http://www.unica.it/pub/7/show.jsp?id=2374&iso=96&is=7Antinori, in Ucraina milioni di cellule-uovo
CORRIERE DELLA SERA
di domenica 14 gennaio 2007
Il ginecologo delle mamme-nonne lavora nel Paese dell’Est: nati migliaia di bambini
Antinori e l’Ucraina: lì ho milioni di cellule-uova
Roma - Severino Antinori, il ginecologo delle mamme-nonne, il più battagliero del fronte referendario sulla fecondazione assistita non è scomparso ma si è fatto prudente. Ha studio in un seminterrato in riva al Tevere e clinica in Ucraina. «Vivo in esilio cinque mesi all'anno. In Paesi liberi, dove far nascere i bambini non è reato». «I luoghi - prosegue Antinori - meglio non dirli. Ho collaboratori in Messico, altri in India. Uno è nello staff che ha clonato la pecora Dolly. La mia primogenita Monica è in Germania. Ho un rapporto stretto con un Paese importante, a Est, il cui capo mi ha assicurato ampia libertà ma ha chiesto riservatezza. E poi l'Ucraina. Dove facciamo le cose che in Italia sono proibite: la fecondazione eterologa e la ricerca. Tutto a fin di bene: le staminali, la clonazione terapeutica, che non è una diavoleria ma la tecnica di mia invenzione per guarire malati che soffrono. In Italia finirei in galera. Pensavo che con la sconfitta della destra le cose sarebbero cambiate. Purtroppo non è così».
«Facciamo due calcoli. In ventisette anni sono venute da me circa 100 mila coppie. Ho fatto nascere 8 mila bambini. A dire il vero, quelli concepiti con le microiniezioni, altra tecnica di mia invenzione, sono 700 mila in tutto il mondo, ma non amo apparire. Restiamo in Italia: sono decine di migliaia le famiglie a me legate. Sotto elezioni ho fatto moltissime telefonate. Sono un indipendente, ma le ho mobilitate per la sinistra, nella speranza di cambiare la legge 40 contro la procreazione assistita. E ora sono profondamente deluso. Mi sento tradito. Non dai cattolici alla Bindi, da cui non mi aspetto nulla. Sono deluso dalle ambiguità di Prodi. Dalle cautele di Amato. Da Veltroni, che non è venuto al convegno internazionale che ho organizzato a Roma, con premi Nobel e tutto, nel timore di spiacere al Vaticano. La Melandri mi ha paragonato in pubblico a Vanna Marchi; poi mi ha chiesto scusa in privato. Rutelli, il camaleonte, mi ha dato la mano ma io l'ho rifiutata. Lo vedevo sempre a Sabaudia qualche anno fa. Mi diceva: io sono stato radicale, fermeremo la legge della destra; invece la legge è passata e lui ha portato in Parlamento la Binetti, una nemica dell'umanità. Che cosa aspetta la sinistra a consentire almeno la diagnosi preimpianto, per non costringere la donna all'aborto e non metterne in pericolo la vita? Invece, niente. Persino Mussi mi critica e dice: "La clonazione mai". Non ha capito che io clono le cellule, mica i bambini. Spero nella buona volontà della Turco. Nel prestigio di Veronesi. Pannella è un amico, sono nato a un chilometro e mezzo da casa sua a Teramo, però anche lui è sempre lì a parlare di Pacs: giusti, ma forse meno importanti. A destra non c'è nessuno. La Prestigiacomo si atteggia a Giovanna d'Arco, ma dove era quando facevano la legge 40?».
C'è però l'Ucraina, per Antinori una sorta di terra promessa. «Milioni di cellule-uova, di eccezionale qualità». Prego? «Sono di ragazze tra i 20-27 anni. Perfette per la fecondazione eterologa. Nei Paesi dell'Est c'è la cultura delle donazioni: il comunismo ha fatto molti disastri ma qualcosa di buono ha lasciato, donare sangue o seme è una cosa normale, non come in Spagna e in Inghilterra dove le donatrici sono pochissime. Ma non vorrei parlarne, perché l'intolleranza religiosa per il momento è sopita ma alligna anche laggiù: non vorrei trovarmi i pope ortodossi sotto la clinica. E poi non amo apparire». Dice Antinori che è la persecuzione a costringerlo a salire in scena, ed in tribunale. «Ho sporto 39 querele e ne ho vinte parecchie, con il ricavato aprirò un fondo per la ricerca. A un diffamatore ho fatto sequestrare l'appartamento, perché per fortuna in Italia c'è una magistratura indipendente. Ho dato querela pure a Ruini e a Formigoni per aver falsato il referendum con l'invito all'astensione: la prima si è persa nel porto delle nebbie, ma a Milano attendono dal gip Tutinelli il rinvio a giudizio.
Non si ha idea di quanto mi abbiano ostacolato i preti; poi però mi mandano i loro parenti. Qualche mese fa è venuto in studio il nipote di un cardinale importante, che sui giornali tuona contro la fecondazione assistita. Perché lo fanno? Elisabetta, Sara: l'antico testamento è pieno di madri anziane. L'80% dei miei clienti è cattolico. Ho reso genitori sette parlamentari in carica; naturalmente non ne faccio i nomi, non amo apparire. Qualcuno ha voluto dirlo, ad esempio Marina Occhiena. Come chi è? La bionda dei Ricchi e poveri. E poi direttori dei giornali, campioni sportivi, dirigenti Rai...».
I laboratori al piano di sopra sono lucenti. «Li devo alla riconoscenza di certi pazienti arabi. Attendo la convenzione pubblica, ma i finanziamenti li danno ad ospedali con il 2% di successi. E i miei colleghi vanno tutti all'estero». Libri con in copertina Antinori che abbraccia neonati. Foto alle pareti. «Vede questa? Sono io con l'ambasciatore Gol. In Israele sono molto amato, quasi un monumento: è un Paese che ha il culto della natalità, ho incontrato quello che ora è in coma, sì, Sharon. L'unico ebreo che ce l'ha con me è il rabbino Di Segni, pure lui condizionato dal Vaticano. A una festa all'ambasciata israeliana c'era Berlusconi. Mi ha dato la mano ma io l'ho rifiutata: dopo la sua legge, per una cellula clonata rischierei vent'anni, più dei mostri di Erba. A proposito: l'assassina è stata resa folle dalla mancata maternità. Accade. Avevo detto a una donna che non aveva speranze; uscendo dallo studio ha visto una mamma con un neonato in braccio e le ha dato un cazzotto». Un cazzotto? «Insomma, una spinta. Vede questa foto sul New York Times ? Sono io. Legga. Robert Edwards, padre dei figli in provetta, prende le mie difese. In Italia mi hanno definito "nazista in camice bianco". Il povero Petrucci, pioniere della fecondazione assistita, l'hanno fatto morire di crepacuore. Io intanto sono arrivato a 62 anni. È l'età limite per le mie pazienti. La fecondazione in menopausa è di mia invenzione: tutti pensavano che l'utero atrofizzato non potesse rigenerarsi, ma io che sono curioso nell'82 scoprii che sottoponendo i topi a terapie ormonali... Oggi si esagera. La donna più anziana che ho reso mamma aveva 63 anni. Oltre non vado, non voglio creare orfani».
«Forse dovrei fare politica. Ho provato a candidarmi nel Lazio contro Storace e Marrazzo, ma la strada non è quella. Io nasco con il '68. Sono stato tra i primi ad occupare la facoltà di Medicina, insieme con Daniele Pifano. Ricordo la Faranda, Piperno, Silvana Mazzocchi, la più bella. I miei amici erano Gianni Pennacchi, che oggi vive per il Giornale, e Paolo Flores d'Arcais», che Antinori chiama d'Arché. «Ricorda il filmato del ferimento di Scalzone all'università? Quello che lo spinge per evitare che la panca gli cada in testa sono io. Ho smesso di crederci il giorno in cui Piperno portò tutto fiero in aula una bomba. Allora ho capito che il mio modo di fare la rivoluzione era un altro».
Aldo Cazzullo