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L’abito non fa il college, 25 gen 2016 - La ventisettesima ora Corriere della Sera

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Adriano Pacifici1
view post Posted on 25/1/2016, 19:01




Il preside del Brighton College dice di "pensare alla felicità e al benessere degli studenti". A cosa pensano invece i politici nostrani del famili day?

L’abito non fa il college
liberi di scegliere la propria identità


di Matteo Persivale

College

Il Brighton College è una delle scuole private più importanti del Regno Unito: ha standard accademici altissimi tanto che, ogni estate, manda una trentina di suoi diplomati a Oxford e Cambridge; è l’unica scuola in tutta la nazione a registrare, da sette anni consecutivi, punteggi sempre più alti agli esami finali; la sua orchestra swing è stata invitata al festival del jazz di Montreux; il luminoso, attrezzatissimo istituto di musica è stato da poco inaugurato da David Gilmour dei Pink Floyd, che in t-shirt nera e jeans neri, divisa da rockstar, ne ha approfittato per cantare «Wish You Were Here» accompagnato da una band di studenti, applaudito dai ragazzi in uniforme.

Proprio l’uniforme, da 170 anni obbligatoria per tutti al Brighton College — blazer blu e cravatta regimental con i colori della scuola per i ragazzi, gonna tartan giacchino blu corto e gilet blu sopra la camicia aperta per le ragazze — è adesso al centro di una riforma quietamente rivoluzionaria decisa dal rettore Richard Cairns. Resta obbligatoria, ma senza confini di genere: le studentesse che vorranno optare per l’uniforme maschile, e gli studenti che preferiranno indossare quella femminile, potranno farlo senza nessun problema.

L’attenzione del rettore Cairns per gli studenti transgender — o, semplicemente, per quelli che stanno riflettendo sulla loro identità — ha incontrato tra i ragazzi un immediato consenso: ha riunito tutti in aula magna, ha spiegato la sua idea, ha avvisato tutti che ci sarebbero state polemiche e l’attenzione dei media. La risposta dei ragazzi? Di semplicità disarmante: «Certo, è giusto così». Poi Cairns la scorsa settimana ha invitato a parlare, alla scuola, una donna transgender, Sophie Cook, la cui conferenza è stata molto seguita e apprezzata. Ha concluso Cook: «Mi avrebbe infinitamente consolato sapere, nella disperazione della mia infanzia, che il futuro sarebbe stato così».

Cairns ha già ricevuto la richiesta dei genitori di una studentessa che preferisce l’abito maschile; altre famiglie si sono informate sulla possibilità di scegliere la stessa opzione. «Il Brighton College reagisce a una società che cambia, e che riconosce la realtà di molti bambini che hanno una disforia di genere (la persistente identificazione di un individuo nel sesso opposto a quello biologico ndr ) e preferirebbero non perdere la loro identità emotiva di genere a scuola. Le public schools (letteralmente «scuole pubbliche» ma nel Regno Unito si chiamano così le scuole private: la retta del Brighton College va da 27mila a 43mila euro l’anno ndr ) sono generalmente viste come bastioni del conservatorismo, ma il Brighton College sente che è giunto il momento di cambiare».

Altre scuole del Regno hanno permesso, a studenti che ne hanno fatto richiesta, leggeri cambiamenti nell’uniforme, Brighton invece ha rottamato la definizione stessa di uniforme da ragazzo e da ragazza: ci sono due uniformi standard, tutti sono liberi di scegliere quella che sentono più vicina alla propria sensibilità.

Cairns ha aggiunto, parlando con il Guardian , che «se ragazzi e ragazze sono più felici nell’identificazione con un altro genere rispetto a quello della loro nascita, il mio lavoro richiede che io lo renda possibile: come rettore ho un unico interesse, il benessere e la felicità dei miei studenti».

C’è, inevitabilmente, chi pensa che Cairns abbia danneggiato il college — anche se colpisce come giornali conservatori come il Daily Telegraph , tifosissimi del secolare sistema delle public schools , non abbiano pressoché battuto ciglio alla notizia — ma la risposta dell’associazione Lgbt (Lesbica Gay Bisessuale Transgender, ndr ) «Pace» è nei risultati di uno studio che segnala come il 48% dei ragazzi e delle ragazze con disforia di genere abbia tentato il suicidio. Per loro Cairns ha fatto esattamente quello che spiegato ai giornali: ha pensato per la prima cosa al benessere dei suoi allievi.

Il rettore, rivoluzionario in giacca e cravatta dai modi pacatissimi, recentemente si era anche pronunciato a sfavore di un’altra istituzione britannica, le scuole per sole ragazze: «Quello è un mondo profondamente irrealistico, dal quale escono studentesse incapaci di rapportarsi con la realtà dell’università, del lavoro, dei rapporti umani».
 
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