Lo incontra al termine della udienza generale del 24 maggio 2016 in piazza San Pietro; durante il baciamano Apuron dice a Francesco: «Santità, sono innocente. Vorrei una udienza privata con lei». Bergoglio chiama un collaboratore per chiedergli di concordare una data, ma quell’udienza non avverrà mai.

L’arcidiocesi prova a difendere il suo vescovo
Intanto l’arcidiocesi prova ad intervenire in difesa del suo vescovo e contatta lo studio legale “Lewis Roca” di Denver, importante law firm degli Usa in materia di abusi sessuali riguardanti la Chiesa, consultata spesso dalla Conferenza episcopale degli Stati Uniti. La “Lewis Roca” accetta di difendere l’arcidiocesi e Apuron gratuitamente, ricevendo una eventuale percentuale dei danni soltanto in caso di vittoria. Contemporaneamente l’avvocato David Lujan intenta una causa per diffamazione al vescovo e all’arcidiocesi per aver dichiarato che le accuse di abusi fossero false.

Apuron si autosospende, arriva Hon Tai-Fai come amministratore sede plena
Apuron decide allora di autosospendersi da ogni funzione e chiede alla Santa Sede di nominare un amministratore apostolico per riportare ordine e pace nell’isola e dare a lui la possibilità di difendersi dalle accuse. Dal Vaticano la richiesta viene accolta e, il 6 giugno 2016, un bollettino della Sala Stampa della Santa Sede annuncia la nomina del segretario di Propaganda Fide, monsignor Savio Hon Tai-Fai come amministratore apostolico sede plena di Guam. Apuron viene per il momento mantenuto al suo posto di arcivescovo, seppure esautorato. Ai fedeli invia un video in cui ribadisce la sua innocenza e annuncia l’imminente cambio di guardia, dicendo di accogliere «a braccia aperte» il nuovo amministratore apostolico, segno da parte del Papa di voler «ristabilire la verità» che «mi permette di difendermi dalle false illazioni contro di me».

La ristrutturazione generale
Monsignor Hon arriva nelle Marianne dopo poche settimane e, come prima mossa, domanda a tutti i sacerdoti, in particolare quelli formati nel Redemptoris Mater, di rassegnare le proprie dimissioni come «prova di lealtà a me e alla Chiesa». Alcuni accettano, altri invece fanno resistenza. Contro quest’ultimi scattano subito accuse, alcune di natura sessuale, oppure vengono rispediti nei loro paesi di provenienza. Due vescovi samoani vengono obbligati a ritirare i loro seminaristi mandati a studiare a Guam. Viene rimosso il vicario generale David Quitugua, nominato da Apuron come rettore della cattedrale al posto di Benavente. Stessa sorte per il cancelliere Adrian Cristobal (un chamorro, cioè nativo di Guam) e il suo vice Alberto Rodriguez. Perdono il posto anche i parroci delle quattro parrocchie più grandi e numerose dell’arcidiocesi di Agana, tra cui monsignor Brigido Arroyo anziano e già in età di ritiro, molto amato dalla comunità parrocchiale di Saint Anthony che lo conosce come “padre Bibi”. Hon mette mano anche al board incaricato di fare ordine tra i fondi del cimitero e, al posto di Quitugua, affida la cattedrale a padre Paul Gofigan rimosso due anni prima.

Padre Gofigan e il pregiudicato
Occorre, a questo punto, fare ancora un passo indietro e ricordare che l'arcivescovo Apuron aveva licenziato padre Gofigan dopo aver ricevuto lamentele e pressioni sul fatto che il sacerdote convivesse in parrocchia con un ex carcerato, Joseph Lastimoza, 54 anni, condannato all’ergastolo per aver stuprato e ucciso una hostess 25enne di New York nel 1981 e aver tentato in seguito di violentare altre donne. Lastimoza, poi uscito di prigione nel 2002 in libertà condizionale, era in possesso delle chiavi dell’adiacente scuola per l’infanzia “Santa Barbara Catholic School” dove svolgeva l’incarico di responsabile della manutenzione. Diversi genitori avevano espresso ad Apuron la propria contrarietà, a voce o scrivendo lettere e inviando email, al fatto che un pregiudicato avesse tale libertà di movimento in un luogo frequentato da donne e bambini. Peraltro è la stessa legge guamegna a stabilire che qualsiasi persona condannata per gravi crimini «non può essere impiegata, direttamente o tramite un contrattista indipendente», in un settore come «una scuola o un'istituzione di istruzione mentre i bambini sono presenti».

Nel 2014 il nome di Lastimoza è stato iscritto a vita nel primo livello del registro dei «sex offender» del Sistema giudiziario di Guam, a seguito di una infuocata lettera alla stampa locale di un ex militare ora residente a New York, David Mills, che aveva seguito all’epoca la vicenda. È allora che monsignor Apuron, dopo aver dato un preavviso già due anni prima, chiede con insistenza a Gofigan di allontanare Lastimoza, anche perché la sua presenza violava le leggi vigenti. Ma il prete non ascolta l’indicazione del vescovo che alla fine, su indicazione anche del legale dell’arcidiocesi, Edward Terlaje, decide di rimuoverlo. L’allontanamento del sacerdote, anche fondatore del movimento “Rainbow Mercy” per giovani gay cattolici, è stato spesso descritto dai commentatori di Jungle Watch come frutto delle manipolazioni del Cammino Neocatecumenale.

La “riforma” di Hon
Nel frattempo Hon rilascia interviste e dichiarazioni in conferenza stampa sulla colpevolezza di Apuron ancor prima che venga avviato il processo , accusando l'arcivescovo di raccontare menzogne per aver negato gli abusi. Poi riabilita pubblicamente Benavente e lo riammette come parroco della parrocchia più numerosa di Guam nonché membro del Consiglio finanziario (con lui viene ripescato anche Richard Untalan) e del team per i fondi del cimitero. L’amministratore apostolico sede plena scinde inoltre il contratto con la “Lewis Roca” e assume al suo posto la Swanson & McNamara, costosissimo studio di San Francisco. Hon avvia pure una serie di interrogatori a sacerdoti e seminaristi del Redemptoris Mater, durante i quali i ragazzi vengono messi di fronte ad un bivio: obbedire ad Apuron o «ad un arcivescovo investito dei poteri di Dio». Il Redemptoris Mater subisce una riduzione drastica: da 40 a poco meno di 15 seminaristi.

Hon richiamato a Roma, arriva un nuovo coadiutore: l’americano Byrnes
Durante i neanche cinque mesi di permanenza di Hon a Guam, vengono indirizzate tre lettere a Papa Francesco per metterlo al corrente della situazione. Le missive non ottengono una risposta diretta, ma Bergoglio il 31 ottobre 2016 – dopo aver chiesto al cardinale Filoni di trovare in fretta un candidato – richiama Savio Hon a Roma e nomina un arcivescovo coadiutore, l’americano Michael Jude Byrnes, ausiliare di Detroit, per guidare la diocesi ormai allo sbando. Prima di andare via, Hon rilascia una lunga intervista al Pacific Daily News per indicare al successore il cammino da compiere. Quattro giorni prima dello sbarco di Byrnes nell’isola, gli fa recapitare anche un pacchetto contenente una serie di documenti sulle finanze dell’isola, tra cui una lettera in cui insiste perché vengano modificati gli statuti del Redemptoris Mater e sia eliminata la clausola della restrizione d’uso. Scelta, questa, adottata per salvaguardare un bene diocesano, ma che invece, secondo i detrattori, avrebbe fatto perdere ad Apuron ogni diritto sulla proprietà (accusa smentita dal fatto che con una semplice firma Byrnes ha eliminato la restrizione d’uso).

Chiude il Redemptoris Mater, sospesa affiliazione Lateranense-Istituto Teologico
A Roma monsignor Savio Hon si reca nella Congregazione per l’Educazione cattolica – sono dipendenti del Dicastero a raccontarlo – per chiedere la sospensione del rinnovo dell’affiliazione dell’Istituto Teologico con la Pontificia Università Lateranense, peraltro già rinnovata per altri dieci anni. Gli ultimi aggiornamenti riferiscono che il 29 agosto 2017, Byrnes ha annunciato la chiusura del Seminario e dell’Istituto. E che, sempre nelle scorse settimane, ha rimosso quattro sacerdoti dagli incarichi diocesani perché colpevoli d’insubordinazione per aver scritto una lettera al cardinale Filoni informandolo dell’intenzione di vendere l’edificio di Yona, informazione richiesta dallo stesso cardinale. Monsignor Benavente è stato invece reintegrato in tutti gli incarichi precedenti, ai quali si aggiunge la nomina di delegato per il patrimonio dell’arcidiocesi.

L’indagine del cardinale Burke
Per quanto riguarda le accuse di abusi sessuali contro Apuron, si attende la sentenza del “Tribunale di prima istanza” presieduto dal cardinale Raymond Leo Burke, notoriamente critico verso Papa Francesco, tra gli autori dei “dubia” sull’Amoris laetitia. Quando il 17 febbraio 2017 Francesco aveva inviato il cardinale nell’arcipelago delle Marianne ad indagare sul caso Guam, in molti avevano gridato alla «punizione» o all’«esilio». Alla luce dei fatti sembra invece che la scelta del Pontefice sia stata dettata dalla notevole competenza del cardinale maturata negli anni di prefettura del Tribunale della Segnatura Apostolica. Il porporato statunitense ha raccolto in circa due settimane tutta la documentazione e le testimonianze da trasmettere alla Congregazione per la Dottrina della Fede, recandosi personalmente, oltre che a Guam, anche alle Hawaii, a San Francisco, a Phoenix e sulla costa Est per ascoltare le vittime. Molte delle quali, come dichiarato da loro stesse a giornali locali, non hanno voluto incontrare il cardinale se non in presenza del loro avvocato, David Lujan.

In attesa della sentenza
Burke e altri quattro giudici, tutti vescovi, dovranno emettere ora la sentenza di colpevolezza o innocenza su monsignor Apuron. Una decisone attesa già per lo scorso 4 agosto ma che ha subito un ritardo. Forse a motivo delle pressioni esterne che sta ricevendo il cardinale, il quale ha confidato ai suoi stretti collaboratori di essere rimasto impressionato dalla forte presenza di lobbies nell’isola. Se Apuron fosse dichiarato colpevole, il dispositivo della sentenza avrebbe conseguenze canoniche e non civili. «Il fatto che il Papa abbia concesso ad un vescovo un processo - spiega un avvocato canonista a Vatican Insider - è segno che la Chiesa vuole ristabilire comunque una procedura di legalità». Qualora fosse dichiarata la sua innocenza, non sarebbe facile per lui, visto il danno d’immagine, tornare alla guida della diocesi di Guam. Anche se lo stesso arcivescovo ha confidato di essere pronto a farlo, magari con l’aiuto di un vescovo ausiliare. In ogni caso, per questa turbolenta vicenda sembra ancora difficile poter scrivere la parola “fine”.
 
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Guam, il Vaticano condanna in primo grado l’arcivescovo Apuron per abusi
La Congregazione per la Dottrina della fede dichiara il presule 73enne colpevole di «alcune» accuse: cessa il suo ufficio, divieto di residenza nell’arcidiocesi. La sentenza soggetta ad eventuale ricorso. I legali: appello già inviato nei giorni scorsi

L’arcivescovo Anthony Sablan Apuron

Pubblicato il 16/03/2018
SALVATORE CERNUZIO
CITTÀ DEL VATICANO
«Colpevole di alcune delle accuse», con l’imposizione delle pene di «cessazione dell’ufficio» e «il divieto di residenza» nell’arcidiocesi di Guam. Questa la sentenza di primo grado per l’arcivescovo Anthony Sablan Apuron, 73 anni, dell’Ordine dei frati minori cappuccini, processato dal Tribunale apostolico della Congregazione per la Dottrina della fede.

A renderlo noto è un bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, in cui si legge: «Il processo canonico in relazione alle accuse, incluse quelle di abusi sessuali su minori, imputate contro il Reverendissimo Anthony Sablan Apuron, O.F.M. Cap., arcivescovo di Agaña, Guam, si è concluso». «Il Tribunale Apostolico della Congregazione per la Dottrina della Fede, composto da cinque giudici», guidati dal cardinale Raymond Leo Burke, «ha emesso la sentenza di primo grado, dichiarando l’imputato colpevole di alcune delle accuse e imponendo all’imputato le pene di cessazione dall’ufficio e il divieto di residenza nell’Arcidiocesi di Guam».



«La sentenza – spiega il Vaticano - rimane soggetta ad eventuale ricorso. In assenza di appello, la sentenza diventa definitiva ed effettiva. In caso di appello, le pene imposte sono sospese fino alla risoluzione finale ».



Da quanto apprende Vatican Insider il ricorso è già stato redatto da parte dei legali del vescovo e inviato nei giorni scorsi, nei tempi regolamentari, appena ricevuta la comunicazione della sentenza. Sembra che la maggior parte delle sei accuse mosse contro il presule (non tutte riguardanti casi di abusi sessuali) siano state rigettate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e che siano meno della metà quelle che hanno determinato la condanna canonica.



La vicenda di Apuron era iniziata nel 2016 quando l’arcivescovo si era sospeso dalle sue funzioni dopo essere stato accusato di aver compiuto abusi sessuali a danno di alcuni chierichetti nella parrocchia “Nostra Signora del Monte Carmelo” dove era parroco negli anni 1976-77. Accuse seguite ad alcuni scandali delle finanze dell’arcidiocesi che avevano portato ad una quasi totale ristrutturazione degli organi interni, ad esempio il Consiglio finanziario e il board dei Cimiteri cattolici, e dei suoi responsabili. A lanciarle diversi blog e media locali.



Apuron, dopo aver provato in un primo momento a difendersi legalmente, nel giugno 2016 aveva comunicato alla Santa Sede la decisione di autosospendersi; il Vaticano aveva accolto la richiesta e, il 6 giugno 2016, il Papa aveva nominato il segretario di Propaganda Fide, monsignor Savio Hon Tai-Fai – attuale nunzio in Grecia - come amministratore apostolico sede plena di Guam. L’incarico del prelato cinese – che aveva realizzato a sua volta una nuova ristrutturazione dell’arcidiocesi, di fatto cambiando tutte le precedenti nomine - è durato circa cinque mesi: ad ottobre, il monsignore era stato richiamato a Roma e, al suo posto, era stato inviato nell’isola delle Marianne un arcivescovo coadiutore, l’americano Michael Jude Byrnes, ausiliare di Detroit, per guidare la diocesi. Proprio Byrnes nei mesi scorsi aveva annunciato in conferenza stampa: «Un verdetto già c’è», in riferimento alla sentenza del Tribunale dell’ex Sant’Uffizio attesa per agosto ma rimandata per mesi.



A guidare il processo è stato, come accennato, il cardinale Burke, prefetto emerito del Tribunale della Segnatura Apostolica, inviato a Guam nel febbraio 2017 per indagare sul caso. In molti avevano gridato all’«esilio» da parte del Papa per questo incarico, in realtà la missione di Burke, si era esaurita in circa due settimane, giusto il tempo di raccogliere tutta la documentazione e le testimonianze da trasmettere alla Dottrina della Fede. I l cardinale si era recato personalmente, oltre che a Guam, anche alle Hawaii, a San Francisco, a Phoenix e sulla costa Est per ascoltare le vittime.



Da parte sua Apuron ha sempre rifiutato le accuse di pedofilia nei suoi confronti. Dopo mesi di silenzio a metà gennaio aveva diffuso un comunicato in cui respingeva nuovamente tutte le accuse , in particolare quelle avanzate alcune settimane prima da un suo nipote, Mark Apuron, che affermava di essere stato violentato dallo zio intorno al 1989-90, quando aveva 16 anni. «Dio mi è testimone: nego fermamente tutte le accuse di abusi sessuali fatte contro di me e anche quest’ultima» scriveva il vescovo, attualmente malato e costretto sulla sedia a rotelle in seguito ad alcune operazioni.



Proprio così si era presentato al Papa al termine dell’udienza generale del 7 febbraio scorso, sussurrando al Pontefice durante il baciamano: «Santità, prima di morire volevo vederla».



LEGGI ANCHE - I guai di Guam, una diocesi devastata da scandali finanziari e sessuali
 
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view post Posted on 17/3/2018, 09:58

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https://www.ilmessaggero.it/primopiano/vat...na-3611022.html

Pedofilia, per l'arcivescovo di Guam una condanna a metà: niente riduzione allo stato laicale

di Franca Giansoldati
Città del Vaticano Colpevole di abusi, ma non del tutto. Una specie di punizione a metà per l'arcivescovo neocatecumenale di Guam, accusato di pedofilia, per commesso abusi su minori e di conseguenza messo sotto processo – previa complicata indagine – in Vaticano. La decisione finale emessa dal tribunale della Congregazione della Dottrina della Fede prevede che il prelato venga rimosso con il divieto di mettere piede sull'isola del Pacifico. Nessun altro provvedimento, invece, è stato preso sul suo status di prete e di vescovo. In pratica monsignor Anthony Sablan Apuron, 73 anni, frate cappuccino, continuerà come sempre a fare il prete, a celebrare la messa come se niente fosse. Papa Francesco ha acconsentito a non ridurlo allo stato laicale probabilmente per il suo stato di salute. Una decisione che la comunità cattolica di Guam farà fatica a comprendere ma che si uniforma ad altre decisioni miti sulla pedofilia, per esempio quella nei confronti del prete cileno Karadima. Anche per lui è stato evitato che venisse ridotto allo stato laicale, tanto che ora vive da pensionato in un buen retiro cileno.

A rendere noto il risultato del processo vaticano è uno scarno bollettino della sala stampa che ancora una volta non rende pubblico nessun particolare, nemmeno sui reati che sono stati contestati all'arcivescovo. «Il Tribunale Apostolico della Congregazione per la Dottrina della Fede, composto da cinque giudici ha emesso la sentenza di primo grado, dichiarando l’imputato colpevole di alcune delle accuse e imponendo all’imputato le pene di cessazione dall’ufficio e il divieto di residenza nell’Arcidiocesi di Guam».

Nel comunicato si fa riferimento ad «Alcune accuse», ma senza spiegare all'opinione pubblica di cosa si tratta. La trasparenza che tante volte Papa Francesco aveva promesso ai fedeli per rendere loro conto della mano ferma nel giudicare i preti pedofili sembra venire meno. Naturalmente la sentenza potrà essere oggetto di un eventuale ricorso in appello.

Apuron che si è sempre dichiarato innocente, anche a verdetto pronunciato ha ribadito la sua estraneità. «Mentre sono sollevato dal fatto che il Tribunale apostolico abbia respinto la maggior parte delle accuse contro di me, ho impugnato il verdetto. Dio mi è testimone; sono innocente e attendo che la mia innocenza sia dimostrata nel processo di appello».

Il caso era scoppiato nel 2016 quando l’arcivescovo si era auto-sospeso dalle sue funzioni dopo essere stato accusato di abusi sessuali da alcuni chierichetti. Le vicende risalgono alla fine degli anni Settanta. A questi guai se ne erano aggiunti altri, stavolta di natura finanziaria. L'arcivescovo aveva lasciato le casse della diocesi di Guam al verde e coperte di debiti per spese immobiliari non andate a buon fine. Nel 2016 il Vaticano aveva nominato un amministratore esterno nella persona di monsignor Savio Hon attuale nunzio in Grecia. Al lavoro svolto dall'amministratore si è poi aggiunto un ulteriore indagine affidata al cardinale ultra conservatore Leonard Burke, canonista, che si era recato a Guam nel 2017 per raccogliere tutte le prove per il processo vaticano. Anche un nipote dell'arcivescovo lo accusa di molestie.
 
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erz
icon13  view post Posted on 21/3/2018, 17:43




gli autori degli articoli citati (Cernuzio e Giansoldati) sono della stessa setta neocatecumenale di cui fa parte il vescovo pedofilo Apuron
 
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view post Posted on 7/11/2018, 13:41

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www.rainews.it/dl/rainews/articoli/...76851b4d23.html

Il deposito dell'istanza interromperà le azioni legali Pedofilia: troppe cause, diocesi di Guam chiede bancarotta Secondo gli avvocati la mossa della Chiesa cattolica di Guam, isola americana in Micronesia, consentirà all'arcidiocesi di evitare il processo e le centinaia di richieste di risarcimenti per abuso Tweet Pedofilia, Papa Francesco riduce allo stato laicale due vescovi cileni Pedofilia, il Papa accetta le dimissioni dell'arcivescovo di Washington Donald Wuerl 07 novembre 2018 La Chiesa cattolica di Guam (Usa) farà istanza di bancarotta, una mossa che secondo gli avvocati consentirà all'arcidiocesi di evitare il processo in dozzine di cause per abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti. L'annuncio è stato fatto in una conferenza stampa nell'isola americana in Micronesia. L'avvocato Leander James ha spiegato che è l'unico "percorso realistico" per risolvere le oltre 180 richieste di risarcimenti per abuso. Il deposito dell'istanza interromperà le azioni legali e darà una scadenza per la presentazione dei reclami. Il Papa: tolleranza zero sulla pedofilia "Determinazione" e "tolleranza zero" contro crimini come quello della pedofilia che hanno provocato nelle vittime "ferite che non conosceranno mai la prescrizione". Lo scrive il cardinale Pietro Parolin a nome del Papa in un messaggio inviato ai vescovi francesi riuniti dal tre all'otto novembre in assemblea plenaria a Lourdes. "In un contesto reso difficile, a causa soprattutto dei gravi errori commessi da alcuni membri della Chiesa - si legge nel messaggio papale letto in apertura di assemblea -, il Santo Padre vi incoraggia a perseverare nella lotta contro la pedofilia, senza mai dimenticare di riconoscere e sostenere l'umile fedeltà vissuta nel quotidiano, con la grazia di Dio, da tanti preti, religiosi e religiose, consacrati e fedeli laici". Il Papa lancia un auspicio: "Che l'accoglienza e l'ascolto delle vittime, le cui ferite non conosceranno mai la prescrizione, possano affermare la vostra determinazione nella messa in atto della tolleranza zero e il vostro lavoro, affinché ciascun battezzato si senta coinvolto nella trasformazione ecclesiale e sociale di cui tanto abbiamo bisogno". - See more at: www.rainews.it/dl/rainews/articoli/...76851b4d23.html

"Ho avuto l'impressione che ai bambini piacesse, così sono andato avanti"

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Il reverndo Louis Brouillard piange durante il processo

http://gayburg.blogspot.it/2016/08/se-un-q...ufficiente.html

Se un qualche Ave Maria è sufficiente a cancellare 20 abusi commessi da un prete cattolico...
21 agosto 2016


È l'Associated Press a raccontare la storia di un prete cattolico 95enne che ha ammesso di aver abusato sessualmente di alcuni ragazzi i fatti si sarebbero verificati decenni fa a Guam. L'uomo racconta anche di aver confessato i suoi peccati ad altri sacerdoti e di essersi sentito suggerire di fare una penitenza regolare, dicendo preghiere come l'Ave Maria.

Il reverendo Louis Brouillard ha insegnato dal 1940 al il 1970 presso le scuole di San Vicente e Father Duenas Memorial. Ha rivelato di aver molestato «un paio di ragazzi» durante quel periodo. Ma poi, quando gli è stato chiesto di quanti ragazzi avrebbe abusato, Brouillard ha risposto: «Non ne ho idea. Forse 20. A quel tempo, quando avevo quell'età, ho avuto l'impressione che i bambini piacesse, così sono andato avanti. Ma ora, naturalmente, io so che è stata una cosa brutta e prego per quello che ho fatto».
 
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view post Posted on 8/11/2018, 21:33

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www.giornalettismo.com/archives/26...guam-bancarotta

Troppe cause per pedofilia, la diocesi di Guam chiede la bancarotta
di ENZO BOLDI | 07/11/2018
Pedofilia
La diocesi di Guam chiede la bancarotta per interrompere i processi per pedofilia

L'avvocato Leander James spiega che questa sia l'unico percorso possibile

Sulla Chiesa Cattolica dell'isola della Micronesia sono piovute decine di denunce per molestie su minori

Una decisione che lascia esterrefatti, soprattutto dopo tutte le dichiarazioni, le scuse e le aperture fatte da Papa Francesco negli ultimi anni. Nonostante la volontà del Santo Padre di rendere la Chiesa Cattolica protagonista attiva nello scovare tutti gli episodi di pedofilia e molestie perpetrati dai propri sacerdoti ai danni dei minori, dagli Stati Uniti arriva una voce fuori dal coro. La diocesi di Guam, piccola isola della Micronesia sul territorio statunitense, ha chiesto la bancarotta per interrompere le azioni legali (e i risarcimenti) per le cause in corso e a carico dei rappresentanti ecclesiastici dell’isola.

LEGGI ANCHE > PAPA FRANCESCO: «UN BAMBINO MALATO È UN DONO DI DIO»
Questa mossa permetterà alla Chiesa Cattolica dell’isola di Guam di evitare il processo per diverse dozzine di cause per pedofilia intentate da diverse persone per molestie sessuali subite da numerosi bambini. L’obiettivo, dunque, è chiarissimo, come spiegato anche dall’avvocato Leander James che ritiene questa mossa come l’unico «percorso realistico» per risolvere le oltre 180 richieste di risarcimenti per abuso. Il deposito dell’istanza interromperà, a questo punto, le azioni legali e darà una scadenza per la presentazione dei reclami.

Già condannato l’arcivescovo Apuron
Il Vaticano, nel corso dell’ultimo anno, ha effettuato diverse visite a Guam per capire l’entità delle denunce per pedofilia a carico di diversi sacerdoti. Tra i tanti accusati c’era anche l’arcivescovo neocatecumenale dell’isola, monsignor Anthony Sablan Apuron, condannato dallo stesso Vaticano ma non ridotto allo stato laicale lo scorso 12 marzo. Il caso scoppiò nel 2016, quando lo stesso arcivescovo di Guam si auto-sospese dalle sue funzioni dopo le accuse di molestie sessuali denunciate da alcuni chierichetti.

La pedofilia nella diocesi di Guam
L’ultimo membro del Vaticano a essere andato in missione sull’isola di Guam per scoprire l’entità e la veridicità della situazione denunciata da molte persone, è stato il cardinale Raymond Leo Burke, patrono dell’Ordine di Malta e uno dei maggiori oppositori della «politica» di Papa Francesco.
 
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view post Posted on 5/4/2019, 13:19

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www.lastampa.it/2019/04/04/vatican...kFL/pagina.html

Guam, il Vaticano condanna il vescovo per abusi. Apuron: “Gruppi hanno voluto distruggermi”
La Congregazione per la Dottrina della Fede conferma la sentenza di prima istanza del marzo 2018, dichiarando il presule colpevole di «delitti contro il Sesto Comandamento con minori». La Chiesa di Guam, in bancarotta, ora guidata da monsignor Byrnes

L’arcivescovo Anthony Sablan Apuron


Pubblicato il 04/04/2019
Ultima modifica il 04/04/2019 alle ore 22:19
SALVATORE CERNUZIO
CITTÀ DEL VATICANO
Una singolare sentenza della Congregazione per la Dottrina della Fede conclude il “caso Guam”, oggetto da anni di polemiche e tensioni fuori e dentro l’isola del Pacifico, condannando definitivamente monsignor Anthony Sablan Apuron. L’arcivescovo è «colpevole di delitti contro il Sesto Comandamento con minori» (non commettere atti impuri, ndr). Al presule, appartenente all’Ordine dei frati minori cappuccini, sono state imposte le pene di privazione dell’ufficio; divieto perpetuo di dimorare anche temporaneamente nell’arcidiocesi di Agaña; divieto perpetuo di usare le insegne proprie dell’ufficio di vescovo.

In sostanza Apuron - che già si era autosospeso dal suo incarico nel 2016 chiedendo alla Santa Sede di nominare un amministratore apostolico per potersi difendere dalle accuse sul suo conto - viene rimosso dall’incarico di vescovo e non potrà più utilizzare simboli episcopali quali mitrie, pastorali, anelli, croci pettorali. Tuttavia «sacramentalmente e giuridicamente rimane vescovo», come ha spiegato il portavoce vaticano ad interim Alessandro Gisotti.

Già in passato si erano verificati casi simili. Più inusuale il fatto che, in presenza di una condanna di seconda istanza dell’ex Sant’Uffizio, non si sia proceduto alla dimissione dallo stato clericale, il cosiddetto “spretamento”, massima pena per un chierico macchiatosi di abusi. Ma anche questo non è una novità, secondo Gisotti: «Non ogni caso di abuso comporta la dimissione dallo stato clericale», ha detto, ricordando come valga il principio della «proporzionalità» della pena al reato commesso.

Sono due le accuse - apprende Vatican Insider - che hanno determinato la condanna canonica di monsignor Apuron e riguardano abusi avvenuti oltre quarant’anni fa nella parrocchia di “Our Lady of Mount Carmel” a danno di un chierichetto e di un altro ragazzo, entrambi adolescenti. Inizialmente erano sei quelle mosse contro il presule (non solo riguardanti casi di abusi) e rigettate dal Tribunale apostolico presieduto dal cardinale Raymond Leo Burke per insufficienza di prove.

Il processo penale giudiziale a carico del vescovo si era concluso in prima istanza il 16 marzo 2018. La sentenza di allora dichiarava Apuron colpevole di alcune delle accuse e gli imponeva le pene di cessazione dall’ufficio e il divieto di residenza nell’Arcidiocesi di Guam.

LEGGI ANCHE - Guam, il Vaticano condanna in primo grado l’arcivescovo Apuron per abusi

Il verdetto era soggetto ad eventuale appello, rendeva noto allora la Santa Sede. E infatti il ricorso è stato presentato dai legali di Apuron appena ricevuta la comunicazione (qualche giorno prima della pubblicazione) e presentava nuove prove che, a detta degli avvocati, dimostravano alcune contraddizioni delle accuse e scagionavano l’arcivescovo. Nella documentazione erano presenti, inoltre, le deposizioni di testimoni che affermavano che alcuni dei denuncianti avessero percepito ingenti somme di denaro per accusare Apuron e che tutta l’accusa fosse frutto di un «complotto».

Tuttavia in data 7 febbraio 2019 il tribunale di seconda istanza ha confermato la sentenza di marzo scorso, dichiarando l’imputato colpevole di delitti contro il Sesto Comandamento con minori. «La decisione rappresenta la conclusione definitiva del caso. Non è possibile ulteriore appello», si legge nel comunicato della Sala Stampa vaticana.

Da parte sua il 73enne Apuron, le cui condizioni di salute sono peggiorate negli ultimi anni, continuandosi a dichiarare innocente, si dice addolorato per la sentenza equiparandola ad una «condanna a morte». «Sono profondamente rattristato dalla decisione del Santo Padre che ha confermato la decisione del tribunale di primo grado», dice in una dichiarazione a noi pervenuta. «Ho presentato un ricorso contro tale decisione l’anno scorso perché sono innocente e la sentenza del Tribunale di primo grado mi ha rivendicato dichiarando non credibili la maggior parte delle accuse mosse contro di me: credo che i fatti e le prove presentate abbiano dimostrato la mia totale innocenza».

«Il segreto pontificio mi impedisce di difendere il mio buon nome in pubblico, ma desidero cogliere l’occasione per offrire il mio più profondo ringraziamento alle molte persone che si sono fatte avanti privatamente e pubblicamente a mia difesa, nonostante le minacce e il clima presenti nella mia amata casa di Guam», scrive il presule in riferimento a fatti di cui Vatican Insider si era occupato in una lunga inchiesta del 20 settembre 2017.

LEGGI - I guai di Guam, una diocesi devastata da scandali finanziari e sessuali

«Questo clima - evidente sui giornali locali, - che ha ostacolato il lavoro del Tribunale di primo grado, testimonia la presenza di un gruppo di pressione che ha progettato di distruggere me, e che si è fatto chiaramente conoscere anche alle autorità di Roma. Diverse persone mi hanno detto - con grande dolore e paura e chiedendomi di non rivelare i loro nomi – di essere state invitate ad avanzare accuse contro di me, persino dietro offerta di denaro», sottolinea il presule. E aggiunge: «L’abuso sessuale su minori è un crimine aberrante che grida vendetta al cospetto di Dio. Il bisogno disperato di giustizia e compassione per i sopravvissuti è fondamentale. È altresì urgente il bisogno di combattere questo male sempre e ovunque attraverso una ricerca trasparente e coraggiosa della verità».

«La sentenza del Santo Padre conclude la mia ricerca di giustizia nel foro canonico: devo a Sua Santità la mia obbedienza come vescovo, sacerdote e figlio della Chiesa. Mi sottometto totalmente al giudizio del Santo Padre perché lo ringrazio per avermi permesso di continuare a servire come sacerdote e arcivescovo senza insegne. Questa sentenza mi esilia dalla mia amata Guam: considero questa una pena analoga ad una condanna a morte. Perdo la mia patria, la mia famiglia, la mia chiesa, la mia gente, persino la mia lingua, e resto solo in completa umiliazione, vecchio e in precarie condizioni di salute».

La Chiesa di Guam sarà guidata ora dal vescovo coadiutore Michael Jude Byrnes, ex ausiliare di Detroit inviato tre anni fa ad Agaña dopo il richiamo a Roma di monsignor Savio Hon Tai-Fai, in quegli anni segretario di Propaganda Fide e attuale nunzio in Grecia, nominato precedentemente amministratore apostolico “sede plena” nell’isola. Come prassi vuole, Byrnes diviene automaticamente titolare della diocesi e dunque pastore a pieno titolo. Si troverà ora ad affrontare una situazione complessa nell’isola del Pacifico causata anzitutto dalle divisioni interne del clero e dei fedeli e poi dalle numerose richieste di risarcimenti per abusi del clero: circa 180 quelle presentate, alcune relative a fatti avvenuti circa cinquant’anni fa o riguardanti sacerdoti scomparsi. Tanto che la Chiesa guamegna aveva presentato istanza di bancarotta nel novembre 2018, in modo da interrompere le azioni legali e dare una scadenza per la presentazione dei reclami.
 
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