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Buco milionario. Archiviazione per truffa il vescovo Mogavero, Indagato anche ex economo don Franco Caruso: «Intascò 120mila euro»

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view post Posted on 2/5/2011, 17:43
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Sulla stoffa segni della terra e del mare: «re giorgio» e' cittadino onorario dell'isola
Il vescovo Mogavero veste Armani

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I paramenti disegnati dallo stilista indossati per l'inaugurazione del sagrato della chiesa di Pantelleria
Monsignor Mogavero con l'abito liturgico disegnato da Armani (nel tondo)

TRAPANI - Se «Il diavolo veste Prada», come titolava un fortunato film, il vescovo è invece «griffato» Armani. E in questo caso non si tratta di una finzione cinematografica, ma della scelta di monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, che stamane ha indossato per la prima volta i paramenti disegnati e regalatigli da Giorgio Armani.

L'abito liturgico è stato indossato dal sacerdote in occasione dell'inaugurazione del sagrato della nuova chiesa di Pantelleria,che sta per essere terminata. Sulla stoffa sono riportati i segni della terra e del mare dell'isola nella quale lo stilista viene in vacanza da 37 anni e di cui dal 2006 è cittadino onorario.

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/...552398340.shtml


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Edited by pincopallino2 - 13/1/2018, 14:21
 
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view post Posted on 12/6/2014, 17:13
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Vescovo Mogavero convocato in Vaticano. Nel mirino ristrutturazione a Pantelleria

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http://www.campobellonews.com/panorama-sca...cesi-di-mazara/

Panorama: scandalo in Vaticano – “Buco” di quasi 6 milioni nella Diocesi di Mazara
11 giugno, 2014 | Filed under: ASSOCIAZIONI, DALLA PROVINCIA, HOME, INTERCULTURA, MAZARA DEL VALLO

Nel numero in edicola da domani, il settimanale Mondadori racconta del «buco» di quasi 6 milioni di euro nella diocesi di monsignor Mogavero a Mazara del Vallo

Panorama scandalo in Vaticano h partb Panorama: scandalo in Vaticano Buco di quasi 6 milioni nella Diocesi di Mazara

Il Vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Moavero

MAZARA, 11 GIU – Quasi 6 milioni di euro. È il «buco» finanziario che a sorpresa esce dall’ultimo bilancio della diocesi di Mazara del Vallo (Trapani). E la questione è così seria che il 6 giugno scorso il vescovo Domenico Mogavero è stato convocato in Vaticano, dove ha avuto un colloquio con Papa Francesco.

È quanto rivela il settimanale Panorama in un’inchiesta pubblicata sul numero in edicola da domani, giovedì 12 giugno. Mogavero, 67 anni, è in predicato di diventare vescovo di Palermo ed è stato sottosegretario della Conferenza episcopale italiana.

Nel 2011 Papa Benedetto XVI lo aveva inviato come «visitatore apostolico» nella diocesi di Trapani, dove aveva svolto un’inchiesta su ammanchi per oltre 1 milione di euro al termine della quale l’altro vescovo venne trasferito. Oggi è la sua gestione della diocesi di Mazara a finire sotto la lente, a partire dalla costosa ristrutturazione della chiesa madre dell’isola di Pantelleria. Su Panorama tutti i dettagli e le cifre dello scandalo in curia.

Credits: ANSA/MONTANA LAMPO - http://news.panorama.it/

http://www.marsalaviva.it/notizie/item/152...-nostra-diocesi

Giovedì 12 Giugno 2014 05:42
Panorama accusa il vescovo Domenico Mogavero di avere ricostruito delle chiese nella nostra Diocesi Featured
Scritto da marsalaviva
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Panorama accusa il vescovo Domenico Mogavero di avere ricostruito delle chiese nella nostra Diocesi

E' facile tentare di colpire una persona specie se la notizia "fa notizia"! Il settimanale Panorama, in un'inchiesta oggi in edicola, parla di debiti per 6 milioni di euro. Sarebbe un "buco" finanziario dell'ultimo bilancio della diocesi di Mazara del Vallo. Su Panorama scrivono anche che il 6 giugno scorso il vescovo Domenico Mogavero è stato convocato in Vaticano, dove ha avuto un colloquio con Papa Francesco.

A Mons. Mogavero si contesterebbero i debiti contratti per la ristrutturazione della chiesa madre dell'isola di Pantelleria, per la costruzione della chiesa di San Lorenzo di Mazara del Vallo ed un altra chiesa di Gibellina.

Non vogliamo difendere a tutti i costi il vescovo della nostra diocesi, ma avere fatto dei debiti per delle chiese in citta come Gibellina e Pantelleria (estreme periferie della provincia di Trapani), non può essere motivo per additare un vescovo che ha saputo "costruire" materialmente e spiritualmente.

Siamo certi che presto si farà chiarezza per il nostro vescovo e per tutta la chiesa di Mazara del Vallo.
 
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view post Posted on 13/6/2014, 16:32
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http://www.tele8tv.com/news/6858/scandalo-...-responsabilita

Scandalo in curia su Buco di 6 milioni. Il Vescovo dichiara: «Sottoporrò all’esame di un esperto contabile la documentazione dell’ultimo quinquennio al fine di verificare la gestione economico-finanziaria della Diocesi e l’accertamento di eventuali responsabilità».
Lo si legge in una nota dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, diretto da don Francesco Fiorino, in merito a quanto riportato oggi da un settimanale nazionale sulla situazione economica della Diocesi di Mazara del Vallo, esercizio 2013.

Nota stampa del 12 giugno 2014, ore 17,55
1. È prassi ormai consolidata quella di rendere noto il bilancio annuale della Diocesi al presbiterio diocesano, preventivamente esaminato dal Consiglio per gli affari economici e dal Collegio dei consultori secondo le disposizioni canoniche. Questo è avvenuto nello scorso mese di maggio per l’esercizio 2013. Le notizie diffuse dal settimanale erano, pertanto, già a conoscenza del presbiterio e, non possono, perciò, rappresentare un “caso” perché i dati relativi al rendiconto della gestione economica sono stati tutti puntualmente comunicati e chiariti.
2. In merito al presunto asserito “buco” di circa 6 milioni di euro, questa notizia è priva di fondamento. Nel bilancio è inserito l’importo di 4.402.604 che costituisce l’ammontare di due mutui, rispettivamente un mutuo chirografario di 3.692.360 presso Banca Prossima e di 728.144 euro per mutuo ipotecario presso Banca Unicredit. Come si può evidenziare dal dettaglio del debito si tratta di un finanziamento erogato da istituti bancari e non di un “buco” finanziario. Se così fosse si sarebbe dovuto registrare un equivalente ammanco di risorse. I due mutui contratti sono serviti a rinegoziare un precedente mutuo erogato da Banca Intesa tra il 2006 e il 2008 e per aggiornamenti dei prezzi nei cantieri di costruzione delle tre nuove chiese: Matrice di Pantelleria, San Lorenzo in Mazara del Vallo e San Giuseppe in Gibellina.
3. A riguardo della costruzione delle tre nuove chiese si fa presente che la deliberazione relativa alla loro costruzione è stata adottata anteriormente all’inizio del ministero episcopale di monsignor Domenico Mogavero, il quale ha solo portato a compimento quanto già deciso localmente e finanziato dai competenti organi della Cei. Si puntualizza altresì che la Cei – coi fondi dell’8 per mille destinati in sede nazionale alla nuova edilizia di culto – ha finanziato anche i lavori d’abbattimento della vecchia chiesa. L’intera costruzione della chiesa a Pantelleria è costata 5.195.900 euro, di cui a carico della Diocesi 1.946.290,39 euro.
4. La Diocesi ha dato vita con la Provincia Regionale di Trapani all’associazione “Centro Mediterraneo di Studi Interculturali Cemsi – Onlus”, istituita nel 2008 per svolgere attività di ricerca, formazione e dialogo tra i popoli e le religioni del Mediterraneo. I due partners hanno concorso al finanziamento delle attività con uno stanziamento annuale di 100 mila euro ciascuno, in contanti e/o attraverso fornitura di servizi.
5. Quanto all’Opera di religione “Monsignor Gioacchino Di Leo”, la Diocesi ha trasferito nel 2013 la somma di 9.400 euro, motivata con l’espletamento di attività legale intesa a contestare il titolo di proprietà di immobili acquisiti per usucapione.
6. Per quanto riguarda il bilancio del Seminario vescovile registra ad oggi solo un debito di 17.067 euro.
7. In merito al collegamento tra la pubblicazione del rendiconto economico della Diocesi e l’incontro del Papa con il Vescovo, si fa presente che tale incontro è avvenuto dietro richiesta del Vescovo presentata al Santo Padre nel mese di febbraio e che l’incontro è stato fissato per il 6 giugno nello scorso mese di marzo. Non sussiste, dunque, nessuna connessione tra i due fatti.
A margine di quanto contenuto nel superiore comunicato, il Vescovo dichiara: «Sottoporrò all’esame di un esperto contabile da me nominato la documentazione dell’ultimo quinquennio al fine di verificare la gestione economico-finanziaria della Diocesi e l’accertamento di eventuali responsabilità».
L’addetto stampa del Vescovo e della Diocesi di Mazara del Vallo
Max Firreri
12/6/2014 | 18:22
© RIPRODUZIONE RISERVATA Visualizzazioni 87 |

http://news.panorama.it/cronaca/Panorama-b...nuovi-documenti

Panorama e il buco nei conti della diocesi di Mazara del Vallo: nuovi documenti
L'inchiesta del settimanale ha suscitato la reazione della diocesi guidata dal vescovo Domenico Mogavero che non aggiunge nulla né confuta i fatti raccontati. Nuovi documenti sul prossimo numero in edicola il 19 giugno

13-06-201413:11
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Panorama e il buco nei conti della diocesi di Mazara del Vallo: nuovi documenti
TAG: PANORAMA IN EDICOLA
Panorama: scandalo in Vaticano
Panorama: scandalo in Vaticano
All'inchiesta di Panorama in edicola questa settimana dal titolo "Scandalo anche in Curia" (l'anticipazione ) e relativa ai 6 milioni di euro di debiti contenuti nel bilancio della diocesi di Mazara del Vallo, la diocesi stessa ha risposto con una nota di cui riportiamo alcuni stralci (qui la versione integrale ) :
"Sottoporrò all’esame di un esperto contabile da me nominato la documentazione dell’ultimo quinquennio al fine di verificare la gestione economico-finanziaria della Diocesi e l’accertamento di eventuali responsabilità" ha dichiarato il Vescovo monsignor Domenico Mogavero dopo la pubblicazione su un settimanale nazionale di un servizio sulla situazione economico-finanziaria della Diocesi. Contestualmente alla dichiarazione del Vescovo, l’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, diretto da don Francesco Fiorino, ha diramato una nota che chiarisce alcuni punti evidenziati nel servizio giornalistico.
(.....)
In merito al presunto asserito “buco” di circa 6 milioni di euro, questa notizia è priva di fondamento. Nel bilancio è inserito l’importo di 4.402.604 che costituisce l’ammontare di due mutui, rispettivamente un mutuo chirografario di 3.692.360 presso Banca Prossima e di 728.144 euro per mutuo ipotecario presso Banca Unicredit. Come si può evidenziare dal dettaglio del debito si tratta di un finanziamento erogato da istituti bancari e non di un “buco” finanziario. Se così fosse si sarebbe dovuto registrare un equivalente ammanco di risorse. I due mutui contratti sono serviti a rinegoziare un precedente mutuo erogato da Banca Intesa tra il 2006 e il 2008 e per aggiornamenti dei prezzi nei cantieri di costruzione delle tre nuove chiese: Matrice di Pantelleria, San Lorenzo in Mazara del Vallo e San Giuseppe in Gibellina.
(...)
A riguardo della costruzione delle tre nuove chiese si fa presente che la deliberazione relativa alla loro costruzione è stata adottata anteriormente all’inizio del ministero episcopale di monsignor Domenico Mogavero, il quale ha solo portato a compimento quanto già deciso localmente e finanziato dai competenti organi della Cei. Si puntualizza altresì che la Cei – coi fondi dell’8 per mille destinati in sede nazionale alla nuova edilizia di culto – ha finanziato anche i lavori d’abbattimento della vecchia chiesa. L’intera costruzione della chiesa a Pantelleria è costata 5.195.900 euro, di cui a carico della Diocesi 1.946.290,39 euro..."
Tuttavia, in merito alle precisazioni fornite dall’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Mazara del Vallo, la direzione del settimanale fa rilevare come tutte le cifre riportate nel comunicato della diocesi sono esattamente quelle citate nell’articolo. La nota della Curia non aggiunge alcun fatto nuovo in grado di confutare le oggettive difficoltà economiche in cui versa la diocesi e, anzi, le conferma in pieno.
In merito all’incontro del Vescovo Mogavero con il Papa, è bene precisare che esso è stato richiesto nel febbraio scorso proprio a seguito dell’accertamento dei rilevanti debiti di bilancio e della conseguente sostituzione dell’economo diocesano. Ma c’è di più. Panorama è entrato in possesso di documentazione incontrovertibile - che è stata già verificata come pienamente attendibile - dalla quale emerge in maniera solare come la situazione debitoria della diocesi sia gravissima e ancora tutta da chiarire rispetto agli anni passati, così come riconosciuto senza mezzi termini dallo stesso monsignor Mogavero. Panorama renderà nota tale documentazione nel prossimo numero in edicola dal 19 giugno.
 
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view post Posted on 20/6/2014, 21:27
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http://news.panorama.it/cronaca/urbi-et-or...mazara-panorama


L'inchiesta di Panorama che ha smascherato il buco milionario della Curia
Esclusivo: mentre impazza la bufera su tangenti e corruzione, Papa Francesco ha chiamato a rapporto un vescovo siciliano per far luce su un ammanco milionario a Mazara

16-06-201412:38
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L'inchiesta di Panorama che ha smascherato il buco milionario della Curia
Credits: Filippo Monteforte/AFP
TAG: CEI MAZARA DEL VALLO PAPA FRANCESCO
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Panorama e il buco nei conti della diocesi di Mazara del Vallo: nuovi documenti
Panorama e il buco nei conti della diocesi di Mazara del Vallo: nuovi documenti
di Ignazio Ingrao
Non sono neanche le 11 del mattino di venerdì 6 giugno quando monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, da solo, si presenta al Portone di bronzo in Vaticano. Lo attende una guardia svizzera che lo scorta all’ascensore e da lì fino alla Terza loggia del palazzo apostolico, nello studio privato del Papa. Per chiunque, anche per un vescovo, un’udienza personale con Papa Francesco è un dono raro e ambitissimo. Ma Mogavero, riferisce chi lo ha incrociato, è scuro in volto. Appare teso e preoccupato. Giunto in anticamera non deve attendere a lungo: fuori ci sono migliaia di carabinieri che aspettano il Papa per la festa dell’Arma e Jorge Mario Bergoglio non ha molto tempo a disposizione. Ma perché tanta fretta di incontrare il vescovo di Mazara del Vallo, che molti danno addirittura come candidato a guidare la diocesi di Palermo?
La risposta, probabilmente, è nei bilanci della Curia: la piccola diocesi siciliana, 231 mila abitanti, 70 preti (molti dei quali anziani) e 131 suore in tutto, nel giro di 7 anni infatti ha accumulato debiti per quasi 6 milioni, esattamente 5.598.090 euro. Il caso è scoppiato tra aprile e maggio, quando il vescovo non ha più trovato un euro in cassa per pagare le banche e i creditori. La vicenda fa ancora più scalpore perché nel 2011 Mogavero, uomo di fiducia del Vaticano ed ex sottosegretario della Conferenza episcopale italiana (la Cei), venne inviato nella diocesi di Trapani come visitatore apostolico (una sorta d’ispettore nominato direttamente dal Papa) per indagare su un buco di oltre 1 milione di euro. La vicenda portò alla rimozione del vescovo, Francesco Micciché.
Stavolta invece è Mogavero a essere chiamato in causa per una voragine finanziaria almeno 5 volte maggiore (perché il «buco», come vedremo e come teme lo stesso vescovo, potrebbe essere di molto superiore) a quella trapanese. L’inquisitore, in pratica, rischia di finire sul banco degli imputati. Molto pesante l’esposizione verso le banche: la curia di Mazara deve restituire 3.692.360 euro a Banca Prossima (Gruppo Intesa Sanpaolo) e 728.144 euro all’Unicredit, per due mutui stipulati nel 2011. A questi si aggiungono altri 348.457 euro di debiti nei confronti delle banche. Occorrono poi altri 277.594 euro per pagare le opere d’arte commissionate per la nuova chiesa di Pantelleria. Nel corso del 2013 il vescovo ha dovuto liquidare in fretta e furia titoli per 160.035 euro per saldare i debiti più urgenti. Ma il buco continua a crescere: nel 2013 il disavanzo di gestione, tra entrate e uscite, è stato di 180.874 euro. Con questo ritmo la diocesi rischia la bancarotta.
Dietro la quiete apparente che regna in piazza della Repubblica a Mazara, sotto l’afa di giugno, tra il barocco esuberante della cattedrale che fa a pugni con il municipio, realizzato negli anni Settanta, in realtà si sta consumando uno scontro che divide i preti della città ed è caduto come un fulmine a ciel sereno in piena campagna elettorale per l’elezione del sindaco. Non è un mistero infatti che tra il primo cittadino Nicolò Cristaldi (Pdl, rieletto con il sostegno di tre liste civiche) e monsignor Mogavero non sia mai corso buon sangue. Una sorta di Peppone e don Camillo al rovescio, con il sindaco a destra e il presule a sinistra. Ma stavolta è la Chiesa a dover rendere conto dell’uso del denaro ricevuto con l’8 per mille. Il colloquio tra Mogavero e il Santo Padre è durato circa mezz’ora.
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La copertina di Panorama con l'inchiesta sulla diocesi di Mazara del Vallo
A Panorama, che lo ha interpellato, il vescovo non vuole riferire che cosa si siano detti: «Non sono autorizzato a rivelare quanto mi ha detto il Papa in privato». E poi contrattacca: «La diocesi di Mazara deve affrontare solo una temporanea mancanza di liquidità; per il resto c’è stata trasparenza assoluta». Fino a oggi però di trasparenza ce ne deve essere stata poca visto che, come spiega a Panorama il rettore del seminario, don Francesco Fiorino, «il vescovo ha intenzione di nominare un consulente esterno per visionare le operazioni economica-finanziarie degli ultimi 5 anni». Mogavero ha chiesto di passare al setaccio la contabilità per capire dove sono finiti i soldi e a quanto ammontano tutti i debiti della diocesi. Nel frattempo non ha più rinnovato il mandato all’economo, monsignor Franco Caruso, e lo ha sostituito con due laici, Rosario Tumbarello e Giovanna Benigno.
Per fare fronte alle spese più urgenti il vescovo ha pure rinunciato alla sua remunerazione annuale, pari a 8.376 euro, e ha annunciato che accenderà quanto prima un mutuo personale a suo carico di 50 mila euro. Sono ormai lontani i tempi nei quali il vescovo di Mazara mostrava orgoglioso la «casula», la veste per celebrare la messa disegnata da Giorgio Armani. È giunto il momento della spending review. Solo di fotocopie nel 2013 la diocesi ha speso ben 11.651 euro. Altri 40.629 euro sono andati per non precisate collaborazioni e consulenze. In ballo c’è il rischio del commissariamento della diocesi: la stessa misura che Mogavero aveva invocato e ottenuto nei confronti di monsignor Micciché di Trapani. Il vescovo di Mazara non si sottrae alle proprie responsabilità ma indica nell’economo il principale imputato del dissesto finanziario. A insaputa del vescovo, monsignor Caruso si sarebbe infatti autoassegnato un «prestito» di 53.941 euro, mai più restituiti.
Altri 37.449 euro sarebbero andati come contributo alla parrocchia Sant’Antonio di Padova a Mazara 2, guidata da don Giuseppe Titone, ex segretario del vescovo e amico di Caruso. Mentre gli introiti della raccolta pubblicitaria della rivista diocesana Condividere, pari a circa 10 mila euro, non sono mai finiti nelle casse della diocesi che ogni anno spende 21.828 euro per la stampa più 2.519 euro per la distribuzione e 6.222 come compenso al portavoce del vescovo, Max Firreri. La diocesi deve anche 111.261 euro a una onlus, la Cemsi, creata insieme con la Provincia di Trapani e presieduta dallo stesso Mogavero. Più di 40 mila euro sono andati a don Vito Caradonna, un sacerdote condannato a 2 anni, con pena sospesa, per un tentativo di violenza sessuale e finito sotto indagine anche per circonvenzione di incapace. Dietro il dissesto finanziario si nasconde dunque una fitta rete di amicizie (alcune anche chiacchierate), rapporti personali, associazioni, opere pie (come l’Opera monsignor Di Leo che nel 2014 ha ricevuto 9.400 euro) verso cui sono stati dirottati in questi anni i fondi della Curia di Mazara. Tenuto conto che le uniche entrate annuali certe della diocesi sono rappresentate dai 650.800 euro di contributo della Cei per il culto e la pastorale, più 522.698 euro per gli interventi caritativi.
Raggiunto da Panorama, l’economo si difende e sostiene che la principale causa del dissesto è dovuta alla costruzione e alla ristrutturazione di alcune chiese, volute da Mogavero e dai suoi predecessori, «a cominciare dalla chiesa di Pantelleria». A giudicare dai conti, la costruzione della chiesa madre di Pantelleria, intitolata al Santissimo Salvatore e inaugurata da Mogavero l’11 dicembre 2011, è stata un’opera a dir poco faraonica se rapportata alle dimensioni della piccola isola. La Curia di Mazara ha ottenuto un finanziamento di 1,6 milioni dalla Cei ma i lavori sono costati più del doppio, perciò ora mancano 1.974.000 euro più 277.594 euro per le opere d’arte che l’amministrazione locale prima aveva promesso di finanziare e poi si è tirata indietro.
Ma la diocesi di Mazara è tutta un cantiere. Altri interventi riguardano le parrocchie di San Lorenzo e Gibellina per un totale complessivo dei costi dell’edilizia di culto pari a 2,4 milioni, interamente a carico della diocesi. Mogavero afferma di aver chiesto e ottenuto l’autorizzazione della Santa sede, attraverso la Congregazione per i vescovi, per poter contrarre i mutui da 4,7 milioni necessari a sostenere le spese. Le rate di questi prestiti ora mettono in ginocchio la Curia. Nel frattempo la diocesi ha perso pure la proprietà degli ambitissimi terreni di Tonnarella, il lido disseminato di villette che offre le più belle spiagge di Mazara dove oggi si assiste a un forte sviluppo turistico. Quei terreni sono stati venduti praticamente all’insaputa della Curia senza alcuna documentazione. Inutilmente la diocesi ha tentato una causa legale per tornare in possesso di quell’ingente patrimonio, ormai irrimediabilmente finito in altre mani senza che si sia potuto chiarire chi ha intascato i proventi della vendita.
In appena 8 anni, dalle casse della diocesi di Mazara è sparito un fiume di denaro: nel 2006, quando il precedente economo monsignor Salvatore Cipri lasciava il suo incarico, la Curia vantava un attivo di oltre 1 milione di euro mentre oggi deve fare i conti con oltre 5 milioni e mezzo di debiti. Bisognerà fare chiarezza anche sul bilancio del seminario vescovile che registra un disavanzo di 28.342 euro e si trascina altri debiti per 17 mila euro. Terminata la ricognizione sui libri contabili Mogavero dovrà inviare una relazione alla Santa sede. E ha promesso che riunirà tutti i preti della diocesi, renderà noti i risultati dell’indagine e deciderà insieme con loro i prossimi passi da compiere. Ma prima di tutto dovrà informare Papa Francesco che lo scorso 19 maggio, intervenendo all’assemblea della Cei, raccomandava ai vescovi italiani: «Come pastori, siate semplici nello stile di vita, distaccati, poveri e misericordiosi, per camminare spediti e non frapporre nulla tra voi e gli altri». Mogavero era lì, seduto in terza fila.

http://news.panorama.it/cronaca/Le-confess...-buco-di-Mazara

Le “confessioni” del Vescovo Mogavero sul “buco” di Mazara
Il monsignore ammette, sul numero di Panorama in edicola, le sue responsabilità davanti ai preti ma chiama in causa anche il Vaticano. La nostra inchiesta che ha svelato il buco

19-06-201410:58
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Le “confessioni” del Vescovo Mogavero sul “buco” di Mazara
Monsignor Domenico mogavero a Lampedusa
Credits: ANSA/MONTANA LAMPO
TAG: DOMENICO MOGAVERO MAZARA DEL VALLO
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L'inchiesta di Panorama che ha smascherato il buco milionario della Curia
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«C’è un meccanismo perverso che sta emergendo a me, sta emergendo in queste settimane in cui io finalmente ho potuto accedere, nonostante io l’avessi chiesto 10 mila volte, alla effettiva situazione economica della diocesi», così monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, si rivolge ai preti della diocesi nel corso di una drammatica riunione nella quale espone il bilancio con debiti che sfiorano i sei milioni di euro.
È il 14 maggio scorso e nel corso di quella riunione, che suona come una resa dei conti, emergono i retroscena che hanno portato la diocesi di Mazara sull’orlo della bancarotta. Dopo aver anticipato in esclusiva le cifre del “buco” della diocesi siciliana, Panorama in edicola questa settimana pubblica la registrazione dell’assemblea del vescovo con i suoi sacerdoti in cui Mogavero ammette le sue responsabilità («È colpa mia lo so», afferma in un passaggio) ma contrattacca e chiama in causa anche il Vaticano: «Tutto è passato dal collegio dei consultori e dal consiglio degli affari economici. Financo il parere per fare i 4 milioni e 700 mila euro di mutuo che è stato autorizzato dalla Santa Sede».

http://news.panorama.it/cronaca/mazara-del...essioni-vescovo
Mazara del Vallo: la registrazione del Vescovo con le ammissioni sul crac
Un altro documento esclusivo di Panorama: la registrazione dell’assemblea dei sacerdoti della diocesi con il vescovo, monsignor Domenico Mogavero, che presenta il bilancio e ammette le responsabilità

20-06-201419:35
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Mazara del Vallo: la registrazione del Vescovo con le ammissioni sul crac
Domenico Mogavero a Lampedusa
Credits: MONTANA LAMPO/Ansa
Un buco da quasi sei milioni di euro.
Dopo aver svelato i conti in rosso della Curia di Mazara del Vallo , Panorama è entrato in possesso di un altro documento esclusivo: la registrazione dell’assemblea dei sacerdoti della diocesi con il vescovo, monsignor Domenico Mogavero, svoltasi nell’aula magna del seminario della città lo scorso 14 maggio. Il presule presenta il bilancio e ammette le sue responsabilità ma per i preti l’incontro diventa una sorta di resa dei conti nella quale tutti si accusano a vicenda.
E vengono alla luce dissapori, intrighi e cordate fino ad allora rimasti sopiti o nascosti.

Il servizio con la trascrizione delle rivelazioni del vescovo ai suoi preti sul numero di Panorama in edicola dal 19 giugno 2014 .
 
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http://www.tp24.it/2014/06/24/cronaca/il-b...-mogavero/84438

24/06/2014 06:25:00
Il buco alla Diocesi di Mazara. Lo scontro (registrato) tra i sacerdoti e Mogavero
Lo scoop, la smentita, le registrazioni. Il caso del buco nel bilancio della Diocesi di Mazara scoperto da Panorama si riempie di nuovi elementi, con il settimanale che ha scovato le registrazioni dell’assemblea con i sacerdoti del 14 maggio, in cui il vescovo Domenico Mogavero distribuiva le 5 pagine del bilancio della discordia. Quasi sei milioni di euro i debiti. E gli animi in quella riunione non erano proprio calmi.
Il caso è quello del buco da sei milioni di euro circa della Diocesi di Mazara del Vallo guidata dal Vescovo Domenico Mogavero. In bilancio ci sono mutui, spese per collaboratori, prestiti contratti da sacerdoti, contributi dati alle parrocchie. Su tutto ciò Mogavero è stato convocato il 6 giugno in Vaticano per parlare direttamente con Papa Francesco, ha scritto Panorama. Sotto accusa anche l’ex economo don Franco Caruso, rimosso dal Vescovo. Mogavero ha replicato all’inchiesta del settimanale con una nota, dicendo che non ci sono buchi, ma semplicemente due mutui per un totale di 4 milioni 400 mila euro. “E’ una notizia priva di fondamento”, dice Mogavero che spiega anche la vicenda della convocazione in Vaticano “in realtà tale incontro è avvenuto dietro richiesta del Vescovo presentata al Santo Padre nel mese di febbraio e che l’incontro è stato fissato per il 6 giugno nello scorso mese di marzo”. Nessun collegamento, dice Mogavero, tra la pubblicazione del bilancio e l’incontro col Papa. “I conti sono in ordine”, aggiunge il Vescovo, che in questi giorni ha chiamato a rapporto i suoi collaboratori più fidati: Don Francesco Fiorino, rettore del seminario, il ragioniere della diocesi Sergio Sardo, i due nuovi economi che hanno preso il posto di Caruso, Rosario Tumbarello e Giovanna Benigno, e il portavoce Max Firreri.
Adesso Panorama ha pubblicato le registrazioni di quell’assemblea del 14 marzo, in cui i sacerdoti della Diocesi di Mazara venivano informati da Mogavero dei conti del bilancio. E il contenuto non andrebbe nella direzione del “tutto sotto controllo”.
Mogavero distrubuisce le copie del bilancio a sacerdoti presenti. Poi comincia il dibattito in Curia. Qui potete ascoltare l'audio della riunione. Ecco come racconta tutto Panorama.

Mogavero prende la parola con un certo imbarazzo e lamenta l’assenza dell’ex economo, don Caruso: “La differenza tra chi può fuggire o scappare e chi invece rimane sta tutta nelle responsabilità che ognuno è tenuto ad assumersi” afferma duro Mogavero. Quindi va dritto al punto: “Quello che c’è in questi fogli è la verità, dura e cruda perché siamo in una situazione di grande difficoltà: da questo momento cambieranno tante cose”. L’assemblea dei preti ascolta in religioso silenzio la lettura del bilancio. Alla fine molti sono sbigottiti. il primo a rompere il ghiaccio è don Fiorino. Inizia timidamente: “E’ chiaro che la situazione della diocesi è fortemente debitoria, una cifra molto forte”. Ma presto diventa un fiume in piena e non risparmia neppure il vescovo: “Il foglietto (il bilancio, ndr) io l’avevo chiesto l’anno scorso perché mi sembrava opportuno, la dico seriamente questa cosa. In questi anni io mi ero permesso di sottolineare al vescovo che c’erano delle carenze e poca chiarezza nel bilancio, nelle uscite”. Il sacerdote se la prende con le spese per il personale: “Uno trova nel bilancio ‘compensi di lavoro autonomo’, 40.629 euro: chi sono queste persone? C’è un costo a mio parere, l’avevo fatto notare l’anno scorso, molto eccessivo: sembriamo la diocesi di Milano o di Monaco di Baviera”. Poi punta il dito sulla vendita di alcune proprietà senza autorizzazione: “Gente che si presentava a vendere terreni, per esempio a Tonnarella, con biglietti di carta di quaderno a quadretti: ‘su incarico della Curia vescovile il sottoscritto muratore è autorizzato...’ così sono scomparsi interi beni immobili che oggi potevano servire alla diocesi”. Don Fiorino è incontenibile. Protesta per gli 8.741 euro dati a sua insaputa all’addetto stampa (“io che sono il direttore non so nulla di questa voce. A chi sono stati dati questi soldi? Magari per conoscenza! Ma io sono il direttore!”). E aggiunge che nei 48 mila euro che figurano in bilancio come contributo al seminario diocesano “ad oggi non risulta che sia arrivato un euro!”.
Il j’accuse di don Fiorino non lascia scampo a monsignor Mogavero che ammette le sue responsabilità: “E’ colpa mia, lo so. Ma in questo momento sto ammettendo la mia colpa di non essere potuto intervenire perché non sono stato informato. E questa è tutta colpa mia, lo so”. Poi contrattacca: “C’è un meccanismo perverso che sta emergendo a me, sta emergendo in quelle settimana in cui io finalmente ho potuto accedere nonostante io l’avessi chiesto 10 mila volte, alla effettiva situazione economica della diocesi”. Le parole del presule però non bastano ad arginare l’onda montante delle proteste dei sacerdoti. È la volta di don Salvatore Pavia che se la prende per il contributo dato alla parrocchia di Sant’Antonio di Padova a Mazara 2, guidata dall’ex segretario del vescovo, don Giuseppe Titone: “Credo sia stato vergognoso: io non ho avuto il letto per dormire e mi è stata comprata una cucina che ogni volta che aprivo lo sportello mi cadeva in testa e per la canonica di Mazara 2 si spendono 37.449 euro. I piatti con filo d’oro, l’aria condizionata in tutte le stanze”. Il vicario generale, don Giuseppe Undari, ce l’ha invece con l’economo don Caruso, che ha ricevuto un prestito dalla diocesi di quasi 54 mila euro: “Io ho chiesto da vicario generale 3 mila euro e mi sono stati negati. Mi è stato detto: la diocesi in questo momento non può darti dei soldi. Ad altri invece sono stati dati. Non è possibile: due pesi e due misure!”.
Mogavero cerca di calmarlo: “Don Giuseppe non ti incavolare: se i soldi in cassa non ci sono, non ‘ che l’economo può inventare soldi”. Ma subito dopo è don Salvatore Cipri a intervenire: “Circolano voci di stipendi in più, oltre a quello dell’Istituto sostentamento clero: 900, mille euro in più. Si restituiscano, se indebitamente appropriati”. Don Cipri ha tenuto la cassa della diocesi fino al 2006, prima di cederla a don Caruso e rivendica di aver lasciato “1 miliardo di attivo liquido nelle banche” (forse intende dire 1 milione di euro). Vuole sapere dove sono finiti i soldi e quanto si è speso per la nuova chiesa di Pantelleria. Gli fa eco don Undari: vuole capire perché la diocesi ha 111.261 euro di debito nei confronti dell’associazione Cemsi, presieduta dallo stesso vescovo. Mogavero si difende chiamando in causa i suoi collaboratori e il Vaticano: “Tutto è passato dal collegio dei consultori e dal consiglio degli affari economici. Financo il parere per fare i 4 milioni e 700 mila euro di mutuo che è stato autorizzato anche dalla Santa Sede”. Ma don Gianluca Romano, che fa parte di quegli organismi, non ci sta a essere chiamato in causa: “Non è vero che il collegio dei consultori è stato zitto. Caro eccellenza io da anni ho fatto notare: ma tutte queste spese, ma siamo sicuri? Tutte queste cose non sono nate adesso e sono state dette. Ho chiesto conto della remunerazione dei curiali e mi si presenta un foglio con delle lettere iniziali. Io l’ho messo sul tavolo e ho detto: questa è una presa in giro, ok? È stato chiesto conto anche di una Multipla comprata con i soldi della diocesi”.
I preti vogliono sapere dal vescovo come pensa di uscire dalla crisi: “ Noi con questo disastro adesso verso cosa andiamo?” chiede don Cipri. Don Edoardo Bonacasa è ancora più esplicito: “Dobbiamo dire qual è la direzione per uscire da questa merda!”. Il vescovo ammette: “Siamo in una situazione estremamente critica. Siamo in tempesta: ma il capitano e l’equipaggio che perdono la calma mentre la nave è in mezzo alla tempesta affondano”. Ascoltandolo è difficile sostenere che è tutto sotto controllo e il buco è solo un’invenzione di Panorama. Il vescovo di Mazara, che è acuto latinista, ricorderà certamente il famoso proverbio: “Ex ore tue te judico” (“Ti giudico dalle tue parole”).
 
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view post Posted on 25/2/2015, 18:25
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http://www.panorama.it/news/cronaca/mazara...-casse-diocesi/

Mazara del Vallo: un "processo" per il buco nelle casse della diocesi
Il giornalista Nino Ippolito commenta l'iniziativa del vescovo Mogavero: riflessioni sulla "doppiezza"

25 febbraio 2015

Dopo lo scoop di Panorama, il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, annuncia l’apertura di un processo canonico a carico di un sacerdote e di un collaboratore della curia, che sarebbero i principali responsabili del buco di quasi 6 milioni di euro nelle casse della diocesi.

L’11 febbraio Mogavero ha convocato tutti i preti per annunciare l’intenzione di aprire un procedimento canonico per l’ex economo, don Franco Caruso, e il suo più stretto collaboratore, il ragioniere Sergio Sardo.

Il vescovo ha sempre sostenuto di essere stato all’oscuro dei debiti e dei prestiti della diocesi. Sulla vicenda, dopo gli articoli di Panorama, sta indagando la procura di Marsala che ha interrogato il vescovo.

Mogavero ha illustrato ai preti anche il rendiconto degli ultimi due anni dell’attività economica della diocesi, predisposto da una commissione di sua fiducia. E ha promesso che saranno rendicontati anche gli altri tre anni precedenti.

Il Papa e la Congregazione per i vescovi seguono attentamente il caso.
 
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view post Posted on 23/12/2015, 03:23
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Indagato anche ex economo don Franco Caruso: «Intascò 120mila euro»

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http://www.corriere.it/cronache/15_dicembr...f1a68e58f.shtml

L’INDAGINE
«Ha sottratto 180mila euro»
Indagato il vescovo dei migranti
Mazara del Vallo, inchiesta sull’ex sottosegretario della Cei Mogavero
di Alessio Ribaudo

È stato interrogato ieri dalla Procura di Marsala il vescovo della diocesi di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, ex sottosegretario della Conferenza episcopale italiana e commissario Cei per le migrazioni. L’alto prelato, all’interno della Curia romana, è molto noto perché è uno dei maggiori sostenitori delle politiche di solidarietà verso i profughi che sbarcano sulle coste siciliane.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore Alberto di Pisa e condotta dalla Guardia di Finanza di Trapani, punta a chiarire presunte anomalie gestionali avvenute all’interno della curia di Mazara. A Mogavero è stato contestato di essersi appropriato di 180mila euro della Curia che avrebbe fatto transitare sul proprio conto corrente attraverso bonifici e assegni tratti dai conti intestati alla sua diocesi. Sotto la lente dei magistrati c’è anche la posizione dell’ex economo, don Franco Caruso, a lui i pm contestano l’appropriazione indebita e anche la malversazione. Per l’accusa si sarebbe appropriato di 120 mila euro della diocesi. In quanto, delegato a operare sui conti correnti e avendo la disponibilità delle somme ricevute dalla Cei, invece di destinare il denaro a interventi caritatevoli, avrebbe speso, poi, oltre 250 mila euro con altre finalità. Gli inquirenti stanno verificando se parte del denaro sia stato dato a don Vito Caradonna, un prete marsalese che il vescovo Mogavero avevo sospeso a divinis dopo una condanna a due anni per tentata violenza sessuale su un uomo (sentenza che poi è stata confermata anche in appello).

«La posizione del vescovo Mogavero è stata chiarita ieri durante l’interrogatorio - spiega il suo avvocato Stefano Pellegrino - in modo documentale per quanto riguarda i fatti oggetto dell’indagine che risalgono agli anni 2010-2011 e riguardano anomalie nella gestione dell’economato della curia, che però lo stesso prelato aveva rilevato e denunciate alla Procura».

La storia è intricata. Il vescovo Mogavero avrebbe avuto grossi dubbi sui conti della Curia. Così aveva deciso di non rinnovare più l’incarico a don Caruso, inviato come parroco a Santa Ninfa, comune di cinquemila anime nel Trapanese. «Il vescovo - prosegue il legale - al primo sospetto di irregolarità gestionale ha nominato due consulenti per verificare e fare chiarezza e dopo aver ricevuto la relazione l’ha trasmessa alla Procura manifestando sia la propria volontà querelatoria sia chiedendo, allo stesso tempo, di essere sentito dal procuratore».
Monsignor Mogavero era stato nominato vescovo di Mazara del Vallo, nel febbraio del 2007, da papa Benedetto XVI che, nel 2011, lo aveva anche inviato a Trapani come visitatore apostolico di quella diocesi dopo che era scoppiato uno scandalo a seguito di un’intricata inchiesta giudiziaria che puntava a verificare se erano state commesse truffe ai danni della Curia trapanese da parte di un sacerdote.
17 dicembre 2015 (modifica il 18 dicembre 2015 | 13:55)

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/17...nciare/2314709/

Mazara del Vallo, vescovo Mogavero accusato di appropriazione indebita. “Fu lui stesso a denunciare”
Mazara del Vallo, vescovo Mogavero accusato di appropriazione indebita. “Fu lui stesso a denunciare”
Giustizia & Impunità
L'ex sottosegretario della Cei si aspettava l'avviso di garanzia. Nel registro degli indagati, infatti, è iscritto anche l'ex economo della diocesi: avrebbe sottratto 120mila euro. Il suo avvocato: "Segnalò anomalie alla procura"
di Giuseppe Pipitone | 17 dicembre 2015
COMMENTI (22)

Più informazioni su: Appropriazione Indebita, Marsala, Mazara del Vallo, Trapani
Un’indagine per appropriazione indebita rischia di gettare nel caos la curia di Mazara del Vallo. La procura di Marsala ha infatti notificato al vescovo Domenico Mogavero un avviso di garanzia: il presule è accusato di essersi appropriato di quasi 180mila euro, somme che provenivano dai conti correnti della diocesi mazarese. Ex sottosegretario della Conferenza episcopale italiana, famoso per una serie di battaglie in favore dei migranti, Mogavero è noto anche per alcune critiche nette spiccate all’indirizzo dell’ex premier Silvio Berlusconi, oltre che per le aperture alle coppie di fatto.

Secondo alcune fonti interne alla curia mazarese, il vescovo si aspettava l’arrivo di un avviso di garanzia. Nel registro degli indagati, infatti, è iscritto anche un sacerdote, don Franco Caruso, ex economo della diocesi, accusato di essersi appropriato di 120mila euro: si tratta, anche in questo caso, di denaro proveniente direttamente dai fondi della curia mazarese.

Le indagini svolte dalla guardia di finanza e coordinate dal procuratore capo Alberto Di Pisa ipotizzano per Caruso anche il reato di malversazione: avrebbe infatti destinato somme per circa 250mila euro, denaro proveniente dalla Cei, alle finalità più disparate. Una parte di quel denaro sarebbe arrivata anche a Vito Caradonna, sacerdote sospeso a divinis, condannato in appello a due anni per tentata violenza sessuale.

Caruso era stato sollevato dall’incarico di economo della Curia, e destinato alla parrocchia di Santa Ninfa, nel 2014, quando monsignor Mogavero si era accorto di una serie di ammanchi nei conti diocesani: secondo il settimanale Panorama si trattava di un “buco” da quasi sei milioni di euro. “Sottoporrò all’esame di un esperto contabile da me nominato la documentazione dell’ultimo quinquennio al fine di verificare la gestione economico-finanziaria della diocesi e l’accertamento di eventuali responsabilità”, aveva promesso monsignor Mogavero dopo il “licenziamento” di Caruso.

Stefano Pellegrino, l’avvocato del vescovo, ha inoltre specificato che era stato Mogavero stesso a denunciare alla procura “anomalie nella gestione dell’economato della Curia” che risalivano agli anni 2010-2011. “Al primo sospetto di irregolarità gestionale del servizio economato della diocesi – ha spiegato Pellegrino – il vescovo provvide ad incaricare due consulenti fiduciari per verificare la corretta applicazione della normativa canonistica e concordataria nella gestione della Diocesi, nonché accertare la regolarità della redazione dei rendiconti e dei finanziamenti della Cei“. L’avvocato ha chiarito che “monsignor Mogavero è stato avvisato e interrogato per un fatto di garanzia a tutela della propria posizione” e che durante l’interrogatorio ha depositato la documentazione “comprovante la totale ed assoluta estraneità a qualsiasi fatto astrattamente addebitabile allo stesso vescovo”.

E dire che nel giugno del 2011 lo stesso Mogavero era stato nominato dal Vaticano come visitatore apostolico della vicina diocesi di Trapani: una sorta di ispettore chiamato ad indagare sull’operato di monsignor Francesco Micciché. La relazione di Mogavero alla fine dell’ispezione aveva portato al siluramento di Micciché, defenestrato dalla carica di vescovo dalla Santa Sede, ma allo stesso tempo individuato come parte lesa di un presunto complotto ai suoi danni dalla procura di Trapani.

L’indagine degli inquirenti, però, era solo alle battute iniziali: e adesso i pm trapanesi indagano Micciché per calunnia, diffamazione, appropriazione indebita e malversazione. L’ex presule trapanese è accusato di essersi appropriato di circa 800mila euro, fondi provenienti dall’8 per mille. Dopo la complessa indagine a carico di Micciché, quindi, l’avviso di garanzia a Mogavero intorbidisce ulteriormente le acque a Trapani: estrema provincia siciliana, dove negli ultimi anni sono andati in onda scandali e misteri avvolti da una spessa nuvola d’incenso.

di Giuseppe Pipitone | 17 dicembre 2015

http://www.ansa.it/sicilia/notizie/2015/12...e556d8623c.html

Vescovo Mazara Vallo indagato appropriazione indebita
Avviso garanzia anche a ex economo della Diocesi

ll vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero © ANSA
ll vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero © ANSA/ANSA
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Redazione ANSA
MARSALA (TRAPANI)
17 dicembre 2015
20:52
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MARSALA (TRAPANI) - Il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, è indagato a Marsala per appropriazione indebita. A Mogavero, ex sottosegretario della Cei, è stato notificato oggi un avviso di garanzia. Indagato anche don Franco Caruso, ex economo della stessa Diocesi, il cui incarico non è stato più rinnovato da Mogavero quando questi, tra aprile e maggio 2014, si è accorto dei notevoli debiti accumulati negli ultimi anni dalla Curia. A Mogavero è contestata l'appropriazione di 180 mila euro. Indagato anche don Franco Caruso, ex economo della stessa Diocesi, il cui incarico non è stato più rinnovato da Mogavero quando questi, tra aprile e maggio 2014, si è accorto dei notevoli debiti accumulati negli ultimi anni dalla Curia. Don Franco Caruso, attualmente parroco a Santa Ninfa (Tp), è accusato anche di malversazione. A Mogavero si contesta di essersi appropriato di circa 180 mila euro, con accredito di somme sul proprio conto corrente e di assegni tratti in proprio favore dai conti correnti intestati alla Diocesi di Mazara. A don Franco Caruso, invece, di essersi appropriato di oltre 120 mila euro mediante il prelievo di somme in contanti, nonché con l'emissione in proprio favore di assegni tratti sui conti correnti della Diocesi. La malversazione, inoltre, è contestata all'ex economo della Curia in quanto, delegato a operare sui conti correnti della Diocesi e avendo la disponibilità delle somme erogate dalla Cei, invece di destinare il denaro a interventi caritatevoli, avrebbe speso oltre 250 mila euro per altre finalità. Parte di questo denaro sarebbe finito a don Vito Caradonna, prete marsalese sospeso a divinis dopo una condanna per tentata violenza sessuale su un uomo e attualmente sotto processo, a Marsala, per circonvenzione di incapace. L'indagine su Mogavero e Caruso, coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa, è stata svolta dalla Guardia di finanza. Mogavero è noto per le battaglie condotte a favore dei migranti

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Adriano Pacifici1
view post Posted on 28/12/2015, 10:03




Si complica la posizione di monsignor Mogavero, presule di Mazara del Vallo. Lo scrive Alessandra Ziniti su Repubblica raccontando come dai conti correnti della Diocesi sia sparito un milione di euro per la costruzione di tre chiese.
http://www.huffingtonpost.it/2015/12/27/ve...kithpmg00000001
 
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view post Posted on 3/1/2016, 17:00
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http://www.campobellonews.com/dalla-provin...ere-il-mandato/

Mazara, Prete invita il Vescovo a rimettere il mandato
gennaio 1, 2016 - Archivio, ATTUALITA', DALLA PROVINCIA, MAZARA DEL VALLO, Prima Pagina - Tagged: chiede, dimissioni, mogavero, prete, vescovo - 1 comment

C’è qualcuno tra il clero di Mazara del Vallo che esce allo scoperto e si schiera contro il Vescovo
padre civelloMAZARA, 01 GEN – C’è qualcuno tra il clero di Mazara del Vallo che esce allo scoperto e si schiera contro il Vescovo. È don Antonio Civello (nella foto), rettore della chiesa Maria Ss. delle Grazie di Marsala, che lo scorso mercoledì in una lettera inviata a monsignor Domenico Mogavero e al presbiterio (informando, però, anche i giornali) ha rivolto accuse al Vescovo e lo ha, finanche, invitato a riflettere sull’opportunità di rimettere il mandato episcopale a Papa Francesco. Nella lettera Civello, rivolgendosi al Vescovo, dice che «mettere insieme le nostre difficoltà ecclesiali con le sue vicende giudiziarie mi pare fuori luogo e infelice». Monsignor Mogavero alla vigilia di Natale ha inviato una lettera d’auguri ai fedeli e al clero di Mazara del Vallo, nella quale ha parlato di «profonde lacerazioni nella Chiesa locale da cui è afflitta da tempo». E ora don Civello accusa il Vescovo se in questi anni di episcopato ha fatto nulla per curare e sanare le ferite, oppure le ha accentuate. Monsignor Mogavero ha scelto di non replicare pubblicamente alle accuse di Civello. Ma quella lettera è solo il sentimento di don Civello o dietro ci sono altri presbiteri che non hanno condiviso alcune scelte di Mogavero e si scagliano contro?. C’è di fatto che per la Diocesi di Mazara del Vallo questo ultimo anno è stato un periodo difficile. C’è in corso un’indagine della Procura di Marsala che vede indagati Mogavero e don Franco Caruso (ex economo), oggi parroco a Santa Ninfa. Don Caruso fu rimosso da Mogavero due anni fa e con lui è stato revocato l’incarico anche a Sergio Sardo come consulente contabile. Al posto di don Caruso è stato nominato Rosario Tumbarello e come vice economo Giovanna Benigno. E sempre due anni fa il Vescovo ha pure nominato i periti Roberto Ciaccio e Gianfranco Sciamone per verificare la corretta applicazione della normativa canonistica e concordataria nella gestione della Diocesi. La relazione dei due periti, nella quale si evidenziarono condotte che avrebbero potuto integrare estremi di reato, fu trasmessa proprio da Mogavero alla Procura.

Salvatore Giacalone
 
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view post Posted on 3/1/2016, 21:14
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http://www.tp24.it/2016/01/02/inchieste/mo...sacerdoti/96817

02/01/2016 06:00:00
Mogavero e il buco della Diocesi di Mazara. I soldi che mancano, le proteste dei sacerdoti
Era il 14 Maggio del 2014. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo da sei anni, chiama in assemblea i parroci della Diocesi, e presenta loro un bilancio gravemente in rosso. E' questa la data chiave dell'inchiesta della Procura di Marsala sui soldi spariti nella Curia di Mazara del Vallo. I partecipanti a quell'assemblea sono stati ascoltati in Procura, hanno detto la loro, gli uomini del procuratore Di Pisa hanno cercato tracce, riscontri, ma con molti dubbi aperti. In quell'assemblea i sacerdoti quasi fecero ammutinamento contro il loro vescovo. Da tempo chiedevano di vedere i conti, perchè c'erano sospetti, giravano voci. E alcune spese, carte alla mani, furono infatti considerate fuori luogo, non in linea con l'invito a tirare la cinghia che era arrivato dal Vescovo. Ad esempio 35.000 euro per comprare un'auto di grossa cilindrata, o i 40.000 euro spesi per consulenze di vario tipo, o i 37.000 euro spesi per comprare un servizio di piatti "con il filo d'oro in oro" per la canonica di Mazara 2 ("che ha l'aria condizionata in tutte le stanze") dell'ex segretario del vescovo, Don Giuseppe Titone, mentre ci sono preti che vivono in canoniche molto disagiate. Proprio in quei giorni il settimanale Panorama, grazie ad una talpa, pubblicava notizie sui presunti buchi della Diocesi, e addirittura, nel sito, l'audio della riunione del 14 Maggio. Potete ascoltare l'audio della riunione qui:



https://soundcloud.com/panorama-it/panoram...azara-del-vallo

Il debito della Diocesi, in quella data, riferita al 2013, è di circa 3 milioni. E, curiosità, addirittura il Vescovo denuncia abusi anche delle fotocopiatrici degli uffici dei segreteria: facevano fotocopie per troppe persone. Don Francesco Fiorino è uno dei più critici: "Da anni denunciavo che c'era poca chiarezza. Vedo 40.629 euro per compensi di lavoro autonomo. Chi sono queste persone? Ci sono costi eccessivi, sembriamo la Diocesi di Milano o di Monaco di Baviera. Sono scomparsi interi beni immobili, senza alcun atto notarile...Quando il Vescovo mi diede l'incarico di esaminare i nostri conti, andai al Banco di Sicilia, per scoprire che tutti i conti correnti erano stati prosciugati". Nel 2014 Fiorino era direttore del seminario: "Mi sono accorto subito che c'erano spese eccessive, personale eccessivo, e ho cercato di togliare". Protesta per gli 8.741 euro dati a sua insaputa all’addetto stampa ("Io che sono il direttore non so nulla di questa voce. A chi sono stati dati questi soldi? Magari per conoscenza! Ma io sono il direttore!"). E aggiunge che dei 48 mila euro che figurano in bilancio come contributo al seminario diocesano "ad oggi non risulta che sia arrivato un euro!".

Il vicario generale, don Giuseppe Undari, ce l’ha invece con l’economo don Caruso, che ha ricevuto un prestito dalla diocesi di quasi 54 mila euro: "Io ho chiesto da vicario generale 3 mila euro e mi sono stati negati. Mi è stato detto: la diocesi in questo momento non può darti dei soldi. Ad altri invece sono stati dati. Non è possibile: due pesi e due misure!". Subito dopo è don Salvatore Cipri a intervenire: "Circolano voci di stipendi in più, oltre a quello dell’Istituto sostentamento clero: 900, mille euro in più. Si restituiscano, se indebitamente appropriati". Don Cipri ha tenuto la cassa della diocesi fino al 2006, prima di cederla a don Franco Caruso e rivendica di aver lasciato "1 miliardo di attivo liquido nelle banche" (forse intende dire 1 milione di euro). Vuole sapere dove sono finiti i soldi e quanto si è speso per la nuova chiesa di Pantelleria. Gli fa eco don Undari: vuole capire perché la diocesi ha 111.261 euro di debito nei confronti dell’associazione Cemsi, presieduta dallo stesso vescovo. Mogavero si difende chiamando in causa i suoi collaboratori e il Vaticano: "Tutto è passato dal collegio dei consultori e dal consiglio degli affari economici. Financo il parere per fare i 4 milioni e 700 mila euro di mutuo che è stato autorizzato anche dalla Santa Sede". Ma don Gianluca Romano, che fa parte di quegli organismi, non ci sta a essere chiamato in causa: "Non è vero che il collegio dei consultori è stato zitto. Caro eccellenza io da anni ho fatto notare: ma tutte queste spese, ma siamo sicuri? Tutte queste cose non sono nate adesso e sono state dette. Ho chiesto conto della remunerazione dei curiali e mi si presenta un foglio con delle lettere iniziali. Io l’ho messo sul tavolo e ho detto: questa è una presa in giro, ok? È stato chiesto conto anche di una Multipla comprata con i soldi della diocesi". I preti vogliono sapere dal vescovo come pensa di uscire dalla crisi: "Noi con questo disastro adesso verso che cosa andiamo?" chiede don Cipri. Don Edoardo Bonacasa è ancora più esplicito: "Dobbiamo dire qual è la direzione per uscire da questa merda!".

Ma il Vescovo quanta responsabilità ha di tutto ciò? "Non ho avuto possibilità di accedere ai conti della Diocesi, se non ora - dice in quella assemblea - e adesso voglio vederci chiaro, almenoo per gli ultimi cinque anni, e informerò l'assemblea del clero".
 
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view post Posted on 13/11/2016, 17:57
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http://www.repubblica.it/cronaca/2015/12/2...gato-130210928/

Sparito un milione per costruire le chiese: nuove accuse al vescovo Mogavero
L'inchiesta. Si complica la posizione di monsignor Mogavero, presule di Mazara del Vallo. Che per Natale ha inviato una lettera ai fedeli: "Contro di me un processo mediatico. Non vi chiedo di credermi sulla parola, ma dimostrerò che sono innocente"

dal nostro inviato ALESSANDRA ZINITI
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27 dicembre 2015


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Sparito un milione per costruire le chiese: nuove accuse al vescovo MogaveroMAZARA DEL VALLO. C'è un milione di euro del mutuo per la costruzione di tre chiese che non si sa che fine abbia fatto. Ci sono altri 570.000 euro di fondi dell'8 per mille che sarebbero stati destinati a ben altro che alle iniziative benefiche. C'è una moltitudine di conti correnti della Diocesi e una sorta di "conto protezione" nel quale transitano somme destinate a conti correnti privati. Ci sono inspiegabili prestiti per più di 225.000 euro concessi dall'economo della Curia a un sacerdote nel frattempo condannato per tentata violenza sessuale e sospeso a divinis che li avrebbe dissipati ai tavoli da gioco. E ci sono le testimonianze di diversi sacerdoti che hanno confermato ai pm che i bilanci della Diocesi erano in rosso anche a causa di alcune spese folli, come il regalo di 35.000 euro ad un parroco per l'acquisto di una macchina di lusso. Insomma, nell'inchiesta che vede il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero indagato per appropriazione indebita dei fondi dell'8 per mille e il suo ex economo don Franco Caruso anche per malversazione, c'è ben di più di quei 185.600 euro che sono stati finora contestati nell'avviso di garanzia firmato dal procuratore di Marsala Alberto Di Pisa e dal sostituto Antonella Trainito. Interrogato, Mogavero (difeso dagli avvocati Nino Caleca e Stefano Pellegrino) ha sostenuto di essere all'oscuro di quanto avrebbe fatto l'economo poi da lui rimosso, mentre quest'ultimo sostiene che l'arcivescovo fosse al corrente di ogni cosa.

Il conto protezione. La Guardia di finanza di Trapani sta passando al setaccio i movimenti dei numerosi conti (almeno sette-otto) intestati alla Diocesi e sui quali avevano delega ad operare sia l'economo che monsignor Mogavero. E le stranezze con cifre che escono da una parte e rientrano (ma solo in parte) dall'altra sarebbero molte. C'è una montagna di documenti bancari da esaminare, c'è un "conto protezione" di cui Mogavero dice di non conoscere l'esistenza ma che risulta acceso dalla Curia e c'è da verificare se siano stati effettivamente realizzati i progetti di "opere benefiche" che avrebbero dovuto essere portati avanti con i fondi dell'8 per mille e che - secondo gli inquirenti - avrebbero preso invece altre strade.

Il mutuo dirottato. I filoni di inchiesta sono due, quello sui fondi dell'8 per mille e quello sul buco in bilancio cresciuto anche per l'esposizione debitoria, poco più di 4 milioni di euro, nei confronti di due banche ( Banca Prossima del gruppo Intesa San Paolo e Unicredit). I due filoni però finiscono con l'intrecciarsi. Dei fondi del mutuo destinati alla costruzione di due chiese e alla ristrutturazione (costo 32 milioni) di quella di Pantelleria si sarebbe "perso per strada" un milione, mentre altri 130.000 sarebbero transitati dai conti della Diocesi a quello personale del vescovo che ha spiegato di aver anticipato dal suo patrimonio il pagamento della somma all'architetto Ernesto La Magna per la realizzazione di opere per la chiesa di Pantelleria.

Il prestito al prete ludopatico. Difficile poi spiegare come sia stato possibile che Mogavero (al quale comunque spettano compiti di vigilanza) non si sia mai accorto delle oltre trenta operazioni con le quali, in cinque anni, il suo economo ha "prestato" ben 225mila euro dei fondi destinati alle opere di bene a quel don Vito Caradonna che li avrebbe dilapidati ai tavoli da gioco. Per non parlare di quei singolari "prestiti" di somme a diversi zeri che dai conti della Curia viravano verso quelli di Mogavero e dell'economo poi da lui stesso rimosso.

Le spese pazze. E poi ci sono le testimonianze dei sacerdoti presenti all'assemblea nella quale il 14 maggio dell'anno scorso Mogavero presentò il bilancio in rosso del 2013. Una assemblea registrata da qualcuno dei presenti che fece giungere il file prima a "Panorama" e poi in Procura. Chiamati dai pm i sacerdoti (a cominciare dal rettore del Seminario don Francesco Fiorino) hanno confermato che in quell'occasione a Mogavero furono contestate alcune spese giudicate fuori luogo come un contributo da 35.000 euro ad una parrocchia per l'acquisto di un auto di lusso, il pagamento di consulenze per 40.000 euro o i 37.000 euro spesi per comprare un servizio di piatti con il bordo in oro per la canonica dell'ex segretario del vescovo.

Il messaggio di auto difesa. Monsignor Mogavero, che ha presentato ai pm anche una consulenza sui conti della Diocesi affidata a due esperti, per Natale ha voluto dare spiegazioni anche ai suoi fedeli. E in una lettera aperta in cui si dice "sovrastato da tante parole che nella piazza mediatica hanno detto di me ogni sorta di male", parla di una "condanna inappellabile diffusa ai quattro angoli del Paese" e promette: "Circa gli addebiti sui quali sono stato chiamato a rispondere fornirò nel più breve tempo possibile adeguata documentazione per provare l'infondatezza delle contestazioni, forte della testimonianza della mia coscienza che non posso giocarmi a cuor leggero, sapendo che al Giudice supremo non può essere nascosta la verità. Certamente a nessuno posso chiedere di credermi sulla parola - conclude Mogavero - Tuttavia chi conosce i criteri a cui ho ispirato il mio operato in questi otto anni di ministero episcopale, può dare una risposta esauriente e rassicurante agli interrogativi suscitati dalla incresciosa vicenda".

TagsArgomenti:chiesefondiiniziative benefichemazara del valloProtagonisti:Mogavero
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http://www.marsalalive.it/2017/03/30/indag...ana-ed-altri-4/

Indagati per truffa pluriaggravata il vescovo Mogavero, La Piana ed altri 4
Terremoto giudiziario alla Diocesi di Mazara. "Il reato di appropriazione indebita, invece, viene contestato perché il vescovo si sarebbe appropriato di 185 mila 600 euro..."
di Redazione 30 marzo 2017 Attualità, Giudiziaria letto 3.493 volte
mogavero_domenico
Marsala – La Diocesi di Mazara nuovamente nell’occhio del ciclone, infatti, lo scorso 17.3.2017 è stato depositato l’avviso della conclusioni delle indagini pendenti contro il Vescovo di Mazara, S.E. Domenico Mogavero, il suo predecessore, Mons. Calogero La Piana ed altri 4. Il reato contestato dal P.M. del Tribunale di Marsala titolare dell’inchiesta, dr.ssa Antonella Trainito, è quello di truffa pluriaggravata e continuata (81 cpv., 61 n. 7 e 11, 110, 640 bis cod. pen.) in concorso a vario titolo con Bartolomeo Fontana, Francesco Scarpitta, Antonino Gaudente e Gaetano Stradella.

I fatti, contestati a tutto il mese di aprile del 2012, farebbero riferimento ai lavori di costruzione del complesso parrocchiale di San Lorenzo Martire di Mazara del Vallo e ai finanziamenti pubblici connessi. Al Vescovo Mogavero inoltre viene contestato il reato di appropriazione indebita aggravata (art. 61 n. 11 e 646 cod. pen.), commesso tra il gennaio 2010 e il dicembre 2011. Stesso reato viene contestato a don Franco Geraldo Caruso, all’epoca economo con delega ad operare sui conti correnti intestati alla Diocesi vescovile di Mazara del Vallo, commesso tra il mese di maggio 2010 e febbraio 2014. A don Caruso vengono contestati anche alcuni episodi di malversazione (art. 316 bis cod. pen.) posti in essere dal 2008 all’aprile 2013. L’avviso di conclusione delle indagini prelude alla richiesta di rinvio a giudizio degli indagati o, a seconda dei casi, alla loro citazione diretta in giudizio.

“Chiederemo un interrogatorio del Vescovo per chiarire quanto oggi viene contestato dalla Procura di Marsala” lo ribadiscono gli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca che difendono il vescovo Mogavero, al quale la Procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini durate quasi due anni. Sono due le accuse mosse nei confronti del vescovo: la prima per truffa e l’altra per appropriazione indebita. “La prima vicenda – spiegano i legali – ha avuto inizio con la richiesta e l’ottenimento dei finanziamenti alla Regione Siciliana e alla Cei da parte del vescovo Calogero La Piana”. Così spiegano i due avvocati: “I fatti risalgono al 2005, allorquando la Regione Siciliana concesse il contributo di 1.363.415 euro e, nel febbraio 2007, la Diocesi ottenne il finanziamento di 1.474.000 euro da parte della Conferenza Episcopale Italiana per la realizzazione del complesso parrocchiale San Lorenzo a Mazara del Vallo. In particolare, secondo l’accusa, il vescovo La Piana prima e, successivamente, nel corso della realizzazione dell’opera il vescovo Mogavero, non avrebbero comunicato alla Cei il contemporaneo finanziamento della Regione. Ancora, secondo l’accusa, tutto ciò avrebbe determinato la sospensione, o comunque la riduzione, dell’importo finanziato. Però – dicono sempre i due avvocati – la Cei non è stata mai tratta in inganno perché, anche se fosse stata portata a conoscenza del contestualmente contributo regionale, avrebbe ugualmente concesso l’ulteriore finanziamento. Peraltro, la stessa Procura dà atto, per averlo accertato, che nessuna somma è stata oggetto di appropriazione da parte del vescovo Mogavero o degli altri indagati, dato che tutte le somme erogate, sia quelle regionali che della Cei, sono state impiegate regolarmente nella realizzazione dell’opera”. “Il reato di appropriazione indebita, invece, viene contestato perché il vescovo si sarebbe appropriato di 185 mila 600 euro, vicenda per la quale già in una prima fase sono stati prodotti documenti e relazioni a difesa – spiegano i due legali – in particolare, in relazione alla vicenda meno chiara relativa a un bonifico di 100 mila euro, del quale il vescovo contabilmente sarebbe stato il beneficiario, è stato provato, accertato e documentato tramite il codice Iban che il suddetto bonifico risulta addebitato sul conto diocesano acceso presso la Banca Prossima e accreditato regolarmente a Ernesto La Magna (artista che ha realizzato le opere sacre nella nuova chiesa madre di Pantelleria, ndr) sul conto corrente dallo stesso aperto presso la Banca Monte Paschi di Siena – e non su quello del vescovo come dice l’accusa – quale acconto per le spettanze dovute per le opere realizzate per la chiesa di Pantelleria. Si è trattato di un mero errore di redazione della scrittura contabile effettuata da altri”. Gli avvocati Pellegrino e Caleca concludono: “È risultato provato, accertato e documentato da una relazione dettagliatissima che mai il Vescovo si sia appropriato o abbia sottratto, a qualsiasi titolo, alcuna somma di denaro o di altre utilità”.

La nota dei legali del Vescovo
«Chiederemo un interrogatorio del Vescovo per chiarire quanto oggi viene contestato dalla Procura di Marsala». Lo ribadiscono gli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca che difendono il Vescovo Domenico Mogavero, al quale la Procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini durate quasi due anni. L’avviso è stato notificato ad altre sei persone. Sono due le accuse mosse nei confronti del Vescovo: la prima per truffa e l’altra per appropriazione indebita. «La prima vicenda – spiegano i legali – ha avuto inizio con la richiesta e l’ottenimento dei finanziamenti alla Regione Siciliana e alla Cei da parte del Vescovo Calogero La Piana». Così spiegano i due avvocati: «I fatti risalgono al 2005, allorquando la Regione Siciliana concesse il contributo di 1.363.415 euro e, nel febbraio 2007, la Diocesi ottenne il finanziamento di 1.474.000 euro da parte della Conferenza Episcopale Italiana per la realizzazione del complesso parrocchiale San Lorenzo a Mazara del Vallo. In particolare, secondo l’accusa, il Vescovo La Piana prima e, successivamente, nel corso della realizzazione dell’opera il Vescovo Mogavero, non avrebbero comunicato alla Cei il contemporaneo finanziamento della Regione. Ancora, secondo l’accusa, tutto ciò avrebbe determinato la sospensione, o comunque la riduzione, dell’importo finanziato. Però – dicono sempre i due avvocati – la Cei non è stata mai tratta in inganno perché, anche se fosse stata portata a conoscenza del contestualmente contributo regionale, avrebbe ugualmente concesso l’ulteriore finanziamento. Peraltro, la stessa Procura da atto, per averlo accertato, che nessuna somma è stata oggetto di appropriazione da parte del Vescovo Mogavero o degli altri indagati, dato che tutte le somme erogate, sia quelle regionali che della Cei, sono state impiegate regolarmente nella realizzazione dell’opera». «Il reato di appropriazione indebita, invece, viene contestato perché il Vescovo si sarebbe appropriato di 185 mila 600 euro, vicenda per la quale già in una prima fase sono stati prodotti documenti e relazioni a difesa – spiegano i due legali – in particolare, in relazione alla vicenda meno chiara relativa a un bonifico di 100 mila euro, del quale il Vescovo contabilmente sarebbe stato il beneficiario, è stato provato, accertato e documentato tramite il codice Iban che il suddetto bonifico risulta addebitato sul conto diocesano acceso presso la Banca Prossima e accreditato regolarmente a Ernesto La Magna (artista che ha realizzato le opere sacre nella nuova chiesa madre di Pantelleria, ndr) sul conto corrente dallo stesso aperto presso la Banca Monte Paschi di Siena – e non su quello del Vescovo come dice l’accusa – quale acconto per le spettanze dovute per le opere realizzate per la chiesa di Pantelleria. Si è trattato di un mero errore di redazione della scrittura contabile effettuata da altri». Gli avvocati Pellegrino e Caleca concludono: «È risultato provato, accertato e documentato da una relazione dettagliatissima che mai il Vescovo si sia appropriato o abbia sottratto, a qualsiasi titolo, alcuna somma di denaro o di altre utilità».
 
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"Chiesti soldi alla Regione nonostante l'8 x 1000". Per Mogavero anche appropriazione indebita

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Vescovo Mogavero

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2017/...cusa-161761810/

"Truffa sui contributi per costruire la chiesa", indagato il vescovo di Mazara del Vallo
Sotto accusa monsignor Domenico Mogavero e altri sette. L'opera era stata finanziata dalla Cei ma furono chiesti soldi pure alla Regione

di ALESSANDRA ZINITI

30 marzo 2017

"Truffa sui contributi per costruire la chiesa", indagato il vescovo di Mazara del ValloUn'opera "avveniristica" per il quartiere Trasmazzaro-Miragliano, una cattedrale nel deserto di una "zona espansione" di Mazara del Vallo priva di vere e proprie opere di urbanizzazione. Cinque anni di lavoro, tre milioni di euro tra fondi della Cei e contributi regionali, 500.000 euro dei quali sarebbero finiti altrove. Una truffa secondo i pm di Marsala che, adesso, contestano anche questo reato e l'abuso d'ufficio al vescovo Domenico Mogavero, già indagato per appropriazione indebita da più di un anno per presunti ammanchi milionari e per un utilizzo improprio dei fondi dell'8 per mille andati alla Curia.

La nuova ipotesi di reato, contestata anche al predecessore di Mogavero, monsignor Calogero La Piana, vescovo di Mazara dal 2002 al 2006 prima di essere spostato a Messina, all'architetto Francesco Scarpitta e all'ingegnere Bartolomeo Fontana che hanno curato il progetto e la realizzazione della chiesa, è contenuta nell'avviso di conclusione delle indagini che è stato notificato a tutti gli indagati a firma del sostituto procuratore Antonella Trainito. "Non ho nulla da dire, sto cercando di capire, di valutare elementi di carattere tecnico contenuti in questo provvedimento della magistratura che è appena arrivato", si limita a dire monsignor Mogavero che, assistito dagli avvocati Nino Caleca e Stefano Pellegrino, nei prossimi giorni chiederà di essere interrogato dalla pm Trainito. Otto in tutto gli indagati e tra questi anche l'ex economo della Curia don Franco Caruso, Antonino Gaudente e Gaetano Stradella, titolari delle ditte incaricate della realizzazione della chiesa.
Costruita su un terreno acquistato dalla diocesi negli anni Novanta quando era vescovo monsignor Emanuele Catarinicchia, il contributo alla Cei fu chiesto da monsignor La Piana e la parrocchia di San Lorenzo fu costruita dal 2007 al 2011 e inaugurata da monsignor Mogavero nel 2012.

La truffa sarebbe consistita nel richiedere alla Regione siciliana il contributo per la realizzazione dell'opera che era già stata finanziata dalla Cei con quasi un milione e mezzo di euro dell'8 per mille. A Monsignor Mogavero, i pm contestano di aver firmato falsi contratti, falsi stati di avanzamento dei lavori e di consegna dell'opera.Per altro, per la realizzazione di quella e altre due chiese, la diocesi ha contratto un mutuo da quattro milioni di euro con Banca Prossima del gruppo Intesa San Paolo e Unicredit. I conti però non tornano. Dagli accertamenti di bilancio fatti dagli investigatori che ormai da tre anni cercano di fare chiarezza sul grosso buco in bilancio della diocesi che monsignor Mogavero ha sempre ammesso pur sostenendo di essere all'oscuro dei movimenti che lo avrebbero provocato, sarebbe emerso il nuovo reato di truffa perché sarebbero stati impiegati per la stessa opera contributi sia regionali che europei. Né si è mai trovata traccia del milione di euro scomparso dal fondo del mutuo.

L'avviso di conclusione delle indagini riunisce tutti gli episodi contestati alla gestione economica del vescovo di Mazara, a cominciare da 570.000 euro di fondi dell'8 per mille che sarebbero stati destinati ad altro e non ad iniziative benefiche come prevede la legge. Gli investigatori della Finanza hanno cercato di districarsi tra i tanti conti correnti, tra cui una sorta di conto segreto (di cui monsignor Mogavero ha sempre detto di essere all'oscuro) tutti riconducibili alla Curia che hanno movimentato centinaia di migliaia di euro dei fondi della Diocesi da e per conti privati. Tutte operazioni che sarebbero state effettuate sotto l'egida dell'ex economo don Franco Caruso accusato di malversazione che, sentito dagli inquirenti, sostiene invece che Mogavero fosse a conoscenza di tutto.

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Indagati per truffa pluriaggravata il vescovo Mogavero, La Piana ed altri 4
Terremoto giudiziario alla Diocesi di Mazara. "Il reato di appropriazione indebita, invece, viene contestato perché il vescovo si sarebbe appropriato di 185 mila 600 euro..."
di Redazione 30 marzo 2017 Attualità, Giudiziaria letto 3.493 volte
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Marsala – La Diocesi di Mazara nuovamente nell’occhio del ciclone, infatti, lo scorso 17.3.2017 è stato depositato l’avviso della conclusioni delle indagini pendenti contro il Vescovo di Mazara, S.E. Domenico Mogavero, il suo predecessore, Mons. Calogero La Piana ed altri 4. Il reato contestato dal P.M. del Tribunale di Marsala titolare dell’inchiesta, dr.ssa Antonella Trainito, è quello di truffa pluriaggravata e continuata (81 cpv., 61 n. 7 e 11, 110, 640 bis cod. pen.) in concorso a vario titolo con Bartolomeo Fontana, Francesco Scarpitta, Antonino Gaudente e Gaetano Stradella.

I fatti, contestati a tutto il mese di aprile del 2012, farebbero riferimento ai lavori di costruzione del complesso parrocchiale di San Lorenzo Martire di Mazara del Vallo e ai finanziamenti pubblici connessi. Al Vescovo Mogavero inoltre viene contestato il reato di appropriazione indebita aggravata (art. 61 n. 11 e 646 cod. pen.), commesso tra il gennaio 2010 e il dicembre 2011. Stesso reato viene contestato a don Franco Geraldo Caruso, all’epoca economo con delega ad operare sui conti correnti intestati alla Diocesi vescovile di Mazara del Vallo, commesso tra il mese di maggio 2010 e febbraio 2014. A don Caruso vengono contestati anche alcuni episodi di malversazione (art. 316 bis cod. pen.) posti in essere dal 2008 all’aprile 2013. L’avviso di conclusione delle indagini prelude alla richiesta di rinvio a giudizio degli indagati o, a seconda dei casi, alla loro citazione diretta in giudizio.

“Chiederemo un interrogatorio del Vescovo per chiarire quanto oggi viene contestato dalla Procura di Marsala” lo ribadiscono gli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca che difendono il vescovo Mogavero, al quale la Procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini durate quasi due anni. Sono due le accuse mosse nei confronti del vescovo: la prima per truffa e l’altra per appropriazione indebita. “La prima vicenda – spiegano i legali – ha avuto inizio con la richiesta e l’ottenimento dei finanziamenti alla Regione Siciliana e alla Cei da parte del vescovo Calogero La Piana”. Così spiegano i due avvocati: “I fatti risalgono al 2005, allorquando la Regione Siciliana concesse il contributo di 1.363.415 euro e, nel febbraio 2007, la Diocesi ottenne il finanziamento di 1.474.000 euro da parte della Conferenza Episcopale Italiana per la realizzazione del complesso parrocchiale San Lorenzo a Mazara del Vallo. In particolare, secondo l’accusa, il vescovo La Piana prima e, successivamente, nel corso della realizzazione dell’opera il vescovo Mogavero, non avrebbero comunicato alla Cei il contemporaneo finanziamento della Regione. Ancora, secondo l’accusa, tutto ciò avrebbe determinato la sospensione, o comunque la riduzione, dell’importo finanziato. Però – dicono sempre i due avvocati – la Cei non è stata mai tratta in inganno perché, anche se fosse stata portata a conoscenza del contestualmente contributo regionale, avrebbe ugualmente concesso l’ulteriore finanziamento. Peraltro, la stessa Procura dà atto, per averlo accertato, che nessuna somma è stata oggetto di appropriazione da parte del vescovo Mogavero o degli altri indagati, dato che tutte le somme erogate, sia quelle regionali che della Cei, sono state impiegate regolarmente nella realizzazione dell’opera”. “Il reato di appropriazione indebita, invece, viene contestato perché il vescovo si sarebbe appropriato di 185 mila 600 euro, vicenda per la quale già in una prima fase sono stati prodotti documenti e relazioni a difesa – spiegano i due legali – in particolare, in relazione alla vicenda meno chiara relativa a un bonifico di 100 mila euro, del quale il vescovo contabilmente sarebbe stato il beneficiario, è stato provato, accertato e documentato tramite il codice Iban che il suddetto bonifico risulta addebitato sul conto diocesano acceso presso la Banca Prossima e accreditato regolarmente a Ernesto La Magna (artista che ha realizzato le opere sacre nella nuova chiesa madre di Pantelleria, ndr) sul conto corrente dallo stesso aperto presso la Banca Monte Paschi di Siena – e non su quello del vescovo come dice l’accusa – quale acconto per le spettanze dovute per le opere realizzate per la chiesa di Pantelleria. Si è trattato di un mero errore di redazione della scrittura contabile effettuata da altri”. Gli avvocati Pellegrino e Caleca concludono: “È risultato provato, accertato e documentato da una relazione dettagliatissima che mai il Vescovo si sia appropriato o abbia sottratto, a qualsiasi titolo, alcuna somma di denaro o di altre utilità”.

La nota dei legali del Vescovo
«Chiederemo un interrogatorio del Vescovo per chiarire quanto oggi viene contestato dalla Procura di Marsala». Lo ribadiscono gli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca che difendono il Vescovo Domenico Mogavero, al quale la Procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini durate quasi due anni. L’avviso è stato notificato ad altre sei persone. Sono due le accuse mosse nei confronti del Vescovo: la prima per truffa e l’altra per appropriazione indebita. «La prima vicenda – spiegano i legali – ha avuto inizio con la richiesta e l’ottenimento dei finanziamenti alla Regione Siciliana e alla Cei da parte del Vescovo Calogero La Piana». Così spiegano i due avvocati: «I fatti risalgono al 2005, allorquando la Regione Siciliana concesse il contributo di 1.363.415 euro e, nel febbraio 2007, la Diocesi ottenne il finanziamento di 1.474.000 euro da parte della Conferenza Episcopale Italiana per la realizzazione del complesso parrocchiale San Lorenzo a Mazara del Vallo. In particolare, secondo l’accusa, il Vescovo La Piana prima e, successivamente, nel corso della realizzazione dell’opera il Vescovo Mogavero, non avrebbero comunicato alla Cei il contemporaneo finanziamento della Regione. Ancora, secondo l’accusa, tutto ciò avrebbe determinato la sospensione, o comunque la riduzione, dell’importo finanziato. Però – dicono sempre i due avvocati – la Cei non è stata mai tratta in inganno perché, anche se fosse stata portata a conoscenza del contestualmente contributo regionale, avrebbe ugualmente concesso l’ulteriore finanziamento. Peraltro, la stessa Procura da atto, per averlo accertato, che nessuna somma è stata oggetto di appropriazione da parte del Vescovo Mogavero o degli altri indagati, dato che tutte le somme erogate, sia quelle regionali che della Cei, sono state impiegate regolarmente nella realizzazione dell’opera». «Il reato di appropriazione indebita, invece, viene contestato perché il Vescovo si sarebbe appropriato di 185 mila 600 euro, vicenda per la quale già in una prima fase sono stati prodotti documenti e relazioni a difesa – spiegano i due legali – in particolare, in relazione alla vicenda meno chiara relativa a un bonifico di 100 mila euro, del quale il Vescovo contabilmente sarebbe stato il beneficiario, è stato provato, accertato e documentato tramite il codice Iban che il suddetto bonifico risulta addebitato sul conto diocesano acceso presso la Banca Prossima e accreditato regolarmente a Ernesto La Magna (artista che ha realizzato le opere sacre nella nuova chiesa madre di Pantelleria, ndr) sul conto corrente dallo stesso aperto presso la Banca Monte Paschi di Siena – e non su quello del Vescovo come dice l’accusa – quale acconto per le spettanze dovute per le opere realizzate per la chiesa di Pantelleria. Si è trattato di un mero errore di redazione della scrittura contabile effettuata da altri». Gli avvocati Pellegrino e Caleca concludono: «È risultato provato, accertato e documentato da una relazione dettagliatissima che mai il Vescovo si sia appropriato o abbia sottratto, a qualsiasi titolo, alcuna somma di denaro o di altre utilità».
 
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Dio uno e quattrino. "Mons. Mogavero e La Piana chiesero doppi finanziamenti per costruire chiesa".

Truffa, appropriazione indebita, falso. Interrogati in Procura 2 vescovi di Mazara (TP)
681da113332c2e9e64d17b629f69cd8b
mons. Mogavero

www.tp24.it/2017/05/30/cronaca/inda...ro-piana/110101

30/05/2017 07:48:00
Indagine per truffa alla Diocesi. Il 15 giugno in Procura i vescovi Mogavero e La Piana www.tp24.it/immagini_articoli/30-05...avero-piana.jpg
Domenico Mogavero, vescovo di Mazara, e Calogero La Piana, che lo ha preceduto nella stessa carica, saranno ascoltati, su loro richiesta, il prossimo 15 giugno, in Procura, a Marsala, nell’ambito del procedimento che li vede indagati per truffa in concorso con altri nell’ambito dei finanziamenti chiesti alla Cei e alla Regione per la realizzazione del complesso parrocchiale di San Lorenzo, nel quartiere Transmazaro-Miragliano. I due alti prelati sono indagati, con altri (alcuni tecnici e un imprenditore edile) per truffa nell’ambito dei finanziamenti richiesti alla Conferenza Episcopale Italiana (una sorta di Parlamento dei vescovi) e alla Regione per la realizzazione del complesso parrocchiale di San Lorenzo martire.

Al sostituto procuratore Antonella Trainito, che ha coordinato l’indagine svolta dai militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Trapani, diretti dal colonnello Pasquale Pilerci e dal tenente colonnello Michele Ciarla, dovranno spiegare tante cose. Le contestazioni formulate nell’avviso conclusioni indagini preliminari notificato loro a fine marzo sono, infatti, abbastanza pesanti.

A Mogavero e a La Piana – come pure a Bartolomeo Fontana, progettista e direttore dei lavori, a Francesco Scarpitta, progettista, ad Antonino Gaudente, titolare dell’impresa che si aggiudicò l’appalto, e a Gaetano Stradella, responsabile del procedimento relativo al bando di gara mediante licitazione privata – si contesta, ciascuno per la propria parte, che “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso e in tempi diversi, avanzando alla C.E.I. richiesta di contributo pari a 1.474.000 euro, corrispondente al 75% del valore dell’intera opera, con artifici e raggiri consistiti nel celare di avere già ottenuto dalla Regione Sicilia un finanziamento che comprendeva anche parte delle medesime opere oggetto della succitata richiesta, nonché nella predisposizione e produzione alla C.E.I. di falsa documentazione, inducendo in errore tale ente circa il diritto ad ottenere il contributo nell’ammontare richiesto, si procuravano un ingiusto profitto di euro 500.000,00 circa, pari al contributo artatamente ottenuto per l’opera già finanziata dalla Regione”.

Il 19 luglio 2006, La Piana sottoscriveva il piano finanziario preventivo e il quadro economico, inviandoli, con altre carte, al Servizio nazionale per l’Edilizia di Culto, “omettendo di comunicare – si legge ancora nell’atto d’accusa – che era stato concesso dalla Regione un finanziamento di 1.363.415,00 euro, destinato alla costruzione di parte delle opere”. Queste, invece, le contestazioni mosse al vescovo Mogavero. “Dopo che il 27 luglio 2007 – si legge nell’avviso conclusione indagini preliminari - era stata bandita la gara di appalto relativa ai lavori di costruzione della sola ‘Chiesa San Lorenzo’, dell’importo di euro 1.173.067,37, aggiudicato alla ditta Gaudente Antonino per l’importo di euro 1.069.984, il 26 settembre 2007 sottoscriveva il falso contratto di appalto ‘Lavori di costruzione del Complesso parrocchiale di San Lorenzo’ apparentemente concluso tra la Diocesi e la ditta Gaudente, avente ad oggetto l’appalto dell’intero Complesso parrocchiale San Lorenzo dell’importo complessivo base d’asta di euro 2.170.280, 91 (oltre iva)”. A Mogavero, difeso dagli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca, la Procura contesta anche un “falso verbale di consegna dei lavori”, falsi stati di avanzamento lavori e di regolare esecuzione, nonché l’omessa comunicazione al delegato regionale per l’Edilizia di Culto che parte delle opere del complesso parrocchiale erano state finanziate dalla Regione e realizzate da un’altra impresa edile. E cioè la Candela Nicolò srl. Un altro filone d’indagine, sempre nell’ambito dello stesso procedimento, vede don Franco Caruso, ex economo della Diocesi di Mazara del Vallo, poi parroco a Santa Ninfa, accusato di appropriazione indebita e malversazione. Di appropriazione indebita (per circa 185 mila euro) è accusato anche il vescovo Mogavero.

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Indagati per truffa pluriaggravata il vescovo Mogavero, La Piana ed altri 4
Terremoto giudiziario alla Diocesi di Mazara. "Il reato di appropriazione indebita, invece, viene contestato perché il vescovo si sarebbe appropriato di 185 mila 600 euro..."
di Redazione 30 marzo 2017 Attualità, Giudiziaria letto 18.128 volte
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Marsala – La Diocesi di Mazara nuovamente nell’occhio del ciclone, infatti, lo scorso 17.3.2017 è stato depositato l’avviso della conclusioni delle indagini pendenti contro il Vescovo di Mazara, S.E. Domenico Mogavero, il suo predecessore, Mons. Calogero La Piana ed altri 4. Il reato contestato dal P.M. del Tribunale di Marsala titolare dell’inchiesta, dr.ssa Antonella Trainito, è quello di truffa pluriaggravata e continuata (81 cpv., 61 n. 7 e 11, 110, 640 bis cod. pen.) in concorso a vario titolo con Bartolomeo Fontana, Francesco Scarpitta, Antonino Gaudente e Gaetano Stradella.

I fatti, contestati a tutto il mese di aprile del 2012, farebbero riferimento ai lavori di costruzione del complesso parrocchiale di San Lorenzo Martire di Mazara del Vallo e ai finanziamenti pubblici connessi. Al Vescovo Mogavero inoltre viene contestato il reato di appropriazione indebita aggravata (art. 61 n. 11 e 646 cod. pen.), commesso tra il gennaio 2010 e il dicembre 2011. Stesso reato viene contestato a don Franco Geraldo Caruso, all’epoca economo con delega ad operare sui conti correnti intestati alla Diocesi vescovile di Mazara del Vallo, commesso tra il mese di maggio 2010 e febbraio 2014. A don Caruso vengono contestati anche alcuni episodi di malversazione (art. 316 bis cod. pen.) posti in essere dal 2008 all’aprile 2013. L’avviso di conclusione delle indagini prelude alla richiesta di rinvio a giudizio degli indagati o, a seconda dei casi, alla loro citazione diretta in giudizio.

“Chiederemo un interrogatorio del Vescovo per chiarire quanto oggi viene contestato dalla Procura di Marsala” lo ribadiscono gli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca che difendono il vescovo Mogavero, al quale la Procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini durate quasi due anni. Sono due le accuse mosse nei confronti del vescovo: la prima per truffa e l’altra per appropriazione indebita. “La prima vicenda – spiegano i legali – ha avuto inizio con la richiesta e l’ottenimento dei finanziamenti alla Regione Siciliana e alla Cei da parte del vescovo Calogero La Piana”. Così spiegano i due avvocati: “I fatti risalgono al 2005, allorquando la Regione Siciliana concesse il contributo di 1.363.415 euro e, nel febbraio 2007, la Diocesi ottenne il finanziamento di 1.474.000 euro da parte della Conferenza Episcopale Italiana per la realizzazione del complesso parrocchiale San Lorenzo a Mazara del Vallo. In particolare, secondo l’accusa, il vescovo La Piana prima e, successivamente, nel corso della realizzazione dell’opera il vescovo Mogavero, non avrebbero comunicato alla Cei il contemporaneo finanziamento della Regione. Ancora, secondo l’accusa, tutto ciò avrebbe determinato la sospensione, o comunque la riduzione, dell’importo finanziato. Però – dicono sempre i due avvocati – la Cei non è stata mai tratta in inganno perché, anche se fosse stata portata a conoscenza del contestualmente contributo regionale, avrebbe ugualmente concesso l’ulteriore finanziamento. Peraltro, la stessa Procura dà atto, per averlo accertato, che nessuna somma è stata oggetto di appropriazione da parte del vescovo Mogavero o degli altri indagati, dato che tutte le somme erogate, sia quelle regionali che della Cei, sono state impiegate regolarmente nella realizzazione dell’opera”. “Il reato di appropriazione indebita, invece, viene contestato perché il vescovo si sarebbe appropriato di 185 mila 600 euro, vicenda per la quale già in una prima fase sono stati prodotti documenti e relazioni a difesa – spiegano i due legali – in particolare, in relazione alla vicenda meno chiara relativa a un bonifico di 100 mila euro, del quale il vescovo contabilmente sarebbe stato il beneficiario, è stato provato, accertato e documentato tramite il codice Iban che il suddetto bonifico risulta addebitato sul conto diocesano acceso presso la Banca Prossima e accreditato regolarmente a Ernesto La Magna (artista che ha realizzato le opere sacre nella nuova chiesa madre di Pantelleria, ndr) sul conto corrente dallo stesso aperto presso la Banca Monte Paschi di Siena – e non su quello del vescovo come dice l’accusa – quale acconto per le spettanze dovute per le opere realizzate per la chiesa di Pantelleria. Si è trattato di un mero errore di redazione della scrittura contabile effettuata da altri”. Gli avvocati Pellegrino e Caleca concludono: “È risultato provato, accertato e documentato da una relazione dettagliatissima che mai il Vescovo si sia appropriato o abbia sottratto, a qualsiasi titolo, alcuna somma di denaro o di altre utilità”.

La nota dei legali del Vescovo
«Chiederemo un interrogatorio del Vescovo per chiarire quanto oggi viene contestato dalla Procura di Marsala». Lo ribadiscono gli avvocati Stefano Pellegrino e Nino Caleca che difendono il Vescovo Domenico Mogavero, al quale la Procura ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini durate quasi due anni. L’avviso è stato notificato ad altre sei persone. Sono due le accuse mosse nei confronti del Vescovo: la prima per truffa e l’altra per appropriazione indebita. «La prima vicenda – spiegano i legali – ha avuto inizio con la richiesta e l’ottenimento dei finanziamenti alla Regione Siciliana e alla Cei da parte del Vescovo Calogero La Piana». Così spiegano i due avvocati: «I fatti risalgono al 2005, allorquando la Regione Siciliana concesse il contributo di 1.363.415 euro e, nel febbraio 2007, la Diocesi ottenne il finanziamento di 1.474.000 euro da parte della Conferenza Episcopale Italiana per la realizzazione del complesso parrocchiale San Lorenzo a Mazara del Vallo. In particolare, secondo l’accusa, il Vescovo La Piana prima e, successivamente, nel corso della realizzazione dell’opera il Vescovo Mogavero, non avrebbero comunicato alla Cei il contemporaneo finanziamento della Regione. Ancora, secondo l’accusa, tutto ciò avrebbe determinato la sospensione, o comunque la riduzione, dell’importo finanziato. Però – dicono sempre i due avvocati – la Cei non è stata mai tratta in inganno perché, anche se fosse stata portata a conoscenza del contestualmente contributo regionale, avrebbe ugualmente concesso l’ulteriore finanziamento. Peraltro, la stessa Procura da atto, per averlo accertato, che nessuna somma è stata oggetto di appropriazione da parte del Vescovo Mogavero o degli altri indagati, dato che tutte le somme erogate, sia quelle regionali che della Cei, sono state impiegate regolarmente nella realizzazione dell’opera». «Il reato di appropriazione indebita, invece, viene contestato perché il Vescovo si sarebbe appropriato di 185 mila 600 euro, vicenda per la quale già in una prima fase sono stati prodotti documenti e relazioni a difesa – spiegano i due legali – in particolare, in relazione alla vicenda meno chiara relativa a un bonifico di 100 mila euro, del quale il Vescovo contabilmente sarebbe stato il beneficiario, è stato provato, accertato e documentato tramite il codice Iban che il suddetto bonifico risulta addebitato sul conto diocesano acceso presso la Banca Prossima e accreditato regolarmente a Ernesto La Magna (artista che ha realizzato le opere sacre nella nuova chiesa madre di Pantelleria, ndr) sul conto corrente dallo stesso aperto presso la Banca Monte Paschi di Siena – e non su quello del Vescovo come dice l’accusa – quale acconto per le spettanze dovute per le opere realizzate per la chiesa di Pantelleria. Si è trattato di un mero errore di redazione della scrittura contabile effettuata da altri». Gli avvocati Pellegrino e Caleca concludono: «È risultato provato, accertato e documentato da una relazione dettagliatissima che mai il Vescovo si sia appropriato o abbia sottratto, a qualsiasi titolo, alcuna somma di denaro o di altre utilità».
 
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Trapani, la presunta truffa sulla chiesa di Mazara: archiviazione per il vescovo MogaveroTrapani, la presunta truffa sulla chiesa di Mazara: archiviazione per il vescovo Mogavero
Accolta la richiesta del sostituto procuratore Antonella Trainito

di FRANCESCO PATANE'
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12 gennaio 2018
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Il gip del tribunale di Marsala ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Antonella Trainito di archiviare la posizione del vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, indagato nel marzo dello scorso anno per truffa. La vicenda riguarda la gestione dei finanziamenti per la realizzazione della chiesa “avveniristica” del quartiere Trasmazzaro-Miragliano a Mazara, ribattezzata “una cattedrale nel deserto” in una zona “di espansione” senza ancora opere di urbanizzazione.

Cinque anni di lavoro, tre milioni di euro tra fondi della Cei e contributi regionali, 500.000 euro dei quali sarebbero finiti altrove. Ma per la Procura in questa presunta truffa non ci sono responsabilità di Mogavero (difeso dagli avvocati palermitani Nino Caleca e Stefano Pellegrino). Anche per l’altro reato inizialmente ipotizzato (l'avviso di garanzia è del dicembre 2015), l’appropriazione indebita per presunti ammanchi milionari e per un utilizzo improprio dei fondi dell'8 per mille andati alla Curia, la procura ha presentato decreto di archiviazione e il gip deciderà probabilmente già domani.

Nell’indagine della guardia di finanza ci sono altri sette indagati: il predecessore di Mogavero, monsignor Calogero La Piana, vescovo di Mazara dal 2002 al 2006 prima di essere spostato a Messina, l'architetto Francesco Scarpitta e l'ingegnere Bartolomeo Fontana che hanno curato il progetto e la realizzazione della chiesa, l'ex economo della Curia don Franco Caruso, Antonino Gaudente e Gaetano Stradella, titolari delle ditte incaricate della realizzazione della chiesa.

Costruita su un terreno acquistato dalla diocesi negli anni Novanta quando era vescovo monsignor Emanuele Catarinicchia, il contributo alla Cei fu chiesto da monsignor La Piana. La parrocchia di San Lorenzo fu costruita dal 2007 al 2011 e inaugurata da monsignor Mogavero nel 2012.

La truffa sarebbe consistita nel richiedere alla Regione siciliana il contributo per la realizzazione dell'opera che era già stata finanziata dalla Cei con quasi un milione e mezzo di euro dell'8 per mille. Mentre l’appropriazione indebita su cui la posizione di Mogavero è stata archiviata si riferiva al buco nei conti della Curia di oltre un milione di euro.

Monsignor Mogavero nel 2011, appena arrivato a Mazara del Vallo proprio per sanare il dissesto finanziario della Curia, fu protagonista di un attacco pesantissimo contro l’allora premier Silvio Berlusconi in un intervista a Famiglia Cristiana in cui dichiarò: “Berlusconi deve dimettersi punto e basta. Sarebbe la prima volta che fa qualcosa che giova al paese". Per il presule, non nuovo a prese di posizione nette nei confronti del governo di centro destra, toccava ai vescovi, in qualità di cittadini italiani, “chiedere a un presidente del consiglio di fare un passo indietro. Purtroppo la Cei e il cardinale Bertone non possono farlo”.

Autore di un libro-intervista, "La chiesa che non tace", disse: “Delle inchieste ho perso il conto, come tutti, ma ciò che avverto è l'assoluta mancanza di strategia per occupazione e famiglie. Pagano sempre i poveri, mentre chi evade il fisco, chi porta capitali all'estero è premiato". Un commento che quattro anni dopo a fine 2015 gli procurò non poco imbarazzo quando ricevette il primo dei due avvisi di garanzia, oggi archiviati dal tribunale di Marsala.
 
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