Laici Libertari Anticlericali Forum

Pedofilia tra Italia e Uruguay. La prescrizione salva don Francesco Zappella, Già condannato nel 1991 per abusi su 2 minori di 14 anni.

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Già condannato nel 1991 per abusi su 2 minori di 14 anni.

zAPPELLA-pAPA

www.ilsecoloxix.it/p/genova/2015/08...a_liguria.shtml

LA STORIA DI FERNANDO 29 agosto 2015
Pedofilia: dalla Liguria all’America Latina, un altro caso scuote la Chiesa
Sondra Coggio


Wesołowski Morto nella notte Wesołowski, l’arcivescovo accusato di pedofilia Pedofilia: arrestato ex prete savonese, era irreperibile da anni
La Spezia - L'ombra della pedofilia si allunga, ancora una volta, su un sacerdote italiano: un sacerdote che ha a che fare con la Liguria. I dettagli della vicenda, sono tenuti doverosamente riservati: sia per tutelare la presunta vittima, un giovane che si trova in America Latina, sia per tutelare il sacerdote, che dovrà poter chiarire in tutta serenità le accuse che gli vengono rivolte. Si tratta di un caso delicatissimo: che riguarda presunti abusi, ripetuti nel tempo, su più bambini.

Il Secolo XIX ha parlato a distanza con il giovane che ha sporto denuncia, nel suo paese. Ha raccolto la sua testimonianza. Le sue parole, sono pesantissime. “Non c'è assolutamente posto, nel ministero, per coloro che abusano dei minori”: l'ha detto Papa Francesco. E Fernando testimonia: “Yo estoy terriblemente mal de vida, esos sacerdotes de la iglesia ensucian la religion, no pueden representar a Dios”. Gli abusi sarebbero avvenuti in una parrocchia, dove opera il sacerdote italiano, uno dei tanti che prestano la propria missione in mezzo ai bambini.

Anni e anni di passione: che gli sono valsi attestati, ufficiali, di merito, per l'opera di solidarietà. L'ombra, che oggi è comparsa a velare tanto altruismo, va spazzata via. Va cancellata, se è ingiusta. Oppure va chiarita: se dietro, c'è qualcosa di vero. C'è un ragazzo, che ha deciso di parlare, e che racconta di aver vissuto un calvario: e che denuncia, ora che non è più un bambino, perché nessun altro bambino soffra quanto ha sofferto lui. Per poter raccontare la sua verità, deve arrivare in Italia. Per Fernando, è una questione di vita o di morte: interiore.

E non solo. Denunciare, può diventare, in certe aree dell'America Latina, anche una questione di vita o di morte: materiale. Ci sono equilibri che è bene non toccare. «Nessuno. Non avevo nessuno, quando ho conosciuto quel sacerdote. Sono credente, ed ero solo un bambino. Mi fidavo: tanto, tantissimo. E quando ha cominciato a toccarmi, non mi piaceva. Però non ero in grado di dire basta». E' solo qualche stralcio, della sua lunga confidenza. Racconta di come fosse la missione, di giorno, e di come si trasformasse di notte. Quando calava il silenzio, e il sacerdote si avvicinava. Scherzava, sorrideva. “Ti sono piaciuti i regali, eh?”. “Sei contento?”. Era contento, il bambino. Era contento, di avere un adulto che si preoccupasse per lui. Un adulto gentile. “Era come un padre…”. Un padre che abusa, però.

Racconta, Fernando, della freddezza, nei momenti di sesso. “Mi chiamava bastardo. Io da bambino non sapevo il significato della parola”. E l'ossessione del prete, che avrebbe continuato a chiamarlo “il suo bambino”, negli abusi commessi quando già iniziava a diventare adolescente. Solo la giustizia potrà chiarire se l'accusa sia fondata, oppure no. Fernando ha già deposto, al suo paese. Ora, deve raggiungere l'Italia, per completare la denuncia. C'è chi, in Liguria, lo sta aiutando a mettere insieme i soldi del biglietto aereo. C'è una raccolta fondi, fatta attraverso una onlus, senza scopo di lucro, Rete L'Abuso . L'ha fondata Francesco Zanardi, che è stato abusato, da ragazzino, da un prete ligure: e lo ha denunciato. «La Rete non ha niente contro la chiesa - premette - al contrario. E' nata come forma di auto terapia, di ascolto reciproco, con altre vittime. Poi, in tanti, ci hanno chiesto aiuto, da tutta Italia. E noi, piccola onlus di volontari, cerchiamo di fare tutto il possibile».

Sulla storia di Fernando, Zanardi dice: «Non sta a noi, verificare, ma alla giustizia. Posso solo dire che mi ritrovo nelle sue parole. Ricordo le stesse sensazioni. E' come rivivere il mio passato. Ogni volta che una vittima si rivolge a noi, per me è dura, è molto dura. Il passato riaffiora. Ogni volta che un pedofilo è condannato, significa però salvare tanti altri bambini. Per questo Fernando va ascoltato. Se dice il vero, va posta fine alla sofferenza di bambini che non hanno voce, non possono difendersi da soli». Specie nelle piccole parrocchie dell'America Latina, dove vengono raccolti bambini senza famiglia, del tutto soli.

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Edited by pincopallino2 - 16/4/2018, 10:15
 
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Pedofilia clericale, indagini in corso tra Italia e Sudamerica
Lunedì 31 Agosto 2015 09:39 red E-mail Stampa PDF
Un altro caso di pedofilia dove il presunto orco è un sacerdote e che vede in prima linea l'avvocato sanciprianese Sergio Cavaliere in difesa della vittima di turno, questa volta a denunciare un sacerdote è stato un giovane sudamericano, i dettagli sono ancora riservati. I sospetti emersi fino ad oggi sono molto pesanti, si tratterebbe di abusi compiuti su più bambini, la turpe vicenda di sarebbe consumata all'interno di una parrocchia e solo dopo anni uno di quei bimbi, oggi cresciuti, ha deciso di parlare.


Indagini sono state aperte nel Paese dove ciò sarebbe avvenuto ed altre saranno avviate in Italia, in Liguria dove il sacerdote vive. La Rete l'Abuso ha messo a disposizione i soldi per permettere al ragazzo di arrivare in Italia e formalizzare la denuncia anche nel nostro Paese.
 
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http://retelabuso.org/comunicato-stampa-de...italia-uruguay/

omunicato stampa della Rete L’ABUSO; pedofilia clericale sull’asse Italia Uruguay
redazione web 4 settembre 2015 - 23:32Il punto di Rete L'ABUSO, Liguria
11918958_1492891267697198_2072119458174293351_nSavona 04-09-2015

Un intrigo internazionale scuote ancora una volta la chiesa cattolica. Questa volta parliamo di una vicenda molto seria che vede coinvolti tre sacerdoti tra cui un missionario italiano.

L’associazione italiana delle vittime di preti pedofili Rete L’ABUSO, rende noto che da circa quattro mesi sta indagando su una storia di abusi sessuali a danno di minori che al momento vedrebbe decine di vittime uruguayane.

Nei mesi scorsi una ampia indagine partita dalla denuncia di un missionario laico italiano che ha prestato servizio in Uruguay presso una missione cattolica, ha portato alla luce fatti gravissimi che purtroppo, una volta verificati sarebbero risultati veritieri.

Nelle scorse settimane la Rete L’ABUSO ha avviato un delicatissimo lavoro diplomatico con le Ambasciate, sia quella Italiana in Montevideo che quella dell’Uruguay in Italia, facendo partire una serie di denunce in entrambi gli stati. L’associazione rende noto che ha provveduto a trasferire in Italia alcune delle presunte vittime che nei prossimi giorni deporranno di fronte all’autorità giudiziaria italiana. E’ stata inoltre conferita dalle presunte vittime una Procura Speciale che ha nominato l’avvocato della Rete L’ABUSO Sergio Cavaliere loro difensore.

Riteniamo opportuno per il momento mantenere il massimo riserbo sulla vicenda per dare modo alle autorità dei due paesi coinvolti di poter fare tutti i rilievi del caso.

Il Portavoce della Rete L’ABUSO

Francesco Zanardi
 
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view post Posted on 5/9/2015, 08:09
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Abusi sessuali da 3 missionari. Diocesi di Albenga sotto inchiesta. Denuncia dalla Rete L'Abuso
 
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http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2015/09...issionari.shtml

«Violentato da tre missionari» Torna dall’Uruguay e denuncia
redazione web 5 settembre 2015 - 9:30Liguria
La diocesi di Albenga finisce ancora una volta nella bufera.

SAVONA. Il viaggio in Italia con un prete della missione uruguayana di Citta 33 doveva essere un colpo di spugna su un’adolescenza difficile. Secondo la sua denuncia, invece,l’alloggio di Albenga del prete, che era il suo tutore, si è trasformato nella casa degli orrori. Il teatro di una serie di violenze sessuali terribili,indicibili, che secondo l’accusa sarebbero state commesse su di lui dal missionario e in precedenza da almeno altri due preti sudamericani. Il giovane brasiliano, ora ventinovenne, ha raccontato ieri mattina al sostituto procuratore di Savona Giovanni Battista Ferro la sua vita fatta di abusi sessuali continui, che sarebbero iniziati già quando era bambino, nella missione in Uruguay in cui è cresciuto.

Un drammatico faccia a faccia alla presenza anche del presidente dell’associazione“Rete L’ABUSO”, Francesco Zanardi, durante il quale il giovane ha raccontato fatti precisi e mosso accuse nei confronti di alcuni preti missionari. E se in molti casi, secondo la vittima, le violenze sarebbero avvenute nella missione, il giovane ha raccontato anche dell’incubo vissuto ad Albenga. E la procura ha immediatamente aperto un’inchiesta per presunti abusi sessuali. Al momento si tratta di un fascicolo non costituente notizia di reato, ma il magistrato ha incaricato gli uomini della polizia giudiziaria di approfondire il racconto della presunta vittima. In particolare il pm Ferro vuole accertare l’esatta collocazione dell’alloggio e soprattutto la tempistica delle violenze. Il nodo della vicenda è l’eventuale prescrizione dei reati. Ossia se sono già trascorsi dieci anni o meno da quella terribile esperienza. Fondamentale quindi che gli inquirenti diano una data precisa al viaggio ad Albenga del giovane e del suo prete tutore. Non avrebbe influenza invece la maggiore età della vittima: il sacerdote, che attualmente si trova in Riviera e potrebbe tornare nella missione uruguayana, avrebbe abusato approfittando del suo ruolo di tutore.

Insomma una vicenda terribile, venuta alla luce in seguito alla pubblicazione sui social network di alcune immagini crude postate da altre giovani vittime dei preti che lavorano nella missione. Un flash-back per il ventinovenne brasiliano, che si è così deciso a parlare. E attraverso la Rete L’ABUSO ed alcuni amici è riuscito ad avere il biglietto aereo per tornare in Italia e presentarsi al pm Ferro per sporgere denuncia. «Voglio solo che non succeda ad altri ragazzini: orfani, senza difesa, senza voce. E’ per loro, che ho trovato il coraggio di denunciare», dice il ventinovenne. E la diocesi di Albenga-Imperia torna nella bufera per questioni legate a pedofilia e violenze sessuali.

GIOVANNI CIOLINA

SONDRA COGGIO

Il Secolo XIX del 5-9-15 pag. 9

http://retelabuso.org/mi-chiamava-il-mio-p...alato-di-sesso/

«Mi chiamava il mio piccino quel prete era malato di sesso»
redazione web 5 settembre 2015 - 10:10Liguria
10592765_264546550402343_667475255232347900_nLo sfogo: «Non cerco vendetta,né fama, voglio la verità»

NON CERCA fama. Non cerco vendetta. Né soldi. Solo verità. E non per me. Non sono più il bambino che in quell’uomo di Dio vedeva un padre. Voglio solo che non succeda ad altri ragazzini: orfani, senza difesa, senza voce. E’ per loro, che ho trovato il coraggio di denunciare». Guarda negli occhi,il ragazzo del Brasile, mentre racconta. Il tono è teso. Agita le mani, mentre si chiede “perché, perché, un prete fa certe cose, con un bambino”. «Non dovrebbe farle, no?». E poi, scuote la testa. La bocca si fa secca,gli occhi guardano lontano. Ieri il ragazzo del Brasile ha raccontato la sua verità alla procura di Savona che per il momento si è limitato ad aprire un fascicolo senza indagati. C’è già stato, nel Savonese, il ragazzo del Brasile. Era più giovane. E’ stato, il suo, un viaggio terribile: l’ultimo di una serie di abusi, che gli ha aperto finalmente gli occhi. «Tre preti, in quella missione, mi hanno abusato – racconta – ed uno, in particolare, ha continuato a farlo per anni. Io non capivo,no:quando mi toccava. Io mi fidavo. Gli volevo bene. E ce ne ho messo, di tempo, per rendermi conto della violenza, della verità». Aveva provato, a denunciare,il ragazzo del Brasile. Non era successo niente. «Io lo dicevo, lo raccontavo… ma loro, i preti, si coprivano l’uno con l’altro». Nessuno crede ad un bambino di strada. Nessuno. La forza di dire basta, l’ha trovata solo ora. Ora che è uomo. E padre. E che ha saputo, sconvolto, che gli abusi erano toccati anche ad un fratello,piccolino. «Non deve succedere più. Non deve succedere ad altri bambini». Racconta la sua verità,con forza. Racconta dell’infanzia rubata, del tentativo di suicidio. E Francesco Zanardi, che ci è passato, che l’abuso, da un altro prete, l’ha subito, gli crede: «Sarà la giustizia,a dire se la denuncia è vera oppure no:io mi ci ritrovo. E quando mi ha cercato,per chiedere aiuto, ho detto di sì. Se quel che dice è vero, allora ci sono altre vittime: e c’è un pedofilo da fermare». Zanardi parla, il ragazzo del Brasile lo guarda, e si porta le mani alla testa, battendo il dito sulla tempia: «Io giuro che è così: quell’uomo è malato. Non sa quel che fa. Io credo in Dio. E Papa Francesco dice che si deve denunciare. Chiedo solo questo: verità. Lo devo a tutti quei bambini che potrebbero finire come me, violati, nella stessa missione». Racconta dettagli tremendi: di come lo chiamasse sempre“il mio piccino”,quel prete, anche quand’era diventato grande. «Lui mi voleva sempre bambino». E di come lo chiamasse bastardo, durante il sesso: «Non sapevo cosa volesse dire. Venne una suora italiana, un giorno. Dissi le parole che lui mi diceva. Lei impallidì. Capii, allora, il vero significato. Quel padre non mi voleva bene….»

SONDRA COGGIO Il Secolo XIX Albenga

http://www.primocanale.it/notizie/diocesi-...tas-159809.html

CRONACA
Il vescovo interviene anche sul vertice dell'ufficio scolastico
Diocesi di Albenga, Borghetti cambia il responsabile dell'ufficio Caritas
sabato, 05 settembre 2015 Commenta la notizia
Diocesi di Albenga, Borghetti cambia il responsabile dell'ufficio Caritas
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ALBENGA - Il vescovo coadiutore Guglielmo Borghetti, arrivato nel marzo scorso per assistere il vescovo reggente Mario Oliveri, ha rimosso il responsabile della Caritas don Filippo Bardini, destinato all'ufficio per la pastorale della salute. A guidare l'ufficio sarà, ad interim, lo stesso Borghetti affiancato da don Francesco Zappella e da don Alessio Roggero.

Cambio anche al vertice dell'ufficio per la scuola e per la pastorale scolastica. Esce di scena monsignor Mario Ruffino, storico parroco della collegiata di San Giovanni a Imperia e entra don Enrico Gatti, coadiuvato dal diacono Stefano Barigelli. Il primo ricopre l'incarico di vice rettore del Seminario vescovile di Albenga. L'ufficio della Migrantes invece sarà guidato dal diacono Giorgio Pizzo.

Vicina anche la sostituzione del vicario generale, ruolo ora gestito da monsignor Giorgio Bracaleoni. In questo caso è in pole position don Ivo Raimondo, attuale parroco del Duomo di Porto Maurizio a Imperia.
 
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La Spezia Oggi News

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PEDOFILIA LUNGO LA TRATTA LIGURIA URUGUAY. FRANCESCO ZANARDI (RETE L’ABUSO) DANIELE CECCARINI | 05 SET 2015
Fernando è un ragazzo sudamericano che, rimasto orfano di entrambi i genitori, da bambino ha trovato rifugio, assieme al fratellino minore, in una missione. Lì ha trovato un sacerdote italiano (non nuovo a queste pratiche) che ha abusato di lui e di altri bambini per anni. Oggi quel bambino è maggiorenne ed è padre di cinque figli e ha deciso di denunciare il suo carnefice, per impedirgli di fare del male a tanti altri bambini come lui.

Grazie all’impegno dell‘Associazione Rete L’Abuso, che aveva lanciato un appello e una raccolta di fondi, Fernando è riuscito ad arrivare in Italia per deporre presso l’Autorità Giudiziaria italiana contro il prete che dalla missione uruguayana è intanto rientrato alla sua diocesi di Albenga.

Il ragazzo ieri è stato ascoltato dalla Procura di Savona, accompagnato dal presidente di Rete L’Abuso Francesco Zanardi. Ascoltato per diverse ore è stato ritenuto attendibile ed è stata immediatamente aperta un’inchiesta che fa tornare la diocesi di Albenga al centro di una bufera giudiziaria per questioni ancora legate a violenza e pedofilia.

Segue l’intervista integrale a Francesco Zanardi

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BUFERA SULLA CHIESA INGAUNA DOPO LA DENUNCIA DI UN GIOVANE BRASILIANO
redazione web 6 settembre 2015 - 15:07Liguria
ferro-143337L’inchiesta si è spostata sui conti correnti La procura “irrompe”nella vita di un parroco di Borghetto accusato di violenza sessuale.

SAVONA. Si sposta anche sui conti correnti del prete missionario ingauno, l’inchiesta della procura avviata all’indomani della denuncia di un ventinovenne brasiliano su presunte violenze sessuali subite nel 2005 durante un soggiorno in Liguria a casa del sacerdote – precisamente ad Albenga e in precedenza nella missione uruguaiana della città di Treinta y Tres. Il sostituto procuratore Giovanni Battista Ferro ha infatti in caricato gli uomini della polizia giudiziaria di portare elementi a comprova delle pesantissime accuse mosse dal giovane fatto arrivare in Italia dall’associazione Rete l’Abuso, presieduta da Francesco Zanardi. Gli inquirenti vogliono mettere punti fermi soprattutto sul momento storico in cui si sarebbero compiute le violenze da parte del prete che era anche tutore del giovane. Passaggio non indifferente per il fascicolo al momento iscritto nel registro delle notizie non costituenti reato. Ma le indagini spaziano a 360 gradi sul rapporto del prete coni giovani della missione sud americana. A cominciare dagli aspetti economici. La procura vuole capire anche se il parroco ligure, in servizio nella missione uruguaiana, inviasse soldi ai suoi giovani allievi e per quali ragioni. Nella denuncia, che coinvolgerebbe almeno altri due preti della missione, sarebbe stato paventata anche l’ipotesi di una copertura delle presunte violenze con il pagamento di denari che il prete avrebbe mascherato come regalie. Insomma, il caso pare ancora intricato. la prossima settimana potrebbe rivelarsi decisiva. La polizia deve infatti trovare riscontri alle pesantissime affermazione e dal drammatico quadro di vita evidenziato dal giovane denunciante nella missione di Treinta y Tres. G. CIO.

Il Secolo XIX Savona

http://www.ilsecoloxix.it/p/multimedia/sav...223749001&pag=1

«Sono stato abusato da tre preti, uno è ligure»
«Sono stato abusato da tre sacerdoti. Uno è ligure. Mi ha abusato in Uurguay, e anche qui». E' una sintesi della lunga intervista registrata dal Secolo XIX Web, con il ragazzo urugguaiano che ha denunciato un presunto prete pedofilo [Chiudi]
 
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PEDOFILIA; indagine oltreoceano per il parroco di Borghetto S. Spirito, Francesco Zappella e altri due sacerdoti cattolici.
redazione web 7 settembre 2015 - 12:20Liguria
zAPPELLA pAPACOMUNICATO STAMPA

L’associazione Rete L’ABUSO Onlus rende noto che è stata formalizzata questa mattina presso le autorità competenti in Uruguay formale querela nei confronti del sacerdote italiano, attualmente parroco di Borghetto Santo Spirito (diocesi di Albenga) Francesco Zappella, e nei confronti di altri due colleghi uruguayani, padre Gabriel Tojos e Sebastian Silvera. La querela sarà inviata per conoscenza anche l’Autorità Giudiziaria italiana oltre che alle due Ambasciate competenti.

Le ipotesi di reato contestate per due dei sacerdoti stranieri sarebbero di abuso sessuale a danno di minori di cui ne avevano l’affidamento, per il terzo invece, l’italiano Francesco Zappella si aggiungerebbe anche l’ipotesi di reato di turismo sessuale, oltre ad altri due capi di imputazione che al momento non rendiamo noti.

Nei giorni scorsi, la vittima ha formalizzato le accuse nei confronti dei tre sacerdoti presso la Procura della Repubblica di Savona, davanti al Sostituto Procuratore Giovanni Battista Ferro in un interrogatorio durato più di cinque ore. Secondo gli inquirenti l’uomo ha reso dichiarazioni ampiamente esaustive.

27966924_avvocato-della-vittima-replica-il-papa-gi-stato-informato-4Il 19 agosto scorso, attraverso un delicatissimo lavoro diplomatico che ha trovato la disponibilità dell’Ambasciatore italiano in Uruguay, dott. Vincenzo Palladino, la Rete L’ABUSO era già riuscita a formalizzare presso l’Ambasciata di Montevideo, una querela che era stata successivamente trasmessa alla Procura della Repubblica di Savona e al difensore della vittima, l’avvocato della Rete L’ABUSO Sergio Cavaliere, nominato come difensore dalla vittima, presso l’Ambasciata Italiana.


La vittima che grazie alle donazioni fatte da molti sostenitori dell’associazione, era stata fatta venire in Italia lo scorso 28 agosto proprio per essere interrogato dall’autorità giudiziaria italiana. Il ragazzo che partirà nella giornata di oggi per fare ritorno in Uruguay, ha già formalizzato davanti all’Autorità Giudiziaria italiana l’avvocato Sergio Cavaliere con Nomina difensore con procura speciale. Ha in’oltre delegato la Rete L’ABUSO, nella persona del suo legale rappresentante Francesco Zanardi, ad agire per suo conto per tutto ciò che concerne l’espletamento delle pratiche legali e burocratiche.

Mons.-Borghetti-nominato-vescovo-coadiutore-di-Albenga-Imperia_articleimage (1)L’associazione rende anche noto che nella giornata di domani provvederà formalizzando regolare comunicazione di messa in mora nei confronti di don Francesco Zappella, della Diocesi di Albenga, della parrocchia di Borghetto S. Spirito e di quella uruguayana, entrambe teatro delle violenze.

Il difensore della vittima l’avv. Sergio Cavaliere, chiederà anche all’autorità giudiziaria che vengano ravvisati nei confronti della diocesi di Albenga e dei vescovi, eventuali reati omissivi, come previsto dal II comma dell’articolo 40 del c.p.p.

L’associazione chiederà formalmente nella giornata di oggi a mons. Gulielmo Borghetti, che don Francesco Zappella venga sospeso a Divinis da subito e che si avvii nei suoi confronti anche una Indagine Canonica. Chiede unitamente per il sacerdote, l’immediato allontanamento da tutte le strutture frequentate da minori.

Francesco Zanardi

L’Ufficio di Presidenza

Avv. Sergio Cavaliere

http://www.ilsecoloxix.it/p/savona/2014/10...francesco.shtml

A 04 ottobre 2014
Borghetto, don Francesco Zappella "cittadino illustre" dell'Uruguay
Luca Berto

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...Come è questa notizia?
Un momento della cerimonia di conferimento della Un momento della cerimonia di conferimento della "cittadinanza illustre" a don Francesco Zappella.


Borghetto – Prima “solo” parroco, missionario e milite di croce bianca di Borghetto, ora anche “cittadino illustre” in Uruguay.

L’amministrazione della città uruguaiana di Treinta y Tres (capitale dell’omonimo dipartimento nel sud-ovest dello stato sudamericano) ha nominato il parroco della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Borghetto, don Francesco Zappella, “cittadino illustre” per «l’opera di solidarietà e altruismo e la grande disponibilità al servizio della società e delle persone più bisognose» rese dal prelato nei diciassette anni di lavoro in Sudamerica.

Don Francesco è arrivato per la prima volta in Uruguay nel 1997. La sua prima tappa fu la parrocchia del Sacro Cuore di Cherro Chato, un quartiere della cittadina di Treinta y Tres. Da lì è cominciata la sua opera di solidarietà nei diversi quartieri della città: il suo impegno si è rivolto prima di tutto alle persone in difficoltà, per le quali ha allestito ambulatori e associazioni per l’avviamento al lavoro.

Nel 2007 la zona fu colpita da una terribile inondazione. Don Francesco lavorò alla formazione di gruppi di lavoro che andassero incontro alle esigenze della popolazione e fornissero a tutti alimenti, indumenti e generi di prima necessità.

Dopo questa esperienza a Trenta y Tres nacque spontaneamente un’associazione di carattere sociale che prese il nome di “Amigos de Padre Francesco”.

L’ultimo progetto di don Francesco è stato la creazione dell’opera “Parque Reina de la Paz”.

Nonostante i suoi problemi di salute, da ormai diciassette anni don Francesco divide la propria vita tra il suo lavoro di sacerdote in Riviera e la sua opera missionaria in Uruguay. E ama ricordare e sottolineare che tutte le opere legate alla sua persona sono state possibili grazie all’aiuto e alla solidarietà della gente in Italia e in sud America.
 
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view post Posted on 8/9/2015, 05:50
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Rete l'Abuso: La diocesi di Albenga lo rimuova e processi; altri due sacerdoti coinvolti

zAPPELLA-pAPA


http://retelabuso.org/pedofilia-indagine-o...doti-cattolici/



PEDOFILIA; indagine oltreoceano per il parroco di Borghetto S. Spirito, Francesco Zappella e altri due sacerdoti cattolici.
redazione web 7 settembre 2015 - 12:20Il punto di Rete L'ABUSO, Liguria
zAPPELLA pAPACOMUNICATO STAMPA

L’associazione Rete L’ABUSO Onlus rende noto che è stata formalizzata questa mattina presso le autorità competenti in Uruguay formale querela nei confronti del sacerdote italiano, attualmente parroco di Borghetto Santo Spirito (diocesi di Albenga) Francesco Zappella, e nei confronti di altri due colleghi uruguayani, padre Gabriel Tojos e Sebastian Silvera. La querela sarà inviata per conoscenza anche l’Autorità Giudiziaria italiana oltre che alle due Ambasciate competenti.

Le ipotesi di reato contestate per due dei sacerdoti stranieri sarebbero di abuso sessuale a danno di minori di cui ne avevano l’affidamento, per il terzo invece, l’italiano Francesco Zappella si aggiungerebbe anche l’ipotesi di reato di turismo sessuale, oltre ad altri due probabili capi di imputazione che al momento non rendiamo noti.

27966924_avvocato-della-vittima-replica-il-papa-gi-stato-informato-4

Nei giorni scorsi, la vittima ha formalizzato le accuse nei confronti dei tre sacerdoti presso la Procura della Repubblica di Savona, davanti al Sostituto Procuratore Giovanni Battista Ferro in un interrogatorio durato più di cinque ore. Secondo gli inquirenti l’uomo ha reso dichiarazioni ampiamente esaustive.

27966924_avvocato-della-vittima-replica-il-papa-gi-stato-informato-4Il 19 agosto scorso, attraverso un delicatissimo lavoro diplomatico che ha trovato la disponibilità dell’Ambasciatore italiano in Uruguay, dott. Vincenzo Palladino, la Rete L’ABUSO era già riuscita a formalizzare presso l’Ambasciata di Montevideo, una querela che era stata successivamente trasmessa alla Procura della Repubblica di Savona e al difensore della vittima, l’avvocato della Rete L’ABUSO Sergio Cavaliere, nominato come difensore dalla vittima, presso l’Ambasciata Italiana.

La vittima che grazie alle donazioni fatte da molti sostenitori dell’associazione, era stata fatta venire in Italia lo scorso 28 agosto proprio per essere interrogato dall’autorità giudiziaria italiana. Il ragazzo che partirà nella giornata di oggi per fare ritorno in Uruguay, ha già formalizzato davanti all’Autorità Giudiziaria italiana l’avvocato Sergio Cavaliere con Nomina difensore con procura speciale. Ha in’oltre delegato la Rete L’ABUSO, nella persona del suo legale rappresentante Francesco Zanardi, ad agire per suo conto per tutto ciò che concerne l’espletamento delle pratiche legali e burocratiche.

Mons.-Borghetti-nominato-vescovo-coadiutore-di-Albenga-Imperia_articleimage (1)L’associazione rende anche noto che nella giornata di domani provvederà formalizzando regolare comunicazione di messa in mora nei confronti di don Francesco Zappella, della Diocesi di Albenga, della parrocchia di Borghetto S. Spirito e di quella uruguayana, entrambe teatro delle violenze.

Il difensore della vittima l’avv. Sergio Cavaliere, chiederà anche all’autorità giudiziaria che vengano ravvisati nei confronti della diocesi di Albenga e dei vescovi, eventuali reati omissivi, come previsto dal II comma dell’articolo 40 del c.p.p.

L’associazione chiederà formalmente nella giornata di oggi a mons. Gulielmo Borghetti, che don Francesco Zappella venga sospeso a Divinis da subito e che si avvii nei suoi confronti anche una Indagine Canonica. Chiede unitamente per il sacerdote, l’immediato allontanamento da tutte le strutture frequentate da minori.

Francesco Zanardi

L’Ufficio di Presidenza

Avv. Sergio Cavaliere

www.ivg.it/2015/09/la-rete-labuso-c...orgio-zappella/

a Rete l’Abuso chiede la rimozione e il processo di don Francesco Zappella
S'indaga su un sacerdote missionario che avrebbe abusato sessualmente di alcuni ragazzi ospiti di un centro dove prestava servizio

di Redazione - 07 settembre 2015 - 17:20 Commenta Stampa Invia notizia
Più informazioni suambasciata italiana uruguaydiocesi albenga-imperiamissionariprocura della repubblica di savonaviolenza sessuale francesco zanardigiorgio zappella albengaborghetto santo spiritomontevideo
don francesco zappella
Savona. “Rimuovete e aprite un processo canonico nei confronti di don Francesco Zappella, della parrocchia di Borghetto S. Spirito e di quella uruguayana dove è stato missionario”. Lo chiedono a gran voce i responsabili dell’associazione Rete L’ABUSO Onlus con una lettera che sarà consegnata a monsignor Guglielmo Borghetti.
Secondo la Rete “il sacerdote avrebbe abusato sessualmente di alcuni ragazzi sia in Italia che in Uruguay e in particolare di un ragazzo che ha già deposto sia nel suo Paese che a Savona”.
A questo proposito la stessa associazione ha chiesto alla questura di Montevideo di procedere anche nei confronti di altri due sacerdoti che vivono nel Paese Sudamericano: padre Gabriel Tojos e Sebastian Silvera pure loro indicati come “orchi” dall’associazione. Nel frattempo “Fernando”, il ragazzo che oggi ha 29 anni e che ha dato via alle indagini della Procura di Savona, dopo essere stato ascoltato dal pm Giovanni Battista Ferro è partito stamattina per rientrare in Uruguay.
La querela dell’associzione L’abuso è stata inviata per conoscenza anche alle due Ambasciate competenti. Le ipotesi di reato contestate per due dei sacerdoti stranieri sarebbero di abuso sessuale a danno di minori di cui ne avevano l’affidamento, per il terzo invece, l’italiano Francesco Zappella si aggiungerebbe anche l’ipotesi di reato di turismo sessuale. “Con l’ambasciata italiana a Montevideo – dice Francesco Zanardi, portavoce dell’associazione che combatte la pedofilia commessa dai sacerdoti – abbiamo trovato la disponibilità dell’Ambasciatore italiano in Uruguay, Vincenzo Palladino. In questa storia ci assiste l’avvocato Sergio Cavaliere, nominato come difensore dalla vittima, presso l’Ambasciata Italiana.
Non è dato sapere se don Zappella sia già stato o meno ascoltato in procura a Savona dopo che il ragazzo vittima delle violenze avrebbe fatto ammissioni ufficiali al magistrato che lo aveva convocato venerdì scorso.

www.ilsecoloxix.it/p/savona/2015/09...y_abusato.shtml

7 settembre 2015
Dall’Uruguay a Savona per testimoniare: «Abusato da 3 preti, uno è ligure»
Sondra Coggio
Lorenzo Fazio
Savona, torna dall’Uruguay e denuncia: «Violentato da tre missionari»
Genova - «Sono nato in Brasile. All’età di 6 mesi mia madre mi ha portato con sé in Uruguay, la sua terra. Mio padre non poteva tenerci con sé perché era sposato. Aveva già una famiglia. Dall’età di sei mesi fino a otto anni sono cresciuto in un istituto cattolico. Poi, in altre missioni. E sono stato abusato da tre sacerdoti»: è una sintesi della lunga intervista registrata dal sito del Secolo XIX con il giovane sudamericano che sostiene di essere stato abusato ripetutamente, insieme con altri ragazzini, da parte di tre missionari. Di cui uno ligure: don Francesco Zappella, attualmente parroco a Borghetto Santo Spirito e in passato missionario proprio in Uruguay, per cui la onlus Rete L’Abuso ha chiesto ufficialmente a monsignor Guglielmo Borghetti, vescovo coadiutore della Diocesi di Albenga, la rimozione e l’apertura di un processo canonico.

Il Secolo XIX aveva già raccolto la testimonianza del giovane a distanza, quando si era saputo che nel presunto caso di pedofilia era coinvolto un sacerdote ligure. Il 29enne ha deposto in Uruguay, e poi, proprio grazie al sostegno della Rete L’Abuso, ha affrontato il viaggio aereo per deporre in Italia, a Savona.

Prima della sua deposizione, prima del suo rientro in America Latina, ha accettato di raccontare nei dettagli la sua vicenda personale. Racconta della fiducia che aveva nei sacerdoti, e in particolare in quel prete italiano che gli era stato assegnato come tutor. Provvedeva lui ad aiutarlo a studiare. Ma, in cambio, esigeva di essere “massaggiato”: e questi massaggi si traducevano poi in pratiche sessuali.


Il giovane non si capacita di come un missionario possa fare cose come queste: «La mia vita sarebbe stata diversa, se non lo avessi incontrato?». Oggi il giovane è padre, e si dichiara spaventato all’idea che i suoi bambini, e altri bambini, possano dover affrontare quanto dice di avere subìto. Racconta di avere ricevuto regali, come altri ragazzini ai quali poi veniva chiesto di fare sesso. Racconta di ingenti quantità di denaro, che il prete avrebbe usato per quegli acquisti, dopo avere ricevuto donazioni da parte di fedeli devoti. Dice anche di avere provato a denunciare, quando si è reso conto che quello che credeva un padre non si comportava come un padre.

Questa è una breve sintesi della sua lunga dichiarazione. Una dichiarazione di parte: al vaglio della Procura. Se sarà ritenuta attendibile, il sacerdote sarà invitato a chiarire, e nel caso a smentire, le accuse che il ragazzo gli muove. La vicenda è venuta alla luce grazie all’associazione La Rete L’Abuso, fondata da Francesco Zanardi, vittima a suo tempo di abusi da parte di un altro sacerdote ligure.

La versione del prete: «Solo calunnie, sono sereno»
Interpellato in giornata dal Secolo XIX, don Zappella (accusato insieme con due sacerdoti che vivono in Uruguay, padre Gabriel Tojos e padre Sebastian Silvera) si è detto «sereno», perché «sono tutte calunnie» e anche perché «il vescovo ha rifiutato le mie “dimissioni”, resto a disposizione della giustizia».

Se i fatti denunciati fossero veri, si tratterebbe di una storia molto grave: la pedofilia sarebbe stata praticata per anni, su numerose vittime. Non solo: i soldi inviati dalle famiglie liguri a sostegno della missione, sarebbero stati utilizzati in buona parte per fare regali, costosi, ai ragazzini abusati, per tenerli legati al presunto pedofilo. Ci sarebbero donazioni utilizzate non per aiutare bambini in difficoltà, ma per comprarli. Nell’intervista video, la presunta vittima sostiene che il sacerdote italiano abbia una doppia vita: da una parte quella del pastore devoto, fragile, generoso, dall’altra quella del pedofilo, che utilizza la veste di “uomo di Dio” per abusare: «Io lo dicevo, lo raccontavo... - afferma - ma loro, i preti, si coprivano l’uno con l’altro: era una mafia». Ma adesso «non deve succedere più, non deve succedere ad altri bambini».

www.lastampa.it/2015/09/07/errore/b...Y4I/pagina.html

borghetti



07/09/2015
Giovanni Ciolina
Savona. La bufera del caso «don Zappella» si abbatte sulla diocesi di Albenga e Imperia, all’indomani delle nomine delle varie pastorali, ma il vescovo Guglielmo Borghetti mantiene la consueta calma e sincerità nell’affrontare il discorso.
«Per quanto lo conosco io don Francesco è una persona buona e generosa e la sua nomina, come peraltro tutte le altre, sono state fatte sulla base delle conoscenze personali degli ultimi mesi».
Il monsignore va subito al nocciolo del problema letto sui giornali «anche se personalmente non sono stato informato di nulla. Ho letto di un prete denunciato per fatti molto gravi, ma notizie ufficiali non ne ho avute. E sono sincero quando dico di non sapere nulla».
Il responsabile della chiesa ingauna attende quindi notizie dalla procura («Come mi era accaduto in altre realtà») anche se non essendoci indagati il passaggio tecnico non è automatico.
Ma è stato lo stesso Zappella ieri mattina, come rivelato dallo stesso prete, ad annunciare al suo vescovo la storia e presentare le dimissioni dall’incarico.
«Al momento sono sereno - ha dichiarato il pastore mandato da papa Francesco - e attendo di conoscere sviluppi. Se le accuse trovassero conferma sarei addolorato e dovrei prendere provvedimenti, ma fino a che la situazione non è chiara aspetto».
Indubbiamente la nomina di don Zappella alla Caritas ha suonato strano alla luce della denuncia del giovane sud americano nei confronti del prete di Borghetto. «Ribadisco che per come lo conosco io don Zappella è una persona buona - ribadisce monsignor Borghetti - e i nomi che ho piazzato nei vari “ministeri” della chiesa locale sono persone di mia fiducia. Questo non vuol dire che le altre siano di mia sfiducia, ma ritengo che un turn over sia normalissimo. Se uno è appiccato al ruolo non da il massimo».

E nello specifico monsignor Borghetti interviene tra l’altro sullo spostamento di don Filippo Bardini dalla Caritas alla pastorale della salute che sembra aver fatto storcere il naso a qualcuno: «Si tratta di un ambito su cui gli ho chiesto il rilancio, di dare il meglio di sè stesso per un settore, la sanità a cui tengo particolarmente».
In attesa di capire cosa stia accadendo a don Francesco, il capo della diocesi ponentina non accetta invece la definizione di “clamoroso” in riferimento all’avvicendamento alla pastorale per la scuola e in particolare al presunto cambio di don Mario Ruffino. «Il mio obiettivo è di creare una diocesi trasparente» afferma e su don Ruffino puntualizza «che non era lui il responsabile della pastorale, ma Gabriele Corini che è finito alla cultura. Don Ruffino era stato nominato da Oliveri vicario episcopale per la pastorale scolastico per l’ottimo lavoro svolto al polo scolastico diocesano».
Un riconoscimento ad personam quindi per don Ruffino che a questa tornata è stato nominato delegato vescovile per le aggregazioni laicali. Ma alla luce delle ultime clamorose denuncie partite dal Sud America, l’organigramma potrebbe rimanere in stand by in attesa di chiarimenti.

http://genova.repubblica.it/cronaca/2015/0...rino-122416474/

Pedofilia tra Italia e Uruguay, sacerdote di Albenga nel mirino
Rete l'Abuso chiede la sua rimozione

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07 settembre 2015

Pedofilia tra Italia e Uruguay, sacerdote di Albenga nel mirino
E' ancora allarme pedofilia

L'associazione Rete L'Abuso Onlus ha chiesto ufficialmente a monsignor Guglielmo Borghetti, vescovo coadiutore della diocesi di Albenga di rimuovere e aprire un processo canonico nei confronti di don Francesco Zappella, parroco a Borghetto Santo Spirito (Savona) e già missionario in Uruguay. Il sacerdote, secondo l'Associazione, avrebbe abusato sessualmente di alcuni ragazzi sia in Italia che in Uruguay e in particolare di un giovane straniero che ha già deposto nel suo Paese e a Savona.
L'associazione ha chiesto alla polizia di Montevideo di procedere anche nei confronti di altri due sacerdoti che vivono nel Paese Sudamericano: padre Gabriel Tojos e Sebastian Silvera pure loro indicati come protagonisti di abusi. Nel frattempo il giovane, che oggi ha 29 anni e che ha dato via alle indagini della Procura di Savona, dopo essere stato ascoltato dal pm Giovanni Battista Ferro è partito per rientrare in Uruguay. La querela dell'associazione L'abuso è stata inviata per conoscenza anche alle due Ambasciate competenti.
Le ipotesi di reato contestate per i due sacerdoti stranieri sarebbero di abuso sessuale a danno di minori di cui ne avevano l'affidamento, per don Zappella si aggiungerebbe anche l'ipotesi di reato di turismo sessuale.
 
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www.etalia.net/articles/acf20e461-2...b6-1c9b0d5e5082

Don Zappella, vescovo mi dice vai avanti

'Parole contro di me da un giovane accusato di violenza'

1visita 13:31 - ANSA
BE-Mail
(ANSA) - BORGHETTO S. SPIRITO (SAVONA), 8 SET - "Chi mi attacca era stato mandato in un collegio rieducativo perché accusato di violenza sessuale su una dodicenne". Don Francesco Zappella, parroco di Sant'Antonio da Padova a Borghetto S. Spirito accusato di violenza sessuale da un giovane brasiliano che aveva conosciuto in una missione in Uruguay respinge le accuse. "La gogna mediatica è tanta e ti distrugge, ma ho un Vescovo che sa tutto e mi sprona ad andare avanti", scrive sulla sua pagina di Facebook il parroco.

www.ivg.it/2015/09/don-zappella-mon...a-informazione/

Don Zappella, Monsignor Borghetti: “La Diocesi non ha ricevuto alcuna informazione”
Tantissime le testimonianze che arrivano al sacerdote sotto accusa

di Redazione - 08 settembre 2015 - 13:48 Commenta Stampa Invia notizia
Più informazioni sudiocesi albenga e imperia francesco zappellamonsignor guglielmo borghetti borghetto santo spirito
borghetti albenga vescovo
Albenga. Secca e schietta. “La Diocesi non ha ricevuto alcuna comunicazione da parte dell’autorità giudiziaria”. Lo conferma monsignor Guglielmo Borghetti che della Diocesi di Albenga è coadiutore, ma anche rappresentante legale. “Questo significa che al momento non vi alcun procedimento penale, per quanto ne possiamo sapere, nei confronti di un nostro sacerdote”, aggiunge il presule in riferimento al caso di don Francesco Zappella accusato di aver abusato di un giovane sudamericano ospite in un centro in Uruguay e nel 2004 ad Albenga.
E don Zappella oggi risponde ancora più apertamente: “Quel ragazzo si è voluto vendicare di me perché dall’Italia non gli ho mandato più soldi dopo aver saputo che si drogava”. Il sacerdote che da sei anni è a Borghetto racconta un’altra faccia della storia del brasiliano che lo accusa ora di violenza sessuale. “In realtà ci sono testimonianze che raccontano qualcosa di diverso. Un esempio? Ecco che cosa mi ha scritto Stella Machado Araujo che conosco: “Padre conosco bene tutta la storia di questo…Non so come chiamarlo, ho una nipote che ha due figlie da lui. Abbiamo parlato con lei per farla ragionare. Ci sono stati problemi con i fratelli però lei finché non ha preso una facciata forte non ha ragionato. Da questo momento prego per mia nipote per pulire la sua immagine e tutti coloro che ti conosco e sappiamo quello che hai fatto per lui. Un fraterno abbraccio””

www.savonanews.it/2015/09/08/leggi-...sua-verita.html

martedì 08 settembre 2015, 11:04

Diocesi di Albenga e Imperia: Don Francesco Zappella racconta la sua verità

Afferma il parroco "Carissimi, eccomi ancora una volta a dover lottare contro le calunnie, contro persone senza scrupoli che hanno come mira quello di diffamare le persone e si sentono dei novelli Savonarola."


Una vicenda che ha scosso gli animi nella Diocesi di Albenga e Imperia quella che vede coinvolto il sacerdote don Francesco Zappella, parroco a Borghetto Santo Spirito (Savona) e già missionario in Uruguay denunciato dall'associazione Rete L'Abuso Onlus per presunti atti di pedofilia commessi sia ad Albenga che in Uruguay.

A parlare è direttamente Don Francesco che sui Social Network esprime la sua opinione attraverso un lungo post nel quale racconta la sua verità "Carissimi, eccomi ancora una volta a dover lottare contro le calunnie, contro persone senza scrupoli che hanno come mira quello di diffamare le persone e si sentono dei novelli Savonarola....
Quanto dà fastidio che il Vescovo Borghetti mi abbia dato questo nuovo incarico, che non è di prestigio ma di profondo impegno e carità Cristiana.
La mia coscienza è apposto, la gogna mediatica è tanta e ti distrugge, io sono qui al mio posto, ho un Vescovo che sa tutto e mi sprona ad andare avanti.
Certo, la cosa più triste è che dietro a tutto questo ci sia anche un sacerdote che si sente "il giusto" che crede di avere in mano la verità. Ma, forse si è dimenticato che chi "semina vento, raccoglie tempesta" e che i "Catari", erano e sono eretici.
Certamente ne risente anche la salute come se già non avessi abbastanza di quello che ho. Ma, come spesso dico "nella mia debolezza è la Tua forza Signore".
Pregate per me e anche per quelli che hanno dato il via a queste cose infamanti. Io mi affido totalmente al Signore e alla Sua e nostra Mamma Celeste. Grazie del vostro affetto e della vostra amicizia. Vostro don Francesco"

L'associazione ha chiesto inoltre alla polizia di Montevideo di procedere anche nei confronti di altri due sacerdoti che vivono nel Paese Sudamericano: padre Gabriel Tojos e Sebastian Silvera pure loro indicati come protagonisti di abusi. Nel frattempo il giovane italiano, il presunto abusato, che oggi ha 29 anni e che ha dato via alle indagini della Procura di Savona, dopo essere stato ascoltato dal pm Giovanni Battista Ferro è partito per rientrare in Uruguay.

La querela dell'associazione L'abuso è stata inviata per conoscenza anche alle due Ambasciate competenti.

Le ipotesi di reato contestate per i due sacerdoti stranieri sarebbero di abuso sessuale a danno di minori di cui ne avevano l'affidamento, per don Zappella si aggiungerebbe anche l'ipotesi di reato di turismo sessuale.

www.ivg.it/2015/09/don-francesco-za...nte-del-genere/

Don Francesco Zappella si difende: “Solo calunnie, mai commesso niente del genere”
Il parroco di Sant'Antonio da Padova respinge le accuse

di Redazione - 08 settembre 2015 - 7:39 Commenta Stampa Invia notizia
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Borghetto Santo Spirito. Accusato di aver violentato un ventinovenne brasiliano, don Francesco Zappella parrocco di Sant’Antonio da Padova a Borghetto Santo Spirito, esce allo scoperto. “Sono solo calunnie, ma commesso niente del genere. Questa è una montatura bella e buona anche perché dal 2004 non vado più in missione. Anzi vado una volta all’anno a controllare la mia missione, ma niente di più e nella mia parrocchia non ci sono gruppi giovanili”, dice il sacerdote che è stato anche missionario in Uruguay e in particolare nella cittadina uruguaya Treinta e Tres.
Don Zappella aveva conosciuto quel giovane che ora lo accusa in un collegio rieducativo dove era stato mandato per il suo passato burrascoso. Ha sei figli e soprattutto ha un’accusa per violenza sessuale di una dodicenne. “Ho oltre 600 testimonianze a queste affermazioni. Ma ora non contano. Vogliono uccidermi e lo stanno facendo, ma io vado a testa alta e dico messa”.
Secondo quanto raccontato al pm Giovanni Battista Ferro le violenze si sarebbero ripetute anche in un alloggio di Albenga. “Da quella casa di proprietà di una donna l’ho fatto rientrare in anticipo in Sud America perché molestava una bimba, altro che…Si tratta di calunnie dietro le quali ci sta un prete della diocesi e Zanardi, il nuovo paladino della giustizia. La gogna mediatica è ciò che uccide”, sottolinea il parroco che nei giorni scorsi è stato nominato collaboratore di monsignor Borghetti alla Caritas. “Sono innocente – ripete – Sono qui vengano ad interrogarmi”.
Nel frattempo però l’avvocato della Rete L’Abuso, Sergio Cavaliere fa sapere che “la querela nei confronti del prete e di altri due colleghi uruguayani, padre Gabriel Tojos e Sebastian Silvera verrà presentata all’ufficio centrale della polizia di Montevideo. La querela sarà inviata alle autorità dell’Uruguay e alle varie ambasciate”.
Intanto don Francesco ha deciso di raccontare la sua “verità” ai suoi parrocchiani e amici tramite un messaggio su Facebook pubblicato ieri sera:
Carissimi, eccomi ancora una volta a dover lottare contro le calunnie, contro persone senza scrupoli che hanno come mira quello di diffamare le persone e si sentono dei novelli Savonarola.
Quanto dà fastidio che il Vescovo Borghetti mi abbia dato questo nuovo incarico, che non è di prestigio ma di profondo impegno e carità Cristiana.
La mia coscienza è a posto, la gogna mediatica è tanta e ti distrugge, io sono qui al mio posto, ho un Vescovo che sa tutto e mi sprona ad andare avanti.
Certo, la cosa più triste è che dietro a tutto questo ci sia anche un sacerdote che si sente “il giusto” che crede di avere in mano la verità. ma, forse si è dimenticato che chi “semina vento, raccoglie tempesta” e che i “Catari”, erano e sono eretici.
Certamente ne risente anche la salute come se già non avessi abbastanza di quello che ho. Ma, come spesso dico, “nella mia debolezza è la Tua forza Signore”.
Pregate per me e anche per quelli che hanno dato il via a queste cose infamanti. Io mi affido totalmente al Signore e alla Sua e nostra Mamma Celeste. Grazie del vostro affetto e della vostra amicizia.
Vostro don Francesco

Edited by GalileoGalilei - 8/9/2015, 17:45
 
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Don Zappella, Monsignor Borghetti: “La Diocesi non ha ricevuto alcuna informazione”
Tantissime le testimonianze che arrivano al sacerdote sotto accusa

di Redazione - 08 settembre 2015 - 13:48 Commenta Stampa Invia notizia
Più informazioni sudiocesi albenga e imperia francesco zappellamonsignor guglielmo borghetti borghetto santo spirito
borghetti albenga vescovo
Albenga. Secca e schietta. “La Diocesi non ha ricevuto alcuna comunicazione da parte dell’autorità giudiziaria”. Lo conferma monsignor Guglielmo Borghetti che della Diocesi di Albenga è coadiutore, ma anche rappresentante legale. “Questo significa che al momento non vi alcun procedimento penale, per quanto ne possiamo sapere, nei confronti di un nostro sacerdote”, aggiunge il presule in riferimento al caso di don Francesco Zappella accusato di aver abusato di un giovane sudamericano ospite in un centro in Uruguay e nel 2004 ad Albenga.
E don Zappella oggi risponde ancora più apertamente: “Quel ragazzo si è voluto vendicare di me perché dall’Italia non gli ho mandato più soldi dopo aver saputo che si drogava”. Il sacerdote che da sei anni è a Borghetto racconta un’altra faccia della storia del brasiliano che lo accusa ora di violenza sessuale. “In realtà ci sono testimonianze che raccontano qualcosa di diverso. Un esempio? Ecco che cosa mi ha scritto Stella Machado Araujo che conosco: “Padre conosco bene tutta la storia di questo…Non so come chiamarlo, ho una nipote che ha due figlie da lui. Abbiamo parlato con lei per farla ragionare. Ci sono stati problemi con i fratelli però lei finché non ha preso una facciata forte non ha ragionato. Da questo momento prego per mia nipote per pulire la sua immagine e tutti coloro che ti conosco e sappiamo quello che hai fatto per lui. Un fraterno abbraccio””.
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CONTRATTACCO Don Francesco Zappella si difende: “Solo calunnie, mai commesso niente del genere”
CHIESA & PEDOFILIA La Rete l’Abuso chiede la rimozione e il processo di don Francesco Zappella
E Don Zappella ha anche ricevuto un’altra testimonianza sempre dall’Uruguay: “A quello che porta la droga a tal punto di ingiuriare la persona che gli ha dato tutto che lo ha tolto da un pozzo nel quale stava, che gli ha dato la possibilità di studiare e non l’ha fatto morire di fame e molto di più. Tanti siamo i testimoni speriamo che Dio si incarichi di questa ingiustizia”, scrive Gonzalo Gadea Noble.
“Come vedete questa persona che ho aiutato cercandogli una sistemazione è una persona difficile da gestire. E ora mio malgrado mi trovo qui a dovermi difendere da accuse infamanti”, dice don Zappella. “Nessuno – conferma il parroco – mi ha ha convocato in Procura. Sono a casa con la febbre e non sto bene. Ma se qualcuno mi dovesse cercare io sono qui”.
 
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http://retelabuso.org/don-zappella-si-auto...ica-intervista/

Don Zappella si auto accusa in una tragicomica intervista
redazione web 8 settembre 2015 - 18:00Liguria
download“Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi” e povero don Francesco Zappella, pare proprio che una di quelle pentole l’abbia comprata lui.

Sulla stampa di oggi il sacerdote, tenta di screditare la vittima accusandola di aver molestato in Italia una ragazzina di 12 anni e aggiunge, di avere più di 600 testimoni a sostegno di questa sua accusa. Riferisce anche che fu questo il motivo per il quale ha anticipato il rientro in Uruguay del ragazzo che oggi accusa di molestie il sacerdote.

Zappella UruguayMa se voleva tutelare una minore perché non lo ha denunciato? Obbedisce alla stessa logica delle diocesi che non denunciano i preti pedofili quando vengono a conoscenza dei loro crimini? E che tutela ha delle persone che dichiarano di essere vittima di abusi sessuali se su Facebook fa il nome delle pretesa vittima?

Non lo abbiamo fatto noi della Rete l’Abuso, non lo ha fatto la stampa, ma lo ha fatto don Zappella. E’ un invito ai suoi sostenitori ad agire in sua “tutela” in Uruguay e nel resto del mondo? Quanto alla sua asserita assenza dall’Uruguay dal 2004 saremo noi a informare la magistratura dei suoi numerosi viaggi, tra i quali quelli per il conferimento dell’onorificenza di “cittadino illustre” dell’Uruguay.

Ma purtroppo non finiscono qui le “calunnie” nei confronti del sacerdote, dalla città della vittima c’è chi le scrive ringraziandola per aver denunciato e per aver reso più sicura la vita dei loro figli, altri invece commentando pubblicamente i post del ragazzo accusando il sacerdote.

Per non parlare poi della sfortuna dei tre sacerdoti indicati dalla presunta vittima, perseguitati anche dalla malavita che ha reso vittima lo scorso anno in ben 2 occasioni, lo sciagurato Zappella e il suo sacrestano, a loro dire vittime di tentate rapine, dove però nessuno ha rubato nulla.

Non così bene è andata invece al collega di Zappella, padre Gabriel Tojos preso a colpi di macete da un padre di famiglia. Ci dispiace per questi reati, ma vorremmo sapere se sono stati individuati gli autori di queste aggressioni e le loro reali ragioni.

GonzaloCome se non bastasse adesso interviene in difesa del sacerdote anche Gonzalo Gadea Nobile segnalato tra i primi all’autorità giudiziaria.

Zappella sacerdoteInfine un sapore amaro lasciano le dichiarazioni su Facebook di Zappella che accusano un sacerdote di aver aiutato la vittima. E’ proprio vero che con l’arrivo del nuovo vescovo con diritto di successione si è scatenata una guerra in una diocesi scossa da tantissimi scandali.

Invitiamo caldamente don Francesco Zappella a formalizzare quanto prima le sue dichiarazioni non solo alla stampa, ma anche all’Autorità Giudiziaria, l’unica che potrà appurare il reale stato delle cose ed eventualmente procedere.

L’Ufficio di Presidenza

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http://telenord.it/2015/09/08/parroco-accu...-andare-avanti/

Parroco accusato di pedofilia scrive su Facebook: “Respingo le accuse, ho un vescovo che mi aiuta a andare avanti”
8 settembre 2015
“Chi mi attacca era stato mandato in un collegio rieducativo perchè accusato di violenza sessuale su una dodicenne”. Don Francesco Zappella, parroco di Sant’Antonio da Padova a Borghetto Santo Spirito accusato di violenza sessuale da un giovane brasiliano che aveva conosciuto in una missione in Uruguay respinge le accuse. “La gogna mediatica è tanta e ti distrugge, ma ho un Vescovo che sa tutto e mi sprona ad andare avanti”, scrive sulla sua pagina di Facebook il parroco. Don Zappella è stato nominato recentemente responsabile della Caritas diocesano. “Per come lo conosco don Zappella è una persona buona”, dice il vescovo coadiutore della diocesi di Albenga-Imperia Guglielmo Borghetti. I parrocchiani hanno lanciato la campagna “Io sono don Francesco Zappella” per difendere il parroco anche su Facebook. L’accusato dice di avere “la coscienza a posto”. “Vi chiedo quindi una preghiera per quello che sto passando da parte di un giovane che la missione conosce molto bene. Qualcuno lo ha aiutato e lo ha convinto a denunciarmi, di fronte alla giustizia italiana per fatti molto gravi e diffamatori. Inoltre ha fatto i nomi di due preti per gli stessi fatti. Già tutti i giornali stanno parlando di questa vicenda. Ma ho tantissimi testimoni che raccontano la sua storia decisamente pesante”. Secondo l’accusatore, le violenze sarebbero avvenute nella missione della cittadina dell’Uruguay Treinta e Tres e in un alloggio di Albenga. “La cosa più triste è che dietro a tutto questo ci sia anche un sacerdote che si sente “il giusto”, che crede di avere in mano la verità. Ma, forse si è dimenticato che chi “semina vento, raccoglie tempesta” e che i “Catari” erano e sono eretici. Pregate per me e anche per quelli che hanno dato il via a queste cose infamanti. Io mi affido totalmente al Signore e alla Sua e nostra Mamma Celeste”. Lettera che ha scritto anche in spagnolo per la missione in Uruguay. “Non so come finirà, ma vi assicuro che continuerò a lavorare per il bene della gente e spero, un giorno, di poter finire la mia vita lì. Pregate per me”.

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Don Zappella, Rete L’Abuso: “Si auto accusa in una tragicomica intervista”
di Redazione - 09 settembre 2015 - 14:59 Commenta Stampa Invia notizia
Più informazioni surete l'abuso francesco zappella borghetto santo spiritosavona
don francesco zappella
Savona. “Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi” e povero don Francesco Zappella, pare proprio che una di quelle pentole l’abbia comprata lui”. Lo scrive l’associazione La Rete l’Abuso.
Secondo la Rete L’Abuso “il sacerdote, tenta di screditare la vittima accusandola di aver molestato in Italia una ragazzina di 12 anni e aggiunge, di avere più di 600 testimoni a sostegno di questa sua accusa. Riferisce anche che fu questo il motivo per il quale ha anticipato il rientro in Uruguay del ragazzo che oggi accusa di molestie il sacerdote”.
Ancora la Rete L’Abuso: “Ma se voleva tutelare una minore perché non lo ha denunciato? Obbedisce alla stessa logica delle diocesi che non denunciano i preti pedofili quando vengono a conoscenza dei loro crimini? E che tutela ha delle persone che dichiarano di essere vittima di abusi sessuali se su Facebook fa il nome delle pretesa vittima? – si legge in una nota – Non lo abbiamo fatto noi della Rete l’Abuso, non lo ha fatto la stampa, ma lo ha fatto don Zappella. E’ un invito ai suoi sostenitori ad agire in sua “tutela” in Uruguay e nel resto del mondo? Quanto alla sua asserita assenza dall’Uruguay dal 2004 saremo noi a informare la magistratura dei suoi numerosi viaggi, tra i quali quelli per il conferimento dell’onorificenza di “cittadino illustre” dell’Uruguay.
Ma purtroppo non finiscono qui le “calunnie” nei confronti del sacerdote, dalla città della vittima c’è chi le scrive ringraziandola per aver denunciato e per aver reso più sicura la vita dei loro figli, altri invece commentando pubblicamente i post del ragazzo accusando il sacerdote.
Per non parlare poi della sfortuna dei tre sacerdoti indicati dalla presunta vittima, perseguitati anche dalla malavita che ha reso vittima lo scorso anno in ben 2 occasioni, lo sciagurato Zappella e il suo sacrestano, a loro dire vittime di tentate rapine, dove però nessuno ha rubato nulla. Non così bene è andata invece al collega di Zappella, padre Gabriel Tojos preso a colpi di machete da un padre di famiglia. Ci dispiace per questi reati, ma vorremmo sapere se sono stati individuati gli autori di queste aggressioni e le loro reali ragioni.
Così la Rete l’Abuso: “Come se non bastasse adesso interviene in difesa del sacerdote anche Gonzalo Gadea Nobile segnalato tra i primi all’autorità giudiziaria. Infine un sapore amaro lasciano le dichiarazioni su Facebook di Zappella che accusano un sacerdote di aver aiutato la vittima. E’ proprio vero che con l’arrivo del nuovo vescovo con diritto di successione si è scatenata una guerra in una diocesi scossa da tantissimi scandali”.
La nota così conclude: “Invitiamo caldamente don Francesco Zappella a formalizzare quanto prima le sue dichiarazioni non solo alla stampa, ma anche all’Autorità Giudiziaria, l’unica che potrà appurare il reale stato delle cose ed eventualmente procedere”.
 
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view post Posted on 10/9/2015, 10:56
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http://www.rsvn.it/caso-don-zappella-solid...lits2c62035.htm

Caso don Zappella, solidarietà dai parrocchiani
'Persona generosa, contro di lui una montatura'

Borghetto. "Don Francesco è una persona generosa, disponibile, e quella contro di lui è solo una montatura".

I parrocchiani si schierano al fianco di Don Francesco Zappella, il sacerdote accusato di aver molestato un giovane ospite di una struttura religiosa durante il suo mandato missionario in Uruguay e a Borghetto Santo Spirito si respira il clima di Alassio ai tempi della vicenda di don Luciano Massaferro, anche se naturalmente i parrocchiani e gli amici di don Francesco si augurano che sul piano giudiziario finisca in maniera ben diversa

La Redazione Radio Savona Sound News Rsvn.it

http://retelabuso.org/don-zappella-fa-il-n...are-le-vittime/
Don Zappella fa il nome della vittima e chiama i suoi sostenitori in Uruguay . Il vescovo Borghetti come intende tutelare le vittime?
redazione web 9 settembre 2015 - 19:59Il punto di Rete L'ABUSO, Liguria
Zappella UruguayRivolgendosi ai suoi sostenitori in Uruguay don Zappella dal suo profilo facebook fa il nome della vittima. Lo fa nonostante il divieto di pubblicare elementi che permettano di riconoscere le vittime dei reati sessuali (743 bis c. pen) . Lo fa mentre la vittima è appena tornata in Uruguay. Insomma don Zappella cerca di fare terra bruciata intorno alla vittima.

Lo fa mentre il vescovo Borghetti lo elogia come “persona buona e generosa” e non emette nessun provvedimento. Proprio quel vescovo chiamato da papa Francesco a mettere ordine in una diocesi squassata dagli scandali. Intanto minaccia tempesta contro il sacerdote che avrebbe aiutato la vittima a denunciare, dimostrando ben poco spirito di fratellanza verso i suoi colleghi.


Quantomeno sorprendenti sono le dichiarazioni di don Zappella sull’età della vittima. Perché se si volesse credergli, aggraverebbero ancora di più i fatti, perché commessi su persona di età ancora più giovane.

Ma perché don Zappella queste dichiarazioni le fa oggi, sulla stampa, invece che nelle sedi proprie, con denunce? Sarebbe l’occasione per capire cosa effettivamente sa don Zappella e come ha potuto far entrare in Italia la vittima per ospitarla ad Albenga.

Dalla diocesi quindi ci aspettiamo comportamenti coerenti coi suoi poteri autoritativi e disciplinari verso i sacerdoti. Senza tener conto dei doveri pastorali che hanno i vescovi verso i fedeli e l’opinione pubblica.

L’ufficio di Presidenza
 
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view post Posted on 10/9/2015, 14:15
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http://www.ilgiornale.it/news/cronache/lin...acebook+Interna

L'inferno del giovane uruguaiano: "Abusato da 3 preti, uno è ligure"
Si racconta a viso scoperto in un video realizzato dalle telecamere di XIXTV. Ecco l'incredibile storia di un ragazzo abusato fin da bambino da un sacerdote ancora in libertà


Sonia Bedeschi - Gio, 10/09/2015 - 12:09
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"Mi ha abusato in Uruguay, e anche qui in Italia". Una storia raccontata a fatica, dove il giovane, che oggi ha 29 anni, ripercorre la sua infanzia e la sua adolescenza segnate da momenti e persone che mai potrà dimenticare.


Troppi sono gli abusi, gli inganni, i gesti, gli sguardi di quei preti pedofili che gli hanno rovinato l'esistenza.

Nato in Brasile, abbandonato dalla madre e dal padre, a soli sei mesi è stato affidato a un istituto cattolico in Uruguay fino all'età di otto anni. Era considerato orfano a tutti gli effetti: senza genitori, senza documenti, senza nessuno che potesse difenderlo. Così sono iniziate le lunghe notti in parrocchia, dove veniva invitato da quel prete missionario italiano a dormire. Eppure, anche se lui ancora non poteva capire, racconta di un prete che li toccava i genitali gemendo. Il racconto, sofferto e rabbioso, continua: "A 14 anni sono venuto in Italia per studiare e prendere il diploma da infermiere. Nuovamente vengo accolto dal quel prete italiano a Savona in una parrocchia dove mi garantisce i soldi per studiare, per i vestiti e tutto il resto. Ma in cambio vuole farsi massaggiare, diceva che ne aveva bisogno". Il prete che gli fa da tutor è don Francesco Zappella, attualmente parroco a Borghetto Santo Spirito e in passato missionario proprio in Uruguay, per cui la onlus Rete L’Abuso ha chiesto ufficialmente a monsignor Guglielmo Borghetti, vescovo coadiutore della Diocesi di Albenga, la rimozione e l’apertura di un processo canonico.

Inizia così una sorta di terrorismo psicologico: "Non voleva che avessi la ragazza, diceva di amarmi come un padre ama il proprio figlio, mi abbracciava, voleva fare sesso, mi toglieva i vestiti e mi toccava". Il sacerdote in questione, che giustificava i suoi gesti dicendo di amare come un padre, ogni volta riusciva a convincere il povero giovane, arrivando addirittura a minacciarlo di toglierli il denaro, se si fosse rifiutato di contraccambiare il suo amore. "Quando diceva di amarmi io ci credevo - racconta nel video- mi aiutava, mi difendeva, però poi voleva i miei baci. Compra la gente con i soldi per tenersela vicino e la ricatta. Chissà quanti ragazzi in questi anni hanno subito quello che ho subito io. Era l'inferno". A un certo punto del racconto, il giovane arriva addirittura a confessare che: "Quando mi sono reso conto di quello che il prete mi faceva ho pensato di suicidarmi. Non capivo, perché da una parte diceva di amarmi come un padre e dall'altra faceva certe cose".

Un prete considerato da tutti "lindo e buono", che dice messa, che aiuta, che e' amico, "ma una volta rientrato in parrocchia si trasforma, ride di fronte ai ragazzini e li vede come un premio e ne approfittava". La gente viene ingannata, nessuno sa, però chi lo ha conosciuto come me, non ha il coraggio di affrontarlo perché lui può tutto, può pagare l'avvocato e tutto il resto". Il giovane ha trovato il coraggio e ha deposto in Uruguay e ha avuto la possibilità di deporre anche in Italia a Savona. La versione del prete: "Solo calunnie, sono sereno". Interpellato dal Secolo XIX, don Zappella (accusato insieme con due sacerdoti che vivono in Uruguay, padre Gabriel Tojos e padre Sebastian Silvera) si è detto "sereno", perché "sono tutte calunnie" e anche perché "il vescovo ha rifiutato le mie “dimissioni”, resto a disposizione della giustizia".

Oggi, il giovane è diventato padre, e il dolore, le umiliazioni, le sofferenze, i brutti ricordi, lasciano spazio alla rabbia e a una paura:"che mio figlio o qualcuno vicino a me possa incrociarlo". Lui da sempre diceva agli atri preti missionari quanto gli veniva fatto ma "si coprivano tutti, era una mafia".
 
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