Laici Libertari Anticlericali Forum

Diocesi di Sorrento e Ischia. Parrocchiani e Comune difendono diritto di patronato, Privilegio popolare medievale di 21 parrocchie (15 in Italia) schiacciato dalla diocesi che fa orecchie da mercante

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view post Posted on 20/8/2017, 17:47

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http://www.ilmattino.it/pay/edicola/napoli...ci-2625045.html

«Noi al voto per scegliere il parroco» Fedeli in fermento, il vescovo li gela

di Ciriaco M. Viggiano
SANT’AGNELLO. Non esclude l’elezione diretta dei parroci, secondo una prerogativa che il codice di diritto canonico riconosce a sole 21 comunità ecclesiali nel mondo di cui sette in penisola sorrentina. Eppure, secondo monsignor Francesco Alfano, il diritto di patronato fa riferimento a «privilegi che mal si collocano in un contesto ecclesiale di comunione e di partecipazione». L’arcivescovo della diocesi di Sorrento-Castellammare rompe così il silenzio e risponde a quanti lo accusano di voler...
 
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view post Posted on 31/8/2017, 14:57

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http://www.positanonews.it/articolo/320215...-vaticano-video

Sant’Agnello. Sì al giuspatronato. I fedeli chiedono le elezioni dei parroci. Parte il ricorso al Vaticano VIDEO
di vanacore - 30 agosto 20170
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Sotto video . Quest’oggi, 30 agosto 2017, i fedeli di Sant’Agnello si sono riuniti preso la Società Operaia del Mutuo Soccorso per rivendicare un loro antico diritto, lo Jus Patronatus. Ricordiamo che don Natale Pane, per motivi di salute, poco tempo fa si è dimesso da parroco della parrocchia dei Santi Prisco e Agnello di cui era il responsabile dal 1998. Ed era l’ultimo parroco eletto, prima di lui anche i parroci di Piano di Sorrento e Meta alle loro dimissioni non si è provveduto a un diritto che l’Arcivescovo di Sorrento Castellammare di Stabia Monsignor Alfano ha definito “anacronistico”, ma i cittadini della penisola sorrentina non la pensano così, e da Sant’Agnello, dopo l’iniziativa di Rosario Salerno, parte il ricorso amministrativo gerarchico, quindi la faccenda arriva in Vaticano. “E’ stato fatto un Ricorso gerarchico – dice Rosario Salerno -, che abbiamo consegnato nelle mani dell’Avv. Domenico Balsamo esperto di diritto canonico oltre alle firme che già abbiamo raccolto per un diritto uno “ius” che rivendicano i nostri avi, non si può cancellare la storia, in altri posti come in Germania questo diritto permane e non è anacronistico”
Lo giuspatronato, antico privilegio che risale al 1200, pare non venga più esercitato in tutte le comunità. La solerte Wikipedia ci informa che con “Diritto di patronato” s’intende in generale il rapporto giuridico fra una comunità ecclesiale (parrocchia, chiesa o convento) ed il proprio Patrono o protettore. A seconda dell’organizzazione giuridica, un patronato può essere attribuito ad una persona (uomo o donna) che si assume una certa responsabilità nei confronti di una chiesa (o convento), sia sotto forma di pagamento di un regolare contributo o di obbligo di incaricarsi della sua costruzione”.
In penisola il privilegio è concesso a sette parrocchie in penisola sorrentina: quella di Santa Maria del Lauro a Meta; quelle di San Michele Arcangelo, di Trinità e di Mortora a Piano di Sorrento; quelle di Trasaella e dei Santi Prisco e Agnello a Sant’Agnello; quella di Casarlano a Sorrento.
Uno degli ultimi parroci ad essere stato eletto è stato Don Arturo Aiello (ora Vescovo di Avellino) nella parrocchia di San Michele Arcangelo a Piano di Sorrento; la nomina avvenne attraverso il voto dei fedeli, in base al cosiddetto “diritto di patronato”.
In passato il diritto al voto era limitato per censo fra i nominativi designati dal Capitolo della Basilica di San Giovanni in Laterano di Roma, poi era l’amministratore a suggerire i nomi, successivamente tali nominativi passarono all’arcivescovo di Castellammare di Stabia–Sorrento.
Quella per il giuspatronato è una battaglia che conduco da oltre un decennio, da quando cioè don Arturo ha lasciato la Parrocchia. Il diritto di eleggere il Parroco è sancito dal diritto canonico (canone 523: “Fermo restando il disposto del can. 682, §1, la provvisione dell’ufficio di parroco spetta al Vescovo diocesano; essa avviene mediante libero conferimento, a meno che qualcuno non abbia il diritto di presentazione o di elezione”). La rivendicazione di questo diritto è anche un rispetto per la nostra Storia. Foto e video Luigi Russo
 
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https://www.pressreader.com/italy/il-matti...282471413998784

La nomina del prete
Il Mattino (Caserta)31 Aug 2017Ciriaco M. Viggiano

L’appello alla pacatezza, che l’arcivescovo aveva lanciato dieci giorni fa attraverso le pagine de «Il Mattino», sembra destinato a infrangersi contro la determinazione del movimento per la difesa del diritto di patronato. Che, infatti, ha già avviato la procedura per ottenere l’annullamento della nomina di don Francesco Iaccarino alla guida della parrocchia dei Santi Prisco e Agnello, una delle 21 al mondo e delle sette in penisola sorrentina dove i fedeli con- servano il diritto di eleggere la propria guida spirituale a suffragio universale e diretto. «Abbiamo già illustrato le nostre ragioni all’arcivescovo», annuncia Rosario Salerno, firmatario della lettera con cui alcuni fedeli hanno chiesto la revoca della nomina di don Iaccarino e l’indizione delle elezioni: uno step indispensabile per evitare che, decorsi i termini, l’atto firmato da monsignor Alfano si cristallizzasse fino a diventare inattaccabile. Quelle righe, a breve, potrebbero segnare l’inizio di un contenzioso con pochi precedenti nella storia. «Se l’arcivescovo non dovesse accogliere il nostro invito entro il 16 settembre, ci rivolgeremo alla Curia romana: il ricorso è già pronto», aggiunge Salerno che non esita a citare Papa Francesco per corroborare le proprie tesi: «Bergoglio invita il clero a non alzare muri, ma a costruire ponti. Nominando un amministratore e negando le elezioni ai fedeli, monsignor Alfano ha fatto il contrario. Noi non veniamo con mazze e pietre, ma siamo pronti a utilizzare gli strumenti che il diritto canonico ci offre». La manifestazione ospitata ieri nella sede della Società operaia offre al movimento la possibilità di rispondere alle recenti affermazioni dell’arcivescovo, secondo il quale l’elezione dei parroci da parte dei fedeli «mal si colloca in un contesto ecclesiale di comunione e di partecipazione». «Il diritto di patronato è ancora in vigore – sottolinea Raffaele Di Palma – È sopravvissuto alla riforma del Codice promossa da Papa Wojtyla. Senza dimenticare che, nella Chiesa cattolica, è prevista l’elezione anche di altre figure. E questo non lo si può ignorare». La battaglia per le urne potrebbe presto coinvolgere altre comunità ecclesiali della Costiera alla guida delle quali l’arcivescovo ha nominato amministratori anziché lasciare ai fedeli la possibilità di scelta. «Rispettiamo monsignor Alfano – conclude Di Palma – ma non faremo sconti: lottiamo in difesa di un diritto che i nostri avi si sono assicurati col sudore della fronte, costruendo e mantenendo a proprie spese le chiese dove oggi ci riuniamo per pregare».
 
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view post Posted on 28/9/2017, 11:45

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http://www.sorrentopress.it/nomina-del-par...rso-dei-fedeli/

Nomina del parroco di Sant’Agnello, ricorso dei fedeli

Pubblicato il 28 settembre 2017 by Max in Sant'Agnello
chiesa-sant'agnello
SANT’AGNELLO. Fedeli in rivolta contro l’arcivescovo Francesco Alfano che, dopo le dimissioni di don Natale Pane, anziché indire le elezioni tra i parrocchiani come vorrebbe il diritto di patronato che la principale chiesa di Sant’Agnello vanta da circa 8 secoli, ha scelto autonomamente un sacerdote per la successione con la qualifica di amministratore parrocchiale. Decisione, quella della nomina di don Francesco Iaccarino a parroco della chiesa dei Santi Prisco ed Agnello, in merito alla quale è già partito il ricorso.

Adesso dovrà essere la Congregazione per il clero a risolvere la querelle. Si tratta dell’istituzione alla quale i fedeli chiedono la revoca o l’annullamento del provvedimento firmato dall’arcivescovo. In pratica un ricorso gerarchico presentato a quella che è l’articolazione della Curia romana che si occupa di tutto ciò che riguarda presbiteri, diaconi, comunità e ordini religiosi. Saranno ora i membri della Congregazione, diretta dal cardinale Beniamino Stella, a decidere se la nomina di don Francesco Iaccarino sia legittima o meno. Nel ricorso, stilato dall’avvocato Domenico Balsamo, i fedeli ribadiscono che ritengono “l’arbitraria decisione assunta dall’arcivescovo di Sorrento contraria al diritto di patronato riconosciuto dalla Santa Sede”.

Quella di Sant’Agnello è una delle 21 parrocchie al mondo, di cui sette in penisola sorrentina, alle quali è attribuito il privilegio di individuare la propria guida spirituale a suffragio universale e diretto. Un istituto introdotto da papa Alessandro III nel 1200 a favore dei nobili che restauravano a proprie spese chiese e conventi e successivamente esteso alle comunità che provvedevano direttamente alla costruzione ed alla manutenzione dei luoghi di culto, In sostanza il diritto nasceva da un antico accordo tra Curia e fedeli.

Un patto che risale al 1822, quando un editto di re Ferdinando invitò i patroni a pagare il dovuto per il mantenimento del clero. Le sette parrocchie della penisola sorrentina si opposero ed a quel punto i vertici della Chiesa locale intervennero per evitare che i fedeli perdessero la facoltà di eleggere il parroco vincolando le rendite delle comunità all’integrazione delle doti, così come imposto dal sovrano. Presso l’archivio della Curia sorrentina sono conservati gli atti notarili con cui fu sancito l’accordo.

“Quelle rendite – è scritto nel ricorso – vincolate alle necessità delle parrocchie esistono e ancora producono reddito, sicché il diritto di patronato resta e non può essere revocato se non sulla base di un preventivo accordo con i fedeli. Non si comprende per quale motivo un’intera comunità, dopo circa 800 anni, debba essere improvvisamente privata del diritto di scegliere il proprio parroco”. Insieme al ricorso alla Congregazione per il clero sarà consegnata anche una petizione che raccoglie già le firme di numerosi fedeli di Sant’Agnello.
 
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view post Posted on 26/2/2019, 15:46

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http://www.ildispariquotidiano.it/it/non-e...co-di-san-vito/

Non è un bel momento per la chiesa di Cristo. La guerra per il parroco di San Vito
22 ore ago 22 ore ago

La comunità di Forio ha già individuato quale camicia desidera indossare il giorno in cui l’amato don Giuseppe non sarà più, fisicamente, in canonica, avendo bisogno di un prete che oltre a vivere sul territorio, vive il territorio stesso coniugandone le tradizioni, le emozioni ed i sentimenti. Vescovo Pietro lei non ha bisogno di suggerimenti essendo uomo colto, sensibile e senza paraocchi. Non sbagli il colpo.

mi è apparsa fuor di luogo la richiesta, di cui si discute da qualche settimana su queste colonne, ai Comuni di Forio e Casamicciola di rinunziare al cosiddetto “diritto di padronato”.
Diritto che esiste da oltre otto secoli ed è cristallizzato in un decreto di un vescovo che, guarda un po’, si chiamava anch’egli Pietro. Diritto che qualcuno ha argomentato potersi eliminare con la semplice revoca del decreto. Non è così e ritengo che anche il Vescovo la pensi allo stesso modo visto che ha chiesto ai Comuni di rinunziarvi.ù
La chiesa di S. Vito Martire di Forio (per quanto è a mia conoscenza) è di proprietà del Comune per cui è normale che il proprietario abbia voce in capitolo nella scelta di chi vada a celebrare a casa sua. Fermo restando la destinazione del bene che è tutt’altra cosa.
Il concetto l’ho così riassunto, per farlo comprendere, ai più, con linguaggio non leguleico. Ritengo che diverse disquisizioni dottrinarie, sarebbero fuor di luogo e già in passato hanno determinato contenziosi che hanno arrecato disagio alla comunità cristiana.
Ricordo, avendo una certa età, che la prassi usata in occasione del cambio del prete, nella chiesa sulla quale il municipio vanta lo “jus padronage”, era che il vescovo chiamava il sindaco e, dopo i salamelecchi di rito, gli diceva ecco la terna dei preti per la tua chiesa, falla approvare dal consiglio comunale e poi decido. Nessuno si è mai doluto di ciò. Tanto a Forio, quanto a Serrara, quanto a Casamicciola.
Posso dire che lavorando a Forio da 40 anni dei quali, circa 30, in adiacenza alla parrocchia di S. Vito, ho percepito nettamente, da non paesano, che il popolo di Forio non solo si tiene stretto nella sua devozione al Santo Patrono ma anche verso quella chiesa che da oltre 50 anni è stata rappresentata da un autentico ciclope della missione di Cristo. Quel don Giuseppe Regine che è vissuto in simbiosi con le navate della sua parrocchia, che da oltre 50 anni mantiene acceso ed ardente il cero della fede rifuggendo, sempre, da manifestazioni per apparire dotto, citando frasi di altri, in quanto lo è di suo.
Don Giuseppe oltre a mantenere acceso il cero della fede e della devozione (della quale ne è testimonianza la, sempre nutrita, partecipazione dei fedeli alla sua messa), ha allevato, sulle sue ginocchia, un prete che, nel solco della tradizione, dà concretezza e lustro alla funzione che esercita.
Purtroppo, però, don Giuseppe Regine ha raggiunto l’età della pensione e si impone una scelta di prosecuzione.
La comunità di Forio ha già individuato quale camicia desidera indossare il giorno in cui l’amato don Giuseppe non sarà più, fisicamente, in canonica, avendo bisogno di un prete che oltre a vivere sul territorio, vive il territorio stesso coniugandone le tradizioni, le emozioni ed i sentimenti. Vescovo Pietro lei non ha bisogno di suggerimenti essendo uomo colto, sensibile e senza paraocchi. Non sbagli il colpo.
 
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view post Posted on 26/2/2019, 21:05

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www.teleischia.com/181969/forio-nom...cia-al-diritto/

FORIO. NOMINA DEL PARROCO DI SAN VITO, IL CONSIGLIO NON RINUNCIA AL DIRITTO
POSTED ON 26 FEBBRAIO 2019 BY REDAZIONE NESSUN COMMENTO
La questione del “diritto di presentazione” per la nomina del nuovo parroco di San Vito ha aperto la discussione del consiglio comunale di Forio, in corso di svolgimento presso la sala del molo borbonico.

Chiara la posizione di maggioranza ed opposizione che, all’unisono votano contro la richiesta avanzata dal vescovo di ischia e non rinunciano ad un diritto sancito nel lontano 1300.

Pertanto sarà il consiglio comunale ancora una volta a votare una terna di “candidati preferiti”, dalla quale il vescovo dovrà estrarre il nuovo parroco di San Vito, così come avvenne per mons.Giuseppe Regine.

www.ildispariquotidiano.it/it/forio...iglio-comunale/

Forio, schiaffo al Vescovo oggi in consiglio comunale
6 ore ago 6 ore ago

Oggi pomeriggio, nella piccola sala di Piazzale dei Marinai a Forio, si riunirà il consiglio comunale di Forio che darà il primo schiaffo al Vescovo Lagnese in merito alla proposta di cedere sul diritto di presentazione della Parrocchia di San Vito.

Un passo indietro che Francesco Del Deo non farà mai e poi mai e che, contro il Vescovo Lagnese, è pronto a scatenare la “guerra santa di Forio”

Ad inizio anno, infatti, il Vescovo aveva inviato al sindaco Del Deo una nota nella quale si leggeva

“Le scrivo in merito al diritto di “presentazione” concernente la nomina del parroco della parrocchia di San Vito Martire in Forio, che, conformemente a un antico diritto di patronato, spetta a codesta amministrazione comunale” e ancora “Nel caso della Parrocchia di San Vito Martire in Forio, il diritto di patronato risale al Decreto emesso nel 1306 dall’allora Vescovo Pietro. In virtù del Can. 83 comma 2 CIC è facoltà del Vescovo attuale valutare se sia conveniente o meno mantenere il suddetto privilegio e, in caso, se sia opportuno dire tardi la cessazione. Dopo aver consultato la Santa Sede e i membri del Consiglio presbiteriale, conformemente alla direzione che la Chiesa Universale è indicato a partire dal Concilio Vaticano II, sono giunto alla conclusione che oggi la miglior soluzione pastorale per la parrocchia di S. Vito Martire in Forio, sia quella di avere un parroco liberamente nominato dal Vescovo, come avviene normalmente per le altre comunità della diocesi. È mio vivo desiderio che ciò possa avvenire con il comune accordo delle parti interessate per proseguire il cammino congiunto tra comunità parrocchiale e comunità civile iniziato secoli fa. Per questo, prima di emettere un decreto di cessazione del suddetto privilegio, è mia premura chiedere a codesta amministrazione comunale di voler manifestare il proprio parere in merito, alla luce delle considerazioni fin qui esposte”

Ed il parere che il civico consesso di Forio voterà questo pomeriggio sarà un parere inequivocabile: non passa lo straniero, il diritto di patronato non si tocca.
 
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view post Posted on 1/3/2019, 20:12

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http://www.ilgolfo24.it/diritto-di-patrona...boccia-lagnese/

Diritto di patronato, anche Casamicciola “boccia” Lagnese
In una nota indirizzata al vescovo d’Ischia, il sindaco Castagna anticipa (in attesa del voto in consiglio comunale) parere negativo sul via libera alla nomina del parroco di Santa Maria Maddalena
Posted on 1 marzo 2019 by Gaetano Ferrandino | 0 Comments
Diritto di patronato, anche Casamicciola “boccia” Lagnese In una nota indirizzata al vescovo d’Ischia, il sindaco Castagna anticipa (in attesa del voto in consiglio comunale) parere negativo sul via libera alla nomina del parroco di Santa Maria Maddalena


Nemmeno il tempo di assorbire la botta maturata in quel di Forio, che per la Diocesi di Ischia e il vescovo mons. Pietro Lagnese arriva la seconda “mazzata”, stavolta dal Comune di Casamicciola Terme. E’ quanto si evince da una nota indirizzata proprio a Sua Eccellenza dal sindaco di Casamicciola, Giovan Battista Castagna, avente ad oggetto “Diritto di patronato spettante al Comune di Casamicciola Terme concernente la nomina del parroco della Parrocchia di Santa Maria Maddalena, riscontro vs nota”. In pratica siamo davanti alla stessa richiesta fatta da Lagnese al Comune di Forio, dove relativamente alla Chiesa di San Vito era stato chiesto di rinunciare all’ente turrito di rinunciare a scegliere il nuovo parroco da una terna prescelta. Nell’attesa che anche in questo caso si riunisca il civico consesso per adottare i provvedimenti del caso, la risposta del primo cittadino termale è chiara ed inequivocabile. Castagna esordisce scrivendo: “Come a S.E. è ben noto, il Comune di Casamicciola Terme in data 21 agosto 2017 è stato colpito da un grave terremoto che ha causato perdita di vite umane, numerosi feriti, migliaia di sfollati, crolli e danneggiamenti alle infrastrutture, agli edifici pubblici e privati con conseguente pericolo per la privata e pubblica incolumità. Ancora alla data odierna, la fase della ricostruzione è stata appena avviata e molte persone sono alloggiate in albergo o in case prese in fitto. Da ultimo, il Comune di Casamicciola Terme ha subito ulteriori problematiche quali il crollo del terrapieno sulla litoranea che ha comportato la chiusura dell’anello viario della intera isola d’Ischia e quindi la interruzione della viabilità e la sospensione delle attività scolastiche. Infine si sono registrati crolli di altri muri su strade comunali”.

Nel passaggio successivo Castagna è ancora più chiaro e caustico: “In questa situazione drammatica, il sottoscritto, il personale amministrativo del Comune ed i Consiglieri Comunali sono quotidianamente impegnati non solo nella ordinaria amministrazione ma anche nella gestione del terremoto e nella progettazione di quanto necessario alla ricostruzione unitamente alla struttura commissariale. Come Le dicevo già verbalmente in occasione della redazione del verbale del 10.01.2019, questo non era proprio il momento per impegnare la politica e gli uffici per una questione, quale il diritto di patronato per la nomina del Parroco della Parrocchia di Santa Maria Maddalena, che è stata già affrontata e risolta dopo un contenzioso con il Suo predecessore Mons. Filippo Strofaldi con provvedimento ormai definitivo”. La conclusione della nota suona come una inappellabile sentenza, prima ancora degli adempimenti istituzionali: “Pur ringraziandoLa per la riconoscenza che ci ha manifestato e pur anticipandoLe il parere contrario dello scrivente alla Sua richiesta – scrive Giovan Battista Castagna – mi sono impegnato con Lei nel verbale del 10.01,2019 a discuterne con i Consiglieri Comunali e quindi con la presente Le chiedo di attendere trenta giorni decorrenti da oggi, per comunicarLe anche le determinazioni dei Consiglieri Comunali di Casamicciola Terme. La ringrazio per il ricordo nella preghiera del sottoscritto e della popolazione amministrata”.
 
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view post Posted on 11/3/2019, 09:09

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https://www.ilgolfo24.it/il-vesc-lagnese-d...se-col-vincolo/

Il Vesc. Lagnese decreterà la cessazione del “privilegio” ai comuni di Casamicciola e Forio per la nomina del Parroco nelle due chiese col … “vincolo”
Antonio Lubrano 10 Marzo 2019 2 1.733 4 minuti di lettura

I parroci devono essere nominati solo e soltanto dal Vescovo come è accaduto da sempre ed accade oggi per le chiese parrocchiali della Diocesi isolana. Sull’isola non possono rappresentare l’eccezione continuata solo due chiese parrocchiali, sol perché un decreto del 1540 del vescovo Falivenia concesse alle autorità municipali locali del tempo IL “privilegio” di partecipare alla nomina del parroco della parrocchia suggerendo almeno tre nominativi di proprio gradimento per individuarne il prescelto. Si è in presenza di un ”caso” riaperto. Parrocchie, patronato e polemiche di condimento rappresentano insieme, come se ce ne fosse stato bisogno, la delicata e turbolenta vicenda che vede il Vescovo della Diocesi isolana Mons. Pietro Lagnese assumere sulla curiale nomina dei parroci in alcune particolari parrocchie con anacronistiche regole patronato-Comune, una posizione precisa e decisa in una questione in cui sono coinvolte due importanti parrocchie, quella di Maria Maddalena Penitente a Casamicciola e di San Vito a Forio e i due rispettivi sindaci Giovan Batista Castagna e Francesco Del Deo agguerriti più che mai con le proprio amministrazioni, in forza della presenza nei vecchi scaffali degli archivi comunali di una ingiallita “carta” di antichi diritti di patronato emessi con decreto risalente al 1540 dall’allora Vescovo, S.E. Mons. Agostino Falivenia (Pastineus).


La storia più tormentata della parrocchia di Santa Maria Maddalena in Casamicciola relativa al cambio del parroco del dopo don Vincenzo Avallone, ( fu nominato parroco senza ricorrere ai vecchi privilegi di patronato), risale agli ultimi anni di vescovado Del Vescovo Strofaldi, per altro non in buona salute, mentre i fatti della parrocchia di san Vito sono legati a storia recente. Tutto quanto, verte sul principio canonico che vuole, dalla parte dell’apparato curiale vescovile, la nomina del parroco sia chiara prerogativa assoluta della Curia diocesana e quindi del Vescovo che la presiede. Si dà il caso, per così dire storico, che il Comune di Casamiciola che quello di Forio vantano un vecchio medievale “privilegio” che gli attuali amministratori comunali delle due municipalità isolane, hanno preso troppo alla lettera, ignorando che il vescovo successore a Falivenia, come lo era Strofaldi e lo è oggi il vescovo Lagnese, può revocare e cambiare la “concessione” in qualsiasi momento. Di qui la lettera del Vescovo Lagnese al Sindaco di Casamicciola e del medesimo tono al Sindaco di Forio.“Egregio Signor Sindaco, il Signore Le dia Pace» esordisce così Lagnese. «Le scrivo in merito al diritto di “presentazione” concernente la nomina del parroco della Parrocchia di S. Maria Maddalena Penitente in Casamicciola Terme, che, conformemente a un antico diritto di patronato, spetta a codesta Amministrazione Comunale. Al riguardo, mi preme in modo particolare manifestarle la riconoscenza che la Chiesa di Ischia nel corso del tempo ha accumulato per i frutti spirituali e il sostegno materiale che dall’ uso di tale diritto sono derivati per il Popolo di Dio e per la comunità civile di Casamicciola Terme. D’altra parte, la Chiesa è un Popolo in cammino nella storia e col tempo alcune consuetudini o istituti giuridici vengono riconosciuti non più adeguati a corrispondere alla mutata sensibilità ecclesiale e alle diverse necessità pastorali. In modo particolare, in relazione alla nomina dei parroci, giova innanzitutto ricordare il decreto del Concilio Vaticano II Christus Dominus (28 ottobre 1965), al n. 28, dove si Legge che il Vescovo, come padre della famiglia del presbiterio, «per poter meglio e più giustamente distribuire i sacri ministeri tra i suoi sacerdoti, deve poter godere della necessaria libertà nel conferire gli uffici e i benefici».


Conformemente a questo principio, la Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio Ecclesiae Sanctae (6 agosto 1966), all’art. 18. § l afferma: «Il bene delle anime esige che il Vescovo goda della libertà richiesta per conferire con giustizia ed equità ai sacerdoti più idonei gli uffici e benefici, anche non curati. […] sono abrogate le consuetudini e ritirati i diritti quanto alla nomina, all’elezione, alla presentazione di sacerdoti ad un ufficio o beneficio parrocchiale». Recependo la volontà e le indicazioni del summenzionato Magistero, il Codice di Diritto Canonico del 1983 non fa più menzione del “diritto di patronato” e propone il “libero conferimento” come via ordinaria per la nomina dei parroci, considerando la presentazione e l’elezione come eccezioni (cf. can. 523, CIC). Nel caso della Parrocchia di S. Maria Maddalena Penitente in Casamicciola Terme, il diritto di patronato risale al decreto emesso nel 1540 dall’allora Vescovo, S.E. Mons. Agostino Falivenia (Pastineus). In virtù del can. 83, § 2 CIC è facoltà del Vescovo attuale valutare se sia conveniente o meno mantenere Il suddetto privilegio e, in caso, se sia opportuno decretarne la cessazione. Dopo aver consultato la Santa Sede e i membri del Consiglio presbiterale, conformemente alla direzione che la Chiesa Universale ha indicato a partire dal ConciIlo Vaticano II, sono giunto alla conclusione che oggi la miglior soluzione pastorale per la Parrocchia di S. Maria Maddalena Penitente in Casamicciola Terme, sia quella di avere un parroco liberamente nominato dal Vescovo, come avviene normalmente per le altre comunità della diocesi. È mio vivo desiderio che ciò possa avvenire con il comune accordo delle parti interessate per proseguire il cammino congiunto tra comunità parrocchiale e comunità civile iniziato secoli fa. Per questo, prima di emettere un decreto di cessazione del suddetto privilegio, è mia premura chiedere a codesta Amministrazione Comunale voler manifestare il proprio parere in merito, alla luce delle considerazioni sin qui esposte. Ovviamente, la diocesi si impegna a rinunciare a quanto codesta Amministrazione corrisponde alla Parrocchia di S. Maria Maddalena Penitente in Casamicciola Terme e a conferire alla medesima Amministrazione i seguenti privilegi di natura spirituale: – celebrazione mensile di una S. Messa in favore del popolo di Casamicciola Terme; – celebrazione annuale di una S. Messa in data da stabilire a suffragio degli amministratori comunali e benefattori della chiesa parrocchiale defunti; – celebrazione annuale di una S. Messa in favore degli amministratori comunali pro tempore. Restando a disposizione di codesta Amministrazione Comunale per le ulteriori precisazioni che fossero eventualmente ritenute necessarie, Le chiederei di farmi pervenire la risposta alla suddetta richiesta di parere entro i primi gioni di Marzo, (prorogata al 30 aprile prossimo – ndr) per poter dare opportunamente seguito al progetto pastorale sopra esposto. Assicurandole il mio ricordo nella preghiera per il Suo servizio alla comunità di Casamicciola Terme, profitto della circostanza per porgerle distinti saluti.» Stessa lettera dall’ Episcopio di Via Seminario in Ischia è partita per il Comune di Forio dove il sindaco Francesco Del Deo sta sui carboni ardenti e non sa se mettersi contro ilo Vescovo Lagnese negandogli (?) di rinunciare agli antichi diritti sulla nomina del nuovo parroco della chiesa di San Vito, o mettersi contro quei foriani che vogliono conservare i diritti di patronato. Il Vescovo Lagnese aspetta le risposte dei due Comuni interessati Casamicciola e Forio fino al 30 aprile. Dopo sarà una nuova storia. Storia solo della Chiesa che è in Ischia.

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view post Posted on 14/3/2019, 09:41

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«Quasi unanimità». Preti contro il vescovo sui diritti di patronato
15 ore ago 15 ore ago

Non tutti i sacerdoti sono d’accordo con la monovra politica del Vescovo Lagnese di revocare i diritti di patronati di Forio e Casamicciola

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Gaetano Di Meglio | Don Agostino Iovene è troppo politico. Troppo leader. Troppo uomo. E così, come solo i grandi uomini (anche non di chiesa) sanno fare, attira le attenzioni su di se, mette in minoranza i nemici e si schiera con il suo capo. Almeno è quello che si legge. Almeno è quello che appare. Ma come insegna bene la storia di Giuda, il “bacio” è sempre all’ordine del giorno. E non ci sarà nessuno che dirà, “Io Sono” e tutti cadranno a terra, ma ci saranno, forse, chissà dove, solo 30 denari.
E così, ieri mattina, con la “quasi unanimità” il Vicario generale della Diocesi di Ischia ha diffuso un comunicato che, tra il serio e il faceto, difendere il suo Vescovo.
Una presa di posizione questa dei sottoposti a favore del loro dominus che, però non è all’unanimità. O meglio, è quasi all’unanimità.
Ed è proprio questo segnale che merita attenzione. Don Agostino Iovene, grande maestro di trattative, di gestione del potere e di applicazione dello stesso, riesce a mettere ko tutti i colleghi che non la pensano come lui. Ed è in questo “quasi” che, questo giornale, trova la sua risposta.
Da mesi, stiamo dando spazio ad un serrato dibattito alla gestione “politica” della Diocesi. Un dibattito che, per motivi di sopravvivenza, è stato alimentato da diverse figure. Con me, da settimane, scrivono sia “Anonimo foriano” che fa parte di quei “quasi”, sia “N.N.”. Una educata, forbita e decisamente troppo cattolica Signora Foriana che chiede cose ben precise.
Ma Don Agostino Iovene merita il nostro rispetto. Ha saputo distogliere le attenzioni dai dissidenti e ha scaricato le colpe sui media. Maestro Agostino!
Ma Agostino Iovene ha dato un altro messaggio al popolo cattolico, ha detto che il Vescovo è sotto attacco e ha detto che la politica va contro la chiesa. Che Del Deo e Castagna non vogliono il bene della chiesa. E lo ha detto tra le righe. Lo ha detto accusando il terzo incomodo. Ma servirà?
Lo vedremo tra poco. Aspettiamo il primo aprile, quando Lagnese firmerà il decreto di revoca dei diritti di patronati di San Vito e della Parrocchia a Casamicciola.
Ma quello che non ha fatto Agostino Iovene, e qui esce fuori tutto il suo essere parroco e prete, non ha risposto alle tante domande che, da tempo, poniamo al Vescovo.
I Gemelli, Don Mariano Montuori, Don Giovanni, il fenomeno di Zaro, i corsi delle Cresime e, senza fare troppa demagogia, la parrocchia di San Vito e quella di Casamicciola che fine faranno?
Vogliamo fare chiarezza? Don Agostino, perché non vieni a dire sui tetti quello che ti viene suggerito alle orecchie (così, giusto per usare una pratica che ti dovrebbe essere nota)?
Ma la cosa più bella del comunicato di Don Agostino è la fine del primo paragrafo.
“rinnovando la loro promessa di filiale rispetto e obbedienza”. Per un attimo vorrei restare su questo argomento. Parliamo di questa promessa. Se avete promesso “filiale rispetto e obbedienza”, caro Agostino, mi spiegi la nomina di Don Gino Ballirano a Casamicciola?
Perché esiste questa “quasi unanimità”? C’è qualcuno a cui non piace la “promessa di filiale rispetto e obbedienza”?
Sono settimane che raccontiamo di questa crisi nella chiesa. Una crisi che viene confermata da Don Agostino Iovene.
“In merito alle recenti iniziative pastorali del Vescovo Pietro – scrive don Agostino – , riguardanti la cessazione dei diritti di presentazione per la nomina dei parroci, i sacerdoti rappresentati nel Consiglio Presbiterale, i parroci delle due parrocchie coinvolte e altri personalmente interpellati attestano che sono stati consultati dal Vescovo e hanno espresso nella – si legga bene – quasi unanimità il loro parere favorevole, ritenendo ormai superate certe forme di relazioni tra la Chiesa e la società civile alla luce delle indicazioni del Concilio Vaticano II”

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Adelaide Patalano: “Il comunicato di Don Agostino Iovene è un’offesa a tutta la chiesa di Ischia”
18 ore ago 18 ore ago

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Gaetano Di Meglio | La comunità di San Vito non ha accolto festante il comunicato di Don Agostino Iovene a difesa del vescovo Lagnese. Un comunicato, quello diffuso ieri, alla “quasi” unanimità del preti che attacca, soprattutto, questo giornale per aver dato spazio e voce a chi, di solito, non ne ha. E, senza perdere un attimo della sua forza, Adelaide Patalano commenta il comunicato diffuso dall’ufficio comunicazione della Chiesa di Ischia. «Il comunicato di don Agostino Iovene – attacca subito Adelaide Patalano, animatrice della raccolta di firma contro la richiesta di Lagnese sottoscritta da ben 1487 firme foriane – è un offesa a tutta la chiesa di Ischia. È un tentativo inutile e beffardo per attirare proseliti alla causa del suo superiore. È una chiara manifestazione di ipocrisia e doppiezza di una parte del clero. Quel comunicato non porta nessuna firma e ciò testimonia che è stato preparato ad hoc dal vicario è portato in assemblea solo per visione, così come si fa nella chiesa “ubbidiente”, nella chiesa dove non è concesso mai è in nessun modo essere in disaccordo con il vescovo, dove considerato seminare zizzania l’esporre dei differenti opinioni, dove si è chiamati a tacere per “amore” e “carità”, cambia la cristiana obbedienza con la circa sottomissione. Nel comunicato si afferma che i parroci interessati (San Vito e Casamicciola) sarebbero stati concordi con l’operato del vescovo e questo è falso, poiché monsignor regine nulla sapeva delle mire del suo vescovo. Inoltre, votato
dalla “quasi unanimità” è scorretto e irritante. Scorretto perché “quasi unanimità” è un termine fuorviante e di parte. Questo comportamento – evidenzia ancora Adelaide – ci riporta indietro di secoli, caro don Agostino, oggi non c’è più l’Inquisizione ma le cattiverie mielate esistono ancora. I sacerdoti che lei giudica con indice accusatorio sono uomini giusti, sacerdoti con la s maiuscola, e devono essere ubbidiente dapprima a Dio, devono aver cura del loro gregge. Quindi, lasciate in pace Don Giuseppe Nicolella e don Gino Ballirano. Piuttosto parlare di lui e delle cose dimenticate e non tentate di dividere il gregge di Dio. Non certo noi fedeli nei nostri sindaci vediamo a compromettere l’unità della nostra chiesa: i sindaci meritano su rispetto e quello del suo superiore e non sono loro che hanno scatenato questa guerra, ma la combatteranno fino alla fine. Voglio ricordare che anch’io ho persone che mi amano in Vaticano e posso portare argomentazioni valide affinché la Verità vinca.» Il tempo passa e si avvicina la dead line che il Vescovo ha concesso all’amministrazione di Casamicciola. Una corsa, questa di Lagnese, che però, sembra essere avviata su un unico binario forte, sostengono i corvi della nostra Diocesi di un parere emesso in Vaticano su richiesta proprio del vescovo di Ischia. Un parere ad hoc che sembra sia essere stato la molla che ha fatto scattare la mossa vescovile e di abbattere gli ultimi due privilegi della nostra diocesi, quello, appunto, di San Vito a Forio e quello della Parrocchia di Santa Maria Maddalena a Casamicciola Terme. A Forio, nel caso della Parrocchia di San Vito Martire in Forio, il diritto di patronato risale al decreto emesso nel 1306 dall’allora Vescovo Pietro. Mentre a Casamicciola, invece, nel caso della Parrocchia di S. Maria Maddalena Penitente in Casamicciola Terme, il diritto di patronato risale al decreto emesso nel 1540 dall’allora Vescovo, S.E. Mons. Agostino Falivenia (Pastineus).
Il comunicato in breve: “I sacerdoti della Chiesa di Ischia riuniti oggi in ritiro spirituale desiderano comunicare pubblicamente tutto il loro affetto e la loro stima al proprio Vescovo, confermando la piena comunione con lui che il Signore ha voluto a guida della nostra Chiesa locale e rinnovando la loro promessa di filiale rispetto e obbedienza. In merito alle recenti iniziative pastorali del Vescovo Pietro, riguardanti la cessazione dei diritti di presentazione per la nomina dei parroci, i sacerdoti rappresentati nel Consiglio Presbiterale, i parroci delle due parrocchie coinvolte e altri personalmente interpellati attestano che sono stati consultati dal Vescovo e hanno espresso nella quasi unanimità il loro parere favorevole, ritenendo ormai superate certe forme di relazioni tra la Chiesa e la società civile alla luce delle indicazioni del Concilio Vaticano II.”

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San Vito e Casamicciola, che fine ha fatto la minaccia Lagnese?
2 ore ago 2 ore ago

Sono trascorsi anche i 30 giorni concessi al sindaco di Casamicciola. Cosa ha deciso il vescovo per i parroci delle due parrocchie “calde”?
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Gaetano Di Meglio | Il calendario parla chiaro: oggi è il 5 aprile e le comunità di Casamicciola e di Forio sono in attesa di sapere quali saranno le reazioni del Vescovo Lagnese ai due no ricevuti dai rispettivi consiglio comunali.
Lagnese recederà al diritto di patronato per la Parrocchia di San Vito a Forio e per quella di Santa Maria Maddalena a Casamicciola? Per quanto sappiamo, il capo della Chiesa di Ischia avrebbe già pronto il decreto di revoca. Una revoca che, come si sussurra in Curia, sarebbe il colpo finale alla polemica.
Ma è stato firmato? E’ stato diffuso? Le bocche sono cucite più di sempre. La strategia del “bravo Vescovo” con la diffusione di diversi comunicati stampa della curia non ha sortito gli effetti che si speravano: le comunità agguerrite e destinatarie delle attenzioni del Vescovo non hanno nessun passo indietro.
Ad inizio anno, infatti, Lagnese aveva scritto a Del Deo e Castagna di recedere dal loro diritto di presentazione. «Dopo aver consultato la Santa Sede – scriveva Lagnese – e i membri del Consiglio presbiteriale, conformemente alla direzione che la Chiesa Universale è indicato a partire dal Concilio Vaticano II, sono giunto alla conclusione che oggi la miglior soluzione pastorale per la parrocchia di S. Vito Martire in Forio, sia quella di avere un parroco liberamente nominato dal Vescovo, come avviene normalmente per le altre comunità della diocesi. È mio vivo desiderio che ciò possa avvenire con il comune accordo delle parti interessate per proseguire il cammino congiunto tra comunità parrocchiale e comunità civile iniziato secoli fa. Per questo, prima di emettere un decreto di cessazione del suddetto privilegio, è mia premura chiedere a codesta amministrazione comunale di voler manifestare il proprio parere in merito, alla luce delle considerazioni fin qui esposte.»

Il count down.
Contiamo i giorni perché abbiamo seguito l’intera vicenda. Nella nota che Lagnese aveva consegnato ai primi cittadini era segnato come 1 marzo la data in cui si sarebbe dovuto chiudere la vicenda. In base questo termine, però, il sindaco di Casamicicola aveva chiesto altri 30 giorni. Passati inutilmente, ovviamente. E così, trascorsi i 30 giorni concessi a Casamicciola, ci chiediamo cosa abbia deciso.

LA LETTERA: tre domande per il vescovo
Nel frattempo, però, un lettore, tal Antonio Monti di cui non abbiamo certezza dell’identità ci ha inviato una lettera, che merita la pubblicazione. Soprattutto perché non è volgare e perché mette, ben in evidenza, almeno tre aspetti che meritano di essere approfonditi. O meglio, che meriterebbero una risposta da parte della chiesa.
A proposito del diritto di patronato, egregio Direttore, ho avuto modo di leggere sul Dispari di martedì 12 marzo, una sua intervista ad un eccellente e stimato avvocato isolano che mi ha provocato queste riflessioni.
In primis, dopo l’esamina storica da lui fatta, dove ricorda tra l’altro che in altre diocesi italiane e aggiungerei in altre nazioni, detto diritto è ancora in esercizio, mi viene da ricordare all’illustre intervistato che nel 2012 il Vaticano concluse la controversia tra Comune di Casamicciola e il Vescovo del tempo, dando ragione al Comune e invitando lo stesso Vescovo a dare seguito alle convocazioni della terna e annullando ogni atto fino a quel momento fatto dal Vescovo. Forse che in questi sette anni è cambiato qualcosa nella giurisprudenza canonica circa questo aspetto? E se fosse così, quale necessita avrebbe avuto il Vescovo di chiedere la rinuncia alle due municipalità interessante? Saranno pure retaggi del passato, che diciamoci francamente sono stati utili alla Chiesa fino a quando non è nato il sistema dell’ 8 %1000. Ma se non è cambiato nulla nella giurisprudenza canonica, un motivo ci sarà!
L’altra riflessione mi viene di farla in merito allo scambio di beni; da parte di chi beneficia del diritto di patronato, Comuni o privato che sia, di beni materiali e da parte della Chiesa, di beni spirituali. Ebbene, l’illustre intervistato, faceva notare che certi scambi richiamano ciò che Lutero ebbe a denunciare contro la Chiesa del suo tempo; cioè la vendita delle indulgenze. Ricordo che da sempre la Chiesa ha concesso beni spirituali per ottenere la pecunia necessaria per la sua attività di evangelizzazione, anche se oggi in forme meno evidenti. Ad esempio la vendita di benedizioni pontificie in varie occasioni del vivere cristiano. È anche vero che queste servono alla elemosineria pontificia per aiutare i poveri. Quindi il retaggio del passato fa ancora lezione di come fare soldi alla Chiesa di oggi!
Infine, terza riflessione, mi chiedo: come mai si denunciano gli scambi di beni spirituali, mentre lo stesso Vescovo Lagnese propone ai due Comuni di rinunciare al diritto di patronato in cambio di Messe e quindi di beni spirituali? Questo venne sottolineato, gentile Direttore, anche dalle colonne del suo giornale qualche settimana fa.
Il buon senso avrebbe voluto che questa diatriba non fosse stata aperta oggi, per arrecare al buon Giovi dispiacere e dolore. Sembra che il Vescovo e il suo Vicario non abbiano altro da fare che afferrare per i piedi il Parroco di San Vito e tirarglieli! Abbiate bontà, impegnatevi in ben altre problematiche interne e facendo un’attenta riflessione, sanate l’immoralità che serpeggia nella Chiesa incominciando dai vertici e siate più ministri di Dio che sociologi nel mondo!
Poi c’è la questione dell’8 X 1000 che viene utilizzato come si apprende per spese inutili, quasi che il palazzo del seminario fosse la villa di Lagnese. Fa più bella figura il Vicario, che la villa da anni l’ha fatta, ma in un bene di famiglia e ora se la gode ( anche perché come ha scritto il Dispari è uomo di soldi e di potere!).
Invece il Vescovo Lagnese sembra che, non potendo aspirare ad altro, abbia messo radici a Ischia con tanto di servitù, video sorveglianza, caminetto ( servirà per riscaldare il cuore nelle glaciali giornate invernali, tra un ricamo e un manicaretto?), arazzi (a quando quello del Vicario?). Ma i soldi dell’8 X 1000 non devono servire per la pastorale e la carità? Chissà a Roma nella chiesa povera e per i poveri di Papa Francesco Queste stravaganze costose come verrebbero commentate?! E non è il primo Vescovo che utilizza l’8 X 1000 per le proprie stravaganti esigenze! Se il Papa vuole una chiesa povera, allora deve rinunciare all’8 X 1000 e ritornare a quella povertà e semplicità di una volta, dove c’erano anche preti e Vescovi semplici, caritatevoli e penitenti, che donavano del loro e non prendendo dalle tasche dei contribuenti. Altro che retaggio del Medioevo,caro illustre intervistato, qua sembra che stiamo ai tempi dei Borgia. Tra scandali, vendette, figli e nipoti, il Medioevo appare meno buio dei nostri giorni!

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Ci sono le elezioni, il diritto di patronato può attendere
Sulla questione legata alla nomina del sacerdote della Parrocchia di Santa Maria Maddalena, il sindaco di Casamicciola chiude temporaneamente la questione con Lagnese rinviandola… a data da destinarsi
Gaetano Ferrandino 13 Aprile 2019 0 610 3 minuti di lettura

Il paradiso può attendere, il diritto di patronato pure, il bilancio un po’ meno e a voler essere un po’ maliziosi – ma neppure più di tanto, visto che poi i diretti interessati lo hanno detto senza mezzi termini e mettendo al bando la diplomazia – in questo momento la marcia di avvicinamento alla presentazione delle liste e successivamente alle elezioni amministrative in programma il 26 maggio hanno la precedenza su tutto il resto.

Il primo cittadino e il presidente del consiglio comunale D’Ambrosio parlano di “problematica complessa” e comunicano la volontà di demandare ogni decisione alla classe dirigente che si insedierà dopo l’appuntamento con le urne in programma il 26 maggio

Sarà per questo, forse, che sono da definire assolutamente “interlocutori” i contenuti di una nota che il sindaco di Casamicciola Giovan Battista Castagna e il presidente del consiglio comunale Vincenzo D’Ambrosio hanno indirizzato al vescovo d’Ischia, mons. Pietro Lagnese, avente ad oggetto “Parrocchia di Santa Maria Maddalena, diritto di patronato, riscontro”. Il testo è chiaramente lapidario: “In riferimento all’oggetto e facendo seguito alla nota di protocollo generale di questo ente al n. 4396 del 2 aprile 2019, con la presente si comunica che – attesa la complessità della problematica e l’imminente tornata elettorale per il rinnovo degli organi amministrativi di questo Comune – dopo che il presidente del consiglio comunale ha consultato i consiglieri di minoranza, si è del parere che è opportuno demandare ai nuovi consiglieri comunali ogni e qualsiasi determinazione in ordine all’oggetto. A nome di tutta la cittadinanza del Comune di Casamicciola Terme, le rinnoviamo i sentimenti di profonda gratitudine per la vicinanza in questi momenti di difficoltà”.


Insomma, questa è la risposta fornita al Pastore della Diocesi isolana, che in fondo appariva anche decisamente scontata e che era ormai pacifica soprattutto dopo che all’albo pretorio era stato pubblicato l’ordine del giorno di quello che presumibilmente sarà l’ultimo consiglio comunale dell’attuale amministrazione in carica. Che non prevedeva nessuna discussione sulla questione. Castagna e i suoi, di fatto, hanno preferito che a prendere delle decisioni e ad assumere le deduzioni del caso siano i soggetti politici che siederanno nel prossimo civico consesso, lasciare un “fardello” del genere in eredità è stato ritenuto quantomeno inopportuno. O forse, per essere un po’ più cattivelli, meglio approfittare della congiuntura cronologica e cogliere al balzo l’opportunità fornita dall’imminente appuntamento con le urne. Palla in calcio d’angolo e che ad occuparsene sia la futura classe dirigente che, chiunque essa sia, tra insediamento e quant’altro, farà di certo trascorrere la stagione estiva e prenderà di petto il problema (qualora lo riterrà opportuno) non prima del mese di settembre. Un sistema per guadagnare tempo e procrastinare quello che a tutti gli effetti è diventato un duello rusticano, che tra l’altro non è il primo che vede contrapposti nella cittadina termale il sindaco Castagna e il vescovo Lagnese, già artefici di un braccio di ferro e di un contenzioso giudiziario relativamente alla questione dell’asilo conteso alla Sentinella, che gli ha trasformati in novelli Don Camillo e Peppone.


La questione, non solo a Casamicciola ma anche il quel di Forio, è riesplosa prepotentemente all’inizio del nuovo anno solare quando il vescovo Lagnese ha manifestato la sua intenzione di voler abolire gli antichi privilegi comunali in materia di nomina dei parroci. Nello specifico parliamo del cosiddetto “diritto di presentazione” che spetta all’amministrazione comunale. Quest’ultima, secondo la prassi, ha il diritto di fornire una terna di nomi, tra cui il Vescovo sceglie poi il nuovo Parroco. Un diritto che, nel caso della Parrocchia di Santa Maria Maddalena Penitente a Casamicciola Terme, risale al decreto emesso nel 1540 all’allora Vescovo Agostino Falivenia, come spiega lo stesso Monsignor Lagnese nella missiva inviata all’ente del Capricho: dopo i convenevoli esprimenti riconoscenza per le conseguenze positive di tale diritto derivate per la comunità casamicciolese, il Vescovo entrava subito in “media res” e faceva riferimento a due provvedimenti che in qualche modo supportano l’istanza volta a eliminare il diritto di “presentazione” detenuto dall’amministrazione civile, ritenuto sostanzialmente anacronistico. La risposta del primo cittadino non fu affatto conciliante ed a fine febbraio Castagna scrisse a Lagnese: “Il sottoscritto, il personale amministrativo del Comune ed i Consiglieri Comunali sono quotidianamente impegnati non solo nella ordinaria amministrazione ma anche nella gestione del terremoto e nella progettazione di quanto necessario alla ricostruzione unitamente alla struttura commissariale.

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Come Le dicevo già verbalmente in occasione della redazione del verbale del 10.01.2019, questo non era proprio il momento per impegnare la politica e gli uffici per una questione, quale il diritto di patronato per la nomina del Parroco della Parrocchia di Santa Maria Maddalena, che è stata già affrontata e risolta dopo un contenzioso con il Suo predecessore Mons. Filippo Strofaldi con provvedimento ormai definitivo. Pur ringraziandoLa per la riconoscenza che ci ha manifestato e pur anticipandoLe il parere contrario dello scrivente alla Sua richiesta mi sono impegnato con Lei nel verbale del 10.01,2019 a discuterne con i Consiglieri Comunali e quindi con la presente Le chiedo di attendere trenta giorni decorrenti da oggi, per comunicarLe anche le determinazioni dei Consiglieri Comunali di Casamicciola Terme. La ringrazio per il ricordo nella preghiera del sottoscritto e della popolazione amministrata”. Poi, come vi abbiamo fin qui raccontato, la decisione di rinviare ancora il tutto.
 
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CRONACAPRIMO PIANO
Casamicciola e Forio, Lagnese revoca il diritto di patronato
Gaetano Ferrandino 16 Aprile 2019 0 858 Meno di un minuto

c.s. – In merito al diritto di presentazione spettante alle Amministrazioni Comunali di Forio per la nomina del Parroco della Parrocchia di S. Vito Martire, e di Casamicciola Terme per la nomina del Parroco della Parrocchia di S. Maria Maddalena Penitente, il Vescovo, dopo aver chiesto un pronunciamento dei rispettivi Consigli Comunali entro il 1° marzo c.a., avendo ricevuto risposta dal Sindaco di Forio il 1 marzo u.s. e dopo aver concesso al Sindaco di Casamicciola Terme, da sua richiesta, proroga per 30 giorni – e perciò entro il 30 marzo 2019 – e aver concesso successivamente ulteriori giorni sette dalla data di una sua nuova missiva, per ricevere suo ultimo riscontro – pertanto entro e non oltre il 9 aprile 2019 – , in data 11 aprile 2019 ha provveduto a emettere e inviare, a mezzo raccomandata, i decreti dove dichiara cessati i privilegi spettanti dal suddetto diritto per entrambe le parrocchie. Per compiutezza di informazione si comunica inoltre che nella medesima data, emanati già i due decreti, il Vescovo riceveva nuova missiva del Sindaco e del Presidente del Consiglio Comunale di Casamicciola Terme in cui, dopo le tre scadenze, si dichiarava di voler rinviare ulteriormente la consultazione a dopo le elezioni amministrative del prossimo 26 maggio. In riferimento a tale decisione, manifestata due giorni dopo l’ultimo termine utile, si comunica che non è stato possibile concedere ulteriori deroghe.
 
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primopiano
Diritto di Patronato. Il “papa” sfida il Vescovo: «Ci vediamo in Vaticano»
1 ora ago 1 ora ago

Chiesa & politica: Le reazioni alla firma dei decreti che annullano i diritti di patronato sulle parrocchie di San Vito a Forio e della Maddalena a Casamicciola
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Gaetano Di Meglio | Non avevamo alcun dubbio e lo abbiamo scritto fin dal primo momento. Era l’8 gennaio quando iniziammo a disegnare il terreno di scontro che ora vede schierati da una parte il sindaco di Forio, Francesco Del Deo, e il collega di Casamicciola Terme, Giovan Battista Castagna e, dall’altra, il Vescovo della Diocesi di Ischia, Pietro Lagnese.
Una guerra che ora, come vi abbiamo annunciato ieri, si giocherà presso la Segnatura Apostolica. Il massimo tribunale della Chiesa Cattolica e diretto, attualmente, dal cardinale Agostino Vallini.
Una guerra che si giocherà sul filo del “diritto canonico”.
Ma prima di proseguire è giusto e opportuno chiarire che questa vicenda non è il remake della vicenda che vide protagonisti, allora, il Vescovo di Ischia, Filippo Strofaldi e il consiglio comunale di Casamicciola Terme.
La vicenda si concluse con la pronuncia della Santa Sede che, appunto, invitava le parti a trovare una soluzione condivisa e non continuare nella diatriba. Ma la particolarità è tutta nei termini della vicenda.
Quando don Gino Ballirano forzò la mano, Strofaldi aveva riconosciuto, nei fatti, il diritto di presentazione. Ovvero aveva già richiesto al consiglio comunale la selezione di una terna. In questo caso, invece, Lagnese, non ha paventato la necessità di nominare il nuovo parrocco della Parrocchia di Santa Maria la penitente, ma ha solo messo in discussione la validità stessa del diritto.
Un motivo del contendere completamente diversa e che non può essere presa in considerazione.
Chiarito questo aspetto, importante, andiamo avanti.
Dopo la richiesta rinuncia di Lagnese, il sindaco di Forio ha espresso in maniera chiara e netta la decisione del comune di Forio. Ha convocato il consiglio comunale e, forte del voto unanime del civico consesso, ha detto “no” al Vescovo Lagense.
Diversa, invece, la strategia del sindaco di Casamicciola che, al pari di ogni persona che non ha argomenti ha avanzato la stupida richiesta di proroga al Vescovo adducendo i motivi del terremoto. Una scusa che non vale per nessuno. Poi, non pago, Castagna pensava di continuare a prendere in giro Lagnese chiedendo altri giorni e, dopo ancora, aspettare il nuovo consiglio comuale.
Ma cosa impediva al sindaco di Casamicciola e al consiglio comunale di esprimere il proprio parere? Niente. Ma questa è Casamicciola. Nulla di nuovo sotto al cielo.

Diverse le reazioni dei sindaci, diverse le reazioni della comunità. A Forio la tensione è tangibile. A Casamicciola, invece, sembra che solo ora si siano resi conto che il Vescovo Lagnese faceva sul serio.
E, ogni volta che qualcuno fa sul serio a Casamicciola, si arrivano alle figurelle. Una volta era Grimaldi, un’altra Lagnese. Stesso metro di giudizio. Stessa cattivo modo di fare.
A Forio, nel frattempo, è il sindaco Francesco Del Deo che non le manda a dire e va giù duro.
«Abbiamo già dato mandato ad un noto avvocato specializzato in diritto canonico per ricorrere contro questo decreto firmato dal Vescovo di Ischia che ci priva di un diritto insito nella storia del popolo foriano – dichiara in esclusiva a “Il Dispari” il sindaco di Forio, Francesco Del Deo – in qualità di Sindaco, principalmente, e di foriano, sono deciso, e con me l’intera amministrazione comunale, a percorrere tutte le strade utili per annullare questo decreto calato dall’alto dalla Diocesi di Ischia. Il diritto di patronato per la nomina del parroco della Basilica di San Vito Martire, chiesa di proprietà del comune, spetta, come la storia ci insegna, al popolo di Forio attraverso i suoi rappresentanti eletti in consiglio comunale. Il Vescovo di Ischia non può non prendere in considerazione, in questa questione, la votazione avvenuta in consiglio comunale che ha visto uniti sia i componenti della maggioranza che dell’opposizione contro questo che, a differenza di quanto sostiene il Vescovo, non rappresenta una Chiesa in cammino verso i fedeli, anzi. Ripeto, metteremo in campo tutte le nostre forze per evitare l’applicazione di questo decreto”.
Lagnese aveva chiesto ai sindaci delle parrocchie su cui vigeva il diritto di rinunciare per consentire la nomina del nuovo parroco (anche se, al momento, non sembrano esserci movimenti in giro, ndr) come accade nelle altre parrocchie: “In virtù del can. 83, § 2 CIC è facoltà del Vescovo attuale valutare se sia conveniente o meno mantenere Il suddetto privilegio e, in caso, se sia opportuno decretarne la cessazione. Dopo aver consultato la Santa Sede e i membri del Consiglio presbiterale, conformemente alla direzione che la Chiesa Universale ha indicato a partire dal Concilio Vaticano II, sono giunto alla conclusione che oggi la miglior soluzione pastorale per la Parrocchia (San Vito e S. Maria Maddalena Penitente), sia quella di avere un parroco liberamente nominato dal Vescovo, come avviene normalmente per le altre comunità della diocesi».
Nel frattempo, il Vescovo di Ischia non ha mai fatto mistero delle motivazioni che lo hanno spinto alla richiesta di rinuncia.
«La Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio Ecclesiae Sanctae (6 agosto 1966), all’art. 18. § l afferma: «Il bene delle anime esige che il Vescovo goda della libertà richiesta per conferire con giustizia ed equità ai sacerdoti più idonei gli uffici e benefici, anche non curati. […] sono abrogate le consuetudini e ritirati i diritti quanto alla nomina, all’elezione, alla presentazione di sacerdoti ad un ufficio o beneficio parrocchiale». Recependo la volontà e le indicazioni del summenzionato Magistero, il Codice di Diritto Canonico del 1983 non fa più menzione del “diritto di patronato” e propone il “libero conferimento” come via ordinaria per la nomina dei parroci, considerando la presentazione e l’elezione come eccezioni (cf. can. 523, CIC)».
L’attesa del popolo cattolico di Forio e Casamicciola è, ovviamente, legato a quello che sarà il percorso romano dei ricorsi dei consigli comunali.
Un’attesa che, nel frattempo, sarà sicura fonte di polemica.

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view post Posted on 20/1/2022, 18:48

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CRONACA
128
Meta, la riflessione di Don Antonio Soldatini sul Giuspatronato ovvero il diritto dei fedeli di eleggere il proprio parroco
di Redazione - 20 Gennaio 2022 - 17:52Commenta Stampa Invia notizia 2 min
Più informazioni su giuspatronato don antonio soldatini metapenisola sorrentinapiano di sorrentosant'agnellosorrento
sacerdote
Meta. Da tempo in penisola sorrentina si discute del diritto del Giuspatronato, ovvero il diritto da parte dei fedeli di alcune parrocchie a poter eleggere il proprio parroco. Il giuspatronato è il diritto di “patronato” sul beneficio ecclesiastico, riconosciuto giuridicamente dalla Chiesa e spettante a chi ha costituito la dote patrimoniale del beneficio al momento della sua fondazione o l’ha incrementata successivamente, nonché ai suoi successori legittimi.
In tutto il mondo esistono ad oggi solo 21 parrocchie i cui fedeli godono del diritto di Giuspatronato e ben 7 sono nell’Arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia e sono S. Maria di Casarlano (Sorrento), S. Maria delle Grazie (Trasaella – Sant’Agnello), S. Prisco e Agnello (Sant’Agnello), S. Maria di Mortora (Piano di Sorrento), S. Michele Arcangelo (Piano di Sorrento), SS. Trinità (Piano di Sorrento), S. Maria del Lauro (Meta). Ma da circa 15 anni le suddette parrocchie sono rette da Amministratori parrocchiali nominati dal Vescovo ed i fedeli attendono di poter esercitare il diritto di eleggere il proprio parroco.
E sull’argomento riportiamo una riflessione pubblicata da Don Antonio Soldatini di Meta: «La tradizione di Eleggere il parroco da parte dei fedeli…….Mi ha detto Graziella, la mia vicina di casa, che ha l’abitudine di sbucciare i broccoli stando seduta al di fuori della porta di casa, su di un ampio terrazzo, pieno di sole, quando il tempo lo permette, che la sua nonna le parlava spesso di una abbadessa di un monastero antico, entro le mura di Sorrento. Questa badessa era molto stimata e consultata per la sua saggezza e santità. Avendo saputo, questa veneranda suora, che in una parrocchia della penisola sorrentina i fedeli maschi, rispettando una antica tradizione, si preparavano ad eleggere il proprio parroco, invitò presso il suo monastero i sacerdoti (sette) coinvolti nella elezione i quali, stimando tanto la badessa, si presentarono da lei. La badessa, leggendo i documenti antichi, aveva notato che in ogni elezione popolare del parroco si erano manifestate delle tensioni tra le famiglie dei sacerdoti coinvolti, tra i rioni da cui provenivano, e da rappresaglie successive all’esito delle elezioni. Illustrando queste difficoltà reali ai sacerdoti presenti li invitò a ricordare che era importante salvaguardare una antica tradizione, ma era ancora più importante ribadire una legge fondamentale della comunità cristiana, sulla quale viene costruita tutta la chiesa, senza quale non può esistere, cioè la carità cristiana, la comunione tra i fratelli e la solidarietà! La madre badessa invitò caldamente i sacerdoti a scegliere tra di loro un candidato unico con l’accordo di tutti perché la comunione tra loro avesse il sopravvento sull’interesse privato. I Sacerdoti accettarono!!!! Graziella mi ha riferito questo aneddoto perché negli ultimi tempi si è ripresentato il problema della elezione dei parroci e mi ha fatto notare che bisogna interpretare le antiche tradizioni aprendole alle necessità del presente e ai traguardi raggiunti dallo spirito cristiano, perché la conservazione di un diritto non offenda la crescita spirituale del popolo di Dio».
 
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