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Trieste. Prete gay gesuita 60enne fa sesso davanti a bimbi, nei bagni pubblici, Condannato: "sono depresso da 12 anni". E non l'hanno ancora spretato

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GalileoGalilei
view post Posted on 11/5/2016, 19:43 by: GalileoGalilei
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http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronac...esso-1.13013527
Trieste: sesso ai Giardini pubblici, in 37 rischiano il processo
Il pm chiude le indagini sugli incontri nei bagni del parco cittadino di via Giulia. L’accusa: atti osceni in luogo pubblico frequentato da minori
di Corrado Barbacini

24 febbraio 2016

TRIESTE Trentasette persone filmate dalle telecamere degli agenti della polizia locale mentre «facevano cose disgustose», dentro i bagni pubblici del giardino di via Giulia, ben visibili ai ragazzini. Trentasette persone, tutti uomini, riguardo cui il pm Maddalena Chergia ha chiuso le indagini e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio. Accusa: atti osceni in luogo pubblico, aggravati dalla vicinaza di luoghi frequentati da minori.

Il nome noto della lista è quello di Fabio Buosi, già condannato per l’omicidio del tassista Bruno Giraldi. Ma nell’atto depositato dal pm nei giorni scorsi compaiono nomi e professioni impensabili e insospettabili. Dal tifoso appassionato della Triestina fino all’ex consigliere comunale di un municipio carsico. Dal candidato alle circoscrizionali del 2011 fino all’apprezzato maestro di musica. Ancora: dall’ex calciatore dilettante fino al titolare di un’agenzia di servizi. Per arrivare all’organizzatore di eventi e al tabaccaio.


Nell’elenco ci sono anche stranieri. Un iracheno, due serbi, un ungherese e due rumeni. Ma nella lista compare anche il nome di una persona coinvolta in un’inchiesta sull’assenteismo. Che anzichè andare a lavorare andava nei bagni pubblici a masturbarsi con la porta aperta. Lui come gli altri. E infine ci sono anche i nomi di un sindacalista e di un sacerdote. Tutti accomunati dal vizio di toccarsi, di fare sesso individualmente e in coppia nei bagni al piano terra della palazzina di servizio del giardino pubblico “de Tommasini” di via Giulia

Non chiusi a chiave dietro le porte dei wc, bensì nei paraggi dei lavandini esterni, in una zona aperta a tutti, dove l’accesso e il transito sono assolutamente liberi. Là dove un qualsiasi cittadino - e il pensiero va innanzitutto ai tanti bimbi, ragazzini e adolescenti che frequentano il giardino e il parco giochi al suo interno - può passare e deve avere il diritto di poterlo fare senza imbattersi suo malgrado in scene a sfondo esplicitamente sessuale.
Quando nell’agosto dell’anno scorso il caso era clamorosamente scoppiato, il sacerdote - poi trasferito da Trieste - si era giustificato con queste parole: ««Andavo in quei bagni per sfogo. Sono depresso, mi sento solo. Capisce?». Poi aveva aggiunto: «Se mi avessero bloccato subito nei bagni mi sarei reso conto di quello che stavo facendo. Se mi avessero fatto capire che è grave fare queste cose in un posto pubblico mi avrebbero aiutato. Agli agenti ho detto: “Mi avete riportato alla realtà”».

Queste ed altre parole le potrà ripetere al giudice che sarà chiamato a decidere sul suo rinvio a giudizio. Perché ora lui come gli altri 36 indagati ha 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogato dal pm Chergia, presentando una memoria o consegnando documenti che lo scagionino. Nutrito il gruppo degli avvocati difensori: Alessandra Devetag, Claudio Bellanti, Andrea Polacco, Fabio Campanella, Gabriella Frezza, Sara Bearzi, Chiara Maltese,Cesare Stradaioli, Antonio Zonta, Giovanna Augusta de’ Manzano, Marco Vascotto, Elena Bertosa, Cristiano Gobbi, Fabio Balestra, Antonio De Pauli, Alfredo Antonini, Paolo Volli, Giulio De Bacco, Astrid Vida, Fabio Balestra, Micol Minetto, Luca Maria Ferrucci, Alessandro Giadrossi e Carmine Pullano.

L’indagine era partita da una segnalazione verbale ai vigili urbani: gli approfondimenti erano stati avviati a inizio luglio e avevano portato ben presto alla denuncia di due uomini. Di segnalazioni, poi, ne erano arrivate altre. Così gli agenti avevano installato una serie di telecamere in prossimità della porta dei bagni.
Gli accertamenti erano andati avanti per settimane, portando a galla un fenomeno che all’inizio aveva coinvolto addirittura 51 persone. Gli agenti li aspettavano nei pressi della palazzina. Poi li fermavano: «Documenti, prego». In pochi giorni il cerchio investigativo si era chiuso puntando esclusivamente a coloro i quali si erano esibiti in pubblico, e cioè con la porta aperta. E alla fine sono stati evidenziati gli episodi che costituiscono reato. Esibizioni «disgustose», erano state definite.


http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronac...rete-1.13453642

Sesso nei bagni pubblici a Trieste, maximulta al prete
Raffica di patteggiamenti tra i 37 indagati per atti osceni in via Giulia. Pena pecuniaria di 30mila euro, sospesa, per il sacerdote
di Corrado Barbacini

11 maggio 2016

TRIESTE A piccoli gruppi - quasi di nascosto - patteggiano e chiudono la loro imbarazzante vicenda giudiziaria, iniziata la scorsa estate nei bagni pubblici del giardino di via Giulia, che si trovano proprio sotto la sede della polizia locale. Lì dentro sono stati infatti immortalati dalle telecamere piazzate proprio dagli agenti, avvisati dalle mamme dei bambini mentre, come si legge nell’ordinanza, «facevano cose disgustose», davanti agli occhi dei ragazzini. L’accusa per i 37 indagati è quella di atti osceni in luogo pubblico in presenza di minori. Molti di loro, però, come detto stanno uscendo da questa storia prima del dibattimento, evitando così che il Comune, proprietario dell’immobile, possa costituirsi parte civile chiedendo loro i danni arrecati quantomeno all’immagine.

Pochi giorni fa è stato chiuso davanti al gip Luigi Dainotti il primo patteggiamento riguardante cinque esibizionisti. Ieri mattina davanti al gip Giorgio Nicoli è stata la volta di altri sei indagati, tra cui anche un sacerdote. Che, all’epoca, si era giustificato dicendo di essere andato in quei bagni per sfogo. «Se mi avessero bloccato subito - aveva detto - mi sarei reso conto di quello che stavo facendo...». Il suo difensore, l’avvocato Luca Maria Ferrucci, ha concordato con il pm Maddalena Chergia (in aula era presente il pm Massimo De Bortoli) una pena pecuniaria (sospesa) di 30mila euro. Il sacerdote era stato filmato mentre - con la porta aperta - si appartava con un altro frequentatore dei bagni pubblici. Un altro esibizionista, un uomo di 52 anni, sempre difeso dall’avvocato Ferrucci ha scelto di chiudere la partita con la pena pecuniaria, sempre sospesa, di 15mila euro.
È stata definita anche la posizione del “viaggiatore”, l’uomo residente a Roma che veniva regolarmente a Trieste in treno per incontrarsi nei bagni pubblici di via Giulia. Ovviamente finché gli agenti lo hanno bloccato in compagnia di un amico occasionale. I due si esibivano, “en plain air”, con la porta aperta, davanti ai bambini. Per il viaggiatore e gli altri due indagati le pene patteggiate e dunque sospese sono state di 2 e 3 mesi. In aula presenti i difensori, gli avvocati Fabio Campanella, Giovanna Augusta de’ Manzano e Alessandra Devetag.
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L’indagine era partita da una segnalazione verbale ai vigili urbani: gli approfondimenti erano stati avviati a inizio luglio e avevano portato ben presto alla denuncia di due uomini. Di segnalazioni, poi, ne erano arrivate altre. Così gli agenti avevano installato una serie di telecamere in prossimità della porta dei bagni pubblici. Gli accertamenti erano andati avanti per settimane, portando a galla un fenomeno che all'inizio aveva coinvolto addirittura 51 persone. Gli agenti li aspettavano nei pressi della palazzina. Poi li fermavano: «Documenti, prego». In pochi giorni il cerchio investigativo si era chiuso puntando esclusivamente a coloro i quali si erano esibiti in pubblico, e cioè con la porta aperta. E alla fine sono stati evidenziati gli episodi che costituiscono reato. Esibizioni «disgustose», erano state definite. Ora i patteggiamenti. In silenzio.

11 maggio 2016
 
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