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Roma. Morto P. Placido Greco condannato a 13 anni e 2 mesi per pedofilia e pedopornografia. Trasferito e nascosto a Cosenza., Il collezionista di bimbi: "video e foto per i miei romanzi porno"

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view post Posted on 22/5/2015, 09:56
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Il collezionista di bimbi si giustifica: erano foto per mio romanzo porno


Indagato pure ex prete Luca Galleschi. Il collezionista di bimbi fu trasferito da Cosenza

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www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/st...e/1366550.shtml

Roma, adescavano minori alla Stazione Termini e li convincevano a prostituirsi: 8 arresti tra cui un parroco. Polfer: «Sesso nei bagni e sui treni»


La Polizia di Stato ha eseguito a Roma, Rieti, Viterbo e Napoli alcuni arresti nei confronti di persone ritenute responsabili del reato di prostituzione minorile.

Arrestato dalla polizia ferroviaria anche un parroco di 68 anni. Secondo quanto si è appreso da fonti investigative, è stato trovato in possesso di un grosso quantitativo di materiale pedopornografico. Durante una perquisizione nella sua abitazione è stato trovato un computer pieno di video e foto, ma anche molte immagini stampate. Per gli investigatori l'uomo sarebbe stato un cliente dei ragazzini che si prostituivano a Termini. C'è anche un ex prete tra le persone coinvolte nell'indagine. Originario della Toscana, sarebbe stato allontanato tempo fa dalla parrocchia di cui era titolare in seguito ad altri reati. Tra gli 8 arrestati dalla Polfer pure un pr che lavora in discoteche del litorale, commercianti, operai, senza fissa dimora e il sacerdote residente in zona Fiumicino e parroco di due chiese del Viterbese.

Le indagini, iniziate da circa una anno dal Compartimento Polizia Ferroviaria per il Lazio anche con attività di intercettazione, osservazione e di videoriprese nonchè di numerose audizioni protette, hanno permesso di accertare che la stazione Termini costituiva abituale punto d'incontro ed adescamento dei minori dediti alla prostituzione.

«Finora abbiamo eseguito sette ordinanze di custodia cautelare su otto, visto che una persona risulta irreperibile. Una custodia cautelare in carcere e le altre ai domiciliari. Cinque persone sono state arrestate a Roma, una a Rieti e un'altra a Pavia». Emanuele Fattori, dirigente del settore operativo della polizia ferroviaria di Roma Termini, fa così il punto sul maxi blitz.

Nove dunque in tutto le ordinanze di custodia cautelare emesse ma nel frattempo una persona, che aveva più di ottant'anni, è deceduta. La stazione Termini era utilizzata come punto strategico da parte di uomini di 35-40 anni, ma ci sono anche ultrasettantenni e un ottantenne, per adescare e consumare rapporti sessuali con ragazzini, maschi e femmine dai 13 ai 17 anni, per la maggior parte di etnia rom. «Non a caso abbiamo chiamato l'operazione "Meeting Point". Gli incontri - racconta Fattori - avvenivano sul lato destro della stazione, nei pressi di via Giolitti mentre i rapporti sessuali si consumavano a bordo di treni in lunga sosta, nei bagni pubblici della stazione o di esercizi commerciali ma anche in abitazioni private».

I compensi variavano dai 10 ai 50 euro a prestazione. Tra gli indagati alcuni residenti nella Capitale e nell'hinterland, altri nelle province di Rieti e Viterbo. Nel corso delle indagini, nei mesi scorsi, sono stati già arrestati in flagranza un cinquantanovenne ed un settantanovenne, mentre consumavano rapporti sessuali con i minori. Durante l'operazione sono state eseguite perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di tutti gli indagati. Proseguono le indagini per identificare altri soggetti.
Giovedì 21 Maggio 2015, 08:28 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 00:51

www.viterbonews24.it/news/possesso-...terbo_51879.htm
Possesso materiale pedopornografico,
fermato religioso che opera a Viterbo
Il sacerdote 68enne indagato anche per sfruttamento della prostituzione minorile
21/05/2015 - 22:05

VITERBO - Detenzione di materiale pedopornografico: sottoposto a fermo di polizia giudiziaria un frate che svolge il suo apostolato nelle parrocchie di Vallebona e Montecalvello, due piccole frazioni di Viterbo. Il sacerdote, è indagato anche per sfruttamento della prostituzione minorile nell'ambito dell'operazione ''Meeting Point'', condotta dalla Polfer di Roma e coordinata dalla Procura della Repubblica della Capitale, che ha smantellato una rete che adescava giovanissimi rom.

Il frate è stato bloccato ieri nei pressi di Fiumicino, a poca distanza dalla casa che fu dei genitori e dove da qualche tempo vive. Nel suo computer, secondo quanto si è appreso, gli agenti della Polfer che hanno eseguito un’accurata perquisizione, hanno scovato un'enorme quantità di materiale pedopornografico. Si parla di centinaia e centinaia di fotografie e filmati con minorenni, spesso adolescenti, in atteggiamento hard.

Stando alle voci raccolte negli ambienti investigativi, la procura di Roma avrebbe chiesto l'arresto del frate anche sfruttamento della prostituzione minorile. Durante le indagini, infatti, sarebbero stati raccolti pesanti indizi (si parla di alcuni filmati e dei numeri di un paio dei minori coinvolti nel giro) in grado di dimostrare che il 68enne avrebbe fatto parte dell'organizzazione che sfruttava la prostituzione minorile alla stazione Termini di Roma, adescando giavanissimi rom, sia femmine che maschi. Ma il Gip ha rigettato la richiesta.

Prima di essere trasferito a Fiumicino e di ricevere l'incarico a Viterbo, il religioso ristretto a Regina Coeli era in Calabria. Sarebbe stato allontanato perché avrebbe avuto delle attenzioni eccessive e sospette verso i minorenni. Nei tre anni che ha esercitato il suo apostolato a Vallebona e Montecalvello, dove si recava una volta la settimana, non avrebbe dato adito ad alcun sospetto. I parrocchiani lo ricordano come un uomo un po' irruento ma affabile.

Entro lunedì, il sacerdote sarà sottoposto all'interrogatorio di garanzia da parte del Gip, il quale dovrà decidere se convalidare l'arresto o rimetterlo in libertà.


Le vittime dell'organizzazione erano ragazzini rom tra i tredici e i diciassette anni. I clienti, uomini di mezza età tra i trentacinque e gli ottanta anni. Tra loro tanti viaggiatori di passaggio alla stazione Termini, lo scalo principale di Roma, compresi insospettabili professionisti.

I ragazzini si prostituivano nei pressi dei binari e vicino ai negozi della galleria. Anche di giorno. Per una manciata di euro, tra i dieci e i cinquanta, seguivano i clienti nei bagni della stazione e persino sui treni in sosta. Dietro di loro, è convinta la Procura di Roma e la Polfer, non c'era una vera e propria organizzazione. Ma un disgustoso passaparola tra i clienti, moltissimi habitué, che adescavano i ragazzini.

E' la drammatica storia di prostituzione minorile portata alla luce dall'operazione Meeting Point della polizia che ha fatto scattare le manette nei confronti di otto persone non solo nel Lazio, ma anche a Napoli, Chieti e Vigevano, dove sono state eseguite varie perquisizioni domiciliari.

Il punto d'incontro che ha dato il nome all'inchiesta è la stazione Termini di Roma, crocevia di migliaia di persone ogni giorno. Tra loro si celavano anche insospettabili passeggeri alla ricerca di sesso. Si facevano trovare nell'area delle scale mobili, dove attendevano i minori, poi si appartavano in albergo, nelle loro abitazioni, nei parchi ma anche nei bagni pubblici e a bordo dei treni fermi in stazione.

Per avere i contatti con i ragazzini bastava il passaparola, che in breve tempo aveva però messo in allerta gli uomini della polizia ferroviaria, insospettiti da uno strano viavai e da quegli incontri immortalati nelle telecamere di sorveglianza. Proprio dall'analisi dei telefonini dei minori gli agenti hanno avuto la certezza dei rapporti che ogni giorno si consumavano alla stazione, anche in pieno giorno.

I minorenni, in tutto una quindicina tra ragazzi e ragazze, venivano contattati dai ''clienti'' attraverso telefonate o sms. Ma quelli di ieri sono solo gli ultimi arresti effettuati ultimamente e non è escluso che attraverso le indagini si possa risalire anche ad altri ''clienti''. Nel corso dell'inchiesta, nei mesi scorsi, erano già finiti in manette un 59enne e un 79enne, colti in flagranza di reato mentre consumavano rapporti sessuali con i minori.

Nei prossimi giorni, intanto, la commissione parlamentare per l'Infanzia e l'adolescenza chiederà un'audizione con i funzionari della Polizia ferroviaria. ''Il reato di prostituzione minorile conferma che il fenomeno, anche per la sua particolare gravità e ripugnanza - ha commentato il vicepresidente, Sandra Zampa - va seguito con attenzione da parte delle istituzioni e, in particolare, da quanti hanno a cuore il futuro dei minori''.

www.iltempo.it/roma-capitale/cronac...ksEnabled=false
22/05/2015 06:04
Baby rom, sesso a 10 euro Tra i clienti anche un prete
Rapporti nei bagni di Termini. Nove arresti Il parroco aveva nel pc file pedo-pornografici



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Roma - Cronaca
«Ma senti, io ti volevo sentire. L’altro giorno so’ stato benissimo! Tu? Ti è piaciuto l’altro giorno?» chiede il cliente al ragazzino. «Come?» gli risponde il 13enne, quasi sovrappensiero. «Ti è piaciuto l’altro giorno a casa?», insiste l’uomo. «Sì..». «Sì poco o sì tanto?», incalza l’altro. «Certo che sì!» sbuffa spazientito il 13enne dall’altro capo della cornetta. «Ah. Certo che sì, va bene» – si tranquillizza il cliente, insicuro e pressante -. Vabbè, un bacio». La conversazione telefonica è solo una delle tante intercettate in un anno di indagini dalla Polizia Ferroviaria. La voce incerta, ansimante, vogliosa di conferme e risposte è quella di un cinquantanovenne padre di famiglia. L’altra, quella sbrigativa ed ermetica è di un minorenne rom: la parte forte, se così si può dire, in una relazione sporca, viscida e a pagamento tra un apparentemente inappuntabile commerciante romano ed il suo passatempo a poco prezzo, rimorchiato nello scalo ferroviario più importante della Capitale.
La merce in vendita è «fresca» e «fissa». Ragazzini rom, nel 90% dei casi maschi ma anche qualche femmina, tutti fra i 13 e i 17 anni comprati a buon prezzo fra i binari e le scale mobili della stazione Termini. Tra i clienti, di un’età compresa fra i 37 e gli 80 anni, perfino un parroco 68enne. Un prete residente a Fiumicino ma che celebrava messa in due Chiese di Viterbo, una a Villabona l’altra a Monte Calvello. Gli agenti della Polfer, che gli hanno perquisito casa, non hanno dovuto cercare chissà quanto: nel computer, tra omelie da recitare la domenica e preghiere da consigliare ai bambini pronti a fare la Comunione, una quantità spropositata di materiale pedopornografico: foto, filmini e dvd con protagonista spesso proprio lui, alle prese con la "vittima" di turno ricevuta nella sua abitazione. A stanare un giro di prostituzione minorile nello scalo ferroviario romano, i poliziotti agli ordini di Emanuele Fattori. «Termini meeting point», non a caso, il nome dell’attività di indagine durata un anno e ancora in corso. Un’operazione scattata dai normali servizi di controllo in stazione e che ha portato ad eseguire ben nove ordinanze di custodia cautelare fra i 17 indagati. Perquisizioni domiciliari e arresti sono stati eseguiti dall’estate scorsa a Roma, Rieti, Viterbo e Napoli grazie a centinaia di appostamenti, riprese delle telecamere di videosorveglianza e intercettazioni. Gli arrestati, uno dei quali è morto alla veneranda età di 80 anni prima che le indagini si concludessero, non costituivano un sodalizio. Semplicemente si conoscevano: operai, impiegati, commercianti italiani, uno solo di professione pr nelle discoteche è ecuadoregno. «Al binario 29, conosci il binario 29? – chiede uno ad un altro indagato – C’ho uno fisso che me vie’ con 10 euro e me lo tengo, hai capito. Anzi – gli dice – te volevo fa vedere chi era, almeno te lo facevi pure te». Dieci, venti, cinquanta euro al massimo per rapporti sessuali consumati «al minuto» nei vagoni dei treni a lunga sosta o nei bagni della stazione o dei negozi, nei parchi o più comodamente nelle abitazioni dei clienti disposti a pagare qualcosa in più. L’attività di prostituzione, d’altronde, paga molto di più di quella del mendicante, dello stalker da biglietteria o da borseggiatore con le «guardie» alle calcagna. Per questo l’indagine che avrebbe dovuto chiudersi velocemente tanto quanto si era aperta si è rivelata più difficile e lunga che mai: enorme il numero di minorenni pronti a vendersi dietro sguardi o ammiccamenti inconfondibili. Bastava passarsi la lingua rapidamente tra le labbra per farsi rimorchiare dall’uomo consenziente e pronto a pagare in contanti una prestazione spesso non più lunga di dieci minuti. «Io sto andando via perché ho appena fatto al binario 29 con un ragazzo che era qui alle scale mobili», racconta al cellulare un commerciante con moglie e figli a casa. Grazie al passaparola tra i clienti era sufficiente presentarsi nei pressi delle scale mobili, appunto, e aspettare la loro «merce» in arrivo dai binari della metropolitana. Nelle telefonate ascoltate dagli investigatori e dal pm a capo dell’indagine, la dottoressa Monteleone competente per i minori, anche i moniti di un cliente romano, preoccupato per i sempre più insistenti controlli fra i binari: «C’è un sacco di Polizia – dice trafelato ad un conoscente -. Se li so’ presi tutti e l’hanno portati tutti all’ufficio». «Ma veramente?» risponde l’altro. «Uh! Tanti in borgheseà tanti di qua, tanti di là». «Quindi non si fa più niente?», gli domanda l’uomo. «C’è stata la retata amò la retata c’è stata!». «Uhm! Quindi non si fa più niente, adesso». «No amò, c’è un sacco di controllo». Spaesati, affranti e improvvisamente abbandonati, come fossero bambini ai quali è stato tolto il giocattolo preferito: «Così rimaniamo proprio soli», commenta uno degli indagati dopo la chiusura della stazione ai piccoli rom senza biglietto.
Silvia Mancinelli

www.pressreader.com/italy/corriere-...359510/TextView

Corriere della Sera 22 maggio 2015

Ragazzini rom in vendita alla stazione, arrestato un prete
Giro di sesso con minorenni a Roma, 8 in carcere. Le prime denunce nel 2013, ma l’accusatore non fu creduto

Rinaldo Frignani Ilaria Sacchettoni


«Io sto andando via, perché ho appena finito al binario 29 con un ragazzo che era qui alle scale mobili...» Non era il solo, non era un caso. Giovanissimi rom, maschi e femmine, fra i 13 e i 17 anni, si vendevano fra i bagni, i sottopassi, le pensioni — perfino le scale mobili e i negozi — e anche i binari della stazione Termini a uomini di un’età fra i 35 e gli 80 anni per 10-50 euro.

L’ipotesi investigativa della procura e della Polfer ha portato ieri a eseguire otto arresti per prostituzione minorile. Le persone finite sul registro degli indagati sono in tutto 17. Tra gli arrestati c’è anche un sacerdote di 68 anni, parroco delle chiese di Vallebona e Montecalvello (Viterbo), ma residente a Fiumicino dove gli agenti della polizia ferroviaria gli hanno trovato moltissimo materiale pedopornografico. Un suo collaboratore e coinquilino, un quarantenne toscano, ex religioso già allontanato dalla Chiesa, è stato denunciato. Torna alla mente, allora, il racconto che don Patrizio Poggi fece ai carabinieri del Noe nel marzo 2013: mezze verità (subì un processo per calunnia) calate in una puntuale mappatura di luoghi e habitué di strade e locali «adiacenti alla stazione Termini».

Il procuratore aggiunto Maria Monteleone che coordina il pool dei reati sessuali (e che indagò su don Poggi) ha disposto approfondimenti sul giro di sesso a pagamento proprio in quelle strade. E non solo, per la verità. Perché, alla vigilia di un nuovo Giubileo, la degradatissima stazione Termini non è l’unico ritrovo che preoccupa le forze dell’ordine. Ce ne sono molti, comprese altre stazioni in centro. In quasi un anno di attività, con telecamere e intercettazioni, gli investigatori della Polfer hanno appurato che lo sfruttamento riguardava soprattutto adolescenti nomadi, quasi tutti provenienti dal campo di Aprilia (Latina), lo stesso finito al centro di indagini e arresti per borseggi, rapine — ai turisti alle biglietterie — e sfruttamento di mendicanti proprio a Termini.

Fra i colloqui captati dagli agenti anche questo, fra un indagato e un adolescente: «Ma senti, l’altro giorno so’ stato benissimo! Tu? Ti è piaciuto l’altro giorno?» chiede l’uomo, presunto cliente. «Sì» è la risposta del ragazzino. E ancora, lo incalza: «Sì, poco o tanto?». E il ragazzo: «Ma certo che sì», lo rassicura. «Ah certo che sì allora va bene, vabbè un bacio», chiude la conversazione il cliente. Fra gli arrestati — cinque presi a Roma, gli altri fra Vigevano (Pavia), Viterbo, Napoli e Chieti — ci sono commercianti e impiegati. Il giro di vite investigativo, avviato nei mesi scorsi, avrebbe reso più complicata la vita degli indagati che non facevano parte di una banda: «C’è un sacco di polizia mo’ se li so’ presi tutti e l’hanno portati tutti all’ufficio». Altrove gli indagati fanno riferimento alle tariffe: «Al binario 29, conosci il binario 29? C’ho uno fisso che me vie’ con 10 euro e me lo tengo, hai capito, anzi te volevo fa vede’ chi era, almeno te lo facevi pure te!».

www.huffingtonpost.it/2015/05/22/pr..._n_7419176.html

Prostituzione minorile a Roma Termini: don Dino, parroco nel viterbese, scriveva anche romanzi pornografici
Ansa
Pubblicato: 22/05/2015 10:41 CEST Aggiornato: 1 minuto fa
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Le vittime erano ragazzini rom tra i 13 e i 17 anni. I clienti uomini di mezza età, tra i 35 e gli 80 anni. Tra loro tanti viaggiatori di passaggio alla Stazione Termini, lo scalo principale di Roma, un professionista e anche un parroco 68enne di due chiese nel Viterbese. In casa del prete, don Dino, arrestato assieme ad altre sette persone, durante una perquisizione è stato trovato un archivio di pedopornografia: foto, video, file di ragazzini ritratti in atteggiamenti inequivocabili. Un altro dettaglio inquietante della storia, come racconta Repubblica, è che il prete, padre Placido Greco, scriveva anche racconti a sfondo sessuale sotto pseudonimo.

A sancire definitivamente lo sdoppiamento di personalità è lo pseudonimo di don Dino. Il prete infatti scriveva romanzi pornografici sotto il nome di Gabriele Doni. Gabriele, come il santo patrono dei bambini.

Ma non è l'unico religioso ad essere coinvolto nell'inchiesta. Un ex parroco, originario della Toscana, è stato infatti denunciato. L'uomo era stato allontanato dalla parrocchia di cui era titolare in seguito ad altri reati. I ragazzini si prostituivano anche nei pressi dei binari e vicino ai negozi della galleria. Anche di giorno. Per una manciata di euro, tra i 10 e i 50, seguivano i clienti nei bagni della stazione e persino sui treni in sosta. Dietro di loro, è convinta la Procura di Roma e la Polfer, non c'era una vera e propria organizzazione. Ma un disgustoso passaparola tra i clienti, moltissimi habituè, che adescavano i ragazzini. È la drammatica storia di prostituzione minorile portata alla luce dall'operazione Meeting Point della polizia che ha fatto scattare le manette nei confronti di otto persone non solo nel Lazio, ma anche a Napoli, Chieti e Vigevano, dove sono state eseguite anche le perquisizioni domiciliari.

Il punto d'incontro che ha dato il nome all'inchiesta è la stazione Termini di Roma, crocevia di migliaia di persone ogni giorno. Tra loro si celavano anche insospettabili passeggeri alla ricerca di sesso, tra cui anche un pr dei locali sul litorale, commercianti ed operai. Si facevano trovare nell'area delle scale mobili dove attendevano i minori, poi si appartavano in albergo, nelle loro abitazioni, nei parchi ma anche nei bagni pubblici e a bordo dei treni fermi in stazione. Per avere i contatti con i ragazzini era bastato il passaparola, che in breve tempo aveva però messo in allerta gli uomini della polizia ferroviaria, insospettiti da uno strano viavai e da quegli incontri immortalati nelle telecamere di sorveglianza. Proprio dall'analisi dei telefonini dei minori gli agenti hanno avuto la certezza dei rapporti che ogni giorno si consumavano alla stazione, anche in pieno giorno. I minorenni, in tutto una quindicina tra ragazzi e ragazze, venivano infatti contattati dai "clienti" attraverso telefonate o sms.

www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/ro...e/1368878.shtml

Roma Termini, nella prostituzione coinvolto anche un parroco: padre Placido adescava minori per 40 euro

di Lorenzo De Cicco
Dalle sue vittime si faceva chiamare il “Bambino”. Padre Placido Greco, detto Dino, il parroco di Vallebona fermato ieri dalla Polizia ferroviaria, adescava i ragazzini rom su via Giolitti, o vicino ai binari di Termini. Offriva più degli altri clienti. 40-50 euro per una prestazione sessuale consumata a casa sua, a Fiumicino, oppure a bordo dei treni fermi in stazione.
Nella parrocchia del Viterbese che gli era stata affidata tre anni fa, dopo alcuni problemi con la giustizia avuti in provincia di Cosenza, si faceva vedere solo la domenica. La sua vita nascosta era nella casa di Fiumicino. È qui che, secondo gli inquirenti, portava i baby prostituti. È qui che gli inquirenti hanno trovato oltre 1.700 immagini di materiale pedo-pornografico. E in alcuni scatti compare lo stesso sacerdote, in compagnia di quattro minorenni.

LE TARIFFE
Padre Dino offriva più degli altri clienti. A un ragazzo romeno di 16 anni ha dato 50 euro per un incontro a luci rosse nel suo appartamento. A un altro di 17 anni, sempre romeno, ne ha offerti 40, per un rapporto consumato a bordo di uno dei treni in sosta.
Gli altri frequentatori del giro, ai ragazzi di vita, davano molto meno. «C'ho uno fisso che me vie' con 10 euro e me lo tengo, hai capito, anzi te volevo fa vedere chi era, almeno ci andavi pure te!», dice un indagato a un altro cliente. Perché questi professionisti, pensionati, negozianti a caccia di sesso con i minorenni tra i binari di Termini spesso si conoscevano e si divertivano a parlare delle proprie prestazioni sessuali.
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Edited by pincopallino1 - 5/1/2023, 17:12
 
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www.webdiocesi.chiesacattolica.it/c...ggio%202015.pdf

NOTA DELLA CURIA VESCOVILE DI VITERBO DEL 22 MAGGIO 2015

Nell’ambito dell’operazione Meeting Point condotta dalla Procura di Roma e dalla Polizia Ferroviaria è stato arrestato un religioso originario di Roma e lì residente, appartenente alla Congregazione dei Figli di Maria Immacolata, che da alcuni anni prestava servizio domenicale in due piccole comunità parrocchiali della Diocesi di Viterbo.

La notizia – comunicata al Vescovo nella serata di ieri 21 maggio 2015 – provoca sconcerto e profondo dolore, vista la gravità dell’accusa e dei fatti al religioso addebitati.

Alla vicinanza e alla solidarietà nei confronti di tutte le persone che risultassero vittime dei reati contestati, si unisce la richiesta di perdono, insieme all’impegno di collaborazione piena con la Magistratura, affinché sulla vicenda sia fatta chiarezza rapida e completa.

Per quanto di competenza del Vescovo diocesano, procederà lo stesso a compiere tutti i passi prevista in materia dalla normativa canonica.

Vicinanza particolare va alla Congregazione Religiosa dei Figli di Maria Immacolata cui il Religioso appartiene ed anche ai cari fedeli delle due comunità parrocchiali dove il religioso da Roma si recava settimanalmente per la Celebrazione Eucaristica domenicale: la grazia del Signore illumini e conforti tutti, sostenga il cammino generoso fin qui compiuto, accompagni i passi di ognuno verso una vita sempre più conforme al Vangelo.

La comunità cristiana non dimentica neppure il religioso raggiunto dalle gravi accuse, consapevole che, pur nell’errore più grande – che va condannato e punito sempre e comunque qualora venga definitivamente accertata la fondatezza del reato ascrittogli – anessuno è negata la misericordia di Dio e la possibilità di redimersi e cambiare vita.

La preghiera, infine, si rivolge ancora al Signore per tutte le vittime perché sentano
forte da parte di tutti, a cominciare dalla comunità ecclesiale, l’impegno chiaro e coraggioso affinché ogni persona, specialmente quelle più deboli e vulnerabili, siano sempre difese e tutelate.

Don Luigi Fabbri,
Vicario Generale

www.smausiliatrice.it/wp-content/uploads/2012/10/2005_12.pdf

Passano i giorni e notiamo un'altra presenza: un sacerdote alto, robusto, con voce stentorea è p. Dino Greco. Altro religioso della Congregazione proveniente da Fiumicino ed assegnato alla nostra parrocchia con il compito di collaboratore.

http://web.tiscali.it/fsmi_mgiovanile/mov/html/smaria.htm

S. Maria Madre della Divina Provvidenza
Isola Sacra - Fiumicino
LA STORIA

Diversi sono stati i collaboratori che si sono succeduti in questi anni: P. Ridolfi Luigi, P. Ghirighini Antonio, P.Imperi Quirino, P. Franco Cervar, P. Dino Greco e l'attuale P. Michele Tomaiuolo,
 
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http://www.blitzquotidiano.it/photogallery...rafico-2191797/

Don Dino, l’orco di Roma Termini: parroco e scrittore pedopornografico

Pubblicato il 22 maggio 2015 11:44 | Ultimo aggiornamento: 22 maggio 2015 11:46
di redazione Blitz
Don Dino, l'orco di Roma Termini: parroco e scrittore pedopornografico

Don Dino, l’orco di Roma Termini: parroco e scrittore pedopornografico

ROMA – La domenica diceva messa nella parrocchia di Montecalvello, vicino Viterbo. Il resto della settimana, nel segreto di una stanza nella sua casa a Fiumicino, scriveva romanzi pedopornografici. Lui è padre Placido Greco, ma tutti lo conoscono col nome di Don Dino: è lui il parroco di 68 anni arrestato giovedì sera nell’ambito dell’inchiesta sul terrificante giro di prostituzione minorile alla stazione Termini di Roma. Ragazzini di 13 e 17 anni costretti a vendersi per una manciata di euro tra i binari, con orchi tra i 35 e gli 80 anni.

Quando gli uomini della polizia ferroviaria si sono recati a casa di Don Dino per perquisirla hanno trovato l’impensabile. Da un lato la dimora di un uomo di chiesa, con decine di santini, sacre scritture e libri di teologia. Dall’altra una stanza a luci rosse con foto hard e gadget pornografici. Sul suo computer c’erano migliaia di foto pedopornografiche. E non erano certo immagini scaricate da internet, ma autoprodotte e meticolosamente schedate per nome, età e tipo di prestazione delle piccole vittime. A completare il quadro ci sono anche quei romanzi per adulti, pubblicati sotto lo pseudonimo di Gabriele Doni.

A Viterbo nessun sospetto, nessuna avvisaglia, raccontano all’indomani del suo arresto i religiosi della diocesi: “Lo conoscevamo ma lo vedevamo solo nel fine settimana. Fa parte della congregazione dei figli di Santa Maria Immacolata ed era sempre a Roma per assistere la mamma malata”. Una personalità doppia e tripla: nessuno poteva mai immaginare che Don Dino fosse uno degli 0rchi di Termini, lo scrittore perverso e anche il figlio amorevole sempre al capezzale della vecchia madre malata. Non lo immaginavano soprattutto le decine di madri e padri di Montecalvello che ora pregano che quei bambini finiti sul suo pc non siano i loro.
 
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http://www.etrurianews.it/cronaca-blog/528...rnografici.html

Roma Termini: don Dino, parroco nel viterbese, scriveva anche romanzi pornografici

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Categoria: Cronache
Pubblicato Venerdì, 22 Maggio 2015 11:31
Scritto da Piggi

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Padre Placido Greco (questo il vero nome del prete pedofilo) offriva più degli altri e dalle sue vittime si faceva chiamare Bambino

In casa del prete, don Dino, arrestato assieme ad altre sette persone, durante una perquisizione è stato trovato un archivio di pedopornografia: foto, video, file di ragazzini ritratti in atteggiamenti inequivocabili. Un altro dettaglio inquietante della storia, come racconta Repubblica, è che il prete, padre Placido Greco, scriveva anche racconti a sfondo sessuale sotto pseudonimo.

Parroco a Vallebona e Montecalvello (si trova a 5 chilometri da Grotte Santo Stefano ma è frazione di Viterbo), scrittore porno, già trasferito da Cosenza dopo alcuni problemi con la giustizia.

A sancire definitivamente lo sdoppiamento di personalità è lo pseudonimo di don Dino. Il prete infatti scriveva romanzi pornografici sotto il nome di Gabriele Doni. Gabriele, come il santo patrono dei bambini.

Ma non è l'unico religioso ad essere coinvolto nell'inchiesta. Un ex parroco, originario della Toscana, è stato infatti denunciato. L'uomo era stato allontanato dalla parrocchia di cui era titolare in seguito ad altri reati. I ragazzini si prostituivano anche nei pressi dei binari e vicino ai negozi della galleria.

Anche di giorno. Per una manciata di euro, tra i 10 e i 50, seguivano i clienti nei bagni della stazione e persino sui treni in sosta. Dietro di loro, è convinta la Procura di Roma e la Polfer, non c'era una vera e propria organizzazione.

Ma un disgustoso passaparola tra i clienti, moltissimi habituè, che adescavano i ragazzini. Per avere i contatti con i ragazzini era bastato il passaparola, che in breve tempo aveva però messo in allerta gli uomini della polizia ferroviaria, insospettiti da uno strano viavai e da quegli incontri immortalati nelle telecamere di sorveglianza.

Proprio dall'analisi dei telefonini dei minori gli agenti hanno avuto la certezza dei rapporti che ogni giorno si consumavano alla stazione, anche in pieno giorno.

I minorenni, in tutto una quindicina tra ragazzi e ragazze, venivano infatti contattati dai "clienti" attraverso telefonate o sms.

«Ma senti, io ti volevo sentire. L’altro giorno so’ stato benissimo! Tu? Ti è piaciuto l’altro giorno?» chiede il cliente al ragazzino. «Come?» gli risponde il 13enne, quasi sovrappensiero. «Ti è piaciuto l’altro giorno a casa?», insiste l’uomo. «Sì..». «Sì poco o sì tanto?», incalza l’altro. «Certo che sì!» sbuffa spazientito il 13enne dall’altro capo della cornetta. «Ah. Certo che sì, va bene» – si tranquillizza il cliente, insicuro e pressante -. Vabbè, un bacio».

«C’è un sacco di Polizia – dice trafelato ad un conoscente -. Se li so’ presi tutti e l’hanno portati tutti all’ufficio».

«Ma veramente?» risponde l’altro. «Uh! Tanti in borgheseà tanti di qua, tanti di là». «Quindi non si fa più niente?», gli domanda l’uomo. «C’è stata la retata amò la retata c’è stata!». «Uhm! Quindi non si fa più niente, adesso». «No amò, c’è un sacco di controllo».

Spaesati, affranti e improvvisamente abbandonati, come fossero bambini ai quali è stato tolto il giocattolo preferito: «Così rimaniamo proprio soli», commenta uno degli indagati dopo la chiusura della stazione ai piccoli rom senza biglietto.

Dalle sue vittime si faceva chiamare il “Bambino”.

Padre Placido Greco, detto Dino, il parroco di Vallebona fermato ieri dalla Polizia ferroviaria, adescava i ragazzini rom su via Giolitti, o vicino ai binari di Termini. Offriva più degli altri clienti. 40-50 euro per una prestazione sessuale consumata a casa sua, a Fiumicino, oppure a bordo dei treni fermi in stazione.

Nella parrocchia del Viterbese che gli era stata affidata tre anni fa, dopo alcuni problemi con la giustizia avuti in provincia di Cosenza, si faceva vedere solo la domenica.

La sua vita nascosta era nella casa di Fiumicino. È qui che, secondo gli inquirenti, portava i baby prostituti. È qui che gli inquirenti hanno trovato oltre 1.700 immagini di materiale pedo-pornografico. E in alcuni scatti compare lo stesso sacerdote, in compagnia di quattro minorenni.

LE TARIFFE

Padre Dino offriva più degli altri clienti. A un ragazzo romeno di 16 anni ha dato 50 euro per un incontro a luci rosse nel suo appartamento.

A un altro di 17 anni, sempre romeno, ne ha offerti 40, per un rapporto consumato a bordo di uno dei treni in sosta. Gli altri frequentatori del giro, ai ragazzi di vita, davano molto meno. «C'ho uno fisso che me vie' con 10 euro e me lo tengo, hai capito, anzi te volevo fa vedere chi era, almeno ci andavi pure te!», dice un indagato a un altro cliente. Perché questi professionisti, pensionati, negozianti a caccia di sesso con i minorenni tra i binari di Termini spesso si conoscevano e si divertivano a parlare delle proprie prestazioni sessuali.
 
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http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15...479d580d7.shtml

VERBALI DELL’INCHIESTA
Prostituzione minorile, il racconto choc: «Pagati per fare sesso
nei bagni di un bar a Termini»
Le testimonianze dei giovanissimi coinvolti nel giro di sfruttamento nella zona della stazione: «Ci davano fra i 20 e i 50 euro ogni volta»
di Ilaria Sacchettoni


«Frequento quotidianamente la stazione Termini, in quanto mi procuro il denaro necessario al mio sostentamento, offrendo ai clienti dello scalo aiuto per l’acquisto dei biglietti presso le biglietterie automatiche. Prima di compiere i diciotto anni, cioè quattro mesi fa, mi è capitato di essere quasi sempre nei pressi dell’uscita da voi citata (il binario 29, dove, secondo gli investigatori, sarebbe avvenuta la maggior parte degli incontri sessuali, ndr) con diversi uomini che frequentano la stazione ferroviaria e che so essere omosessuali. Con alcuni di loro avuto rapporti sessuali a pagamento, tra i 20 e i 30 euro». Così ha detto il ragazzo, uno zingaro del campo nomadi di Aprilia, ascoltato nel corso di un’audizione protetta in Procura.

Nelle viscere della stazione: «Poi lui mi ha fatto fare la doccia»
Sotto la perpetua rotazione commerciale, Termini, resta un luogo di precarietà inquietante. La confessione dell’adolescente (e quella di altri, ragazzini fra i 13 e 17 anni d’età) è confluita nell’ordinanza del giudice che, giovedì scorso, ha portato all’arresto di otto persone per reati sessuali nei confronti di minori. Si tratta di fatti avvenuti tra il 2012 e il 2014 fra via Giolitti e piazza dei Cinquecento e, spesso, proprio nelle viscere di Termini, fra sottopassi e bagni pubblici, tra corridoi e gallerie, di binario in binario. Le telecamere installate hanno aiutato la polizia ferroviaria a identificare le persone coinvolte. Agli atti dell’inchiesta ci sono foto, filmati e intercettazioni telefoniche. Nei prossimi giorni si svolgeranno gli interrogatori di garanzia, mentre uno dei difensori, l’avvocato Gianluca Nicolini, annuncia che ricorrerà al tribunale del riesame per la scarcerazione del suo cliente. Parlando di un habitué, uno tra quelli che si prostituivano, ha raccontato di un incontro: «Poi lui mi ha fatto fare la doccia, siamo usciti, siamo andati in un ristorante e dopo sono andato al treno e sono andato a casa. Sono andato una sola volta con lui, siamo andati con la moto ad Albano. Questo signore si faceva chiamare Stefano. Questi clienti, ecco, alcuni sono dei Castelli».



Sesso con un adolescente vicino al Mc Donald’s di via Giolitti

Un altro ancora, stavolta più piccolo, racconta i rapporti sessuali avuti con il sessantaduenne arrestato. Recidivo, l’uomo, ha già scontato tre settimane per un’altra violenza, solo pochi mesi fa: «Una volta l’ho avuto anch’io un rapporto con lui. È successo quest’ estate dentro il bagno del bar che si trova accanto al McDonald di via Giolitti, il bagno si trova nel piano interrato del bar lui mi ha chiesto di fargli... alla fine mi ha dato 25 euro».
Prete e scrittore porno: «Ci dava anche 50 euro a volta»
Tra gli arrestati c’è anche un sacerdote. Il parroco delle chiese viterbesi di Vallebona e Montecalvello, P.G. In casa, oltre a 1700 foto hard di minori, gli agenti hanno trovato libri erotici scritti sotto lo pseudonimo di Gabriele Doni. Una delle vittime ha raccontato: «In stazione gira sulla scala mobile, sul binario per Fiumicino, è venuto davanti al Mc Donald’s con la macchina, siamo andati a mangiare e dopo sono andato a casa con lui». Sempre secondo la stessa testimonianza, il parroco pagava «quaranta o cinquanta euro» ogni volta.

«Si prostituivano anche nella Basilica»
Ma non è l’unico, secondo una delle testimonianze agli atti delle indagini, quella di una donna che si prostituiva in zona: «È un prete che due o tre anni fa lavorava presso la chiesa Santa Maria degli Angeli in Piazza della Repubblica - a riguardo sono certa delle mie affermazioni in quanto all’epoca lavoravo ancora come meretrice proprio zona della citata Piazza della Repubblica - e, in alcune occasioni, la sera, ho notato lo stesso che faceva entrare dei ragazzini romeni da un’entrata secondaria della struttura. Poi, scambiando qualche parola con uno di quei ragazzini, ho appreso che quell’uomo lì pagava 20 euro per consumare rapporti sessuali» ha raccontato. In un caso è emerso che uno dei testimoni, un nomade dei campi fuori città, aveva mentito. E qui, secondo l’ordinanza «in base anche a quanto si è potuto accertare dalle obiezioni del minore la sua cultura non accetta l’omosessualità, per cui i minori temono di dimostrare veri e propri rapporti consolidati di tale tipologia per non essere additati come le gay nel gruppo di appartenenza».

23 maggio 2015 | 07:29
 
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Roma, così il parroco adescava i giovani rom: «Mi diceva: se ci stai, soldi e vacanze»
PLAY FOTO

Prostituzione a Termini, l'arresto del parroco coinvolto (foto di Massimo Barsoum - Toiati)
Pedofilia, ex parroco Casalborsetti non è più prete: dispensa del Vaticano... Cagliari, abusi sessuali su quattro adolescenti: l'ex parroco finisce in carcere Prostituzione a Termini, l'arresto del parroco coinvolto (foto di Massimo Barsoum -... Roma Termini, nella prostituzione coinvolto anche un parroco: padre Placido adescava... Roma, adescavano minori alla Stazione Termini e li convincevano a prostituirsi: 8 arresti... Parroco adescava ragazzini tramite Facebook e poi li molestava: arrestato Pedofilia, ex parroco Casalborsetti non è più prete: dispensa del Vaticano... Cagliari, abusi sessuali su quattro adolescenti: l'ex parroco finisce in carcere Prostituzione a Termini, l'arresto del parroco coinvolto (foto di Massimo Barsoum -... Roma Termini, nella prostituzione coinvolto anche un parroco: padre Placido adescava... Roma, adescavano minori alla Stazione Termini e li convincevano a prostituirsi: 8 arresti...
di Michela Allegri e Adelaide Pierucci
La camicia infilata dentro ai pantaloni, un borsello a tracolla, i capelli bianchi e lo sguardo gentile. Si presentava così, all'ingresso della stazione Termini, dal lato di via Giolitti, don Dino, 68 anni, ministro di culto in due parrocchie in provincia di Viterbo. Scambiava qualche parola con i giovanissimi che affollano i lati della strada, poi si appartava con loro. Don Dino, al secolo Placido Greco, non era lì per fare del bene: gli interrogatori dei due ragazzini rumeni che è accusato di aver adescato parlano chiaro. Le immagini registrate dagli agenti della Polfer sono nitide.

LA VACANZA Lo si vede abbordare, sorridere, allontanarsi accompagnato. «Una volta mi ha chiesto di andare in vacanza con lui», racconta un sedicenne, la prima vittima dal prelato. «Mi piacevano le macchine, lui ha detto di averne tante, mi ha fatto fare un giro sulla sua», dice invece un diciassettenne. È stato proprio uno dei minori a riconoscerlo, in fotografia, ascoltato dagli inquirenti. «In stazione gira sulla scala mobile, sul binario per Fiumicino... è venuto davanti al Mc Donald's con la macchina, siamo andati a mangiare e dopo sono andato a casa con lui... ho lavato un po' le mani, siamo andati a letto e sono andato via».

Un racconto freddo, a tratti agghiacciante: «E' successo tre volte, a casa, una volta al bagno del treno sul binario 29, una volta al bagno del binario 16... mi dava 40 o 50 euro».
Le dichiarazioni del minore sono state riscontrate - scrive il gip Chiara Giammarco nell'ordinanza: «Pur non essendo un assiduo frequentatore dello scalo ferroviario, saltuariamente Greco vi giunge e prende contatti con i giovani che trova sul posto». È stato contattando l'anagrafe del comune di Fiumicino, dove Greco risiede, che gli agenti hanno fatto la scoperta: accanto alla dicitura "professione" c'era scritto: «Ministro di culto». Controllando gli indirizzi forniti da uno dei minori, gli inquirenti si sono ritrovati di fronte all'ingresso di una parrocchia. Inizialmente la Procura aveva chiesto l'arresto, ma il gip aveva respinto l'istanza. Dagli accertamenti, poi, è emerso che don Dino nel tempo libero scriveva libri erotici, e nel computer custodiva un archivio di fotografie pedopornografiche. E il parroco è finito in manette. Ad aggravare la sua posizione, le dichiarazioni di un altro ragazzino, un diciassettenne.
 
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www.tusciaweb.eu/2015/05/sequestrato-racconto-bimbi-9-anni/

Operazione Meeting Point - Salgono a dieci le vittime del parroco di Montecalvello e Vallebona - Convalidato l'arresto
Sequestrato a don Dino un racconto d’incontri con bimbo di 9 anni

Viterbo - Sequestrato a don Dino un racconto che narra storie d’incontri con bambini di 9 anni. Storie che somigliano molto agli incontri reali del sacerdote con minorenni per fare sesso. Incontri che lo hanno fatto arrestare.

Il prete viterbese, parroco di Vallebona e Montecalvello, avrebbe giustificato la cosa, agli inquirenti, sostenendo che in quei racconti ”non c’è nulla di vero, e quelle pagine contengono solo velleità artistiche”. I magistrati, infatti, avrebbero chiesto al parroco come mai, tra i file del suo computer, oltre a un archivio poderoso di fotografie illegali e alle copie dei suoi romanzi erotici, ci fosse pure il racconto d’incontri con bambini.

Don Dino, al secolo Placido Greco, è accusato di detenzione di materiale pedopornografico e di prostituzione minorile, per aver avuto rapporti con adolescenti che avrebbe adescato alla stazione Termini.

Salgono a dieci i ragazzini con cui il prete si sarebbe incontrato per avere rapporti sessuali. Inizialmente si pensava fossero solo due.

Il gip Chiara Giammarco, intanto, ha convalidato l’arresto del prete come richiesto dal procuratore aggiunto Maria Monteleone e dal pm Cristiana Macchiusi.

Respinta la richiesta dell’avvocato di don Dino, Sergio Ruperto, dei domiciliari per il suo assistito. Anche perché il sacerdote ha respinto tutte le accuse e non ha collaborato. A suo carico, però, ci sarebbero, hanno spiegato gli investigatori, “intercettazioni, filmati e fotografie”.

L’inchiesta condotta per due anni dagli agenti della Polfer ha portato a 17 indagati, nove dei quali agli arresti. Tra questi un ex sacerdote, Luca Galleschi, che avrebbe frequentato la casa romana di Placido Greco. Come dire un vero e proprio giro di uomini di chiesa che si dedicavano alla prostituzione minorile.

Edited by GalileoGalilei - 29/5/2015, 16:20
 
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http://www.francescalagatta.it/larresto-di...e-praia-a-mare/

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L’ARRESTO DI PADRE DINO SCONVOLGE PRAIA A MARE

Postato il 24 maggio 2015 da Francesca Lagatta
L’ARRESTO DI PADRE DINO SCONVOLGE PRAIA A MARE

L’UOMO, TROVATO IN POSSESSO DI MATERIALE PEDOPORNOGRAFICO, È COINVOLTO IN UN GIRO DI PROSTITUZIONE MINORILE

“Una notizia un po’ originale non ha bisogno di alcun giornale, come una freccia dall’arco scocca, vola veloce di bocca in bocca”, cantava Fabrizio De Andrè nella sua intramontabile Bocca di Rosa. E così è successo tre giorni fa, a Praia a Mare, incantevole cittadina dell’alto Tirreno cosentino, la cui quiete è stata turbata dalla notizia dell’arresto di padre Dino, all’anagrafe Placido Greco, che ora si faceva chiamare nelle sue due parrocchie viterbesi don Dino. O Gabriele Doni, hanno fatto sapere gli inquirenti, quando firmava i suoi numerosi romanzi pornografici. Come Santo Gabriele, protettore dei bambini. Due personalità, le sue, impossibilitate a coesistere per sempre in un solo corpo senza che nessuno se ne accorgesse.

E d’altronde la sua casa ne era la tragica dimostrazione. Da un lato la Bibbia, i libri sacri, i Gesù Cristo sparsi in ogni dove per dare una parvenza di spiritualità che forse non gli appartiene, dall’altra lo scrittoio per i suoi racconti a luci rosse e un computer contenente circa 1700 immagini pedopornografiche per le quali, a sentir parlare la Polizia, non potrà essere assolto nemmeno davanti alla misericordia di Dio. Ragazzini rigorosamente di età compresa tra i 13 e i 17 anni, ritratti in atteggiamenti inequivocabili proprio in compagnia dello sciagurato uomo di chiesa.

A questo gli inquirenti sono arrivati dopo aver avviato un’indagine per un grosso giro di prostituzione minorile messo in piedi da numerosi clienti di ogni ceto sociale e di ogni età. C’erano pure gli arzilli ottantenni a sfruttare sessualmente dei ragazzini, forse indifesi, forse bisognosi di quei 10 euro che i loro aguzzini elargivano per le prestazioni consumate negli scantinati della stazione Termini o nei bagni dei treni fermi in stazione. Ma si arrivava anche a 50 e pare proprio che a pagare di più fosse proprio don Dino. Lui sì che poteva permetterselo: le perpetue che si lavano la coscienza a suon di offerte domenicali sono un vero toccasana per chi nasconde un’anima sporca sotto un abito talare.

Molti, tre giorni fa, sembravano cascare dalle nuvole. In quasi vent’anni di attività ecclesiastica esercitata nella città dell’isola di Dino, pare che nessuno si sia mai accorto dell’anima nera di quell’uomo. In realtà le cose non stanno così, c’è chi sapeva allora e chi sa ancora adesso ma non lo dice. Preferisce far finta di meravigliarsi. Nei piccoli paesi succede sempre così.

La permanenza di Padre Dino a Praia a Mare non è mai stata calma e tranquilla. Tutt’altro. Aveva occhi azzurri e capelli biondi, un’inflessione romana anche se era originario della Sicilia. Era alto e imponente, era un uomo molto bello, e tante di quelle che ora si scandalizzano sono le stesse che sedevano in prima fila la domenica mattina con le mani giunte al petto e pronunciavano i Padre Nostro estasiate. Nella casa canonica arrivavano mazzi di rose e lettere, e qualcuna, si sussurra, aveva anche messo in discussione la propria famiglia per la passione per il Padre Ralph di casa nostra.

Aveva radunato tanti ragazzi nella parrocchia togliendoli dalle strade, ma ricordo ancora i racconti di allora, 15 anni fa, quando i ragazzini parlavano con entusiasmo di quel prete che, anziché le Sacre Scritture, faceva conoscere loro il mondo dell’hard con i video proiettati nelle sere noiose degli inverni praiesi. Un prete troppo avanti, si diceva, tutti gli volevano bene, tutti meno quelli a cui ha rovinato l’infanzia e l’adolescenza con la sua arroganza. Rimproveri urlati dal pulpito ai ritardatari, a chi rimaneva in fondo alla chiesa, insulti e bugie ai genitori dei suoi alunni della scuola media statale nella quale insegnava, che spesso faceva sentire una nullità. Molti di questi ragazzi, oggi adulti e realizzati, hanno festeggiato e ringraziato la Madonna della Grotta per l’epilogo toccato a quell’uomo che ha fatto odiare loro preghiere e santi.

Poi improvvisamente andò via. L’hanno trasferito, si disse in paese, come succede normalmente alla maggior parte dei preti. Niente di più falso. Andò via per le stesse accuse di oggi e lo sapevano tutti. Si fecero anche i nomi di alcuni ragazzini che si erano accorti di certe attenzioni, anche se non si parlò mai di abusi. Il paese è troppo piccolo per vivere con un macigno del genere addosso e si cercò in ogni modo di smorzare le polemiche e far dimenticare in fretta ogni illazione. Ci riuscirono, chi l’aveva conosciuto pensò che fosse arrogante sì, ma non un pedofilo. Non poteva essere. Invece lo era, stando a quanto riferisce la Procura di Viterbo, ed ora, insieme allo sgomento, rimane un’unica e angosciosa domanda: anche 15 anni fa l’orco (presunto, come ci obbliga a dire il garantismo) usò violenza su qualcuno dei tanti ragazzini che l’adoravano e lo seguivano passo passo mentre lui faceva finta di volere bene a loro e alle loro mamme?

Di Francesca Lagatta

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http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/05/...azzi-115266798/

Baby-prostituti a Termini, indagini su un terzo prete. I pm: contatti con ragazzi
Il religioso è stato fermato in compagnia di un diciottenne in un hotel

di GIUSEPPE SCARPA
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26 maggio 2015



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Baby-prostituti a Termini, indagini su un terzo prete. I pm: contatti con ragazziSesso a pagamento, c'è un terzo prete che alla stazione Termini andava a caccia di giovani rom. Non ci sono solo Don Dino (Greco Placido) e Luca Galleschi finiti indagati rispettivamente per atti sessuali con minori, pedopornografia e tentativo di prostituzione minorile. La posizione del terzo sacerdote, si tratta di un sudamericano, è al momento al vaglio della procura. Il ministro di culto infatti è stato fermato, nei giorni scorsi, con un ragazzo rom appena 18enne mentre si dirigeva in un hotel per consumare un rapporto dietro compenso. Il punto, ed è questo che i magistrati di piazzale Clodio vogliono chiarire, è se l'uomo abbia abusato di minori, fatto questo che costituisce reato.

Il ragazzo col quale il sacerdote è stato pizzicato dalla polfer, era diventato maggiorenne da poco, ed è il fratello di un adolescente che si prostituisce alla stazione Termini. Inoltre i pm hanno scoperto che sul cellulare del prete c'erano alcune chiamate e sms inviati a dei minorenni rom che vendono il loro corpo tra i binari del principale scalo ferroviario della capitale. Tutti elementi che fanno immaginare il peggio, ma sui quali ancora non c'è una prova certa tale da spingere i pm ad iscriverlo nel registro degli indagati come è avvenuto invece per Galleschi e Greco.

Per quest'ultimo, meglio conosciuto come Don Dino, intanto proseguono le indagini. Oltre ai rapporti con almeno due rom minorenni, per il quale è finito a Regina Coeli, il religioso ha stravolto le sacre scritture scrivendo la Bibbia dei "pedofili". Il sacerdote ha manipolato interi versi accompagnandoli con foto porno delle vittime delle sue perversioni. E più la procura indaga, più viene a galla un passato torbido del prete con frequentazioni di minori che potrebbero risalire sino a 10 anni fa. Gli inquirenti lo deducono anche da un archivio con 1700 foto, sempre di minori in pose oscene, scoperto a casa del prete. Scatti di adolescenti non solo rom ma anche ragazzi di colore e forse degli italiani. E la cosa fa supporre, a chi indaga, che Don Dino possa aver avuto rapporti anche con altri ragazzini oltre i due minori adolescenti alla stazione Termini.

http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/pe...e/1375780.shtml

Pedofilia, il sacerdote arrestato: «Erano provini per film a luci rosse. E c'era anche la Bibbia in chiave erotica»

Roma Termini, nella prostituzione coinvolto anche un parroco: padre Placido adescava... Parroco adescava ragazzini tramite Facebook e poi li molestava: arrestato Roma, dieci ragazzi vittime del prete pedofilo: convalidato l'arresto per Don Placido Roma, così il parroco adescava i giovani rom: «Mi diceva: se ci stai, soldi... Cagliari, abusi sessuali su quattro adolescenti: l'ex parroco finisce in carcere Ex sacerdote arrestato per pedofilia a Foggia, perquisizioni anche a... Roma Termini, nella prostituzione coinvolto anche un parroco: padre Placido adescava... Parroco adescava ragazzini tramite Facebook e poi li molestava: arrestato Roma, dieci ragazzi vittime del prete pedofilo: convalidato l'arresto per Don Placido Roma, così il parroco adescava i giovani rom: «Mi diceva: se ci stai, soldi... Cagliari, abusi sessuali su quattro adolescenti: l'ex parroco finisce in carcere
di Michela Allegri e Adelaide Pierucci
Fotografava adolescenti senza veli per avviarli al cinema hard. Si era improvvisato agente cinematografico a luci rosse, don Dino, al secolo Placido Greco, il prete di Fiumicino finito in carcere per pedopornografia e prostituzione minorile, nell'inchiesta su un giro di baby gigolò con base a Termini che ha portato all'esecuzione di una decina di misure cautelari. «Si era sparsa la voce che ero bravo a scattare foto di nudi - avrebbe ammesso il sacerdote durante l'interrogatorio di garanzia - Così diversi ragazzini mi hanno chiesto di realizzare dei book per sfondare nel cinema erotico. Mi sono prestato, credendo di aiutarli. Ma non mi sono mai spinto oltre, non ho mai sfiorato un bambino. Mai pagato nessuno, neanche per le foto».
Gli agenti della Polfer di Roma Termini, diretti da Emanuele Fattori, che hanno arrestato il sacerdote in flagranza di reato proprio per quella mole di foto illegali custodite in un archivio del computer, hanno contato almeno 1.700 scatti compromettenti. In alcuni casi le vittime sono state riprese ad età diverse, dai 15 anni fino alla maggiore età, mentre compivano atti sessuali. L'avvocato che assiste don Dino, Sergio Ruperto, a breve presenterà istanza al Riesame puntando alla scarcerazione. Il parroco, infatti, è molto provato, ed è preoccupato per le condizioni di salute dell'anziana madre. L'inchiesta, però, è ancora ai primi passi. In casa di padre Greco sono stati trovati circa 40mila file, che sono ora al vaglio della Polizia Postale, su delega del pm Cristiana Macchiusi e dell'aggiunto Maria Monteleone.
LA BIBBIA
Intanto, sta emergendo la doppia personalità del prete. Alle messe dietro all’altare fanno da contrappeso i dossier di foto pedopornografiche. Dopo le omelie don Dino incontrava di nascosto baby gigolò minorenni, ragazzini rom squattrinati pronti a vendersi per pochi euro. L'indagato aveva anche velleità artistiche: scriveva libri a luci rosse sotto pseudonimo. Aveva addirittura ripensato la Bibbia in chiave erotica: al posto dei 12 apostoli, comparivano altrettanti ragazzini deviati. La sua posizione giudiziaria nel frattempo si è aggravata: inizialmente, gli inquirenti lo accusavano di essersi intrattenuto solo con due minori, ma dagli accertamenti è emerso che avrebbe avvicinato almeno una decina di giovanissimi. D'altronde, l'inchiesta va avanti da quasi 2 anni. Gli indagati sono 17, in 9 sono stati sottoposti a misura. Il decimo, un ottantenne, è morto qualche giorno prima della notifica dell’ordine d’arresto.

LA DIFESA
«Padre Placido andava alla stazione per fare beneficenza, non è un pedofilo. Le foto? Non sapeva fossero minorenni». A Radio Cusano Campus parla Sergio Ruperto, legale di Placido Greco, alias don Dino, prete accusato di prostituzione minorile e pedopornografia, arrestato nell'inchiesta sui minorenni che si vendevano alla stazione Termini di Roma.

«Ci andava a cogliere il suo sacerdozio, per fare beneficenza e aiutare i barboni - ha detto l'avvocato di don Dino -. Per quanto riguarda le foto, ha sostenuto che la prima volta era andato da lui un ragazzino a pregarlo di fargli delle foto che gli servivano per partecipare a un film porno. Il ragazzo era minorenne, ma lui non lo sapeva. Ha detto che a quell'età, 17-18 anni, è complicato capire se uno è minorenne. Dopo è partito un passaparola tra i ragazzi e in tanti sono andati da lui a farsi fare queste foto». A proposito della Bibbia a luci rosse che il sacerdote avrebbe scritto, l'avvocato ha risposto: «Non ha mai scritto una Bibbia, ha scritto alcune pagine a forma di romanzo. A luci rosse? Non lo so, scrivere era una sua passione. Ma il mio assistito nega fermamente di essere un pedofilo e sostiene di non aver mai avuto rapporti con minorenni dietro compenso».

«Penso che gli arresti domiciliari possano essere sufficienti, non capisco l'applicazione di una misura così grave come la detenzione in carcere - ha detto ancora il legale -. Hanno trovato delle foto fatte con macchina digitale e altre immagini in una chiavetta usb. Immagini pedopornografiche va bene, ma questo non giustifica una misura così grave».

«Se ha intenzione di scusarsi con la chiesa e con i cattolici visto il suo ruolo di sacerdote? - conclude Ruperto -. Per il momento non ne abbiamo parlato, magari poi approfondiremo anche questo».
Martedì 26 Maggio 2015, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 11:30
 
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DON DINO SOSPESO A DIVINIS, MENTRE A CASCIANO DI MURLO I SUOI EX PARROCCHIANI RABBRIVIDISCONO

26/05/2015 : 08:38

Laura Ciulli

(NewTuscia) - VITERBO - Don Dino, al secolo Placido Riccardi, il prete pedofilo inchiodato per la testimonianza di due vittime minorenni che lo hanno riconosciuto dalle foto, è stato sospeso a divinis.

Il parroco delle comunità di Montecalvello e Vallebona era stato arrestato nell'ambito dell'operazione Meeting Pot,condotta dalla polizia ferroviaria del Compartimento Lazio, riguardante un terribile giro di prostituzione minorile nella stazione Roma Termini e dintorni.
Sospensione decisa dalla Diocesi: il prete non può, quindi, celebrare la messa, impartire sacramenti e confessare.
Il 68enne cercava le sue prede in via Giolitti, li agganciava ed una volta convinti si appartava con loro, dietro un compenso di 40/50 euro, secondo quanto raccontato dalle sue vittime, due ragazzini di etnia rom.
Aveva operato il suo ministero sacerdotale anche nel Cosentino, dove sembra che avesse avuto problemi con la giustizia, anche se aveva lasciato un buon ricordo, tanto che a Mongrassano stentano a credere all'accaduto.
Arrestato dagli agenti della Polfer di Roma, in seguito ad una perquisizione nella sua casa nei pressi di Fiumicino, in cui è stato rinvenuto un ricco arsenale di video ed immagini, circa 1700, in cui compaiono ragazzini giovanissimi,mentre compiono rapporti sessuali. Sembra che don Dino avesse catalogato con minuziosa nomi, età e prestazioni delle vittime.
Per gli inquirenti il sacerdote, attualmente rinchiuso nel carcere di Regina Coeli a Roma, avrebbe fatto parte dell'organizzazione di adescatori di minori, la maggior parte di etnia rom, che agiva alla stazione Termini.
Era stato sacerdote anche in Toscana, precisamente nella parrocchia di san Giusto e Clemente, a Casciano di Murlo, dal 2008 al 2012. Alla luce dei fatti sconvolgenti dei fatti, alcuni genitori affermano che i loro figli non frequentavano più la sua parrocchia, per via di foto che don Dino scattava ai ragazzi e per continui inviti a mangiare la pizza con i chierichetti.
Una permanenza toscana non affatto gradita a quanto sembra, in cui il paese rinnega l' ex parroco, domandandosi come sia stato permesso a quest'uomo, di esercitare il ministero sacerdotale.
 
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RAGAZZINI ROM E PRETI PEDOFILI, IL VATICANO NON RISPONDE AI PM
24932448_le-tre-scimmiette-0Per poter approfondire la posizione di un prete coinvolto nell’ultima inchiesta che ha scosso Roma su un giro di prostituzione di giovani rom alla stazione Termini, gli agenti della Pol-fer avevano bisogno di alcune informazioni dal Vaticano. Ma la rogatoria inviata nel dicembre 2014 non ha avuto ancora risposta. Intanto sono passati cinque mesi, e le indagini della Procura capitolina, di cui sono titolari i pm Maria Monte-leone e Cristiana Macchiusi, non si sono fermate davanti a questo ostacolo.

E COSÌ QUALCHE giorno fa, otto persone sono finite ai domiciliari, due in carcere. In totale gli indagati sono 17. È questo un altro aspetto di un’inchiesta difficile per i magistrati non solo per i minori (all’epoca dei fatti) coinvolti, ma anche perchè avere informazioni oltrete-vere – nonostante il corso “tolleranza zero” inaugurato da Papa Bergoglio – spesso richieda risposte con tempi lunghi, quando arrivano.

Ma c’è anche un altro aspetto finito nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Chiara Giammarco del 15 maggio, che dovrà essere chiarito. Mentre i pm indagano sul questo caso, si imbattono in un racconto di una testimone che rivela di aver visto un prete (un altro rispetto a quello della rogatoria) entrare nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, nella centrale Piazza della Repubblica, con alcuni ragazzi. Il verbale risale al 3 ottobre 2014. La donna riconosce uno degli indagati e afferma: è “un prete che due o tre anni fa lavorava presso la chiesa Santa Maria degli Angeli. Al riguardo, sono certa delle mie affermazioni in quanto all’epoca lavoravo ancora come meretrice proprio nella zona della citata piazza.

In alcune occasioni, la sera, ho notato lo stesso che faceva entrare dei ragazzini rumeni da un’entrata secondaria della struttura. Scambiando qualche parola con uno di quei ragazzini, una volta ho appreso che quell’uomo li pagava 20 euro per consumare rapporti sessuali, ma non sono in grado di aggiungere altro né di mettervi in contatto con tale minore”.

Per il gip però la testimonianza della donna “per quanto attendibile” rivela una vicenda che lei stessa ha appreso de relato. Quei 20 euro però tornano altre volte nei racconti dei giovani romeni. Riferendosi a uno degli indagati, un giovane rom racconta: “Viene da Milano, Napoli… non lo so. (…) non ci sono andato perché non c’era tempo per stare. Mi avrebbe pagato 20 euro”. A volte però andava anche peggio. Un indagato al telefono dice: “Adesso sto sempre al binario 29 (…) Perché c’ho uno fisso che me vie’ con 10 euro e me lo tengo, hai capito. Anzi te lo volevo far vedere chi era, almeno te lo facevi pure te!”. Proposta che l’interlocutore sembra rifiutare.

È QUESTO il tenore delle intercettazioni. Parole che gli investigatori incrociano con i racconti e con i risultati degli appostamenti della Polfer. Tuttavia il gip rigetta alcune richieste di misura cautelare dei pm (due soli sono finiti in carcere e altri 8 ai domiciliari) soprattutto per alcune contraddizioni nei racconti.

I ragazzi, infatti, oltre che avere difficoltà nell’espri-mersi in italiano corretto, provano un forte senso di vergogna nel raccontare di essersi prostituiti con un uomo, soprattutto perché la loro cultura non accetta l’omosessualità. Scrive il gip: “I minori temono di dimostrare veri e propri rapporti consolidati di tale tipologia per non essere additati nel loro gruppo di appartenenza” come gay o banulu, come registravano nelle rubriche dei cellulari i numeri degli uomini che incontravano. Elementi questi che spiegano quanto l’indagine sia stata complicata, non solo per la delicatezza delle vicende, ma anche per la gestione delle informazioni. Nella rogatoria di dicembre in Vaticano ad esempio gli uomini della Polfer chiedevano solo se uno degli indagati fosse un prete e quale fosse la sua parrocchia. Avevano già provato ad avere risposte dall’ispettorato Vaticano. Ma era necessaria una rogatoria. Per ora senza risposta.
 
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view post Posted on 29/5/2015, 15:17
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29/05/2015 06:05
Ossino Viaggio nel «rifugio» dei preti-orchi
Ecco dove sarebbero entrati i minori rom abusati. Ma nessuno ne sa nulla Misteri sull’indagato Luca G. I religiosi: nessun parroco con un nome simile



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Roma Capitale
Piazza della Repubblica. Chiesa di Santa Maria degli Angeli. Ore 15. Turisti affollano l'entrata principale della basilica. A pochi metri di distanza un piccolo ingresso secondario affaccia su una delle piazze più belle della Città Eterna. Si tratta di una porticina di legno. I visitatori non sanno che gli inquirenti stanno indagando per capire se era proprio quello l'ingresso «infernale». Il luogo da cui Luca G., accusato dalla procura della Repubblica di Roma di aver sfruttato sessualmente alcuni giovani rom, avrebbe fatto entrare le vittime. A parlare di un ingresso secondario era stata una prostituta che aveva notato alcuni minori entrare nella chiesa in compagnia di un uomo, un signore finito nel registro degli indagati insieme ad altri 16 presunti orchi.
IL VIAGGIO
A onor del vero, è possibile accedere alla basilica da diverse entrate. Negli anni la chiesa è diventata anche un luogo di passaggio in quanto attraverso l’ingresso di piazza della Repubblica è possibile attraversare la struttura e uscire in via Cernaia. I religiosi organizzano anche cene per i bisognosi e altri eventi. C’è parecchia gente. Anche se un uomo accedesse in compagnia di un bambino non desterebbe alcun sospetto.
Passeggiando indisturbati all’interno della chiesa, ci perdiamo tra i corridoi e le sale che compongono il santuario. Un luogo tanto affascinante artisticamente quanto misterioso, almeno secondo la procura di Roma. Numerose porte conducono in diverse stanze, alloggi privati, luoghi di culto e sale utilizzate dalla «Schola Cantorum». Camminiamo lungo la navata centrale, raggiungiamo la sala adiacente. Ci sono altre due porte. Proviamo ad aprirne una. È chiusa. Raggiungiamo un cortiletto.
Le due porticine ben chiuse e le grate apposte alle finestre non permettono di vedere all’interno. La terza porta è aperta, conduce a un corridoio, superiamo i bagni. Di fronte a noi una scritta: «Vietato l’ingresso ai visitatori». Entriamo senza problemi. Dentro ci sono alcune sale ma un uomo si accorge della nostra presenza e ci invita a uscire. Torniamo indietro e imbocchiamo l’uscita presente alla nostra destra. Un viale conduce verso l’esterno della chiesa. Prima del cancello ci sono altre otto porte. Chiuse. Quattro si trovano sotto un porticato dov’è presente un’insegna: “Ufficio Schola Cantorum”. La chiesa sembra un labirinto dove è facile perdersi e muoversi senza che qualcuno si insospettisca.
I MISTERI
Eppure i misteri sono diversi, anche se mai verificati. A cominciare da quando Don Renzo fu trasferito presso la chiesa di Santa Maria Stella Mattutina a causa delle chiacchiere sul suo conto. Pochi giorni fa è emersa un’altra vicenda che vede coinvolto Luca G. . Dagli atti della procura emerge la testimonianza di una giovane prostituta:«È un prete che due o tre anni fa lavorava presso la chiesa Santa Maria degli Angeli in piazza della Repubblica – spiega la donna - In alcune occasioni ho notato che faceva entrare dei ragazzini romeni da un'entrata secondaria della struttura. Scambiando qualche parola con uno di quei ragazzini - continua la testimone - ho appreso che quell’uomo li pagava 20 euro per consumare rapporti sessuali». La testimonianza della ragazza riferisce situazioni apprese da terze persone e quindi va presa con le pinze.
IL PRETE
Un mistero avvolge anche la figura di Luca G., indagato. Non è chiaro se sia o sia stato un sacerdote. Il suo legale non ci fornisce una risposta. «Qui non c’è mai stato nessun parroco che avesse un nome simile - spiega serenamente Don Franco, attuale parroco della basilica - I giornali stanno facendo figuracce ma si sa, noi siamo spesso al centro di attacchi infondati». Il dubbio potrebbe essere chiarito dalla Santa Sede. A dicembre gli uomini della Polfer, attraverso una rogatoria, hanno chiesto in Vaticano se Luca G. fosse un prete. Dopo circa sei mesi, nessuna risposta.
Andrea Ossino
 
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view post Posted on 25/6/2015, 10:57
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http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/ba...e/1429959.shtml

Baby gigolò a Termini, resta in carcere
il sacerdote orco di Fiumicino

Roma, adescavano minori alla Stazione Termini e li convincevano a prostituirsi: 8 arresti... Roma, così il parroco adescava i giovani rom: «Mi diceva: se ci stai, soldi... Pedofilia, il sacerdote arrestato: «Erano provini per film a luci rosse. E... Prostituzione minorile alla stazione Termini: «Quei ragazzini avevano mille... Roma, dieci ragazzi vittime del prete pedofilo: convalidato l'arresto per Don Placido Roma Termini, nella prostituzione coinvolto anche un parroco: padre Placido adescava... Roma, adescavano minori alla Stazione Termini e li convincevano a prostituirsi: 8 arresti... Roma, così il parroco adescava i giovani rom: «Mi diceva: se ci stai, soldi... Pedofilia, il sacerdote arrestato: «Erano provini per film a luci rosse. E... Prostituzione minorile alla stazione Termini: «Quei ragazzini avevano mille... Roma, dieci ragazzi vittime del prete pedofilo: convalidato l'arresto per Don Placido
di Adelaide Pierucci
«Potrebbe commettere reati analoghi». Resta in carcere don Placido Greco, il prete di Fiumicino arrestato per pedopornografia ed indagato per prostituzione minorile nell'inchiesta su un giro di baby gigolò con base alla stazione Termini che a maggio ha portato all'esecuzione di una decina di misure cautelari. I giudici del Riesame hanno appena respinto l'istanza di scarcerazione presentata dai legali del sacerdote che era stato arrestato in flagranza di reato dagli agenti della Polfer. Gli investigatori su delega del pm Cristiana Macchiusi e del procuratore aggiunto Maria Monteleone, durante una perquisizione domiciliare, avevano trovato nella memoria del suo pc almeno 1.700 scatti hard, per lo più con immagini di adolescenti nudi, oltre ad una «bibbia» riscritta in chiave pedopornografica e un romanzo con lo stesso sfondo intitolato «Amori miei...». Dagli accertamenti è emerso che in alcuni casi le vittime erano state fotografate in età diverse, dai 15 anni fino alla maggiore età, mentre compivano atti sessuali talvolta indossando solo qualche paramento sacro. Il parroco era finito anche nella lista dei clienti che abbordavano baby prostituti lungo i binari di Termini. Per lui quindi non si escludono nuove contestazioni.
Intanto, chiuso nella sua cella, don Placido continua a leggere le scritture sacre e a fare meditazione. «Facevo quelle foto solo per aiutare dei ragazzi in difficoltà» aveva provato a spiegare nell'interrogatorio di garanzia il sacerdote, «Si era sparsa la voce che ero bravo a scattare foto. Così diversi ragazzini mi hanno chiesto di realizzare dei book per sfondare nel cinema erotico. Mi sono prestato, credendo di aiutarli. Ma non mi sono mai spinto oltre».
 
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view post Posted on 18/8/2015, 05:39
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www.tusciaweb.eu/2015/08/prostituzi...pagnia-bambino/

Cercava di fuggire in Svizzera
Prostituzione minorile, preso latitante in compagnia di un bambino

Roma – Prostituzione minorile alla Termini, preso latitante che cercava di fuggire in Svizzera.

Il latitante, di 54enne di origini campane ricercato per prostituzione minorile, non era più reperibile da maggio. È uno degli indagati dell’inchiesta Meeting Point, su un giro di prostituzione minorile alla stazione Termini di Roma.

Ha tentato di fuggire sabato attraversando la frontiera con la Svizzera a Ponte Chiasso, ma non ce l’ha fatta. La polizia lo ha arrestato. E’ stato sorpreso dalla polizia in compagnia di un minore rom ed è stato rinchiuso nel carcere di Como.

L’indagine Meeting Point è condotta dalla polizia ferroviaria e coordinata dalla procura di Roma. Nel giro di prostituzione minorile alla Termini, è coinvolto il parroco di Montecalvello don Dino, al secolo Placido Greco, che è accusato di detenzione di materiale pedopornografico e di prostituzione minorile, per aver avuto rapporti con adolescenti che avrebbe adescato alla stazione Termini.

L’inchiesta condotta per due anni dagli agenti della Polfer ha portato a 17 indagati, nove dei quali agli arresti. Tra questi anche un ex sacerdote, Luca Galleschi, che avrebbe frequentato la casa romana di Placido Greco. Come dire un vero e proprio giro di uomini di chiesa che si dedicavano alla prostituzione minorile.

Gli arresti furono eseguiti a Roma, Rieti, Viterbo, Napoli, Chieti e Vigevano. I fatti erano avvenuti tra il 2012 e il 2014.

Edited by pincopallino2 - 17/9/2017, 18:08
 
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view post Posted on 7/4/2016, 10:06
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http://www.iltempo.it/roma-capitale/cronac...suali-1.1526775

07/04/2016 06:07
Un ragazzino al gip «Col prete ho avuto rapporti sessuali»
Chiusa l’inchiesta che ha coinvolto minorenni rom abusati dal sacerdote



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Roma - Cronaca
«Non mi sono fatto solo fotografare, ho avuto anche rapporti con il prete». Parole che pesano come un macigno per don Dino, al secolo Placido Greco. Lo ha raccontato davanti al gip, in sede di incidente probatorio, uno dei ragazzini rom pagati per vendere i propri corpi tra i binari delle stazioni ferroviarie di Roma. Con questa testimonianza, si chiude per la Procura l’inchiesta che vede il sacerdote accusato di sfruttamento della prostituzione minorile e pedopornografia, insieme ad altre 8 persone. Il prossimo passo sarà la richiesta di rinvio a giudizio. Gli agenti della Polfer avevano ritrovato nell’abitazione di don Dino circa 1.700 fotografie. Immagini che ritraevano numerosi minorenni in pose hard. «Si era sparsa la voce che ero bravo a scattare foto di nudi - avrebbe ammesso il prelato durante l’interrogatorio di garanzia - così diversi ragazzini mi hanno chiesto di realizzare dei book per sfondare nel cinema erotico. Mi sono prestato, credendo di aiutarli. Ma non mi sono mai spinto oltre, non ho mai sfiorato un bambino. Mai pagato nessuno, neanche per le foto». Secondo la tesi della Procura, confermata dal Tribunale del riesame, l’uomo non si sarebbe accontentato di scattare delle foto ai ragazzini, ma avrebbe anche avuto rapporti sessuali con due di loro. Dalle indagini era emersa la doppia personalità del prete: avrebbe scritto, sotto pseudonimo, una bibbia in chiave erotica. Nel libro dissacrato, secondo gli inquirenti, al posto dei 12 apostoli, sarebbero stati rappresentati altrettanti ragazzini.
Le vittime dei pedofili erano tutti «adolescenti, accomunati da una precarissima condizione esistenziale, caratterizzata – come scrivono gli inquirenti - da povertà, ignoranza, promiscuità, estrema emarginazione e degrado». La stazione Termini era sicuramente il luogo principale dove gli indagati adescavano i minori. Vicino le scale mobili gli orchi facevano un gesto con il capo per far intendere alle prede i loro appetiti sessuali perversi. I giovani venivano condotti al «binario 29», dove venivano consumati i rapporti. Stesso sistema presso lo scalo ferroviario di Tiburtina e Piramide, «dove ci stanno quei bagni a pagamento...», racconta un giovane rom. Anche il cimitero del Verano diventava un luogo di perversione. E poi ci sono le stazioni di Nettuno, Albano Laziale e Aprilia. I ragazzini si prostituivano a bordo dei treni, in casa, in macchina, nei bagni dei bar vicini o in quelli del Mc Donald’s. I «balanu» (così vengono chiamati gli omosessuali dai nomadi di etnia romena) pagavano dalle 10 alle 50 euro. Spesso i soldi venivano utilizzati dai bambini per comprare scarpe, abiti, ricariche telefoniche o un panino. In un caso era proprio la madre a vendere la figlia: «Più volte lamentava le sue precarie condizioni economiche – racconta un indagato - mi proponeva di incontrare anche la figlia minorenne, all’interno della stazione Termini».
Andrea Ossino Valeria Di Corrado
 
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