Laici Libertari Anticlericali Forum

Preti pedofili. Cadono i primi veli anche in Polonia, tra denunce e omissioni

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view post Posted on 22/2/2007, 11:54
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http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezion...18364girata.asp

/2/2007 (8:12) - IL CASO
Preti pedofili, il segreto di Stanislao

Papa Benedetto XVI (d) saluta l'arcivescovo Stanislao Dziwisz



Il cardinale Dziwisz accusato di aver taciuto gli abusi sessuali dei preti polacchi
GIACOMO GALEAZZI

CITTA' DEL VATICANO

Il cardinale Stanislao Dziwisz, per quarant’anni segretario di Karol Wojtyla (ventisette dei quali in Vaticano) e attuale arcivescovo di Cracovia, è accusato di aver coperto casi di abusi e molestie perpetrati da prelati polacchi e alte personalità ecclesiastiche. Nel mirino, il mancato intervento del braccio destro di Giovanni Paolo II in alcune vicende particolarmente scabrose, nonostante le circostanziate denunce coinvolgessero influenti personalità della gerarchia ecclesiastica.

Tra questi, un arcivescovo connazionale e amico di don Stanislao e il fondatore dell’ordine religioso in maggior crescita oggi al mondo: i Legionari di Cristo. Fin dal 2000 l’«angelo custode» del Pontefice sarebbe stato informato di gravi casi di molestie che vedevano coinvolti prelati celebri, ma avrebbe «insabbiato» il dossier che proveniva dal clero polacco e da un tribunale ecclesiastico sudamericano. L’accusa è pesante, simile a quella che ha costretto alle dimissioni il cardinale Bernard Law, l’ex arcivescovo di Boston nominato arciprete di Santa Maria Maggiore a Roma. In primo luogo risulterebbe che il cardinale Dziwisz avrebbe ignorato le rivelazioni di esponenti della Chiesa polacca che avevano per oggetto un suo sodale. Invece di attivarsi per verificare le gravissime accuse contenute nelle informative, don Stanislao avrebbe tenuto prudentemente in un cassetto gli allarmanti documenti che gli aveva inviato, sette anni fa, un gruppo di sacerdoti per avvertirlo degli abusi di monsignor Juliusz Paetz, allora arcivescovo di Poznan, a danno di seminaristi. I preti che avevano indirizzato l’informativa riservata a don Stanislao si aspettavano una pronta reazione da parte del segretario del Papa e avrebbero scoperto, invece, con grande stupore, che Karol Wojtyla era stato completamente lasciato all’oscuro della vicenda.

Lo scandalo dell’arcivescovo Paetz venne poi alla luce indipendentemente dalla denuncia fatta giungere a monsignor Dziwisz e portò alle clamorose dimissioni del presule polacco nel 2002. Le accuse aleggiavano da diverso tempo attorno all’arcivescovo Paetz, al punto che la Conferenza episcopale polacca aveva messo segretamente al lavoro una commissione d´inchiesta. I testimoni d’accusa (giovani vittime di molestie sessuali) sono più di una dozzina e incombeva la minaccia che la vicenda potesse allargarsi a prelati vicini a monsignor Paetz negli anni del suo soggiorno in Vaticano come assistente alla Camera pontificia.

Segnalazioni tutt’altro che rassicuranti erano giunte sul suo conto anche dal giudice polacco della Rota Romana, monsignor Antoni Stankiewicz e da un’amica di gioventù di Karol Wojtyla, la psichiatra Wanda Poltawska, guarita da un tumore terminale, nel 1962, per l’asserita intercessione di padre Pio. Malgrado il silenzio di don Stanislao, dopo un paio di anni, monsignor Paetz, chiacchierato dai suoi stessi sacerdoti per i rapporti con alcuni studenti e chierici del seminario, fu allontanato dalla prestigiosa carica. Ma ciò solo in seguito a un articolo pubblicato dell’autorevole quotidiano «Reczpospolita». Fino all’ultimo il presule ha negato le accuse, sostenendo di aver rassegnato le dimissioni «per il bene della chiesa di Poznan».

Nelle vicende di abusi compiuti da prelati, le omissioni attribuite a don Stanislao, oggi depositario di quel ricchissimo archivio personale che Giovanni Paolo II aveva chiesto fosse dato alle fiamme dopo la sua morte, non si limitano alla Polonia ma coinvolgono anche il leder dei Legionari, un corpo scelto e superpreparato di sacerdoti e laici di tutto il mondo, in rapidissima espansione.

Nel 2002, sempre nel ruolo delicatissimo di segretario personale del Pontefice, monsignor Dziwisz avrebbe ricevuto la lettera di don Antonio Ornelas, un sacerdote messicano, membro del tribunale ecclesiastico diocesano, che portava alla luce gli abusi e le molestie di padre Marcial Maciel Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo. Anche in questo caso, la risposta di don Stanislao sarebbe stata il silenzio. Del resto un processo canonico avrebbe inevitabilmente costretto il Vaticano ad affrontare spinosissime questioni. Nel caso Maciel, infatti, i capi d’accusa fanno riferimento al canone 977 (assoluzione di un complice nel peccato contro il sesto comandamento, ossia «non commettere atti impuri»). Nella legislazione ecclesiastica l’abuso sessuale di un sacerdote, sia pure sui minori, è meno grave del cosiddetto delitto di «complicità», quando, cioè, il sacerdote confessore assolve colui o colei con cui ha avuto rapporti sessuali. Nel primo caso è prevista la sospensione o al massimo la dimissione del sacerdote, nel secondo, è prevista la scomunica «latae sententiae» riservata alla Sede Apostolica. Ed è proprio questo il delitto di cui si sarebbe macchiato padre Maciel e sul quale le autorità vaticane si sarebbero dovute pronunciare. Anche lui, però, fu allontanato dal suo posto molto tempo dopo la denuncia rivolta a don Stanislao, e cioè solo nel 2005, per iniziativa di papa Ratzinger, nel frattempo succeduto a Karol Wojtyla. Ad aver colto i limiti del provvedimento vaticano, è il canonista messicano padre Antonio Roqueñi, per otto anni cappellano universitario dell’Opus Dei, e poi, per vent’anni, canonista al Tribunale ecclesiastico di Città del Messico, che ha deciso di offrire la propria opera di canonista agli accusatori di padre Maciel. Dopo «attento studio e investigazione», Benedetto XVI gli ha inflitto come pena «una vita riservata di preghiera e penitenza».

L’accusa di aver tentato di coprire gli scandali sessuali nella Chiesa raggiunge il cardinale Dziwisz mentre è ancora aperta nella conferenza episcopale polacca la ferita delle dimissioni del neo-arcivescovo di Varsavia Stanislaw Wielgus. Un’onda lunga che ha raggiungo anche l’arcidiocesi di Cracovia. Anche monsignor Janusz Bielanski, stretto collaboratore del cardinale Dziwisz, è stato costretto a dimettersi da rettore della cattedrale di Cracovia per le accuse di collaborazionismo con i servizi segreti polacchi. In questo, caso come per i silenzi addebitati a don Stanislao nello scandalo dei prelati molestatori, la risposta di padre Robert Necek, portavoce del cardinale di Cracovia, è categorica: «Sua Eminenza non ha insabbiato nulla, non c’è alcuna testimonianza, si tratta di accuse assolutamente ingiuste».
 
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view post Posted on 21/8/2007, 16:26
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http://www.romagnaoggi.it/showarticle_terz...ion=news/Esteri

Blitz antipedofilia in Polonia, fermati diversi preti

VARSAVIA – Ci sarebbero anche diversi sacerdoti tra le 48 persone fermate dalla Polizia impegnate in Polonia in un blitz anti pedofilia. Costoro sono accusati di aver scaricato da internet e diffuso del materiale pedo-pornografico. Tra i fermati vi sono insegnanti, istruttori di ginnastica, rappresentanti religiosi e anche un alto funzionario di una banca commerciale.

La Polizia, in collaborazione con l’Ufficio dell’Interpol tedesco di Wiesbaden, ha perquisito 53 abitazioni, 92 computer e quasi 2900 cd e dvd, ha aggiunto. I controlli hanno toccato maggiormente la capitale Varsavia e altre città come Cracovia, Opole e Wroclaw. Il materiale sequestrato è nelle mani degli inquirenti.



http://www.pupia.tv/notizie/000971.html


21/08/2007 in Cronaca - Letto 159 volte - Voto: 5 / 5 - Commenti: 1



POLONIA. Altro smacco per la chiesa cattolica. Tra le 48 persone arrestate in un blitz anti-pedofilia in Polonia ci sono anche dei sacerdoti ed un alto funzionario di una banca commerciale. L’accusa è di aver scaricato da internet e diffuso del materiale pedopornografico.



A riferirlo è il portavoce del comando generale di polizia, Mariusz Sokolowskim: “Tra i fermati – spiega - ci sono persone appartenenti a diversi gruppi sociali, tra cui insegnanti, istruttori di ginnastica, rappresentanti religiosi e anche un alto funzionario di una banca commerciale”. La polizia polacca, in collaborazione con l’Ufficio dell’Interpol tedesco di Wiesbaden, ha controllato 53 abitazioni, 92 computer e quasi 2900 cd e dvd. Le indagini hanno interessato l’intero territorio nazionale, con particolare attenzione alla capitale Varsavia, e ai centri maggiori come Cracovia, Opole e Wroclaw. Gli inquirenti ora sono al lavoro sulla gran mole di materiale sequestrato.

 
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view post Posted on 26/5/2008, 17:53
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http://www.ildialogo.org/Ratzinger/pretipe...enu26052008.htm

CHIESA POLACCA: CADONO I PRIMI VELI SULLA PEDOFILIA NEL CLERO. DENUNCE E OMISSIONI

di Agenzia Adista

34437. ROMA-ADISTA. Lo scandalo dei preti pedofili nella Chiesa cattolica è un caso chiuso? “C’era un problema da risolvere e lo abbiamo risolto. Ora si tratta di guardare al futuro”: così rispondeva, alla vigilia del viaggio negli Stati Uniti di papa Benedetto XVI, l’arcivescovo di Washington, mons. Donald Wuerl. Ma la fretta di dichiarare finita la questione degli abusi sessuali del clero è diffusa in tutta la Chiesa, e viene riaffermata con più convinzione man mano che arrivano a conclusione i processi milionari per danni intentati dalle vittime.

Eppure, malgrado le parole di Wuerl, i casi di pedofilia nel clero (e di copertura da parte delle gerarchie) continuano a venire alla luce, soprattutto in quei Paesi che sono stati, secondo il Vaticano, sostanzialmente ’risparmiati’ dalla bufera, e che quindi non si sono visti obbligati ad introdurre procedure di controllo più rigorose.

È il caso, ad esempio, della Polonia, dove lo scandalo più clamoroso ha iniziato a montare a metà marzo e ha messo in evidenza ancora una volta, come già in occasione delle dimissioni, agli inizi del 2007, dell’arcivescovo eletto di Varsavia, mons. Stanislaw Wielgus, le profonde divisioni presenti all’interno della Chiesa polacca. Un frate domenicano, Marcin Mogielski, ha infatti deciso di prendere la parola in nome delle vittime e denunciare alle autorità ecclesiastiche un prete, noto solo come ’padre Andrzej’, responsabile di numerosi e ripetuti abusi. ’Padre Andrzej’ sarebbe stato responsabile di un istituto cattolico per ragazzi nella diocesi di Szczecin-Kamien: secondo il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza che ha portato alla luce il caso, uno degli ospiti abusati avrebbe cercato di impiccarsi mentre un altro sarebbe stato costretto a lasciare il Paese. Le vittime hanno informato le autorità ecclesiastiche già nel 2003, anche se le proteste da parte delle famiglie sarebbero cominciate già molto prima. Ma l’allora arcivescovo di Szczecin-Kamien, mons. Marian Przykucki, aveva scelto di non ascoltarle e nel 1996 aveva anzi messo ’padre Andrzej’ alla guida delle scuole cattoliche della diocesi, carica che ha ricoperto fino al 2007.

L’iniziativa di p. Mogielski, però, non è stata presa bene dall’attuale arcivescovo di Szczecin-Kamien, mons. Zygmunt Kaminski, che in una lettera pastorale del 16 marzo, attacca violentemente il domenicano, accusandolo di aver infangato la reputazione della Chiesa. “Ci sono procedure apposite nella Chiesa”, scrive mons. Kaminski, secondo il quale il caso sarà “definitivamente risolto” dal processo ecclesiastico, “non riesco a capire le motivazioni degli autori [della denuncia] e di chi ha fornito loro il materiale. Mi addolora che la sfera intima di una persona sia stata messa in pubblico con tanta facilità”.

A prendere le difese di p. Mogielski è arrivato il provinciale dei Domenicani polacchi, Krzysztof Poplawski: “Come sicuramente sapete - ha detto pubblicamente rispondendo a mons. Kaminski - la Chiesa cattolica negli Stati Uniti ha pagato un prezzo enorme per il suo silenzio di fronte ai casi di abusi sessuali di preti, e per l’incapacità dei suoi leader di prendere decisioni chiare e responsabili”. “Non vedo nessuna chiara scorrettezza - ha aggiunto - nel comportamento del mio confratello, le cui azioni e decisioni sono mosse da preoccupazione per questa povera gente (le vittime, ndr), che ancora oggi portano dentro il dolore e il disinteresse da parte della gerarchia ecclesiastica”.

Nella polemica è entrato con durezza anche l’ex-segretario di papa Wojtyla, oggi arcivescovo di Cracovia, card. Stanislaw Dziwsz, invitando la Chiesa “a non cedere alle diverse forme di ingerenza e pressione da parte dei media, o alla tentazione del politically correct”. “Oggi, grazie a Dio, il sangue dei pastori non viene più versato nella nostra patria - ha detto durante un’omelia in riferimento agli ’attacchi’ degli organi di stampa - ma sono in atto degli sforzi per minare la loro autorità morale”, con lo scopo di “uccidere la verità del Vangelo proclamata dalla Chiesa”. Il caso di ’padre Andrzej’, infatti, è tutt’altro che isolato. Il vescovo di Plock, mons. Piotr Libera, si è ’lavato le mani’ della sorte di un gruppo di preti accusati di molestie e ha rinviato ogni decisione in merito al Vaticano: secondo la stampa polacca, però, nello scandalo sarebbero implicati altri sacerdoti e solo grazie a pressioni da parte della Santa Sede il vescovo si sarebbe deciso ad intervenire. Accuse di aver protetto preti pedofili sono state mosse anche contro l’ex-arcivescovo di Poznan, mons. Juliusz Paetz, costretto a dimettersi nel 2002 ma ancora invitato ad eventi pubblici e ritiri, e contro lo stesso mons. Wielgus.

In Italia, invece, è emersa recentemente la notizia che il vescovo emerito di Como, mons. Alessandro Maggiolini, è sotto inchiesta da parte della procura per aver informato delle indagini a suo carico un suo prete, don Mauro Stefanoni, accusato di abusi sessuali su un ragazzino di 14 anni con difficoltà cognitive. Dopo le scontate proteste di innocenza, mons. Maggiolini aveva proceduto, come da prassi, a trasferirlo ad altra parrocchia, da Laglio a Colico. Accusato di favoreggiamento, l’ex-vescovo di Como si è difeso affermando che, per un vescovo, tale crimine “non esiste, non può esistere”. “Mi sono soltanto comportato - spiega - come si comporterebbe un papà con un figlio. Ho saputo la notizia dell’indagine su don Mauro da chiacchiere che giravano da qualche giorno. Nessuno mi ha detto qualcosa di preciso, ma almeno tre persone me ne avevano parlato genericamente, senza sapere di che cosa si trattasse. Allora mi sono visto con il prete, gli ho detto delle voci che giravano e gli ho chiesto direttamente se vi fosse qualcosa di vero. Lui mi ha risposto di no. E a quel punto che cosa avrei dovuto fare? Il vescovo è come un papà, e cosa fa, si mette lui a fare lo 007 quando già c’è la polizia?”. (a. s.)


Articolo tratto da
ADISTA

La redazione di ADISTA si trova in via Acciaioli n.7 - 00186 Roma
Telefono +39 06 686.86.92 +39 06 688.019.24
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E-mail [email protected]
Sito www.adista.it



 
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view post Posted on 26/5/2008, 18:08




e se ci mettiamo che molti di loro erano spie del kgb abbiamo fatto l'insalata!!!!
 
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view post Posted on 3/10/2008, 13:22
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/5835679


ItaliaOggi - Primo Piano
Numero 235, pag. 8 del 3/10/2008
Autore: Andrea Bevilacqua
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Curie e Curiali La Chiesa polacca dice sì alla castrazione chimica. Anche sui preti pedofili




Questa è bella: la Chiesa polacca, quella del defunto Papa Giovanni Paolo II, ha preso nei giorni scorsi un'iniziativa davvero singolare. In sostanza, si è schierata a favore della castrazione chimica. Certo, non con un documento ufficiale, ma semplicemente con le dichiarazioni bomba di un importante suo rappresentante. Proprio così. Dopo i recenti casi di pedofilia e incesto che hanno sconvolto l'opinione pubblica - l'ultimo è stato scoperto tre settimane fa: una ragazza di 21 anni era stata tenuta segregata dal padre per sei anni e aveva messo al mondo due bambini - e di fronte alla proposta del governo di approvare una severa legge contro questo tipo di crimini, è stato l'arcivescovo polacco Tadeusz Goclowski a esprimersi a favore della castrazione chimica obbligatoria: «Deve essere intesa come una cura e non come un castigo - ha detto il prelato durante un intervento a Radio Zet - e il progetto del governo va nella direzione giusta». È stata la scorsa settimana che il governo polacco ha presentato un progetto di legge che prevede la castrazione chimica per i reati di pedofilia e incesto. Il premier Donald Tusk ha specificato che «il metodo può essere utilizzato con l'approvazione del paziente», ma gli ultimi sondaggi dimostrano che l'80 per cento dei polacchi sarebbe favorevole alla castrazione chimica obbligatoria. La dichiarazione di Tadeusz Goclowski suona come singolare non soltanto in Polonia ma anche all'interno delle mura vaticane. La Santa Sede, infatti, si è sempre dichiarata contraria al metodo della castrazione chimica. E anche nei confronti dei “propri” pedofili (ovvero dei tanti sacerdoti che in varie parti del mondo, soprattutto negli Stati Uniti, si sono macchiati di abusi sessuali perpetrati su minori) non ha mai portato avanti una politica particolarmente repressiva. È vero: da qualche anno, complici le direttive impartite da Ratzinger quando era prefetto dell'ex Sant'Uffizio, si è chiesto ai vari vescovi del mondo di non ammettere al sacerdozio nessuno che non mostri stabilità affettiva e una maturità psicologica, ma in generale la politica preventiva della Santa Sede non è mai arrivata a prevedere la castrazione chimica. A parte qualche eccezione: stando infatti a riviste specialistiche come The Howard journal of criminal justice, la Chiesa cattolica approverebbe il trattamento farmacologico e centri come il Saint Luke Institute, in Usa, lo praticherebbero sui religiosi pedofili. Secondo uno studio del gesuita Curtis Bryant, «il maggior numero di preti pedofili è efebofilo, ossia è attratto da ragazzi nella fase post-puberale in età tra 15 e 17 anni». Nell'approccio al ragazzo di solito essi non ricorrono alla forza fisica, ma sono groomers, ricorrono cioè all'adescamento, alla persuasione e all'intrappolamento. Egli poi rileva che il 50 per cento dei preti curati presso il Saint Luke Institute a loro volta avevano subìto violenza sessuale quando erano bambini. In questi casi la percentuale è molto più alta di quella stimata per i maschi molestatori, la quale, secondo questo studio, si aggira sul 30 per cento.
 
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view post Posted on 17/6/2010, 12:31
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http://www.giornalettismo.com/archives/681...filo-riammesso/


Polonia: prete pedofilo riammesso al sacerdozio
pubblicato il 17 giugno 2010 alle 11:18 dallo stesso autore - torna alla home

Rimosse le sanzioni ecclesiastiche su Julius Paetz, già Arcivescovo di Potznan, che era accusato di aver abusato di giovani seminaristi.

La notizia è sulle prime pagine di tutti i media della Polonia, oggi: Julius Paetz, già arcivescovo di una delle più popolose diocesi del paese, quella di Poznan, è stato oggi riammesso nella pienezza delle facoltà sacerdotali, e potrà nuovamente amministrare i sacramenti che prima gli erano preclusi, fra cui la confessione, la possibilità di ordinare sacerdoti e di consacrare chiese.

INNOCENTE - Vince la sua battaglia dunque l’alto prelato, che ha sempre contestato la validità delle sanzioni che gli erano state imposte dalla Santa Sede dopo il caso pedofilia che lo aveva coinvolto. La vicenda risale al 2002, quando il rettore del seminario arcivescovile di Poznan era giunto ad impedire l’ingresso di Paetz, suo diretto superiore, dentro la struttura da lui diretta, poichè ne aveva più volte “insidiato i membri”. L’arcivescovo era stato comunque messo sotto attenzione del Vaticano fin dal 2001, quando aveva ricevuto la prima ispezione della Rota Romana; ma la decisione di rimuoverlo del tutto fu consigliata a Giovanni Paolo II, di cui il prelato era fra l’altro stato collaboratore, dall’amica di sempre del pontefice polacco, la psichiatra Wanda Poltawska.

SCONCERTO - Il prelato però si era sempre dichiarato innocente in riferimento alle accuse mossegli: le sue argomentazioni, però, non erano bastate, se è vero che fu sospeso a divinis dopo i fatti del 2002. Oggi le limitazioni impostegli sono state ritirate, confermano fonti di curia, e la comunicazione sarebbe già stata inviata a tutte le parrocchie di Polonia. L’attuale arcivescovo di Poznan, Stanislaw Gadecki, dunque il successore di Paetz, si è detto “sconcertato” dalle decisioni prese a Roma dalla Congregazione per i Vescovi, retta da Mons. Giovanni Battista Re, porporato in scadenza dal suo ministero, in attesa di essere sostituito dal cardinale canadese del Quebec Marc Oulliet.


http://www.thenews.pl/international/artyku...olestation.html



Vatican absolves Polish archbishop accused of sexual molestation
17.06.2010 12:47

Juliusz Paetz: photo - Marek Maliszewski/Polskie Radio

Against the wishes of some leading figures in Poland’s Roman Catholic church, the Vatican has revoked a ban imposed on Archbishop Juliusz Paetz - accused of sexually molesting clergy in 2002 – from leading religious ceremonies.



Eight years ago, the Rzeczpospolita newspaper alleged that Paetz, the then head of the archdiocese of Poznan, western Poland, sexually molested seminarians at his diocesan seminary.



Paetz denied the charges, claiming that he was the victim of a "broadly conceived and systematically conducted" smear campaign but resigned from his position and retired from public life.



Paetz’s supervisors in Poznan ignored complaints filed against him and even defended the archbishop. The local Prosecutor’s Office refused to open an investigation into the case as the alleged victims did not lay charges against the archbishop.



The Vatican long postponed the decision to punish Paetz - who once spent four years working in John Paul II’s papal household - but finally banned him from exercising episcopal ministry at the archdiocese of Poznan, forbidding him from giving the sacrament of confirmation, ordaining priests, consecrating churches or leading processions.



However, several weeks ago, the Vatican Congregation for Bishops revoked the ban, it has been revealed by TVP public television and other Polish media outlets.



“The archbishop has strived for the ban to be lifted for several years and now wants the Vatican’s decision to be announced in all Poznan churches,” the Poznan archdiocese informs.



The recent retirement of Cardinal Giovanni Battista Re as Prefect of the Congregation of Bishops at the Holy See might have also facilitated the Vatican’s decision.



Divided Church



The Vatican’s decision to revoke Peatz’s ban on leading religious services has been criticized by the new archbishop of Poznan, Stanislaw Gadecki, however, who appealed for his privileges not to be returned as this would discredited Church hierarch.



The Catholic Church in Poland, especially in Poznan, is divided on the Vatican’s decision. Some priests claim that it is unethical and unjust, others point out that Paetz’s guilt has never been proved.



Archbishop Paetz himself did not want to comment on the news.



A priest from Poznan revealed that over the last few years the archbishop has been a regular guest at all kinds of celebrations and events in Poznan, including a special mass for young people.



“Instead of hiding in a mouse hole he appears in public. In 2006, at the Balice Airport in Krakow he exchanged hugs with the Pope Benedict XVI,” Prof. Krzysztof Podemski from the Adam Mickiewicz University in Poznan told the Gazeta Wyborcza daily. “The Bible says that one sinner who does penance is worth 99 just men. The Church also receives those who had been dismissed,” says priest Adam Boniecki, editor-in-chief of the Catholic weekly Tygodnik Powszechny.



The controversy will fuel criticism of the Roman Catholic hierarchy that it is not taking accusations of sexual abuse by clergy seriously after recent reports of cover ups of complaints by congregations in Ireland, Germany and lately Denmark. (pg/mg)
 
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view post Posted on 10/8/2012, 16:38
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http://www.tmnews.it/web/sezioni/nuovaeuro..._00184_NE.shtml

603-0-20120810_140600_9A7AF286

Polonia/ Ritrovato carbonizzato sacerdote accusato di pedofilia
Boguslaw P. fermato e poi rilasciato qualche giorno fa
AFP

Varsavia, 10 ago. (TMNews) - I corpo di un sacerdote cattolico polacco di 53 anni accusato di pedofilia è stato ritrovato carbonizzato davanti alla tomba di famiglia nel cimitero del villaggio di Lopiennik Nadrzeczny, nel sud della Polonia. Lo ha reso noto la locale procura di di Zamosc. Il sacerdote, identificato solo con il nome di Boguslaw P., era imputato in un processo per molestie sessuali commesse negli anni 2004-2005 ai danni di un suo chierichetto a Pocking, in Germania, dove era parroco. Il religioso era sospettato di aver commesso lo stesso reato nei confronti di altri due ragazzi dieci anni fa a Turka, nel sudest della Polonia.

"L'identità del cadavere è stata confermata da un amico" ha detto all'Afp Miroslaw Buczek, procuratore aggiunto di Zamosc. Secondo il sito gazeta.pl, un coltello e una bottiglia di liquido infiammabile sono stati ritrovati accanto al corpo parzialmente carbonizzato. Il sacerdote era stato fermato martedì dalla polizia in seguito all'indagine sui fatti di Turka, ma rilasciato la mattina seguente a condizione di non lasciare il luogo di soggiorno abituale e di non avvicinare la sue presunte vittime. Boguslaw P., che si dichiarava non colpevole, rischiava 12 anni di prigione. Nonostante qualche caso isolato negli anni scorsi, in Polonia non è mai scoppiato un vero e proprio scandalo pedofilia nei ranghi della chiesa cattolica, in un Paese in cui il 90% degli abitanti si professa cattolico.
 
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view post Posted on 4/2/2013, 04:24
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http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mond...-iglesia-21907/


3/02/2013
Bufera abusi sulla Chiesa polacca. La scure di Benedetto XVI
San Pietro, la Cupola

San Pietro, la Cupola
Le rivelazione di un libro del giornalista olandese Ekke Overbeek “Abbiate paura”, che denuncia alcuni esponenti nella chiesa
Giacomo Galeazzi
Città del Vaticano



Sos abusi nel clero polacco, in arrivo un nuovo scandalo pedofilia per la Chiesa cattolica."In Polonia potrebbero esserci migliaia di vittime di preti pedofili”, scrive il giornalista olandese Ekke Overbeek nel suo libro Lękajcie się (“Abbiate paura”). “È una bomba a orologeria all’interno della Chiesa?”, si domanda il quotidiano polacco Polska.



L’autore del libro descrive le vite distrutte di dodici vittime di abusi sessuali e condanna duramente la Chiesa polacca, ancora molto influente nel Paese, accusandola di “non aver fatto praticamente nulla” per sradicare la pedofilia dai suoi ranghi. "



Nella Chiesa gli abusi sessuali sono sempre anche una forma di abuso di potere", denunciò a settembre l'ex promotore di giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede, Charles Scicluna, oggi vescovo ausiliare di Malta. Parole utili a capire cosa cosa stia accadendo in queste ore in Polonia e negli Stati Uniti in termini di "purificazione" anti-abusi.



Il fronte della lotta alla pedofilia ingaggiata da Benedetto XVI, che si sta spostando in Polonia, dove la vicinanza di alcuni sospettati all'entourage di papa Wojtyla troppo a lungo ha reso ardue le indagini. E' la stessa ragione per la quale il caso Maciel era stato colpevolmente "congelato" fino all'elezione di Benedetto XVI. Ora si sta finalmente alzando il tiro: non ci si limita piu' a individuare i colpevoli materiali dei delitti ma si colpisce duramente anche chi li ha coperti, senza guardare in faccia a nessuno".



Per questo nel giro di poche settimane le cronache hanno visto visto "cadere", dopo oltre una sessantina di vescovi rimossi, anche le teste di due cardinali. Il primate irlandese Sean Brady, che aveva omesso, quando era un giovane sacerdote incaricato di indagini su casi di pedolfilia, la denuncia alla Santa Sede del proprio vescovo colpevole di insabbiamento, adesso si e' visto estromettere dalla cura pastorale della sua diocesi con l'arrivo di un coadiutore con pieni poteri.



E' stato sanzionato anche l'arcivescovo emerito di Los Angeles, cardinale Roger Mahoney: l'attuale arcivescovo Josè Gomez (in accordo con Benedetto XVI) lo ha sollevato da tutti gli incarichi amministrativi e dalla possibilità di presiedere le celebrazioni pubbliche, avendolo riconosciuto responsabile dell'insabbiamento di centinaia di casi. "Si tratta di una vera e propria svolta perché in precedenza due altri cardinali coinvolti nello scandalo sono stati trattati ben diversamente- afferma il vaticanista Salvatore Izzo - Fu consentito di ritirarsi in un convento tedesco all'arcivescovo di Vienna Groer, colpevole direttamente di abusi e a lungo difeso a Roma da eminenti curiali, che avevano di fatto isolato l'allora cardinale Joseph Ratzinger, l'unico convinto della necessità di processare il porporato benedettino".



E fu addirittura trasferito a Roma come arciprete di Santa Maria Maggiore l'arcivescovo di Boston Law, che aveva sottolvalutato le denunce e consentito così ai preti pedofili di agire indisturbati (si limitava aventualmente a trasferirli da una parrocchia all'altra). "La purificazione della Chiesa voluta da Papa Ratzinger passa sempre di più per la dissezione di consolidati gruppi di potere, cordate che non si sono limitate negli anni a promuovere i loro esponenti a incarichi sempre più prestigiosi ma hanno di fatto coperto i loro delitti. Del resto l'altro grande tema della Riforma Benedettiana è la critica al carrierismo".Il sistema delle cordate che Papa Ratzinger cerca da 7 anni di debellare certo non era avallato da Giovanni Paolo II che tuttavia negli anni della sua malattia non veniva puntualmente informato, ma che in alcune eclatanti vicende intervenne personalmente appoggiando le richieste di giustizia dell'allora prefetto della Cdf Ratzinger.



A rompere il cerchio che blindava il Pontefice malato, quando si trattò di rimuovere il potente arcivescovo di Poznan Paetz, rinfacciandogli d'aver insidiato in più occasioni alcuni seminaristi, era stata la psichiatra Wanda Poltawska, che Karol Wojtyla considerava come una sorella e che oso' entrare in conflitto con chi molto il alto aveva cercato di coprire il caso. Altri due coraggiosi che, insieme al pg Scicluna, hanno sfidato i potentati ecclesiastici apoggiando gli sforzi dell'allora cardinale Ratzinger sono stati i successori di Law e Groer, e cioè il cappuccino O'Malley (il cui principale collaboratore, l'inflessibile padre Oliver, è stato scelto da Benedetto XVI come successore di Scicluna) e il domenicano Schoenborn.
 
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http://www.internazionale.it/news/pedofili...zzo-in-polonia/

Pedofilia. Prete condannato a 8 anni e mezzo in Polonia

2 dicembre 2013
19.05

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(ASCA) – Roma, 2 dic – Un prete cattolico e’ stato condannato dalla giustizia polacca a otto anni e mezzo di reclusione per aver abusato sessualmente di cinque ragazzi che avevano meno di 15 anni. L’uomo, 49 anni, identificato solamente come Slawomir S., e’ stato arrestato nell’aprile del 2012 dopo la denuncia di uno dei ragazzi nella citta’ di Rawa Mazowiecka. Fuori dal tribunale, dove la seduta si e’ tenuta porte chiuse, molti parrocchiani hanno manifestato a favore del prete, che si e’ dichiarato innocente.

L’influente Chiesa cattolica polacca e’ stata colpita di recente da una serie di casi di pedofilia, come quelli che hanno visto coinvolti l’arcivescovo Jozef Wesolowski, inviato papale a Santo Domingo e Wojciech Gil, anche lui operante nell’isola dei Caraibi. (fonte AFP).

Questa è una notizia dell’agenzia Asca.
 
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view post Posted on 14/1/2015, 06:03
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http://www.swissinfo.ch/ita/tutte-le-notiz...ssuali/41214160

13 GENNAIO 2015 - 21:00
Un tribunale polacco ha riconosciuto un sacerdote cattolico colpevole di abusi sessuali nei confronti dei minori e lo ha condannato a sette anni di prigione. Il tribunale della città occidentale di Wroclaw ha inoltre proibito, a vita, al 44/enne prete di 'lavorare' con i giovani e gli ha prescritto un trattamento psicologico.
In linea con la legge polacca sulla privacy, non sono state rivelate le generalità complete del sacerdote, identificato come Pawel K.
sda-ats
 
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view post Posted on 25/3/2015, 15:20
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www.lunico.eu/agenzie.php?id=115415

PEDOFILIA:POLONIA;CASO D.GIL,PRETE CONDANNATO 7 ANNI CARCERE
Data : 28 2015-03-25 14:37:00
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Riconosciuti abusi minori in Polonia e Repubblica Dominicana (ANSA) - VARSAVIA, 25 MAR - Per abusi sessuali su minori è stato oggi condannato a 7 anni di carcere e 155 mila zloty (38 mila euro) di risarcimento materiale il prete polacco don Wojciech Gil. La corte distrettuale di Wolomin, nell'ambito del processo svoltosi senza la presenza della stampa, ha accolto la personale proposta di Gil di essere condannato (cosiddetta condanna volontaria) e ha respinto cosi la richiesta della procura di 15 anni di reclusione. I reati di pedofilia riconosciuti a don Gil sono stati compiuti tra il 2000 e il 2001 in Polonia e tra il 2009 e il 2013 mentre lavorava in una parrocchia della Repubblica Domenicana. Il suo caso, secondo la stampa locale, è collegato a quello di mons. Jozef Wesolowski, ex nunzio apostolico in Repubblica Dominicana, anch'egli polacco, ridotto allo stato laicale dalla Congregazione per la Dottrina della fede e ora in attesa del processo penale in Vaticano. (ANSA). Y2
 
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