Laici Libertari Anticlericali Forum

Torture, suicidi, abusi, beni spariti. Bergoglio decapita Francescani dell'Immacolata, Processo per falso a p. Stefano Manelli (prescritto per abusi) e altri 2 preti; stralcio per truffa, sospeso a divinis. Chiusi seminari, ritirate ordinazioni

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view post Posted on 1/8/2013, 06:33
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In attesa che chiarisca la magistratura destituiti padre Stefano Manelli e seguaci

"Scandali gravissimi e penalmente rilevanti" nella destituzione di padre Stefano Manelli e seguaci.

N.B. Nei blog tradizionalisti si cerca di far passare l'dea che quast'ordine dalle numerose vocazioni sia stato commissariato per dispute sulla celebrazione della messa in latino, l'uso delle fustigazioni e l'estrema povertà e non invece su ragioni più serie.

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Padre Mannelli col card. Burke, ultratradizionalista.

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http://cosimino.myblog.it/archive/2013/07/...ata-di-pad.html

mercoledì, 31 luglio 2013
Tutta la verità sui FRATI FRANCESCANI DELL'IMMACOLATA (di padre Giulio Maria Scozzaro)


Nell’introdurre le chiare –chiarissime- parole di padre Scozzaro (diffuse proprio pochi minuti fa e che invitiamo i lettori a leggere con estrema attenzione ed esaminando ogni singola affermazione) non poniamo nessun nostro commento (davvero non serve: il testo è assolutamente esaustivo, come tutti gli scritti di padre Scozzaro, incluso ovviamente il suo “La corruzione nella Chiesa”, un libro che piu passano i mesi e piu diventa chiaro ed illuminante). Semplicemente riportiamo, a mò di incipit, quanto egli stesso afferma nel corso dello scritto che pubblichiamo integralmente:






Di questo scritto mi assumo ogni responsabilità, conosco testimoni e testimonianze scritte e a voce, se qualche difensore di Padre Stefano Manelli richiede ulteriori chiarimenti sono disponibile.

(Padre Giulio Maria Scozzaro)



Padre Stefano Manelli, induzione al suicidio per le mancate cure mediche, ave maria, radio buon consiglio, frigento,

In questi giorni è venuta fuori la notizia della rimozione del Consiglio Generale dei Frati Francescani dell’Immacolata (a partire dal Ministro Generale, Padre Stefano Manelli) da parte della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata. Quindi la Santa Sede ha deposto da Generale Padre Manelli e certamente ci saranno stati motivi gravissimi. Non si arriva mai ad una decisione del genere senza una lunghissima indagine e senza prove schiaccianti.

Alcuni cattolici autori di articoli che inviano sul web e che difendono a spada tratta Padre Stefano Manelli e altri Frati, lamentano questo provvedimento come un attacco alla Messa in latino e arrivano ad immaginare un complotto. Nella Chiesa oggi tutto è possibile, ne conosciamo troppe situazioni scandalose ma siamo certi che il Signore interverrà perché non potrà lasciare la sua Barca ancora alla deriva.

Siamo sereni e fiduciosi nel sicurissimo intervento di Gesù. Nel frattempo dobbiamo verificare se il Decreto di rimozione da Generale di Padre Stefano Manelli è fondato, veritiero, convincente, oppure c’è qualcos’altro come per esempio la Messa in latino.

Questi autori degli articoli fiammeggianti di collera sono in buonafede, essi scrivono per amore della dottrina tradizionale e di questo mi compiaccio assai, ma non conoscono cosa è avvenuto di gravissimo e di penalmente rilevante nelle comunità guidate da Padre Stefano Manelli. Come altre persone non conoscono cosa avviene nelle case di questi autori, ma sicuramente vi si conduce una vita integerrima e improntata sul Vangelo. Ne sono certo avendo letto qualche loro articolo.

Qui non ho nulla da condannare a questi autori cattolici, se non richiamare la prudenza e l’accortezza prima di lanciarsi in difese assolutamente fuori luogo. Devono anzi ringraziare la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata se non ha inserito (stranamente!) nel Decreto di rimozione di Padre Stefano Manelli le gravi motivazioni di un provvedimento così radicale. Anche se così non è stato fatto un servizio alla verità e alla giustizia.

Si parla di deriva morale quando si discute dei comportamenti condannati dalla Congregazione a Padre Manelli, mi è stato rivelato da una fonte sicura che esistono centinaia di testimoni e prove documentate, infatti la condanna impartita riguarda sia Padre Stefano Manelli sia quanti lo hanno protetto in questi anni, insabbiando scandali ed eccessi pienamente opposti al Vangelo predicato da Gesù, ossia tutto il Consiglio Generale dei Francescani dell’Immacolata.

Se qualcuno si fosse dissociato dai comportamenti dittatoriali e crudeli di Padre Manelli, la Congregazione lo avrebbe sicuramente incaricato a guidare e riportare l’Istituto all’originario carisma, eliminando le vessazioni, i ricatti, le oppressioni, il fanatismo e l’adorazione di Padre Manelli, una degenerata vita religiosa simile ad un lager.

È una esaltazione che la Chiesa condanna perché è una anomalia, una vessazione che causa alterazioni mentali e cardiache non cristiane e non rispecchia assolutamente la vita religiosa come viene insegnata dalla stessa Chiesa. È opposta allo spirito del Vangelo.

Come vedete il motivo della rimozione di Padre Stefano Manelli non è la Messa in latino o un attacco alla sana Tradizione della Chiesa, qui ci sono aspetti di intensa gravità, le accuse a Padre Manelli comprendono una documentazione ampia di fatti gravissimi.

È allora opportuno fare alcune precisazioni dopo avere letto che circolano articoli contro il Papa e la Chiesa diffusi dai sostenitori di Padre Stefano Manelli e dei Francescani dell’Immacolata. Nessuno accusi la Chiesa per avere preso provvedimenti improrogabili, per motivi oggettivamente gravissimi, lo dicono anche un buon numero di Frati e Sacerdoti che vivono nell’Istituto dei Francescani dell’Immacolati.

Affermano che finalmente le amicizie che insabbiavano le accuse a Padre Manelli sono state abbattute.

Sono stati usati due pesi e due misure con due fondatori spietati: per Padre Maciel Degollato dei Legionari di Cristo dopo diversi decenni di protezione da parte di alcuni Prelati, hanno scritto nel Decreto diverse motivazioni gravissime, mentre per Padre Stefano Manelli non è stato scritto nulla, lasciando nelle persone a lui vicine una sorpresa notevole e per questo hanno reagito con rabbia. È comprensibile la reazione di quanti non conoscono i fatti gravissimi ed immaginano tale provvedimento riferito alla Messa in latino. Non è così.

Sicuramente la Messa in latino è stata abrogata per l’abuso, per una concezione falsa creata da Padre Manelli come ha fatto per tutto il resto. Come faceva dire da quanti a lui vicini che chi non era Frate del suo Istituto andava all’inferno, così poteva affermare che i Sacerdoti che non celebrano la Messa in latino sono dannati. È nelle sue corde ricorrere a questi metodi.

“Non agisce da cristiano”. Questo lo diceva nel 1998 di Padre Stefano Manelli l’ex Sotto-Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, Padre Torres, ai Religiosi che denunciavano le irrazionali oppressioni di Padre Manelli. Questo Sotto-Segretario disse che occorreva urgentemente una accertamento con l’invio di un Visitatore apostolico, ma aggiunse che Padre Manelli era protetto da chi “non ama né la verità né la giustizia”. Chi sono quelli che non amano né la verità né la giustizia?

Se questi cattolici che scrivono a difesa di Padre Manelli andassero alla suddetta Congregazione a chiedere informazioni (quanto è possibile sapere), resterebbero scioccati, perché sotto un abito elegante indossato da un riccone e del valore di miliardi di euro, può nascondersi un uomo crudele. Se qualcuno degli autori volesse telefonarmi per sapere qualcosa delle vere e provate ingiustizie e corruzioni testimoniate da centinaia di persone, soprattutto di quelle coinvolte in situazioni strane, non reagirebbero più con disgusto al corretto provvedimento della Chiesa.

Moltissimi Frati e Suore per i comportamenti dittatoriali e vessatori di Padre Stefano Manelli hanno subito esaurimenti nervosi e ricoveri negli ospedali, centinaia di Frati sono fuggiti dall’Istituto per passare in altri Ordini, nelle diocesi o restare in famiglia, altri hanno patito vendette abominevoli perché veniva messo in discussione il suo comportamento tirannico.

Molti ex Religiosi dopo essere fuggiti dagli Istituti di Padre Stefano Manelli hanno avuto una violenta repulsione per il sacro e non vanno più a Messa, non pregano più e si sono schierati contro la Chiesa. Come si spiega questo comportamento? Sono passati da un eccesso ad un altro, tutti loro sono state vittime di maltrattamenti morali e di un plagio schiacciante, arrivando a odiare la Chiesa perché non è intervenuta per fermare Manelli.

Bisogna documentarsi prima di prendere le difese. Non basta vedere l’abito esteriore che vale miliardi di euro (la fedeltà al Magistero) se poi chi si maschera sotto questa fedeltà commette incalcolabili scandali, ingiustizie e degenerazioni.

Ci saranno conseguenze importanti perché ci sono ammanchi di molti soldi, i Frati raccontano di cinque Religiosi morti a causa di malattie non chiare, di situazioni sconcertanti che effettivamente possono disorientare quanti conoscevano una realtà dall’aspetto puro e molto spirituale.

Per questa ragione nella lettera del nuovo Commissario che ha preso il posto di Padre Stefano Manelli, inviata il 27 luglio 2013 alle comunità dei Francescani dell’Immacolata, è scritto che bisogna sentire con la Chiesa, cioè, devono ritornare ad una vita religiosa regolare, come voleva San Francesco e non come l’ha travisata l’ex Generale per ricevere una venerazione spropositata e che si offre evidentemente alla Madonna!

Il Commissario è lì per aiutare i Francescani dell’Immacolata a riscoprire la vita religiosa insegnata dalla Chiesa, continuando a pregare con intensità e a fare le penitenze che si desiderano. Ma senza fanatismo né una esaltazione di sé fuorviante che deformano ogni buon proposito e da virtuoso lo trasformano in estremismo e idolatria. I Frati seguano la corretta vita religiosa e preghino per poter celebrare presto anche la Messa in latino come l’intende Dio e non la vanagloria di qualcuno.

Sono a conoscenza che fin dal 1998 (15 anni fa) Frati e Suore si erano rivolti alla Congregazione denunciando scandali e la vita spirituale opprimente ed opposta alle indicazioni della Chiesa, in quanto Padre Stefano Manelli ignorando le indicazioni della Chiesa aveva creato una nuova religiosità settaria improntata sulle minacce e prepotenze morali, sui ricatti di finire all’inferno, sull’emarginazione e dalla paura che incuteva di spedire come un pacco postale nelle Nazioni lontane e povere, chi non si sottometteva a qualsiasi sua imposizione.

E continuava a disprezzare il Vangelo, il Codice di Diritto Canonico, la carità, l’amore, quindi il buon senso…



La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata è stata costretta ad agire dopo che a febbraio 2012 cinque Sacerdoti, tuttora tra i Frati Francescani dell'Immacolata e che hanno avuto ruoli importanti, come il Segretario Generale, il Procuratore Generale, un Consigliere Generale, inoltre un famoso teologo americano ancorato alla sana dottrina, comunque Frati vicini a Padre Stefano Manelli e innamorati della Messa in latino, i quali non sono più riusciti a contenere le deviazioni sotto ogni aspetto di Padre Manelli e per non arrivare a danni più gravi e a reati penali ancora più pesanti, hanno chiesto l’intervento della Congregazione.



Non si tratta di Religiosi che si opponevano liturgicamente alla Messa in latino, è falso affermare questo, mi risulta che questi cinque Sacerdoti condividevano pienamente la spiritualità originaria dell’Istituto, hanno agito perché era diventato urgente intervenire, dopo incalcolabili casi che offendevano il Vangelo. Hanno compreso che era irrecuperabile e degenerata la situazione e che bisognava fermare Padre Stefano Manelli.

Questa è la vera storia del provvedimento della Congregazione sui Frati Francescani dell’Immacolata, non aggiungo altro ma c’è la mia disponibilità a chiarire con chi condanna il Decreto della Congregazione come un atto spropositato. La Congregazione non ha voluto assolutamente condannare la Messa in latino, le motivazioni sono altre e gravissime, avvalorate dalle testimonianze di Religiosi che conoscono perfettamente la deriva morale.

Perché inizialmente l’Istituto era partito con una ottima spiritualità mariana e kolbiana, poi Padre Stefano Manelli si è messo sul piedistallo e tutto è degenerato. Una delle tante accuse riportate è il suo delirio di onnipotenza, innalzava solamente se stesso e non più Dio, la Madonna, la Chiesa.

Molti Frati con notevoli carismi e molto spirituali, non appena facevano notare a Padre Manelli il perduto originario carisma francescano, venivano spediti immediatamente in Russia, in Africa, in Brasile, comunque lontani e diffamati nelle comunità per far perdere ogni credibilità. Come si deve valutare questo operato del Generale di un Istituto cattolico?

Chi affrontava con carità il Generale Padre Stefano Manelli ed evidenziava che la vita religiosa insegnata dalla Chiesa era sparita dall’Istituto e che era evidente l’allontanamento dalla vera fedeltà alla Chiesa, Padre Manelli reagiva con una crudeltà agghiacciante, facendo il vuoto attorno al Frate fino ad inventare pretesti per allontanarlo dall’Istituto.

Padre Stefano Manelli così mostrava che non considerava più la Chiesa come Madre, il Codice di Diritto Canonico come regola da osservare, la volontà di Dio da seguire come una bussola, né esisteva più la vera devozione alla Madonna.

Queste sono solamente poche cose di quanto è stato denunciato dai Religiosi, essi hanno costretto la Congregazione ad intervenire, ma da quanto si conosce in giro, ci sono genitori di ex Frati e Suore ridotti a larve umane a causa di esaurimenti nervosi e di ricoveri in psichiatria, che vogliono presentare esposti e richieste di indagini alle Procure dei luoghi dove sono avvenuti imposizioni contro la salute fisica e che calpestano tutto il Vangelo di Gesù Cristo.

C’è chi parla di induzione al suicidio per le mancate cure mediche e il fanatismo esagerato, volevano le guarigioni senza l’uso delle medicine ma con le solo preghiere… Non voglio esprimermi su queste accuse, eventualmente sarà la Magistratura ad indagare e a fare chiarezza. Non voglio rilasciare qui cosa ne penso, se c’è stato qualcosa saranno altri a evidenziarli.

Voglio augurarmi che i Francescani dell’Immacolata riprendano a vivere la vera vita religiosa come insegna la Chiesa e che possano al più presto ottenere il permesso della Messa in latino. Con la rimozione del Consiglio Generale dei Frati Francescani dell’Immacolata (a partire dal Ministro Generale, Padre Stefano Manelli), è stato eliminato un modo opprimente e doloroso che non trova spazio nel Vangelo di Gesù Cristo, metodo crudele e cattivo utilizzato per obbligare i Frati, sottometterli a qualsiasi comando, minacciarli con l’emarginazione o addirittura con l’inferno.

Abbiamo visto che non è la Messa in latino la ragione dell’intervento della Santa Sede, non c’entra nulla questo, sono altri scandali gravissimi e penalmente rilevanti ad avere fatto intervenire la Congregazione.

Di questo scritto mi assumo ogni responsabilità, conosco testimoni e testimonianze scritte e a voce, se qualche difensore di Padre Stefano Manelli richiede ulteriori chiarimenti sono disponibile. È un dovere morale porre queste precisazioni e i credenti vanno informati nella verità.

Non bisogna lasciarsi guidare dall’emotività o dall’amicizia con qualche conoscente, la verità provata ed evidente và riconosciuta, anche quando addolora e purtroppo deturpa l’immagine della Chiesa. Il male minore è fare conoscere la verità anche se dolorosa per orientare i credenti e dare le corrette indicazioni spirituali! Lasciare agire ancora chi distrugge la vita spirituale e la psiche di molti Religiosi non è onesto!

Non vorrei scrivere quanto segue, sono costretto però a dare questa precisazione trattandosi di un argomento molto delicato e che tocca aspetti che vanno trattati con assoluta correttezza, senza ottusità. L’onestà intellettuale deve essere sempre presente nei cristiani, purtroppo si incontra di tutto. Non si deve pretendere di avere capito tutto quando invece non si conosce nulla dell’ampia documentazione.

Quindi, per definire questo mio scritto rivelato apertamente e senza paure di confronti e chiarimenti, chi volesse manipolare, travisare o dileggiare questo scritto ne risponderà nelle sedi competenti.

È sufficiente quanto scritto per precisare che non c’è nulla contro la Messa in latino e che le motivazioni sono gravissime e provate!

Per il mio sconfinato amore alla Chiesa non ho voluto qui fare conoscere fatti gravissimi e documentati. Non parliamo di aria fritta o di supposizioni, perché moltissimi testimoni, prove e documentazioni attestano indubitabilmente, senza alcun dubbio, in modo incontrovertibile, comportamenti vessatori, ricattatori e opposti al Vangelo di Gesù Cristo. Durati per oltre venti anni! Ma all’esterno appariva un’altra verità!

Questo scritto era doveroso per amore della verità e della giustizia, per chiarire la vicenda a quanti non conoscono la motivazione del Decreto della Congregazione.

Se è vero che ci sono situazioni gravissime nella Chiesa e un malizioso attacco alla sana dottrina tradizionale da moltissime parti interne, bisogna avere buon discernimento per capire che il marcio può trovarsi anche dove c’è una maschera di fedeltà al Magistero.

Non è sufficiente considerarsi fedele alla Tradizione per poter dare frutti buoni. I frutti buoni non sono quelli che nascono dalle parole che possono essere ipocrite, sono le incessanti opere oneste e la vita irreprensibile condotta soprattutto nelle case o comunità dove si vive a testimoniare l’autenticità della persona.

L’albero si riconosce sempre dai frutti, ma i frutti bisogna pure controllarli all’interno se nascondono vermi e sono sepolcri imbiancati.

PADRE GIULIO MARIA SCOZZARO

19:27

http://totalmentealtro.blogspot.it/2013/07...el-3172013.html

mercoledì 31 luglio 2013
2498 - Commento al Vangelo del 31/7/2013
+ Dal Vangelo secondo Matteo (13,44-46)
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Se il tesoro prezioso citato da Gesù viene addirittura fatto scomparire, quell'uomo che lo aveva trovato e lo aveva nascosto, dopo avere venduto tutti i suoi averi ritorna e non lo trova più, rimane deluso e raggirato. E si pone delle domande sul perché, rivede la strada percorsa e amareggiato potrebbe arrivare a perdere la Fede.
Chi è causa della perdita della Fede dei più deboli, Gesù lo condanna con queste parole: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare” (Mt 18,6). Condanna tremenda, ma chi può essere causa della perdita della Fede? Vediamo.
In questi giorni è venuta fuori la notizia della rimozione del Consiglio Generale dei Frati Francescani dell’Immacolata (a partire dal Ministro Generale, Padre Stefano Manelli) da parte della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata. Quindi la Santa Sede ha deposto da Generale Padre Manelli e certamente ci saranno stati motivi gravissimi. Non si arriva mai ad una decisione del genere senza una lunghissima indagine e senza prove schiaccianti.
Alcuni cattolici autori di articoli che inviano sul web e che difendono a spada tratta Padre Stefano Manelli e altri Frati, lamentano questo provvedimento come un attacco alla Messa in latino e arrivano ad immaginare un complotto. Nella Chiesa oggi tutto è possibile, ne conosciamo troppe situazioni scandalose ma siamo certi che il Signore interverrà perché non potrà lasciare la sua Barca ancora alla deriva.
Siamo sereni e fiduciosi nel sicurissimo intervento di Gesù. Nel frattempo dobbiamo verificare se il Decreto di rimozione da Generale di Padre Stefano Manelli è fondato, veritiero, convincente, oppure c’è qualcos’altro come per esempio la Messa in latino.
Questi autori degli articoli fiammeggianti di collera sono in buonafede, essi scrivono per amore della dottrina tradizionale e di questo mi compiaccio assai, ma non conoscono cosa è avvenuto di gravissimo e di penalmente rilevante nelle comunità guidate da Padre Stefano Manelli. Come altre persone non conoscono cosa avviene nelle case di questi autori, ma sicuramente vi si conduce una vita integerrima e improntata sul Vangelo. Ne sono certo avendo letto qualche loro articolo.
Qui non ho nulla da condannare a questi autori cattolici, se non richiamare la prudenza e l’accortezza prima di lanciarsi in difese assolutamente fuori luogo. Devono anzi ringraziare la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata se non ha inserito (stranamente!) nel Decreto di rimozione di Padre Stefano Manelli le gravi motivazioni di un provvedimento così radicale. Anche se così non è stato fatto un servizio alla verità e alla giustizia.
Si parla di deriva morale quando si discute dei comportamenti condannati dalla Congregazione a Padre Manelli, mi è stato rivelato da una fonte sicura che esistono centinaia di testimoni e prove documentate, infatti la condanna impartita riguarda sia Padre Stefano Manelli sia quanti lo hanno protetto in questi anni, insabbiando scandali ed eccessi pienamente opposti al Vangelo predicato da Gesù, ossia tutto il Consiglio Generale dei Francescani dell’Immacolata.
Se qualcuno si fosse dissociato dai comportamenti dittatoriali e crudeli di Padre Manelli, la Congregazione lo avrebbe sicuramente incaricato a guidare e riportare l’Istituto all’originario carisma, eliminando le vessazioni, i ricatti, le oppressioni, il fanatismo e l’adorazione di Padre Manelli, una degenerata vita religiosa simile ad un lager.
È una esaltazione che la Chiesa condanna perché è una anomalia, una vessazione che causa alterazioni mentali e cardiache non cristiane e non rispecchia assolutamente la vita religiosa come viene insegnata dalla stessa Chiesa. È opposta allo spirito del Vangelo.
Come vedete il motivo della rimozione di Padre Stefano Manelli non è la Messa in latino o un attacco alla sana Tradizione della Chiesa, qui ci sono aspetti di intensa gravità, le accuse a Padre Manelli comprendono una documentazione ampia di fatti gravissimi.
È allora opportuno fare alcune precisazioni dopo avere letto che circolano articoli contro il Papa e la Chiesa diffusi dai sostenitori di Padre Stefano Manelli e dei Francescani dell’Immacolata. Nessuno accusi la Chiesa per avere preso provvedimenti improrogabili, per motivi oggettivamente gravissimi, lo dicono anche un buon numero di Frati e Sacerdoti che vivono nell’Istituto dei Francescani dell’Immacolati.
Affermano che finalmente le amicizie che insabbiavano le accuse a Padre Manelli sono state abbattute.
Sono stati usati due pesi e due misure con due fondatori spietati: per Padre Maciel Degollato dei Legionari di Cristo dopo diversi decenni di protezione da parte di alcuni Prelati, hanno scritto nel Decreto diverse motivazioni gravissime, mentre per Padre Stefano Manelli non è stato scritto nulla, lasciando nelle persone a lui vicine una sorpresa notevole e per questo hanno reagito con rabbia. È comprensibile la reazione di quanti non conoscono i fatti gravissimi ed immaginano tale provvedimento riferito alla Messa in latino. Non è così.
Sicuramente la Messa in latino è stata abrogata per l’abuso, per una concezione falsa creata da Padre Manelli come ha fatto per tutto il resto. Come faceva dire da quanti a lui vicini che chi non era Frate del suo Istituto andava all’inferno, così poteva affermare che i Sacerdoti che non celebrano la Messa in latino sono dannati. È nelle sue corde ricorrere a questi metodi.
“Non agisce da cristiano”. Questo lo diceva nel 1998 di Padre Stefano Manelli l’ex Sotto-Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, Padre Torres, ai Religiosi che denunciavano le irrazionali oppressioni di Padre Manelli. Questo Sotto-Segretario disse che occorreva urgentemente una accertamento con l’invio di un Visitatore apostolico, ma aggiunse che Padre Manelli era protetto da chi “non ama né la verità né la giustizia”. Chi sono quelli che non amano né la verità né la giustizia?
Se questi cattolici che scrivono a difesa di Padre Manelli andassero alla suddetta Congregazione a chiedere informazioni (quanto è possibile sapere), resterebbero scioccati, perché sotto un abito elegante indossato da un riccone e del valore di miliardi di euro, può nascondersi un uomo crudele. Se qualcuno degli autori volesse telefonarmi per sapere qualcosa delle vere e provate ingiustizie e corruzioni testimoniate da centinaia di persone, soprattutto di quelle coinvolte in situazioni strane, non reagirebbero più con disgusto al corretto provvedimento della Chiesa.
Moltissimi Frati e Suore per i comportamenti dittatoriali e vessatori di Padre Stefano Manelli hanno subito esaurimenti nervosi e ricoveri negli ospedali, centinaia di Frati sono fuggiti dall’Istituto per passare in altri Ordini, nelle diocesi o restare in famiglia, altri hanno patito vendette abominevoli perché veniva messo in discussione il suo comportamento tirannico.
Molti ex Religiosi dopo essere fuggiti dagli Istituti di Padre Stefano Manelli hanno avuto una violenta repulsione per il sacro e non vanno più a Messa, non pregano più e si sono schierati contro la Chiesa. Come si spiega questo comportamento? Sono passati da un eccesso ad un altro, tutti loro sono state vittime di maltrattamenti morali e di un plagio schiacciante, arrivando a odiare la Chiesa perché non è intervenuta per fermare Manelli.
Bisogna documentarsi prima di prendere le difese. Non basta vedere l’abito esteriore che vale miliardi di euro (la fedeltà al Magistero) se poi chi si maschera sotto questa fedeltà commette incalcolabili scandali, ingiustizie e degenerazioni.
Ci saranno conseguenze importanti perché ci sono ammanchi di molti soldi, i Frati raccontano di cinque Religiosi morti a causa di malattie non chiare, di situazioni sconcertanti che effettivamente possono disorientare quanti conoscevano una realtà dall’aspetto puro e molto spirituale.
Per questa ragione nella lettera del nuovo Commissario che ha preso il posto di Padre Stefano Manelli, inviata il 27 luglio 2013 alle comunità dei Francescani dell’Immacolata, è scritto che bisogna sentire con la Chiesa, cioè, devono ritornare ad una vita religiosa regolare, come voleva San Francesco e non come l’ha travisata l’ex Generale per ricevere una venerazione spropositata e che si offre evidentemente alla Madonna!
Il Commissario è lì per aiutare i Francescani dell’Immacolata a riscoprire la vita religiosa insegnata dalla Chiesa, continuando a pregare con intensità e a fare le penitenze che si desiderano. Ma senza fanatismo né una esaltazione di sé fuorviante che deformano ogni buon proposito e da virtuoso lo trasformano in estremismo e idolatria. I Frati seguano la corretta vita religiosa e preghino per poter celebrare presto anche la Messa in latino come l’intende Dio e non la vanagloria di qualcuno.
Sono a conoscenza che fin dal 1998 (15 anni fa) Frati e Suore si erano rivolti alla Congregazione denunciando scandali e la vita spirituale opprimente ed opposta alle indicazioni della Chiesa, in quanto Padre Stefano Manelli ignorando le indicazioni della Chiesa aveva creato una nuova religiosità settaria improntata sulle minacce e prepotenze morali, sui ricatti di finire all’inferno, sull’emarginazione e dalla paura che incuteva di spedire come un pacco postale nelle Nazioni lontane e povere, chi non si sottometteva a qualsiasi sua imposizione.
E continuava a disprezzare il Vangelo, il Codice di Diritto Canonico, la carità, l’amore, quindi il buon senso…

La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata è stata costretta ad agire dopo che a febbraio 2012 cinque Sacerdoti, tuttora tra i Frati Francescani dell'Immacolata e che hanno avuto ruoli importanti, come il Segretario Generale, il Procuratore Generale, un Consigliere Generale, inoltre un famoso teologo americano ancorato alla sana dottrina, comunque Frati vicini a Padre Stefano Manelli e innamorati della Messa in latino, i quali non sono più riusciti a contenere le deviazioni sotto ogni aspetto di Padre Manelli e per non arrivare a danni più gravi e a reati penali ancora più pesanti, hanno chiesto l’intervento della Congregazione.

Non si tratta di Religiosi che si opponevano liturgicamente alla Messa in latino, è falso affermare questo, mi risulta che questi cinque Sacerdoti condividevano pienamente la spiritualità originaria dell’Istituto, hanno agito perché era diventato urgente intervenire, dopo incalcolabili casi che offendevano il Vangelo. Hanno compreso che era irrecuperabile e degenerata la situazione e che bisognava fermare Padre Stefano Manelli.
Questa è la vera storia del provvedimento della Congregazione sui Frati Francescani dell’Immacolata, non aggiungo altro ma c’è la mia disponibilità a chiarire con chi condanna il Decreto della Congregazione come un atto spropositato. La Congregazione non ha voluto assolutamente condannare la Messa in latino, le motivazioni sono altre e gravissime, avvalorate dalle testimonianze di Religiosi che conoscono perfettamente la deriva morale.
Perché inizialmente l’Istituto era partito con una ottima spiritualità mariana e kolbiana, poi Padre Stefano Manelli si è messo sul piedistallo e tutto è degenerato. Una delle tante accuse riportate è il suo delirio di onnipotenza, innalzava solamente se stesso e non più Dio, la Madonna, la Chiesa.
Molti Frati con notevoli carismi e molto spirituali, non appena facevano notare a Padre Manelli il perduto originario carisma francescano, venivano spediti immediatamente in Russia, in Africa, in Brasile, comunque lontani e diffamati nelle comunità per far perdere ogni credibilità. Come si deve valutare questo operato del Generale di un Istituto cattolico?
Chi affrontava con carità il Generale Padre Stefano Manelli ed evidenziava che la vita religiosa insegnata dalla Chiesa era sparita dall’Istituto e che era evidente l’allontanamento dalla vera fedeltà alla Chiesa, Padre Manelli reagiva con una crudeltà agghiacciante, facendo il vuoto attorno al Frate fino ad inventare pretesti per allontanarlo dall’Istituto.
Padre Stefano Manelli così mostrava che non considerava più la Chiesa come Madre, il Codice di Diritto Canonico come regola da osservare, la volontà di Dio da seguire come una bussola, né esisteva più la vera devozione alla Madonna.
Queste sono solamente poche cose di quanto è stato denunciato dai Religiosi, essi hanno costretto la Congregazione ad intervenire, ma da quanto si conosce in giro, ci sono genitori di ex Frati e Suore ridotti a larve umane a causa di esaurimenti nervosi e di ricoveri in psichiatria, che vogliono presentare esposti e richieste di indagini alle Procure dei luoghi dove sono avvenuti imposizioni contro la salute fisica e che calpestano tutto il Vangelo di Gesù Cristo.
C’è chi parla di induzione al suicidio per le mancate cure mediche e il fanatismo esagerato, volevano le guarigioni senza l’uso delle medicine ma con le solo preghiere… Non voglio esprimermi su queste accuse, eventualmente sarà la Magistratura ad indagare e a fare chiarezza. Non voglio rilasciare qui cosa ne penso, se c’è stato qualcosa saranno altri a evidenziarli.
Voglio augurarmi che i Francescani dell’Immacolata riprendano a vivere la vera vita religiosa come insegna la Chiesa e che possano al più presto ottenere il permesso della Messa in latino. Con la rimozione del Consiglio Generale dei Frati Francescani dell’Immacolata (a partire dal Ministro Generale, Padre Stefano Manelli), è stato eliminato un modo opprimente e doloroso che non trova spazio nel Vangelo di Gesù Cristo, metodo crudele e cattivo utilizzato per obbligare i Frati, sottometterli a qualsiasi comando, minacciarli con l’emarginazione o addirittura con l’inferno.
Abbiamo visto che non è la Messa in latino la ragione dell’intervento della Santa Sede, non c’entra nulla questo, sono altri scandali gravissimi e penalmente rilevanti ad avere fatto intervenire la Congregazione.
Di questo scritto mi assumo ogni responsabilità, conosco testimoni e testimonianze scritte e a voce, se qualche difensore di Padre Stefano Manelli richiede ulteriori chiarimenti sono disponibile. È un dovere morale porre queste precisazioni e i credenti vanno informati nella verità.
Non bisogna lasciarsi guidare dall’emotività o dall’amicizia con qualche conoscente, la verità provata ed evidente và riconosciuta, anche quando addolora e purtroppo deturpa l’immagine della Chiesa. Il male minore è fare conoscere la verità anche se dolorosa per orientare i credenti e dare le corrette indicazioni spirituali! Lasciare agire ancora chi distrugge la vita spirituale e la psiche di molti Religiosi non è onesto!
Non vorrei scrivere quanto segue, sono costretto però a dare questa precisazione trattandosi di un argomento molto delicato e che tocca aspetti che vanno trattati con assoluta correttezza, senza ottusità. L’onestà intellettuale deve essere sempre presente nei cristiani, purtroppo si incontra di tutto. Non si deve pretendere di avere capito tutto quando invece non si conosce nulla dell’ampia documentazione.
Quindi, per definire questo mio scritto rivelato apertamente e senza paure di confronti e chiarimenti, chi volesse manipolare, travisare o dileggiare questo scritto ne risponderà nelle sedi competenti.
È sufficiente quanto scritto per precisare che non c’è nulla contro la Messa in latino e che le motivazioni sono gravissime e provate!
Per il mio sconfinato amore alla Chiesa non ho voluto qui fare conoscere fatti gravissimi e documentati. Non parliamo di aria fritta o di supposizioni, perché moltissimi testimoni, prove e documentazioni attestano indubitabilmente, senza alcun dubbio, in modo incontrovertibile, comportamenti vessatori, ricattatori e opposti al Vangelo di Gesù Cristo. Durati per oltre venti anni! Ma all’esterno appariva un’altra verità!
Questo scritto era doveroso per amore della verità e della giustizia, per chiarire la vicenda a quanti non conoscono la motivazione del Decreto della Congregazione.
Se è vero che ci sono situazioni gravissime nella Chiesa e un malizioso attacco alla sana dottrina tradizionale da moltissime parti interne, bisogna avere buon discernimento per capire che il marcio può trovarsi anche dove c’è una maschera di fedeltà al Magistero.
Non è sufficiente considerarsi fedele alla Tradizione per poter dare frutti buoni. I frutti buoni non sono quelli che nascono dalle parole che possono essere ipocrite, sono le incessanti opere oneste e la vita irreprensibile condotta soprattutto nelle case o comunità dove si vive a testimoniare l’autenticità della persona.
L’albero si riconosce sempre dai frutti, ma i frutti bisogna pure controllarli all’interno se nascondono vermi e sono sepolcri imbiancati.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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Pubblicato da Gianandrea a 19:46

http://it.gloria.tv/?media=481769
Piccola nota semi-ufficiale a proposito del divieto fattoci di celebrare la Messa Tridentina
Abramo 31/07/2013 15:08:50
Accettiamo e obbediamo alle disposizioni S. Sede: chi userà questa vicenda per andare contro il Papa o la Gerarchia Cattolica, andrà contro lo spirito del nostro istituto

di P. Rosario M. Sammarco

Poiché da qualche ora è rimbalzata su diverse testate la notizia dell'ordine impartitoci dalla S. Sede di non celebrare la Messa Tridentina ritengo utile fare alcune precisazioni, che non hanno carattere "ufficiale" in quanto, pur potendo operare di mia responsabilità a causa dell'incarico che ho, non ho ancora sentito i Superiori. Agisco, tuttavia, potendo dire cosa sta succedendo e cosa i Superiori pensano, per cui non temo smentite. Mi rendo conto che forse queste precisazioni non soddisferanno tanti, ma è opportuno farle e a chi non dovesse essere contento chiedo la carità di un pudico rispetto verso il nostro Istituto Religioso. La notizia in questione si trova sul Blog Messa in Latino e sul Blog "Settimo Cielo" di Sandro Magister, ed è autentica per quanto non sia stata riportata in modo corretto. Non è stata ancora pubblicata sul sito dell'Istituto in quanto si attendono istruzioni nel merito, anche perché è una faccenda che riguarda l'Istituto Religioso come tale. Messa in Latino della notizia ha pubblicato solo la parte che più interessava e che ha delle conseguenze esterne immediate: la sospensione della Messa Tridentina. Magister arriva a citare il decreto (non si sa come avuto) e fa delle sue considerazioni, peraltro senza avere una conoscenza esatta della questione.

Il dato di fatto è questo: il 12 luglio la Congregazione per i Religiosi e gli Istituti di Vita Consacrata ha emanato un decreto nel quale, tra le altre cose stabilisce la rimozione del Consiglio Generale dei Frati Francescani dell'Immacolata (a partire dal Ministro Generale, P. Stefano M. Manelli) e ordina a tutti i sacerdoti Francescani dell'Immacolata la sospensione della celebrazione della Messa Tridentina e del Breviario Tridentino, lasciando tuttavia ai singoli sacerdoti e alle singole comunità la facoltà di chiedere al nuovo Commissario di poter nuovamente tornare a celebrare tanto l'una che l'altro e al medesimo Commissario quella di approvare o negare tale permesso caso per caso. Per evitare spiacevoli situazioni dovute ad impegni già presi, oralmente il Commissario incaricato, il Padre Fidenzio Volpi, OFM Cap, ha concesso a voce la facoltà di fare queste celebrazioni, dove necessario, fino al 12 agosto.
L'intervento del S. Padre e della Congregazione si è reso necessario dopo aver ricevuto notizie di problemi suscitati nell'Istituto in materia liturgica.

Alla luce di questo, mi sembra pertanto poco fondata la preoccupazione espressa da Sandro Magister che tale divieto possa essere esteso prima o poi anche a tutti i sacerdoti, in contrasto con il Motu Proprio Summorum Pontificum, e che lo stesso S. Padre abbia agito, di fatto, contro quello che sarebbe stato l'atteggiamento di Benedetto XVI.

Il dato di fatto è che il S. Padre si è trovato con un rapporto davanti, e dopo averlo studiato ha messo in atto quelle misure che a suo prudente giudizio erano atte a tutelare tanto l'Istituto, quanto il suo ruolo nella Chiesa.

Circa i contenuti di quel rapporto, il numero dei frati coinvolti, e tante altre faccende a riguardo non è possibile né al sottoscritto, né ad alcun altro, fare valutazioni.

Le indagini e il tempo diranno la loro sulla responsabilità di ciascuno.

L'Istituto come tale accetta le disposizioni della S. Sede e obbedisce.

E proprio perché obbedisce, rifiuta con forza qualunque tentativo, da qualsivoglia parte provenga, di strumentalizzare questa vicenda a danno della persona e dell'autorità del Romano Pontefice felicemente regnante.

Chi volesse utilizzare questa situazione interna nostra per andare contro il Papa o giustificare sue prese di posizione contro il Papa e la Gerarchia Cattolica, qualunque cosa possa dire, va contro lo spirito dei Fondatori dell'Istituto e contro l'Istituto stesso.

Questa nota è stata pubblicata con il titolo "Piccola nota semi-ufficiale a proposito del divieto fattoci di celebrare la Messa Tridentina" dall'amministratore del Profilo Facebook dei Francescani dell'Immacolata e responsabile del portale www.immacolata.com

Fonte: Profilo Facebook FI, 29 luglio 2013

Edited by pincopallino1 - 26/2/2024, 09:04
 
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view post Posted on 1/8/2013, 12:23




Ma sapete chi è questo sedicente Padre Giulio Maria Scozzaro (al secolo Giambattista Scozzaro), che in questo modo infanga i Francescani dell'Immacolata?
Ecco qualche informazione tratta dal sito della Conferenza Episcopale Siciliana:

P. Giulio Maria Scozzaro, già professo perpetuo dell’Istituto dei Frati Francescani
dell’Immacolata, con decreto del Superiore Generale del 4 ottobre 2007, è stato dimesso dal
suo Istituto religioso per motivo “di disobbedienza ostinata alle legittime disposizioni dei
superiori in materia grave”. Il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita
Apostolica con rescritto dell’8 aprile 2008 ha confermato il decreto di dimissione e con
decreto del 21 luglio 2008, ha respinto il ricorso presentato dallo stesso Scozzaro.
Pertanto, la posizione canonica dello Scozzaro è quella definita dal Codice di Diritto
Canonico: con la legittima dimissione di un religioso, cessano i voti e gli obblighi derivanti
dalla professione. Se il religioso è chierico, come nel caso dello Scozzaro, non può esercitare
gli ordini sacri fino a quando non avrà trovato un vescovo benevolo, il quale, dopo un
conveniente periodo di prova nella Diocesi, lo accolga o almeno gli consenta l’esercizio degli
ordini sacri (cfr. can. 701).
Allo stato attuale lo Scozzaro non è stato accolto né incardinato in nessuna Diocesi, e
per conseguenza non può esercitare gli ordini sacri, poiché non è consentito che vi possano
essere chierici “vaganti o acefali”, privi cioè di incardinazione. Tra l’altro egli non può più
utilizzare il nome da religioso “Giulio Maria” ma quello anagrafico che è “Giambattista”, ne
vestire con l’abito da francescano.


Potrebbe inoltre interessarvi il suo pensiero sulle donne: vedi sul sito giornalettismo.com l'articolo sulle donne che subiscono violenza perché la provocano.
 
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view post Posted on 1/8/2013, 13:07
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E' gradito un collegamento alla fonte riportata.

Staremo a vedere che ne pensa la magistratura di quello che dice questo signore. Fonte che può essere anche ben informata se proviene dall'interno. Come può essere una fonte mal informata.

Quanto poi a quello che può fare e celebrare un espulso dalle gerarchie ecclesiastiche non mi pare di competenza delle stesse. Se sei fuori di una organizzazione devi semplicemente tacere sul comportamento privato e l'abito altrui.

Quanto ai sedicenti padri senza figli ne è piena la chiesa cattolica. A parte i figli nascosti.
 
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view post Posted on 1/8/2013, 13:16
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In attesa che chiarisca la magistratura destituiti padre Stefano Manelli e seguaci
 
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view post Posted on 1/8/2013, 13:35
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http://www.papalepapale.com/develop/trionf...pa-li-sopprima/

Trionfo e tragedia: i Francescani dell’Immacolata e il crepuscolo degli Ordini. Il papa li sopprima!
Posted on 31/07/2013 by Il Mastino
bianco (1)

UN DOSSIER DI PP

Era l’ordine religioso più giovane. E quello di maggior successo vocazionale. Il tutto nella più rigorosa ortodossia, alla riscoperta delle fonti francescane. Un grande futuro: dietro le spalle. A causa dei torbidi. Dall’interno dell’Ordine, in combutta con un Personaggio interno al Vaticano, parte sotto mentite spoglie il tentativo della Curia di fare pulizia etnica. Attraverso stratagemmi da “guerra sporca” e sotterranea. È un vero mandato con licenza d’uccidere.
Come? Andando a colpire i due pilastri sui quali si regge la congregazione e le numerose vocazioni: la libertà di celebrare anche in rito antico. Distruggendone così il carisma. Facendo così implodere una delle poche cose che andava a gonfie vele dentro la Cattolica.
Chi? Chi è il congiurato interno? Chi l’alto congiurato vaticano.
Perché? Mysterium iniquitatis, certo. E anche “invidia del demonio”. Piani miserabili e ambizioni meschine degli uomini di Chiesa in carriera. Ma forse qualcosa di più e di peggio.

È finito il tempo degli ordini religiosi.
DA QUI LA MIA RICHIESTA AL PAPA DI SOPPRIMERE I FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA.
E TUTTI GLI ALTRI, compresi i suoi gesuiti: hanno fatto il loro tempo, hanno dato quanto potevano. Ora possono solo far danni.


di Antonio Margheriti Mastino
Sono giorni che mi mandano mail, messaggi fb, mi telefonano per domandarmi sempre la stessa cosa. Qualcosa che non è che non sia mai stata al centro dei miei pensieri: semplicemente ero felice e contento che per loro tutto andasse a gonfie vele e dunque mi sono tranquillamente occupato d’altro, forse dando troppo per scontata qualcosa che, alla prova dei fatti, non lo era affatto. Sto parlando degli ultimi fatti dell’ordine dei Francescani dell’Immacolata, all’interno del quale è partito un moto di autodemolizione, che per la verità incubava da anni, pare.

CANDIDI COME COLOMBE E VELENOSI COME SERPENTI

In breve i fatti sono questi, almeno per come io li ho conosciuti.
Questo Ordine è nato da qualche anno, da una costola dei francescani conventuali, meditando sui testi di san Massimiliano Kolbe e rimeditando le fonti francescane. Il loro fondatore e superiore è il padre Stefano Manelli, di origine fiumana, che lo scorso maggio ha celebrato nell’amarezza i suoi 80 anni. Perché ha finalmente ricevuto il morso velenoso di un gruppuscolo di serpi che paternamente aveva allevato nel seno della sua congregazione: figli degeneri che egli ha commesso l’errore di mettere e mantenere in punti nevralgici e strategici per i suoi frati, come per esempio a Santa Maria Maggiore.

Alcuni francescani dell’Immacolata insediati a Santa Maria Maggiore, da dove sono partiti i torbidi ai danni della Comunità.
Lì ci aveva da anni fatto il nido il capo di questi sediziosi, che noi chiameremo il Superbissimo. È dal 2009 che ne sento di cotte e di crude e di terribili su di lui. Ma è rimasto là, anche grazie ad allacci sotterranei con potentati clericali vari – piuttosto ostili alla Congregazione, alla tradizione cattolica e specialmente al pontificato ratzingeriano – che era riuscito in tutto questo tempo a costruirsi, per tramare contro “li boni frati”, ossia i suoi stessi confratelli che nella stragrande maggioranza restano fedeli al carisma e alla regola istituita dal Fondatore vivente.
“Li boni frati”, quelli miti e beati – come tanti lì dentro ce ne sono – e che ho incrociato, quando facevano il nome del Superbissimo annidato a Santa Maria Maggiore quasi s’intimidivano, abbassavano la voce, come a pronunciare il nome di un arcidiavolo, quasi fosse una bestemmia evocarlo… anzi, a dire la verità, si rifiutavano anche di fare il nome, limitandosi a indicarlo come “un confratello del quale è pietà cristiana tacerne”, e a spegnere facili entusiasmi miei nei confronti della loro congregazione, scuotendo il capo mi dicevano con rammarico che «le cose non sono così idilliache, abbiamo diverse piaghe purulente, specie a Santa Maria Maggiore e non solo: ci sono diversi fratelli il cui atteggiamento non è cristiano, la condotta disdicevole, qualcuno anche fuori di testa totale. Ma per carità cristiana mettiamo tutto a tacere, già troppa amarezza hanno dato al Padre [Manelli]».
Questa congregazione qui dei Francescani dell’Immacolata, che comprende frati, padri, suore missionarie, monache in fitta schiera, è praticamente l’unico ordine religioso di stampo classico che non solo non è in agonia terminale come tutti gli altri ordini, ma al contrario è in controtendenza assoluta.

Gli inizi: il fondatore padre Manelli e il papa beato Giovanni Paolo.
In un pugno d’anni, infatti, è cresciuto enormemente, ha moltiplicato le case, i seminaristi, novizi e novizie, le richieste di entrare a farne parte sono in crescita esponenziale. Un unicum nel mondo dei religiosi a livello mondiale. In una prospettiva futura e facendo dei calcoli ottimisti, continuando a questo ritmo, si ritroverebbero a breve a diventare la congregazione più viva, attiva e numerosa al mondo. Cosa che deve far storcere il naso a troppi, essendo la mancanza di solidarietà, di zelo e l’invidia le tare di quel che resta del mondo clericale e religioso secolarizzato, sbandato e in crisi ormai irreversibile di identità. E va da sé, di fede.
Un frutto succulento che spunta improvviso come un’oasi in mezzo un deserto immane e disseminato di scorpioni, aspidi e parassiti, a cui la maggioranza degli incanutiti e incarogniti ordini religiosi, i rimasugli almeno, sono ridotti.

MESSORI MI DISSE: “TORNIAMO MILLE ANNI INDIETRO, A QUANDO NON C’ERANO RELIGIOSI”

Vittorio Messori, presso la “sua” abbazia di Maguzzano: “il mio pensatoio”.
Ordini a proposito dei quali, un giorno Messori mi disse una cosa. Raccontandomi dell’antichissima abbazia di Maguzzano, nei pressi del Lago di Garda, dove in un’ala ha ricavato un suo studio e a sue spese ha contribuito a restaurare parte del grande e vetusto edificio, spesso battagliando coi pochi e anziani frati che vi giacciono ancora vivi. Ebbene, Messori, mi diceva a proposito di quel che resta degli antichi ordini religiosi, carichi di anni e glorie passate e sempre più alleggeriti di vocazioni:
«Come sa, nel pensatoio in abbazia non ho voluto collegamenti a internet e posta, ma uno word “liscio”, per evitare distrazioni, già sin troppe per seguire muratori e artigiani da me ingaggiati – tra la disperazione dei frati – per ridare un minimo di confort e di restauro al luogo. Poiché invocano la povertà, come un logoro mantra, gli ricordo che molti, moltissimi luoghi clericali confondono la povertà con lo squallore. E squallida era Maguzzano quando la vidi la prima volta, ormai una dozzina di anni fa. Mi proposi dunque di intervenire, con grave pregiudizio dei miei risparmi ma in cambio con grandi soddisfazioni. Do sulla voce a chi mi considera un benefattore: sono, in realtà un beneficato. Mica a tutti capita di programmare il recupero, almeno nei muri e nel verde (un uliveto con 2.000 piante, più altre meraviglie) di un’abbazia di fondazione carolingia. Insomma, un privilegio di cui sono grato». E questo per quanto riguarda il suo “pensatoio” abbaziale a Maguzzano.

Cistercensi medievali
Sul resto, infatti, aggiungeva: «Ho comunque perso ogni speranza, almeno umana: bisognerà tornare alla situazione del primo Millennio quando non c’erano che monaci (in maggioranza non sacerdoti) e preti secolari. Abbazie e diocesi: c’est tout e c’est assez. Constato ogni giorno che la sopravvivenza di ordini e congregazioni nate per rispondere a bisogni che non esistono più- o, almeno, che sono stati sottratti alla Chiesa – non è una risorsa ma un problema grave, spesso purtroppo una contro-testimonianza. Una deriva verso una morte strascicata, un decesso dopo l’altro, senza possibilità di ricambio, mentre finisce come prevedevo la speranza degli ingenui che nuove “vocazioni”, si fa per dire, venissero da Africa e Asia. Dove, se si entra in seminario, è (spesso) come nelle nostre campagne fino a qualche decennio fa, dove i religiosi (mentre già c’era sentore inconscio di crisi imminente) giravano per le campagne con un camion e, in ogni cascina, assecondando il volere di genitori con troppi figli e poco pane, prelevavano un maschio e una femmina, per farne frati e suore. Ancora bambini : “vocazioni precoci”, le chiamavano…».

A TAVOLA COL PADRE MANELLI. IL PEGGIORE PRANZO DELLA MIA VITA

Il padre Manelli e un frate
LEGENDA AUREA. Intorno al 2009 avevo un progetto, del quale poi non si fece nulla, ma in caso mi serviva la collaborazione delle creature del padre Stefano Manelli: i Francescani dell’Immacolata. Tramite un frate, ottenni un incontro col fondatore. Ma prima, questo frate reputò opportuno introdurmi teoricamente alla figura del “Padre”, tratteggiandomene le qualità salienti: mi sembrò la classica legenda aurea che nei secoli scorsi si disegnava sui “santi viventi”, certi che poi, morti, sarebbero stati santi canonicamente. Mi accennò a sue qualità mistiche, doti pressappoco soprannaturali. Proveniente io dalla scuola comunista e radicale, nonché dagli studi accademici sulla storia della religiosità, il mio sguardo restò scettico: avevo un sentore di “già sentito”, di agiografia. Poi mi mise in guardia anche dall’ironia sorniona del Padre: casomai mi fossi offeso a qualche sua battuta, ché la prendessi pure io con ironia, “perché il Padre è uno a cui piace scherzare, sfottere bonariamente”. Il mio spirito, dinanzi a tale rischio, restò immoto, lo ammetto, come pressappoco era prima.
Non amo i convenevoli bigotti, e mi imbarazzavano le telefonate con questi frati che invece di “buongiorno” esordivano con un “avemaria” al quale non sapevi mai che rispondere, e alla stessa maniera si congedavano. Fatto sta che oltre all’incontro, quella mattina di una domenica di giugno, ottenni anche un invito a pranzo nella loro casa religiosa vicino via della Conciliazione.

Il fondatore e il co-fondatore
LA CASA. Osservai questa casa religiosa che avevano probabilmente in affitto. In origine forse era qualche residenza privata, molto vecchia, assai casalinga, col pavimento dissestato, i muri ammaccati, le porte malridotte e storte e consumate dal tempo, oggetti scadenti, madonnelle qua e là, libri tanti, ovunque, d’argomento teologico: una generale spartana trasandatezza campagnola nel cuore della metropoli. Non sono convinto però che si possa parlare di “squallore”, no, non lo era, neppure di vero “decoro” si può parlare: era povertà santa, gusto dell’essenziale, nella forma più rudimentale. Poi mi introdussero in uno stanzino, e qui le cose cambiarono: c’era decoro e non solo. Tutta la bellezza residuale di quell’edificio che nulla aveva di “bello” era qui accumulata, qui tutta la loro scarsissima opulenza era ben spesa e concentrata: era la stanza del Santissimo, la Cappella, con un altare a muro coram Deo, rivestito di paliotti e drappi baroccheggianti. Quel poco di prezioso che avevano, era offerto solo al loro Signore.
I FRATI. Osservai i giovani padri e novizi presenti in quella casa, attento ai tratti fisiognomici: la maggioranza erano, diciamo così, esteticamente discutibili, salvo uno, messicano, che era piuttosto avvenente, e con lui qualche novizio. Alcuni altri invece, dico la verità, mi ricordavano se non proprio il “Salvatore” de Il Nome della Rosa, dei fratacchioni di origini contadinesche con notevoli ma indefinite tare genetiche, un po’ tardi diciamo, anche nel portamento, nell’assoluta volgarità fisica: questi qui non parlavano mai, e probabilmente non avevano nulla da dire. Certi avevano una inespressività cupa e misteriosa, inquietante, ricordavano certi monaci del, ancora una volta, Nome della Rosa. Un clima docile, famigliare ma anomalo: mi sembrava d’essere precipitato indietro di secoli, in un romitorio campestre umbro del Quattrocento, in mezzo ai “poverelli” dei tempi eroici ed eretici dei movimenti francescani spiritualisti e pauperisti, ma senza ventate utopiche stavolta. Rimasi più o meno perplesso.

Il Fondatore
IL PADRE. Poi mi venne incontro un vecchio gigantesco, con uno zucchetto in testa, al quale (gesto assolutamente estraneo al mio modo di fare) mi chinai a baciare la mano, cosa che non avrei mai più rifatto da allora in poi. Era il padre Manelli, il fondatore. Fui portato nella “sala ricevimenti” che dava su uno sconquassato terrazzo-cortile: uno stretto sgabuzzino-deposito, altro che la “povertà” della suite del Santa Marta.
Ci accomodammo su delle panche io e il frate che mi scortava; più in là, prospiciente a noi si accomodò il monumentale padre Manelli e chiuse gli occhi. Sì, è una di quelle persone, di quei notabili che, mentre gli parli, ti mettono nella situazione imbarazzante di non capire se ti stanno ascoltando o stanno sonnecchiando. E gli occhi chiusi, le mani congiunte sul mento, non aiutavano a sciogliere il dubbio. Una situazione che nel mondo laico può essere un cosciente atto di superbia per mettere in soggezione l’ospite, ma che nel mondo religioso, e in questo ambiente angelicato specialmente, significa un’altra cosa: “ecco, adesso sono pronto ad ascoltarti, in profondità, oltre le parole”.
Forse da qui nasceva la leggenda che i fraticelli diffondevano sul loro fondatore: “Costui ha fama di leggere nel pensiero, si dice”. Ma secondo me non aveva letto nel mio pensiero, altrimenti non mi avrebbe invitato a pranzo, stante la mia allergia per le trascuratezze e i pasticciacci brutti di bassa cucina a tavola.
Approfittando del fatto che fosse a occhi chiusi, lo osservai bene: per esempio quei grandi piedi lì nei sandali, così grossi, screpolati, fra una confusione di dita accavallate. Non era tipo da pedicure. Mentre parlavo e osservavo tutto questo, pensavo non solo di non poter mai fare “voto di povertà” spinto a questi livelli di esemplarità ed ascetismo, come questi frati qui, di non essere “vocato” a certe cose, ma anche che mai sarei potuto essere un francescano dell’Immacolata. Avrei più l’indole del gesuita, semmai dell’opusdeista, ma niente è più lontano dalla mia personalità che ogni sorta di francescanesimo. Ancora lì lui, il Fondatore, con gli occhi chiusi, che certe volte neppure riapriva replicando dopo avermi ascoltato in silenzio. Salvo una volta, quando lo feci sobbalzare e spalancare gli occhi, citando “l’ortodossia di von Balthasar”. “E no, no, un momento, andiamoci piano con Balthasar, la sua ambiguità è pericolosa!”.

Il Fondatore
PRANZO. Poi arrivò il momento più difficile per lo strano personaggio schizzinoso che ero, facile a sentire oltraggiato il suo – alto – senso estetico, essendo per giunta uno storico dell’alimentazione: andare a tavola. Era imbandita nel cortile-terrazza. Il padre Manelli a capotavola, i frati e i novizi tutti intorno, io fra loro, con difronte due algidi giornalisti cattolici francesi, penne di punta di una rivista che mirava alla collaborazione tra “tradizionalisti” e “moderati”, contro le derive teologiche dei fumosi clerico-intellettuali progressisti di Francia. Piatti e bicchieri uno diverso dall’altro, forchette che sembravano aver fatto la guerra ’15-’18: una scampagnata di povertà. Già!
Quel banchetto lì sarà destinato a rimanere nella mia memoria sino alla morte, incancellabile come il peccato originale. Non ho mangiato, nel senso che non ho masticato il cibo, per non doverlo assaporare oltre: l’ho semplicemente ingoiato, come fosse una medicina.
PIETANZE. Indimenticabili le pietanze. Il primo, ad esempio: “li boni frati” avevano messo in una pentola tutti i rimasugli di pasta immaginabili, un assortimento di mezzemaniche, rigatoni, pennette; conditi con quel che avevano trovato per caso in frigo, molto burro, origano forse, formaggio, e per giunta, essendo un assortimento di paste diverse e diversi erano i tempi di cottura, mezza pasta era cruda e mezza squagliata; chiaramente con gran scialo di sale… manco grosso, ma fino. Un pappone che in casa mia non si dà neppure ai cani (encomiabile l’autocontrollo e l’atarassia di quei due laici azzimati francesi: pure loro, con la massima dignità possibile, ingoiavano il pappone, in cuor loro rimpiangendo le delicatezze della cucina gallica, ma senza darlo a vedere nei loro volti sfingei). Il sugo lo avevano ricavato dal secondo. Il secondo, appunto, che era peggio del primo: in una padella ci avevano buttato tutto insieme pelati, passati, burro, pepe, e (Signore pietà!) due chili di ogni sorta di taglio di carni (sicuramente da discount) e d’ogni razza d’animale: maiale, bovino, vitello, fegatelli, salsiccioni, di tutto di peggio. E come non bastasse, erano cotte malissimo, anzi non erano cotte affatto, e la carne era diventata dura come gomma. Un sacrilegio che gridava la vendetta di Dio. Ho ingoiato pure questa roba qui, a pericolo stavolta di strozzarmi.

Il Padre: celebra il Sacrificio di Cristo. Adesso stanno celebrando il sacrificio del Padre. E come per Gesù… ad opera del Giuda che gli sedeva accanto.
Mentre dentro di me bestemmiavo il nome del cuoco e della madre che lo aveva messo al mondo, notai un gesto sconvenientissimo per come la vedo io, ma che guardato in un’altra ottica è molto famigliare, intimo, da padre a figlio. Con assoluta naturalezza, il Padre fondatore non avendo terminato la pasta nel suo piatto, lo passò a un suo fraticello che la consumò. E così fece con la carne. Solo chi è sicuro dell’esistenza di un intimo rapporto di paternità e figliolanza può fare simili gesti a tavola. Gesti che io non potrei fare e accettare, mi dicevo, se non con un’amante: “ecco perché mai potrei essere uno di loro”.
Insomma, per farla breve: la povertà quattrocentesca non mi piace, non mi affascina, non eleva il mio spirito e semmai lo abbassa, lo immeschinisce e in definitiva mi ripugna. Mi piace la vita borghese, semplice ma borghese. Ecco: benedettino sì, francescano no; servire il Signore da signore come i benedettini sì, servirlo da straccione come i francescani (di un tempo o, in questo tempo, come solo i francescani dell’Immacolata) no. De gustibus!
A parte tutto questo, con tutte le miserie del caso, resto a tutt’oggi convinto di essere stato a tavola con una comunità di santi, viventi e futuri. Almeno il 70% lo erano. Ed è quel che conta.

CHE MISTERO BUFFO E TREMENDO QUELL’ISTINTO SUICIDA DEI RELIGIOSI

Francescani dell’Immacolata a lavoro in cucina: l’età media è bassissima.
Un giorno stavo discutendo con don Ariel Levi di Gualdo, che è ‘n’amico, e si parlava del destino di questi ordini religiosi, a cosa si erano ridotti ormai, se non valesse per loro una sorta di eterogenesi dei fini che capovolge gli intenti iniziali del fondatore e li converte nell’esatto contrario. Mi veniva da fare comparazioni cliniche: “come nel caso dell’AIDS”, dove gli anticorpi posti all’interno dell’organismo per difenderlo dai virus, nei casi di AIDS invece, quegli stessi anticorpi nati per distruggere i virus, impazziscono e si mettono a lavorare per i virus, attaccando le cellule sane e gli altri anticorpi. Sino all’omicidio-suicidio organico, del corpo che li ospita e di se stessi con esso.
Allora il padre Ariel, allevato da un grande gesuita della vecchia scuola ignaziana, mi raccontava del fatto che “se i gesuiti hanno grossi problemi a livello dottrinale, i benedettini, invece, hanno grossissimi problemi a livello morale”. Poi ad un certo punto mi disse: «Se certi giovani gesuiti non fossero così arroganti, sordi e ideologizzati come son diventati molti di quelli nati e formatisi dagli anni Settanta in poi, se smettessero di essere così e decidessero di tornare alla loro essenza, al loro carisma ignaziano, alla regola originaria, alla missione che gli è propria, compatibilmente alla Chiesa e alla società di oggi, quegli stessi gesuiti che s’avviano a un declino inarrestabile anno dopo anno, e ogni anno il numero dei decessi supera di dieci volte le nuove ordinazioni sacerdotali, quegli stessi gesuiti dalla sera alla mattina si ritroverebbero i noviziati pieni di novizi».

Un francescano dell’Immacolata proveniente da qualche “Estremo Nord” della terra.
A livello subliminale lo sanno quei gesuiti qual è la strada obbligata per una rinascita. Lo sanno, ma la loro patetica ostinazione senile, l’ideologismo anacronistico e protervo, il conservatorismo sessantottardo dal quale non riescono a liberarsi, tutto questo li spinge a insistere su una strada che la realtà ha dimostrato non solo essere sterile, dannosa, ma anche suicida. Corrono boriosamente incontro alla rovina con l’aria incosciente di chi sta andando a giocare nei campi del Signore.
Certo, sì, vale quel che Messori dice sempre a proposito di tutti gli ideologi: “Se la realtà dimostra che lo schema dell’ideologo è sbagliato, tanto peggio per la realtà, è la realtà che sbaglia perché lo scheMa è ‘giusto’”. Certo. Ma qui, in questo caparbio, ostinato istinto suicida dei religiosi, c’è qualcosa di più e di peggio, di apparentemente inspiegabile e oscuro, un mistero insondabile: una mano invisibile, fatale, che non sai se muova i fili dagli abissi della “terra incognita”, oppure dall’alto dei cieli. Se è la Tentazione o è la Provvidenza che si muove, come sempre, secondo una logica imperscrutabile, che sfugge all’occhio e alla ragione umana. una sorta di cupio dissolvi: desiderio inconscio di morte.

I GLORIOSI ORDINI MONASTICI? FORSE FURONO SOPPRESSI DALLA PROVVIDENZA PIÙ CHE DA NAPOLEONE. L’IPOTESI DI UNO SCRITTORE CATTOLICO

Trionfo del monachesimo
Proprio oggi ne parlavo con uno scrittore cattolico sul perché di quell’ineluttabile destino finale rovinoso che disintegra ad un certo punto i più gloriosi ordini religiosi. A ‘na certa, rispondendomi, se ne è uscito, apparentemente, con un paradosso: in realtà è una ipotesi vera e propria, o forse proprio una constatazione storica. Mi dice infatti questo scrittore, prendendo spunto dalle soppressioni napoleoniche di vari ordini, i contemplativi specialmente:
«Detto tra noi: le brutali soppressioni napoleoniche fecero danni come una invasione barbarica. Ma danni al patrimonio artistico e culturale, come avvenne per tanti antiche abbazie italiane, ridotte a case coloniche , quadri e sculture rubati, archivi bruciati, biblioteche disperse, campane fuse per far cannoni». E a questo punto aggiunge una cosa, che dovrebbe forse scandalizzare qualche kattolico “con la K”: «Ma, sul piano religioso, c’è da chiedersi se quella violenza non rientri nella prospettiva delle ultime parole del curato di campagna di Bernanos: “Tout est grace”, tutto è provvidenza». Le soppressioni napoleoniche e poi sabaude e massoniche e comuniste e via proseguendo come opera della Provvidenza? C’è da scandalizzarsi, certo, ma c’è parecchio da riflettere, seriamente: è una ipotesi non balzana. Rientra a pieno titolo nella storia di questo Dio dal giogo lungo e dai paradossi grandi.
Continua, lo scrittore, citando i fatti di una nota abbazia lombarda soppressa dai francesi: «In questo caso il popolo non mosse un dito per salvare i monaci, i servi delle abbazie si rallegrarono (anche se poi si accorsero che i nuovi proprietari erano peggio: da terzaroli, debitori di un terzo del raccolto, furono ridotti a mezzadri) il clero diocesano si rallegrò, i moralisti si dissero lieti per la fine di quella che a loro sembrava solo una vita di pigrizia, molti storici cattolici vi videro la necessaria interruzione di una lunghissima agonia che – per i monaci – durava dal XIII secolo (apparizione degli ordini mendicanti, e poi via via tutti gli altri). Il benedettinismo muore con il feudalesimo e la nascita dei Comuni che non a caso edificano le loro cattedrali come risposta e sfida alle chiese abbaziali. Buona parte delle monache rifiutò di uscire dalla clausura e non accettò il salario che era loro offerto per vivere nel mondo. La gran maggioranza dei monaci, invece, se ne andò senza far storie e accettò la paga governativa».

…e tragedia del monachesimo
Ma precisa, a riguardo dei benedettini che immaginiamo all’epoca come un bocciolo di rosa fresco e aulentissimo, che le cose stavano un tantino diversamente per quei monaci: «Erano ormai i brandelli di un mondo morente: pensiamo che Cluny, mater abbatiarum, che giunse ad avere alle sue dipendenze più di mille monasteri e tra le sue mura 900 monaci, al momento della soppressione aveva una trentina di anziani religiosi e solo tre rifiutarono di abbandonare il “mestiere” e scelsero di unirsi ai confratelli di abbazie non francesi. Intollerabile, vergognosa è invece la vendita come cava di pietra e marmi della chiesa abbaziale, la più grande chiesa del mondo dopo San Pietro: quando vado a Cluny, mi viene da piangere, davvero, guardando il solo campanile (marginale) rimasto a testimoniare una meraviglia scomparsa, il miglior romanico della Cristianità». Così questo noto scrittore cattolico.

TANTE VOCAZIONI PERCHÉ HANNO PROPOSTO L’EVERSIONE DELL’ORTODOSSIA

Il Fondatore durante un conferenza
Ma torniamo al trionfo e tragedia dei Francescani dell’Immacolata. Cosa sono, cosa sta succedendo, dicevamo. A cosa era dovuto il loro stupefacente successo vocazionale in questi ultimi anni?
Ad una cosa apparentemente ostica, ma in realtà la più semplice di tutte, e la più seducente per i giovani abitanti di un mondo desacralizzato ma affamato di sacro, di assoluto, di radicalità: hanno proposto ai ragazzi con una sensibilità religiosa che poteva sbocciare in una vocazione una cosa “controcorrente”, una esperienza più che di “rottura” di docilità al soffio dello Spirito, e perciò esperienza estrema, qualcosa che era “oltre” e “altro”: rivivere il gusto della Regola originaria, essere pionieri del ritorno alle origini francescane con tutte le radicalità che ciò comporta.

Suore francescane dell’Immacolata. Tante, e ce ne sono molte altre…
Hanno proposto loro la spoliazione dalla mondanità, la povertà più totale e francescana, e al contempo l’ebbrezza della bellezza, il rivestirsi della maestà di Cristo e sic introibo ad altare Dei nel culto divino. La purezza della dottrina cattolica. L’eversione dell’ortodossia. L’anarchia della fedeltà a Cristo e alla Chiesa, alternativa al conformismo corrotto del clericalismo afflitto da mondanità spirituale e vittima di mode e ideologismi. Una nuda e cruda, e proprio perciò viva e ricchissima, esperienza eminentemente cattolica. Un’oasi dentro una Chiesa che non ama più se stessa, che si scinde ogni giorno dalla sua essenza, e dunque dalla sua missione, sino all’autodemolizione.
Fra i tanti, uno dei pilastri di questa esperienza religiosa regolare, era la celebrazione “anche” della messa secondo il rito antico: “anche” perché alternavano il messale di Paolo VI a quello di Giovanni XXIII, quindi celebravano il sacrificio parimenti nelle due forme dell’unico rito romano, antico e nuovo. Ecco, questa era una delle grosse attrazioni per le vocazioni: si direbbe che la maggioranza dei padri e dei novizi sia stato attratto proprio da questa possibilità, e abbiano perciò deciso di entrare tra questi Francescani dell’Immacolata. E qua inizia il trionfo. E laddove inizia il trionfo, quello è anche il punto migliore per far partire la tragedia.

IL SUPERBISSIMO DI SANTA MARIA MAGGIORE

Il papa con alcuni dei F.I. di Santa Maria Maggiore
Molti non amano, non hanno mai amato questo piccolo capolavoro; molti altri hanno finto d’amarlo, per entrarci dentro e smagliarlo dall’interno. Bastava prendere di mira quel pilastro su cui molto si regge e senza il quale tutto cade: la liturgia “anche” nel rito antico. Legarlo con un cordone e tirare: chi dall’interno dell’edificio, chi dall’esterno. E così lentamente e poi sempre più velocemente e issando a partire dall’abdicazione di Benedetto XVI. Una vendetta postuma contro quel pontefice ancora vivo. Una corsa contro il tempo per distruggere uno dei pochi alberi robusti e carichi di frutti di questa Chiesa disboscata degli ultimi anni. “L’invidia del demonio”, già!
È stato così che, incoraggiati da Oltretevere da alcuni potentati e lobby interne a quella sede dell’Abominio della Desolazione che è il Vaticano, in una serie di capitoli generali dell’Ordine, il Superbissimo di Santa Maria Maggiore, trascinandosi dietro una cordata di sbandati interni, ha osato, cavillando, di giocare un brutto scherzo ai confratelli, all’Ordine, alla Regola e al Fondatore. Sino allo scandalo del commissariamento.

Novizie dei F.I.
Sono arrivati non solo a tramare sotterraneamente in combutta con i corridoi della Curia dei veleni, non solo contro l’interesse della Comunità, non solo a sputare nel piatto nel quale mangiavano a sbafo da anni; ma sono giunti persino (in un primo momento con lettere anonime, poi coi torbidi, infine coi cavilli canonici) a tirare giù il pilastro della “messa antica” facendola “proibire” (che è come a un bambino di Napoli obbligarlo a parlare solo in italiano e “proibirgli” il meraviglioso dialetto partenopeo, che appartiene al suo sangue e al suo cuore, mentre l’altra lingua appartiene solo al suo cervello). Infine hanno osato l’inosabile: si sono macchiati di parricidio. Infatti, queste poche decine di congiurati al seguito del Superbissimo di Santa Maria Maggiore, contro la maggioranza di circa 800, sono riusciti a deporre e mettere da parte il santo fondatore padre Stefano Manelli. Un trauma e un suicidio, per una congregazione, decapitare il suo stesso fondatore carismatico: non si poteva iniziare un cammino in modo peggiore. C’è da riflettere.

PRECIPITARE DAL BERTONE AL BERTELLO

Anche perché questo, chiaramente, non sarebbe stato possibile se a quelli che tiravano la corda intorno al pilastro dall’interno, non si fosse aggiunto l’aiuto determinante di un mandarino vaticano che tirava dall’esterno. Il mandarino, il Superbissimo di Santa Maria Maggiore, lo ha trovato nel prossimo Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Bertello, che succederà a Bertone. Così precipitando tutti noi dal Bertone al Bertello, come dalla padella alla brace. Lasciate perdere quella marionetta che ormai in Vaticano è irriso da tutti, il prefetto dei Religiosi, il cardinale Braz Avril, definito diplomaticamente da Magister come un “confusionario”, ma che è molto peggio: un demagogo da quattro soldi che non capisce il merito delle cose che gli sono affidate e fa pasticci di continuo. Questo qui non conta niente perché non capisce niente: è una marionetta nella mani dei lupi di curia. E in questo caso è finito nella mani di Bertello.
Il cardinale Bertello, dunque, che viene dalla diplomazia, governatore di Città del Vaticano, prodotto tipico, vecchio ed eterno, dell’intramontabile establishment vaticano, lo stesso che ha affondato l’ultimo pontificato. Bertello, che così mi viene tinteggiato da un prete romano:

Il cardinale Bertello
«C’era una cerimonia di Stato in una grande basilica romana. C’erano le massime cariche dello stato, compreso il presidente, tutti in pompa magna. A ‘na certa arriva una macchina targata SCV. Ne esce fuori un personaggio strambo, dall’aria maligna, stizzosa, trasandata: era Bertello, in veste di rappresentante ufficiale della Santa Sede, essendo nunzio in Italia. Lo osservai costernato e provandone pena e ribrezzo al contempo. In veste ufficiale, in una cerimonia pubblica solenne, si presenta quest’uomo basso e grasso, spettinato, con le braccine tozze e corte e le dita tracagnotte e pelose da sembrare un personaggio clericale uscito dalle vignette di Altan tanto da confermare, al solo guardarlo, tutte le più crasse barzellette anticlericali. Pantaloni blu male allacciati e tutti storti, camicia grigia con collarino bianco, giacca nera e spiegazzata, croce pettorale nel taschino, sgraziato nel comportarsi. Così, come un fruttarolo al mercato rionale s’è presentato. Impresentabile, stonato, fuori luogo, volgare. E questi sono i vertici della diplomazia vaticana!».
Ma veniamo al problema: i Francescani dell’Immacolata. Sappiamo dunque che, in combutta con i congiurati interni, a tirare i fili dall’esterno è proprio il cardinale Bertello. Lui, il prossimo segretario di stato, il regista occulto di questa pugnalata nella schiena della più rigogliosa congregazione religiosa. Ma perché Bertello lo fa?
Come è difficile entrare nella testa di un uomo, aprire lo scrigno del suo cuore, ammesso e non concesso che, essendo prete in carriera e cardinale – categorie anaffettive e anche, diciamo così, poco misericordiose per natura, e uso un eufemismo –, ne abbia uno. Chi può saperlo davvero: “invidia del demonio” probabilmente, per usare parole care a papa Francesco. Perché se no rompere l’unico giocattolo funzionante nella Cattolica di questi giorni? Questo ricettacolo di ardenti e abbondantissime vocazioni? Possiamo solo stabilire con certezza qual è il suo fine, restando misteriosa l’origine di questa sua idiosincrasia tanto inspiegabile, e feroce.

LA CURIA DEI VELENI LI VUOLE MORTI

Francescane d. I. alle prese con la tecnologia…
Il suo fine è uno e uno soltanto: distruggere i Francescani dell’Immacolata. Ci ha lavorato sottobanco a lungo, certosinamente, paziente e silente, lasciando alla fronda interna di fare la voce grossa: era solo questione di attendere il momento propizio per sferrare il colpo di grazia sul pomo d’Adamo della Congregazione. Il momento giusto è venuto con la fine del pontificato ratzingeriano e l’ascesa di Bertello nelle grazie del successore, presagio di potenza futura e di culmine di carriera.
Perché? Questi frati dopotutto non gli avrebbero creato alcun problema, nessun intralcio, perché allora annientarli, metterli l’un contro l’altro armati? Cosa ci avrebbe perso lui a lasciarli vivere il loro carisma in santa pace? Certamente sarebbe diventato segretario di stato ugualmente.

Un giovane F.I. celebra il supremo Sacrificio
Come sia sia, una cosa il cardinale “di Altan” ha capito: per farli implodere nel più breve tempo possibile, bisognava colpire dritto e duro, dall’interno e dall’esterno, uno dei pilastri principali, stimolo e fonte delle copiosissime vocazioni, prima che fosse troppo tardi e troppo s’allargassero: il pilastro della messa antica, possibilità fascinosissima per i giovani che vogliono entrarvi e che ci sono già dentro, come novizi o come sacerdoti. Venuto meno questo, verrà meno la ragione del loro ingresso e della loro permanenza in una congregazione particolare ma che si vorrebbe ridurre – questo vorrebbero i frondisti interni – a dei francescani come tutti gli altri. Facendo quindi venire meno la ragione della loro esistenza specifica. Cesserebbero da subito le richieste di ingresso, in molti ne uscirebbero, e quel che ne resterebbe si dividerebbe in mille fazioni sature di risentimento che si odiano e annientano tra loro, sino a scomparire tutti. No, non si vuole vessarli soltanto, snaturarli, defraudarli del loro carisma: li si vuole proprio distruggere nel peggiore dei modi. Del resto si sa che nella Cattolica da anni c’è una sorta di “caccia al cattolico”, come si sa che c’è una certa intolleranza per le cose che funzionano (specie se smentiscono lo schema dell’ideologo clericale funzionando).

IL PARRICIDIO ASSISTITO

Il sacrificio di Cristo. E quello di padre Manelli
E proprio per non fallire il colpo, hanno attaccato anche il pilastro centrale: il fondatore e superiore dei Francescani dell’Immacolata, il padre Stefano Manelli. Mettendolo con artifici legalistici in “minoranza” lui e tutta la maggioranza schiacciante che gli sta dietro; riducendolo, dunque, al silenzio e all’impotenza, e dimettendolo. La curia li vuole morti, costi quel che costi! “Invidia del demonio” ancora.
“Bruto, anche tu figlio mio!”. Colpire un padre e lasciare orfani dei figli: un figlio ribelle che si macchia di parricidio. Una Santa Sede che invece di promuovere la giustizia, la fratellanza, la carità nella Chiesa, promuove il sopruso, i torbidi, il parricidio, il fratricidio. E allora capisci perché i due papi hanno installato nei giardini vaticani una statua del grande nemico di Satana: San Michele Arcangelo, perché, dice Francesco quasi sussurrandolo, «il demonio si è insediato qui», e “qui” sta per “Vaticano”. I suoi servi sono tutti intorno.

Un gruppo di giovani, prendono i voti dei Francescani dell’Immacolata.
Ma al di là di tutto, una congregazione giovane che smentisce e rinnega il suo stesso fondatore, vivente, e con esso il carisma e la regola sulle quali quella comunità si è formata, è una comunità che fa sorgere domande. Fa interrogare sulla sua natura, le sue ragioni, l’essenza, la profondità religiosa e umana della formazione dei suoi membri. E se sono ancora degni di sopravvivere. Cosa si è allevato, dunque, fin qui? Una congregazione che decapita il suo fondatore vivente, deve avere qualcosa di sbagliato sin dall’origine. E però a cercarla questa “ragione” sfugge, perché tutto sembra più o meno in regola, troppe cose funzionavano persino troppo bene. È tutto così… così… misterioso! O forse no.

PERCHÉ NUOVE CONGREGAZIONI NASCONO, TRIONFANO E POI SI SUICIDANO?

Maciel Degollado e il beato Giovanni Paolo, sotto il cui pontificato ha goduto di molte protezioni. Salvo di quella di Ratzinger, che però fu brutalmente zittito dalla segreteria di stato e da Sodano.
Qua ormai non è mica più una novità…
Fatto sta che in questi ultimi anni non è la prima volta che si verificano cose simili, sebbene le “ragioni” di un disastro in quei casi era chiaro. Ci sono stati di recente, per esempio, i casi di due congregazioni toccate dal “successo”, che andavano a gonfie vele mentre tutte le altre annaspavano, sulla cresta dell’onda mentre altre ne erano state travolte, in controtendenza rispetto a tutto il panorama dei religiosi ovunque dispersi: avevano carisma giovane e forte, seducente per i giovani, ricchissimo di vocazioni, in continua crescita. E nonostante ciò all’improvviso sono affondate. Qualcosa vorrà dire…
Prendi i Legionari di Cristo da una parte, la Famiglia Monastica Fraternità di Gesù dall’altra, dedita alla contemplazione e all’agricoltura, tanto che sotto Giovanni Paolo II, stante il loro successo vocazionale, si era deciso di affidargli addirittura la storica abbazia di San Paolo Fuori le Mura, che da sempre era in mano ai benedettini, ormai ridotti a poche unità di vecchi e stanchi monaci. Sembravano il futuro della Chiesa, nel segno dell’ortodossia. Ma… ma… che è successo?
Nel primo caso, il fondatore dei Legionari, Maciel Degollado sappiamo tutti che fine ha fatto: decapitatosi con le sue stesse mani, ha lasciato orfani e in crisi gravissima di identità e credibilità i suoi discepoli, tanto che ormai sembrano precipitati in una crisi irreversibile: se viene a cadere il pilastro del fondatore tutto crolla. Quanto a quegli altri, la Fraternità di Gesù, pure questi si sono arenati subito, dopo l’iniziale successo, in scandali d’ogni sorta, tant’è che la Santa Sede nel 2010 ha soppresso definitivamente la congregazione. Sic transit gloria mundi!
Ma scandali e immoralità nei Francescani dell’Immacolata non ce ne sono, e posso ben dirlo io che li ho visti da vicino e non solo ho un sesto senso a fiutare situazioni ambigue, ma ho una repulsione e una idiosincrasia radicale per le immoralità nel clero. Da questo punto di vista sono puliti come creature in fasce.

MYSTERIUM INIQUITATIS

Il papa sopprima i Francescani dell’Immacolata, e gli altri: Deus vult! Forse…

Clarisse dei F.I.
Ma allora? Forse c’è da domandarsi se non sia finito davvero il tempo di grazia (e intendo proprio quello concesso da Cristo perché si svolgesse un compito a Lui gradito) degli ordini religiosi e del clero regolare.
Se Cristo non abbia deciso di archiviare per “missione compiuta” questo capitolo grandioso e ricchissimo che ormai appartiene alla storia Chiesa, e che tanto è stato utile nei secoli scorsi, determinante spessissimo.
Se, magari, il problema non è questo o quel fondatore, o regola, o carisma, ma piuttosto è proprio ancora l’esistenza di congregazioni religiose; se cioè non sono queste ad essere sbagliate, ma è il tempo quello sbagliato, perché non è più il loro, perché quel “loro” tempo è passato e non tornerà.

Francescana dell’Immacolata: preghiera, cultura e lavoro.
Se non sia questo, adesso, il tempo di fare a meno delle congregazioni religiose, se non sia del tutto inutile crearne di nuove mentre una dopo l’altra si chiudono le vecchie.
Se per caso non si debba, come io auspico, sopprimere definitivamente tutte le congregazioni religiose, e salvare solo qualche ordine monastico contemplativo, le clausure. O almeno, lasciarle morire tutte nel più breve tempo e con la massima dignità possibili, rifiutando di autorizzarne di nuove. Forse è venuto davvero il tempo del laicato impegnato, che sostituisce non il clero secolare, bensì proprio quello regolare. Io ne sono convinto.
C’è da riflettere… e molto!
I Francescani dell’Immacolata al “bivio”. Un bivio che in realtà è una curva della morte che li manderà fuori strada, schiantandosi, frantumandosi in mille pezzi e morendo. È davvero tutta opera d’uomo? Solo opera del Vaticano e dei congiurati? È davvero solo opera del demonio? E se fosse opera della “Provvidenza”, come ipotizzava pocanzi lo scrittore cattolico?

Un F.I. in missione
Certo, c’è il germe che dalle origini i francescani si portano nel sangue, il germe della scissione; certo, ci sono le debolezze e le vanità umane sulle quali gioca il Divisore per antonomasia e i suoi servi in Vaticano; certo, c’è anche il fattore di una grossa fetta di questi francescani che sono – come dicevo a qualcuno al telefono poco fa che mi domandava trafelato – psicologicamente “scarti umani”, tipi i più improbabili. Certo. E c’è anche il mysterium iniquitatis.
C’è qualcosa di oscuro e luminoso al contempo, ineluttabile in ogni caso, una mano invisibile che atterra ciò che gli uomini suscitano. E che esprimo così: sono convinto che la storia degli ordini religiosi sia una storia finita, chiusa, hanno dato tutto quanto potevano: ora resta solo il fondo imbevibile della bottiglia di vino invecchiato. Stop: ad un certo punto, nella Chiesa le cose che nascono, crescono, poi muoiono inesorabilmente, e i rami secchi si tagliano e non si piange sul ramo seccato: ha servito l’albero finché ha avuto linfa. A ricordarci che “l’Albero” non è nostro ma del Padrone del giardino; a confermarci che tutto e tutti nella Chiesa sono importanti, ma nessuno è necessario, e quando qualcuno si convince d’esserlo, diventa solo dannoso. Non tagliare via il ramo secco significa ritardare la crescita dell’albero e impedire lo spuntare di nuovi germogli.

All’organo
Cos’è questo inspiegabile, improvviso, oscuro istinto suicida interno all’ordine dei Francescani dell’Immacolata se non la conferma di questo dato fatale?
La storia degli ordini religiosi è storia che appartiene al passato, è storia finita, dunque. E il revival a cui si è assistito in questo “nuovo” Ordine Francescano, con tante vocazioni, in un tripudio di sana dottrina, non poteva essere una resurrezione, ma quella fase che durante l’agonia taluni chiamano la “migliorìa della morte”, dove l’agonizzante sembra improvvisamente e miracolosamente riacquistare tutte le sue forze e guarire persino. Ma è solo l’ultima crudele illusione, l’attimo che precede il collasso definitivo e la morte.
Fiat!
 
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view post Posted on 2/8/2013, 04:11
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http://fidesetforma.blogspot.it/2013/07/fr...-ordine-di.html

Anonimo ha detto...

Io ho conosciuto l'ordine per un'intera settimana dall'interno. Ho sentito i colpi di frusta che si davano per penitenza, ho parlato per una bella mezz'ora con padre Stefano Manelli, e ne ho tratto una impressione ottima.

http://fidesetforma.blogspot.com/2013/07/f...917701623996308

Anonimo ha detto...

io proporrei l'uso di breviari antici "a forma di spillo" ... per forare i palloni ... S.
8/01/2013 10:35 AM
 
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view post Posted on 4/8/2013, 09:24
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http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano...bvrianos-26964/

Intanto nel mondo tradizionalista si discute del commissariamento dei Francescani dell'Immacolata, deciso da Papa Francesco su proposta della Congregazione per i religiosi, perché i frati non potranno più celebrare senza il placet del commissario la liturgia in rito antico. In molti hanno gridato allo scandalo, presentando la decisione papale come una sconfessione del Motu proprio «Summorum Pontificum», con il quale nel 2007 Benedetto XVI aveva liberalizzato il messale preconciliare nella versione del 1962 permettendone l'uso senza la necessità del previo consenso del vescovo. In realtà non si tratta di questo.





Il problema all'interno dei Francescani dell'Immacolata è che i superiori avevano di fatto esteso l'uso dell'antico rito con una circolare interna, senza una discussione messa ai voti nel capitolo generale. L'articolo 3 del Motu proprio prescrive: «Le comunità degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica, di diritto sia pontificio sia diocesano, che nella celebrazione conventuale o “comunitaria” nei propri oratori desiderano celebrare la Santa Messa secondo l’edizione del Messale Romano promulgato nel 1962, possono farlo. Se una singola comunità o un intero Istituto o Società vuole compiere tali celebrazioni spesso o abitualmente o permanentemente, la cosa deve essere decisa dai Superiori maggiori a norma del diritto e secondo le leggi e gli statuti particolari».





Erano stati i contrasti interni ai Francescani dell'Immacolata a far decidere Benedetto XVI di inviare una visita apostolica. Il decreto di Papa Francesco è l'epilogo di quel lavoro iniziato, e la richiesta della previa autorizzazione per celebrare nel modo antico riguarda soltanto questo istituto, proprio a motivo dei problemi e delle tensioni che si sono verificate al suo interno.

Sempre oggi il Papa ha annunciato la nomina del nuovo elemosiniere pontificio: è monsignor Konrad Krajewski originario di Łódź (Polonia), 49 anni, cerimoniere pontificio dal 1999, vicino al beato Giovanni Paolo II negli ultimi anni della sua vita e poi cerimoniere con Benedetto XVI e con Francesco.
 
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view post Posted on 5/8/2013, 15:48
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http://www.libertaepersona.org/wordpress/2...cale-la-regola/

E veniamo al secondo problema, quello non-umano. Prima ho citato san Pio da Pietrelcina. Ebbene, pochi sanno che di fatto l’Ordine dei Francescani dell’Immacolata è nato sulle ginocchia del Cappuccino Stigmatizzato. Il fondatore dei Francescani dell’Immacolata è padre Stefano Maria Manelli, nato da due famosi, nonché servi di Dio, figli spirituali di Padre Pio, Settimio e Licia Manelli (genitori di ben 21 figli!). Padre Stefano, all’età di cinque anni, ricevette la Prima Comunione da San Pio e alla sua scuola è cresciuto, alla sua scuola ha scoperto la vocazione e la sua missione di francescano mariano. Un sacerdote, padre Stefano, che ha suscitato tantissime vocazioni (preciso che tra i Francescani dell’Immacolata per il rigore di vita non basta la vocazione, occorre una vocazione nella vocazione), dicevo: padre Stefano ha suscitato tantissime vocazioni che riempiono case maschili e femminili in tutto il mondo.

http://reginapacis-reginapacis.blogspot.it...-rimozione.html

venerdì 2 agosto 2013
Precisazione sul Decreto di rimozione da Generale di Padre Stefano Manelli
Padre Giulio Maria Scozzaro
Precisazione sul Decreto di rimozione da Generale di
Padre Stefano Manelli

Con la precisazione sul Decreto di rimozione da Generale di Padre Stefano Manelli, l’unica mia intenzione era quella di dare un contributo alla verità e un aiuto autentico a quanti erano nella confusione e non comprendevano le vere motivazioni, arrivando a colpevolizzare la Chiesa per il diniego della celebrazione della Messa in latino. Il motivo non stava in questo presupposto ma si dovevano ricercare in circa venti anni di strani comportamenti.
La verità non solo deve trionfare, come ha detto Monsignor Scigluna della Congregazione per la dottrina della fede, ma occorre prima evidenziarla per dare ai credenti le giuste direttive. Se nessuno rivela la verità comprovata da prolungate indagini e da numerose testimonianze autentiche, i diavoli continuano a trionfare e a festeggiare. Era il momento per fermare le falsità che si continuava a raccontare con gravissimo danno per i buoni credenti che hanno il diritto di conoscere la verità.
Non occorre svelare tutta la verità, almeno ciò che è necessario, sarebbe scioccante pubblicare le testimonianze dei Frati e delle Suore contro Padre Manelli. Non considero inevitabile farvi conoscere tutto anche per salvaguardare la vostra serenità, però non vorrei che a causa di qualche invasato che difende Padre Manelli si debba arrivare alla documentata pubblicazione.
Come era prevedibile, infatti, alcune persone poco obiettivi hanno reagito accusando altri per difendere in modo goffo e puerile Padre Manelli. Nonostante le denunce dei Sacerdoti dello stesso Istituto contro Padre Manelli si continua a manipolare la verità e si diffamano senza alcun senso di peccato quanti hanno svelato i loro inganni. Solo con la pubblicazione delle testimonianze comprenderanno che è arrivato il tempo di mettere fine agli inganni e di iniziare una vita religiosa corretta, come insegna la Santa Chiesa.
Non è neanche sufficiente la denuncia alla Santa Sede contro Padre Manelli da parte di Sacerdoti a lui intimi? Cosa doveva avvenire?
È un comportamento che non si trovava presso i figli spirituali di Padre Pio, negli anni ’20 e ’60 essi sì Lo difendevano ma non manipolavano alcuna verità. Difendevano legittimamente Padre Pio perché contro Lui avevano montato complotti maliziosi, invece nel caso di Padre Manelli non c’è una sola accusa che non sia testimoniata da centinaia di persone e la documentazione non ammette assolutamente smentite.
Padre Pio è stato un grande uomo che mostrava una smisurata santità solamente nel vederlo. Mettiamo da parte questi paragoni.
Se si vuole evitare la conoscenza pubblica di comportamenti perversi, è preferibile pregare e chiedere alla Madonna di fare trionfare tutta la verità. Questa deve essere la preghiera di quanti chiedono una conoscenza completa della vicenda di Padre Manelli: Madre Santa, se lo ritieni opportuno e per fare rinsavire chi vive nell’esaltazione, fa conoscere la verità completa sui fatti contestati a Padre Stefano Manelli!
La reazione scomposta e diffamatoria da parte di alcuni Frati è una ulteriore prova di una agitazione non spirituale, di una voglia di vendetta contro chi mette in discussione anche la sola parvenza di spiritualità.
Consideriamo il numero di quanti sono fuggiti dai Francescani dell’Immacolata. Non c’è una spiegazione plausibile alla fuoriuscita di molti Frati, si tratta di un numero elevatissimo, da 160 a 200 in poco meno di venti anni, e di circa 100 Suore. Nelle testimonianze date alla Santa Sede hanno riportato come unica motivazione quanto abbiamo letto due giorni fa. La loro denuncia è identica, gli innumerevoli scandali avvenuti sono innegabili, indiscutibili.
Quindi, arrampicarsi sugli specchi e diffamare chi riporta la verità non è un esercizio onesto, questo è invece il tempo della riflessione e di cominciare a praticare la vera vita religiosa, senza più seguire l’esaltazione e una ostentata spiritualità. Non è sufficiente celebrare la Messa in latino o la dichiarazione di fedeltà al Magistero, occorrono soprattutto le opere, sono le opere a testimoniare la vera Fede.

Sarei felicissimo di sapere che i Frati dell’Immacolata rimasti siano impegnati nel seguire l’insegnamento della Chiesa e non più altri insegnamenti faziosi. In me c’è una grande gioia quando altri Sacerdoti conducono una elevata vita spirituale, sono contento se vengo a conoscere l’esistenza di Consacrati che fanno buon apostolato ma nella verità e seguendo la sana Tradizione della Chiesa.
Prego ogni giorno perché la Chiesa abbia innumerevoli Sacerdoti santi e innamorati del Vangelo storico, coraggiosi nel testimoniare che solo in Gesù Cristo c’è salvezza. Ho scritto e scrivo per amore della verità, per circa venti anni satana è stato il dominatore in quell’Istituto e l’adorazione non era più rivolta a Gesù ma a qualcun altro. Per questo l’intervento della Congregazione è stato risolutivo anche se tardivo.
Non è tanto la fuoriuscita di circa 200 Frati dall’Istituto dei Francescani dell’Immacolata a dare la misura degli scandali, ma se i Sacerdoti andati via eccellevano per spiritualità, cultura, amore alla Chiesa e alla dottrina, vorrà dire che avevano compreso la deriva morale e sono andati altrove a vivere la corretta vita religiosa. Non si trattava di giovani un po’ sprovveduti, erano anche teologi autorevoli e fedeli alla Tradizione, quindi gli scandali e i comportamenti immorali denunciati sono le cause del loro allontanamento!
Chi possiede onestà intellettuale arriva alla verità e considera questo: se Sacerdoti vicini a Padre Manelli lo hanno denunciato alla Santa sede, qualcosa di gravissimo deve essere avvenuto!
Ritornando all’inizio di questo commento, ho notato che come i seguaci dei falsi veggenti presenti in Italia attaccano con violenza e con malizia quanti non credono appunto ai falsi veggenti, con diffamazioni che solo i diavoli possono inventare e cercano di distruggere con veemenza la dignità altrui, così nel caso di Padre Manelli alcuni Frati e seguaci cercano di giustificare avventatamente le grandi quantità di prove documentate alla Santa Sede.
Forse con le loro calunnie cambieranno il pensiero di Dio su quanto commesso da Padre Manelli?
Due giorni fa ho scritto che le grandi protezioni a Padre Manelli da parte di personaggi che non amano la verità e la giustizia hanno insabbiato per quasi venti anni denunce circostanziate e indiscutibili. Lo stesso era avvenuto per il fondatore dei Legionari di Cristo, nonostante le due mogli in Spagna e in Colombia e i figli avuti da esse, nonostante centinaia di denunce circostanziate di abusi sessuali sui giovani seminaristi, tutto veniva insabbiato e questo per oltre trent’anni.
Perché questa premura di insabbiare gli scandali? Per le amicizie intime. Questa è la verità, ma questa non è la Chiesa di Gesù Cristo, è altro di letteralmente ripugnante. Contro Padre Degollado le acque furono smosse dal numeroso comitato di ex seminaristi e Sacerdoti che avevano subito abusi sessuali e che manifestarono la volontà di scrivere le loro testimonianze in un libro, con grave scandalo per il fondatore e altri che lo coprivano.

I seguaci di Padre Manelli invece di diffamare e coprire ingenuamente la verità, devono pregare perché tutto e tutti rientrino nel Cuore di Gesù. Preghino con pressante richiesta della verità, senza dover poi provare ripugnanza per quanto conosciuto. Implorino con ripetute preghiere lo svelamento di numerose apparenze e che si scoprano gli inganni commessi contro Sacerdoti per allontanarli dall’ex suo Istituto.
Tra i suoi seguaci poco obiettivi ci sono alcuni che sbandierano una lettera falsa scritta da un Prelato massone e determinato a sopprimere i Sacerdoti che conoscono tante situazioni compromettenti. È una lettera senza firma, senza timbro, senza numero di protocollo, ma piena di notizie false ed incomplete, meritevole di una querela e lo svelamento di certi traffici…
Piuttosto che la querela, come sempre, si è preferito fare agire la Madonna e proprio la Regina del mondo quando riuscirà a sciogliere certe situazioni, svelerà tutta la verità.
Per il momento soffro in silenzio e prego anche per i miei nemici, quando la verità verrà tutta a galla questi cattolici che considerano questa falsa lettera come le Tavole della Legge date a Mosè, dovranno provare vergogna per i falsi attacchi contro me. Attacchi portati senza conoscere la verità ma seguendo uno spirito che non è quello di Gesù, e con odio si diffama e si emargina chi segue il Vangelo storico e diffonde la sana dottrina tradizionale.
Quello che vi chiedo è di pregare molto perché ogni verità trionfi, nel bene e nel male, tutto venga svelato e si sappia con assoluta certezza l’autenticità dei fatti avvenuti. Si conoscano anche quei Prelati che combattono la Chiesa dall’interno e che trovano complicità in questi ingenui cattolici che danno ad una lettera non firmata una legittimità inesistente.
Se chi l’ha scritta era meritevole di risponderne nelle sedi competenti, chi diffonde la lettera non firmata è ugualmente colpevole davanti a Gesù di diffamazione perché non sa quello che compie di grave. Non sa nulla ma agisce come un sapiente!Chieda invece con molte preghiere lo svelamento di tutta la verità!
Pubblicato da ReginaPacis a 08:15

http://totalmentealtro.blogspot.it/2013/08...del-382013.html

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La figura di Giovanni Battista suscita sempre molta e buona spiritualità, è stato straordinario nel suo ruolo di precursore del Messia, ha agito per testimoniare con grande coraggio la Verità di Dio. È l’immagine più completa del cristiano che difende Gesù senza temere ritorsioni o persecuzioni, non ha minimamente considerato la reazione scomposta e maliziosa dei suoi nemici pur di gridare la Verità.
Gesù non chiama tutti i cristiani ad una testimonianza così cruenta, è già sufficiente se si difende la propria Fede replicando in modo preciso e completo agli attacchi modernisti. Ci sono cristiani chiamati alla preghiera più contemplativa, altri a compiere apostolato nei luoghi dove vivono, altri ancora a combattere contro i nemici di Dio. Tutti i cristiani in virtù del Battesimo sono chiamati a dare testimonianza, con prudenza, amore, rispetto degli altri.
Ogni cristiano come Giovanni Battista deve cercare nella vita la verità, su tutto al di sopra ci sia la verità. In questi giorni ho scritto che bisogna pregare ogni giorno perché trionfi tutta la verità, si faccia piena chiarezza sulla gravissima ingiustizia causata da chi non ama Dio e altrettanta piena luce si faccia sui comportamenti iniqui di personaggi opposti a Dio.
Questa è la preghiera che bisogna fare con fervore e premura in questi giorni, è questo il tempo della verità che deve trionfare in ogni aspetto e svelare il vero complotto ordito contro me. Sapete chi è l’uomo che ha dato inizio al complotto contro me? Padre Stefano Manelli. Il motivo? Insieme ad altri dal 1998 al 2008 ho sempre espresso quello che ho scritto alcuni giorni fa e che riporto:
Chi affrontava con carità il Generale Padre Stefano Manelli ed evidenziava che la vita religiosa insegnata dalla Chiesa era sparita dall’Istituto e che era evidente l’allontanamento dalla vera fedeltà alla Chiesa, Padre Manelli reagiva con una crudeltà agghiacciante, facendo il vuoto attorno al Frate fino ad inventare pretesti per allontanarlo dall’Istituto.
Quanto da lui compiuto era un abuso di potere e la piena trasgressione dei più semplici principi del Vangelo. Ma non aveva alcun freno nell’impulsività, nella minaccia, nel ricatto morale, tanto che circa 200 Frati e 100 Suore lo hanno abbandonato e descrivono scenari sconvolgenti.
Come abbiamo letto Dio è già intervenuto facendolo rimuovere da Generale e questo è stato un miracolo immenso. Erano troppe le amicizie che lo coprivano per raggiungere questo risultato, si è trattato di un miracolo impossibile. È la vittoria della Madonna, ha trionfato la vera Giustizia di Gesù, ma ancora devono venire fuori tante cose perché nella Chiesa di Gesù si faccia vera pulizia. È solamente l’inizio.
Per spiegare meglio la situazione, bisogna considerare che Padre Degollado fondatore dei Legionari di Cristo nel 1969 celebrava la Messa in latino ma già dal 1949 abusava sessualmente di incalcolabili giovani e arrivava alla sodomizzazione. Centinaia di testimonianze di ex seminaristi e di Sacerdoti sono state presentate negli anni ’90 alla Congregazione e dopo tempo si arrivò alla sua rimozione da Generale.
Non serve a nulla ostentare santità di vita e una fedeltà alla Chiesa se non è presente la Verità di Dio.
Non è la Messa in latino a dare la patente di vita autentica, al contrario, i falsi e maliziosi Religiosi che ne traggono vantaggi economici e lasciti testamentari di milioni e milioni di euro e senza dare spiegazioni sull’utilizzo di queste ricchezze, si avvalgono di queste forme di spiritualità per ingannare molte persone ingenue.
Circa un mese fa un Monsignore di Salerno è stato arrestato a Roma perché dalle intercettazioni si era saputo che si era accordato con alcuni amici ricchi per trasportare illegalmente in aereo 40 milioni di euro dalla Svizzera in Italia.
Il denaro sottratto nel Nome di Gesù è un furto tremendo, lo abbiamo letto proprio oggi dalle rivelazioni a Maria Valtorta. Non c’è solo questo nel caso di Padre Manelli, le continue violenze psichiche hanno causato innumerevoli esaurimenti nervosi e ricoveri ai Religiosi. Molti ancora si trovano in condizioni psicofisiche angoscianti e continuano a maledire il giorno in cui incontrarono Padre Stefano Manelli. Queste sono testuali parole riferite da molti ex Religiosi.
Qui ho riportato solo qualcosa di tutto quello che bolle nell’enorme pentolone e che deve prima o poi far conoscere ciò che è utile.
Io non ho alcun desiderio di svelare fatti gravissimi, non agisco mai per istinto ma dopo avere pregato, non ho alcuna premura di rivalsa, io ho sete di verità, come la sete che aveva Gesù nel predicare il suo Vangelo in tutte le città.
È Gesù a volere che si faccia pulizia nella sua Chiesa, Lui non vuole che si strumentalizzi il suo Nome per ottenerne vantaggi sotto ogni aspetto, soprattutto nell’immoralità, nell’agire prepotente e menzognero, nel denaro raccolto a decine di milioni di euro. Dove sono finiti questi soldi se i Religiosi non ne sanno nulla?
Proprio ieri mi ha telefonato un Sacerdote e mi ha raccontato questo episodio: una ex Suora delle Francescane dell’Immacolata era fuggita perché troppo stressata e spaventata dalle minacce di finire all’inferno da parte di Padre Manelli. Andò a Gorizia in monastero e si trovava bene, ma dopo qualche giorno telefonò Padre Stefano Manelli chiedendo di parlare con lei. Non appena la Suora rispose, Padre Manelli le disse con voce irritata: “La Madonna mi ha detto che devi ritornare qui altrimenti finisci all’inferno”.
Chiuse il telefono con violenza e senza salutarla, per accrescere la minaccia. La Suora scioccata e confusa ritornò da Padre Manelli…
È corretta questa minaccia o costrizione, la falsa rivelazione della Madonna e il ricatto di finire all’inferno?
Potrei trascriverne centinaia di fatti simili indicando anche il nome della persona coinvolta.
Quando ho scritto giorni fa che tutto deve essere ancora svelato, non intendevo solo questo, questo è una bazzecola, c’è una enorme quantità di reati, minacce, violenze morali, costrizioni e restrizioni nei conventi, ed altro che qui non voglio ancora indicare, per togliere la maschera e fare conoscere la verità.
D’altronde, chi difende Padre Manelli se è sincero dovrebbe chiedere con insistenza a Gesù di svelare tutta la verità, di vedere pubblicate tutte le testimonianze contro lui e migliaia di vicende che vanno oltre il lecito e mi fermo qui…
Un personaggio di Roma che teneva conferenza con Padre Manelli è letteralmente impazzito alla notizia della sua rimozione e allontanamento dall’Istituto, ma perché questa agitazione che viene da satana? Con la rimozione da Generale di Padre Manelli ha visto crollare tutta l’impalcatura di santità che aveva idealizzato per sé e per gli altri, se ne faceva vanto e riceveva riverenze, ma un giorno è arrivata la Giustizia di Dio e gli ha fatto crollare le sue fantasie.
Se questo uomo che teneva conferenze e si incensa per la devozione tradizionale vuole conoscere tutta la verità su Padre Stefano Manelli preghi molto, invece di agire con maliziosa cattiveria, espressione della scuola ricevuta in questi anni. Adesso non crede più alla preghiera? La Chiesa non è più Santa? Non vuole conoscere le vere motivazioni della Congregazione? Vuole invece stabilire lui ciò che è vero da ciò che non lo è?
L’arroganza che si traveste e si presenta come zelo, la saccenteria che porta avanti iniziative per difendere una tirannia!
In questi momenti si riconosce il vero cristiano da chi invece si è sempre travestito da cristiano, ingannando, chi ha strumentalizzato la sana Tradizione per averne vantaggi personali. Nelle prove esce fuori ciò che uno è veramente dentro, l’agire malizioso e falso indica solamente una ipocrisia che Gesù condanna senza indugio.
Quando nel 2008 Padre Manelli commise un atto di ingiustizia spaventoso contro me, sono rimasto in silenziosa attesa della verità, tanto che nel mio libro “La corruzione nella Chiesa” non l’ho citato, non era il momento di parlare delle sue prepotenze e non ho assolutamente agito d’istinto. Dove ho compreso nel 2008 che non dovevo scrivere nulla e restare in silenzio nell’attesa dell’intervento della Madonna?
L’ho compreso davanti al Tabernacolo, parlandone a Gesù e seguendo i pensieri che si formano quando si adora Lui.
Se guardate sotto trovate scritto l’invito di pregare per me per sciogliere “questo nodo oppressivo”. Con le vostre preghiere il primo nodo si è finalmente sciolto, Padre Stefano Manelli è stato riconosciuto colpevole di atti prevaricatori e di molti altri reati. Le vostre preghiere hanno permesso alla Madonna di agire e di allontanare la causa di moltissimi mali.
Adesso dovete aumentare le preghiere per sciogliere il definitivo nodo, causato sempre dalla sua azione prepotente. Sono convinto che se aumenterete le preghiere per me e per il trionfo della verità, al più presto vedremo il trionfo del Cuore Immacolato nella mia persona consacrata. Voi siete nella verità perché seguite il Vangelo storico!
La risposta alle inquietudine che colpiscono quanti non agiscono nella verità, dimostrano l’assenza dello Spirito Santo e una agitazione frutto dell’istinto, delle passioni non mortificate. Essi non vogliono e non possono ricercare la verità, non l’amano e non ne sentono la necessità, perché la verità la costruiscono secondo le loro voglie.
Questa non è la spiritualità del Vangelo né la sana Tradizione, è frutto di perversione e una maschera per nascondere la verità.
La verità che ricercava Giovanni Battista è indispensabile anche per noi, ognuno deve sentire la propria coscienza pura proprio perché vive nella verità. Deve utilizzare il linguaggio sincero perché non può andare contro la verità. Raggiungere uno stile di vita improntato sulla verità è impegnativo ma possibile, lo hanno già fatto milioni di cristiani consapevoli che Gesù agisce dove è presente la verità.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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Pubblicato da Gianandrea a 22:53
 
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view post Posted on 11/8/2013, 06:52
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Il caso di Padre Stefano Manelli
ReginaPacis 10/08/2013 18:15:15
Il caso di Padre Stefano Manelli

Nel 1998 numerosi Religiosi denunciarono padre Stefano Manelli alla Santa Sede e tra le accuse di prevaricazioni e violenze morali indicarono anche la sua condizione: nessuno lo vedeva mai in preghiera in cappella con gli altri Religiosi. Se fosse stata un’accusa inventata, i funzionari della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata l’avrebbero tacciata di menzogna, invece il Sotto-Segretario padre Torres affermò letteralmente queste parole: “padre Manelli non agisce da cristiano”. Quindi non vive da cristiano perché non prega.
Basta vedere la reazione irrequieta ed invasata che hanno avuto alcuni Francescani dell’Immacolata dopo il Decreto di allontanamento di padre Manelli per capire la vera spiritualità che seguono, non è quella dell’obbedienza al Papa e alla Congregazione, come falsamente hanno manifestato all’inizio e nelle interviste piene di menzogne, la loro è una reazione scomposta, agitata, diffamatoria verso altri.
Non hanno mostrato la pace di Dio, non c’è la serenità di chi spera in Dio e chiede la verità, perché sanno che tutte le accuse sono autentiche. Reagiscono furiosamente e mostrano quell’agitazione che non viene da Dio ma da qualcun altro! Non sanno cosa fare, ma se pregassero con fede comprenderebbero che è importante abbandonarsi alla Madonna. Lo hanno dimenticato oppure è solo teoria?
Basta vedere la reazione che hanno avuto i seguaci di padre Manelli, in questi giorni stanno mostrando di chi sono figli, con un comportamento opposto al Vangelo, indegno e ingannevole. Inventano diffamazioni senza più avere il controllo di sé, con una agitazione perfida e opposta alla pace che dona lo Spirito Santo, cercando con ogni falsità di riabilitarlo infangando altri.
Questi seguaci si fermeranno pieni di vergogna e coperti del fango che stanno adesso seminando, perché ricadrà tutto sopra di loro, quando la verità sarà indiscutibile, assodata, inequivocabile.
Ancora per poco tempo si sfoghino per illudersi sempre nell’inganno, che padre Manelli è un perseguitato o è stato messo sulla via del Calvario, ricorderanno però le centinaia di testimonianze di religiosi che dopo averlo incontrato o avere fatto parte della sua comunità, ne è stato causa di esaurimenti nervosi, malattie psichiche e cardiache, annullamento della personalità e molto altro ancora. Trascrivo una parte di un testo inviatomi da un Sacerdote e scritto da un medico:
“Padre Manelli ha esercitato un’oppressione devastante sulla psiche di centinaia di Religiosi, egli compie la riduzione in schiavitù di Religiosi a cui è stata manipolata la mente. Padre Manelli e altri Frati hanno ignorato con crudeltà e disumanità le esigenze primarie di persone umane affette da malattie o difficoltà psichiche causate dalle violenze morali, celle di rigore, isolamenti forzati, privazione di incontrare i propri familiari per ritrovare un po’ di serenità. Con inganni e manipolazioni mentali, Padre Manelli e i suoi complici ottengono ancora oggi il pieno controllo della mente dei Religiosi, anche in condizioni di malattia grave e permanente”.
L’inganno viene utilizzato da persone che hanno perduto il contatto con Dio e la realtà, nessuno poi deve rifugiarsi nella difesa della Messa in latino per difendere padre Manelli, perché abbiamo il caso del fondatore dei Legionari di Cristo, padre Degollado, che la celebrava nel 1969 ma da vent’anni abusava sessualmente dei giovani seminaristi. Per non parlare dell’Arcivescovo Milingo, arrivato a sposarsi con una donna in una sètta mostrando il vuoto interiore e il pieno distacco da Dio.
Eppure Milingo fino a poco prima teneva conferenze ed era considerato dai suoi seguaci un grandissimo uomo di Dio, un santo autentico, un martire perché perseguitato. O Milingo era troppo bravo nell’ingannare i suoi seguaci o questi seguaci erano troppo esaltati e non capivano nulla. O tutte e due le cose. I seguaci di padre Manelli riflettano attentamente.
Come si vede, ci sono troppi esempi su alcuni Consacrati colpiti da un elevatissimo amor proprio, ma sono bravissimi nel camuffare i loro orribili vizi e ad apparire come santoni. Gesù li detesta e li vomita, non trasmette più da decenni Grazia e Spirito Divino perché indegni e manipolatori, ladri dell’adorazione che si deve solo a Dio, ingannatori perché falsano la loro vanità con un falso misticismo.
Questa pagina del Vangelo (Gv 12,24-26) dovrebbero meditarla soprattutto i cristiani che seguono i veggenti o i santoni, ma essendo poco esperti nella spiritualità, seguono tutto ciò che offrono i diavoli, infatti in questi decenni hanno proliferato i falsi luoghi di apparizione e i falsi veggenti. Eppure, Gesù stesso nel Vangelo indica i modi per smascherare i falsi veggenti o i santoni o quanti sfoggiano un falso misticismo.
Dobbiamo innanzitutto verificare il motivo che scatena in questi loschi personaggi la sete di notorietà e celebrità, il delirio di onnipotenza, e che trasforma la psiche rendendola malata. Il motivo nasce innanzitutto da una predisposizione naturale ad ingannare, agevolata e sviluppata da una spropositata superbia della vita. Ho già spiegato il pericoloso atteggiamento di quanti portano addosso la superbia della vita.
La superbia della vita è una delle tre concupiscenze. Per concupiscenza si intende la spinta al male. La superbia della vita, è l’ostentazione di una sicurezza morale falsa e menzognera, la pretesa arrogante di manipolare eventi e persone. La superbia offusca la mente, non può una persona discernere il bene dal male o compiere scelte con la Luce di Dio, perché la superbia fa entrare in un tunnel tenebroso.
Nei falsi veggenti o nei santoni è presente una superbia elevatissima, una frustrazione interiore che guasta la mente per la continua incapacità di diventare un grande personaggio, ricevere una grande considerazione che poi diventa esigenza di adorazione. Questi personaggi sono lontani da Dio o si sono allontanati nel tempo a causa della ripetizione di molti peccati mortali. Il fatto stesso di ingannare e di inventare false rivelazioni della Madonna e di manipolare le coscienze, li rende pervertiti davanti a Dio e da Lui vomitati.
Il fondatore dei Legionari di Cristo fu per oltre trent’anni abilissimo a nascondere la sua triplice vita, con due mogli e figli, mentre nel suo Istituto veniva venerato come un santo da tutti. Tranne alcuni Religiosi i quali coprivano i suoi mensili viaggi in Spagna e Colombia dove abitavano le due mogli e i loro figli. Questa vita la condusse per molti anni e nessuno sapeva nulla, ma già prima era stato un uomo insaziabile di sesso e aveva abusato di centinaia di seminaristi. Nonostante i suoi delitti condannati da Papa Benedetto XVI, nel suo Istituto erano entrati moltissimi Religiosi. Le vocazioni erano abbondanti. Come si spiega?
È vero che quelli che seguono questi santoni sono a loro volta molto confusi e si ingannano illudendosi di fare un buon cammino di fede, essi vengono attratti da questi ingannatori e rimangono affascinati perché percepiscono bontà nelle loro parole… Una bontà inesistente, in realtà proiettano in quella figura ciò che vorrebbero vedere e sentire.
Sono solo ingenui, non riescono neanche a capire che soprattutto gli ingannatori fingono e si mostrano sempre dolci e sorridenti, beati come gli angeli (minuscolo), esseri che vivono in un’altra dimensione. È tutto un inganno! Gesù nel Vangelo ci chiede la verità in ogni istante della vita, la Chiesa Madre e Maestra insegna la vera vita religiosa.
Qui non si tratta di un Sacerdote che commette un errore e poi si pente, c’è un comportamento antievangelico e immorale da fare paura, ed è un dovere morale denunciare questi abusi e le manipolazioni delle coscienze, perché la verità di Dio deve sempre trionfare, anche a costo di sbugiardare i falsi santoni che sorridono sempre e dicono parole dolci per ottenere elogi e lodi.
Guardate Padre Pio, era chiamato burbero perché molto spesso si arrabbiava o allontanava i fedeli non preparati alla Confessione. Padre Pio non fingeva mai e mostrava la sua vera identità, si mostrava per quello che era. Non sorrideva sempre per compiacere anche chi non voleva convertirsi e così farsi ammirare e considerare Santo. Padre Pio era un vero mistico e non cercava mai di ingannare i fedeli con un’ostentazione meschina e subdola.
Lo stesso avveniva a Natuzza Evolo. Persona mite e umile, accoglieva ogni giorno molte persone e in qualche circostanza gridava senza volerlo per rimproverare, però gridava davanti i peccatori incorreggibili. In un’apparizione disse a Gesù che era mortificata e che non voleva più gridare, chiedeva aiuto. Gesù rispose: “Non sei tu a gridare, stai tranquilla e continua ad essere docile alla mia azione. Molti miei figli hanno bisogno del rimprovero forte”.
Lasciarsi abbagliare da chi sorride sempre e non ti dice la verità o non ti rimprovera personalmente per scuoterti ed aiutarti, è la trappola di satana. Bisogna stare attenti da quanti ti sorridono sempre e non aprono mai il cuore e non si mostrano sinceri. Ho saputo da persone che in passato frequentavano i maghi, di avere trovato in questi truffatori molta bontà, sorrisi, cordialità, e poi chiedevano molti soldi. Addirittura nelle stanze dove ricevono il pubblico mettono molte statue sante proprio per ingannare.
Questo avviene anche nella Chiesa, dove ci sono Religiosi che mostrano una falsa bontà, sorridono sempre, mostrano cordialità non per ricevere denaro ma per ricevere attestati di santità. Cercano anche il denaro… ma principalmente vogliono manipolare le coscienze e diventare un idolo da venerare più di ogni cosa, anche di Dio!
Hanno compreso bene che un determinato comportamento falso improntato sulla falsa mitezza, garantisce consensi e riconoscimenti pubblici di santità. Sanno bene che meno si parla più lasciano in suspense i presenti e questo è un modo per lasciar credere di condurre una santa vita spirituale.
Religiosi che simulano una falsa spiritualità all’esterno mentre all’interno dei conventi sono dittatori, manipolatori di coscienze, attuano costrizioni e restrizioni ai poveri cristi che pregano intensamente perché finisca presto questa tortura. Le preghiere di molte persone vengono ascoltate e Dio interviene sempre per mettere Giustizia.
Dio intervenne per aiutare Padre Pio dalle persecuzioni palesemente false perché non si poteva accusare di fare sesso con donne quando aveva 80 e non riusciva a muoversi! Dio è intervenuto per liberare i Francescani dell’Immacolata dalla guida di un Generale senza scrupoli, pronto a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi che non corrispondevano assolutamente a quelli di Dio. È tutto provato!
Quando interviene la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e prende una decisione dopo quasi un anno di indagini, interrogatori di tutti i Religiosi, testimonianze documentate, mostra di avere la certezza delle prove. Non prende un abbaglio.
Questo è avvenuto contro padre Stefano Manelli, ma per dare la corretta motivazione del suo allontanamento, la Santa Sede è invitata a rendere pubbliche le prove sugli scandali commessi da lui. Come ho già scritto, la Santa Sede ha raccolto una grande quantità di prove sulle colpevolezze di chi minacciava le persone di finire all’inferno se non obbedivano a lui. E questa era la minaccia più leggera…
Stiamo parlando di un Sacerdote cacciato dall’Istituto che aveva fondato e non per la Messa in latino, questa è la giustificazione di alcuni personaggi molto lontani dalla verità. Per loro è inutile scrivere di Dio se poi non seguono Dio. Il direttore della sala stampa vaticana, padre Lombardi ha detto: “La nomina di un Commissario Apostolico per la Congregazione dei Frati Francescani dell'Immacolata riguarda la vita e il governo della Congregazione nel suo insieme e non solo questioni liturgiche”.
Avere creato il caso della Messa in latino evidenzia una ripetuta menzogna da parte di chi rilascia interviste per difendere padre Manelli. Si parla di provvedimenti sulla vita e il governo dell’Istituto, non è sufficiente? Forse doveva rivelare le motivazione per capire?
Quanto scrivo su padre Manelli è per me una difesa della vera Tradizione della Chiesa, voglio che la Chiesa Santa sia considerata estranea alle sue manipolazioni e al falso misticismo che ha causato incalcolabili sofferenze e la distruzione della vita spirituale di centinaia di persone che con sincerità volevano seguire Gesù e la Chiesa.
Voglio smontare le false convinzioni di quanti si sono lasciati manipolare in questi giorni da diversi seguaci di padre Manelli, che hanno iniziato una difesa irrazionale per averne vantaggi loro stessi e per continuare a dirigere incontri ed altro di vantaggioso.
Questi seguaci di padre Manelli hanno smarrito il senso della verità pur di rimanere essi stessi a galla, non lasciando affondare il loro maestro di iniquità e di zizzania. Tra le altre cose continuano a sventolare una lettera anonima, quindi non firmata né timbrata contro me, per diffondere meschine e ipocrite falsità. Con questo loro atteggiamento stanno mostrando bene chi sono stati i loro maestri, loro stessi stanno togliendo le maschere.
Se cercassero la verità a tutti i costi, pregherebbero, oppure andrebbero alla Santa Sede a chiedere di conoscere le vere motivazioni della cacciata di padre Manelli. Invece no, devono ancora falsare la storia, diffamare chi testimonia la verità, difendere questo Sacerdote accusato da una Suora di avere ricevuto alcuni schiaffi da lui. Lo sanno i devoti di padre Manelli che alzava le mani alle Suore? Qualcuno smentisca questa verità!!!
La Suora gli aveva appena detto queste parole: “Vado dai carabinieri e vi denuncio”. La replica di padre Stefano Manelli fu questa: “Per quello che sai e che hai visto, devi morire. Decidi tu o in missione o in clausura!”.
Bene, sono stato costretto ad aggiungere un fatto gravissimo e mi fermo qui in attesa che vengano pubblicate dalla Santa Sede le vere motivazioni della cacciata di padre Manelli. Pensate che se non fosse vero ed accertato avrei scritto qui questo episodio?
Chi mi conosce sa che sono molto prudente oltre a possedere una onestà intellettuale irreprensibile. Anche questo gravissimo episodio che manifesta in tutta la sua crudezza la personalità di padre Stefano Manelli, è poca cosa rispetto a quanto hanno patito centinaia di Religiosi per molti anni! E che non trascrivo adesso per spirito di carità.
Non stiamo parlando di fantasie, sono dichiarazioni conosciute dalla Santa Sede e che ho avuto da chi conosce questa Suora. Ma perché la Suora voleva andare dai carabinieri? Perché padre Manelli le disse che per quello che sapeva e che aveva visto doveva morire? Cosa aveva saputo di così pericoloso per lui? Cosa aveva visto nel comportamento di padre Manelli?
Vorremmo conoscere le risposte autentiche a queste domande! Chi più di tutti è in grado di scoprire e accertare questi reati? Sia per accertare tutta la verità sulle opere di padre Manelli, sia per dare ai seguaci ingannati la corretta identità dei personaggi che ingannano e che rilasciano interviste false perché hanno capito di avere perduto credibilità e protezione.
Chi ha vinto è la Madonna, Ella non segue più i Religiosi che ingannano con la Messa in latino e vivono in opposizione al Vangelo…
Certo, i seguaci di padre Manelli vedono così spuntate le loro armi se si arriva a svelare tutto quello di gravissimo circonda lui, alcuni giustamente si porranno certe domande, altri continueranno a difendere ingenuamente la Messa in latino ignorando tutti i peccati mortali commessi da chi seguono. Le domande di stupore sono comprensibili, se sono onesti devono andare a fondo per conoscere tutta la verità, non devono fermarsi alla superbia che acceca e disorienta.

Per quanto riguarda lo sbandieramento della falsa lettera anonima contro me, vi assicuro che si arriverà a scoprire tutta la verità e l’imbroglio di chi maliziosamente l’ha compilata e non è certamente un buon cristiano. Nella lettera ci sono errori grossolani contro il Codice di Diritto Canonico, non presenta la verità ma tutto il contrario. Infatti, io ho sempre celebrato la Santa Messa giornaliera, non mi è mai stata data alcuna limitazione perché non c’è alcuna ragione e chi lo afferma oltre a dire gravissime falsità corre il pericolo della diffamazione a mezzo stampa!
Chi mi diffama con odio e menzogna deve portare una sola prova contro me, ma non c’è, non esiste, è impossibile perché conosco bene la mia storia… E se non esiste perché il mio comportamento è sempre stato irreprensibile, non devono diffamare per difendere un santone, mostrano così di agire come lui, ripetono i suoi errori e manipolazioni della verità.
È una lettera scritta per delegittimare il mio libro “La corruzione nella Chiesa”. La falsità è evidente perché non c’è la firma, non è autentica. I seguaci di padre Manelli sapranno tutta la verità e non potranno più falsare la storia!

Inoltre, sono disponibile a chiarire quanto avvenuto in qualsiasi luogo, alla presenza di tutti i seguaci di padre Manelli per dare ad essi lunghi chiarimenti sulle manipolazioni, le estorsioni e gli inganni che avvenivano nei due Istituti di Frati e Suore.
“L'estorsione in diritto è un reato commesso da chi, con violenza o minaccia, costringa uno o più soggetti a fare o a non fare qualche atto al fine di trarne un ingiusto profitto con altrui danno. L'estorsione è una tipica attività a cui la criminalità organizzata ricorre per acquisire capitali ingenti, ma soprattutto per controllare il territorio”.
Ci sono stati casi di assoggettamento e di estorsione con minacce per fare compiere quanto si pretendeva dai seguaci, un caso che si conosce è quello di Mamma Ebe attualmente in carcere per gravissimi reati penali. Trascrivo dal web:
«Mamma Ebe, all’anagrafe Gigliola Ebe Giorgini (Bologna, 1934), è una presunta santona e guaritrice italiana, fondatrice dell’“Ordine di Gesù Misericordioso” e condannata a sette anni di reclusione, con sentenza del 2008, dal Tribunale di Forlì per truffa ed esercizio abusivo della professione medica. L'11 giugno 2010 viene di nuovo arrestata, insieme al marito e ad un collaboratore con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della professione medica e alla truffa aggravata; notificati anche altri 14 provvedimenti cautelari a carico di adepti e collaboratori della donna.
Mamma Ebe fu a più riprese posta sotto accusa dal 1980 al 1994: i suoi reati andavano dall’estorsione a poveri anziani malati con la promessa di una guarigione, alla persuasiva suggestione psicologica dei seguaci, spesso donne».
Ci sono Religiosi in questi tempi di confusione abilissimi nell’utilizzare la Messa in latino per gettare fumo negli occhi a quanti non hanno discernimento e corrono dietro quello che ad essi appare buono. “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo”. Rimane senza Dio il Religioso che non muore a se stesso ed inganna tanti credenti che agiscono in buonafede. Rimane solo a cercare gli applausi e i consensi della gente perché Dio non è più con lui.
Ci sono alcuni che affermano di avere trovato qualcosa di diverso incontrando un santone, di essere rimasti colpiti da alcune parole. Questo santone può anche essere un Sacerdote, bravo a trasformarsi in veggente e a dire parole profetiche, che poi non si realizzano. È l’arte che utilizzano molto bene maghi e fattucchiere, sono maestri nel manipolare le coscienze.
Come i maghi e le fattucchiere, anche un Sacerdote santone si attornia di persone che hanno il compito di ripetere a tutti che lui è un santo e che è continuamente ispirato dalla Madonna, mentre gli altri Sacerdoti sono rovinati. Affermare queste tesi e minacciare le persone di finire all’inferno se non obbediscono a quanto afferma lui, sono prove sufficienti per parlare di deriva morale, di manipolazione, di delirio paranoico.
Mi ha scritto, fra gli altri, Massimiliano, è rimasto un anno nel convento di padre Manelli e poi è andato via dopo avere scoperto varie cose. Trascrivo qualcosa dalla sua mail: “Il mio periodo in convento con i Francescani dell'Immacolata, e' durato da ottobre 2009 ai primi di novembre 2010. Leggendo le sue newsletter su Padre Manelli, anch'io ho visto che dentro l’Istituto c'era un'eccessiva idolatria e venerazione verso la sua figura, e pensavano che quando parlava lui parlava la Madonna. Un altro comportamento sbagliato era che Manelli giudicava negativamente gli altri Ordini Religiosi per il fatto che perdevano vocazioni, con tanto di cifre, ed esaltava il proprio Istituto, come se fosse l'unico che poteva salvare l'anima. Si respirava, in generale, un'aria del tipo "Noi siamo bravi, voi no". (Esaltazione…). Questa cosa ti coinvolgeva, poiché dopo nella testa ti entrava questo pensiero, visto che lo respiravi continuamente. Quando ci parlai personalmente con padre Manelli, poco prima di entrare in convento, mi disse che la Madonna voleva che diventassi Sacerdote, io rimasi ingannato come lo era un prete diocesano, egli poco dopo la mia uscita mi disse che i Frati insegnano che quando parlava padre Stefano, parlava la Madonna. A distanza di 3 anni, non sono Sacerdote, nè nei Francescani dell'Immacolata ne in altri Ordini, non sono in un cammino da Seminarista, e sento dentro di me che il Signore mi vuole sposato. Dall'esperienza in convento con padre Manelli sono tornato a casa con una situazione psico-fisica da ricostruire”.
È stato accertato che il 90% delle vocazioni presenti negli ex Istituti di padre Manelli sono stati plagiati sempre con la ripetizione di queste parole: “La Madonna vuole che diventi Sacerdote (o Suora se si trattava di una donna)”. Questo il motivo di tante vocazioni…
Parole ripetute in continuazione a tutti, parole che hanno favorito molte vocazioni ma molti Religiosi terminato il fervore sono andati via, mentre altri Religiosi attualmente non hanno il coraggio di uscire dai due Istituti per paura di finire all’inferno. Questa è sempre stata la minaccia (reato penale di estorsione) ripetuta da padre Manelli e dai suoi complici seviziatori a quanti balenava nella mente di scappare via, altrove, purchè lontano dalle restrizioni stile lager.
Ma tutto mascherato con la Messa in latino…
 
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view post Posted on 30/9/2013, 14:08
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I tradizionalisti all'attacco del nuovo "commissario"

http://www.campariedemaistre.com/2013/09/i...rancescani.html

26 settembre 2013
Il nuovo corso dei Francescani dell'Immacolata, tra bugie, reticenze e svarioni mediatici
19:11 Bruno, Chiesa cattolica, FFI, Francescani dell'Immacolata, Manelli, rito antico, Tornielli, Tradizionalismo 2 comments
di Marco Mancini

Forse mai si è avuta una prova così evidente di come nella Chiesa si mescolino componente divina e umana, grazia e mondanità, santità e peccato, come nella vicenda riguardante i Frati Francescani dell’Immacolata.

Riepiloghiamo i fatti: nel luglio 2012, a seguito del disagio manifestato da alcuni religiosi dell’Ordine circa lo stile di governo e alcune decisioni (soprattutto in materia liturgica) assunte dal fondatore e Superiore Generale Padre Stefano Manelli, la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, guidata dal cardinale brasiliano João Braz de Aviz, ha ordinato una visita apostolica, incaricando del compito mons. Vito Angelo Todisco. La visita, che ha avuto il suo elemento cardine in un questionario inviato a tutti i religiosi, si è conclusa con un decreto, approvato “ex auditu” da Papa Francesco, che ha disposto il commissariamento dell’Ordine e il divieto per tutti i suoi membri di celebrare la Messa nella forma straordinaria del Rito romano (il c.d. rito antico), salvo esplicita autorizzazione delle autorità competenti. Il Commissario Apostolico, il cappuccino Padre Fidenzio Volpi, ha poi nominato padre Alfonso Bruno – già membro del Consiglio Generale dell’Ordine – nuovo Segretario Generale.

Rispetto ai fatti esposti sopra, la pubblicistica e la blogosfera cattolica si sono divise. Da parte “tradizionalista”, il commissariamento è stato presentato come il risultato di una trama ordita da un gruppo di frati dissidenti, coadiuvati da alcuni ambienti di Curia, che ha finito per gettare fango su Padre Manelli e sull’Ordine in generale e che avrà l’effetto di distruggere una realtà che negli ultimi anni, in piena controtendenza rispetto ad altre famiglie religiose, ha registrato una crescita continua, anche in termini di vocazioni. Più in generale, si è denunciato il pericolo di una nuova “caccia alle streghe” nei confronti degli ambienti ecclesiali più aperti al richiamo della Tradizione, come dimostrerebbe anche il divieto relativo alla celebrazione della Messa tridentina.
A queste accuse si è risposto che le scelte operate negli ultimi anni dai capi dell’Ordine, specie quella di dare grande spazio al Rito antico e di abbracciare una sensibilità “tradizionalista”, hanno suscitato disagio e divisioni, con il rischio di allontanare l’Ordine da un autentico “sentire cum Ecclesia” e dal suo originario carisma. Legittimo sarebbe, dunque, l’intervento delle autorità romane, e meritoria l’opera di denuncia di quei frati che si sarebbero rifiutati di prestare la loro opera a favore di gruppi tradizionalisti e “criptolefebvriani”, i quali avrebbero esercitato un’influenza negativa sui precedenti responsabili dei Francescani dell'Immacolata.

Personalmente non ho contatti diretti con l’Ordine e non sono in grado di garantire da quale parte penda la bilancia, anche se per onestà intellettuale devo confessare che diversi collaboratori di questo blog hanno valutato in maniera molto critica il commissariamento. L’unica cosa sulla quale mi sentirei di mettere la mano sul fuoco è l’assoluta santità di vita e buona fede di padre Manelli e dei suoi più stretti collaboratori. Detto questo, in questa storia occorre prendere atto di alcuni elementi, che forse possono aiutarci a districare l’intera vicenda.

Dopo la nomina di padre Alfonso Bruno a Segretario Generale, Francesco Agnoli, giornalista ed apprezzato esponente del mondo c.d. “tradizionalista”, lo ha accusato apertis verbis di ipocrisia e doppiezza, sospettandolo di essere tra i responsabili del sovvertimento del governo dell’Ordine. Subito la “Stampa” ha pubblicato un’intervista di Andrea Tornelli proprio a padre Bruno: il frate non solo si è difeso, ma ha anche contrattaccato. In particolare, ha giustificato il suo graduale spostamento sulle posizioni dei dissidenti con un approfondimento “delle dinamiche interne”, che lo avrebbe portato a “convergere in direzione della carità e della giustizia”. Non solo: ha anche respinto le critiche mosse al questionario disposto dal Visitatore apostolico, spiegando come soltanto dopo i risultati, che sarebbero stati favorevoli agli stessi dissidenti, esso sia divenuto oggetto di contestazione da parte dei maggiorenti dell’Ordine.

Inutile dire che l’intervista non mi è piaciuta affatto: non solo per le domande formulate “in ginocchio” da Tornielli, ma soprattutto per le risposte di padre Alfonso Bruno, che danno la sgradevole sensazione – tutta personale, sia chiaro – di una certa ipocrisia. Insomma, sortiscono l’effetto contrario di quello sperato e danno, semmai, maggiore credibilità alla denuncia di Agnoli.

Come se non bastasse, l’ottimo Fides et Forma ha pubblicato la lettera con la quale il Consiglio Generale dell’Ordine contestava, nel mese di maggio 2013, le modalità della Visita apostolica e in particolare i contenuti del questionario. Leggendo la missiva, scopriamo – sorpresa! – che tra i firmatari vi era anche padre Bruno! Insomma, a maggio l’attuale Segretario Generale era d’accordo con padre Manelli e gli altri nel denunciare le mancanze del Visitatore, oggi invece è diventato l’uomo di fiducia del Commissario e sputa nel piatto in cui ha mangiato fino a ieri. Goffo è stato il tentativo, orchestrato ancora una volta da Tornielli su “Vatican Insider”, di difendere l’indifendibile: “le firme – scrive il vaticanista – erano state raccolte in fretta” e, comunque, subito dopo aver siglato la lettera padre Bruno “aveva […] fatto sapere immediatamente alla Santa Sede di non condividerla”. Quando la toppa è peggio del buco, si direbbe. Anche a non voler sospettare cattiva fede e opportunismo nella condotta del neo-Segretario Generale, nel migliore dei casi si tratta di vigliaccheria, o quantomeno di perenne indecisione: solo questo basterebbe a sconsigliare di affidare al padre incarichi di responsabilità all’interno dell’Ordine, specie in una fase così delicata. Il Commissario apostolico, padre Fidenzio Volpi, non ha evidentemente posto mente a tutto ciò.

Nello stesso articolo in cui ha improvvisato una così labile difesa, Tornielli ha dato diffusione ai risultati del questionario, pubblicati con grande enfasi dal sito ufficiale dei Francescani dell’Immacolata, anch’esso passato saldamente – dopo i primi giorni di confusione mediatica, in cui abbiamo assistito addirittura alla pubblicazione di note “semi-ufficiali” – nelle mani di padre Bruno, come anche la pagina Facebook, sulla quale torneremo più avanti. Guardate – ha strillato Tornielli, parlando di “risultato eloquente” – la maggioranza dei frati era a favore del commissariamento! I numeri, però, vanno letti con attenzione. Ad esempio, diamo un’occhiata al quesito sullo stile di governo del Superiore Generale. Il sito dell’Immacolata, o padre Bruno che dir si voglia, lo presenta così: il 39% dei religiosi ha barrato la casella “Tutto va sostanzialmente bene”, il 61% ha invece selezionato l’opzione “Esistono problemi”. Di questi ultimi, il 26% ritiene che i problemi possano essere risolti con un Capitolo Generale ordinario, in programma per il giugno 2014, mentre ben il 74% opta per la soluzione “Capitolo Generale Straordinario/Commissariamento”.
Peccato, però, che nel questionario le opzioni “Capitolo straordinario” e “Commissariamento” fossero separate: non è chiaro per quale motivo ora vengano riunite, se non per gonfiare il dato relativo all’ultima alternativa. A ben guardare, il 55% dei religiosi interpellati ha ritenuto che non vi fossero problemi o che i problemi potessero essere risolti attraverso gli ordinari strumenti di governo dell’Ordine, una quota inferiore ha espresso il desiderio di un Capitolo Straordinario chiarificatore, mentre un’infima minoranza – a giudicare dal fatto che la sua consistenza non viene esplicitata – si è espressa a favore del Commissariamento: altro che l’“eloquente” plebiscito di cui favoleggia Tornielli! Senza contare il fatto che un 30% dei circa 200 frati interpellati non ha risposto al questionario e che altri 170 frati non sono stati neanche chiamati in causa, essendo di voti semplici, come ha sottolineato l’ottimo Lorenzo Bertocchi (cfr. anche l’analisi di Fides et Forma). Il che getta ancora una volta una pesante ombra sulle modalità di svolgimento della Visita apostolica, condotta pressoché esclusivamente in forma telematica.

Evitiamo di dilungarci, poi, sulla tendenziosità di taluni quesiti: dai riferimenti alla “spiritualità dell’uomo contemporaneo” e al “Concilio Vaticano II” nelle domande sulla liturgia antica, allo spregiativo accostamento dell’aggettivo “ciecamente” al verbo “ubbidire”, inserito tra le opzioni selezionabili dai frati qualora - e il questionario, consultabile interamente qui, lo dà quasi per scontato - “il Superiore Generale e il Consiglio Generale, con la «NORMATIVA LITURGICA PER IL “VETUS ORDO» del 21 novembre 2011, fossero andati al di là di quanto stabilito nel Capitolo Generale del 2008”.

Dicevamo della pagina Facebook: i nuovi amministratori vi esercitano una rigida censura sui commenti "scomodi", i cui autori vengono spesso e volentieri bannati. Come se non bastasse, ieri si sono presi anche la briga di condividere uno status ferocemente critico, per non dire insultante, nei confronti di Roberto De Mattei, ritenuto una delle “eminenze grigie” che avrebbero condotto i frati sulla cattiva strada del “tradizionalismo”. Oggi si replica, bastonando con molta poca carità – tra gli altri – lo stesso Bertocchi, Cristina Siccardi e il già citato Francesco Agnoli. Ora, che il profilo ufficiale di un Ordine religioso dia spazio a queste beghe di cortile, fungendo da manganello mediatico di una delle fazioni in lotta e assumendo l’aspetto di un pollaio, per non dire di una cloaca, è semplicemente riprovevole. E’ chiaro indice, oltre che della totale mancanza di decoro, di una certa “mondanità spirituale” e di quel “carrierismo” che pure Papa Francesco ha biasimato più volte, in questi primi mesi di Pontificato. E, se questo è lo stile del “nuovo corso”, allora forse si capiscono molte altre cose anche sul resto. E' troppo sperare che qualcuno a Roma ci rifletta un po’ su?

ULTIM'ORA:
Pensavamo di aver già visto abbastanza, evidentemente non era così. Forse innervositi dai commenti critici, gli amministratori della pagina cominciano a perdere anche un po' di lucidità: così, capita loro di scrivere a cuor leggero che "i tradizionalisti hanno plagiato p. Stefano. Preghiamo per lui. Ora gestiscono i soldi dell'Istituto e l'amico del grande marrano [riferimento al prof. De Mattei] fa il lavandaio". Leggere per credere. Così, con una leggerezza da far accapponare la pelle. Nel frattempo, una buona metà della redazione del nostro blog è stata bannata. Un Ordine che fino a qualche mese fa era uno straordinario esempio di virtù cristiane sta precipitando nel ridicolo e nessuno sembra avere voglia di porvi rimedio.
 
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Maria Rex
view post Posted on 19/10/2013, 15:55




Scozzaro sara pure un cattivo frate ma certamente non potra' mai essere paragonato al grsnde drlinquente vhe per adeesso ha semplicemente ricevuta la condanna di una espulsione che gli permette ancora comunque di continuare a delinquere.
 
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view post Posted on 19/10/2013, 16:32
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Chi è il delinquente? Per quale motivo? In che senso continua a delinquere?

Illuminaci.
 
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view post Posted on 3/12/2013, 05:48
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I tradizionalisi contro la nuova dirigenza. Manelli rinchiuso a Cassino. La replica della dirigenza, che conferma la "reclusione"

www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2991

BastaBugie n.323 del 15 novembre 2013
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ECCO COME SI STA AFFONDANDO IL PROMETTENTE ORDINE DEI FRANCESCANI DELL'IMMACOLATA
Dopo le ingiustizie subite dal ramo maschile, padre Fidenzio Volpi sta tentando di estendere la sua competenza anche alle Francescane dell'Immacolata
di Luisella Scrosati

Fa sempre un po' pena dover scrivere certe cose, ma mi sembra importante per aiutare i lettori a capire meglio alcune dinamiche "troppo umane".
Il 29 settembre, il sito mediatrice.net, diretto da padre Alfonso Bruno, nuovo Segretario generale dei Francescani dell'Immacolata all'epoca del commissario Fidenzio Volpi, riporta un intervento dal titolo "Corsi e ricorsi storici: dalla violenza verbale alla violenza fisica", che si snoda a mostrare come spesso la violenza verbale delle ideologie, in particolare negli anni Settanta, che videro l'esplodere del terrorismo, si sia poi tradotta in azioni violente. Considerazioni interessanti e condivisibili, senonché ad un certo punto si trova scritto: "Oggi, le tendenze ideologiche più radicali sono state sostituite da quelle identitarie, altrettanto – se non più ancora – estreme. C'è l'identitarismo razziale...; c'è però – soprattutto – l'identitarismo religioso. Qui, si è portati a pensare ai Musulmani: ci sono indubbiamente gli islamisti fanatici, ma in fatto di fanatismo non scherzano nemmeno certi estremisti cattolici". E si prosegue tratteggiando l'identikit di tali "estremisti": fanatici vandeani, desiderosi di bruciare gli eretici, e pronti a breve a passare alla violenza; "per adesso, il loro rogo è ancora subliminale, e riguarda le idee, ma – continuando su questa strada – si passerà prima o poi alle vie di fatto. Lo slogan e l'insulto hanno soppiantato, sugli attuali mezzi di comunicazione ogni ragionamento".
Non sono particolarmente perspicace, ma riesco ugualmente a capire che per l'autore dell'articolo, postato su un sito dedicato alla Madonna, questi "fanatici cattolici" siano quelli che in questi giorni si stanno opponendo all'interpretazione "alfonsiana" dei fatti (Bertocchi, Agnoli, Siccardi, svariati laici della M.I.M... tutti generosamente finiti dentro la categoria indistinta dei "tradizionalisti", che è come dire "fascisti" in politica). Oppure stanno parlando di se stessi?
In effetti, chi sovrabbonda di slogan ed insulti? A ben vedere, in un altro articolo che si trova sullo stesso sito (I detrattori replicanti, del 26/09), riportato anche sul profilo Facebook dei Francescani dell'Immacolata, si trova un florilegio di fantasiosi insulti. I "tradizionalisti" (anche qui un termine generico con cui si racchiudono posizioni ben diverse tra loro) sono considerati "piccoli esseri maligni", "giornalisti mancati, cui la fatidica rete offre l'occasione per vendicarsi delle loro frustrazioni professionali", "esemplari della fauna"... Il primo di questi è, secondo il catalogo dei reprobi, Lorenzo Bertocchi, reo di "aver fatto di conto" sul sito Libertà e persona (un conto che ha convinto, sia detto tra parentesi, svariate persone), e di aver dimostrato che i dati proposti da padre Bruno sui frati favorevoli al commissariamento sono manipolati. Di lui si dice: "In prima fila, fa spicco per il suo acume (si fa per dire) tale Lorenzo Bertocchi, che si presenta quale studioso di Scienze Agrarie: disciplina per definizione non certo arida, ma dal momento che "la terra è troppo bassa" e costringe dunque il coltivatore a chinarsi – come solgono giustificarsi quanti abbandonano la zappa e il badile per dedicarsi al lavoro intellettuale – ecco l'insigne agrarista scegliere il suo "violon d'Ingres" ed invadere il terreno (è il caso di dirlo) delle scienze religiose".
Chi conosce Lorenzo Bertocchi, sa non solo che, oltre alla laurea in scienze agrarie, possiede anche diplomi ottenuti presso Università pontificie e che collabora con quotidiani e riviste di prestigio (cattoliche e laiche), ma sa altresì molto bene che è persona di grande equilibrio e moderazione. A lui bisognerebbe rispondere, come a tutti, non solo con garbo, ma soprattutto nel merito: ha ragione Bertocchi quando sostiene che accorpare in un'unica percentuale i Frati francescani dell'Immacolata favorevoli ad un Capitolo straordinario (cioè ad una risoluzione comunque interna alla congregazione) con quelli invece favorevoli al commissariamento (cioè ad un intervento, pesante, dall'esterno) sia una manipolazione? Ha ragione o torto quando chiede, dal momento che si è a lungo dibattuto sui numeri, proprio per giustificare il commissariamento, che sarebbe opportuno darli, questi numeri, in modo onesto, indicando con precisione quanti Frati hanno espresso esplicitamente il loro parere favorevole al commissariamento?
Invece sembra che l'insulto sia l'unica strada percorribile, saltando del tutto il punto in questione. Si arriva addirittura a scrivere: "L'asserzione del Bertocchi si riferisce al fatto che il Visitatore Apostolico, la cui indagine è stata alla base del successivo commissariamento, ha svolto una indagine conoscitiva tra i religiosi. Qui non entriamo nel merito dei risultati, che i nostri lettori possono trovare in dettaglio sul sito degli stessi Francescani dell'Immacolata...". Come? Tutto il pezzo di Bertocchi mette in discussione i numeri dati da padre Bruno sul sito dei Francescani e rilanciati presso varie agenzie, e qui gli si risponde che non si vuole entrare nel "merito dei risultati" numerici? C'è dunque qualcosa da nascondere, dietro gli insulti?
Poi è il momento della dott.sa Cristina Siccardi, non prima di aver regalato l'ultimo complimento a Bertocchi: "Uscito ingloriosamente di scena il Bertocchi, subissato dai fischi e dai lanci di ortaggi degli spettatori, occupa il proscenio una autentica primadonna, la Dottoressa Cristina Siccardi, che sta al giornalismo tradizionalista come la grande Eleonora Duse stava ai drammi di Gabriele D'Annunzio".
Nell'articolo c'è spazio anche per il direttore de La Nuova Bussola, come parte di un' "idra dalle molte teste": "Padre Bruno ha inviato una dettagliata smentita dell'articolo di Agnoli, indirizzata al Direttore de "La Nuova Bussola", Riccardo Cascioli, invocando, a norma delle Leggi sulla Stampa, il proprio diritto alla rettifica. Il Dottor Cascioli ha risposto penosamente, menando il can per l'aia...". Il giorno dopo, invece, il direttore Cascioli pubblicava la smentita di padre Bruno, all'articolo di Agnoli. Smentita, per il vero, curiosa: mentre Agnoli fondava la sua testimonianza sull'opposizione calunniosa di padre Bruno alla marcia per la vita, padre Bruno risponde... al dossier pubblicato su Libertà e persona, senza dire neppure una parola sulla marcia stessa. Chi mena il can per l'aia?
Lascio ai lettori, infine, il diletto di leggere il resto delle nobili considerazioni, riportate in questi articoli. Fa certamente male, però, vedere che nel sito e nel profilo Facebook ufficiale dei Frati si ritrovino tanti insulti, astiosi e poco ragionevoli. Si fa fatica a capire come possano essere proprio i personaggi che usano in un modo così offensivo il nome dell'intero ordine, dopo aver escluso dalla possibilità di postare alcunché non solo i fondatori, ma tutti gli altri Frati considerati "dissidenti", a condurre l'istituto alla tanto auspicata pacificazione.
Perché vede, caro direttore, nella mia esperienza certamente limitata, mi sono fatta un'idea di quello che sta accadendo all'interno dei Frati. Quando accompagnavo gruppi di ragazzi in montagna, accadeva spesso che si finiva per litigare, perché non riuscivo quasi mai a tenere insieme tutti: c'erano i più veloci e i più lenti, i più intraprendenti e i pusillanimi, gli entusiasti e gli annoiati. E questi finivano immancabilmente, nonostante le raccomandazioni a rispettare tutti, per dirsele di santa ragione, e di ragione ognuno ne aveva almeno un po'... E' accaduto più o meno così: tu sei un "cripto-lefebvriano"! E tu sei un "modernista!". Tu celebri una Messa mediocre... E tu quella contro lo spirito del Concilio!
Quando a casa cominciavamo a "farci i complimenti" tra sorelle, mia mamma – che non è laureata in teologia, anzi non è proprio laureata affatto, ma ha del buon senso – chiudeva la porta della camera, fino a che non avevamo finito di dircele (e ogni tanto di darcele). Ma nel caso dei Francescani dell'Immacolata, anziché chiudersi tutti nella "stanza" del Capitolo generale, qualcuno (secondo i miei calcoli non più di dieci Frati, ma sarò forse smentita dalla pubblicazione dei dati effettivi e ben distinti, come richiesto da Bertocchi...) ha preso la palla al balzo ed ha incominciato a creare un "caso" tale da richiedere l'immediato intervento della Santa Sede, presentando un'unica versione dei fatti.
Appurato dunque chi sia ad usare realmente violenza verbale, mi domando se per caso non accada che questi personaggi passino anche ai fatti.
In effetti, a ben vedere le ultime decisione di governo, sembrerebbe che l'epurazione, tipica dell'ideologia, sia già iniziata.
A partire da P. Stefano Manelli, fondatore della Congregazione, è stato applicato il canone 1337 del Codice di Diritto Canonico: una pena espiatoria che lo confina nella diocesi di Cassino (viene da pensare a padre Pio, maestro di padre Stefano: anche lui fu accusato da vari confratelli e perseguitato dalle gerarchie ecclesiastiche, ma difeso da molti laici coraggiosi e devoti).
E tanti altri spostamenti...

Concludo ricordando un pensiero del compianto Cardinal Tomas Spidlik. Durante gli Esercizi spirituali predicati a Giovanni Paolo II e alla Curia romana, spiegò la differenza tra un povero contadino ubriacone ed un prete con lo stesso vizio. Il contadino, dopo aver bevuto, si recava a confessarsi, dicendo: "Padre, ho peccato. Mi piace il vino ed esagero, sono un poveraccio". Il sacerdote invece cominciava a spiegare durante la predica che perfino San Paolo afferma di prendere vino, la Regola di San Benedetto lo raccomanda e chi non beve lautamente non sa godere delle cose buone che Dio ci ha dato. Chi ha orecchi per intendere, intenda.

Nota di BastaBugie: il commissario dell'Istituto dei Frati Francescani dell'Immacolata padre Fidenzio Volpi dopo aver affondato i Francescani dell'Immacolata, sta tentando di estendere la sua competenza anche alle Francescane dell'Immacolata. Ecco cosa sta accadendo (Fonte: Corrispondenza Romana): il commissario ha inviato una lettera al cardinale Braz de Aviz, prefetto della Congregazione dei Religiosi, per lamentarsi del comportamento di alcuni collaboratori dello stesso cardinale prefetto. Nella lettera, immediatamente circolata con stupore all'interno della Congregazione, il commissario giunge infatti a rimproverare il cardinale Braz de Aviz, per l'atteggiamento non sufficientemente repressivo nei confronti delle Suore Francescane dell'Immacolata dei due Visitatori che, per incarico della Congregazione, hanno partecipato al Capitolo straordinario delle Suore, svoltosi il 23 settembre 2013. Le Suore Francescane, in quel Capitolo, in conformità alle loro costituzioni e al loro Direttorio, hanno rivendicato la loro autonomia dai Frati dissidenti dell'Immacolata. Padre Volpi invoca il numero 583 del Codice canonico, per reclamare la nullità delle deliberazioni assunte dalle Suore e accusa i Visitatori di non aver adempiuto ai loro obblighi di controllo. Il Codice ha però molti canoni, tra i quali il numero 578 secondo cui i membri di un istituto hanno il diritto/dover di custodire fedelmente "l'intendimento e i progetti dei fondatori" (nel caso delle Francescane dell'Immacolata, padre Manelli, di nulla colpevole, per ammissione di padre Volpi) e il 580 che assicura agli istituti religiosi la "giusta autonomia di vita, specialmente di governo" necessaria alla loro vita. Quella autonomia che il dispotico commissario vorrebbe negare a Frati e Suore, per trasformare i conventi in caserme.

Fonte: Libertà e Persona, 10/10/2013
Pubblicato su BastaBugie n. 323

http://www.immacolata.com/index.php/it/35-...ario-apostolico

Lettera Circolare del Commissario Apostolico

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Roma, 27 novembre 2013

Carissimi Confratelli,

Carissimi laici amici, collaboratori e benefattori del nostro Istituto, in particolare i componenti del nostro Terz'Ordine e M.I.M.

Come già è noto a non pochi di voi, che hanno potuto consultare taluni mezzi di comunicazione, in particolare elettronici, oppure hanno partecipato a riunioni della Missione dell'Immacolata Mediatrice (M.I.M.), il nostro amatissimo Confratello Padre Alfonso Maria Bruno, da me chiamato al difficile ed impegnativo incarico di Segretario Generale dell'Istituto, è stato vittima di una lunga, persistente e maliziosa campagna di denigrazioni, riguardante soprattutto l'attività da lui svolta dopo il commissariamento dell'Istituto con il fine di ricondurlo, sotto la mia guida ed il mio consiglio, ad una autentica aderenza con il carisma originario e fondativo.

Tale azione diretta contro Padre Alfonso Maria Bruno non poteva assolutamente lasciarmi insensibile e indifferente, dato che ogni Superiore, sia egli Vescovo diocesano o preposto ad un Istituto di Religiosi, deve rispettare i diritti dei suoi presbiteri e deve far sì che essi siano rispettati anche dagli altri fedeli: tra questi diritti, uno dei primi e più importanti è quello alla dignità ed onorabilità personale.

Ciò non toglie che, ove siano formulate contro un Presbitero delle contestazioni, il Superiore debba valutarne con cura il fondamento; tuttavia, nel caso specifico di Padre Alfonso Maria Bruno, tale valutazione risultava superflua, in quanto le accuse vertevano su di una attività svolta sotto la mia guida o comunque di concerto con l'Autorità da me esercitata.

Dirò anzi che tanto maggiore era lo zelo dimostrato in essa da Padre Bruno, tanto più malvage e virulente risultavano le calunnie nei suoi riguardi, avendo i loro promotori rovesciato completamente la prospettiva in base alla quale l'attività e la figura di un Sacerdote devono essere valutate.

Per effetto di tale sovversione dei valori, l'opera svolta per il bene dell'Istituto veniva da costoro ritenuta dannosa.

In base al disposto del Canone 670, "l'Istituto ha il dovere di procurare ai membri quanto, a norma delle costituzioni, è loro necessario per realizzare il fine della loro vocazione"; e la vocazione, più che di beni materiali, necessita - per realizzare i suoi fini - di beni spirituali, primo tra tutto il rispetto dovuto al Sacerdote.

Essendo mancato da parte di alcuni tale rispetto, era mio dovere ripristinarlo, affrontando costoro a viso aperto, senza temere la potenza da loro ostentata, né le protezioni che potevano sostenerli.

Il Canone 619 precisa che i Superiori devono agire verso i Sacerdoti loro sottoposti con fraternità: può forse un fratello, specie se maggiore, omettere di difendere un altro fratello se questi è perseguitato ingiustamente o calunniato?

Per giunta, nel caso specifico, difendendo Padre Bruno - data la solidarietà che egli mi ha dimostrato fin dall'inizio della mia opera presso l'Istituto, e dato che tale solidarietà lo spingeva a conformarsi con zelo ai miei ordini - ho difeso anche me stesso: non per vanità, ma nella coscienza di avere agito per ottemperare alla volontà delle Autorità preposte alla competente Congregazione, e soprattutto alla volontà espressa personalmente dal Santo Padre, cui debbo incondizionata obbedienza.

Ed insieme con la persona di Padre Bruno, con la mia stessa persona, con l'Autorità della Congregazione e con il Santo Padre, ho difeso e protetto anche la comunità, sia quella dei nostri Religiosi, sia quella dei laici a noi vicini, sia infine quella più ampia ed universale costituita dall'intera Chiesa.

La calunnia nei confronti di un Sacerdote costituisce un attentato a tutta la comunità, in quanto si risolve in una perdita della fiducia riposta dai fedeli nel sacerdozio, e quindi dell'azione pastorale della Chiesa.

Infatti il chierico non "lavora" per il Vescovo o per il superiore, ma è al servizio di Dio e di tutta la comunità ecclesiale.

Se dunque la denunzia nei confronti di un Sacerdote risulta falsa, la parte accusante pecca gravemente, sia per il fatto stesso di aver affermato il falso, sia per il danno arrecato non solo alla buona fama del chierico, ma a tutta la comunità, avendo insinuato in essa il sospetto e il discredito nei confronti del ministero sacro, conferito mediante il Sacramento dell'Ordine.

Tanto più grave sarà inoltre tale responsabilità quando la diffamazione di un Sacerdote fosse diretta a dividere la Chiesa, creando falsi ed artificiosi motivi di conflitto al suo interno.

Mi incombe dunque, cari Confratelli e cari laici a noi vicini, il dovere di richiamarvi tutti al compito di difendere l'unità della Chiesa, insidiata dalle personali ambizioni di quanti risultano purtroppo affetti da uno smisurato orgoglio luciferino, che li spinge ad ergersi a giudici della Gerarchia, ad arbitri delle verità dogmatiche, a dispensatori di un Magistero da loro concepito su misura delle proprie convinzioni e delle proprie personali ambizioni.

A costoro vi invito a resistere, non cedendo né a minacce, né a lusinghe, facendovi forti del principio per cui "ubi Petrus, ibi Ecclesia", e soprattutto della parola contenuta nella Scrittura: "La verità vi farà liberi".

Vi benedico.



Padre Fidenzio Volpi O.F.M. Capp.

Commissario Apostolico



REPLICA A BASTABUGIE



La Signora Luisella Scrosati, dopo avere erroneamente asserito che Padre Stefano Maria Manelli era stato assoggettato ad un provvedimento disciplinare in forza del quale si trovava a domicilio coatto, e dopo avere dovuto rettificare tale asserzione a seguito della smentita del nostro Istituto, ritorna ora a diffondere la sua pristina versione, scrivendo sul sito “BastaBugie” quanto segue: “Tutti i Religiosi sono tenuti ad osservare il Canone 665 (“religiosi in propria domo religiosa habitent”), eppure nessuno di loro è tenuto a chiedere il permesso al suo Superiore Generale per allontanarsi dalla Diocesi cui appartiene la propria casa religiosa”.

Tale diversità di condizione, secondo la signora Scrosati, proverebbe la vigenza di un provvedimento disciplinare. Siamo costretti a smentirla nuovamente, ribadendo che si tratta di una misura amministrativa. Se Padre Stefano Maria Manelli fosse libero di muoversi a suo piacimento ovunque, in Italia e perfino all’estero, verrebbe percepita dai Religiosi l’esistenza di una duplice Autorità, quella “de jure” appartenente al Commissario Apostolico, e quella “de facto”, esercitata invece dall’ex Superiore Generale.

Le restrizioni imposte ai movimenti di Padre Stefano Maria Manelli, comunque TUTTI autorizzati dal Commissario, salvo un’unica eccezione, si giustificano con questa esigenza. E’ stato anche segnalato un caso in cui Padre Manelli ha lasciato il territorio della Diocesi di residenza, recandosi a Teramo il 19 ottobre, senza richiedere la previa autorizzazione del Commissario, e senza subire per questo alcuna sanzione. La signora Scrosati, cui rispondiamo per cortesia e per dimostrare la trasparenza della situazione del nostro Istituto, non ha comunque titolo per esigere da parte nostra alcuna giustificazione degli atti compiuti.

http://www.immacolata.com/index.php/en/35-...berta-e-persona

NOTA UFFICIALE DI CHIARIMENTO

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Viene pubblicata sul sito “Libertà e Persona”, a firma della Signora Luisella Scrosati, una informazione falsa e destituita di ogni fondamento riguardante il nostro Istituto, e più in particolare il mio operato in qualità di Commissario Apostolico:

"A partire da Padre Stefano Manelli, Fondatore della Congregazione, è stato applicato il Canone 1337 del Codice di Diritto Canonico: una pena espiatoria che lo confina nella diocesi di Cassino".

La norma qui richiamata riguarda l’ingiunzione rivolta a un religioso, di dimorare in un determinato luogo.

Al riguardo preciso che nessuna sanzione canonica, e in particolare nessuna pena espiatoria, è stata applicata dall’Autorità dell’Istituto ad alcun religioso, e tantomeno a padre Stefano Manelli, il quale è stato viceversa interessato esclusivamente da un provvedimento che rientra nelle normali funzioni di amministrazione a me attribuite in virtù dell'incarico che sto svolgendo su designazione della Santa Sede.

Padre Stefano Manelli è stato assegnato, come tutti i religiosi, ad una casa conventuale, e sono state inoltre stabilite le modalità concernenti la sua residenza in essa.

Padre Stefano Manelli non ha in alcun modo impugnato tale provvedimento e non ha espresso alcuna rimostranza al riguardo, né rivolgendosi alla mia persona, né rivolgendosi ad altra Autorità religiosa.

E’ evidente che si persegue il tentativo di qualificare come sanzione disciplinare, e in particolare come pena espiatoria, un provvedimento di tutt'altra natura giuridica, al fine di precostituire motivi d'impugnazione basati sulla mancata osservanza del procedimento da osservare nel caso in cui venga erogata una pena.

Tale normativa non si può però applicare al caso in esame, dal momento che esso non rientra nella materia disciplinare.

Quanto alle modalità riguardanti la residenza di Padre Stefano Manelli nella casa religiosa cui è stato assegnato, ed in cui già per sua scelta abitualmente dimorava, ricordo che egli ha potuto, previa autorizzazione, effettuare tutti gli spostamenti da lui richiesti (per interposta persona) al di fuori del territorio diocesano.

Mi riservo di intraprendere ogni azione legale a tutela dell’onorabilità dell’Istituto, di tutti i suoi componenti e mia personale, sia nell’ambito canonico, sia nell'ambito dell’ordinamento penale dello Stato.

I laici che meritoriamente desiderano porgere all’Istituto il proprio aiuto spirituale, possono farlo unendosi a noi tutti nell’orazione rivolta a Dio, per l’intercessione della Santa Vergine, affinché illumini le nostre menti, dandoci la forza e l’umiltà necessarie per praticare la Virtù della “Devota Obbedienza”.

Il Commissario Apostolico

P. Fidenzio Volpi



REPLICA DEL 9 OTTOBRE 2013

In risposta alla nota di chiarimento di cui sopra, sono stati pubblicati, su "Corrispondenza Romana" e su "Libertà e Persona", due distinti articoli, rispettivamente intitolati "Padre Fidenzio Volpi dà i numeri", a firma "E.B.", e "Risposta a Padre Fidenzio Volpi", a firma della Signora Luisella Scrosati.

In primo luogo, desidero ricordare alla Signora Scrosati come la stessa titolazione dell'articolo pubblicato da "Corrispondenza Romana", nella quale mi si attribuisce una presunta malattia mentale, costituisce l'ennesima manifestazione del linguaggio offensivo nei confronti di alcuni componenti dei Francescani dell'Immacolata nonché della mia pur modesta persona, che caratterizza fin dal suo inizio la campagna di stampa montata sul caso dell'Istituto.

Quanti scrivono sui nostri mezzi di comunicazione non si sono affatto comportati con la "maleducazione" e la "mancanza di rispetto" lamentati dalla Signora Scrosati, essendosi limitati a replicare con fermezza, ma sempre con assoluta civiltà, precisamente alla "maleducazione" ed alla "mancanza di rispetto" dimostrati da altri nei nostri confronti.

Ciò doverosamente premesso, vengo a considerare il merito delle accuse che sono rinnovate nei nostri riguardi.

In primo luogo, la Signora Scrosati prende atto del fatto che non ho applicato nei confronti di Padre Stefano Maria Manelli la sanzione prevista dal Canone 1337, dato che tale religioso non è stato colpito da alcuna "pena espiatoria".

Quanto alla richiesta che la stessa Signora Scrosati mi rivolge, consistente nell'indicare quali altre norme ho applicato nel caso in questione, le rispondo precisando che si tratta in primo luogo del Canone 665, in cui è stabilito che "i religiosi devono abitare nella propria casa religiosa" (Religiosi in propria domo religiosa habitent); in secondo luogo dell'articolo 26 delle Costituzioni dell'Istituto, che così dispone: "Il Voto mariano in forza dell'illimitatezza della Consacrazione all'Immacolata, obbliga alla "missionarietà", ossia a poter essere mandati anche in terra di missione o dovunque sia, per obbedienza".

L'articolista anonimo che pubblica il suo articolo con la sigla E.B. su "Corrispondenza Romana", dopo avere asserito fin dal titolo che "Padre Fidenzio Volpi da i numeri", mi descrive come "un personaggio imperioso e impulsivo, che nella foga cita talvolta a sproposito i numeri del Codice di Diritto Canonico".

Questo stesso Signore esprime quindi la sua meraviglia per la mia minaccia di intraprendere ogni azione legale a tutela dell'onorabilità dell'Istituto, di tutti i suoi componenti e mia personale, sia nell'ambito canonico, sia nell'ambito dell'ordinamento penale dello Stato.

Ricordo all'anonimo contraddittore che noi, figli di San Francesco, coltiviamo in sommo grado l'umiltà, ma ciò non rende lecito praticare nei nostri riguardi l'ingiuria e la diffamazione.

Affermare sul conto di qualcuno che "da i numeri", cioè che si tratta di un malato di mente, costituisce una violazione delle norme penali poste a tutela dell'onorabilità delle persone.

Ribadisco dunque il mio pieno diritto di avvalermi di tali norme.

Quanto alla affermazione dell'anonimo estensore dell'articolo secondo cui avrei applicato nei confronti di Padre Stefano Maria Manelli la norma contenuta nel canone 1337, la Signora Scrosati ha già preso atto che si tratta di una affermazione non rispondente al vero.

Rinvio pertanto il mio anonimo interlocutore alla ritrattazione formulata dalla stessa Signora Scrosati a seguito della mia precisazione.

Tralascio dunque ogni ulteriore replica in merito al mio dovere di motivare l'applicazione di una pena espiatoria quale quella prevista nel canone 1337, dal momento che non ho assolutamente agito in base a tale norma.

Padre Manelli non si trova agli "arresti domiciliari", essendo assolutamente libero di circolare nel territorio della Diocesi in cui si trova la casa religiosa cui è stato assegnato, né viene sottoposto a "libertà vigilata", non essendo stato attribuito a nessuno il compito di "vigilare" sui suoi spostamenti.

Mi sono sostituito al Superiore locale nello stabilire le modalità cui p. Manelli deve attenersi nel risiedere presso la casa religiosa cui è stato assegnato ritenendo poco rispettoso nei confronti della sua persona il fatto di ricevere disposizioni da altri che non rappresentasse la massima Autorità dell’Istituto.

Apprendo con stupore che l'anonimo estensore dell'articolo è stato portato a conoscenza del contenuto di una lettera, destinata a rimanere riservata, da me indirizzata a Sua Eminenza il Prefetto della Congregazione dei Religiosi ed alla Madre Superiora Generale del nostro Istituto femminile.

Poiché l'anonimo articolista compie una valutazione delle norme canoniche relative a quanto deliberato nel Capitolo Generale Straordinario dell'Istituto Femminile, non ho difficoltà a valutarle una ad una nel modo più dettagliato.

Inizio dal canone 583, con cui viene stabilito un limite invalicabile alla potestà concessa agli Istituti di vita consacrata per quanto attiene alla modifica del loro orientamento interno: questo limite è costituito dalla necessità di sottoporre ogni emendamento alla approvazione della Santa Sede.

Tale approvazione, nel caso in esame, non è stata nemmeno richiesta: il che conferma quanto da me asserito circa la nullità della deliberazione adottata, dato che essa esorbita dalla competenza di tutti gli organi sia dell'Istituto Maschile, sia dell'Istituto femminile.

Quanto al canone 580, esso indubbiamente riconosce "l'autonomia canonica dell'Istituto aggregato (nella fattispecie quello femminile)".

A tale autonomia sono tuttavia posti dei limiti, sia da parte del Codice di Diritto Canonico, come già ricordato, sia dalla normativa interna dell'Istituto: più precisamente dalle Costituzioni, la cui modifica - in base al loro articolo 119 - è di esclusiva competenza del Capitolo dell'Istituto maschile, salvo - come già scritto - l'ulteriore esame da parte della Santa Sede.

Tali limiti sono stati manifestamente violati nel caso in esame, poiché il Capitolo Generale dell'Istituto femminile ha preteso deliberare in una materia che non rientra nella sua competenza, modificando le norme che regolano la nomina dei frati incaricati di prestare l'assistenza spirituale nelle case religiose delle Suore.

L'anonimo articolista ricorda infine quanto disposto dal Canone 578, in base al quale "l'intendimento e i progetti dei fondatori (...) devono essere da tutti fedelmente custoditi".

Il contenuto di questo Canone, non essendo in esso stabilito alcun particolare precetto, deve essere considerato di tipo programmatico, e non si tratta dunque di una norma positiva, con la quale il comportamento dei religiosi debba conformarsi.

L'anonimo articolista non conosce evidentemente la distinzione, fondamentale nel Diritto, tra la norma positiva e le indicazioni di carattere programmatico.

Egli ritiene dunque che tale Canone limiti il potere di riformare l'ordinamento interno degli Istituti attribuito tanto ai loro rispettivi organi quanto addirittura alla Santa Sede.

Raccomando una più attenta valutazione della materia giuridica.



Roma, 9 ottobre 2013.



Il Commissario Apostolico

P. Fidenzio Volpi OFM Capp
 
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maria954
view post Posted on 5/12/2013, 17:45




Sono la madre di Veronica, attualmente presso il Convento delle Francescane delle Immacolate nei pressi di Ancona.
Il CALVARIO della mia famiglia ,inizia il 17 settembre del 2010,dal giorno in cui ellla fuggiva di casa,una ventiquattrenne serena,edcata con sani principi morali e religiosi,legata affettuosamente ad un ragazzo da oramai noive anni.
La storia di plagio relativa a mia figlia e al suo ragazzo,inizia nel 2009,pertanto,espongo quanto segue:
-entrambi attraverso ritiri spirituali effettuati, presso il convento di Frigento,ascoltava-no la voce della Madonna che li richiamava alla vocazione per cui il ragazzo,alcune settimane prima che, fuggisse mia figlia, parte per il Convento di Firenze,al fine di,verificare se esistesse realmente, la tanto declamata vocazione ascoltata presso le suore con l'intervento della soave voce di Maria;
-lo stesso scappa dal convento dopo circa un mese,mentre mia figlia giunta in convento le suore chiamano i carabinieri facendo affermare dalla stessa che non voleva essere disturbata da alcuno dei parenti se dovessero cercarla;da premettere che nessun famigliare era a conoscenza della sua fuga poichè lavoravano.Chiamiamole pie donne, si sono anche tutelate poichè maggiorenne.
-da Frigento la portano a FRATTOCCHI-RM,rintracciata dalla famiglia,la madre Generale Michela mi dice che Veronica non tornava indietro anche se,io madre,morissi.
-i primi incontri erano faticosi da effettuarsi,al momento dello stesso non era possibile riabbracciare,toccare e parlare con nostra figlia,poichè circondata dalle madri superiori
-da evidenziare che si può colloquiare telefonicamente trenta minuti al mese ,durante quei brevi colloqui con nostra figlia,si manifesta dai suoi discorsi discordanze quali: dimenticanze paradossali(es:Anna (sorella)dove si trova la nostra abitazione,non ricordo),eppure è nata,ciò ci spaventa;illusioni spirituali,raggiri,violenze psicologiche(mi auguro non fisiche);frasi come "Se dovessi tornare morireste ",a tal proposito,lei si sacrifica affinchè tutto ciò non accada.
E' una lunga e travagliata storia,confermata da lettera inviata da suor Giuditta di Frigento al momento,divenuta madre superiorale,inizio di procedimenti avviati da parte nostra alla Procuira di Taranto,scritti inviati alla Santa Sede di Roma ecc.ecc.
Mi auguro che,qualcuno con l'aiuto del SIGNORE riesca a SALVARE tutte le fanciulle cadute nella trappola di queste Suore-MOSTRI, e,di certo non essere umani poichè se pur vi siano cattivi non potranno mai raggiungere la MALVAGITA' di" QUESTE DONNE DEFINITE PIE",come si può chiedere all'essere umano di aver Fede ,di lottare per la giustizia quando si è coinvolti in situazioni degenerate,comunque la mia fede e speranza resterà in DIO.

F.to una madre disperata

Maria
 
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view post Posted on 5/12/2013, 17:58
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Signora la rispondo in privato, con un messaggio sulla sua messaggistica
 
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