Rete l'Abuso: La diocesi di Albenga lo rimuova e processi; altri due sacerdoti coinvolti
http://retelabuso.org/pedofilia-indagine-o...doti-cattolici/PEDOFILIA; indagine oltreoceano per il parroco di Borghetto S. Spirito, Francesco Zappella e altri due sacerdoti cattolici.
redazione web 7 settembre 2015 - 12:20Il punto di Rete L'ABUSO, Liguria
zAPPELLA pAPACOMUNICATO STAMPA
L’associazione Rete L’ABUSO Onlus rende noto che è stata formalizzata questa mattina presso le autorità competenti in Uruguay formale querela nei confronti del sacerdote italiano, attualmente parroco di Borghetto Santo Spirito (diocesi di Albenga) Francesco Zappella, e nei confronti di altri due colleghi uruguayani, padre Gabriel Tojos e Sebastian Silvera. La querela sarà inviata per conoscenza anche l’Autorità Giudiziaria italiana oltre che alle due Ambasciate competenti.
Le ipotesi di reato contestate per due dei sacerdoti stranieri sarebbero di abuso sessuale a danno di minori di cui ne avevano l’affidamento, per il terzo invece, l’italiano Francesco Zappella si aggiungerebbe anche l’ipotesi di reato di turismo sessuale, oltre ad altri due probabili capi di imputazione che al momento non rendiamo noti.
Nei giorni scorsi, la vittima ha formalizzato le accuse nei confronti dei tre sacerdoti presso la Procura della Repubblica di Savona, davanti al Sostituto Procuratore Giovanni Battista Ferro in un interrogatorio durato più di cinque ore. Secondo gli inquirenti l’uomo ha reso dichiarazioni ampiamente esaustive.
27966924_avvocato-della-vittima-replica-il-papa-gi-stato-informato-4Il 19 agosto scorso, attraverso un delicatissimo lavoro diplomatico che ha trovato la disponibilità dell’Ambasciatore italiano in Uruguay, dott. Vincenzo Palladino, la Rete L’ABUSO era già riuscita a formalizzare presso l’Ambasciata di Montevideo, una querela che era stata successivamente trasmessa alla Procura della Repubblica di Savona e al difensore della vittima, l’avvocato della Rete L’ABUSO Sergio Cavaliere, nominato come difensore dalla vittima, presso l’Ambasciata Italiana.
La vittima che grazie alle donazioni fatte da molti sostenitori dell’associazione, era stata fatta venire in Italia lo scorso 28 agosto proprio per essere interrogato dall’autorità giudiziaria italiana. Il ragazzo che partirà nella giornata di oggi per fare ritorno in Uruguay, ha già formalizzato davanti all’Autorità Giudiziaria italiana l’avvocato Sergio Cavaliere con Nomina difensore con procura speciale. Ha in’oltre delegato la Rete L’ABUSO, nella persona del suo legale rappresentante Francesco Zanardi, ad agire per suo conto per tutto ciò che concerne l’espletamento delle pratiche legali e burocratiche.
Mons.-Borghetti-nominato-vescovo-coadiutore-di-Albenga-Imperia_articleimage (1)L’associazione rende anche noto che nella giornata di domani provvederà formalizzando regolare comunicazione di messa in mora nei confronti di don Francesco Zappella, della Diocesi di Albenga, della parrocchia di Borghetto S. Spirito e di quella uruguayana, entrambe teatro delle violenze.
Il difensore della vittima l’avv. Sergio Cavaliere, chiederà anche all’autorità giudiziaria che vengano ravvisati nei confronti della diocesi di Albenga e dei vescovi, eventuali reati omissivi, come previsto dal II comma dell’articolo 40 del c.p.p.
L’associazione chiederà formalmente nella giornata di oggi a mons. Gulielmo Borghetti, che don Francesco Zappella venga sospeso a Divinis da subito e che si avvii nei suoi confronti anche una Indagine Canonica. Chiede unitamente per il sacerdote, l’immediato allontanamento da tutte le strutture frequentate da minori.
Francesco Zanardi
L’Ufficio di Presidenza
Avv. Sergio Cavaliere
www.ivg.it/2015/09/la-rete-labuso-c...orgio-zappella/a Rete l’Abuso chiede la rimozione e il processo di don Francesco Zappella
S'indaga su un sacerdote missionario che avrebbe abusato sessualmente di alcuni ragazzi ospiti di un centro dove prestava servizio
di Redazione - 07 settembre 2015 - 17:20 Commenta Stampa Invia notizia
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don francesco zappella
Savona. “Rimuovete e aprite un processo canonico nei confronti di don Francesco Zappella, della parrocchia di Borghetto S. Spirito e di quella uruguayana dove è stato missionario”. Lo chiedono a gran voce i responsabili dell’associazione Rete L’ABUSO Onlus con una lettera che sarà consegnata a monsignor Guglielmo Borghetti.
Secondo la Rete “il sacerdote avrebbe abusato sessualmente di alcuni ragazzi sia in Italia che in Uruguay e in particolare di un ragazzo che ha già deposto sia nel suo Paese che a Savona”.
A questo proposito la stessa associazione ha chiesto alla questura di Montevideo di procedere anche nei confronti di altri due sacerdoti che vivono nel Paese Sudamericano: padre Gabriel Tojos e Sebastian Silvera pure loro indicati come “orchi” dall’associazione. Nel frattempo “Fernando”, il ragazzo che oggi ha 29 anni e che ha dato via alle indagini della Procura di Savona, dopo essere stato ascoltato dal pm Giovanni Battista Ferro è partito stamattina per rientrare in Uruguay.
La querela dell’associzione L’abuso è stata inviata per conoscenza anche alle due Ambasciate competenti. Le ipotesi di reato contestate per due dei sacerdoti stranieri sarebbero di abuso sessuale a danno di minori di cui ne avevano l’affidamento, per il terzo invece, l’italiano Francesco Zappella si aggiungerebbe anche l’ipotesi di reato di turismo sessuale. “Con l’ambasciata italiana a Montevideo – dice Francesco Zanardi, portavoce dell’associazione che combatte la pedofilia commessa dai sacerdoti – abbiamo trovato la disponibilità dell’Ambasciatore italiano in Uruguay, Vincenzo Palladino. In questa storia ci assiste l’avvocato Sergio Cavaliere, nominato come difensore dalla vittima, presso l’Ambasciata Italiana.
Non è dato sapere se don Zappella sia già stato o meno ascoltato in procura a Savona dopo che il ragazzo vittima delle violenze avrebbe fatto ammissioni ufficiali al magistrato che lo aveva convocato venerdì scorso.
www.ilsecoloxix.it/p/savona/2015/09...y_abusato.shtml7 settembre 2015
Dall’Uruguay a Savona per testimoniare: «Abusato da 3 preti, uno è ligure»
Sondra Coggio
Lorenzo Fazio
Savona, torna dall’Uruguay e denuncia: «Violentato da tre missionari»
Genova - «Sono nato in Brasile. All’età di 6 mesi mia madre mi ha portato con sé in Uruguay, la sua terra. Mio padre non poteva tenerci con sé perché era sposato. Aveva già una famiglia. Dall’età di sei mesi fino a otto anni sono cresciuto in un istituto cattolico. Poi, in altre missioni. E sono stato abusato da tre sacerdoti»: è una sintesi della lunga intervista registrata dal sito del Secolo XIX con il giovane sudamericano che sostiene di essere stato abusato ripetutamente, insieme con altri ragazzini, da parte di tre missionari. Di cui uno ligure: don Francesco Zappella, attualmente parroco a Borghetto Santo Spirito e in passato missionario proprio in Uruguay, per cui la onlus Rete L’Abuso ha chiesto ufficialmente a monsignor Guglielmo Borghetti, vescovo coadiutore della Diocesi di Albenga, la rimozione e l’apertura di un processo canonico.
Il Secolo XIX aveva già raccolto la testimonianza del giovane a distanza, quando si era saputo che nel presunto caso di pedofilia era coinvolto un sacerdote ligure. Il 29enne ha deposto in Uruguay, e poi, proprio grazie al sostegno della Rete L’Abuso, ha affrontato il viaggio aereo per deporre in Italia, a Savona.
Prima della sua deposizione, prima del suo rientro in America Latina, ha accettato di raccontare nei dettagli la sua vicenda personale. Racconta della fiducia che aveva nei sacerdoti, e in particolare in quel prete italiano che gli era stato assegnato come tutor. Provvedeva lui ad aiutarlo a studiare. Ma, in cambio, esigeva di essere “massaggiato”: e questi massaggi si traducevano poi in pratiche sessuali.
Il giovane non si capacita di come un missionario possa fare cose come queste: «La mia vita sarebbe stata diversa, se non lo avessi incontrato?». Oggi il giovane è padre, e si dichiara spaventato all’idea che i suoi bambini, e altri bambini, possano dover affrontare quanto dice di avere subìto. Racconta di avere ricevuto regali, come altri ragazzini ai quali poi veniva chiesto di fare sesso. Racconta di ingenti quantità di denaro, che il prete avrebbe usato per quegli acquisti, dopo avere ricevuto donazioni da parte di fedeli devoti. Dice anche di avere provato a denunciare, quando si è reso conto che quello che credeva un padre non si comportava come un padre.
Questa è una breve sintesi della sua lunga dichiarazione. Una dichiarazione di parte: al vaglio della Procura. Se sarà ritenuta attendibile, il sacerdote sarà invitato a chiarire, e nel caso a smentire, le accuse che il ragazzo gli muove. La vicenda è venuta alla luce grazie all’associazione La Rete L’Abuso, fondata da Francesco Zanardi, vittima a suo tempo di abusi da parte di un altro sacerdote ligure.
La versione del prete: «Solo calunnie, sono sereno»
Interpellato in giornata dal Secolo XIX, don Zappella (accusato insieme con due sacerdoti che vivono in Uruguay, padre Gabriel Tojos e padre Sebastian Silvera) si è detto «sereno», perché «sono tutte calunnie» e anche perché «il vescovo ha rifiutato le mie “dimissioni”, resto a disposizione della giustizia».
Se i fatti denunciati fossero veri, si tratterebbe di una storia molto grave: la pedofilia sarebbe stata praticata per anni, su numerose vittime. Non solo: i soldi inviati dalle famiglie liguri a sostegno della missione, sarebbero stati utilizzati in buona parte per fare regali, costosi, ai ragazzini abusati, per tenerli legati al presunto pedofilo. Ci sarebbero donazioni utilizzate non per aiutare bambini in difficoltà, ma per comprarli. Nell’intervista video, la presunta vittima sostiene che il sacerdote italiano abbia una doppia vita: da una parte quella del pastore devoto, fragile, generoso, dall’altra quella del pedofilo, che utilizza la veste di “uomo di Dio” per abusare: «Io lo dicevo, lo raccontavo... - afferma - ma loro, i preti, si coprivano l’uno con l’altro: era una mafia». Ma adesso «non deve succedere più, non deve succedere ad altri bambini».
www.lastampa.it/2015/09/07/errore/b...Y4I/pagina.htmlborghetti
07/09/2015
Giovanni Ciolina
Savona. La bufera del caso «don Zappella» si abbatte sulla diocesi di Albenga e Imperia, all’indomani delle nomine delle varie pastorali, ma il vescovo Guglielmo Borghetti mantiene la consueta calma e sincerità nell’affrontare il discorso.
«Per quanto lo conosco io don Francesco è una persona buona e generosa e la sua nomina, come peraltro tutte le altre, sono state fatte sulla base delle conoscenze personali degli ultimi mesi».
Il monsignore va subito al nocciolo del problema letto sui giornali «anche se personalmente non sono stato informato di nulla. Ho letto di un prete denunciato per fatti molto gravi, ma notizie ufficiali non ne ho avute. E sono sincero quando dico di non sapere nulla».
Il responsabile della chiesa ingauna attende quindi notizie dalla procura («Come mi era accaduto in altre realtà») anche se non essendoci indagati il passaggio tecnico non è automatico.
Ma è stato lo stesso Zappella ieri mattina, come rivelato dallo stesso prete, ad annunciare al suo vescovo la storia e presentare le dimissioni dall’incarico.
«Al momento sono sereno - ha dichiarato il pastore mandato da papa Francesco - e attendo di conoscere sviluppi. Se le accuse trovassero conferma sarei addolorato e dovrei prendere provvedimenti, ma fino a che la situazione non è chiara aspetto».
Indubbiamente la nomina di don Zappella alla Caritas ha suonato strano alla luce della denuncia del giovane sud americano nei confronti del prete di Borghetto. «Ribadisco che per come lo conosco io don Zappella è una persona buona - ribadisce monsignor Borghetti - e i nomi che ho piazzato nei vari “ministeri” della chiesa locale sono persone di mia fiducia. Questo non vuol dire che le altre siano di mia sfiducia, ma ritengo che un turn over sia normalissimo. Se uno è appiccato al ruolo non da il massimo». E nello specifico monsignor Borghetti interviene tra l’altro sullo spostamento di don Filippo Bardini dalla Caritas alla pastorale della salute che sembra aver fatto storcere il naso a qualcuno: «Si tratta di un ambito su cui gli ho chiesto il rilancio, di dare il meglio di sè stesso per un settore, la sanità a cui tengo particolarmente».
In attesa di capire cosa stia accadendo a don Francesco, il capo della diocesi ponentina non accetta invece la definizione di “clamoroso” in riferimento all’avvicendamento alla pastorale per la scuola e in particolare al presunto cambio di don Mario Ruffino. «Il mio obiettivo è di creare una diocesi trasparente» afferma e su don Ruffino puntualizza «che non era lui il responsabile della pastorale, ma Gabriele Corini che è finito alla cultura. Don Ruffino era stato nominato da Oliveri vicario episcopale per la pastorale scolastico per l’ottimo lavoro svolto al polo scolastico diocesano».
Un riconoscimento ad personam quindi per don Ruffino che a questa tornata è stato nominato delegato vescovile per le aggregazioni laicali. Ma alla luce delle ultime clamorose denuncie partite dal Sud America, l’organigramma potrebbe rimanere in stand by in attesa di chiarimenti.
http://genova.repubblica.it/cronaca/2015/0...rino-122416474/Pedofilia tra Italia e Uruguay, sacerdote di Albenga nel mirino
Rete l'Abuso chiede la sua rimozione
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07 settembre 2015
Pedofilia tra Italia e Uruguay, sacerdote di Albenga nel mirino
E' ancora allarme pedofilia
L'associazione Rete L'Abuso Onlus ha chiesto ufficialmente a monsignor Guglielmo Borghetti, vescovo coadiutore della diocesi di Albenga di rimuovere e aprire un processo canonico nei confronti di don Francesco Zappella, parroco a Borghetto Santo Spirito (Savona) e già missionario in Uruguay. Il sacerdote, secondo l'Associazione, avrebbe abusato sessualmente di alcuni ragazzi sia in Italia che in Uruguay e in particolare di un giovane straniero che ha già deposto nel suo Paese e a Savona.
L'associazione ha chiesto alla polizia di Montevideo di procedere anche nei confronti di altri due sacerdoti che vivono nel Paese Sudamericano: padre Gabriel Tojos e Sebastian Silvera pure loro indicati come protagonisti di abusi. Nel frattempo il giovane, che oggi ha 29 anni e che ha dato via alle indagini della Procura di Savona, dopo essere stato ascoltato dal pm Giovanni Battista Ferro è partito per rientrare in Uruguay. La querela dell'associazione L'abuso è stata inviata per conoscenza anche alle due Ambasciate competenti.
Le ipotesi di reato contestate per i due sacerdoti stranieri sarebbero di abuso sessuale a danno di minori di cui ne avevano l'affidamento, per don Zappella si aggiungerebbe anche l'ipotesi di reato di turismo sessuale.