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Pedofilia. Don Govoni morto prima della sentenza ma non per non aver commesso il fatto, Il falso mito dell'assoluzione post mortem

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view post Posted on 7/2/2007, 20:10
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Don Govoni morto prima della sentenza ma non per non aver commesso il fatto

Casa di accoglienza intitolata a prete accusato di pedofilia



www.oecumene.radiovaticana.org/it1/...lo.asp?c=116428

05/02/2007 20.20.49

Italia: Una casa di accoglienza intitolata ad un parroco accusato ingiustamente di pedofilia e satanismo

MODENA, 6feb07 - Sabato scorso, è stata inaugurata a San Biagio di San Felice sul Panaro, in provincia di Modena, una casa di accoglienza dedicata a don Giorgio Govoni, il parroco coinvolto, anni fa, in una inchiesta su un presunto giro di pedofilia. Il sacerdote, nel maggio del 2000, morì a 59 anni per infarto nello studio del proprio avvocato, alla vigilia della sentenza di primo grado. Il pubblico ministero aveva chiesto per il parroco una condanna a 14 anni di carcere. Don Giorgio Govoni venne poi riabilitato,'post mortem', l'anno successivo alla sua scomparsa. La Corte d'Appello di Bologna fece cadere, infatti, tutto il castello accusatorio sui presunti riti satanici, alla presenza di bambini, che avrebbero coinvolto anche il parroco. I parrocchiani e la Chiesa modenese avevano sempre difeso il parroco. Alla cerimonia di inaugurazione della casa di accoglienza con 12 posti letto, ha partecipato anche l'arcivescovo di Modena. mons. Benito Cocchi. "Don Giorgio dava tutto se stesso per i bisognosi - ha ricordato l'arcivescovo - e questa casa va nel solco della sua opera". "Noi - ha detto da parte sua il sindaco del paese - lo ricordiamo per la sua azione di apostolato tangibile".
(Ansa - MANCINI)

Edited by pincopallino2 - 19/1/2022, 08:29
 
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www.sulpanaro.net/2022/01/caso-ped...giorgio-govoni/

Caso “pedofili della Bassa”, il comitato Voci Vere: “La vera storia di don Giorgio Govoni”
Attraverso un comunicato stampa, il comitato “Voci Vere” interviene in merito alla figura di don Giorgio Govoni in relazione al caso “pedofili della Bassa”:

“Nell’ambito delle inchieste sulle vicende di pedofilia della Bassa Modenese, il sacerdote Don Giorgio Govoni fu indagato e poi accusato dal PM con la richiesta a 14 anni di reclusione per abusi su minori, commessi anche in ambito ritualistico (Tribunale Modena R.g.n.r. 1381/97) in danno di diversi bambini che all’epoca testimoniarono, e tuttora da adulti confermano quelle dichiarazioni.

Il Don Govoni morì improvvisamente e inaspettatamente poco prima della sentenza di primo grado, per cui il Tribunale dichiarò (sentenza N. 87/2000, pag. 330), non doversi procedere per estinzione dei reati causa morte dell’imputato: “Il Tribunale, visto l’art.531 cpp dichiara non doversi procedere nei confronti di Govoni Giorgio per essere i reati tutti a lui ascritti estinti per morte del reo“.

Non è pertanto vero, come scrivono sovente i giornali e i difensori del sacerdote, che Don Govoni fu assolto, e neanche condannato. Successivamente alla morte la sua difesa aveva chiesto pronuncia di assoluzione per non aver commesso il fatto, ma il Tribunale, considerati gli elementi raccolti a carico dell’imputato, dichiarò che essi erano “lungi dal consentire una pronuncia di assoluzione per non aver commesso il fatto, declaratoria consentita, nella fattispecie, (in conseguenza del decesso), a norma dell’art. 129, co.2 c.p.p. unicamente se dagli atti – risulta evidente che l’imputato non ha commesso il fatto……..-“ .

E’ altrettanto falsa l’affermazione che il Don Govoni fu assolto in appello come scrivono i sostenitori del sacerdote: furono depositati due atti d’appello, volti a chiederne l’assoluzione , ma entrambi, con ordinanza della Corte d’Appello di Bologna del 4 giugno 2001, furono dichiarati inammissibili
, pertanto non furono neanche esaminati. Per cui rimaneva ferma la declaratoria del primo grado di non doversi procedere per morte dell’imputato e pertanto l’espressione assolto “post mortem”, ripresa da numerosi giornalisti in questi anni, è totalmente priva di fondamento.

Con questo ci auguriamo di aver alfine chiarito la vicenda processuale del sacerdote. Con il presente comunicato vogliamo altresì puntualizzare ancora una volta quanto segue:

1) i nostri figli confermano ancora da adulti che il sacerdote “dirigeva “ rituali nei quali avvenivano abusi sui bambini;

2) che agli atti dei procedimenti giudiziari sono presenti numerose prove a suo carico, che non vengono menzionate negli articoli comparsi sulla stampa e sui social in questi anni, e per la gravità delle quali il Don Giorgio Govoni sarebbe stato presumibilmente condannato, come del resto si legge nella sentenza di primo grado Tribunale Modena n.87/2000 ( gli elementi a carico “avrebbero portato ad una pronuncia di condanna”);

3) a conferma che il libro “Veleno” del giornalista Pablo Trincia è un romanzo e non una indagine giornalistica, non vengono menzionati tutti i reperti trovati dagli inquirenti nell’abitazione del sacerdote, e non si da atto, se non superficialmente, delle testimonianze univoche e concordanti dei bambini abusati;

4) che, anche da testimonianze di recente da noi raccolte, la condotta in vita del sacerdote non appare del tutto specchiata;

5) che per tutta la vicenda della Bassa Modenese, che ha visto coinvolti in totale circa 70 Giudici, grazie alle testimonianze dei nostri figli e alle prove raccolte, sono state comminate 14 condanne definitive per pedofilia a carico di 12 persone;

6) che il discredito e la rivittimizzazione dei nostri figli provoca ancora dolore e sofferenza nelle loro vite.

Ciò premesso, il Comitato VOCI VERE diffida chiunque (giornalisti, politici, uomini di Chiesa, ecc.) voglia ancora diffondere pubblicamente notizie false o fuorvianti sula vicenda processuale del sacerdote Don Giorgio Govoni, nonché di conseguenza sui nostri figli, che, ricordiamo, all’epoca furono vittime di abusi, e non certo di altro, come si vuole far credere”.

da Redazione | 19 Gen 2022 | Mirandola, Finale Emilia | 0 commenti
 
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