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"Era gay e dopo 35 anni d'amore la famiglia del compagno lo escluse in ospedale", Laura Eduati, L'Huffington Post - 25/01/2016

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Adriano Pacifici1
view post Posted on 29/1/2016, 10:48




Era gay e dopo 35 anni d'amore la famiglia del compagno lo escluse in ospedale. Come medico gli chiedo scusa"
http://i.huffpost.com/gen/3925126/images/n...AL-large570.jpg
Un medico racconta sulla propria pagina Facebook una vicenda dolorosa vissuta in prima persona all'interno di un ospedale romano, dove il compagno gay di un defunto venne escluso e allontanato dalla famiglia nonostante 35 anni di vita e amore insieme.

Francesco Gagliardi, oculista, ricorda di essere stato chiamato per un espianto delle cornee al San Giovanni. Il deceduto era gay e secondo la legge non avrebbe potuto donare gli organi ma il primario dell'epoca "si prese tutte le responsabilità" in quanto medici e infermieri avevano saputo che aveva vissuto con il compagno 35 anni: una vita intera.

CITAZIONE
Io mi precipito nell'ospedale dove questo signore era morto e parlando con l'infermiere che aveva trattato il caso (altra brava persona) mi viene detto che mancava una firma perché la donazione era stata richiesta dal compagno del signore morto con cui viveva da 35 anni ma che essendo questo giuridicamente nulla non poteva firmare.

Per la firma si presenta una sorella, l'unica con la quale il defunto aveva mantenuto qualche contatto poiché - apprende sempre il dottor Gagliardi attraverso il racconto degli operatori sanitari - la famiglia lo aveva cacciato di casa in quanto gay.

Ma la scena peggiora quando, finito l'espianto, il medico vorrebbe ringraziare i famigliari per la donazione delle cornee. Due fratelli della persona appena deceduta stanno, infatti, litigando con la sorella perché a loro parere dovrebbe cacciare di casa il compagno, sparito dalla corsia dell'ospedale poiché giuridicamente non può assistere nemmeno alle pratiche post-mortem.

CITAZIONE
La cosa più ripugnante è che stavano redarguendo la sorella che non voleva cacciare il compagno di una vita del suo compianto fratello dalla casa che era intestata al defunto e che ora per legge apparteneva a loro ma che era occupata dall'altro "frocio". Ognuno è quello che è ed è responsabile di quello che fa ma la cosa che più mi ha addolorato di questa storia è non aver potuto ringraziare chi ha permesso con la sua caparbietà di realizzare l'ultimo desiderio del suo compagno in quanto non essendo parente né niente non poteva avere accesso alla camera mortuaria dove venivano fatti i prelievi.

A dieci anni di distanza da quell'episodio, Gagliardi sente di dover chiedere scusa a quell'uomo invisibile per la legge, per l'ospedale e per i famigliari:

CITAZIONE
Volevo cogliere l'occasione per ringraziare il compagno del signore morto per la sua lezione d'amore e chiedergli scusa per tutto il male che un paese ridicolo e inadatto gli ha fatto.


Edited by Adriano Pacifici1 - 29/1/2016, 11:10
 
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