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Una parrocchia in premio a don Abbiati, condannato per pedofilia. Sconta la pena, esce di galera e torna a predicare, Abusi su ragazzini: 4 anni e 8 mesi dalla Cassazione. Assolto dal Vaticano, se ne va in giro tra sagre e processioni

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view post Posted on 13/10/2008, 07:56
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Condannato in Cassazione a 4 anni e 8 mesi per abusi su ragazzini, assolto dal Vaticano, se ne va in giro tra sagre e processioni


http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...0/09/PC701.html

Don Abbiati ancora colpevole, ma pena ridotta
la Provincia Pavese — 09 ottobre 2008

MILANO. Una riduzione di pena, ma la condanna resta. Ieri la corte d’appello di Milano ha condannato a 4 anni e otto mesi don Giuseppe Abbiati, classe 1940, per violenza sessuale nei confronti di minorenni. In primo grado era stato condannato a sei anni. I fatti sarebbero avvenuti prima del 2004 ad Albuzzano e Filighera dove il religioso svolgeva la sua attività di ministro del culto. La sconcertante vicenda nata dalle rilevazioni rese da due ragazzini è stata ricostruita ieri davanti alla prima corte d’appello dove, come nelle precedenti occasioni, il sacerdote non si è presentato. A rappresentare l’imputato l’avvocato Riccardo Ricotti che ha ricostruito i fatti per conto del religioso il quale in occasione degli interrogatori si era sempre avvalso della facoltà di non rispondere. Dopo la relazione del giudice Massimo Ruggiero è stata la volta del sostituto procuratore generale Armando Perrone a svolgere una dettagliata ricostruzione dei fatti concludendo per la conferma del verdetto del tribunale (sei anni). Molto particolareggiata anche l’arringa dell’avvocato Ricotti che, oltre ad invocare l’assoluzione nel merito mettendo in dubbio l’attendibilità dei due ragazzini che si erano dichiarati vittime degli abusi sessuali, ha chiesto in subordine un supplemento di istruttoria dibattimentale proponendo l’ascolto di tre nuove testimonianze non ascoltate durante il procedimento col rito abbreviato. Dal canto loro i genitori dei due ragazzini che in primo grado si erano costituiti parte civile, erano usciti dalla causa avendo ottenuto il risarcimento del danno (decisione che l’imputato aveva escluso che valesse come una ammissione di responsabilità). Dopo una lunga camera di consiglio, il collegio giudicante, dichiarando le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti, ha ridotto la pena per la violazione dell’articolo 609 (violenza sessuale) a quattro anni e otto mesi riservandosi 30 giorni di tempo per il deposito delle motivazioni. Dopo questa vicenda il sacerdote aveva continuato a svolgere il suo ministero senza ricoprire cariche particolari e quasi certamente farà ricorso alla Corte di cassazione. Per il momento dunque non andrà in carcere. Il processo di appello si è svolto in un’aula completamente deserta senza una persona che non avesse un ruolo nella causa. Un isolamento ed un silenzio perfettamente in linea con la delicatezza della storia trattata e nell’ambito della quale l’imputato era accusato anche di violazione dell’articolo 527 del codice penale (atti osceni) in relazione alla dinamica di uno degli episodi contestati in cui sarebbero stati compiuti gesti non in linea con il normale comportamento. Quando la vicenda scoppiò ci fu anche un provvedimento restrittivo della libertà personale del religioso messo per qualche tempo agli arresti domiciliari. Ora l’uomo, comprensibilmente, preferisce non presentarsi in pubblico. A questo punto don Giuseppe, che al di là dei problemi giudiziari continua a svolgere il suo ministero, senza pure avere l’incarico parrocchiale, non potrà godere del condono che non è previsto per il reato di violenza sessuale e per evitare che la sentenza diventi esecutiva facendo scattare, malgrado i suoi 67 anni, il provvedimento d’arresto, dovrà ricorrere alla Corte di Cassazione, mantenendo aperto l’iter procedurale. Annibale Carenzo

Edited by pincopallino1 - 1/3/2023, 21:16
 
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view post Posted on 13/10/2008, 08:32
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Ricostruzione della vicenda

http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...CPPO_PA112.html

Violenza su minori, prete arrestato
la Provincia Pavese — 28 dicembre 2004 pagina 00

BORGARELLO. Violenza sessuale su minori. E’ l’accusa scattata nei confronti di don Giuseppe Abbiati, il sessantaquattrenne parroco di Borgarello che, da alcuni giorni, si trova agli arresti domiciliari. Il sacerdote è accusato da tre minorenni di 13, 14 e 15 anni: cogliendo uno strano dialogo tra di loro una madre ha messo in moto la macchina investigativa e giudiziaria. Messi alle strette, i ragazzi hanno ammesso di avere incontrato l’uomo, a quanto pare, in cambio di piccole somme di denaro. La vicenda avrebbe avuto luogo, in più episodi, in un altro centro del Pavese. A pagina 13

http://ricerca.quotidianiespresso.i...C1PO_PC101.html

Violenza, arrestato un parroco
la Provincia Pavese — 28 dicembre 2004 pagina 13 sezione: CRONACA

BORGARELLO. Violenza sessuale su minori. E’ l’accusa nei confronti di don Giuseppe Abbiati, il sessantaquattrenne parroco di Borgarello che, da alcuni giorni, si trova agli arresti domiciliari. Il sacerdote è accusato da tre ragazzini, di 13, 14 e 15 anni. L’accusa, ovviamente, è da provare e, per il momento, l’avvocato difensore del sacerdote preferisce non fare commenti. Ecco una prima ricostruzione dell’incredibile storia che ha lasciato sbalorditi i fedeli di Borgarello. Il parroco, tra l’altro, non ha nemmeno celebrato la messa di mezzanotte a Natale e l’assenza non è certo passata inosservata. Le vicenda risale ad alcuni mesi fa. Don Giuseppe Abbiati da tempo conosceva i tre ragazzi che abitano in un piccolo comune del Pavese. Li andava a trovare, diceva di accompagnarli a mangiare il gelato, di portarli in pizzeria ed in altri luoghi di svago. I genitori non hanno mai avuto sospetti sino allo scorso mese di agosto, quando la madre di due ragazzini (sono fratelli) ha ascoltato per caso uno strano dialogo tra i figli ed un amico. I ragazzi parlavano del sacerdote che doveva venirli a prendere. La donna ha chiesto spiegazioni ma i tre si sono messi a ridere. Ma la madre ha raccolto altri indizi (i figli giravano per il paese con discrete somme di denaro in tasca che non sapeva da dove arrivavano) e li ha messi alle strette. E’ così emersa la verità sugli incontri. Alcuni giorni dopo li ha accompagnati in una caserma dei carabinieri dove hanno raccontato le presunte attenzioni sessuali del sacerdote. Poi è stata sporta denuncia. Naturalmente i ragazzi hanno fatto anche il nome dell’amichetto che è stato convocato in caserma in compagnia dei genitori. Anche il terzo ragazzino ha confermato in pieno la versione dei due fratelli. Ha parlato degli incontri con il sacerdote che avvenivano sempre in campagna. I carabinieri hanno voluto vederci chiaro ed hanno interrogato di nuovo separatamente i ragazzi (sempre alla presenza dei genitori). I tre non si sono contraddetti ed hanno anche parlato di denaro (banconote da cinque o da dieci euro) in cambio delle attenzioni sessuali. I carabinieri hanno trasmesso il rapporto alla Procura ed il magistrato ha chiesto la misura degli arresti domiciliari per il sacerdote. Il provvedimento è stato firmato dal Gip del tribunale di Pavia e don Giuseppe Abbiati è stato posto agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Borgarello. Giovedì scorso è anche comparso davanti al giudice per la convalida del provvedimento. - Adriano Agatti

http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...C1PO_PC104.html

«Voglio soltanto giustizia, nient'altro»
la Provincia Pavese — 28 dicembre 2004 pagina 13 sezione: CRONACA

PAVIA. «Voglio giustizia per i miei figli. Nient’altro». Sono parole della madre-detective la cui denuncia ha permesso di portare all’arresto di don Giuseppe Abbiati, il parroco di Borgarello. Un provvedimento che, ovviamente, non prova la colpevolezza del sacerdote pavese, ma che apre uno spiraglio importante sulla vicenda di presunti abusi sessuali sui tre minori. La mamma, ieri sera, era nella sua abitazione in un piccolo centro del Pavese. Era in compagnia del marito e dei figli che sembravano tranquilli nonostante l’esplosione della vicenda che li vede direttamente coinvolti. La donna ha accettato di rispondere ad alcune domande a condizione che venga mantenuto l’anonimato assoluto a difesa dei ragazzi. Quando ha avuto i primi sospetti? «I sospetti sono di vecchia data e risalgono ad un paio di anni fa. Il sacerdote veniva a prendere i ragazzi e li portava a mangiare il gelato e da altre parti. All’inizio mi sono insospettita ma non ho avuto altri indizi e quindi mi sono tranquillizzata. Ma la parte più spiacevole della storia doveva ancora arrivare». Perchè la vicenda è esplosa? «E’ successo tutto l’estate scorsa. I miei figli stavano parlando con un loro amico e mi sono avvicinata. E’ stato un caso, non volevo ascoltare i loro discorsi. Ho sentito questa frase: “stasera viene il don e ci porta lì, poi ci dà i soldi. Arriva verso le nove e mezza”. Mi sono insospettita ed ho chiesto spiegazioni ma loro si sono messi a ridere e mi hanno tranquillizzata. “E’ uno scherzo, è uno scherzo”, mi hanno detto. Ma ero tutt’altro che tranquilla. Qualche giorno dopo mio marito è andato al bar dove il titolare lo ha preso da parte. Gli ha chiesto come mai i nostri figli avevano discrete somme di denaro in tasca che spendevano regolarmente in cioccolato ed in altre stupidate. Non erano somme importanti, si parlava di qualche decina di euro che comunque per le possibilità della nostra famiglia hanno un valore. Mio marito non ha saputo rispondere perchè non sapeva nulla di quel denaro. E’ tornato a casa e mi ha raccontato tutto. Abbiamo messo alle strette i nostri figli che ci hanno spiegato la verità su quegli incontri». Cosa è successo dopo? «La mattina seguente siamo andati dai carabinieri. Ero molto scossa per le parole dei miei figli. Abbiamo raccontato tutto al maresciallo ed i ragazzi hanno anche spiegato come avvenivano gli incontri con il sacerdote. Incontri che si svolgevano in campagna e sempre negli stessi posti. Hanno anche spiegato che con loro c’era anche un amico, un ragazzino del paese, ed hanno fatto il nome. Io non ho avuto dubbi ed ho sporto denuncia. I carabinieri hanno convocato i genitori del terzo ragazzo: non sapevano nulla. Loro, purtroppo, non si erano accorti di niente. Ma anche il ragazzino ha confermato le accuse al sacerdote. I carabinieri li hanno interrogato altre volte e si sono fatti accompagnare nel posto dove avvenivano gli incontri. Da quel giorno il prete non si è fatto più sentire anche se sembra che abbia contattato i ragazzi un’altra volta. Era stato concordato un incontro ma non si è presentato. Questa storia è dieventata un incubo. Sono soddisfatta dell’arresto ma adesso dovrà decidere il giudice. Ho saputo per caso del provvedimento». I suoi figli hanno risentito della vicenda? «Per fortuna sembra di no. Sono abbastanza tranquilli, giocano e frequentano i ragazzi della loro età. Non mi sembra ci siano grossi problemi. Almeno per ora». L’arresto di don Giuseppe Abbiati ha quindi destato grande impressione soprattutto a Borgarello. «Ho appreso la notizia dalla stampa - spiega Antonio Vitolo, sindaco di Borgarello - e non sono al corrente di altri particolari. Posso solo dire che, comunque vada a finire questa vicenda, che siano o meno accertate delle responsabilità, l’amministrazione non può che esprimere la sua massima solidarietà alle persone coinvolte e tutto il suo profondo dispiacere per questo episodio». (a. a.).

http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...NPPO_PA112.html

Parrocchiani increduli «Vicini a don Giuseppe»
la Provincia Pavese — 29 dicembre 2004 pagina 01 sezione: PRIMA

BORGARELLO. Proseguono le indagini su don Giovanni Abbiati, il parroco arrestato con l’accusa di violenza sessuale. I carabinieri stanno cercando altri riscontri per chiarire alcuni punti oscuri di una vicenda che ha destato enorme scalpore. Probabilmente saranno interrogate altre persone. Intanto, dal paese sconvolto, arrivano i primi attestati di solidarietà al sacerdote: «Gli siamo vicini e confidiamo in un chiarimento». A pagina 14

http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...C4PO_PC401.html

Nuovi interrogatori sul caso delle violenze
la Provincia Pavese — 29 dicembre 2004 pagina 14 sezione: CRONACA

BORGARELLO. Proseguono le indagini su don Giovanni Abbiati, il parroco arrestato con l’accusa di violenza sessuale. I carabinieri stanno cercando altri riscontri per chiarire alcuni punti oscuri di una vicenda che ha destato enorme scalpore non solo a Borgarello. Probabilmente saranno interrogate altre persone del piccolo centro del Pavese (non è Borgarello) teatro dei presunti abusi sessuali. Attualmente il sacerdote si trova agli arresti domiciliari nella casa parrocchiale del piccolo centro del Pavese (la notte di Natale, tra l’altro, non ha potuto celebrare la messa). Un provvedimento di restrizione della libertà personale deciso dal Gip: adesso non è da escludere che l’avvocato difensore chieda la revoca del provvedimento. Le vicenda (con accuse tutte da provare) risale ad alcuni mesi fa. Don Giuseppe Abbiati da tempo conosceva i tre ragazzi che abitano in un piccolo comune del Pavese. Li andava a trovare, diceva di accompagnarli a mangiare il gelato, di portarli in pizzeria ed in altri luoghi di svago. I genitori non avevano mai avuto sospetti sino alla scorsa estate, quando la madre di due ragazzini (sono fratelli) aveva ascoltato per caso uno strano dialogo tra i figli ed un amico. I ragazzi parlavano del sacerdote che doveva venirli a prendere. La donna aveva chiesto spiegazioni ma i tre si erano messi a ridere. Ma la madre aveva raccolto altri indizi (i figli giravano per il paese con discrete somme di denaro in tasca che non sapeva da dove arrivavano) e li aveva messi alle strette. Era così emersa la verità sugli incontri. Alcuni giorni dopo li aveva accompagnati in una caserma dei carabinieri dove avevano raccontato le presunte attenzioni sessuali del sacerdote. Poi era stata sporta denuncia. Naturalmente i ragazzi avevano fatto anche il nome dell’amichetto che era stato convocato in caserma in compagnia dei genitori. Anche il terzo ragazzino aveva confermato in pieno la versione dei due fratelli. Aveva parlato degli incontri con il sacerdote che avvenivano sempre in campagna. I carabinieri avevano voluto vederci chiaro ed avevano interrogato di nuovo separatamente i ragazzi (sempre alla presenza dei genitori). I tre non si erano contraddetti ed avevano anche parlato di denaro (banconote da cinque o da dieci euro) in cambio delle attenzioni sessuali. (a. a.).

http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...C8PO_PC801.html

Una nuova casa per il parroco
la Provincia Pavese — 30 dicembre 2004 pagina 18 sezione: CRONACA

BORGARELLO. Una nuova sistemazione per don Giuseppe Abbiati, il sacerdote che si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale. Lo accusano tre ragazzi, dai 13 ai 15 anni, che abitano in un piccolo centro del Pavese che si trova a diversi chilometri da Borgarello. Attualmente il sacerdote è agli arresti domiciliari, dal 21 dicembre scorso, nella casa parrocchiale di Borgarello. Ma la curiosità dei parrocchiani sta rendendo impossibile la permanenza nell’abitazione occupata dal sacerdote da circa un anno e mezzo. Gli organi ecclesiastici stanno quindi cercando un posto dove, con il parere favorevole del giudice, il parroco potrebbe proseguire il regime degli arresti domiciliari in attesa di altre decisioni. La notizia dell’arresto di don Giuseppe è stata un vero e proprio fulmine a ciel sereno a Borgarello dove il sacerdote prestava servizio da circa un anno e mezzo. Nessuno sospettava il suo coinvolgimento in una vicenda che, ovviamente, è tutta da verificare. Le accuse dei tre ragazzini dovranno essere provate davanti al giudice. L’iter giudiziario della clamorosa vicenda è solamente alle battute iniziali. L’inizio della storia risale ad alcuni mesi fa. Don Giuseppe Abbiati conosceva da tempo i tre ragazzi che abitano in un piccolo comune del Pavese. Li andava a trovare, diceva di accompagnarli a mangiare il gelato, di portarli in pizzeria ed in altri luoghi di svago. I genitori non avevano mai avuto sospetti sino alla scorsa estate, quando la madre di due ragazzini (sono fratelli) aveva ascoltato per caso uno strano dialogo tra i figli ed un amico. I ragazzi parlavano del sacerdote che doveva venirli a prendere. La donna aveva chiesto spiegazioni ma i tre si erano messi a ridere. Ma la madre aveva raccolto altre “prove” (i figli, ad esempio, giravano per il paese con discrete somme di denaro in tasca che non sapeva da dove arrivassero) e li aveva messi alle strette. Era così emersa la verità sugli incontri. Alcuni giorni dopo li aveva accompagnati in una caserma dei carabinieri dove avevano raccontato le presunte attenzioni sessuali del sacerdote. Poi era stata sporta denuncia ed erano iniziate le indagini. Naturalmente i ragazzi avevano fatto anche il nome dell’amichetto che era stato convocato in caserma in compagnia dei genitori. Anche il terzo ragazzino aveva confermato in pieno la versione dei due fratelli. Aveva parlato degli incontri con il sacerdote che avvenivano sempre in aperta campagna. I carabinieri avevano voluto vederci chiaro ed avevano interrogato di nuovo separatamente i ragazzi (sempre alla presenza dei genitori). Si erano anche fatti accompagnare nei posti dove avvenivano gli incontri. I tre, nonostante la pressione degli investigatori, non si erano contraddetti ed avevano anche parlato di denaro in cambio delle attenzioni sessuali. (a. a.).




http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...C8PO_PC801.html

Parroco indagato, ancora solidarietà L'Unione sportiva: «Andiamo avanti»
la Provincia Pavese — 31 dicembre 2004 pagina 18 sezione: CRONACA

BORGARELLO. Il paese è ancora scosso per l’arresto di don Giuseppe Abbiati, accusato di violenze sessuali nei confronti di tre ragazzini, ma - come si usa dire - la vita deve andare avanti. E così, mentre ancora si parla e si discute più o meno apertamente della triste vicenda giudiziaria, c’è chi si preoccupa di non dimenticare le attività importanti della comunità di Borgarello. «L’Unione sportiva Borgarellese con i suoi ventitré dirigenti e i centoventi atleti tra calcio e volley - si legge dunque in una nota diffusa ieri - esprime la sua solidarietà a don Giuseppe Abbiati e auspica che nel più breve tempo possibile sia fatta luce sulla vicenda. La società sportiva comunica che tutti i programmi e progetti precedentemente stabiliti ed approvati seguiranno il loro percorso». Un appunto non secondario: in questi mesi, infatti, è il corso il programma per realizzare una tensostruttura nel campo del’oratorio per poter far svolgere incontri di pallavolo. Il progetto, ovviamente, è confermato. Nel frattempo, si attendono novità sul fronte dell’inchiesta giudiziaria, condotta dalla procura e dai carabinieri di Certosa. Don Giuseppe Abbiati, che in queste ore ha già abbandonato Borgarello (resta comunque, in altra sede, agli arresti domiciliari), era finito agli arresti perché accusato da tre ragazzi i quali avevano confidato ai genitori di essersi prestati ad atti sessuali con il sacerdote dietro pagamento di piccole somme (dieci, venti euro). Accuse, naturalmente, che poi dovranno essere provate al processo.


http://ricerca.quotidianiespresso.i...C1PO_PC108.html
Trasferito a Pavia il parroco di Borgarello indagato
la Provincia Pavese — 04 gennaio 2005 pagina 11 sezione: CRONACA

PAVIA. Don Giuseppe Abbiati, il parroco di Borgarello accusato di violenza sessuale, è stato trasferito a Pavia. Il luogo dove il sacerdote è agli arresti domiciliari non è stato rivelato (dovrebbe essere un appartamento di proprietà della Diocesi). Il provvedimento è stato adottato per evitare una curiosità morbosa intorno al sacerdote. Don Giuseppe era infatti agli arresti domiciliari nella casa parrocchiale di Borgarello, un paese dove da giorni non si parla d’altro. Bisogna sottolineare ancora una volta che le responsabilità del sacerdote devono essere provate. Il trasferimento di don Giuseppe era nell’aria da qualche giorno ed è stato effettuato sabato scorso. Il sacerdote è stato accompagnato dai carabinieri e trasferito nella sua nuova dimora di Pavia, in attesa di essere convocato davanti al magistrato. L’iter giudiziario, infatti, è solamente alle battute iniziali. Per quanto riguarda le indagini non ci sono sviluppi: restano le accuse di tre ragazzi che abitano in un piccolo centro del Pavese. I ragazzini, di 13, 14 e 15 anni, ed i loro familiari non sono di Borgarello. Accuse che, naturalmente, dovranno essere provate. Il sacerdote era stato arrestato il 21 dicembre scorso: il Gip del tribunale di Pavia gli aveva subito concesso il beneficio degli arresti domiciliari. L’inizio della vicenda risale ad alcuni mesi fa. Don Giuseppe Abbiati conosceva da tempo i tre ragazzini che lo accusano. Li andava a trovare a casa, diceva di accompagnarli a mangiare il gelato e di portarli in altri luoghi di svago. «Non riuscivo a capire perchè il sacerdote veniva a prendere sempre loro - spiega la madre dei due fratelli coinvolti nella vicenda - ma, all’inizio, non sospettavo nulla». Ma l’estate scorsa la madre aveva ascoltato per caso uno strano dialogo tra i suoi figli e l’amico. I ragazzi dicevano che il sacerdote li doveva venire a prendere in serata per portarli al solito posto. La donna aveva chiesto spiegazioni ma i ragazzi si erano limitati a ridere ed a tranquillizzarla. La madre, nei giorni successivi, aveva raccolto altre “prove”. Un barista del paese aveva detto a suo marito che i figli avevano sempre denaro in tasca: piccole somme che spendevano regolarmente in poche ore. I genitori avevano messo alle strette i due fratelli che, alla fine, erano stati costretti a raccontare la presunta verità sugli strani incontri con il sacerdote. La mattina seguente tutta la famiglia era andata dai carabinieri a sporgere denuncia. I ragazzi avevano fatto anche il nome dell’amico che era stato interrogato ed aveva confermato il racconto dei due fratelli.

http://ricerca.quotidianiespresso.i...C8PO_PC801.html

Violenza, il prete va davanti al giudice
la Provincia Pavese — 10 giugno 2006 pagina 19 sezione: CRONACA

BORGARELLO. E’ stata fissata per il prossimo 20 giugno l’udienza preliminare nei confronti di don Giuseppe Abbiati, l’ex parroco di Borgarello accusato di violenza sessuale ai danni di tre minorenni. La Procura della Repubblica di Pavia ha completato le proprie indagini su uno dei casi più clamorosi nella cronaca giudiziaria degli ultimi anni. Il sacerdote, che è difeso dall’avvocato Riccardo Ricotti, era stato posto agli arresti domiciliari nel dicembre 2004, dopo la querela presentata dai genitori dei tre ragazzini che, all’epoca dei fatti contestati, avevano 13, 14 e 15 anni. L’udienza preliminare è una sorta di “filtro” tra la fase delle indagini e quella dibattimentale. Un giudice terzo rispetto alle parti deve soppesare gli elementi di prova raccolti dall’accusa e decidere - in sintesi - se rinviare o meno a giudizio l’indagato. Ed è esattamente quello che accadrà il 20. Naturalmente il sacerdote avrà la possibilità di definire la propria posizione con un rito alternativo nella camera di consiglio dell’udienza preliminare. Tutto dipende dalla quantità e dalla qualità degli elementi di accusa raccolti dalla Procura. La “notitia criminis”, in questo caso, fu la querela presentata dalla madre di due dei ragazzini. La donna un giorno ascoltò involontariamente i discorsi che i figli stavano facendo con un loro amichetto. A quanto pare i minori stavano parlando di un appuntamento che avrebbero avuto con il sacerdote e del fatto che lui avrebbe dato loro dei soldi. Questo fu il punto di non ritorno di una catena di sospetti che era nata varie settimane prima. Molto spesso accadeva che il parroco del piccolo centro portasse i figli dei suoi fedeli in gelateria o a mangiare la pizza. Comportamenti del tutto innocenti che, poco a poco, assunsero un significato diverso dall’evidenza. Un ulteriore elemento di sospetto sarebbe giunto dalle parole del gestore di un bar. L’esercente avrebbe infatti contattato il padre di uno dei bambini riferendogli che il figlio aveva spesso una disponibilità di denaro che, a prima vista, andava oltre la classica “paghetta” settimanale. Sulla scorta di tutti questi elementi, i genitori chiesero l’intervento dei carabinieri. I minori furono sentiti con le forme della legge e agli inquirenti resero un racconto che, qualora trovasse ora conferma in giudizio, sarebbe senz’altro sconcertante. Avrebbero detto che, in determinate occasioni, il religioso li avrebbe condotti in campagna, lontano dalle abitazioni, e avrebbe loro regalato denaro in cambio di “favori” di carattere sessuale. I carabinieri trasmisero tutti gli atti alla Procura della Repubblica e il pubblico ministero ottenne dal Gip un provvedimento cautelare. Al sacerdote sessantaquattrenne vennero applicati gli arresti domiciliari. L’inchiesta deve essere stata particolarmente approfondita. Il Pm procedente si è infatti avvalso di due proroghe (il termine “ordinario” delle indagini è di sei mesi). Ora si arriva alla fase finale. Le richieste del pubblico ministero verranno formalizzate solo all’udienza preliminare. Nel corso della medesima, il difensore avrà eventualmente la possibilità di chiedere che la vicenda venga definita senza che si approdi al dibattimento.

http://ricerca.quotidianiespresso.i...CPPO_PA118.html

Prete sotto accusa per pedofilia I genitori parte civile al processo
la Provincia Pavese — 21 giugno 2006 pagina 00

BORGARELLO. E’ stata rinviata al 7 novembre l’udienza preliminare nei confronti di don Giuseppe Abbiati, l’ex parroco di Borgarello accusato di violenza sessuale nei confronti di tre ragazzini. Della controversa vicenda, dopo la decisione del Gip Fabio Lambertucci, si riparlerà così tra qualche mese. A pagina 19

http://ricerca.quotidianiespresso.i...C7PO_PC702.html

I parrocchiani lo difendono «E' stato serio e corretto»
la Provincia Pavese — 21 giugno 2006 pagina 19 sezione: CRONACA

BORGARELLO. Proprio nel giorno dell’addio dell’udienza preliminare fissata nei confronti del sacerdote 66enne Don Giuseppe Abbiati, imputato da un anno e mezzo di pedofolia e molestie sessuali a danno di tre minorenni, la comunità parrocchiale di Borgarello torna a far sentire la propria voce per esprimere solidarietà all’ex parroco. «Riteniamo doveroso manifestare il nostro confronto ed il nostro incoraggiamento ad una uomo, innanzitutto, oltre che padre spirituale, che pensiamo abbia guidato la nostra parrocchia con correttezza e serietà, nonostante l’indole intemperante ed apparentemente burbera. Siamo altresì convinti che egli abbia saputo, nel breve periodo trascorso a guida della nostra comunità, infondere con tenacia in tutti noi la sede in quei principi cristiani basati sull’amore, sul rispetto umano reciproco, sull’accoglienza verso il prossimo, sull’attenzione verso i deboli» - afferma Laura Baronchelli, esponente della Caritas locale e consigliere di minoranza del Comune di Borgarello. «Don Giuseppe - aggiunge - è stato posto agli arresti domiciliari, senza alcun avviso di garanzia e prima di essere rinviato a giudizio; il caso è stato divulgato attraverso il clamore dei giornali; la sua dignità infangata dal pregiudizio. Alla luce di questi fatti, sentiamo di dover incoraggiare Don Giuseppe perchè non demorda, non ceda alla tentazione di gettare la spugna, non si arrenda alle richieste di compromesso e confidi nell’efficienza della magistratura». (r.c.)

http://ricerca.quotidianiespresso.i...C7PO_PC701.html


Prete sotto accusa, slitta il verdetto
la Provincia Pavese — 21 giugno 2006 pagina 19 sezione: CRONACA

BORGARELLO. E’ stata rinviata il 7 novembre l’udienza preliminare nei confronti di don Giuseppe Abbiati, l’ex parroco di Borgarello accusato di violenza sessuale nei confronti di tre ragazzini. Della controversa vicenda, dopo la decisione del Gip Fabio Lambertucci, si riparlerà il prossimo mese di novembre nella speranza che l’iter giudiziario si avvicini ad una prima conclusione. Il sacerdote, molto conosciuto nel Pavese, era stato arrestato e posto agli arresti domiciliari nel mese di dicembre del 2004 dopo la querela presentata da tre ragazzini di Filighera che, all’epoca dei fatti, avevano 13, 14 e 15 anni. Due sono fratelli. La vicenda è molto controversa perchè il sacerdote, tramite i suoi legali, ha sempre negato ogni responsabilità. E l’udienza preliminare, che è una specie di filtro tra le indagini ed il dibattimento, dovrà rappresentare una prima verifica di due versioni dei fatti diametralmente opposte. Le indagini erano iniziate nel 2004 con una querela che era stata presentata dalla madre di due dei ragazzi, i fratelli. La donna, secondo il suo racconto, un giorno ascoltò involontariamente i discorsi dei ragazzini con un amichetto. Stavano parlando di un appuntamento che avrebbero fissato perla serata con il sacerdote che aveva promesso loro una somma di denaro. Don Abbiati era stato parroco a Filighera e quindi conosceva quei ragazzi. Già in precedenza c’ernao stati sospetti. Molto spesso succedeva che il parroco del piccolo centro del Pavese portasse i ragazzi in gelateria oppure a mangiare la pizza. Un altro elemento di sospetto era arrivato dalle parole del gestore di un locale. L’esercente avrebbe infatti contattatoil padre dei ragazzini riferendogli che il figlio aveva una disponibilità di denaro che prima non aveva. Denaro che andava oltre la classica paghetta settimanale. E’ stato un ulteriore elemento di prova che aveva convinto i genitori a chiedere l’intervento dei carabinieri per chiarire l’oscura vicenda. L’inchiesta era partita in tempi rapidissimi e gli investigatori, dopo aver avvisato il magistrato, avevano iniziato gli interrogatori. Al termine dell’inchiesta, poco prima del Natale del 2004, don Abbiati era stato arrestato e posto algli arresti domiciliari. Adesso la misura cautelare nei confronti del sacerdote sono state eliminate ma le accuse restano. (a. a.).

http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...C1PO_PC101.html

Accusato di pedofilia ora risarcisce i danni
la Provincia Pavese — 23 giugno 2006 pagina 12 sezione: CRONACA

PAVIA. Ha presentato richiesta di rito abbreviato il difensore di don Giuseppe Abbiati, l’ex parroco di Borgarello indagato per molestie sessuali a danno di tre minorenni. Inoltre i genitori di una delle parti offese avrebbero “ritirato” la costituzione di parte civile dopo essere stati risarciti dal sacerdote, mentre i genitori della seconda potrebbero decidere di non presentare nemmeno la costituzione, sempre sulla base di un accordo risarcitorio. Tutto verrà deciso all’udienza del prossimo 7 novembre, data nella quale le parti torneranno davanti al giudice dell’udienza preliminare. Il particolare del risarcimento non è di secondo piano. In vista di un eventuale rito abbreviato, infatti, l’ex parroco potrebbe avvalersi dell’attenuante che gli deriva dall’avere risarcito il danno. La somma precisa pagata ai genitori non è filtrata, ma si parla di alcune decine di migliaia di euro. Naturalmente tutto quello che le parti offese possono fare è rinunciare alla costituzione di parte civile nel giudizio penale. La violenza sessuale aggravata, infatti, è un reato perseguibile d’ufficio. Questo significa che, diversamente da quanto accade per i reati perseguibili a iniziativa di parte, non è possibile far cessare l’azione penale attraverso la remissione della querela. Il bene che si presume violato, infatti, è di una tale importanza da indurre lo Stato a proseguire d’ufficio nel procedimento. L’eventuale concessione del rito abbreviato, chiesto al giudice Fabio Lambertucci dal difensore del sacerdote, Riccardo Ricotti, consentirebbe all’indagato di usufruire della diminuzione di un terzo della pena. Il giudizio abbreviato comporta la decisione “allo stato degli atti” e quindi sulla base degli elementi sino ad ora raccolti dagli inquirenti. Se il giudice lo ammette con ordinanza, l’imputato può essere tanto condannato quanto assolto. La richiesta di accedere a questo rito, insomma, non va assolutamente intesta come una sorta di “ammissione” di colpa, potendo benissimo gli elementi raccolti dal pubblico ministero portare a una sentenza assolutoria. Nel caso in esame, il giudice dovrà esaminare gli atti prodotti dalle parti nel corso dell’udienza preliminare di martedì scorso e valutare se ammettere l’ex parroco all’abbreviato. Sull’intera vicenda, estremamente delicata, è stato mantenuto in questi giorni un segreto solidissimo. Il precedente storico che ha condotto all’udienza preliminare è desumibile dagli atti che portarono, nel dicembre 2004, all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dell’ex parroco di Borgarello. L’imputazione di violenza sessuale si riferirebbe a molestie nei confronti di tre ragazzini che, all’epoca dei fatti, avevano rispettivamente 13, 14 e 15 anni. Due di loro sono fratelli. Tutto sarebbe nato dai sospetti nutriti da una madre. La donna avrebbe sentito i due figli che, mentre parlavano con un amico, si riferivano a un appuntamento con il sacerdote nelle campagne della Bassa. Questo dettaglio si sarebbe andato ad aggiungere a un quadro già carico di altri indizi. In un caso, ad esempio, il gestore di un bar aveva contattato il padre di uno dei ragazzini segnalandogli il fatto che il figlio aveva una disponibilità di denaro eccessiva rispetto a quanto sarebbe stato ragionevole presumere. I ragazzini, in un primo momento, negarono. Dissero che quelle parole sentite per caso dalla madre erano «solo uno scherzo» e che il sacerdote si limitava a portarli in pizzeria senza secondi fini. Poi, dopo che della questione furono investiti i carabinieri, modificarono i loro racconti. Dissero, in sintesi, che il religioso li conduceva in un punto della campagna e qui otteneva “attenzioni sessuali” in cambio di denaro. Nel corso delle indagini, condussero anche i militari incaricati degli accertamenti nel punto in cui, secondo il loro racconto, si sarebbero verificati gli incontri. Sulla base di tutto questo, il giudice decise di applicare a don Giuseppe Abbiati la misura cautelare degli arresti domiciliari e i carabinieri gliela notificarono poco prima del Natale 2004. Da allora il sacerdote non ha mai smesso di proclamarsi estraneo alle imputazioni. Il 7 novembre avarà la possibilità di far valere le proprie ragioni davanti al giudice. Nel frattempo i domiciliari sono stati revocati.

http://ricerca.quotidianiespresso.i...C2PO_PC201.html

Pedofilia, il prete condannato a sei anni
la Provincia Pavese — 11 novembre 2006 pagina 15 sezione: CRONACA

PAVIA. Sei anni di reclusione per gli abusi sessuali nei confronti di tre minorenni. Il giudice dell’udienza preliminare, Fabio Lambertucci, non ha avuto alcun dubbio. O almeno pochissimi, nel giudicare l’ex parroco di Borgarello, don Giuseppe Abbiati. Dopo appena quindici minuti, ascoltate le richieste del pubblico ministero Stefania Di Tullio, e la lunga e dettagliata ricostruzione difensiva dell’avvocato Riccardo Ricotti, ha emesso la sentenza. Appunto sei anni di reclusione, sconto per il rito abbreviato compreso: e gli otto mesi in più inflitti rispetto alle richieste del pm sembrano confermare che le dichiarazioni dei tre ragazzini - all’epoca dei fatti, il 2004, avevano rispettivamente 13, 14 e 15 anni (due sono fratelli) - sono state completamente credute. La possibile contraddittorietà di alcune dichiarazioni, la conferma di un alibi per il sacerdote proprio in riferimento dell’episodio di abuso più grave (ci sarebbe stato un rapporto sessuale quasi completo), non hanno intaccato, come detto, la ricostruzione accusatoria. «Il giudice si è riservato quaranta giorni per il deposito della sentenza - è l’unico commento dell’avvocato Ricotti - ma certamente presenteremo appello. Posso solo aggiungere di aver parlato per circa tre quarti d’ora e che la camera di consiglio è durata quindici minuti». Sentenza severa, dunque, perché per quantificare la pena il Gup è partito probabilmente da oltre otto anni, per scontare per il rito e senza prendere in considerazione le attenuanti se non equivalenti alle aggravanti contestate. Va rilevato, che il sacerdote, che fu arrestato nel dicembre di due anni fa, aveva sempre respinto le accuse. La vicenda era venuta alla luce quando una delle madri dei ragazzi, ascoltando casualmente la conversazione del figlio con un amico, aveva colto un riferimento ad un appuntamento fissato con un sacerdote nelle campagne della Bassa. Un elemento perlomeno sospetto, che si aggiungeva ad altre circostanze, come quella riferita dal gestore di un bar che aveva segnalato al padre di uno dei ragazzi vittime degli abusi, la sorprendente disponibilità di denare del figlio, denaro che si presumeva fosse un «regalo» dello stesso sacerdote. I ragazzi vennero «interrogati» dai genitori, seriamente preoccupati di quelle frequentazioni con il sacerdote, ma loro negarono tutto, sostenendo che don Abbiati si era limitato a portarli in pizzeria, ma questo senza secondi fini. Ma il vero interrogatorio fu quello poi svolto dai carabinieri, che ascoltarono i ragazzini su invito dei genitori. E ciò che emerse fu, sintetizzando la triste e dolorosa vicenda, che il sacerdote di Borgarello li conduceva in piena campagna, dove non si poteva essere visti, e lì otteneva le «prestazioni sessuali» in cambio di denaro. Per questa ragione, poco prima del Natale 2004, don Abbiati fu arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata. E malgrado tutto, ancora oggi sostiene con forza la sua innocenza.

http://ricerca.quotidianiespresso.it/lapro...C7PO_PC701.html

«Il don? Uomo di sani principi»
la Provincia Pavese — 03 dicembre 2006 pagina 20 sezione: CRONACA

BORGARELLO. Un coro di voci in difesa dell’ex parroco di Borgarello, don Giuseppe Abbiati, si leva da ogni paese della Bassa. Soprattutto da chi, negli anni ’80 e ’90, frequentava gli oratori di Fossarmato e Filighera. Ragazzini, che oggi sono diventati adulti. Per loro il “don” era un prete, certo, ma soprattutto un amico di cui ci si poteva fidare. E ora, dopo la pesantissima condanna a sei anni di reclusione per abusi sessuali nei confronti di tre minorenni, Marco Busin e Rubens Cerutti, ora 30enni, decidono di farsi portavoce di un sentimento diffuso. E lanciano un appello. «Facciamo appello al senso di responsabilità del giudice a rivedere la decisione, e soprattutto ai ragazzi coinvolti di riflettere bene se quanto è stato detto corrisponde a verità», chiede Marco. Una richiesta che non è solo individuale. Tanto che a Marcignago - paese d’origine di don Abbiati - altre persone stanno mettendo in piedi un comitato in difesa del prete. Nonostante una condanna che sembra aver messo una pietra definitiva sopra la vicenda. Domani c’è una prima riunione del comitato, che dovrà decidere se e quali iniziative intraprendere. «Sappiamo di non poter fare molto - proseguono i due ragazzi - e non pretendiamo di avere la verità in tasca, ma almeno possiamo dire, noi che lo abbiamo conosciuto bene, che persona è don Giuseppe». Il riferimento è agli anni dell’oratorio a Fossarmato, prima che il parroco venisse trasferito a Filighera. Dettagli ripescati dai ricordi dell’infanzia di centinaia di ragazzi come loro, che con l’ex parroco sono cresciuti. «Se l’accusa infamante è vera, era impossibile, per la vita che si faceva in oratorio, non accorgersi di niente - dice Marco -. Noi siamo stati con lui dai 7 ai 16 anni. Quando ci portava alla piscina di via Folperti, usciva mezz’ora prima dall’acqua per fare la doccia da solo e consentire a noi di fare altrettanto. Molti particolari emersi, come il fatto che le violenze si sarebbero consumate in stradine di campagna, ci fanno pensare a come il “don” veniva sempre col suo furgone a prenderci per portarci in oratorio o in piscina, attraverso le strade di campagna di Fossarmato. Si è parlato di denaro dato ai minori. Ma don Giuseppe ha sempre dato soldi ai suoi ragazzi, magari per comprare un gelato o una pizza. Ma sapeva anche essere severo. Una volta, per una parolaccia, ci ha fatto scendere dal furgone». Marco e Rubens dicono anche «che quello che il don ha fatto per Fossarmato, non è stato mai fatto da nessuno. Il cortile dell’oratorio era sempre pieno di gente - proseguono -. Abbiamo perso un uomo di sani principi. Che si è guadagnato la fiducia di tutti».
 
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http://www.affaritaliani.it/milano/pavia_p...lia_260609.html

Pavia/ Prete condannato dalla Cassazione per pedofilia: "Vado in carcere da innocente"
La Cassazione conferma la sentenza di condanna a quattro anni e otto mesi di reclusione per violenza sessuale sui minori a carico di Don Giuseppe Abbiati, 68 anni, ex parroco di Borgarello, un piccolo comune alle porte di Pavia
Venerdí 26.06.2009 09:25

Pedofilia
La cassazione conferma, ma per il paese resta un complotto ordito contro un sacerdote. L'ultimo grado di giudizio della giustizia italiana ha confermato la sentenza di condanna a quattro anni e otto mesi di reclusione per violenza sessuale sui minori a carico di Don Giuseppe Abbiati, 68 anni, ex parroco di Borgarello, un piccolo comune alle porte di Pavia.

Lui ora aspetta di entrare in carcere per scontare la pena. "Sono vittima di un complotto", sostiene il parroco in una intervista che compare oggi sul quotidiano "La provincia Pavese". A denunciarlo era stata la mamma di due ragazzi, di 13 e 15 anni, che frequentavano l'oratorio di Borgarello. I fatti, secondo quanto raccontato dai due minorenni, sarebbero avvenuti in un pomeriggio di ottobre del 2004. In primo grado Don Abbiati era stato condannato a sei anni, poi ridotti a quattro anni e otto mesi in appello. Sentenza, quest'ultima, che ha trovato conferma nella cassazione. "Andrò in galera da innocente - continua il prete - ma voglio restare tranquillo. Sono qui, possono venirmi a prendere. Di certo il silenzio su questa vicenda, forse tenuto solo con l'obiettivo di proteggermi, in realtà mi ha danneggiato. Quel giorno all'oratorio di Borgarello c'erano tante persone e giovani che avrebbero potuto testimoniare la mia innocenza".


http://www.cronacaqui.it/news-prete-condan...otto_23990.html

A denunciarlo la mamma di due ragazzi che frequentavano l'oratorio
Prete condannato per pedofilia: "Sono vittima di un complotto"
PAVIA 26/06/2009 - "Sono vittima di un complotto". Si difende così Don Giuseppe Abbiati, 68 anni, ex parroco di Borgarello, condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione per presunta violenza sessuale su minori.
A denunciarlo era stata la mamma di due ragazzi, di 13 e 15 anni, che frequentavano l'oratorio di Borgarello. I fatti, secondo quanto raccontato dai due minorenni, sarebbero avvenuti in un pomeriggio di ottobre del 2004. In primo grado Don Abbiati era stato condannato a sei anni, poi ridotti a quattro anni e otto mesi in appello.

Sentenza, quest'ultima, che ha trovato conferma nella cassazione. "Andrò in galera da innocente - continua il prete - ma voglio restare tranquillo. Sono qui, possono venirmi a prendere. Di certo il silenzio su questa vicenda, forse tenuto solo con l'obiettivo di proteggermi, in realtà mi ha danneggiato. Quel giorno all'oratorio di Borgarello c'erano tante persone e giovani che avrebbero potuto testimoniare la mia innocenza".
 
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Ashmael
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...o magari la sua colpevolezza. Chissà.
 
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http://www.cronacaqui.it/news-violento-tre...lo--_25386.html

Esecutiva la sentenza nei confronti di don Abbiati
Violentò tre bimbi: portato in carcere il prete pedofilo
PAVIA 31/07/2009 - Con il suo arresto la comunità religiosa di Pavia aveva tremato a lungo. Alla fine le porte del carcere si sono aperte per Giuseppe Abbiati, 68 anni, il parroco di Borgorello (Pv) accusato di aver violentato tre bambini, che frequentavano l’oratorio da lui guidato.

Ieri, infatti, è diventata esecutiva la sentenza della corte di Cassazione pronunciata lo scorso giugno, che aveva condannato il religioso a 4 anni e 8 mesi di reclusione.
«Li stavo aspettando: avevo già le valigie pronte - ha detto il parroco - Ma io continuo a essere innocente».

La vicenda
La vicenda di don Giuseppe è iniziata 5 anni fa quando tre bambini, frequentatori dell’oratorio di Borgerello (Pavia), guidato dal parroco, rivelarono di aver subito molestie sessuali. La madre di uno dei piccoli fece denuncia e subito nei confronti del prete scattò l’inchiesta. In primo grado fu condannato a 6 anni di carcere. Ma il religioso ha sempre respinto ogni accusa e per evitare la costituzione di parte civile versò a titolo di risarcimento la somma di 30mila euro alla donna che lo accusava di aver molestato il figlio. In Appello la condanna al sacerdote venne ridotta a 4 anni e 8 mesi. Ma non ci fu la riapertura del’istruttoria, come l’imputato aveva chiesto per chiarire la sua posizione.
E convincere i giudici della sua innocenza. Per l’accusa invece, il prete avrebbe abusato dei bambini durante una gita in campagna, dopo aver offerto loro un gelato. in carcere.
«Ma quel giorno - lo difende la sorella - ho trovato mio fratello Giuseppe in oratorio. Mi disse che era impegnato prima nelle confessioni e poi a celebrare la Messa».

La difesa
«Siamo davanti ad una vicenda surreale» si sfoga la nipote del sacerdote che ricorda come lo zio avesse salvato tanti giovani dalla droga e non abbia mai avuto problemi con i ragazzi dell’oratorio. Di tutt’altro parere le madri delle piccole vittime. «Finalmente è stata fatta giustizia» spiega una di loro.
La donna in un primo momento aveva chiesto un risarcimento di 300mila euro ricevendone poi 30mila. All’oratorio di Borgarello invece difendono tutti il religioso, che si è detto pronto a seguire i carabinieri che andranno a prelevarlo per portarlo in carcere. «La gente - dice - sa che io non ho commesso alcun reato e la mia coscienza mi consentirà di scontare la condanna in assoluta tranquillità». «Sono innocente - si è sempre difeso lui - Andrò in prigione da innocente».
 
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http://laprovinciapavese.gelocal.it/dettag...o%C2%BB/1862194

Il parroco in carcere, la pena: 4 anni e 8 mesi
«Don Abbiati, si riapra il caso»
Il sacerdote sta scontando in carcere una pena di quattro anni e 8 mesi Era stato arrestato a luglio dell’anno scorso
PAVIA. La difesa parla di «nuovi documenti» che ribalterebbero la versione dell’accusa. “Prove” ritenute sufficienti a far riaprire il processo per don Giuseppe Abbiati, l’ex-parroco di Borgarello in carcere da quasi sette mesi per pedofilia.
Il legale difensore, Massimo Zucca, non si sbilancia. Anticipa poco della documentazione che nel giro di qualche settimana arriverà sul tavolo dei magistrati della Corte di Appello di Milano. A luglio, con l’arrivo dei carabinieri nell’abitazione di via Libertà a Marcignago, che avevano dato seguito alla condanna definitiva per il sacerdote, il caso di don Giuseppe Abbiati sembrava essersi chiuso. Le dichiarazioni dei tre ragazzini, che avevano raccontato ai magistrati di incontri sessuali con il sarcedote in cambio di soldi, avevano convinto prima i giudici del Tribunale di Pavia, che avevano emesso una condanna a sei anni, poi la Corte di Appello di Milano, che aveva ridotto la pena a 4 anni e 8 mesi, e infine la Cassazione. Ora tutto viene rimesso in discussione, con un’ipotesi di riapertura del processo. Una prassi rara. Si devono infatti fornire prove schiaccianti di innocenza. «In questo caso - spiega l’avvocato Zucca - sono emersi fatti nuovi». La richiesta di revisione del processo segue in parallelo le istanze di scarcerazione per motivi di salute. Una prima richiesta in questo senso era stata presentata subito dopo la carcerazione, ma il magistrato l’aveva rigettata. Ora si attende il pronunciamento del Tribunale di sorveglianza nell’udienza fissata per il 10 marzo. «Dieci giorni prima di quella data - spiega Zucca - saranno depositate le nostre osservazioni sull’aggravamento delle condizioni di salute di don Abbiati. Condizioni che a nostro avviso sono incompatibili con il regime carcerario. Per questo, nei prossimi giorni, sarà depositata una nuova istanza». I certificati medici parlano di patologie dell’apparato respiratorio e cardio-circolatorio, ma anche di «disturbo fobico-ossessivo con attacchi claustrofobici», caratterizzato da crisi di pianto, ipertensione e svenimenti. Per questi disturbi il sacerdote, che ha 70 anni, era stato ricoverato a novembre nel reparto di Medicina penitenziaria del San Paolo a Milano.

Per l’innocenza del parroco si erano schierati in tanti, sia a Marcignago che a Borgarello. Come testimoniano le circa 150 lettere che il sacerdote ha ricevuto in carcere. I giovani dell’oratorio, ma anche i fedeli dei paesi attorno (le lettere provengono da Casorate, Pavia, Trivolzio, Belgioioso, Cura Carpignano, San Genesio, Filighera, Copiano e Trovo) esprimono solidarietà al don e lo invitano «a essere forte e a non lasciarsi andare». «Don Abbiati continua nella sua missione di portare la parola di Dio anche ora che è detenuto - spiega Zucca -. Nonostante le sofferenze, si fa carico dei problemi degli altri detenuti cercando di essere un punto di riferimento».
(17 febbraio 2010)
 
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http://laprovinciapavese.gelocal.it/dettag...n-cella/1895238

Don Abbiati resta in cella
Respinta la richiesta di libertà per motivi di salute. La decisione dei giudici di Milano. Sta scontando una pena di 4 anni e 6 mesi per pedofilia
di Annibale Carenzo
MILANO. Don Giuseppe Abbiati deve restare in carcere. Lo ha deciso il Tribunale di sorveglianza di Milano. I giudici, accogliendo le conclusioni del sostituto procuratore generale Antonio Lamanna, ha respinto la richiesta di scarcerazione per motivi di salute fatta dai suoi legali ritenendo «non preoccupanti» le condizioni del religioso, che sta scontando una pena per pedofilia.

Don Abbiati era stato arrestato il 30 luglio scorso in esecuzione della sentenza che lo condannava a 4 anni e 6 mesi per abusi sessuali su tre ragazzini. La Cassazione aveva confermato la sentenza di appello. Nelle tre cartelle di motivazioni della decisione tracciate dal giudice di sorveglianza di Pavia Marco Odorisio, che ha fatto parte del collegio del Tribunale di sorveglianza di Milano che si è riunito l’11 di marzo, si ricostruisce il quadro clinico del sacerdote, emerso attraverso una serie di accertamenti che non avrebbero, si legge nelle motivazioni, evidenziato patologie degne di nota se non una «diverticolosi del colon con frequenti addominalogie».

Sul piano psichiatrico sono state effettuate visite ogni settimana, ma anche da queste non sarebbero emerse condizioni patologiche di rilievo, se non una «ingravescente quanto preoccupante deflessione del tono dell’umore» con crisi di pianto e attacchi di panico e con sensazioni di sofferenza «comprensibili in un sacerdote di 70 anni soprattutto in particolari periodi come il Natale e la Pasqua».

Anche le conseguenze fisiche delle sofferenze psichiche si limitano ad una situazione di perdita di coscienza e deficit di equilibrio, «condizioni - si legge nelle motivazioni - peraltro difficilmente inquadrabili dal punto di vista eziologico e di quello nosografico». Con questi risultati il Tribunale di sorveglianza ha ritenuto che la prosecuzione della detenzione «non possa determinare grave pregiudizio al religioso».


Don Giuseppe Abbiati ha comunque un’altra speranza: quella di ottenere, attraverso l’istanza dell’avvocato Alberto Zucca di Pavia, suo difensore, una revisione della causa grazie ad una serie di elementi probatori raccolti negli ultimi tempi dal suo legale e che saranno proposti all’esame della Corte d’Appello competente.

Tra questo materiale ci sono anche 150 lettere inviate al prete di Borgarello dai suoi parrocchiani e da altri conoscenti nelle quali si esclude la possibilità che il prete possa avere comesso il reato contestato per il quale è stato condannato alla pena già passata in giudicato e che il condannato sta scontando nel carcere di Pavia.
(25 marzo 2010)
 
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http://laprovinciapavese.gelocal.it/dettag...abbiati/2458869

Pedofilia, una perizia medica scagiona don Abbiati
L'ex parroco di Borgarello sta scontando in carcere a Bollate una condanna per pedofilia. La difesa, che punta a far scagionare del tutto il sacerdote, produrrà presto nuove testimonianze
di Maria Fiore
Lex parroco di Borgarello
L'ex parroco di Borgarello
PAVIA. Don Giuseppe Abbiati, l'ex parroco di Borgarello che sta sempre scontando in carcere una condanna per pedofilia, soffriva di patologie incompatibili con i fatti di cui è accusato. E' la "prova" che la difesa del sacerdote ritiene sufficiente per far riaprire il processo.

La richiesta di revisione del processo sarà presentata a breve. L'intenzione della difesa era già stata anticipata qualche mese fa, ma fino a questo momento gli elementi su cui si sarebbe basata la domanda alla Corte di Appello di riaprire il procedimento a carico del sacerdote, che deve scontare 4 anni e 8 mesi di carcere, erano rimasti segreti. Il riserbo è stato sciolto l'altro ieri, quando la dottoressa Ida Bianchessi, urologa e già dirigente del Policlinico San Matteo, ha consegnato una perizia medica sul caso di don Abbiati, che sarà allegata all'istanza alla Corte di Appello di Milano. Secondo quella relazione don Abbiati non avrebbe potuto mettere in pratica gli abusi per cui è stato condannato perchè alcune patologie glielo avrebbero semplicemente impedito.

Il sacerdote, che è stato visitato in carcere a Bollate (dove è stato trasferito di recente, dopo avere lasciato la cella di Torre del Gallo), per questi stessi disturbi aveva subìto, a partire dal 2001 e poi nel 2002 (quindi prima dei fatti che gli vengono attribuiti), anche tre ricoveri al Policlinico San Matteo. «Il paziente aveva e continua ad avere dei sintomi e delle patologie che rendono altamente improbabile la commissione di alcuni atti», spiega la dottoressa Bianchessi.
Ma la perizia medica non è l'unico elemento su cui la difesa, con l'avvocato Massimo Zucca, intende basare la richiesta di riapertura del processo. Sarebbero anche spuntati nuovi testimoni, mai sentiti prima, nonostante i tre gradi di giudizio, disposti a provare che il sacerdote non si sarebbe mai allontanato dall'oratorio di Borgarello quel pomeriggio del 30 ottobre 2004, la data in cui si sarebbe svolto l'episodio più grave.


Uno dei tre ragazzini minorenni, dal cui racconto erano parte le indagini per violenza sessuale, aveva spiegato che il don quel pomeriggio si era allontanato con lui per ottenere prestazioni sessuali a due passi da una fabbrica di autoclavi per ospedali, ad Albuzzano. Il caso, a quel punto, era già esploso, con i sospetti e le denunce della madre di uno dei ragazzini. In questa storia le loro versioni si sono sempre scontrate con il racconto del prete, che si è sempre dichiarato innocente ed è stato anche sostenuto e difeso da moltissimi parrocchiani. Per sapere se la Corte riterrà sufficienti gli elementi prodotti dalla difesa per ricominciare da zero bisognerà però aspettare ancora qualche settimana.
(03 ottobre 2010)
 
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Processo canonico per il prete

Don Giuseppe Abbiati rischia la riduzione allo stato laicale

di Maria Fiore PAVIA. In carcere prega e celebra la messa per i detenuti. Perché don Giuseppe Abbiati, il parroco di Borgarello che sta scontando una pena a 4 anni per pedofilia, è ancora un sacerdote, nonostante il peso di quella condanna. Una condizione che potrebbe cambiare, però, con il processo canonico che è stato avviato nei suoi confronti della Congregazione della dottrina della fede, l'organismo della Curia romana incaricato di vigilare sulla «purezza della dottrina della Chiesa cattolica».

L'organismo fu presieduto fino al 2005 da Joseph Ratzinger, poi eletto Papa. Don Abbiati rischia, come massimo della pena, la riduzione allo stato laicale. «Posso sopportare tutto, anche il carcere, ma non l'eventualità di non essere più sacerdote, non possono privarmi anche di questo», avrebbe confidato agli amici più stretti nella sua cella del carcere di Bollate, dove è stato trasferito qualche mese fa dall'istituto di Torre del Gallo di Pavia. La natura stessa del processo non gli consentira, però, di difendersi. La congregazione decide in maniera autonoma, sulla base degli atti del processo penale, ma anche su come don Abbiati ha svolto la sua missione sacerdotale. In ogni caso l'iter del processo canonico è segreto. Da quanto risulta, sarebbe anche il primo a coinvolgere un prete della provincia di Pavia. Nei confronti di don Abbiati era stato già aperto, ma sospeso, dopo le condanne in primo e secondo grado. Con la sentenza definitiva, arrivata un anno fa, è entrato nel vivo. L'esito potrebbe arrivare nel giro di qualche settimana, ma vista la riservatezza della decisione ogni previsione è un azzardo. Anche la "pena" potrebbe variare.

«La congregazione della dottrina della fede ha competenze molto vaste - spiega Luciano Musselli, docente di diritto ecclesiastico all'Università di Pavia -. Potrebbe applicare anche sanzioni minori, come una sospensione dall'ufficio oppure l'obbligo di soggiornare presso istituti religiosi di recupero. La pena più alta nella Chiesa è la scomunica, che però si applica solo in caso di attentato alla vita del pontefice. Non è però più grave della riduzione allo stato laicale. Un sacerdote ad esempio può essere scomunicato, ma può comunque esercitare la sua funzione. Invece la riduzione allo stato laicale è la perdita assoluta del proprio stato».

In che tempi potrebbe arrivare l'esito? «Questi procedimenti nell'ultimo pontificato sono stati oggetto di una riforma che li ha resi più rapidi - spiega Musselli -. Questo, anche per evitare un'altra accusa: quella di insabbiare i casi di pedofilia. Nel giro di un anno la congregazione dovrebbe arrivare alla sua decisione. Nonostante la celerità, resta comunque un problema,. Visto che le prove non sono pubbliche il diritto di difesa può venire compresso. Un processo che si basa sul segreto rischia di essere sommario».

http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronac...l-prete-3234393
 
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...CPPO_PA104.html

Pedofilia, prete in carcere. Il nipote accusa la Chiesa

29 gennaio 2011 — pagina 01 sezione: Prima
PAVIA. «Mio zio è stato condannato dal silenzio, ancora prima che dalla sentenza dei giudici. La chiesa non dovrebbe temere di difendere i propri sacerdoti». Alessandro Abbiati, 37 anni di Lardirago, è il nipote di don Giuseppe Abbiati, il parroco che sta scontando in carcere 4 anni per pedofilia. Il vescovo: «Siamo vicini a lui».
A pagina 19

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...C4PO_PC401.html

«Condannato dal silenzio»

29 gennaio 2011 — pagina 19 sezione: Cronaca

PAVIA. «La chiesa non dovrebbe avere paura di difendere i suoi sacerdoti anche se questi sono accusati dei reati più infami. Il silenzio, all’opposto, può essere una condanna. Lo è stato per mio zio, ancora prima della sentenza dei giudici». Alessandro Abbiati, 37 anni di Lardirago, nipote di don Giuseppe Abbiati, il parroco di Borgarello che sta scontando in carcere una pena di 4 anni per pedofilia, rompe un riserbo durato anni. Dall’arresto del sacerdote, nel dicembre 2004, e anche durante le tappe del processo, fino alla conferma della condanna in Cassazione la famiglia ha scelto di tacere. Don Abbiati, che abitava a Marcignago, è in carcere ormai da un anno e mezzo. Perché solo ora la decisione di parlare? «Perché nel frattempo sono cambiate alcune cose, anche sul piano della strategia difensiva - dice Alessandro Abbiati -. Non possiamo fare calare il sipario su questa storia senza che la famiglia abbia detto la sua. Fino a questo momento abbiamo obbedito alla parola d’ordine, che era quella di tacere. Ora vogliamo ristabilire la dignità umana e morale di mio zio, a prescindere dalla verità giudiziaria. Lo voglio fare per lui ma anche per mio padre Carlo, suo fratello, che ha molto sofferto questa situazione. Dopo una vicenda così, la famiglia non poteva più essere uguale a prima. La gravità di quelle accuse ha gettato su tutti noi un alone di vergogna. E’ stato tutto rimesso in discussione, perfino ciò che di buono mio zio ha fatto negli anni di sacerdozio proprio per i giovani. Il solo conforto è che lui gode ancora della stima di tante persone».
Molti a Borgarello credono anche che don Abbiati si trovi in carcere da innocente. «Nessuno ha la verità assoluta in tasca - dice il nipote -. Ma sono una persona che ragiona, e credo che mio zio non abbia fatto quelle cose. Mi chiedo: un pedofilo può esserlo una sola volta, visto che la condanna riguarda un episodio? Ma è soprattutto la conoscenza di una vita a farmi dire che lui è innocente. Anche se io sono stato il nipote meno vicino a lui, perché non credente, sono stato quello con cui mio zio ha avuto sempre un dialogo profondo». Ma la sentenza di condanna è senza appello. «Per l’esito del processo hanno pesato tanti fattori, soprattutto un eccesso di fiducia nell’evidenza delle prove - dice Abbiati -. Ma è stato sfavorevole anche il contesto, il clima di caccia alle streghe e di pregiudizio sul rapporto tra preti e pedofilia. Le gerachie ecclesiastiche tendono a gestire questi casi col silenzio. Per questo mio zio è stato processato con rito abbreviato, senza avere ampi margini di difesa. E nessuno ha capito che questa strategia sarebbe stata la sua condanna».


- Maria Fiore
 
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Don Abbiati, i parrocchiani si mobilitano

Riunione a Borgarello. «Cerchiamo testimoni per far riaprire il processo»

di Stefania Prato

Don Abbiati, i parrocchiani si mobilitano

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BORGARELLO. Riaprire il processo a don Giuseppe Abbiati, il sacerdote condannato per violenze sessuali su minori, per cui sta scontando 4 anni nel carcere di Bollate. I suoi familiari e il nuovo legale, l'avvocato Massimo Zucca, tentano di riavviare l'iter giudiziario e sperano che i nuovi elementi raccolti riescano a ribaltare la sentenza di condanna per pedofilia, ormai definitiva dopo tre gradi di giudizio.

«I margini sono stretti, ma ci proveremo», ha chiarito il nipote Alessandro che, insieme al padre Carlo e alla cugina Marta, venerdì sera, a Borgarello, ha incontrato gli ex parrocchiani e gli amici che hanno sempre creduto in quel prete «che riempiva le chiese e gli oratori», dice Giorgio Terzi, mentre Andrea Curti ricorda don Peppino «a cui si rivolgevano i più disperati, perché su di lui potevano contare».

In tanti a Borgarello, Battuda, Marcignago, suo paese di origine, sperano di veder riabilitato il nome di don Giuseppe e vogliono aiutarlo, «perché non può aver commesso atti del genere». «Per noi è innocente - sostiene Lorenzo Barbieri, sindaco di Marcignago - diteci cosa possiamo fare, siamo stati fin troppo in silenzio». «Ci troviamo in un momento delicato», spiega Alessandro, ricordando che per il sacerdote a luglio potrebbero aprirsi le porte del carcere per essere affidato ai servizi sociali.

«Non prova rancore per chi lo ha accusato - confida il nipote -. E' una persona buona, un prete dalla vocazione autentica, che crede nella provvidenza e sopporta questo perché pensa di tornare a fare il sacerdote». La famiglia non vuole credere sia tutto finito, cerca testimonianze inedite per il nuovo processo. Accettano la sfida gli ex parrocchiani di don Abbiati e provano a scavare nella memoria.
27 febbraio 2011


http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronac...ilitano-3559535
 
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Don Abbiati: «Voglio rendermi utile per la comunità»

Il sacerdote in carcere per pedofilia chiede di poter lavorare in strutture per anziani, il suo caso sarà discusso a gennaio

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di Maria Fiore

PAVIA

«E’ tempo che mi venga concessa la possibilità di lavorare, per rendermi utile alla comunità». Don Giuseppe Abbiati, il sacerdote di Marcignago e di Borgarello, ha presentato la sua richiesta in prima persona dal carcere di Bollate, dove sta scontando una pena di 4 anni per pedofilia. Era finito in cella a luglio del 2009, quando la condanna per gli abusi a tre ragazzini minorenni diventò definitiva. In carcere, dunque, il sacerdote ha già trascorso due anni e mezzo. «E’ tempo che esca, al di là di ogni valutazione nel merito», dice il suo avvocato Massimo Zucca, che sta seguendo l’istanza per l’affidamento in prova ai servizi sociali. Il sacerdote chiede di potere lavorare in strutture che si occupano di anziani, sia case di riposo che cliniche o ospedali. Per la risposta non bisognerà attendere molto. Nei prossimi giorni infatti sarà presentata la relazione di sintesi del carcere di Bollate, che ha avuto modo di fare le sue valutazioni in un anno di permanenza del sacerdote all’interno della struttura. Educatori e assistenti sociali dovranno, in altre parole, dire la propria sul comportamento tenuto dal detenuto durante la reclusione. Tra un mese circa, sulla base di questa documentazione, deciderà un giudice. La camera di consiglio dovrebbe svolgersi alla fine del mese di gennaio.

Se la risposta sarà positiva, don Abbiati potrà scontare il residuo della pena in attività di solidarietà e sostegno sociale. Il sacerdote si è reso disponibile a ogni tipo di mansione, che sarà comunque decisa dai responsabili dell’istituto a cui sarà eventualmente destinato.

E’ stata invece per il momento accantonata l’ipotesi di una riapertura del processo. La procedura per la presentazione di nuove prove e di nuove testimonianze (condizioni essenziali per poter riaprire il caso) si è rivelata più complessa del previsto. Si era invece pronunciata in positivo la Congregazione della dottrina della fede, che aveva deciso di non privare don Abbiati dello status di sacerdote.

Nonostante la condanna definitiva, che gli è costata il carcere, molte persone nei mesi scorsi hanno alzato voci di difesa nei confronti del sacerdote. Non solo la famiglia si è schierata a favore dell’innocenza del prete, ma anche i parrocchiani di Borgarello, dove il sacerdote era rimasto per diversi anni, prima del suo arresto nel 2004 e poi della condanna definitiva nel 2006.

©RIPRODUZIONE RISERVATA
14 dicembre 2011

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La lunga vicenda di don Abbiati la leggete qui: https://laici.forumcommunity.net/?t=20643806


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Don Abbiati: «Voglio rendermi utile per la comunità»

Il sacerdote in carcere per pedofilia chiede di poter lavorare in strutture per anziani, il suo caso sarà discusso a gennaio


di Maria Fiore

PAVIA

«E’ tempo che mi venga concessa la possibilità di lavorare, per rendermi utile alla comunità». Don Giuseppe Abbiati, il sacerdote di Marcignago e di Borgarello, ha presentato la sua richiesta in prima persona dal carcere di Bollate, dove sta scontando una pena di 4 anni per pedofilia. Era finito in cella a luglio del 2009, quando la condanna per gli abusi a tre ragazzini minorenni diventò definitiva. In carcere, dunque, il sacerdote ha già trascorso due anni e mezzo. «E’ tempo che esca, al di là di ogni valutazione nel merito», dice il suo avvocato Massimo Zucca, che sta seguendo l’istanza per l’affidamento in prova ai servizi sociali. Il sacerdote chiede di potere lavorare in strutture che si occupano di anziani, sia case di riposo che cliniche o ospedali. Per la risposta non bisognerà attendere molto. Nei prossimi giorni infatti sarà presentata la relazione di sintesi del carcere di Bollate, che ha avuto modo di fare le sue valutazioni in un anno di permanenza del sacerdote all’interno della struttura. Educatori e assistenti sociali dovranno, in altre parole, dire la propria sul comportamento tenuto dal detenuto durante la reclusione. Tra un mese circa, sulla base di questa documentazione, deciderà un giudice. La camera di consiglio dovrebbe svolgersi alla fine del mese di gennaio.

Se la risposta sarà positiva, don Abbiati potrà scontare il residuo della pena in attività di solidarietà e sostegno sociale. Il sacerdote si è reso disponibile a ogni tipo di mansione, che sarà comunque decisa dai responsabili dell’istituto a cui sarà eventualmente destinato.

E’ stata invece per il momento accantonata l’ipotesi di una riapertura del processo. La procedura per la presentazione di nuove prove e di nuove testimonianze (condizioni essenziali per poter riaprire il caso) si è rivelata più complessa del previsto. Si era invece pronunciata in positivo la Congregazione della dottrina della fede, che aveva deciso di non privare don Abbiati dello status di sacerdote.

Nonostante la condanna definitiva, che gli è costata il carcere, molte persone nei mesi scorsi hanno alzato voci di difesa nei confronti del sacerdote. Non solo la famiglia si è schierata a favore dell’innocenza del prete, ma anche i parrocchiani di Borgarello, dove il sacerdote era rimasto per diversi anni, prima del suo arresto nel 2004 e poi della condanna definitiva nel 2006.

14 dicembre 2011
 
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MATTEOARRABBIATODIBRUTTO
icon7  view post Posted on 15/12/2011, 12:44




CHE SCHIFO FATE SOLO SCHIFO!!!!
A LAVORARE CON GLI ANZIANI??? MA PER FAVORE!!!!
BECCATI IL TUO CARCERE E STAI ZITTO NON SEI DIVERSO DA QUALSIASI ALTRO PEDOFILO CHE C'è IN GIRO PERCHè DOVRESTI AVERE UN TRATTAMENTO DIVERSO??? PRIVILEGIATO??? SEI UN SACERDOTE?? NO SEI UNO SCHIFO DI UOMO! UN SACERDOTE RISPETTA DIO E SOPRATTUTTO RISPETTA LE PERSONE CHE GLI STANNO INTORNO! TU NON SEI UN SACERDOTE FAI SOLO SCHIFO TI MERITI IL CARCERE COME TUTTI I TUOI AMICI E VEDRAI CHE BELLA FESTICCIOLA CHE TI PREPARANO! UOMO DI MERDA! :martel: :martel: :martel: :martel: :martel:
 
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view post Posted on 28/2/2012, 11:22
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http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronac...oloso-1.3228740

«Don Abbiati resti in cella è socialmente pericoloso»

Il prete di Borgarello sta scontando una condanna a 4 anni per pedofilia. I giudici respingono la richiesta di lavorare con gli anziani: «Non si è pentito»

parroco
domiciliair
pericoloso

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di Maria Fiore



BORGARELLO.Aveva espresso il suo desiderio due mesi fa dal carcere di Bollate, dove sta scontando una condanna definitiva a 4 anni per pedofilia: «Voglio rendermi utile alla comunità, fatemi uscire per lavorare». Don Giuseppe Abbiati, il prete di Marcignago e parroco per anni a Borgarello, si era rivolto al tribunale di sorveglianza, perché gli concedesse l’affidamento in prova ai servizi sociali dopo oltre due anni e mezzo di detenzione. Ma la richiesta di poter lavorare in strutture per anziani, e quindi di poter scontare il residuo della pena in attività di solidarietà e sostegno sociale, è stata respinta dal collegio dei giudici, nonostante il parere favorevole del Procuratore generale e degli educatori, che avevano avuto modo di valutare il comportamento in carcere del sacerdote.

Una decisione che ha sorpreso la famiglia del prete e l’avvocato difensore, Massimo Zucca. «La sintesi degli educatori era positiva e anche il procuratore generale aveva dato parere favorevole all’affidamento ai servizi sociali – dice il legale –. Don Abbiati ha sempre tenuto un comportamento corretto durante la detenzione, nulla faceva pensare a un rigetto».

I tre giudici del collegio hanno motivato la loro decisione sulla base di una presunta «pericolosità sociale» del sacerdote, che potrebbe commettere ancora lo stesso reato perché «non ha mai ammesso le sue colpe né dato prova di pentimento». L’assenza di una confessione, va detto, è coerente con l’atteggiamento che il prete ha sempre tenuto verso questa vicenda. Don Abbiati, finito in cella a luglio del 2009, dopo che era diventata definitiva la condanna per abusi sessuali ai danni di tre ragazzini minorenni, si è sempre proclamato innocente e «vittima di un errore giudiziario». In suo favore si erano schierati anche i parrocchiani di Borgarello, che non hanno mai creduto a quelle accuse. Tanto che, dopo la sentenza definitiva della Cassazione, la difesa di don Abbiati aveva anche accarezzato l’ipotesi di far riaprire il processo. Ipotesi che era stata poi accantonata, per la complessità della procedura di presentazione di nuove prove e nuove testimonianze, condizioni essenziali perché si potesse riesaminare il caso.

Si era invece pronunciata in positivo la Congregazione della dottrina della fede, che aveva deciso di non privare don Abbiati dello status di sacerdote. Non è bastato, questo, a convincere i giudici a consentirgli di uscire dal carcere prima del tempo. Anzi, il tribunale, all’opposto, ha ritenuto che non fosse favorevole a una scarcerazione anticipata il fatto che don Abbiati abbia «anteposto il suo essere prete al suo essere uomo».

La decisione del collegio significa che il sacerdote di Marcignago e Borgarello resterà in cella per tutta la durata della pena, quindi fino a luglio del prossimo anno, il 2013. Ma la difesa, anche sulla base delle indicazioni della famiglia, ha intenzione di presentare ricorso.


28 febbraio 2012
 
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18 replies since 13/10/2008, 07:56   3763 views
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