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Oria (BR). Padre Fabrizio Andriani assolto per pedofilia., Violenza su bambina di 5 anni. PM chiede 5 anni. Corte: "racconto lacunoso"

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GalileoGalilei
view post Posted on 21/11/2011, 12:09 by: GalileoGalilei
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Disposto l'incidente probatorio

Il prete ritornato da Napoli a Oria


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Da Senzacolonne del 20 novembre 2011

http://www.senzacolonne.it/index.php?optio...disi&Itemid=280

La presunta vittima scrive a un giornale online:«Ha maltrattato me e i miei fratelli»
Un’altra bambina accusa il sacerdote indagato per pedofilia

«Quel preteha fatto
del male anche a me»

di EMILIO MOLA
BRINDISI – E’ come un velo
squarciato, uno strappo su un
manto di silenzio che ha avvolto
un indicibile orrore su cui
solo ora, timidamente, si proietta
un incerto fascio di luce.
C’è un’altra bambina nel novero
delle possibili vittime del
sacerdote oritano indagato
dalla Procura di Brindisi per
presunti abusi su una piccola di
4 anni. Toghe, inchieste e divise
stavolta non c’entrano. E’lei
a farsi avanti, a parlare. Anzi a
scrivere. La sua lettera è comparsa
ieri sul sito di informazione
locale online “La Voce di
Manduria”. Parole e pensieri
affidati di getto a una email
con un solo nome in calce:
Eleonora. Probabilmente non è
il suo vero nome. Preferisce
non divulgarlo, non rivelare la
sua identità. Ma la sua storia sì,
quel passato con cui si è trovata
nuovamente a fare i conti
quando sfogliando giornali e
pagine web ha letto di quel
prete rogazionista finito nel
mirino della magistratura brindisina
con l’accusa di pedofilia.
Avrebbe cioè abusato, o
comunque rivolto “attenzioni
particolari” a una delle bambine
ospiti della comunità rogazionista
di Oria. Un centro cui
vengono affidati i bambini
sottratti dai tribunali ai genitori
naturali, per difficoltà giudiziarie
o sociali di varia natura.
Lei, Eleonora, in quel centro
ha trascorso un lembo della sua
giovane esistenza. E ne è certa:
“Il sacerdote che ha abusato di
questa bambina – scrive – deve
essere lo stesso che mio padre
ha denunciato più volte e che
la Procura di Brindisi ha sempre
archiviato il caso; finalmente
adesso è scoppiata la
bomba”.
Eleonora non ha la
certezza che
il suo presunto molestatore
e il giovane sacerdote
indagato a Oria siano
le stessa persona. Ma per
lei i conti tornano così.
L’alternativa, ancora più
agghiacciante, è che di
presunti preti pedofili in
quel centro ve ne siano
più di uno. E una simile
eventualità forse non
vuole neanche metterla
sul piatto.
“Io auguro a questa
a bambina – scrive
ancora Eleonora –
che per il futur
o
abbia una grande felicità. Da
parte mia spero che il tribunale
di Taranto non faccia più errori
nel definire i sacerdoti come
persone buone quando ecco i
risultati”. E conclude: “Voi
sapete bene sul mio caso di
maltrattamento a me e hai miei
fratelli”.
Quindi non solo lei. Ma per
Eleonora la giustizia non ha
fatto il suo corso. Almeno nel
suo caso, quello dei suoi fratelli,
e di chissà quanti altri bambini.
Forse tanti, forse nessuno.
Perchè quel che conta, e cioè la
prova, manca. Il castello indiziario
costruito in questi mesi
di indagini attorno al giovane
sacerdote oritano è debole,
debolissimo. Gli investigatori
hanno mosso i primi passi
dalla denuncia fatta dai genitori
cui la piccola di quattro anni
era stata in affidamento, che le
avevano sentito dire in riferimento
al sacerdote: “Lui è un
monello”. Poi il racconto confuso
di gesti, atteggiamenti,
che potrebbero celare molestie,
violenze. Ma nulla di più.
Niente di concreto, di certo.
In paese la caccia al nome del
sacerdote oggetto dell’indagine
è durata poche ore. Dopo un
giorno di smarrimento e nomi
estratti al caso dal calderone
del pettegolezzo, in tanti sono
certi d’aver capito chi sia il
r o g a z i o n i s t a
inquisito. A
Napoli, dov’è
stato trasferito
alcuni mesi fa,
per mera coincidenza
in concomitanza
all’avvio delle
indagini, non è
più nella comunità
rogazionista
del capoluogo
partenopeo. E’
tornato a Oria
:
indice di come
non esista alcun
provvedimento di
“esilio” nei suoi
confronti. Così
come non v’è traccia
sul corpo della
bambina di alcun
segno di violenza.
Le indagini tuttavia
proseguono, condotte a
Oria dai carabinieri coordinati
dal comandante Roberto
Borrello. Il pubblico ministero
Valeria Farina Valaori ha
disposto l’incidente probatorio

per sgomberare il campo da
ogni dubbio e chiudere al più
presto una vicenda che tante
ombre e sospetti getta su una
comunità, quella dei padri
rogazionisti, fin’ora distintasi
per meriti riconosciuti da ogni
tribunale.
E forse anche per questo gli
stessi responsabili, come il
vescovo Vincenzo Pisanello,
preferiscono tacere, commentare,
lasciare che la giustizia
faccia il suo corso. Qualunque
sia la strada imboccata.

Edited by GalileoGalilei - 21/11/2011, 12:38
 
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