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Svizzera. Centinaia di bimbi stuprati, frustati, maltratti, sfruttati in collegi e chiese cattoliche, Figli di coppie in difficoltà carne da macello per preti ed educatori all'Istituto Marini di Montet

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GalileoGalilei
view post Posted on 24/1/2008, 19:52 by: GalileoGalilei
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La vicenda si ingigantisce.

Ieri la notizia di un altro anonimo prete della diocesi di Losanna denunciato oper crimini pedofili, oggi un botta e risposta sulla vicenda di un prete pedofilo della diocesi di Lugano, don Italo Casiraghi, condannato per crimini pedofili qualche anno fa


http://www.ticinolibero.ch/blog/?p=2449

Preti pedofili. Botta e risposta fra Giornale del Popolo e La Regione
Gennaio 24th, 2008 | by admin |
Fa discutere l’annoso problema della pedofilia. In ticino l’ editoriale di Matteo Caratti ha scatenato un botta e risposta con il Giornale del Popolo. Ieri sul GdP si leggeva:

Matteo Caratti dubita di poter credere al Vescovo che deplora e condanna senza riserve ogni caso di abuso e rivanga vecchi casi, dove anche la giustizia aveva condiviso, come nel caso di Gordola, i giudizi del Vescovo su un comportamento inopportuno di polizia e magistratura. Si fosse fatto un intervento preventivo, invece che provocatorio, le cose sarebbero andate diversamente. Quando il sacerdote venne trasferito, lo si fece informando le persone che dovevano essere informate. I tempi della gogna, quando si mandavano in giro i colpevoli con al collo i cartelli dei loro errori, dovrebbero essere passati per sempre. Quanto all’altro caso evocato da Caratti, il docente incriminato venne allontanato al termine dell’anno scolastico, ritenendo che sarebbe stato meno traumatico per gli allievi e potendo offrire tutte le garanzie di comportamenti corretti e sicuri, come del resto fu.
Lasciamo perdere poi il paragone tra scuola pubblica e scuola privata, strumentalizzazione certamente indegna, considerato che anche nella scuola pubblica simili casi si sono purtroppo verificati.
Il direttore di un giornale tanto prodigo nel pubblicare pubblicità di prostituzione, prima di togliere la pagliuzza dall’occhio del prossimo, pensi alla trave del suo

Oggi il Direttore de La Regione rispondeva :

Ci spiace dover tornare sul tema. Lo facciamo pacatamente, non per amor di sterile polemica come ha fatto ieri nei nostri confronti il giornale della curia attaccandoci e senza per altro dare le spiegazioni richieste, ma perché riteniamo che la questione della pedofilia nella chiesa e la promozione di determinati importanti valori etici a loro (e non solo a loro) tanto cari meriti una riflessione profonda e serena. Come quella che dimostra di saper fare in questi giorni la chiesa svizzera chinandosi seriamente sul problema e recitando anche alcuni dolorosi mea culpa.

Cosa hanno dunque ribattuto ieri i colleghi alle nostre critiche fondate su fatti assai preoccupanti ed esposte nel commento di martedì intitolato « Chiesa e pedofilia, la dura lezione romanda ci servirà? »?
In merito al caso che ha portato alla sbarra l’ex-parroco di Gordola sulle colonne del GdP dietro la sigla ‘ red’ si può leggere « quando il sacerdote venne trasferito lo si fece informando le persone che dovevano essere informate ». Davvero?

Ripetiamo allora la nostra domanda forse non capita: fra le misteriose persone che a loro dire « dovevano essere informate » quando il parroco ad inchiesta penale aperta venne trasferito lontano dal Ticino (precisamente per più di un anno nella parrocchia italiana di Sesto Calende) figuravano anche la comunità dei fedeli e le autorità politiche? Il problema è molto serio visto quanto afferma di voler fare ora la Conferenza episcopale svizzera per evitare che si continuino a spostare ( e in taluni casi a nascondere) parroci che si macchiano di reati penali. Visto che don Casiraghi oltre che ad esser processato per fatti ammessi doveva pure venir curato, chi poteva garantire che a Sesto Calende il sacerdote, che continuava ad avere contatti con i parrocchiani, non sarebbe ricaduto ancora in una recidiva? Chi sceglie e difende questo nebuloso modo di procedere, purtroppo, di certe basilari garanzie se ne impippa, dimostrando di considerarsi una società a parte con delle proprie regole. Alzi la mano chi permetterebbe al proprio figlio di frequentare una parrocchia sapendo che si aggira un parroco sotto inchiesta per atti sessuali su fanciulli!
Veniamo all’altra risposta pubblicata ieri dal Gdp: « quanto all’altro caso – sta scritto sul giornale – il docente incriminato venne allontanato al termine dell’anno scolastico, ritenendo che sarebbe stato meno traumatico per gli allievi e potendo offrire tutte le garanzie di comportamenti corretti e sicuri, come del resto fu ». Non ci siamo davvero: si ammette tranquillamente che in una scuola privata è stato permesso ad un docente di rimanere tutto l’anno scolastico a contatto con allievi (e con la sua vittima) mentre era già sotto inchiesta per reati sessuali su fanciulli… perché il collegio dava la garanzia che non vi sarebbe stata una recidiva. Ancora una volta, par di capire, costoro rivendicano di poter essere una società nella società, con regole tutte loro. Ripetiamo anche in tal caso le domande: perché non sospendere il docente come avviene nelle scuole pubbliche in attesa della sentenza? Chi manderebbe un figlio in un simile collegio privato? Si risponda una buona volta senza nascondersi dietro un dito o dietro una sigla, che la dice lunga sull’imbarazzo nel giustificare l’ingiustificabile e che lo si faccia senza mentire ( « si tratta di vecchi casi »), senza prendere gli altri ( credenti compresi) per fessi e facendo finta di confondere il burro ( « gli annunci erotici » presunte metaforiche travi del nostro quotidiano che reato non sono) con la ferrovia ( « la pedofilia » sminuita a pagliuzza che reato è, eccome se lo è).
Lasciateci infine darvi un consiglio che ovviamente non seguirete: ‘ passare l’acqua bassa’ a volte è la migliore strategia.
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