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Maddalena Nuvoli

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view post Posted on 16/3/2007, 19:09
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Maddalena va alla guerra, chi è la moglie di Nuvoli


È piccola, intelligente, spiritosa, impazzita dal dolore. Dalla Rianimazione lasciano filtrare un suo difettuccio fastidioso: è arrogante. «Una che pretende, solo diritti». La verità è che Maddalena va quotidianamente alla guerra sapendo che non ci sarà mai un giorno facile. Nessuno le regalerà nulla.

di GIORGIO PISANO
Ogni giorno prende il treno Alghero-Sassari, dalla stazione ferroviaria arriva a piedi al Santissima Annunziata. Quinto piano. In antisala infila calzari, camice di carta, guanti in lattice. Medici e infermieri la salutano come una di casa. Penultimo box a destra. Il marito, appena la vede, illumina gli occhi che sono l'ultima cosa viva del suo corpo insieme al cervello. Li accende e sembra caricarli nello stesso tempo di gioia e furore: gioia perché ha davanti sua moglie, furore verso la vita che l'ha tradito. Di cognome Maddalena fa Soro ma con Giovanni avevano deciso di chiamarsi in privato col cognome di lui: Nuvoli, anzi Nuvò. Che è più sbrigativo, più complice e affettuoso. «Nuvò come andiamo oggi? », chiede lei entrando nel box di Rianimazione. Sa bene che non ci sarà risposta, che Giovanni non riuscirebbe neppure a guardarla se lei non gli si piazzasse proprio di fronte. Qualche volta gli sposta leggermente il capo, gli stampa tre baci sulla guancia e lo sguardo di lui si riempie di luce raggelante. Maddalena non fa niente per apparire gigante, per fare la moglie-coraggio (per stare alle etichette di cronaca).

IL DOLORE. È piccola, intelligente, spiritosa, impazzita dal dolore. Hanno detto e scritto che decide lei e che pertanto lei ha deciso che Giovanni deve morire, con la benedizione dei radicali, l'estrema unzione dell'associazione Luca Coscioni e la mano pietosa di un anestesista che lo spingerà verso la dolce morte. Da questa accusa, strumentalizzare il marito facendone un cadavere per forza, si difende con serenità: «Io non c'entro nulla, mi limito a ripetere quel che dice Nuvò. E Nuvò certi giorni vorrebbe morire, altri no». Dalla Rianimazione lasciano filtrare un suo difettuccio fastidioso: è arrogante. «Una che pretende, solo diritti». La verità è che Maddalena va quotidianamente alla guerra sapendo che non ci sarà mai un giorno facile. Nessuno le regalerà nulla. A Giovanni, che la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) ha inchiodato a letto dal 2003, deve pensarci lei e soltanto lei. C'è poi chi la detesta perché sovraesposta, troppo spesso su giornali e televisioni, protagonista di quello che l'assessore alla Sanità chiama "accanimento mediatico" invocando il silenzio. «E invece no. Di Nuvò bisogna parlare. Non ci fosse stato il chiasso dei giornali, oggi non avrebbe il sintetizzatore vocale e tante altre cose». Le hanno rinfacciato di fare show, spedito minacce anonime e una lettera piena d'insulti dopo che s'era permessa di ricordare pubblicamente una giornata particolare a Capo Caccia. «Eravamo io e Nuvò, e avevamo il vento in faccia... ». Le hanno risposto con posta prioritaria: e il vento in faccia ti diceva troia, troia. Maddalena ha due figli dal primo matrimonio. Riesce incredibilmente a conservare vezzi femminili e humour, a dispetto della tragedia che la segue come un bagaglio a mano. Non rivela l'età («compio diciott'anni a giugno, ma a voi che ve ne frega? »), parla della vita come se cadesse sempre di giorno festivo. «Lo sapete che Nuvò dice ancora le parolacce? Mi fa ridere quando le scrive con gli occhi sulla lavagnetta. È capace di battute divertenti, a guardarlo bene è rimasto quello di sempre». Lo chiama il mio fidanzato.

LA STORIA. Lo ha conosciuto nell'89. Giovanni, che faceva l'agente di commercio e l'arbitro di basket, riempiva il tempo libero lavorando in una compagnia teatrale. «Lì ci siamo visti la prima volta. Io ero vedova, confezionavo costumi sardi e non immaginavo che mi avrebbe preso. Niente colpo di fulmine». È stato un amore a miccia lenta che s'è fatto forte a piccolissimi passi. «Aveva 47 anni, pesava 84 chili quando ha scoperto di essere malato di Sla». Maddalena, era il Duemila, ha preso in spalla la vita di tutt'e due, abbandonato il lavoro e cominciato a programmare un'esistenza diversa.

NUVO'. Stanca? «No, e perché? » Il treno due volte al giorno, da oltre un anno a questa parte, mica può stancare. Difatti le sue sono visite allegre, sempre che Nuvò non si sia fatto prendere dalla malinconia. «E allora stiamo in silenzio, a guardarci. Gli accarezzo i capelli, parliamo senza dirci niente». Una volta è piombato in reparto un sacerdote. Chi l'ha chiamata, ha chiesto lei. E quello: mi ha mandato Gesù. È stato un attimo, ha sentito il sangue salire alla testa: allora dica a Gesù che per il momento non abbiamo bisogno di un prete. Un'altra volta il respiro della morte, e della morte peggiore, l'ha fatto sentire a Giovanni un inserviente. Lo sai che se fai staccare la spina vai all'inferno? Gliel'ha sussurrato in un orecchio. Nuvò, pietrificato dalla malattia, ha mandato un lampo con gli occhi. Al pomeriggio, appena arrivata la moglie, gliel'ha raccontato. Maddalena l'ha presa male. «Forse per questo dicono che sono arrogante, dura». Col primario del reparto, medico ultraconsapevole del ruolo, c'è stata battaglia. Da qualche settimana è tregua. Ora dopo ora, come un'altalena ossessiva, torna il dilemma: vuol vivere o morire? Maddalena conosce gli alti e bassi di suo marito. Gliel'ha chiesto anche da poco: Nuvò, in Nostro Signore ci credi sempre? E lui ha chiuso gli occhi una volta sola: vuol dire sì. Allora l'ha incalzato: Nuvò, ma se vuoi morire fai peccato. Ha risposto sulla lavagnetta: tu infischiatene, me la vedrò io con Dio. Maddalena è sola. Ogni tanto succede anche a lei di sentirsi trafitta dalla malinconia. Ma a Nuvò mica lo fa capire. L'altra sera, per esempio, gli ha fatto una delle solite rievocazioni: il ballo. «Quant'eri scarso, te lo ricordi? In discoteca però ci andavi lo stesso. E mai una volta che azzeccavi i passi». È andata meglio nella stagione della palestra, quando la vita era un'altra storia. «Atleta non lo saresti diventato e io te l'ho sempre detto, qualcosa comunque riuscivi a farla». Alle venti, quando esce dal Santissima Annunziata, Maddalena rifà a piedi la strada per la stazione, sale sul treno, scende ad Alghero. «Perché in treno e non in macchina? Anche questi sono affari miei». È un segreto di Pulcinella: il treno costa meno, tutto qui. Arriva a casa, saluta Gonario (il cane), accende la tivù, si cambia e comincia ad apparecchiare. Gesti meccanici, ripetivi. Qualche volta, quando è soprapensiero, le succede di apparecchiare per quattro. «Poi mi vien da ridere. Nuvò se n'è andato, cosa apparecchio a fare? » Prima di dormire, un po' di televisione. E infine a letto. Aspettando un altro giorno: stazione-treno-ospedale-quintopiano. E oggi come va, Nuvò? Maddalena è bellissima e non lo sa.



16/03/2007 10:32
 
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