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Papa Francesco: "La Madonna stirava camicie per Gesù e Giuseppe", Le incredibili palle per rendere credibile una figura mitologica

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view post Posted on 19/12/2014, 10:22
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Le incredibili palle per rendere credibile una figura mitologica







http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/14...a46a30b83.shtml


DURANTE L’UDIENZA GENERALE DEL MERCOLEDÌ
Papa Francesco, Maria cucinava e stirava le camicie di Gesù e Giuseppe
Nella sua catechesi il Pontefice ripercorre la vita di Gesù, dice ai giovani di non smettere mai di sognare e chiede di riscoprire la famiglia, a partire dalla Sacra Famiglia

Papa Francesco si reca all’Udienza generale del mercoledì (LaPresse/Falcone) shadow
«Quella di Nazareth non era una famiglia finta, irreale. Maria, la mamma cucinava, faceva tutte le cose della casa, stirava le camicie, Giuseppe, il papà faceva il falegname»: così Papa Francesco nella sua catechesi durante l’Udienza Generale del mercoledì. «Gesù - ha spiegato il Pontefice - viene come un figlio di famiglia. Non nasce in una grande città come Roma, ma in una periferia piuttosto malfamata, Nazareth. È un Dio sottomesso. Ha perso 30 anni lì, in quella periferia malfamata. Non ha fatto guarigioni o altri prodigi in quegli anni. Quello che era importante lì era la famiglia, ma non è stato tempo sprecato: erano grandi santi, Maria Immacolata e Giuseppe. E Gesù mai in quel tempo si è scoraggiato». Il messaggio di quella famiglia, ha proseguito Francesco, è quello di «far diventare normale l’aiuto vicendevole e l’amore».

Ai giovani: «Fate come Gesù, sognate in grande»
Papa Bergoglio ripercorre la vita di Gesù, dai primi anni: «I Vangeli, nella loro sobrietà, non riferiscono nulla - ha ricordato Francesco - circa l’adolescenza di Gesù e lasciano questo compito alla nostra affettuosa meditazione. L’arte, la letteratura, la musica hanno percorso questa via dell’immaginazione. Di certo, non ci è difficile immaginare quanto le mamme potrebbero apprendere dalle premure di Maria per quel Figlio! E quanto i papà potrebbero ricavare dall’esempio di Giuseppe, uomo giusto, che dedicò la sua vita a sostenere e a difendere il bambino e la sposa, la sua famiglia, nei passaggi difficili!». Per Francesco anche i ragazzi di oggi «potrebbero essere incoraggiati da Gesù adolescente a comprendere la necessità e la bellezza di coltivare la loro vocazione più profonda, e di sognare in grande!».

«Riscoprire la missione della famiglia»
Secondo il Papa, «ciascuna famiglia cristiana, come fecero Maria e Giuseppe, può anzitutto accogliere Gesù, ascoltarlo, parlare con Lui, custodirlo, proteggerlo, crescere con Lui; e così migliorare il mondo». «Facciamo spazio - ha suggerito alla folla dei fedeli - nel nostro cuore e nelle nostre giornate al Signore. Così fecero anche Maria e Giuseppe, e non fu facile: quante difficoltà dovettero superare! Non era una famiglia finta, non era una famiglia irreale. La famiglia di Nazareth ci impegna a riscoprire la vocazione e la missione della famiglia, di ogni famiglia. E, come accadde in quei trent’anni a Nazaret, così può accadere anche per noi: far diventare normale l’amore e non l’odio, far diventare comune l’aiuto vicendevole, non l’indifferenza o l’inimicizia». «Non è un caso - ha osservato Francesco - che Nazareth significhi «Colei che custodisce, come Maria, che, dice il Vangelo», custodiva nel suo cuore tutte queste cose». «Da allora, ogni volta che c’è una famiglia che custodisce questo mistero, fosse anche alla periferia del mondo, il mistero del Figlio di Dio è all’opera. E viene per salvare il mondo».

La piazza dell’abbraccio del tango
Nel giorno dell’udienza e del compleanno di papa Francesco in piazza c’erano anche tremila amanti del tango provenienti da quaranta città d’Italia, ma anche dall’Argentina. «Vi auguro che oggi nasca un bello spettacolo e che soffi un po’ di vento della Pampa» ha detto il papa. «Mi sembra che questa piazza diventi oggi un “2 x 4”» ha aggiunto, usando l’espressione che indica il ritmo del tango. E dalle 11 e 30 gli altoparlanti posti tra piazza San Pietro e via della Conciliazione per quasi un’ora hanno suonato la musica malinconica delle orchestre preferite dai ballerini e da papa Francesco che, come ha assicurato il ”musicalizador”, ama i compositori come Troilo, D’Arienzo, Di Sarli e Pugliese, tutta musica dell’epoca de Oro del tango anni ‘40. «Un tango dell’abbraccio» l’ha definito l’organizzatrice Cristina Carmorani che da tutto il mondo ha portato i tangueros a Roma, nella piazza pensata dal Bernini circondata da un colonnato proprio «Per ricever a braccia aperte maternamente tutti».
17 dicembre 2014 | 11:51

Edited by pincopallino2 - 26/5/2017, 14:12
 
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