I miei figli e il sesso? Ecco come e perché in casa sono spariti 400 preservativiBisognerebbe regalarli ai ragazzi: non tutti spendono i loro quattro soldi per prevenzione e contraccezione.
Molti si vergognano di comprarli e invece di prendere un pacco di condom ne prendono uno di patatine
di
Rossana Campisi *
Vivo in una casa dove sono scomparsi quattrocento preservativi dalla credenza della cucina in meno di 24 ore. Sì, sono madre di tre adolescenti e in effetti può accadere di tutto. Sono anche assistente sociale in un centro dove, per lavoro, un medico che segue tanti ragazzi alle prese con infezioni sessualmente trasmesse una volta mi aveva avvertita. «Guardi che i ragazzi fanno sesso il pomeriggio, in quella fascia che va dall’uscita di scuola fino al momento in cui rientrano i genitori a casa».
Io alle 15,30 sono però già a casa e i miei figli arrivano dopo.
Tutto è iniziato quando Daniel ha chiamato al fisso di casa con la voce rotta. Cercava Ben, gli ho detto che lo avrei fatto richiamare, era ancora fuori. Dopo un’ora li ho visti rincasare entrambi. Erano di fretta, Daniel piuttosto sconvolto. Ho pensato si trattasse del post sbornia del weekend: i genitori di un loro amico erano via e in cinque hanno deciso di festeggiare l’assenza tra musica, film e l’alba che arriva. Almeno così doveva andare. Invece Daniel con i lacrimoni mi ha chiamato in camera di Ben. «Due mesi e mezzo fa ho fatto sesso con una ragazza che adesso è incinta di due gemelli e vuol tenerli. Mi aveva detto che prendeva la pillola, cazzo». Ecco, si era sfogato e ora mi guardava in faccia.
«Mamma puoi dirlo tu ai suoi genitori?», ha continuato Ben.
Ho detto no, poi ho detto sì. In fondo anche io ero una madre single di tre figli. In fondo, questa storia sarebbe potuta essere quella di Ben senza alcun problema.
Da quel momento però qualcosa è successo. Non era possibile che questi ragazzi fossero così superficiali. Mi sono sfogata con il medico con cui lavoro che mi ha citato un bel dato: il Regno Unito ha il maggior numero di gravidanze e aborti in Europa, stando alla Family Planning Association. L’età media del primo rapporto eterosessuale è 16 anni, sia per i maschi che per le femmine. Poi ha aggiunto: «Mi auguro che la situazione cambi, come in Olanda: lì ormai le gravidanze e le infezioni trasmesse sessualmente sono sotto controllo. Se un ragazzo e una ragazza si incontrano e si piacciono, passano subito al tema “contraccettivo”. Se lo hanno, se devono comprarlo. Ne parlano, qui ancora nulla. Io ho avuto un’infezione a 18 anni. Se fai sesso non protetto accade. Bisognerebbe regalarli ai ragazzi i preservativi perché hanno un loro costo e non tutti spendono i loro quattro soldi per questo. Molti addirittura si vergognano di comprarli e alla fine invece di prendere un pacco di condom ne prendono uno di patatine». Patatine? Cioè una cosa così rumorosa, unta e salata al posto di un condom? Si vergognano con i condom e non con quell’involucro? «Sì, e adesso prenditi questo pacco», mi ha detto il collega. Era un pacco che conteneva 4 confezioni da 100 condom.
Sono tornata a casa, ho trovato i miei Ben, Claire e John. «Mamma che si mangia?», fanno in coro. Pizza, di nuovo. «La tieni dentro il pacco?». Appena hanno visto il contenuto è stato tutto uno scambio di sorrisini, battute, silenzi. «Ragazzi usateli, buon divertimento ma attenti. Avete 15, 16 e 17 anni: l’età in cui il sesso ha più rischi in assoluto».
Il giorno dopo il cassetto della credenza era praticamente vuoto.
Stavolta ero io sconvolta. «Che è successo, scusate?».
Io ero stata in casa tutto il pomeriggio, pure la sera. Anche loro, però.
«Mamma, tu hai aiutato Daniel. Noi abbiamo aiutato per un annetto i nostri compagni, ce li siamo divisi in classe. Ah, scusa, gli diremo di ringraziarti».
