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Il sondaggio del Vaticano sulla famiglia boicottato dalle diocesi, Nascosto nei cassetti o riservato a pochi eletti

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view post Posted on 22/12/2013, 06:37
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Nascosto nei cassetti o riservato a pochi eletti

vescovi2


QUESTIONARIO SULLA FAMIGLIA:
IL BOICOTTAGGIO DEI VESCOVI, LE PROTESTE DELLA BASE

37438. ROMA-ADISTA. A pochi giorni dalla scadenza dei termini per la consegna delle risposte al questionario voluto dal Vaticano in vista del Sinodo straordinario dei vescovi sul tema della famiglia in programma nell’ottobre 2014, si può tranquillamente affermare che la consultazione fra il «popolo di Dio» – ovvero le parrocchie, i gruppi ecclesiali e i singoli fedeli – è sostanzialmente fallita, perlomeno in Italia.

Una buona metà delle diocesi italiane ha infatti gelosamente tenuto il questionario predisposto dalla Segreteria generale del Sinodo nei cassetti della scrivania di qualche ufficio di curia – molto probabilmente saranno proprio gli uffici diocesani per la famiglia ad inviare le risposte alla Conferenza episcopale italiana che poi dovrà sintetizzarle e farle prevenire a mons. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo – e si è ben guardata dall’incoraggiare i parroci ad interpellare i fedeli.

Le altre si sono mosse ma spesso indicando delle scadenze così ravvicinate rispetto ai tempi già molto stretti fissati dalla stessa Santa Sede – fra il 31 dicembre e il 7 gennaio le singole diocesi dovranno inviare le risposte alle Conferenze episcopali le quali, a loro volta, entro il 31 gennaio predisporranno una sintesi da inviare alla Segreteria del Sinodo – da rendere la consultazione di fatto impossibile. A Torino, per esempio, l’arcivescovo Cesare Nosiglia, ha chiesto ai suoi preti di concludere tutto entro il 2 dicembre e, nella lettera inviata ai moderatori delle Unità pastorali dal vicario generale, mons. Valter Danna, non si fa alcun riferimento al coinvolgimento dei fedeli: «La cosa migliore – si legge nella lettera resa nota dal sito della rete Viandanti (www.viandanti.org) – potrebbe essere convocare una riunione con i tutti i sacerdoti e diaconi della tua Unità pastorale (o anche di alcune Up se già lavorano insieme) per raccogliere in un documento unitario le risposte condivise al questionario».

A Crema la scadenza era il 7 dicembre, a Piacenza il 10 dicembre e nella maggior parte di tutte le altre diocesi – ovviamente della minoranza che si è attivata – il 15 dicembre. Insomma quella che sarebbe dovuta essere la «più grande consultazione mai effettuata dalla Chiesa cattolica sulla famiglia con il coinvolgimento, attraverso i vescovi, di tutti i parroci e i singoli fedeli» – come l’ha presentata per esempio la diocesi di Piacenza – si sta rivelando un confronto fra pochi intimi e a tempo di record.

Tanto che nella base sempre più serpeggiano i malumori. Dopo la presa di posizione di Noi Siamo Chiesa (v. Adista Notizie n. 43/13) – è ora un gruppo di riviste, associazioni ecclesiali e parrocchie del Piemonte (Tempi di Fraternità, il foglio, Pax Christi, Equipe Notre Dame e «molti appartenenti a parrocchie di varie diocesi del Piemonte») ad esprimere pubblicamente il proprio dissenso. «Per la prima volta un questionario di discussione tra tutti i fedeli» intende coinvolgere «donne, uomini e coppie, con le loro gioie e le loro sofferenze», si legge nella lettera sottoscritta dalle dalle associazioni e riviste. «Ci dispiace constatare che tutte le nostre diocesi e i loro vescovi si stanno invece muovendo con ritardo e con chiare reticenze, come se ci fosse un implicito disegno comune. Si intende boicottare la proposta di papa Francesco?», chiedono i firmatari. «Succede pure che nelle diocesi (ultima quella di Asti, ad iniziare da quella di Torino) nemmeno il Consiglio pastorale è chiamato a discutere pubblicamente del questionario, il quale anziché essere distribuito in tutte le parrocchie è quasi un testo riservato a pochi sacerdoti». «Chiese e pastori quindi – concludono – in stato di timori e reticenze. Ma sarà difficile frenare la primavera che si è preannunciata con papa Francesco. Da parte nostra saremo attenti, propositivi e uniti a quanti saranno impegnati in questo periodo di rinnovamento della Chiesa».

Al di là degli esiti della consultazione, resta comunque il fatto che l’iniziativa del questionario qualche risultato lo sta portando. Sono molti, infatti, i fedeli delle parrocchie e i gruppi di base che, con o senza convocazione del vescovo o del parroco, si stanno incontrando e confrontando, producendo dei documenti collettivi che hanno inviato alla propria diocesi e anche direttamente alla Segreteria del Sinodo.

E parecchi di questi documenti stanno arrivando anche alla redazione di Adista, che si è impegnata a pubblicarli per contribuire al dibattito. Già questa settimana ne pubblichiamo alcuni (v. Adista Segni Nuovi n. 46/13): quello del gruppo Chiccodisenape di Torino e quello della Comunità di San Francesco Saverio di Trento. E proseguiremo anche nei prossimi fascicoli. (luca kocci)



www.adista.it/?op=articolo&id=53458
 
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view post Posted on 28/12/2013, 17:23
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http://www.gionata.org/index.php?option=co...e&Itemid=100456

Apparenza e realtà. Le diocesi tedesche pubblicano i dirompenti risultati del questionario sulla famiglia
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Dettagli Pubblicato Sabato, 28 Dicembre 2013 11:21
Articolo pubblicato su domradio.de, sito della Radio dell'Arcivescovado di Colonia (Germania) il 18 dicembre 2013, liberamente tradotto dal progetto Gionata

In tutte le diocesi cattoliche tedesche sono in corso di valutazione le risposte ricevute al questionario del Vaticano sul matrimonio, la famiglia e la morale sessuale.
I risultati sono molto simili e le risposte al questionario, diffuso a livello mondiale e voluto da Papa Francesco in preparazione dei due Sinodi dei Vescovi sul tema del matrimonio e della famiglia in programma per l'autunno 2014 e 2015, mostrano una situazione fatale (per dottrina della chiesa cattolica).

La diocesi tedesca di Magonza ha pubblicato Mercoledì i risultati dell'indagine avviata dal Papa. Il cardinale Karl Lehmann ha lamentato un "profondo divario" tra la dottrina cristiana e la realtà vissuta da molti membri della chiesa inoltre "i risultati del sondaggio mostrano e rafforzano, anche se non sono rappresentativi di tutta la chiesa, l'impressione di una situazione irreversibile".

Nella diocesi di Magonza ci sono state più di 900 risposte redatte da singoli individui, coppie sposate, enti ecclesiastici e associazioni. La diocesi ha sottolineato che molti partecipanti hanno espresso il loro apprezzamento per essere stati invitati dalla Chiesa a dare la loro opinione.
Secondo le risposte date al questionario la vita quotidiana di molte comunità cattoliche è in contraddizione con i dogmi della chiesa. Dalle risposte risulta che, la maggior parte delle coppie cattoliche, ha praticamente già convissuto prima del loro matrimonio in chiesa. In un certo numero di parrocchie le persone divorziate sono invitate a a partecipare all'Eucaristia cattolica, anche se questo non è ufficialmente permesso.
Molti intervistati chiedono inoltre alla Chiesa cattolica un approccio più sereno verso le coppie omosessuali.


Risultati nelle diocesi di Essen, Colonia e Monaco di Baviera

Nella diocesi di Essen, i partecipanti al sondaggio hanno affermato che molti di loro si sono sentiti feriti da una chiesa che non sa mostrare misericordia.
La maggioranza degli intervistati si è detta favorevole a offrire, ai partner dello stesso sesso, una cerimonia in chiesa di benedizione della loro coppia.

L'indagine nell'arcidiocesi di Colonia è giunta a conclusioni simili. I cattolici hanno valutato temi come il divorzio, le unioni omosessuali, la sessualità e le famiglie in maniera assai più tollerante rispetto alla chiesa ufficiale.
"I mondi della chiesa e della società palesemente si allontano sempre più", afferma il rapporto di 23 pagine, che è stato trasmesso tramite la Conferenza episcopale tedesca in Vaticano.

L'arcidiocesi di Monaco e Frisinga ha ricevuto 834 risposte in una settimana. Il canonico Thomas Schlichting, responsabile del gruppo che le ha analizzate, ha affermato che sono "abbastanza rappresentative" (...). Secondo le risposte dei fedeli l'insegnamento della Chiesa in generale è "poco conosciuto".
Molti hanno espresso il loro desiderio che ai divorziati risposati sia concesso l'accesso ai sacramenti. Ma questo non dovrebbe essere fatto senza condizioni, ma solo dopo una consultazione con il parroco ed eventualmente dopo un atto penitenziale.

Molti partecipanti hanno espresso molte critiche alla nullità canonica del matrimonio. Molti sono diventati genitori spesso insieme al loro primo partner, quindi dicono che è contrario ai loro sentimenti squalificare questo matrimonio come nullo o come non avvenuto.

Una forte polarizzazione si è vista nelle risposte al questionario della diocesi di Monaco di Baviera sulle unioni omosessuali. Una minoranza si lamentava che la Chiesa Cattolica non condanna questo modo di vita con sufficiente chiarezza. Una percentuale relativamente alta degli intervistati, invece, vuole una maggiore apertura e la celebrazione di una benedizione per gli omosessuali che sono impegnata in una relazione di coppia.

Quando si parla di pianificazione familiare e della contraccezione si afferma nei risultati al questionario che le: "risposte indicano che le coppie cattoliche non vogliono rendere partecipe la chiesa della loro vita intima".


Testo originale: Umfrage offenbart Kluft zwischen Katholiken und Kirchenlehre: Schein und Sein



 
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view post Posted on 30/12/2013, 16:35
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http://lucakocci.wordpress.com/2013/12/29/...o-della-chiesa/

Il silenzio della Chiesa

Il Manifesto

December 30, 2013

Luca Kocci

Doveva essere la più grande consultazione fra il «popolo di Dio» mai realizzata nella Chiesa cattolica. Si ridurrà ad un confronto fra pochi, svolto piuttosto in fretta.

Ormai, a pochi giorni dalla sua conclusione, pare essere questo, perlomeno in Italia – ma non è che all’estero, tranne poche eccezioni, la situazione sia molto diversa, anche perché i tempi dettati dalla Santa sede erano comunque molto stretti per tutti – il destino del questionario voluto dal Vaticano in vista del Sinodo straordinario dei vescovi sul tema della famiglia in programma ad ottobre 2014: 38 domande rivolte a tutti i cattolici su questioni “calde” relative alla famiglia, dai divorziati risposati (esclusi dai sacramenti) alle unioni di fatto, dalla contraccezione alle coppie omosessuali.

Che le cose non stessero andando bene lo si era capito presto: già alla fine di novembre, un mese dopo l’avvio della consultazione, il regista dell’operazione, il segretario generale del Sinodo mons. Baldisseri, aveva ammesso forti rallentamenti. Ora che la scadenza è alle porte – entro il 7 gennaio tutte le 226 diocesi italiane dovranno inviare le risposte alla Conferenza episcopale che a sua volta predisporrà una sintesi per il Vaticano entro fine gennaio – il fallimento della consultazione è certo, perlomeno nella sua estensione più ampia e popolare. Secondo una rilevazione dell’agenzia di informazioni Adista, solo una minoranza delle diocesi (intorno al 10%) sì è mobilitata con decisione, promuovendo e sollecitando i parroci ad avviare la consultazione nelle parrocchie, nei gruppi e tra i fedeli. Almeno un terzo è rimasto fermo, tenendo il questionario ben chiuso nei cassetti di qualche ufficio (a rispondere, se lo faranno, saranno i responsabili della pastorale familiare). Le altre – poco più della metà – hanno proceduto con estrema lentezza in fase di avvio (per esempio don Aldo Antonelli, parroco di Avezzano, rivela sul suo blog di aver ricevuto il questionario dal vescovo solo il 14 dicembre) o con straordinaria velocità in fase conclusiva (a Torino il vescovo Nosiglia ha chiesto ai preti le risposte entro il 2 dicembre, in molte altre diocesi la scadenza era fra il 10 e il 15 dicembre): un modo per neutralizzare la consultazione senza però dire di non averla fatta.


Tanto che qualcuno, dopo aver apprezzato la scelta di interpellare tutti i cattolici – effetto del “nuovo corso” di papa Francesco? –, parla apertamente di «boicottaggio». «Le strutture della Chiesa italiana si stanno muovendo in ritardo e con evidenti reticenze», il quotidiano Avvenire «tace completamente mentre è ben noto come sia pronto e assillante in altre “campagne”» – basti ricordare la martellante propaganda per l’astensione al referendum sulla legge 40 nel 2005, i Family day o le richieste di finanziamenti pubblici per la scuola cattolica –, «ci chiediamo allora se non ci si trovi di fronte a un vero e proprio strisciante boicottaggio», ha denunciato il movimento Noi Siamo Chiesa.

Ad attivarsi in questi due mesi è stata per lo più la base cattolica più attenta, e sovente ritenuta “sovversiva” dai vertici ecclesiastici: qualche parrocchia ma soprattutto gruppi e associazioni che si sono confrontati e hanno prodotto dei documenti collettivi, con posizioni spesso in difformità dal magistero. «Invece di vedere nelle unioni civili, anche omosessuali, la ricerca di un’etica nuova, fatta di diritti e doveri reciproci, e di interrogarsi sul loro essere segno di amore, la Cei ha agito per impedire allo Stato di riconoscerle giuridicamente», si legge per esempio nella nota della Comunità san Francesco Saverio di Trento. «Paternità e maternità responsabili» non significa solo «apertura generosa alla vita» ma anche «capacità di fare scelte morali a partire dalla coscienza e dall’analisi del contesto in cui si vive», quindi «capire quando è necessario ricorrere anche a pratiche contraccettive», è scritto nel documento gruppo Chicco di senape di Torino.

Risposte, quindi, che mettono in evidenzia la distanza sempre maggiore fra il «popolo di Dio» e la dottrina difesa dalle gerarchie. E forse proprio questa è stata la ragione per frenare la consultazione: la base parli, ma non troppo.
 
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