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Canosa di Puglia. Processione della Desolata 2016, Centinaia di donne nerovestite e col volto velato, cantano la disperazione della Madonna

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view post Posted on 20/4/2016, 20:59
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http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/04/...-110969166/1/#1

E' la mattina del Sabato santo che, a Canosa di Puglia, si rinnova l'appuntamento con uno dei riti forse più suggestivi della Settimana santa. E' la processione della Desolata che vede sfilare per le vie del paese centinaia di donne nerovestite e col volto velato, prese a cantare la disperazione della Madonna per la morte del Cristo. A raccontare il fascino di questo rito le immagini del fotografo napoletano Michele Sorrentino: nella gallery una selezione di alcuni scatti dal reportage con il quale Sorrentino ha vinto nel 2013 il primo premio del concorso fotografico "La settimana santa in Puglia", assegnatogli da una giuria presieduta dal maestro Gianni Berengo Gardin

http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/04/...tico-111000683/

Settimana santa, un viaggio nella Puglia del simbolismo più antico

Da Francavilla Fontana a Taranto e da Canosa a Noicattaro un percorso per immagini alla scoperta dei riti che attraversano i secoli

di ANTONIO DI GIACOMO

01 aprile 2015

È un viaggio a ritroso nel tempo a preannunciarsi attraverso l'immersione nei riti della Settimana santa. Un universo simbolico e di tradizioni che, per una volta l'anno almeno, può offrire l'occasione di ritrovarsi a tu per tu con l'immagine di una Puglia arcaica. Un'immagine che, non per caso, la fotografia d'autore - come quella dei baresi Piero Lovero, Nico Lozupone e Giuseppe Tangorra e del napoletano Michele Sorrentino - restituisce in primo luogo attraverso il bianco e nero, a sottolineare la dimensione di sospensione temporale creata da questi riti, tramandati da secoli di padre in figlio all'interno delle confraternite. È la circostanza, per cominciare, della processione per i Sepolcri dei Pappamusci: è il nome dialettale che, a Francavilla Fontana, viene usato per indicare gli adepti della Confraternita del Carmine che, alle 18 in punto del Giovedì santo, a piedi nudi, biancovestiti e con un bastone in mano cominciano a peregrinare attraverso le strade e le chiese, facendovi sosta inginocchiati dinanzi agli altari della reposizione.


Un rituale che a Noicattaro, invece, sottopone i fedeli a una ben più "pesante" espiazione. Attorno alle 20 del Giovedì santo cominciano ad uscire dalla chiesa della Madonna della Lama, al cui esterno fiammeggia un gigantesco falò, i Crociferi. Sono loro i misteriosi protagonisti dei riti della Settimana santa a Noicattaro: incappucciati e vestiti di nero portano sulle spalle una pesante croce di legno. Procedono a piedi nudi e trascinano, legata a una caviglia, una catena di ferro e, dinanzi ad ogni chiesa cittadina, dopo aver deposto la croce vi fanno ingresso camminando in ginocchio per poi fustigarsi con la catena e riprendere il cammino. Ma, ancora più suggestiva, è infine, ancora a Noicattaro, alle due del mattino la processione dell'Addolorata: nel buio assoluto, spenta tutta l'illuminazione pubblica del paese, vi prendono parte donne velate e vestite a lutto e ancora i Crociferi.


Ma è fuori discussione che resta Taranto la capitale "simbolica" dei riti della Settimana santa in Puglia. Riti che quest'anno, nel capoluogo jonico, saranno caratterizzati, dopo mezzo secolo, dal ritorno della processione fra i vicoli di Taranto vecchia. Per celebrare 250esimo anniversario della donazione alla confraternita del Carmine, da parte della famiglia dei Calò, delle statue in cartapesta di Gesù morto e dell'Addolorata da cui è poi nata la processione dei Misteri del Venerdì santo. Per ricordare la donazione, allora, quest'anno i Misteri torneranno dopo 48 anni di assenza nella città vecchia di Taranto modificando il consueto percorso. Ed è nel cuore della notte, un minuto dopo la mezzanotte del Venerdì santo, che prende avvio la processione dell'Addolorata destinata a proseguire fino al mattino. Finché nel pomeriggio del venerdì sarà la volta della processione dei Misteri, per protagonisti i "perdoni", ovvero gli adepti della Confraternita del Carmine: incappucciati, vestiti di bianco con un cappello nero dalle falde larghe e col loro lento procedere a piedi nudi.


E se non c'è città o paese in Puglia che celebri i riti della Settimana santa - da Monte Sant'Angelo a Molfetta, da Vico del Gargano a Gallipoli - un caso a sé e dunque una menzione ad hoc merita la processione della Desolata di Canosa, un unicum in tutta la regione e non solo. Un rituale che si ripete da anni al mattino del Sabato santo, dalle 9 in avanti quando, dalla chiesa dei Santi Francesco e Biagio inizia il cammino di centinaia di donne in nero e col volto velato. Uno spettacolo imponente di forte impatto visivo ed emozionale: il loro incedere rassomiglia quasi a una marcia serrata e conosce la sosta solo quando canteranno in coro una emozionata versione dello Stabat Mater di Jacopone da Todi: è l'inno della Desolata sulle musiche di Antonio Lotti.
La Desolata di Canosa: ecco la processione delle
 
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