Ricostruzione della vicenda
http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...CPPO_PA112.htmlViolenza su minori, prete arrestato
la Provincia Pavese — 28 dicembre 2004 pagina 00
BORGARELLO. Violenza sessuale su minori. E’ l’accusa scattata nei confronti di don Giuseppe Abbiati, il sessantaquattrenne parroco di Borgarello che, da alcuni giorni, si trova agli arresti domiciliari. Il sacerdote è accusato da tre minorenni di 13, 14 e 15 anni: cogliendo uno strano dialogo tra di loro una madre ha messo in moto la macchina investigativa e giudiziaria. Messi alle strette, i ragazzi hanno ammesso di avere incontrato l’uomo, a quanto pare, in cambio di piccole somme di denaro. La vicenda avrebbe avuto luogo, in più episodi, in un altro centro del Pavese. A pagina 13
http://ricerca.quotidianiespresso.i...C1PO_PC101.htmlViolenza, arrestato un parroco
la Provincia Pavese — 28 dicembre 2004 pagina 13 sezione: CRONACA
BORGARELLO. Violenza sessuale su minori. E’ l’accusa nei confronti di don Giuseppe Abbiati, il sessantaquattrenne parroco di Borgarello che, da alcuni giorni, si trova agli arresti domiciliari. Il sacerdote è accusato da tre ragazzini, di 13, 14 e 15 anni. L’accusa, ovviamente, è da provare e, per il momento, l’avvocato difensore del sacerdote preferisce non fare commenti. Ecco una prima ricostruzione dell’incredibile storia che ha lasciato sbalorditi i fedeli di Borgarello. Il parroco, tra l’altro, non ha nemmeno celebrato la messa di mezzanotte a Natale e l’assenza non è certo passata inosservata. Le vicenda risale ad alcuni mesi fa. Don Giuseppe Abbiati da tempo conosceva i tre ragazzi che abitano in un piccolo comune del Pavese. Li andava a trovare, diceva di accompagnarli a mangiare il gelato, di portarli in pizzeria ed in altri luoghi di svago. I genitori non hanno mai avuto sospetti sino allo scorso mese di agosto, quando la madre di due ragazzini (sono fratelli) ha ascoltato per caso uno strano dialogo tra i figli ed un amico. I ragazzi parlavano del sacerdote che doveva venirli a prendere. La donna ha chiesto spiegazioni ma i tre si sono messi a ridere. Ma la madre ha raccolto altri indizi (i figli giravano per il paese con discrete somme di denaro in tasca che non sapeva da dove arrivavano) e li ha messi alle strette. E’ così emersa la verità sugli incontri. Alcuni giorni dopo li ha accompagnati in una caserma dei carabinieri dove hanno raccontato le presunte attenzioni sessuali del sacerdote. Poi è stata sporta denuncia. Naturalmente i ragazzi hanno fatto anche il nome dell’amichetto che è stato convocato in caserma in compagnia dei genitori. Anche il terzo ragazzino ha confermato in pieno la versione dei due fratelli. Ha parlato degli incontri con il sacerdote che avvenivano sempre in campagna. I carabinieri hanno voluto vederci chiaro ed hanno interrogato di nuovo separatamente i ragazzi (sempre alla presenza dei genitori). I tre non si sono contraddetti ed hanno anche parlato di denaro (banconote da cinque o da dieci euro) in cambio delle attenzioni sessuali. I carabinieri hanno trasmesso il rapporto alla Procura ed il magistrato ha chiesto la misura degli arresti domiciliari per il sacerdote. Il provvedimento è stato firmato dal Gip del tribunale di Pavia e don Giuseppe Abbiati è stato posto agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Borgarello. Giovedì scorso è anche comparso davanti al giudice per la convalida del provvedimento. - Adriano Agatti
http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...C1PO_PC104.html«Voglio soltanto giustizia, nient'altro»
la Provincia Pavese — 28 dicembre 2004 pagina 13 sezione: CRONACA
PAVIA. «Voglio giustizia per i miei figli. Nient’altro». Sono parole della madre-detective la cui denuncia ha permesso di portare all’arresto di don Giuseppe Abbiati, il parroco di Borgarello. Un provvedimento che, ovviamente, non prova la colpevolezza del sacerdote pavese, ma che apre uno spiraglio importante sulla vicenda di presunti abusi sessuali sui tre minori. La mamma, ieri sera, era nella sua abitazione in un piccolo centro del Pavese. Era in compagnia del marito e dei figli che sembravano tranquilli nonostante l’esplosione della vicenda che li vede direttamente coinvolti. La donna ha accettato di rispondere ad alcune domande a condizione che venga mantenuto l’anonimato assoluto a difesa dei ragazzi. Quando ha avuto i primi sospetti? «I sospetti sono di vecchia data e risalgono ad un paio di anni fa. Il sacerdote veniva a prendere i ragazzi e li portava a mangiare il gelato e da altre parti. All’inizio mi sono insospettita ma non ho avuto altri indizi e quindi mi sono tranquillizzata. Ma la parte più spiacevole della storia doveva ancora arrivare». Perchè la vicenda è esplosa? «E’ successo tutto l’estate scorsa. I miei figli stavano parlando con un loro amico e mi sono avvicinata. E’ stato un caso, non volevo ascoltare i loro discorsi. Ho sentito questa frase: “stasera viene il don e ci porta lì, poi ci dà i soldi. Arriva verso le nove e mezza”. Mi sono insospettita ed ho chiesto spiegazioni ma loro si sono messi a ridere e mi hanno tranquillizzata. “E’ uno scherzo, è uno scherzo”, mi hanno detto. Ma ero tutt’altro che tranquilla. Qualche giorno dopo mio marito è andato al bar dove il titolare lo ha preso da parte. Gli ha chiesto come mai i nostri figli avevano discrete somme di denaro in tasca che spendevano regolarmente in cioccolato ed in altre stupidate. Non erano somme importanti, si parlava di qualche decina di euro che comunque per le possibilità della nostra famiglia hanno un valore. Mio marito non ha saputo rispondere perchè non sapeva nulla di quel denaro. E’ tornato a casa e mi ha raccontato tutto. Abbiamo messo alle strette i nostri figli che ci hanno spiegato la verità su quegli incontri». Cosa è successo dopo? «La mattina seguente siamo andati dai carabinieri. Ero molto scossa per le parole dei miei figli. Abbiamo raccontato tutto al maresciallo ed i ragazzi hanno anche spiegato come avvenivano gli incontri con il sacerdote. Incontri che si svolgevano in campagna e sempre negli stessi posti. Hanno anche spiegato che con loro c’era anche un amico, un ragazzino del paese, ed hanno fatto il nome. Io non ho avuto dubbi ed ho sporto denuncia. I carabinieri hanno convocato i genitori del terzo ragazzo: non sapevano nulla. Loro, purtroppo, non si erano accorti di niente. Ma anche il ragazzino ha confermato le accuse al sacerdote. I carabinieri li hanno interrogato altre volte e si sono fatti accompagnare nel posto dove avvenivano gli incontri. Da quel giorno il prete non si è fatto più sentire anche se sembra che abbia contattato i ragazzi un’altra volta. Era stato concordato un incontro ma non si è presentato. Questa storia è dieventata un incubo. Sono soddisfatta dell’arresto ma adesso dovrà decidere il giudice. Ho saputo per caso del provvedimento». I suoi figli hanno risentito della vicenda? «Per fortuna sembra di no. Sono abbastanza tranquilli, giocano e frequentano i ragazzi della loro età. Non mi sembra ci siano grossi problemi. Almeno per ora». L’arresto di don Giuseppe Abbiati ha quindi destato grande impressione soprattutto a Borgarello. «Ho appreso la notizia dalla stampa - spiega Antonio Vitolo, sindaco di Borgarello - e non sono al corrente di altri particolari. Posso solo dire che, comunque vada a finire questa vicenda, che siano o meno accertate delle responsabilità, l’amministrazione non può che esprimere la sua massima solidarietà alle persone coinvolte e tutto il suo profondo dispiacere per questo episodio». (a. a.).
http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...NPPO_PA112.htmlParrocchiani increduli «Vicini a don Giuseppe»
la Provincia Pavese — 29 dicembre 2004 pagina 01 sezione: PRIMA
BORGARELLO. Proseguono le indagini su don Giovanni Abbiati, il parroco arrestato con l’accusa di violenza sessuale. I carabinieri stanno cercando altri riscontri per chiarire alcuni punti oscuri di una vicenda che ha destato enorme scalpore. Probabilmente saranno interrogate altre persone. Intanto, dal paese sconvolto, arrivano i primi attestati di solidarietà al sacerdote: «Gli siamo vicini e confidiamo in un chiarimento». A pagina 14
http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...C4PO_PC401.htmlNuovi interrogatori sul caso delle violenze
la Provincia Pavese — 29 dicembre 2004 pagina 14 sezione: CRONACA
BORGARELLO. Proseguono le indagini su don Giovanni Abbiati, il parroco arrestato con l’accusa di violenza sessuale. I carabinieri stanno cercando altri riscontri per chiarire alcuni punti oscuri di una vicenda che ha destato enorme scalpore non solo a Borgarello. Probabilmente saranno interrogate altre persone del piccolo centro del Pavese (non è Borgarello) teatro dei presunti abusi sessuali. Attualmente il sacerdote si trova agli arresti domiciliari nella casa parrocchiale del piccolo centro del Pavese (la notte di Natale, tra l’altro, non ha potuto celebrare la messa). Un provvedimento di restrizione della libertà personale deciso dal Gip: adesso non è da escludere che l’avvocato difensore chieda la revoca del provvedimento. Le vicenda (con accuse tutte da provare) risale ad alcuni mesi fa. Don Giuseppe Abbiati da tempo conosceva i tre ragazzi che abitano in un piccolo comune del Pavese. Li andava a trovare, diceva di accompagnarli a mangiare il gelato, di portarli in pizzeria ed in altri luoghi di svago. I genitori non avevano mai avuto sospetti sino alla scorsa estate, quando la madre di due ragazzini (sono fratelli) aveva ascoltato per caso uno strano dialogo tra i figli ed un amico. I ragazzi parlavano del sacerdote che doveva venirli a prendere. La donna aveva chiesto spiegazioni ma i tre si erano messi a ridere. Ma la madre aveva raccolto altri indizi (i figli giravano per il paese con discrete somme di denaro in tasca che non sapeva da dove arrivavano) e li aveva messi alle strette. Era così emersa la verità sugli incontri. Alcuni giorni dopo li aveva accompagnati in una caserma dei carabinieri dove avevano raccontato le presunte attenzioni sessuali del sacerdote. Poi era stata sporta denuncia. Naturalmente i ragazzi avevano fatto anche il nome dell’amichetto che era stato convocato in caserma in compagnia dei genitori. Anche il terzo ragazzino aveva confermato in pieno la versione dei due fratelli. Aveva parlato degli incontri con il sacerdote che avvenivano sempre in campagna. I carabinieri avevano voluto vederci chiaro ed avevano interrogato di nuovo separatamente i ragazzi (sempre alla presenza dei genitori). I tre non si erano contraddetti ed avevano anche parlato di denaro (banconote da cinque o da dieci euro) in cambio delle attenzioni sessuali. (a. a.).
http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...C8PO_PC801.htmlUna nuova casa per il parroco
la Provincia Pavese — 30 dicembre 2004 pagina 18 sezione: CRONACA
BORGARELLO. Una nuova sistemazione per don Giuseppe Abbiati, il sacerdote che si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale. Lo accusano tre ragazzi, dai 13 ai 15 anni, che abitano in un piccolo centro del Pavese che si trova a diversi chilometri da Borgarello. Attualmente il sacerdote è agli arresti domiciliari, dal 21 dicembre scorso, nella casa parrocchiale di Borgarello. Ma la curiosità dei parrocchiani sta rendendo impossibile la permanenza nell’abitazione occupata dal sacerdote da circa un anno e mezzo. Gli organi ecclesiastici stanno quindi cercando un posto dove, con il parere favorevole del giudice, il parroco potrebbe proseguire il regime degli arresti domiciliari in attesa di altre decisioni. La notizia dell’arresto di don Giuseppe è stata un vero e proprio fulmine a ciel sereno a Borgarello dove il sacerdote prestava servizio da circa un anno e mezzo. Nessuno sospettava il suo coinvolgimento in una vicenda che, ovviamente, è tutta da verificare. Le accuse dei tre ragazzini dovranno essere provate davanti al giudice. L’iter giudiziario della clamorosa vicenda è solamente alle battute iniziali. L’inizio della storia risale ad alcuni mesi fa. Don Giuseppe Abbiati conosceva da tempo i tre ragazzi che abitano in un piccolo comune del Pavese. Li andava a trovare, diceva di accompagnarli a mangiare il gelato, di portarli in pizzeria ed in altri luoghi di svago. I genitori non avevano mai avuto sospetti sino alla scorsa estate, quando la madre di due ragazzini (sono fratelli) aveva ascoltato per caso uno strano dialogo tra i figli ed un amico. I ragazzi parlavano del sacerdote che doveva venirli a prendere. La donna aveva chiesto spiegazioni ma i tre si erano messi a ridere. Ma la madre aveva raccolto altre “prove” (i figli, ad esempio, giravano per il paese con discrete somme di denaro in tasca che non sapeva da dove arrivassero) e li aveva messi alle strette. Era così emersa la verità sugli incontri. Alcuni giorni dopo li aveva accompagnati in una caserma dei carabinieri dove avevano raccontato le presunte attenzioni sessuali del sacerdote. Poi era stata sporta denuncia ed erano iniziate le indagini. Naturalmente i ragazzi avevano fatto anche il nome dell’amichetto che era stato convocato in caserma in compagnia dei genitori. Anche il terzo ragazzino aveva confermato in pieno la versione dei due fratelli. Aveva parlato degli incontri con il sacerdote che avvenivano sempre in aperta campagna. I carabinieri avevano voluto vederci chiaro ed avevano interrogato di nuovo separatamente i ragazzi (sempre alla presenza dei genitori). Si erano anche fatti accompagnare nei posti dove avvenivano gli incontri. I tre, nonostante la pressione degli investigatori, non si erano contraddetti ed avevano anche parlato di denaro in cambio delle attenzioni sessuali. (a. a.).
http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...C8PO_PC801.htmlParroco indagato, ancora solidarietà L'Unione sportiva: «Andiamo avanti»
la Provincia Pavese — 31 dicembre 2004 pagina 18 sezione: CRONACA
BORGARELLO. Il paese è ancora scosso per l’arresto di don Giuseppe Abbiati, accusato di violenze sessuali nei confronti di tre ragazzini, ma - come si usa dire - la vita deve andare avanti. E così, mentre ancora si parla e si discute più o meno apertamente della triste vicenda giudiziaria, c’è chi si preoccupa di non dimenticare le attività importanti della comunità di Borgarello. «L’Unione sportiva Borgarellese con i suoi ventitré dirigenti e i centoventi atleti tra calcio e volley - si legge dunque in una nota diffusa ieri - esprime la sua solidarietà a don Giuseppe Abbiati e auspica che nel più breve tempo possibile sia fatta luce sulla vicenda. La società sportiva comunica che tutti i programmi e progetti precedentemente stabiliti ed approvati seguiranno il loro percorso». Un appunto non secondario: in questi mesi, infatti, è il corso il programma per realizzare una tensostruttura nel campo del’oratorio per poter far svolgere incontri di pallavolo. Il progetto, ovviamente, è confermato. Nel frattempo, si attendono novità sul fronte dell’inchiesta giudiziaria, condotta dalla procura e dai carabinieri di Certosa. Don Giuseppe Abbiati, che in queste ore ha già abbandonato Borgarello (resta comunque, in altra sede, agli arresti domiciliari), era finito agli arresti perché accusato da tre ragazzi i quali avevano confidato ai genitori di essersi prestati ad atti sessuali con il sacerdote dietro pagamento di piccole somme (dieci, venti euro). Accuse, naturalmente, che poi dovranno essere provate al processo.
http://ricerca.quotidianiespresso.i...C1PO_PC108.htmlTrasferito a Pavia il parroco di Borgarello indagato
la Provincia Pavese — 04 gennaio 2005 pagina 11 sezione: CRONACA
PAVIA. Don Giuseppe Abbiati, il parroco di Borgarello accusato di violenza sessuale, è stato trasferito a Pavia. Il luogo dove il sacerdote è agli arresti domiciliari non è stato rivelato (dovrebbe essere un appartamento di proprietà della Diocesi). Il provvedimento è stato adottato per evitare una curiosità morbosa intorno al sacerdote. Don Giuseppe era infatti agli arresti domiciliari nella casa parrocchiale di Borgarello, un paese dove da giorni non si parla d’altro. Bisogna sottolineare ancora una volta che le responsabilità del sacerdote devono essere provate. Il trasferimento di don Giuseppe era nell’aria da qualche giorno ed è stato effettuato sabato scorso. Il sacerdote è stato accompagnato dai carabinieri e trasferito nella sua nuova dimora di Pavia, in attesa di essere convocato davanti al magistrato. L’iter giudiziario, infatti, è solamente alle battute iniziali. Per quanto riguarda le indagini non ci sono sviluppi: restano le accuse di tre ragazzi che abitano in un piccolo centro del Pavese. I ragazzini, di 13, 14 e 15 anni, ed i loro familiari non sono di Borgarello. Accuse che, naturalmente, dovranno essere provate. Il sacerdote era stato arrestato il 21 dicembre scorso: il Gip del tribunale di Pavia gli aveva subito concesso il beneficio degli arresti domiciliari. L’inizio della vicenda risale ad alcuni mesi fa. Don Giuseppe Abbiati conosceva da tempo i tre ragazzini che lo accusano. Li andava a trovare a casa, diceva di accompagnarli a mangiare il gelato e di portarli in altri luoghi di svago. «Non riuscivo a capire perchè il sacerdote veniva a prendere sempre loro - spiega la madre dei due fratelli coinvolti nella vicenda - ma, all’inizio, non sospettavo nulla». Ma l’estate scorsa la madre aveva ascoltato per caso uno strano dialogo tra i suoi figli e l’amico. I ragazzi dicevano che il sacerdote li doveva venire a prendere in serata per portarli al solito posto. La donna aveva chiesto spiegazioni ma i ragazzi si erano limitati a ridere ed a tranquillizzarla. La madre, nei giorni successivi, aveva raccolto altre “prove”. Un barista del paese aveva detto a suo marito che i figli avevano sempre denaro in tasca: piccole somme che spendevano regolarmente in poche ore. I genitori avevano messo alle strette i due fratelli che, alla fine, erano stati costretti a raccontare la presunta verità sugli strani incontri con il sacerdote. La mattina seguente tutta la famiglia era andata dai carabinieri a sporgere denuncia. I ragazzi avevano fatto anche il nome dell’amico che era stato interrogato ed aveva confermato il racconto dei due fratelli.
http://ricerca.quotidianiespresso.i...C8PO_PC801.htmlViolenza, il prete va davanti al giudice
la Provincia Pavese — 10 giugno 2006 pagina 19 sezione: CRONACA
BORGARELLO. E’ stata fissata per il prossimo 20 giugno l’udienza preliminare nei confronti di don Giuseppe Abbiati, l’ex parroco di Borgarello accusato di violenza sessuale ai danni di tre minorenni. La Procura della Repubblica di Pavia ha completato le proprie indagini su uno dei casi più clamorosi nella cronaca giudiziaria degli ultimi anni. Il sacerdote, che è difeso dall’avvocato Riccardo Ricotti, era stato posto agli arresti domiciliari nel dicembre 2004, dopo la querela presentata dai genitori dei tre ragazzini che, all’epoca dei fatti contestati, avevano 13, 14 e 15 anni. L’udienza preliminare è una sorta di “filtro” tra la fase delle indagini e quella dibattimentale. Un giudice terzo rispetto alle parti deve soppesare gli elementi di prova raccolti dall’accusa e decidere - in sintesi - se rinviare o meno a giudizio l’indagato. Ed è esattamente quello che accadrà il 20. Naturalmente il sacerdote avrà la possibilità di definire la propria posizione con un rito alternativo nella camera di consiglio dell’udienza preliminare. Tutto dipende dalla quantità e dalla qualità degli elementi di accusa raccolti dalla Procura. La “notitia criminis”, in questo caso, fu la querela presentata dalla madre di due dei ragazzini. La donna un giorno ascoltò involontariamente i discorsi che i figli stavano facendo con un loro amichetto. A quanto pare i minori stavano parlando di un appuntamento che avrebbero avuto con il sacerdote e del fatto che lui avrebbe dato loro dei soldi. Questo fu il punto di non ritorno di una catena di sospetti che era nata varie settimane prima. Molto spesso accadeva che il parroco del piccolo centro portasse i figli dei suoi fedeli in gelateria o a mangiare la pizza. Comportamenti del tutto innocenti che, poco a poco, assunsero un significato diverso dall’evidenza. Un ulteriore elemento di sospetto sarebbe giunto dalle parole del gestore di un bar. L’esercente avrebbe infatti contattato il padre di uno dei bambini riferendogli che il figlio aveva spesso una disponibilità di denaro che, a prima vista, andava oltre la classica “paghetta” settimanale. Sulla scorta di tutti questi elementi, i genitori chiesero l’intervento dei carabinieri. I minori furono sentiti con le forme della legge e agli inquirenti resero un racconto che, qualora trovasse ora conferma in giudizio, sarebbe senz’altro sconcertante. Avrebbero detto che, in determinate occasioni, il religioso li avrebbe condotti in campagna, lontano dalle abitazioni, e avrebbe loro regalato denaro in cambio di “favori” di carattere sessuale. I carabinieri trasmisero tutti gli atti alla Procura della Repubblica e il pubblico ministero ottenne dal Gip un provvedimento cautelare. Al sacerdote sessantaquattrenne vennero applicati gli arresti domiciliari. L’inchiesta deve essere stata particolarmente approfondita. Il Pm procedente si è infatti avvalso di due proroghe (il termine “ordinario” delle indagini è di sei mesi). Ora si arriva alla fase finale. Le richieste del pubblico ministero verranno formalizzate solo all’udienza preliminare. Nel corso della medesima, il difensore avrà eventualmente la possibilità di chiedere che la vicenda venga definita senza che si approdi al dibattimento.
http://ricerca.quotidianiespresso.i...CPPO_PA118.htmlPrete sotto accusa per pedofilia I genitori parte civile al processo
la Provincia Pavese — 21 giugno 2006 pagina 00
BORGARELLO. E’ stata rinviata al 7 novembre l’udienza preliminare nei confronti di don Giuseppe Abbiati, l’ex parroco di Borgarello accusato di violenza sessuale nei confronti di tre ragazzini. Della controversa vicenda, dopo la decisione del Gip Fabio Lambertucci, si riparlerà così tra qualche mese. A pagina 19
http://ricerca.quotidianiespresso.i...C7PO_PC702.htmlI parrocchiani lo difendono «E' stato serio e corretto»
la Provincia Pavese — 21 giugno 2006 pagina 19 sezione: CRONACA
BORGARELLO. Proprio nel giorno dell’addio dell’udienza preliminare fissata nei confronti del sacerdote 66enne Don Giuseppe Abbiati, imputato da un anno e mezzo di pedofolia e molestie sessuali a danno di tre minorenni, la comunità parrocchiale di Borgarello torna a far sentire la propria voce per esprimere solidarietà all’ex parroco. «Riteniamo doveroso manifestare il nostro confronto ed il nostro incoraggiamento ad una uomo, innanzitutto, oltre che padre spirituale, che pensiamo abbia guidato la nostra parrocchia con correttezza e serietà, nonostante l’indole intemperante ed apparentemente burbera. Siamo altresì convinti che egli abbia saputo, nel breve periodo trascorso a guida della nostra comunità, infondere con tenacia in tutti noi la sede in quei principi cristiani basati sull’amore, sul rispetto umano reciproco, sull’accoglienza verso il prossimo, sull’attenzione verso i deboli» - afferma Laura Baronchelli, esponente della Caritas locale e consigliere di minoranza del Comune di Borgarello. «Don Giuseppe - aggiunge - è stato posto agli arresti domiciliari, senza alcun avviso di garanzia e prima di essere rinviato a giudizio; il caso è stato divulgato attraverso il clamore dei giornali; la sua dignità infangata dal pregiudizio. Alla luce di questi fatti, sentiamo di dover incoraggiare Don Giuseppe perchè non demorda, non ceda alla tentazione di gettare la spugna, non si arrenda alle richieste di compromesso e confidi nell’efficienza della magistratura». (r.c.)
http://ricerca.quotidianiespresso.i...C7PO_PC701.htmlPrete sotto accusa, slitta il verdetto
la Provincia Pavese — 21 giugno 2006 pagina 19 sezione: CRONACA
BORGARELLO. E’ stata rinviata il 7 novembre l’udienza preliminare nei confronti di don Giuseppe Abbiati, l’ex parroco di Borgarello accusato di violenza sessuale nei confronti di tre ragazzini. Della controversa vicenda, dopo la decisione del Gip Fabio Lambertucci, si riparlerà il prossimo mese di novembre nella speranza che l’iter giudiziario si avvicini ad una prima conclusione. Il sacerdote, molto conosciuto nel Pavese, era stato arrestato e posto agli arresti domiciliari nel mese di dicembre del 2004 dopo la querela presentata da tre ragazzini di Filighera che, all’epoca dei fatti, avevano 13, 14 e 15 anni. Due sono fratelli. La vicenda è molto controversa perchè il sacerdote, tramite i suoi legali, ha sempre negato ogni responsabilità. E l’udienza preliminare, che è una specie di filtro tra le indagini ed il dibattimento, dovrà rappresentare una prima verifica di due versioni dei fatti diametralmente opposte. Le indagini erano iniziate nel 2004 con una querela che era stata presentata dalla madre di due dei ragazzi, i fratelli. La donna, secondo il suo racconto, un giorno ascoltò involontariamente i discorsi dei ragazzini con un amichetto. Stavano parlando di un appuntamento che avrebbero fissato perla serata con il sacerdote che aveva promesso loro una somma di denaro. Don Abbiati era stato parroco a Filighera e quindi conosceva quei ragazzi. Già in precedenza c’ernao stati sospetti. Molto spesso succedeva che il parroco del piccolo centro del Pavese portasse i ragazzi in gelateria oppure a mangiare la pizza. Un altro elemento di sospetto era arrivato dalle parole del gestore di un locale. L’esercente avrebbe infatti contattatoil padre dei ragazzini riferendogli che il figlio aveva una disponibilità di denaro che prima non aveva. Denaro che andava oltre la classica paghetta settimanale. E’ stato un ulteriore elemento di prova che aveva convinto i genitori a chiedere l’intervento dei carabinieri per chiarire l’oscura vicenda. L’inchiesta era partita in tempi rapidissimi e gli investigatori, dopo aver avvisato il magistrato, avevano iniziato gli interrogatori. Al termine dell’inchiesta, poco prima del Natale del 2004, don Abbiati era stato arrestato e posto algli arresti domiciliari. Adesso la misura cautelare nei confronti del sacerdote sono state eliminate ma le accuse restano. (a. a.).
http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...C1PO_PC101.htmlAccusato di pedofilia ora risarcisce i danni
la Provincia Pavese — 23 giugno 2006 pagina 12 sezione: CRONACA
PAVIA. Ha presentato richiesta di rito abbreviato il difensore di don Giuseppe Abbiati, l’ex parroco di Borgarello indagato per molestie sessuali a danno di tre minorenni. Inoltre i genitori di una delle parti offese avrebbero “ritirato” la costituzione di parte civile dopo essere stati risarciti dal sacerdote, mentre i genitori della seconda potrebbero decidere di non presentare nemmeno la costituzione, sempre sulla base di un accordo risarcitorio. Tutto verrà deciso all’udienza del prossimo 7 novembre, data nella quale le parti torneranno davanti al giudice dell’udienza preliminare. Il particolare del risarcimento non è di secondo piano. In vista di un eventuale rito abbreviato, infatti, l’ex parroco potrebbe avvalersi dell’attenuante che gli deriva dall’avere risarcito il danno. La somma precisa pagata ai genitori non è filtrata, ma si parla di alcune decine di migliaia di euro. Naturalmente tutto quello che le parti offese possono fare è rinunciare alla costituzione di parte civile nel giudizio penale. La violenza sessuale aggravata, infatti, è un reato perseguibile d’ufficio. Questo significa che, diversamente da quanto accade per i reati perseguibili a iniziativa di parte, non è possibile far cessare l’azione penale attraverso la remissione della querela. Il bene che si presume violato, infatti, è di una tale importanza da indurre lo Stato a proseguire d’ufficio nel procedimento. L’eventuale concessione del rito abbreviato, chiesto al giudice Fabio Lambertucci dal difensore del sacerdote, Riccardo Ricotti, consentirebbe all’indagato di usufruire della diminuzione di un terzo della pena. Il giudizio abbreviato comporta la decisione “allo stato degli atti” e quindi sulla base degli elementi sino ad ora raccolti dagli inquirenti. Se il giudice lo ammette con ordinanza, l’imputato può essere tanto condannato quanto assolto. La richiesta di accedere a questo rito, insomma, non va assolutamente intesta come una sorta di “ammissione” di colpa, potendo benissimo gli elementi raccolti dal pubblico ministero portare a una sentenza assolutoria. Nel caso in esame, il giudice dovrà esaminare gli atti prodotti dalle parti nel corso dell’udienza preliminare di martedì scorso e valutare se ammettere l’ex parroco all’abbreviato. Sull’intera vicenda, estremamente delicata, è stato mantenuto in questi giorni un segreto solidissimo. Il precedente storico che ha condotto all’udienza preliminare è desumibile dagli atti che portarono, nel dicembre 2004, all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’ex parroco di Borgarello. L’imputazione di violenza sessuale si riferirebbe a molestie nei confronti di tre ragazzini che, all’epoca dei fatti, avevano rispettivamente 13, 14 e 15 anni. Due di loro sono fratelli. Tutto sarebbe nato dai sospetti nutriti da una madre. La donna avrebbe sentito i due figli che, mentre parlavano con un amico, si riferivano a un appuntamento con il sacerdote nelle campagne della Bassa. Questo dettaglio si sarebbe andato ad aggiungere a un quadro già carico di altri indizi. In un caso, ad esempio, il gestore di un bar aveva contattato il padre di uno dei ragazzini segnalandogli il fatto che il figlio aveva una disponibilità di denaro eccessiva rispetto a quanto sarebbe stato ragionevole presumere. I ragazzini, in un primo momento, negarono. Dissero che quelle parole sentite per caso dalla madre erano «solo uno scherzo» e che il sacerdote si limitava a portarli in pizzeria senza secondi fini. Poi, dopo che della questione furono investiti i carabinieri, modificarono i loro racconti. Dissero, in sintesi, che il religioso li conduceva in un punto della campagna e qui otteneva “attenzioni sessuali” in cambio di denaro. Nel corso delle indagini, condussero anche i militari incaricati degli accertamenti nel punto in cui, secondo il loro racconto, si sarebbero verificati gli incontri. Sulla base di tutto questo, il giudice decise di applicare a don Giuseppe Abbiati la misura cautelare degli arresti domiciliari e i carabinieri gliela notificarono poco prima del Natale 2004. Da allora il sacerdote non ha mai smesso di proclamarsi estraneo alle imputazioni. Il 7 novembre avarà la possibilità di far valere le proprie ragioni davanti al giudice. Nel frattempo i domiciliari sono stati revocati.
http://ricerca.quotidianiespresso.i...C2PO_PC201.htmlPedofilia, il prete condannato a sei anni
la Provincia Pavese — 11 novembre 2006 pagina 15 sezione: CRONACA
PAVIA. Sei anni di reclusione per gli abusi sessuali nei confronti di tre minorenni. Il giudice dell’udienza preliminare, Fabio Lambertucci, non ha avuto alcun dubbio. O almeno pochissimi, nel giudicare l’ex parroco di Borgarello, don Giuseppe Abbiati. Dopo appena quindici minuti, ascoltate le richieste del pubblico ministero Stefania Di Tullio, e la lunga e dettagliata ricostruzione difensiva dell’avvocato Riccardo Ricotti, ha emesso la sentenza. Appunto sei anni di reclusione, sconto per il rito abbreviato compreso: e gli otto mesi in più inflitti rispetto alle richieste del pm sembrano confermare che le dichiarazioni dei tre ragazzini - all’epoca dei fatti, il 2004, avevano rispettivamente 13, 14 e 15 anni (due sono fratelli) - sono state completamente credute. La possibile contraddittorietà di alcune dichiarazioni, la conferma di un alibi per il sacerdote proprio in riferimento dell’episodio di abuso più grave (ci sarebbe stato un rapporto sessuale quasi completo), non hanno intaccato, come detto, la ricostruzione accusatoria. «Il giudice si è riservato quaranta giorni per il deposito della sentenza - è l’unico commento dell’avvocato Ricotti - ma certamente presenteremo appello. Posso solo aggiungere di aver parlato per circa tre quarti d’ora e che la camera di consiglio è durata quindici minuti». Sentenza severa, dunque, perché per quantificare la pena il Gup è partito probabilmente da oltre otto anni, per scontare per il rito e senza prendere in considerazione le attenuanti se non equivalenti alle aggravanti contestate. Va rilevato, che il sacerdote, che fu arrestato nel dicembre di due anni fa, aveva sempre respinto le accuse. La vicenda era venuta alla luce quando una delle madri dei ragazzi, ascoltando casualmente la conversazione del figlio con un amico, aveva colto un riferimento ad un appuntamento fissato con un sacerdote nelle campagne della Bassa. Un elemento perlomeno sospetto, che si aggiungeva ad altre circostanze, come quella riferita dal gestore di un bar che aveva segnalato al padre di uno dei ragazzi vittime degli abusi, la sorprendente disponibilità di denare del figlio, denaro che si presumeva fosse un «regalo» dello stesso sacerdote. I ragazzi vennero «interrogati» dai genitori, seriamente preoccupati di quelle frequentazioni con il sacerdote, ma loro negarono tutto, sostenendo che don Abbiati si era limitato a portarli in pizzeria, ma questo senza secondi fini. Ma il vero interrogatorio fu quello poi svolto dai carabinieri, che ascoltarono i ragazzini su invito dei genitori. E ciò che emerse fu, sintetizzando la triste e dolorosa vicenda, che il sacerdote di Borgarello li conduceva in piena campagna, dove non si poteva essere visti, e lì otteneva le «prestazioni sessuali» in cambio di denaro. Per questa ragione, poco prima del Natale 2004, don Abbiati fu arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata. E malgrado tutto, ancora oggi sostiene con forza la sua innocenza.
http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...C7PO_PC701.html«Il don? Uomo di sani principi»
la Provincia Pavese — 03 dicembre 2006 pagina 20 sezione: CRONACA
BORGARELLO. Un coro di voci in difesa dell’ex parroco di Borgarello, don Giuseppe Abbiati, si leva da ogni paese della Bassa. Soprattutto da chi, negli anni ’80 e ’90, frequentava gli oratori di Fossarmato e Filighera. Ragazzini, che oggi sono diventati adulti. Per loro il “don” era un prete, certo, ma soprattutto un amico di cui ci si poteva fidare. E ora, dopo la pesantissima condanna a sei anni di reclusione per abusi sessuali nei confronti di tre minorenni, Marco Busin e Rubens Cerutti, ora 30enni, decidono di farsi portavoce di un sentimento diffuso. E lanciano un appello. «Facciamo appello al senso di responsabilità del giudice a rivedere la decisione, e soprattutto ai ragazzi coinvolti di riflettere bene se quanto è stato detto corrisponde a verità», chiede Marco. Una richiesta che non è solo individuale. Tanto che a Marcignago - paese d’origine di don Abbiati - altre persone stanno mettendo in piedi un comitato in difesa del prete. Nonostante una condanna che sembra aver messo una pietra definitiva sopra la vicenda. Domani c’è una prima riunione del comitato, che dovrà decidere se e quali iniziative intraprendere. «Sappiamo di non poter fare molto - proseguono i due ragazzi - e non pretendiamo di avere la verità in tasca, ma almeno possiamo dire, noi che lo abbiamo conosciuto bene, che persona è don Giuseppe». Il riferimento è agli anni dell’oratorio a Fossarmato, prima che il parroco venisse trasferito a Filighera. Dettagli ripescati dai ricordi dell’infanzia di centinaia di ragazzi come loro, che con l’ex parroco sono cresciuti. «Se l’accusa infamante è vera, era impossibile, per la vita che si faceva in oratorio, non accorgersi di niente - dice Marco -. Noi siamo stati con lui dai 7 ai 16 anni. Quando ci portava alla piscina di via Folperti, usciva mezz’ora prima dall’acqua per fare la doccia da solo e consentire a noi di fare altrettanto. Molti particolari emersi, come il fatto che le violenze si sarebbero consumate in stradine di campagna, ci fanno pensare a come il “don” veniva sempre col suo furgone a prenderci per portarci in oratorio o in piscina, attraverso le strade di campagna di Fossarmato. Si è parlato di denaro dato ai minori. Ma don Giuseppe ha sempre dato soldi ai suoi ragazzi, magari per comprare un gelato o una pizza. Ma sapeva anche essere severo. Una volta, per una parolaccia, ci ha fatto scendere dal furgone». Marco e Rubens dicono anche «che quello che il don ha fatto per Fossarmato, non è stato mai fatto da nessuno. Il cortile dell’oratorio era sempre pieno di gente - proseguono -. Abbiamo perso un uomo di sani principi. Che si è guadagnato la fiducia di tutti».