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Don Silverio Mura, pedofilo, mandato a insegnar religione a Cicciano, Napoli - Ponticelli. Nascosto a pavia sotto falso nome, a processo per sostituzione di persona

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view post Posted on 6/6/2013, 09:52
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A 13 anni violentato dal parroco dell'Annunziata a Pollena Trocchia, animatore dei Cursillos al Rione Incis a Ponticelli (Napoli)

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STORIE DI ORDINARIA PEDOFILIA. AIUTACI CONDIVIDENDO A SOLLEVARE QUESTO CASO il prete pedocriminale è ancora in servizio in una scuola nei pressi di Napoli. La vittima che ha contattato Rete L'ABUSO ha fornito materiale che prova che la Diocesi di Nola è ben al corrente del problema, ma si sa, preti e cardinali di figli non ne hanno, la salute psicofisica dei figli altrui non crea grandi problemi. Papa Francesco, stando alle recenti dichiarazioni pare voglia adottare la linea dura, lo farà? Rete L'ABUSO si e non mancheremo di tenervi aggiornati.

Edited by pincopallino2 - 4/6/2021, 08:38
 
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view post Posted on 12/6/2013, 10:28
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Nola, denuncia di Rete L’Abuso
REDAZIONE / Cronaca

"Rete L’Abuso: due Avemaria, un Padre Nostro e si ricomincia da capo"

Nola, denuncia di Rete L’Abuso

NOLA - Malgrado le denunce alle autorità civili, al Vescovo di Nola e al Card. Crescienzio Sepe, don S. M. non solo resta in servizio, ma cosa più grave continua tranquillamente ad insegnare nelle scuole, a contatto con minori.
Un’altra storia di “ordinaria pedofilia” che giunge a Rete L’ABUSO dalla provincia di Napoli, scegliamo di raccontarla perché particolarmente documentata (con tanto di video tra vittima e abusatore) e in grado di far comprendere quale è il dramma delle vittime di preti pedofili. E’ in grado anche, di lanciare un messaggio chiaro di civiltà e sensibilizzazione per chi lo vuole cogliere, a contrasto di questa inciviltà.

Tutto comincia nel 1987 in una scuola del napoletano, la vittima un bambino di 11 anni che viene adescato a scuola da don S. M. il quale lo invita a casa, fuori dall’orario scolastico. Preso il ragazzino si rende conto di non essere il solo al quale don S. M. dedica le sue morbose attenzioni, sono almeno in 7.
Passano anni prima che l’incubo finisca, finalmente il ragazzino riesce a tagliare il cordone ombelicale creatosi col carnefice, come da cliché passano ancora anni prima che maturi il dramma e comprenda che le sue crisi per le quali è in cura derivano da quello che ha subito da bambino. Quando realizza è già sposato e padre di famiglia. Ha tre figli e inorridisce all’idea che quel prete pedocriminale, amico di famiglia che non solo lo ha sposato, ma che ha anche battezzato i suoi tre figli, sia ancora in circolazione e a contatto con minori. L’uomo è credente, di istinto si rivolge alle autorità ecclesiastiche scrive al Cardinale Crescenzio Sepe, riceve la notifica di lettura della mail, ma nessuna risposta.

Un altro dramma dell’uomo è che non ha mai trovato la forza di raccontare alla moglie quello che aveva subito da quel prete, non può nemmeno spiegare a cosa sono dovute le sue frequenti crisi. Matura la situazione e sotto il consiglio dello psicologo racconta tutto alla moglie e ai genitori, i quali trovano fortunatamente la forza e l’amore per aiutarlo. Scrive nuovamente alla Diocesi, lo fa anche la moglie, ma nessuna risposta. Di sua iniziativa lo psicologo dell’uomo, comprendendo che buona parte del dramma è dovuta anche al fatto che il sacerdote sia un pericolo per i bambini, scrive al Vescovo Lucio Lemmo, in un passaggio della sua lettera scrive “ Non mi pongo come il perito legale di XXXXX, ma il suo curante. Ho segnalato questo drammatico caso alla Chiesa perché ho ritenuto soprattutto utile per le strategie terapeutiche, oltre che un mio obbligo di cittadino morale e cattolico”. La Diocesi non risponde direttamente ma invia a casa dell’uomo due giovani che si presentano con una busta contenente 300€, a nome della Caritas, sottolineando, che non vi saranno altri aiuti.

L’uomo non ha mai chiesto soldi, la sua unica preoccupazione sono i minori a rischio. Deluso dalla chiesa e impotente si reca alla Stazione dei Carabinieri di Napoli Ponticelli il 22/06/2010 e sporge regolare denuncia, ma i fatti sono prescritti, non ci sarà un’indagine nulla, quella denuncia finirà su uno scaffale.
Il pedofilo, malgrado le denunce e le segnalazioni è tutt’ora a piede libero e insegna in una scuola di una Diocesi.
Non si chiede di riparare un danno irreparabile, si chiede solo che questo non continui, che venga fermato, che il prete non stia più a contatto con minori, perché “non impedire un fatto che si ha il dovere di impedire,equivale a cagionarlo” . (Sentenza del Giudice del Tribunale di Savona Fiorenza Giorgi maggio 2012 contro Mons. Dante Lafranconi) .
Per questo ci appelliamo al dovere civico di chi fa informazione e successivamente a quello dei genitori perche si chieda conto alla Diocesi, alla Chiesa e al Cardinale Sepe, della sicurezza dei propri figli.

Comunicato di "Rete L'Abuso" Noi vittime di preti pedofili
 
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view post Posted on 25/7/2013, 14:22
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http://inchieste.repubblica.it/it/repubbli...ofili-63549187/

di ELENA AFFINITO e GIORGIO RAGNOLI
"Ho tentato di denunciare quel prete
ma dopo 20 anni il reato è prescritto"
La storia di Diego, vittima del viceparroco della chiesa nel cui oratorio andava a giocare. Un'infanzia cancellata, gli incubi che si rincorrono, fino alla decisione di raccontare tutto alla madre. Poi la terapia da uno psichiatra che ha solo lenito il dolore. "Sono andato dal sacerdote e gli ho ricordato quello che era successo. Ma lui è stato impassibile. Non ha mai ammesso. Mi ha invitato a pregare. Come un povero malato di mente". Inutile il ricorso alla magistratura. Un'assurdità che riguarda centinaia di vittime private della giustizia per un reato odioso
NAPOLI - "Faceva molto caldo quel pomeriggio, la scuola era quasi finita. Ricordo ancora come ero vestito: un paio di pantaloncini e una canottiera di spugnetta blu. Il prete mi invitò a casa sua. Io accettai. In camera da letto mi chiese di sedermi vicino a lui, poi cominciò a toccarmi. Non capivo cosa mi stava facendo: ero solo un bambino, per me lui era come un Dio. Mentre mi baciava, diceva che mi amava. Lo accontentai".

Diego (così lo chiameremo con un nome ovviamente di fantasia, ndr ) nasce nel 1975 in un quartiere alla periferia di Napoli. Cresce frequentando l'oratorio del suo quartiere, come tanti altri bambini della sua età. I suoi genitori sono molto cattolici. Nel 1986 si iscrive alla scuola media del suo rione. Di lì a pochi mesi, per cinque lunghi anni, diventerà l'oggetto delle attenzioni sessuali di don S. M., suo insegnante di religione. Del sacerdote useremo solo le iniziali, come sono indicate su un video pubblicato su Youtube. Il dolore ha impresso nella memoria di questo ragazzo ogni dettaglio di quei momenti. La sua infanzia è stata cancellata. Ogni ricordo precedente rimosso e lui condannato a una vita di angoscia. La sua storia è nota ed è stata diffusa dalla rete "L'Abuso", una struttura impegnata contro le violenze sessuali degli uomini di chiesa. Ci ha voluto contattare ancora una volta per ribadire e rilanciare non tanto quell'incubo che lo assilla ormai da oltre vent'anni ma per sollevare un problema che riguarda decine se non centinaia di vittime come lui: la prescrizione del reato di pedofilia dopo 15 anni per il codice civile e 20 per quello penale. Un'assurdità se si pensa che chi subisce violenze sessuali di solito è un bambino, non ha la forza, la lucidità, la forza di denunciare l'abuso e chi lo ha commesso. Soprattutto se si tratta di un sacerdote, di un uomo di chiesa, a cui ci si confida e ci si affida. "Avrei voluto farlo anni dopo", ci racconta il nostro testimone. "Ma i carabinieri hanno potuto solo raccogliere la mia testimonianza senza procedere ad una vera denuncia. Mancavano le prove. Ma il reato, anche se fosse stato dimostrato, era comunque caduto in prescrizione. Non avevo altra scelta: continuare a convivere con i miei fantasmi e rinunciare ad ogni più piccola forma di giustizia".

In quegli anni cruciali, il viceparroco diventa amico di famiglia e inizia a frequentare la casa di Diego. "Arrivava e scherzava con mia madre e i miei fratelli mentre io rimanevo in un angolo", ricorda. Il prete convince il ragazzino a non confessare a nessuno il loro segreto. Ma negli anni il silenzio diventa insostenibile: "Stavo sempre peggio. Una sera mi sentii malissimo e fui portato in ospedale. Vomitavo, non riuscivo a respirare. Ero convinto che stavo per morire. Ero disperato e decisi di confessare tutto a mia madre".
La donna si allarma. Conosce suo figlio. Come ogni madre. saa che non sta mentendo, che non è un mitomane. Non si tratta di un pessimo scherzo, di una vendetta, di una fantasia morbosa di un ragazzino troppo sveglio. Diego dice il vero. Ha bisogno di aiuto. Su consiglio della madre, il ragazzo contatta lo psichiatra Alfonso Rossi, un primario in pensione con una grande esperienza "sul campo".

Ricorda oggi il professionista: "Arrivò da me nell'ottobre del 2009 in un profondissimo stato di angoscia, con un'aggressività mal gestita, ripetendo continuamente di voler parlare ma non riuscendovi mai. Ogni tanto si alzava e andava a vomitare nel bagno". Passano i mesi, le sedute continuano tra sforzi sfibranti, progressi e nuove regressioni. Lo psichiatra insiste. Ottiene i primi risultati. Fino alla svolta decisiva. Mesi dopo. Diego riesce finalmente a raccontare gli abusi subiti da bambino. Su consiglio dello psichiatra nel giugno 2010 il ragazzo presenta una denuncia presso la caserma più vicina ma riceve la prima delusione: il reato è ormai prescritto. Per lo Stato quel prete non ha mai compiuto gli abusi e non può essere sottoposto alla giustizia ordinaria.

Il giovane non si dà pace. E' convinto che almeno la Chiesa possa risarcirlo. Non dal punto di vista economico ma spirituale, psicologico. Si rivolge anche al vescovo ausiliare di Napoli, Lucio Lemmo. Senza successo. Con una telecamera nascosta cerca il suo carnefice con l'intento di farlo confessare, ma inutilmente. "Andai là anche per fargli capire come mi aveva ridotto, lui mi trattò con fastidio come se non fosse un problema suo, riuscì anche a farmi recitare l'"Ave Maria" insieme a lui", racconta Diego.

Nel 2011, con non poche difficoltà, il medico riesce a farsi ricevere dal vescovo in persona. Redige una breve relazione sulle condizioni del ragazzo che così si conclude: "Ho segnalato questo drammatico caso umano alla Chiesa perché lo ritenevo soprattutto utile per le strategie terapeutiche, oltre che un mio obbligo morale di cittadino e cattolico. [...] Gradirei molto che il giovane venisse sottoposto a una valutazione clinica da un professionista di Loro fiducia che possa valutare i rapporti causali tra gli eventi delittuosi e lo stato attuale di Diego, augurandomi che possiate acquisire gli elementi necessari per intraprendere un percorso di giustizia e garanzia per le altre fragili e future vittime".

Di lì a poco anche il giovane verrà ricevuto in Curia, racconta i fatti al vescovo che li annota promettendogli che quanto da lui denunciato verrà inviato a Roma. Poi i contatti con la diocesi si interrompono. Nel 2012, popo ripetute richieste di spiegazioni da parte anche della famiglia di Diego, la Curia, a firma della segreteria del vicariato, risponde che il vescovo non ha più tempo per ricevere il giovane. Si legge nella missiva: "Gentile Sig.[...] in merito alla sua richiesta di poter incontrare il Vescovo, Le comunico che sarà molto difficile poterla accontentare perché i suoi impegni di Curia ed altro gli impediscono di poter continuare gli incontri con lei". Diego sente di vivere un secondo tradimento: "Non sono stato creduto nonostante anche il mio psichiatra abbia spiegato i fatti molto chiaramente, quell'uomo pericoloso sta ancora in mezzo ai ragazzi mentre io non ho ricevuto il minimo sostegno spirituale".

Contattando il vescovo, spiega lo psichiatra, Diego chiedeva di essere riabbracciato dalla sua Chiesa, che però non sembra disponibile a farlo. Nell'estate del 2012 il ragazzo scopre che il sacerdote è stato allontanato dalla parrocchia e ne è profondamente sollevato: "Il mio interesse era soprattutto quello di evitare che quell'uomo facesse del male ad altri ragazzini". Un mese fa, grazie a Francesco Zanardi e alla rete "L'Abuso", Diego viene a sapere che don S. M. nell'anno scolastico 2012-2013 ha regolarmente insegnato in una scuola professionale pochi chilometri fuori Napoli: "Mi è crollato il mondo addosso, niente di quello che avevo fatto era servito. Avevo l'impressione che la Chiesa in questo modo autorizzasse non solo gli abusi fatti a me da quel sacerdote, ma la pedofilia in generale" spiega Diego.

Il prete, è stato per molti anni animatore spirituale di un importante movimento ecclesiale per la diocesi di Napoli e nel 2012, poco prima di essere "allontanato" ha accolto nella sua parrocchia per l'ultima stazione di Quaresima un importante esponente del mondo ecclesiastico, accompagnandolo durante la processione penitenziale e concelebrando con lui la messa. Diego nel frattempo si è sposato, ha avuto due bambini. Ha tentato di riprendere una vita normale. "Ma è servito a poco", ammette adesso. "Quella violenza mi perseguiterà per sempre".

In Italia dall'ottobre 2012 a seguito delle ratifica della convenzione del consiglio d'Europa per la protezione dei minori, cosiddetta di Lanzarote, si è proceduto alla modifica di alcuni articoli del codice di procedura penale e il termine della prescrizione per questo tipo di reati è stato innalzato da 10 a 20 anni. Ma lo psichiatra Alfonso Rossi spiega che reati del genere dovrebbero rimanere imprescrittibili, perché la possibilità di maturare un senso di giustizia per il danno subito arriva moltissimi anni dopo la violenza. La prescrizione non cancella soltanto il reato ma qualsiasi possibilità per la vittima di riconciliarsi con le istituzioni che non l'hanno saputa proteggere. "Il ragazzo, per stare meglio oggi, avrebbe bisogno di un atto di giustizia riparatore" spiega lo psichiatra che lo ha avuto in cura.

La storia di Diego parla di una Chiesa impreparata a gestire il caso, apparentemente attenta a proteggere esclusivamente il proprio sacerdote. Don S. M. è stato allontanato dalla sua parrocchia, ma il suo nome continua ad essere proposto agli istituti scolastici, nonostante la possibilità per il vescovo, in base alle norme concordatarie, di revocarne eventualmente l'idoneità all'insegnamento della religione. Oggi il ragazzo, soffre di violenti attacchi di panico e diverse malattie psicosomatiche: "Non c'è un giorno che io non pensi a quello che mi è capitato, nè una notte in cui non sogni quei terribili momenti. Continuo a chiedermi perché proprio io? Purtroppo nel mio cuore so che non sono stato l'unico e che ci sono altre vittime".

Negli Stati Uniti, il governatore democratico della California Gray Davis firmò nel 2002 una legge che sospendeva per un anno tutti i termini di prescrizione per i reati di abuso sessuale. La legge permise di avviare diversi procedimenti contro l'arcidiocesi di Los Angeles consentendo alle vittime già prescritte da molti anni, di ottenere risarcimenti milionari. In Italia, una volta iniziato il processo in primo grado, il termine di prescrizione non decade . Secondo l'avvocato Sergio Cavaliere che collabora con la rete "L'Abuso", l'imprescrittibilità del reato su minori sembra essere l'unica soluzione alla richiesta di giustizia delle vittime che troppo tardi maturano la coscienza del male ricevuto. "E' tempo che la società si faccia carico anche delle vittime e non solo del reo, in questa vicenda sono loro ad essere condannate ad anni di oblio. Che differenza c'è tra chi uccide una persona e chi ne uccide la sua mente, condannandola a una vita di sofferenza estrema?", gli fa eco lo psichiatra Alfonso Rossi. Da questo punto di vista la prescrizione appare come una barbarie e abolirla un atto inevitabile di civiltà.

http://video.repubblica.it/le-inchieste/io...393?ref=vd-auto

25 luglio 2013
"Io violentato da un prete pedofilo, chiedo giustizia"

Diego, protetto dall’anonimato, racconta la sua storia. Da quel giorno di maggio dell’87 quando fu abusato per la prima volta, fino ai recenti incontri avuti con il vescovo per chiedere che il religioso venisse allontanato: “Avevo paura che quel prete potesse fare male ad altri bambini. Ho raccontato al vescovo ogni dettaglio; mi assicurò che lo avrebbero allontanato, ma ho scoperto che quel insegna ancora in una nuova scuola. Così la Chiesa autorizza la pedofilia”

di ELENA AFFINITO e GIORGIO RAGNOLI


http://video.repubblica.it/le-inchieste/l-...e/135865/134399

25 luglio 2013
L'avvocato della Rete L'Abuso: "Alle vittime dico: denunciate"
Sergio Cavaliere, civilista, sta aiutando Diego , vittima di un prete pedofilo, nella sua ricerca di giustizia: "La prescrizione penale rende impossibile punire l’abusatore mentre quella civile non consente alla vittima di ricevere il giusto risarcimento per il danno subito. Chiediamo a chi ha subito abusi, e a chiunque sappia qualcosa nella zona e tace, di rispondere al nostro appello e parlare” di ELENA AFFINITO e GIORGIO RAGNOLI
 
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“Per le vittime di pedofilia, la vera cura è la giustizia”
luglio 25, 2013 - Preti Pedofili, Senza categoria - Tagged: abusi, chiesa, pedofili, pedofilia, preti, preti pedofili, sessuali - no comments

dottore vittimaIl dottor Alfonso Rossi, lo psichiatra che oggi ha in cura Diego, vittima di un prete pedofilo suo insegnante di religione, spiega le strategie terapeutiche scelte per curare il giovane: “La rabbia di questo ragazzo va indirizzata verso le istituzioni, dando risposta alla sua richiesta di giustizia”. E’ stato il medico ad insistere affinché fosse fatta una denuncia ai Carabinieri ed è stato lui a stabilire un contatto con la Curia napoletana. Dopo alcuni colloqui con il vescovo, il prete accusato è stato allontanato dalla parrocchia, ma poco tempo dopo Diego ha scoperto che continua a insegnare in una scuola a pochi chilometri da Napoli. “A questo punto alla vittima è caduto il mondo addosso, ci aspettavamo che il giovane venisse riabbracciato dalla Chiesa e il responsabile degli abusi fosse giustamente punito, ma le cose non sono andate così”

di ELENA AFFINITO e GIORGIO RAGNOLI
 
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www.retelabuso.org/chi-e-il-prete-p...-della-vittima/

Chi è il prete pedofilo di cui parlava ieri Repubblica.it ? Ce lo svela l’avvocato della vittima.
luglio 26, 2013 - Preti Pedofili - Tagged: avvocato, crescenzio sepe, napoli, repubblica, rete l'abuso, sergio cavalliere, silverio mura - no comments

Sergio Cavalliere

Don Silverio Mura, ex parroco della parrocchia Santissima Annunziata di Pollena Trocchia (diocesi di Napoli), insegnante di religione nell’istituto alberghiero “C. Russo” di Cicciano (diocesi di Nola) nell’anno scolastico 2012 – 2013, è il sacerdote che ha per anni abusato di “Diego” il giovane protagonista dell’inchiesta di Repubblica.it



La rete l’Abuso, “Diego” e il legale che rappresenta la vittima, avv. Sergio Cavaliere, chiedono la collaborazione della opinione pubblica perché non cada il silenzio sugli abusi del sacerdote che le istituzioni ecclesiastiche mettono a contatto coi minori, nonostante le direttive vaticane sulla protezione delle vittime degli abusi.

Le nostre leggi condannano all’impunità, attraverso la prescrizione, i colpevoli di abusi sessuali su minori. Ma è ancora possibile fermare la loro mano. E’ possibile che altre vittime e testimoni di abusi sessuali abbiano il coraggio di denunciare i crimini subiti o di cui son venuti a conoscenza.

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Facciamo quindi un appello a chi è a conoscenza di fatti penalmente rilevanti a denunciare alla magistratura, anche attraverso la rete l’Abuso, i crimini e i loro autori. Per fermare le mani criminali.

Questo mentre le gerarchie ecclesiastiche nella prassi applicativa fanno il contrario di quello che predicano: proteggono gli ecclesiastici abusatori, cercano di soffocare lo scandalo, non denunciano i crimini dei sacerdoti alla giustizia civile.

Rete L’Abuso – Francesco Zanardi

Avv. Sergio Cavaliere

“Diego”, vittima di don Silverio Mura
 
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http://www.cursillosnapoli.it/Immagini/Sto...36/uomini33.htm

CURSILLO n. 33 PER UOMINI REALIZZATO A NAPOLI DAL 17 AL 20/10/91

Cognome e nome data di nascita indirizzo citt... telefono

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DIREZIONE SPIRITUALE

MURA P. Silverio 26/01 via Madonnelle rione INCIS - Napoli tel.

www.cursillosnapoli.it/cosa.asp

Il Cursillo (chi siamo)

Il Cursillo è un Movimento, che si propone di vivere in maniera autentica la missione della Chiesa.

Inserito pienamente nella Chiesa stessa, è dotato di una Organizzazione propria, gestita da Responsabili, che scelgono di far parte dell’Associazione.

Un corso di tre giorni, durante il quale vengono presentate le Verità fondamentali del Cristianesimo, introduce alla realtà del “Cursillo di cristianità”.

Nel corso di questi tre giorni, lo studio della dottrina, è integrato da testimonianze dei partecipanti, tese a stimolare la conoscenza di un “Cristo Vivo” e la ricerca di una vita cristiana autentica, cioè non avulsa dal contesto stesso della propria vita.

La prima finalità, che i Cursillos perseguono, è la scoperta o ri-scoperta del proprio Battesimo, nel quale si radica ogni singola vocazione personale.

La seconda finalità è la creazione di gruppi che, attraverso il Cursillo, sono consapevoli del proprio essere Cristiani e Figli amati da Dio; essi s’impegnano a creare, negli ambienti in cui ordinariamente vivono, approfondimenti e testimonianze sul Vangelo.

www.cursillosnapoli.it/napoli.asp

Il Cursillo a Napoli (raccontato da P. Luigi Esposito)

Il Cardinale Corrado Ursi, Arcivescovo di Napoli, nominandomi parroco di S. Teresa di Gesù Bambino in Via Nicolardi, mi esortò a realizzare nella mia Parrocchia il Movimento dei Cursillos di Cristianità, che tanto bene spirituale ed apostolico seminava tra i battezzati e la gente lontana.
Mi spinse poi a far visita a P. Gaetano Ghibbaro, teatino, di ritorno dalla missione in Brasile, dove aveva avuto modo di conoscere e lavorare con questo strumento pastorale.
Dal 6 al 9 dicembre del 1972 P. Gaetano Ghibbaro, insieme al laico Umberto Bruno, partecipò al primo Cursillo nella Diocesi di Albano - Frascati.
Il mio incontro con P. Gaetano avvenne nella Parrocchia dei Santi Apostoli di Napoli.
Fu un incontro simpatico, cordiale e produttivo, che mi entusiasmò e nello stesso tempo mi incuriosì tanto da incoraggiare P. Mario Bellicosa, parroco della Parrocchia Immacolata di Nazareth ai Camaldoli, a seguirmi.
Ricordo che quella settimana eravamo carichi di altri impegni, ma la curiosità verso questa nuova esperienza fu forte che decidemmo di prenderci quella «vacanza».
A Frascati, a Villa Cavalletti, grande fu la nostra sorpresa e meraviglia nel ritrovarci con altri sacerdoti napoletani. Erano con noi P. Carlo Ponticelli parroco di S. Maria della Fede; P. Vincenzo Cuomo parroco di Nostra Signora di Lourdes a Capodichino; P. Baldassarre di Pompei e con il laico Bruno Antonio. Insieme partecipammo, dal 24 al 27 gennaio 1973, al 14º Cursillo di Cristianità di Roma.
Al ritorno dell’esperienza fatta a Roma, riportai al Cardinale Ursi la gioia che sentivo nel cuore e mi impegnai a realizzare nella Diocesi napoletana questo bellissimo strumento di evangelizzazione, partendoo proprio dalla Parrocchia dei Santi Apostoli, dove P. Gaetano Ghibbaro esercitava il suo ministero di viceparroco.
La prima Ultreya, si tenne nella sagrestia dei Santi Apostoli. Quel granellino di senape gettato nel 1973 è cresciuto ed è diventato albero grande e forte formato da tutti gli uomini e le donne che in questi 30 anni hanno partecipato ai 113 Cursillos che si sono svolti nella nostra Diocesi.
Nonostante le difficoltà, il piccolo seme gettato a Napoli nel 1973, sotto la guida dei fratelli di Roma fruttificò e altri napoletani (laici e sacerdoti) fecero l’esperienza del Cursillo, recandosi ad Albano e a Roma ma l’Uktreya dai Santi Apostoli fu costretta a togliere «l’accampamento» e si spostò presso le Suore della Carità, là vicino. Ma dopo alcuni mesi, come il popolo Ebreo, ci spostammo di nuovo presso la Parrocchia di S. Maria di Costantinopoli al Museo, fino ad arrivare nei locali di S. Teresa di Gesù Bambino in via Nicolardi che dal 1976 è la sede diocesana del Movimento dei Cursillos di Cristianità di Napoli.
La gioia di tutti noi fu grande quando, dal 5 all’8 dicembre del 1973, nel Seminario di Pompei, si tenne il 1º Cursillo Uomini della Diocesi di Napoli.
La Prima Ultreya di Chiusura si tenne nella sala teatro del Seminario di Pompei alla presenza del Cardinale Corrado Ursi, il quale vedeva realizzato un sogno: ormai nella diocesi napoletana i Cursillos di Cristianità erano una realtà, un mezzo di evangelizzazione.
La lontananza di Pompei ci spinse a fissare il luogo degli altri Cursillos presso i Padri Gesuiti di Cappella Cangiani in Via S. Ignazio di Loyola, cominciando dal 1º Cursillo donne della Diocesi di Napoli, che si ebbe dal 3 al 6 ottobre 1974.
Nel 1976 ebbe inizio anche la Scuola Responsabili che negli anni ha cercato di far capire, attraverso una metodologia propria, il valore di questo prezioso strumento pastorale che lo Spirito Santo ha posto nelle mani della chiesa napoletana.


www.cursillosnapoli.it/contatti.asp
Animatore Spirituale : P. Silverio Murao Tel
 
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S E G R E T E R I A

Coordinatore : Enrico Vesce
Animatore Spirituale : P. Silverio Mura


E’ il Gruppo costituito dal Segretario Diocesano e da altri fratelli che abbiano una inclinazione nello svolgere una serie di attività gestionali, cartacee e di archivio inerenti tutte le informazioni e notizie in entrata e uscita che oggi, con l’aiuto del computer, possono essere svolte a casa.

E-mail: [email protected]

www.cursillosnapoli.it/Immagini/Sto...748/donne39.htm

DIOCESI DI NAPOLI - 39° CURSILLO Donne 16 – 19 Febbraio 1995

DIREZIONE SPIRITUALE



2) MURA P.Silverio---------Via Madonnelle Is.E Napoli

www.cursillosnapoli.it/giornale/2007/febbraio_1.pdf
Page 1
Cursillos e ...dintorni
Mensile d’informazione per le Ultreyas della Diocesi di Napoli
P. Vincenzo D’Antico-Teo e Tina Basiaco-Giuseppe Sellitto-Anna Albano-Mario e Amelia Pisani-Ciro e Tina Laurato-Enrico e Maria Caputo-Ciro e Gery
Filetti- Gaetano e Mina Barrese- Carlo e Anna De Rosa- Francesco e Lucia Fusco- Ciro e Anna Rossi- Aniello Giorgino-Sergio e Lina Di Girolamo
Redazione
la riflessione del mese
Febbraio 2007
Pubblichiamo una serie di riflessioni il cui scopo è solo
quello di far conoscere (a tutti coloro che, pur volendolo,
non possono frequentare “Il Corso di Metodo”) il
carisma del Movimento dei Cursillos. Desideriamo
precisare che quanto pubblicato non ha alcuna pretesa
di anteporsi al suddetto “Corso” a cui è demandato il
compito istituzionale di far conoscere le finalità e
l’essenza del nostro Movimento nonché le varie
strutture organizzative dello stesso.

“Fa sentire i sordi
e fa parlare i muti”
Il dettato della “Costituzione
europea”, ormai definitivo, non
include le famose “radici cristiane”
che Giovanni Paolo II e tutte le
Chiese europee volevano
includere. Come credenti vogliamo
essere ottimisti perché pensiamo ad
una affermazione evangelica forte
ed impegnativa: Li riconoscerete
dalle loro azioni... Si può forse
raccogliere uva dalle spine o fichi
da un cespuglio? Se un albero è
buono, fa frutti buoni, ma se un
albero è cattivo, non può fare frutti
buoni (Mt. 7, 16-20). Al di là di quello che può scrivere la
suddetta “Costituzione” è importante per la nuova Europa,
un nuovo modo di essere delle Chiese, una comunione reale
nella celebrazione della Parola e del Sacramento, efficace e
capace di mostrare la fraternità di tutti. L’ ecumenismo ci ha
abituati a confrontarci con il mondo a partire dall’impegno
quotidiano. Interesserà molto alla nostra Europa vedere la
vita dei discepoli di Cristo, rendersi conto che le relazioni tra
i popoli europei non possono essere fondate solo su impegni
economici e commerciali. L’unità non è reale se si regge solo
su legami economici o di competizioni tecnologiche. Le
Chiese uniti possono dare la speranza di realtà umane nuove
e più autentiche. Favorire il dialogo tra le Chiese in vista di
una possibile unità “perché il mondo creda”.
P. Silverio Mura

www.movimentodivinamisericordianapoli.it/anno_2001.html
29 GENNAIO 2001

MARIA MADRE DELLA MISERICORDIA

IL MOVIMENTO INVITA I FEDELI DI TROCCHIA A PARTECIPARE CON GIOIA ALL'INCONTRO DI PREGHIERA CHE SI TERRA' NELLA PARROCCHIA SS.ANNUNZIATA DI Don Silverio Mura
MOMENTI DI RIFLESSIONE E CONDIVISIONE COL PARROCO SUL TEMA: " MARIA MADRE DELLA MISERICORDIA"
CHIUSURA CON BENEDIZIONE SOLENNE E CANTI
INTERVENITE TUTTI….
PACE E MISERICORDIA
M.D.M. fratel Tony

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...pagheranno.html

'Paolino, la pagheranno'

POLLENA TROCCHIA - Ci sono la rabbia e il dolore dei suoi amici, sentimenti forti, che montano: «Paolino, la pagheranno». C' è il difficile compito del sacerdote che lo conosceva sin da quando era un bambino, portare la speranza dove c' è disperazione: «Non raccogliete questa sfida di morte». C' è un sindaco che invoca maggiore sicurezza e che rivendica persino un ruolo in questo: «Di coordinatore delle forze dell' ordine, perché solo noi conosciamo veramente il territorio in cui viviamo». E' una giornata carica di lacrime e recriminazioni, quella che si vive fra Pollena Trocchia e San Sebastiano al Vesuvio. Una lunga giornata per ricordare Paolino Avella, 17 anni, morto per difendere il motorino da due rapinatori, costretto a fuggire fino allo schianto fatale. San Sebastiano al Vesuvio, mattina. Studenti in corteo. Sono molti, si dirigono dal sindaco. Con tanti striscioni. Si legge: «Chi ci protegge?». «Vogliamo giustizia per Paolino e sicurezza per i giovani». «Sei in tutti i nostri cuori». Guida il corteo un gruppo di ragazzi che mostra un drappo bianco, c' è scritto: «Paolino, la pagheranno». E' il sentimento comune. Dice Mario: «La verità è che i delinquenti sono impuniti, ma questa volta devono marcire in galera». E Giuseppe: «Non è stato un incidente, ma un assassinio, ci vuole l' ergastolo~». Alunni del liceo scientifico Salvatore Di Giacomo, compagni di scuola di Paolino, arrivano in Municipio, alcuni entrano nell' aula consiliare: «Siamo stanchi delle parole, che seguano i fatti, ora: quanti ragazzi devono morire prima di avere più polizia e carabinieri?». Si assiste ad uno scambio vivace fra un genitore di un alunno e il sindaco che ricorda ai giovani: «Sono padre, capisco, ma voi indossate il casco, proteggetevi con un atto di legalità». L' adulto replica: «Pensi pure come padre, ma agisca come sindaco». Una ragazza parla con una amica, ricorda: «Circa tre settimane fa, due rapinatori si avvicinarono a me e a Paolino, volevano la moto, si accontentarono di qualche spicciolo perché poi arrivò gente». Pollena Trocchia, pomeriggio. Duemila persone per i funerali di Paolino, in chiesa non c' è spazio. Molti attendono fuori, in piazza. Don Silverio Mura, parroco della Santissima Annunziata, cerca di portare parole di conforto e fede a genitori distrutti, inconsolabili. Il papà di Paolino, avvocato Alfredo, abbraccia tanti ragazzi come il suo, «Chi sei, come ti chiami? Anche tu eri amico di Paolo? Siete tutti figli miei, perché Paolino aveva un cuore grande». Lo saluta il vicepreside della scuola, l' avvocato gli dice: «Non arriveremo più in ritardo, con il mio Paolo, niente più corse per recuperare qualche minuto, tutto finito, la mia vita si è spezzata». Si sentono tante giovani voci rotte dal pianto, in chiesa, quando padre Silverio prende la parola: «Che il sacrificio di Paolino non sia stato vano: il bene prevarrà sul male, ma torniamo tutti alla preghiera, ai valori della generosità e della famiglia. Spezziamo questa catena diabolica e perversa: non raccogliete la sfida di morte. E basta col citare l' hinterland come il Far west, un triangolo di violenza, noi non siamo un popolo votato al male, ma onesto e generoso, qui c' è già tanto bene, facciamolo prevalere». Commosso il sindaco di Pollena Trocchia, Giacomo Scognamiglio che ha fatto affiggere un manifesto in cui «si condanna con forza questo atto criminoso». Fra i politici, i volti dell' assessore comunale Roberto De Masi (Sdi), del consigliere regionale Fulvio Martusciello (Fi) («Mi attiverò perché venga istituita una caserma»), del deputato Aldo Cennamo (Ds) («La compostezza di questa folla è una prova di maturità»). Non c' è il sindaco di San Sebastiano, Silvio Carpio. «Ma sono stato con i genitori nei giorni scorsi», spiega, mentre si prepara per la fiaccolata in memoria di Paolo. Poi aggiunge: «E' ora che i sindaci coordinino le forze dell' ordine, perché noi conosciamo i punti deboli dei nostri territori». San Sebastiano, le venti e trenta. Millecinquecento fiaccole illuminano le vie del paese. Ci sono i sindaci della zona. Moltissimi ragazzi. Millecinquecento fiaccole: sono tutte per Paolino.
GIOVANNI MARINO DAL NOSTRO INVIATO
08 aprile 2003

www.ilmediano.it/aspx/visArticolo.aspx?id=907
POLLENA TROCCHIA, TUTTI A SCUOLA CON LA PREGHIERA NEL CUORE
Categoria: Cronaca
Data: 15/01/2008
[Rifiuti davanti alle scuole] Istituti scolastici e Ospedale liberati dai rifiuti, oggi i festeggiamenti per San Mauro.

Il soccorso–rifiuti per la città di Pollena Trocchia è durato solo poche ore: quelle necessarie a sgombrare dai cumuli di spazzatura le scuole e l’Ospedale Civile Apicella.
Tra sabato e domenica, l’Assessore all’Ecologia, Giuseppe Nappo, aveva comunicato che gli istituti sarebbero stati riaperti per evitare che gli alunni perdessero ulteriori ore di lezione.

Stando alle ultime dichiarazioni del Direttore dell’Ufficio Regionale Scolastico, Alberto Bottino, "la situazione è in evoluzione" ma ancora troppi sono i rifiuti che, oramai da un mese, rimangono davanti alle entrate di case e palazzi, emanando odori sgradevoli.
Bambini e ragazzi da ieri mattina sono ritornati in classe e, stamane, nella Parrocchia SS. Annunziata Trocchia il parroco Don Silverio Mura ha invitato tutti gli alunni a partecipare alla Santa Messa in onore di San Mauro, Santo Patrono del Borgo Antico di Trocchia che dà inizio ai festeggiamenti che termineranno Sabato 19 con la suggestiva processione.

La città si organizza e prova a ripartire, consapevole però, della sua dipendenza dalle decisioni che provengono dall’alto: Nappo afferma che "i cumuli di spazzatura continuano ad emanare miasmi insopportabili ed i sacchetti invadono marciapiedi e parte delle sedi stradali" e promette che farà il possibile per risolvere la situazione. Tuttavia, solo se nei prossimi giorni le condizioni igienico-sanitarie davanti alle scuole miglioreranno, si potrà realmente parlare di una faccenda che inizia la sua positiva evoluzione.
Autore: Alessia Coscino

Edited by GalileoGalilei - 27/2/2015, 12:19
 
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Cardinale Crescenzio Sepe, don Antonio Lombardi, niente da dichiarare?

http://www.chiesadinapoli.it/pls/napoli/v3...a?id_pagina=161

Il Cardinale Arcivescovo Crescenzio Sepe ha nominato:

26/06/2013 – Sac. Antonio Lombardi – nominato Parroco della SS. Annunziata in Pollena Trocchia (Na) – già Amm.re parr.le (decorr. 01/07/2013)

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A quanto pare l'abitudine di violentare ragazzini è diffusa nei secoli nelle parrocchie di Pollena Trocchia

www.guidecampania.com/dellaragione/articolo85/26.htm

Un’altra vicenda scandalosa ci viene rivelata da un processo del 1599 in cui viene condannato un parroco di Pollena Trocchia per aver abusato di alcune penitenti vergini, adescate attraverso il sacramento della confessione, una abitudine che pare fosse molto diffusa a quei tempi
 
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www.ilmediterraneonews.it/?p=7227


Dopo trentacinque anni dalla comunità religiosa di Pollena Trocchia “nasce” un sacerdote: domenica cardinal Sepe ordina diacono Gennaro Busiello
Attualità, 30 settembre 2013

Home » Attualità » Dopo trentacinque anni dalla comunità religiosa di Pollena Trocchia “nasce” un sacerdote: domenica cardinal Sepe ordina diacono Gennaro Busiello

POLLENA TROCCHIA. Dopo trentacinque anni la comunità religiosa di Pollena Trocchia è orgogliosa di vedere un giovane compiere gli ultimi passi sulla strada del presbiterato. Domenica infatti Gennaro Busiello verrà ordinato diacono dal cardinale Crescenzio Sepe assieme a sedici giovani che hanno condiviso con lui il percorso di seminario; tra sei mesi, all’età di venticinque anni dopo un cammino iniziato nel 2008, Gennaro diverrà sacerdote.

La cerimonia avrà luogo alle 17 presso la basilica di Santa Chiara in Napoli: gli amici di Gennaro e la comunità della parrocchia San Giacomo Apostolo saranno presenti con una nutrita delegazione, così come lo sono stati durante le tappe del cammino che ha portato Gennaro a confermare il suo percorso di fede.

Gli amici di sempre del futuro sacerdote hanno voluto scrivere dei pensieri e Il Mediterraneo li ha raccolti.

“Grazie per esserci sempre stato. Sappiamo che anche se dovessi andare in un’altra parrocchia, ci sarai sempre accanto”. (Agnese Frassino)

“Ci hai sempre sostenuto come guida, ma soprattutto come amico. mi hai insegnato tanto, mi hai aiutato a crescere. Ricorda che non sarà mai solo avrai sempre il Signore accanto, e noi che nel nostro piccolo. Ti vogliamo bene. (Rita Castaldo)

“Che il Signore ti possa sempre illuminare in questo santo cammino e Lo ringrazio per averti messo sul mio di cammino…Ti voglio ben” (Mary P.)

“Genny sei davvero la persona più dolce e disponibile che conosciamo, ti vogliamo bene” (Martina Mottola e Caterina Esposito)

“Partecipo con gioia alla tua consacrazione chiedendo a Dio la sua benedizione affinché tu possa svolgere il tuo compito di pastore sempre con amore verso il prossimo” (Mariarca Gammella)

“Spero che il Signora possa accompagnarti in questo cammino e ti dia la forza per non mollare mai, prega anche per me” (Sasy Di Gennaro)

“Il mio augurio è che la luce del Signore illumini sempre te e coloro che incontrerai sul tuo cammino” (Maria Rosaria De Vito)

“Grazie perché anche se sei lontano ci sei sempre! Grazie per aver guidato noi tutti. Sei davvero la persona più dolce e disponibile che conosciamo, ti vogliamo bene” (Katia e i ragazzi del tuo gruppo)

“Per i “no” con cui mi hai ammonita, per i “sì” con cui mi hai incoraggiata: grazie” (Antonella Attimo)

“Anche se forse saremo lontani, avrai sempre due amici su cui contare. Ti auguriamo di vivere questo penultimo passo con serenità e tranquillità. Ti vogliamo bene. (Raffaele e Pina)

“Siamo felici che il tuo cammino prosegue senza esitazioni. Auguri” (Eddy e Lucia Schettino)

Dalla redazione e dal direttore de Il Mediterraneo i migliori auguri a Gennarino Busiello e alla sua famiglia, nella speranza che la luce che brilla nei tuoi occhi possa continuare per sempre ad essere un conforto per chi ne ha bisogno.

Edited by GalileoGalilei - 1/10/2013, 10:07
 
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Coccy70
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Tutte balle lo conosco da 25 anni ed è una persona per bene lasciatelo in pace
 
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Questo criminale non ci ha ancora spiegato dove è nascosto e perché non ci dice la verità. E sappiamo perché lo fa.
 
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http://www.repubblica.it/cronaca/2015/02/0...4/?ref=HREC1-16

Abusato 30 anni fa dal parroco mai rimosso, ora interviene il Papa
Bergoglio scrive a Diego, un uomo che accusa l'insegnante di religione di aver abusato di lui quando era a scuola e aveva appena 11 anni. La sua denuncia, come rivelato da Repubblica, era stata insabbiata, ma il pontefice promette l'apertura di un procedimento

di ELENA AFFINITO e GIORGIO RAGNOLI

05 febbraio 2015



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Abusato 30 anni fa dal parroco mai rimosso, ora interviene il PapaROMA - Nella faticosa via crucis della loro esistenza le vittime dei preti pedofili non sono più sole: Papa Francesco, come un padre compassionevole, ne ascolta il lamento e promette loro giustizia. Al grido di dolore di Diego, un uomo di trentanove anni che accusa il suo insegnante di religione, don S., di aver abusato di lui quando ne aveva undici, Bergoglio ha risposto imponendo alla diocesi di Napoli di indagare sul caso. Mentre la città si prepara ad accogliere il Pontefice in visita pastorale il 21 marzo prossimo, sui vertici ecclesiastici napoletani pesa, come una macina da mulino, l'accusa di aver coperto un prete pedofilo per difendere la diocesi dallo scandalo.

All'inizio del marzo 2014, Diego decide di scrivere a Papa Francesco per raccontare la sua storia e accusare il vescovo ausiliare Lucio Lemmo e il cardinale Crescenzio Sepe di aver ignorato per quattro anni le sue denunce. "Tre settimane dopo aver mandato la lettera al Papa, nella casella della posta, ho trovato una busta che portava l'indirizzo della segreteria di Stato Vaticana" racconta la vittima. La missiva, datata 26 marzo 2014, firmata da monsignor Angelo Becciu, recita: "Pregiatissimo Signore, con recente lettera ella ha indirizzato al Santo Padre espressioni di ossequio e devozione, confidandoGli in pari tempo una particolare situazione. Sua Santità ringrazia per il premuroso pensiero e per i sentimenti di fiducia manifestati e mentre invoca su di lei la materna devozione della Vergine Maria, chiede di pregare per Lui e di cuore impartisce la Benedizione Apostolica". La lettera informa inoltre che quanto comunicato "è stato portato all'attenzione del Dicastero competente".

Il 14 novembre scorso, Diego riceve una mail dalla cancelleria della Curia vescovile di Napoli con l'invito a presentarsi il 3 dicembre successivo "per gli adempimenti relativi alla denuncia da Lei inoltrata alla Congregazione per la Dottrina della Fede a carico del M. R. (...)". A raccogliere in via ufficiale le sue dichiarazioni, come primo atto dell'indagine, ci sono padre Luigi Ortagli, vicario giudiziale aggiunto del tribunale ecclesiastico regionale campano e don Orlando Barba, vice cancelliere della curia di Napoli. "Durante l'udienza il vicario mi ha spiegato che il Papa, tramite la Congregazione, ha chiesto alla diocesi di fare alcuni accertamenti" spiega la vittima.

I fatti, già denunciati dal ragazzo a RE Le inchieste di Repubblica nel 2013, iniziano a maggio del 1987. Diego frequenta la seconda media. Alla fine dell'anno scolastico riceve un invito a casa dal suo insegnante di religione e vice parroco. È questa la prima stazione della sua personale via crucis. Quel pomeriggio, racconta Diego, subisce le prime pesanti avances da parte del prete. Le violenze durano per oltre 5 anni, finché un giorno il ragazzo, ormai diciassettenne, trova la forza di porvi fine. Anni dopo una mattina, mentre è al lavoro, ha un violento attacco di panico che lo fa temere per la sua vita. Portato d'urgenza in ospedale confessa tutto a sua madre e quindi alla moglie. Al primo ricovero ne seguono numerosi altri.

"Il ragazzo arrivò da me lamentando continui e diffusi dolori fisici; non era in grado di mentalizzare la propria sofferenza e quindi la somatizzava. A tratti traspariva in lui una rabbia drammaticamente intensa" spiega lo psichiatra Alfonso Rossi: "Le istituzioni dovevano farsi carico del suo bisogno di giustizia, perché senza, un'allenaza terapeutica sarebbe stata molto difficile"

Dopo una denuncia nel 2010 presentata alla Stazione dei Carabinieri di Ponticelli in provincia di Napoli, dove Diego scopre che il reato è caduto in prescrizione, contatta la diocesi: "Il Cardinale Sepe è stato il primo a cui io e mia mamma abbiamo scritto nel maggio 2010 senza avere alcuna risposta. In seguito ci siamo rivolti al vescovo ausiliare Lucio Lemmo, che dopo un anno di tentavi andati a vuoto, ha acconsentito a ricevermi. Davanti a lui firmai una denuncia che, a detta del vicario giudiziale, è sparita".

Dal 2010 al 2013 don S. ha continuato a fare l'insegnante di religione e il parroco. Poi viene allontanato, ma, grazie a una ricerca effettuata da Rete L'abuso, un'associazione di vittime di pedofilia, emerge che il sacerdote ha insegnato religione anche nell'anno scolastico 2012-2013 in un istituto professionale in provincia di Napoli. "Nell'estate del 2013, dopo un'intervista che rilasciai a Repubblica, di S. si persero le tracce. So che oggi si trova in un convento, presso una comunità per preti pedofili, come mi ha riferito Padre Luigi all'udienza", racconta Diego.
"Un gesto di grande importanza del Vaticano"


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"Le vittime sono spesso abbandonate dalle istituzioni. Per questo il gesto del Papa ci ha molto colpito" spiega Francesco Zanardi portavoce di Rete L'abuso "Che io sappia è la prima volta che Bergoglio risponde a una vittima italiana. E' un segno di grande umanità e senso di giustizia. Vorrei poter dire che stiamo combattendo, ognuno con il proprio ruolo, una battaglia comune contro la pedofilia e contro il potere di alcuni vescovi che nascondono questi crimini abominevoli".

In effetti, se le accuse venissero confermate, la vicenda di don S. sarebbe l'ultima di molte altre già note: la vittima denuncia l'abuso alla diocesi, il vescovo, anziché promuovere un'indagine formale, dispone lo spostamento del sacerdote in un'altra parrocchia, con pesanti rischi per la comunità. Nel caso di don S. ci sarebbe anche l'aggravante che il vescovo, nonostante la segnalazione di Diego, ne ha confermato l'idoneità all'insegnamento della religione cattolica.
TagsArgomenti:abusipedofiliapreti pedofiliProtagonisti:papa Francescopapa Bergoglio
© Riproduzione riservata 05 febbraio 2015

http://www.ilfattovesuviano.it/2015/02/pre...pe-di-indagare/





di William Argento 6 febbraio 2015 - 16:08
Prete di Pollena accusato di pedofilia: il Papa ordina al cardinale Sepe di indagare

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POLLENA TROCCHIA Una storia avvenuta 28 anni fa, in una scuola di Cicciano. Un ragazzino di allora 11 anni, Diego, denuncia di avere subito abusi sessuali dal prete insegnate di religione. Si tratta di un sacerdote di Pollena Trocchia, don S., e che a lungo è stato appunto parroco nella città vesuviana.

Prete di Pollena accusato di pedofilia: il Papa ordina al cardinale Sepe di indagare
Una vicenda che secondo l’avvocato Sergio Cavaliere è stata insabbiata per anni. Il legale, infatti, sta seguendo la triste storia per conto dell’uomo, oggi 39enne, vittima del religioso. Un caso per cui Diego ha scritto a Papa Francesco riuscendo ad ottenere finalmente un’apertura da parte della Chiesa. Il Pontefice, infatti, ha ordinato alla Curia di Napoli e dunque al Cardinale Sepe di indagare su quanto avvenuto quasi trent’anni fa, considerando inoltre che lo stesso sacerdote ha insegnato in una scuola alla porte di Napoli fino al 2013, restando quindi ancora a stretto contatto con i ragazzini.



Secondo quanto appreso dallo stesso avvocato e dall’associazione “Rete l’Abuso” il “don” si troverebbe adesso in convento dove è stato allontanato. Ma, naturalmente, la vittima ed il suo legale chiedono che partano altre indagini per punire seriamente il prete qualora giudicato colpevole di pedofilia.

«La prescrizione penale rende impossibile punire l’abusatore mentre quella civile non consente alla vittima di ricevere il giusto risarcimento per il danno subito - spiega il legale parlando a Repubblica che ha ripreso il caso di Pollena Trocchia - Chiediamo a chi ha subito abusi, ed a chiunque sappia qualcosa nella zona e tace, di rispondere al nostro appello e parlare». Il dubbio, infatti, è che anche altri bambini siano stati oggetto delle “attenzioni” di don S.
 
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http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/va_dal_pre...e/1232211.shtml

'CHI L'HA VISTO?', AFFRONTA IL PRETE CHE HA ABUSATO
DI LUI. LA RISPOSTA: "PREGHIAMO INSIEME"
| COMMENTA
un frame del filmato
mercoledì 11 marzo 2015, 23:25

ROMA - A 'Chi l'ha Visto?' il video choc dell'incontro tra un uomo e un prete che aveva abusato di lui quando era bambino.
Diego, diventato adulto, ha preso coscienza di quello che ha subito quando era già troppo grande e il reato è ormai prescritto. Per questo ha scritto anche al Papa. Il giovane in questo video originale è andato dal suo carnefice, un sacerdote che era stato il suo professore di religione e lo ha affrontato e dicendogli che sta male. Il prete non nega, ma gli dice invece: “Facciamo una preghiera insieme”.
"Almeno altri due bambini furono vittime dello stesso prete", dice un testimone in diretta a "Chi l'ha visto?"

http://www.chilhavisto.rai.it/dl/clv/News/...1fb32e231f.html
 
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http://www.ilmattino.it/NAPOLI/CRONACA/va-...e/1233640.shtml

«Chi l'ha Visto?», affronta il prete che ha abusato di lui da piccolo. La risposta: «Preghiamo insieme»

ROMA - A 'Chi l'ha Visto?' il video choc dell'incontro tra un uomo di Napoli e un prete che aveva abusato di lui quando era bambino.

All'epoca Diego (nome di fantasia), di Ponticelli, aveva 13 anni. Quello che sarebbe diventato il suo carnefice insegnava alla scuola media che Diego frequentava, la Giosuè Borsi, oggi abbandonata. Diventato adulto, ha preso coscienza di quello che ha subito quando era già troppo grande e il reato è ormai prescritto. Per questo ha scritto anche al Papa. Il giovane in questo video originale è andato dal suo carnefice, un sacerdote che era stato il suo professore di religione e lo ha affrontato e dicendogli che sta male. Il prete non nega, ma gli dice invece: “Facciamo una preghiera insieme”.

«Almeno altri due bambini furono vittime dello stesso prete», dice un testimone in diretta a «Chi l'ha visto?»
giovedì 12 marzo 2015 - 09:40 Ultimo agg.: 17:42
 
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www.ilgiornalelocale.it/archives/41229

Pedofilia, accuse a prete che insegnò nel
Nolano: inchiesta di Chi l’ha visto
HOME  NOLANO  NOLA  PEDOFILIA, ACCUSE A PRETE CHE INSEGNÒ NEL NOLANO: INCHIESTA
DI CHI L’HA VISTO
NOLA- “Io devo andare dal vescovo, gli devo dire che tu hai abusato di me”. Diego, nome di
fantasia, è un uomo che ha superato i 30 anni. Sconvolto, si piazza una telecamerina nascosta
addosso e registra il prete che da ragazzino lo avrebbe molestato. Quelle immagini, i volti
oscurati del sacerdote e di Diego, sono stati trasmessi ieri dalla trasmissione “Chi l’ha visto”
nell’ambito su una inchiesta sui preti pedofili che tocca anche il Nolano. E’ proprio nel
Nolano, infatti, presso un istituto scolastico superiore, che il presunto prete pedofilo ripreso da
Diego fino all’anno scolastico 2012-2013 avrebbe insegnato religione nonostante una serie di
accuse di molestie sessuali contro ragazzini compiuti in altre località in cui è stato docente e
sacerdote.
La storia risale a più di venti anni fa quando don S., il sacerdote accusato, era parroco a
Ponticelli, quartiere di Napoli in cui viveva Diego, allora 13enne. Il ragazzo avrebbe subito,
forse insieme ad altri coetanei, pesanti violenze sessuali in casa del prete. Una vicenda
scabrosa, durata almeno 4 anni, conclusasi quando Diego, diventato uomo, a 17 anni ha perso
‘appeal’ agli occhi del prelato. I segni di quegli abusi, però, Diego che oggi è sposato ed ha
una vita apparentemente normale, li porta dentro. Soffre di attacchi di panico che gli
impediscono di lavorare, vive nel terrore. Proprio scavando nel suo malessere, è risalito a
quelle molestie subite da bambino ed ha cominciato, sostenuto da una associazione
specializzata nell’assistere vittime di preti pedofili, a chiedere giustizia anche se quel reato nei
suoi confronti (essendo trascorsi più di 20 anni) è andato in prescrizione.
Della sua storia ha interessato persino il Vaticano, inviando una lettera a Papa Francesco che
gli ha risposto istituendo una apposita commissione d’indagine. Inutili invece gli appelli alla
Diocesi di Napoli. Supportato dalle associazioni, Diego ha portato la sua storia in televisione e con essa il suo appello affinché altre vittime del parroco, se ce ne sono, si facciano avanti e
raccontino cosa hanno subito. Il sacerdote, accusano le associazioni, ha continuato ad
insegnare. Due anni fa era docente in un istituto superiore dell’area nolana. Al momento,
sempre secondo le associazioni, “è irrintracciabile”. La battaglia di Diego va avanti per
svelare le presunte responsabilità del sacerdote e per convincere altri ragazzi, oggi uomini, a
svelare gli abusi subiti da don S.

Edited by pincopallino2 - 21/1/2018, 11:02
 
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