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'Ndrangheta. Don Strangio condannato a 9 anni e 4 mesi. Il vescovo non lo spreta: "addolorato per il prete", "Pienamente inserito nelle famiglie mafiose" il rettore del Santuario di Polsi, dove la Madonna va in processione coi capiclan

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GalileoGalilei
view post Posted on 10/3/2017, 17:11 by: GalileoGalilei
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‘Ndrangheta e massoneria, a Reggio alla sbarra anche un prete, una giornalista e tanti avvocati
Da Iacchite - 10 marzo 2017
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Nel processo “Gotha”, che sintetizza cinque diverse inchieste da “Mammasantissima” a “Sistema Reggio”, da “Fata Morgana” a “Reghion” e “Alchimia”, il gup di Reggio Calabria ha rinviato a giudizio 40 imputati tra i quali il senatore Antonio Caridi, l’ex parlamentare Paolo Romeo, l’ex sottosegretario regionale Alberto Sarra, l’ex rettore del Santuario della Madonna di Polsi don Pino Strangio, l’ex presidente della Provincia Giuseppe Raffa, l’ex magistrato Giuseppe Tuccio.

Tra le persone per le quali il gup Antonino Laganà ha disposto il giudizio, figurano anche la giornalista Teresa Munari, lo psichiatra Rocco Zoccali, l’avv. Antonio Marra, l’ex dirigente del settore Lavori pubblici del comune di Reggio Calabria Marcello Cammera. L’inizio del processo è stato fissato per il 20 aprile. Con il rito abbreviato saranno giudicati, invece, a partire dal 29 marzo, l’avv. Giorgio De Stefano, l’ex vicepresidente di Fincalabra spa Nuccio Idone, l’imprenditore Angelo Frascati, l’avv. Paola Colombini, l’ex sindaco di Villa San Giovanni Antonio Messina, il pentito Roberto Moio, il medico chirurgo Giovanni Pellicano, il commercialista Giovani Zumbo, insieme ad esponenti della ‘ndrangheta di Reggio Calabria.

Secondo l’accusa, Caridi, De Stefano, Romeo, già condannato in passato per concorso esterno, Sarra ed il dirigente della Regione Francesco Chirico, indicato come elemento di spicco dei De Stefano, sarebbero stati componenti di quella struttura segreta legata alla massoneria che, ponendosi al vertice della piramide ‘ndranghetista, interagiva sistematicamente e riservatamente con politica, istituzioni, mondo imprenditoriale e bancario e condizionava ogni tipo di elezione nella provincia di Reggio Calabria.
 
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