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Cava de Tirreni. Fra Gigino Petrone fa pianger sangue al bambinello, Ma i fedeli lo difendono

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view post Posted on 26/10/2010, 17:13
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Ma i fedeli lo difendono
fra-gigino

Il prodigio, le indagini Blitz dei carabinieri al Santuario

Bambinello, la procura apre un'inchiesta

Serquestrata la statua "Abuso della credulità popolare", al momento nessun indagato

26/10/2010

Antonio Manzo C’è il sospetto della procura della Repubblica che nella storia della presunta lacrimazione del Bambinello Gesù al convento francescano qualcuno abbia giocato a barare. In poche parole, «a creare il miracolo». Il sospetto prende corpo in un fascicolo d’indagine aperto dal pm Roberto Penna, già chiamato in passato a sviluppare complesse indagini sugli affari della Curia salernitana. Per ora non c’è nessun indagato, ma il titolo del reato è chiaro: articolo 616 del codice penale, cioè «abuso della credulità popolare». Il Bambinello che avrebbe lacrimato sangue è stato sequestrato ed è ora nella caserma dei carabinieri di Cava de’ Tirreni da dove è partita la prima informativa alla magistratura firmata dal tenente Tatarella, comandante della tenenza. Quel che è certo è che il volto del Bambinello è rigato di liquido rosso. Di cosa si tratti, se sangue umano o altro, dovranno stabilirlo le perizie che il pm Penna affiderà ai Ris di Parma. L’ipotesi di artificiosità che risiede nel sospetto della procura potrebbe essere anche legato ai luoghi del presunto prodigio. Quindi, non è da escludere che il provvedimento di sequestro possa essere esteso anche ai locali e ai luoghi di culto dove il Bambinello è stato custodito per poche ore a partire da sabato scorso. È un caso come quello della Madonnina di Civitavecchia del giugno 1995? Per nulla. Perchè alle ben 14 lacrimazioni della Madonnina di Civitavecchia assistettero complessivamente cinquanta persone. Fu informato il Vaticano nella persona dell’allora prefetto per la congregazione per la dottrina della fede, cardinale Ratzinger. «Il Bambinello che in questi giorni avremmo dovuto deporre sull’altare con una solenne processione ha iniziato a lacrimare. L’ultima volta sabato» ha detto padre Gigino Petrone. Aggiungendo: «Anche alla presenza delle autorità». Il sindaco Galdi ha voluto subito precisare di non aver assistito ad alcuna lacrimazione ma solo di aver constatato che la statua del Bambinello era rigata di liquido rosso. È proverbiale la prudenza della Chiesa nel far gridare al miracolo. Proprio sulle manifestazioni soprannaturali la Chiesa si riserva due formule nel giudizio valutativo: la prima, l’esclusione della soprannaturalità e la seconda «non constat de supernaturalitate», cioè, al momento, non si affermano nè si escludono la soprannaturalità dei fenomeni. Fino al 1978 ne esisteva una terza, poi cancellata: il riconoscimento della soprannaturalità di un fenomeno. Quattro anni fa, a Forlì, fu accusato di abuso della credulità popolare il custode della Chiesa di Santa Lucia. «La Madonnina piange sangue» proclamò. Era un napoletano da anni a Forlì

http://sfoglia.ilmattino.it/mattino/view.p...l&type=STANDARD

Padre Gigino: pronto ad andar via I francescani invitano alla cautela

Su internet si scatena la polemica
nel mirino il priore del convento
E il PDL ribatte a Gravagnuolo

Il superiore Padre Bochicchio: niente illazioni su interessi o propaganda dietro la vicenda

Giuseppe Muoio CAVA DE' TIRRENI. La lacrimazione del Bambinello benedetto e portato dalla Terra Santa diventa un caso e scatena on line un vero e proprio scontro di posizioni contrastanti sull’operato del padre priore del Santuario. Dopo i giorni del clamore, quelli dell’inchiesta della magistratura e delle polemiche. Padre Luigi Petrone, che tutti conoscono semplicemente come frà Gigino, appare particolarmente toccato dagli sviluppi della vicenda. È stato lui, priore del convento dei francescani, a portare a Cava quella statuina sacra e poi ad estrarla dal suo involucro, dopo un sogno premonitore, scoprendo le tracce di sangue che la ricoprivano. Ora padre Luigi attende, con serenità, gli accertamenti che il caso richiede ed è ligio al silenzio chiestogli dal vescovo e dallo stesso padre provinciale dei francescani. A chi gli chiede cosa si attende ora, il religioso risponde con francescana semplicità: «Ho già detto al vescovo e al padre provinciale, sono pronto a qualsiasi soluzione, anche all’immediato trasferimento se lo vogliono». Frà Gigino appare, anche, addolorato dalla polemica che si è scatenata on line. Lo hanno ferito alcuni messaggi negativi sul suo impegno per la ricostruzione della chiesa, distrutta dal sisma dell’80. Ma la consegna è tacere, e allora padre Luigi s’immerge nel lavoro. Sta trasferendo la biblioteca del convento nei nuovi locali. Ieri dagli scaffali è caduto a terra un libricino e lui l’ha raccolto: era un viaggio in Terra Santa. Cautela e prudenza nella dichiarazione resa dal padre provinciale dei francescani, Emanuele Bochicchio. «Nessuno di noi nega che sia possibile un evento straordinario: la storia e la fede lo insegnano. Tuttavia siamo in attesa che le autorità preposte, la scienza ci diano i giudizi e le certezze. È necessario che nessuno faccia illazioni su aspetti di propaganda o di altro interesse». «Rispetto per le persone - prosegue il superiore religioso - Siamo vicini a padre Luigi e lo aiutiamo ad essere sereno, mentre ne apprezziamo il lavoro e la passione per la fede del nostro popolo di Cava». Intanto sulle lacrime del Bambinello non manca neppure la polemica politica. Secca la risposta del coordinatore del Pdl Gianluca Cicco al commento sarcastico di Luigi Gravagnuolo. «Ci credo che piange, l’hanno portato in un bazar e gli hanno presentato sindaco e assessore», aveva detto l’ex sindaco. Secondo Cicco Gravagnuolo ha «offeso la fede e la partecipazione di tantissimi cavesi, vera verosimile o falsa che sia la storia della lacrimazione». S’incendia insomma la polemica sulla vicenda del Bambin Gesù giunto a Cava dopo un pellegrinaggio in Terra Santa della comunità francescana. Venerdì mattina la scoperta: sulla statuina, due tracce di sangue che scorrono dagli occhi e attraverso il volto raggiungono il mento e una cade sulla veste. Informati il vescovo, il vicario e il padre provinciale. Nella stessa sera una prima ispezione del vescovo e sabato una nuova visita del presule con i collaboratori della Curia, del sindaco Galdi, del ministro provinciale accompagnato da padre Gerardo Cardarapoli.

www.arechi.it/default.php?cod=Attualita&id=18626

Attualita' - 25.10.2010
Bambinello, la città si interroga sulle lacrime

Grande clamore per le “presunte” lacrime di sangue che verserebbe la statuetta di Gesù Bambino portata al Santuario di San Francesco da padre Luigi Petrone dopo un pellegrinaggio in Terra Santa. I fedeli gridano al miracolo, l’Arcivescovo invita alla prudenza ed avvia i dovuti controlli. Possibilista il sindaco Galdi. Sarcastico l’ex primo cittadino Gravagnuolo, al quale replica duramente il coordinatore del Pdl Gianluca Cicco…

Miracolo o cos’altro? Tutta Cava de' Tirreni è alle prese col fervido interrogativo relativo alla lacrimazione della statuetta del Bambin Gesù che padre Luigi Petrone ha acquistato durante un pellegrinaggio, terminato lo scorso giovedì, in Terra Santa. I fedeli gridano al miracolo, l’Arcivescovo Soricelli predica prudenza, la parte politica si divide, fra' Gigino invita alla preghiera.

Sono ore “intense” quelle che si stanno vivendo nella città dei portici, con la popolazione, ed in particolare i fedeli che hanno seguito il pellegrinaggio a Gerusalemme, particolarmente partecipi all’inaspettata vicenda. Alcuni tra loro gridano al miracolo, altri interpretano l’accaduto come il “segno” a fare di più per la Chiesa.

Intanto, l’Arcivescovo Orazio Soricelli, tra i primi ad effettuare venerdì scorso l’ispezione (durata più di un’ora) sul “bambinello” assieme a padre Anacleto, padre Luigi e don Angelo, ha imposto il silenzio ed invitato alla prudenza. Sarà suo compito ora esprimere il giudizio su quel bambinello che, arrivato a Cava de’ Tirreni, ha cominciato a versare lacrime di sangue e che ora viene custodito in una delle stanze del Santuario di San Francesco e Sant’Antonio, le cui finestre e la cui porta sono state sigillate dai Carabinieri.

Tornato dal pellegrinaggio, padre Luigi racconta di essere stato tormentato nella notte tra giovedì e venerdì scorso da un sogno particolare: il Bambinello che gridava perché si sentiva soffocare. Insieme ad alcuni fedeli il mattino successivo ha aperto il borsone dove era custodita la statuetta benedetta in Terra Santa ed ha rinvenuto il Bambin Gesù lacrimante, con gocce di color rosso sulle guance.

Prontamente il priore del Santuario ha provveduto ad avvisare Mons. Soricelli, che tra l’altro si trovava già in loco per un convegno dell'Arcidiocesi Amalfi-Cava sul tema “Educare alla condivisione e alla solidarietà”. L’Arcivescovo ha effettuato i dovuti controlli sulla sacra effigie ed ha ora avviato tutti gli strumenti al fine di dare le giuste risposte, sia scientifiche che religiose, al caso.

Nel frattempo sulla vicenda si sono registrati i commenti di autorevoli politici cavesi. Il sindaco Marco Galdi ha espresso in una nota stampa il suo parere in merito: «Non ho assistito personalmente alla lacrimazione della statua. Nel momento in cui sono entrato nella stanza dove è custodita la piccola scultura, ho notato che su di essa erano presenti dei rivoli di sangue coagulati ed una goccia di sangue visibilmente ancora non coagulata, presumibilmente versata da poco tempo. In ogni caso, da credente, ho grande rispetto per tutte le manifestazioni soprannaturali che si ammettono come possibili».

Piuttosto sarcastica, invece, l’osservazione di Luigi Gravagnuolo. «Io ci credo, la statuetta del bambino piange davvero - scrive l’ex sindaco sulla pagina personale di facebook - E cosa dovrebbe fare? Stava nella sua Terra Santa. La comprano e la portano in un bazar, tra spari d'artifico, struzzi arrostiti e mercanteggiamenti vari. Primo pianto. Poi gli presentano il sindaco e l'assessore. Nuovo pianto. Per cortesia, non portategli anche il Principe d'Arechi che sarà il momento buono che riprenderà la frusta contro i mercanti del tempio».

Non è tardata ad arrivare la replica di Gianluca Cicco, coordinatore del Pdl cavese, che ha ritenuto inopportuno il commento dell’ex sindaco. «Vera, verosimile o falsa che sia la storia della lacrimazione, non si può offendere così la fede e la partecipazione alla vita del Santuario di migliaia di cavesi. Ricordo l'ex sindaco in veste di fervido credente in occasione dell'inaugurazione del Santuario francescano, tanto ad Assisi quanto a Cava. Eppure allora la vita “mondana” del Santuario era la stessa di oggi. L'opera di aggregazione che compiono fra Gigino e, più recentemente, don Gioacchino a S. Alfonso, merita solo la nostra approvazione. Se vendere caciotte e zeppole può aiutare ad avvicinare alla vita della Chiesa ed a togliere, tra l'altro, persone dalla strada, ben venga. L'attività che ruota senza sosta intorno al Santuario francescano è una delle più belle realtà della nostra città: sicuramente ha portato più pellegrini a Cava di quanto non sia riuscito a fare il nostro ex sindaco in tre anni di propaganda sul Millennio della Badia».

Sul caso si attendono ora maggiori approfondimenti e notizie, che sicuramente non mancheranno di suscitare l'attenzione generale e di scatenare nuove polemiche.

La Redazione

www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubr...ne=396&sezione=

25/10/2010
Cava: Gesù lacrima sangue
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La statuetta del Bambin Gesù appena riportata da un pellegrinaggio in Terrasanta da un frate della Basilica di San Francesco ha lacrimato sangue nella notte fra giovedì e venerdì. La stanza ora è sigillata dai carabinieri, l'arcivescovo impone il silenzio e avvia le indagini
MARCO TOSATTI

Cava dei Tirreni come Civitavecchia: ma nella città campana non è una statuetta della Madonna di Medjugorje a piangere lacrime di sangue, bensì una statua del Bambinello, che un frate della basilica di San Francesco, nel pieno centro della città dei Portici, ha riportato da un recentissimo viaggio in Terrasanta. La statuetta è ora custodita in una stanza del complesso edilizio annesso alla basilica, e i carabinieri hanno sigillato porte e finestre della stanza, in attesa che la magistratura e le autorità della Chiesa si pronuncino. Qualcuno però ha potuto vedere la scultura. In riferimento a quanto accaduto presso il Santuario di San Francesco, dove sembrerebbe che una statuetta raffigurante un “bambinello” abbia lacrimato sangue, il sindaco di Cava de’ Tirreni, l’avvocato Marco Galdi, tiene a precisare quanto segue:“Non ho assistito personalmente alla lacrimazione della statua. Nel momento in cui sono entrato nella stanza dove è custodita la piccola scultura, ho notato che su di essa erano presenti dei rivoli di sangue coagulati ed una goccia di sangue visibilmente ancora non coagulata, presumibilmente versata da poco tempo. In ogni caso, da credente, ho grande rispetto per tutte le manifestazioni soprannaturali che si ammettono come possibili”. Tutta la città non parla d’altro da giorni. Questa, in breve la storia. Uno dei frati della basilica, Luigi Petrone, è stato in pellegrinaggio in Terrasanta, e ne è tornato giovedì scorso. Al rientro dal pellegrinaggio, padre Luigi racconta di essere stato tormentato nella notte tra giovedì e venerdì scorso da un sogno particolarmente inquietante. Sentiva in sonno il Bambinello che gridava perché si sentiva soffocare. Il mattino successivo, insieme ad alcuni fedeli, ha aperto il borsone dove era custodita la statuetta benedetta in Terra Santa. Con grande stupore hanno tirato fuori la statuetta, che aveva gocce di color rosso sulle guance. Padre Luigi è corso ad avvertire il Priore del Santuario, che, a sua volta, ha chiamato l’arcivescovo di Amalfi-Cava, monsignor Soricelli, che per caso si trovava in città, per un convegno dell'Arcidiocesi Amalfi-Cava sul tema “Educare alla condivisione e alla solidarietà”. L’arcivescovo si è subito recato alla Basilica. Insieme a padre Anacleto, a padre Luigi Petrone e a don Angelo hanno effettuato un’ispezione sulla statuetta, durata più di un’ora. Al termine ha imposto il silenzio ed ha invitato tutti alla prudenza. Sarà suo compito ora esprimere il giudizio su quel bambinello e ha effettuato i dovuti controlli sulla sacra effigie ed ha ora avviato tutti gli strumenti al fine di dare le risposte, sia scientifiche che religiose, al caso.

Edited by pincopallino1 - 18/7/2020, 22:01
 
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view post Posted on 10/11/2010, 11:08
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...711_A1.txt.html

Bambinello, prima veritá

la Città di Salerno — 07 novembre 2010 pagina 21 sezione: NAZIONALE
• «Il liquido di colore rosso è sangue umano, gruppo sanguigno AB». Così padre Gigino Petrone, rettore del convento francescano, spiega in una lettera i risultati della prodigiosa lacrimazione della statua del bambinello Gesù Redentore che ha portato con sé da un viaggio in Terra Santa, e che circa quindici giorni fa avrebbe pianto sangue. • «Con il massimo rispetto delle autoritá sia ecclesiastiche che militari - scrive fra’ Gigino - facendomi aiutare da persone di mia conoscenza, ho avviato esami e ricerche anche per non deludere il popolo di Dio che da tredici anni mi segue con entusiasmo e fede». E continua: «Grazie a un gruppo di persone esperte, ci siamo messi in moto per capire cosa è avvenuto». E le conclusioni dell’indagine vengono spiegate in una lettera autografa dello stesso padre Gigino: «Il liquido è sangue umano, tale sangue è presente nella Sindone di Torino, a Lanciano, a Bolsena, i miracoli eucaristici». Nella lettera, indirizzata ai fedeli e alle autoritá civili, religiose e militari, il padre francescano intende fare chiarezza su quanto avvenuto negli ultimi quindici giorni. «Come avete ben notato il mio silenzio, sia per rispetto alle autoritá religiose e militari, sia per una mia scelta- chiarisce fra’ Gigino - mi ha portato a riflettere e a cercare un qualcosa per darmi una spiegazione e una chiarezza sul fenomeno in questione». Una lunga lettera in cui il rettore francescano spiega il significato dei miracoli eucaristici: «Noi ci rimettiamo al giudizio della Chiesa che è madre, ma il vero credente sa bene che la rivelazione è terminata con l’Apocalisse di San Giovanni, quindi tutti questi fenomeni chiamati eventi particolari, possono solo aiutarci a capire un mistero, che in fondo resta sempre un mistero». • Giorni difficili per la vita del convento e soprattutto per fra’ Gigino, che si è chiuso in un ostinato silenzio e si limita a ribadire: «Non c’è più niente da dire, ho spiegato tutto nella lettera». Inoltre il frate tiene a sottolineare la vicinanza della comunitá ecclesiastica: «E’ mio dovere prima di tutto ringraziare coloro che mi sono stati vicino, l’arcivescovo che mi ha seguito dal primo giorno, i sacerdoti, il primo di tutti il vicario don Osvaldo Masullo, il ministro provinciale e tanti frati». C’è grande attesa per i risultati delle analisi svolte dal Ris dei carabinieri di Roma, anche da parte del frate. «Ora noi aspettiamo gli esami scientifici, anche con risonanza magnetica, e certo si fará chiarezza su tutto - conclude fra’ Gigino - Tutto questo che vi ho scritto non è dogma di fede, ma serve per una prima chiarezza e per aiutare tanti a riflettere». Mariella Sportiello © riproduzione riservata
 
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view post Posted on 26/11/2010, 16:37
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E che ci vuole a mettere qualche goccia di sangue sulla statua?


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26/11/2010
Cava de´ Tirreni. La statua e le «lacrime». Lo scatto del prodigio
Cava de Tirreni. La statua e le «lacrime». Lo scatto del prodigio
Cava de Tirreni. La statua e le «lacrime». Lo scatto del prodigio

CAVA DE’ TIRRENI. In pochissimi hanno visto da vicino le lacrime di sangue del «Bambinello»: fra’ Gigino, che è stato il primo, l’arcivescovo Orazio Soricelli, il vicario don Osvaldo, il sindaco Marco Galdi e pochi altri tra fedeli e autorità che sono riusciti ad entrare nella cella del convento dove la sacra effige era custodita. Poi sono intervenuti i carabinieri della tenenza di Cava, che hanno prima sigillato la stanzetta e successivamente hanno portato la statua prima in caserma e infine a Roma per le indagini scientifiche. Lo scatto fotografico che il Mattino mostra per la prima volta è stato effettuato nei concitati momenti a poche ore dalla scoperta, quando, chi ha potuto essere presente all’evento non ha resistito alla tentazione di scattare una foto, incredulo di quanto vedeva. La statuetta del Bambin Gesù era ancora custodita nella valigia dove era stata collocata per il trasporto da Gerusalemme al convento francescano di Cava de’ Tirreni. Chiarissime, copiose ed ancora fresche le tracce di sangue che, dagli angoli interni degli occhi, scivolano lungo il volto, ai bordi della bocca, fin sul mento, macchiando anche la carta dell’imballaggio. Chi ha visto il fenomeno da vicino non nasconde l’emozione e prova ancora oggi uno sconvolgimento dell’anima di fronte ad un episodio che ha solo due spiegazioni: è un inganno o non lo è. Se la statua che piange lacrime di sangue non è il risultato di un artificio allora il fenomeno va classificato come inspiegabile e dalla stessa Chiesa è descritto come «non constat de supernaturalitate», cioè «non è possibile stabilire se il caso è di origine soprannaturale». Il giudizio è sospeso, aperto a eventuali sviluppi, in attesa che nel tempo possano emergere fatti e prove che dimostrino la soprannaturalità del fenomeno. Per la prima volta, però, un avvenimento del genere è accaduto all’interno di un luogo di fede, per la prima volta non sono lacrime di Madonna, ma come in tutti i casi inspiegabili di «sangue sacro» è di specie umana maschile ed è di gruppo AB, lo stesso del miracolo di Lanciano nel Settecento, di Civitavecchia e della Sindone. Intanto, sale l'attesa per il ritorno del «Bambinello» che potrebbe avvenire il prossimo 9 dicembre. La sua collocazione definitiva sarà nella cripta del santuario francescano, al posto della reliquia di Sant'Antonio. Per quanti credono ai segni premonitori, l'avvento del Bambin Gesù nella cripta era già segnato da un grande mosaico sul pavimento davanti alla reliquia che raffigura proprio Gesù Bambino a braccia aperte. Attualmente la statuina è ancora presso il Racis (Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche) di Roma, dopo il sequestro da parte della Tenenza cavese dell’Arma su mandato dal pm Roberto Penna della Procura di Salerno, che ha aperto un fascicolo sull’ipotesi di reato relativo ad «abuso della credulità popolare». Sull’episodio, infatti, sta indagando soprattutto la magistratura, prima ancora che la Chiesa. L'arcivescovo Orazio Soricelli, di fatto, è stato espropriato del caso dall'azione della Procura, anche se, come massima autorità religiosa della diocesi, è il custode del «Bambinello» e avrebbe potuto anche trasferire il simulacro sacro in Curia o altro luogo, nominando immediatamente una apposita commissione di studio. L’arcivescovo Soricelli attualmente è in visita pastorale fino a sabato prossimo alla comunità di amalfitani (circa 30mila) che risiedono a New Aven (Usa) ed aspetta, prima di attivare le procedure previste dalla Chiesa su questi episodi, la conclusione delle indagini disposte dal pm Penna. Dalla Curia, peraltro, fanno sapere che finora nessuna comunicazione, né convocazione, né testimonianze sono state richieste al vescovo.

Rino Ferrara Il Mattino di Napoli

http://www.positanonews.it/articoli/47852/...l_prodigio.html


 
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view post Posted on 10/1/2013, 09:41
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http://www.ilportico.it/Attualita/22512_pa...escoraquo.xhtml

padre-luigi-petrone4


Attualita' - 09.01.2013
Padre Luigi tuona: «Via le auto da Piazza San Francesco»

Dopo le parolacce e gli spintoni verificatisi domenica scorsa tra automobilisti e fedeli in occasione della processione del Bambinello, Padre Luigi Petrone chiede l’eliminazione definitiva del parcheggio dall’area antistante il Santuario. Preservare la storicità della Piazza, tra le più antiche della città, la motivazione della sua richiesta. Boom di visite, intanto, al Convento durante le festività natalizie. E domenica prossima sono attesi altri 30 pullman...

Non si è ancora placata l’ira di Padre Luigi Petrone, su tutte le furie dopo i fatti avvenuti la scorsa domenica nel parcheggio antistante il Santuario di San Francesco e Sant’Antonio. Durante, infatti, la processione per la “levata” del Bambinello (che - ricordiamo - avrebbe lacrimato sangue nelle stanze del Convento nella notte tra il 22 ed il 23 ottobre del 2010, di ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa), è scoppiata una vera e propria lite tra alcuni automobilisti intenti ad uscire dall’area ed i fedeli in fila per la processione.

Spintoni, grida e parolacce hanno condito lo spiacevole episodio, che ha lasciato esterrefatto il rettore del Santuario, il quale è tornato alla carica per chiedere l’eliminazione del parcheggio dall’area in questione. Nello specifico, fra’ Gigino si sarebbe appellato alla storicità della zona, che in quanto tale andrebbe preservata dalle auto, al pari di quanto avviene per il centro cittadino.

La sua furia sarebbe dettata anche dalle tante difficoltà incontrate durante le diverse iniziative organizzate presso il Santuario. E la mancata “liberazione” dalle auto di Piazza San Francesco in occasione della processione rappresenterebbe solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sempre domenica scorsa, rientrato in Chiesa, Padre Luigi si è scusato per l’inconveniente con i tanti fedeli presenti. Ed ora ha rincarato la dose, chiedendo alle autorità competenti l’eliminazione completa della sosta.

Sul fronte visite, intanto, numeri da record si sono registrati al Santuario francescano durante le festività natalizie. Diverse migliaia di fedeli sono accorsi soprattutto da fuori regione per ammirare il Bambinello (ribattezzato “Principe della Pace”), per assistere al lancio del botafumeiro, per visitare il Presepe monumentale ed il Villaggio di Babbo Natale, per il quale lo stesso Padre Luigi ha annunciato importanti novità in vista dell’anno venturo. Ed anche domenica prossima sono attesi circa 30 pullman di visitatori per la 16esima edizione del Festival delle Zampogne.

La Redazione

Commenti

10/01/2013 08:11 Fuori Dal guscio scrive: Piazza e Pazzia

Non se ne può più! La Piazza va liberata dalle auto non perchè da fastidio a qualcuno ma perchè è una PIAZZA che deve essere restituita ai cittadini! Basta auto, basta processioni, basta fuochi d' artificio, basta altoparlanti, basta cantate a squarciagola del frate, basta bazar, basta messe a viva voce la domenica mattina presto e sera tardi, basta pullman a Corso Umberto adiacente alla piazza, basta l' occupazione con le auto dello spazio antistante il Complesso Monumentale (ex ostello), basta .... basta il medioevo!!!

09/01/2013 12:26 Vincenzo Alfieri scrive:

Pensasse a fare il Frate Don Luigi e meno il politico. Non esiste solo lui in città e non comanda lui (per fortuna)
 
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view post Posted on 31/10/2013, 17:10
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Contestazioni per truffa e omicidio colposo. Ma i fedeli lo difendono


fra-gigino
Fra Gigino e la statua

http://lacittadisalerno.gelocal.it/cronaca...trone-1.8025311

Lacrime di sangue del Bambinello
Indagato padre Luigi Petrone
Il rettore del Convento di Cava deve rispondere di abuso della credulità popolare. Per l’accusa si tratterebbe di liquido rosso messo sulla statua
statua lacrime inchiesta

di Clemy De Maio

Il reato è quello di “abuso della credulità popolare” e l’indagato è padre Luigi Petrone, responsabile del convento di Cava de’ Tirreni, sotto accusa per le lacrime di sangue sulla statua del bambin Gesù che avrebbe portato a Cava dalla Terra Santa, e che per tre volte ha esposto al pubblico richiamando nel convento francescano centinaia di fedeli. Il sostituto procuratore Roberto Penna ha chiuso le indagini sulla vicenda, e ai carabinieri della tenenza di Cava sono arrivati i documenti per la notifica al religioso.
Ora fra ’ Gigino ha venti giorni di tempo, per chiedere di essere interrogato e provare a dare la sua versione dei fatti, poi il magistrato potrà far partire la richiesta di rinvio a giudizio.
L’inchiesta è stata avviata per la prima volta nel 2010, quando la statua fu messa sotto sequestro. Gli accertamenti affidati al Ris di Parma rivelarono che quel liquido rosso comparso sulle gote del bambinello era sangue umano.
«È del gruppo Ab, lo stesso di altri miracoli» scrisse in una lettera aperta il frate. Ma per gli inquirenti quel sangue non ha niente di soprannaturale ed è probabile che sia stato collocato sotto gli occhi della statuetta utilizzando una siringa.
Il pezzo completo su La Città di oggi.

www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli...6868b89f8a.html

IL BAMBINELLO DI CAVA DEI TIRRENI
A Cava dei Tirreni, c'è un'effige del bambinello che attira un'attenzione speciale.Il bambinello di Cava dei TirreniA Cava dei Tirreni, c'è un'effige del bambinello che attira un'attenzione speciale. Carlotta Macerollo Tg1 delle 20.00 Il bambinello di Cava dei Tirreni
La statua
SALERNO - A Cava dei Tirreni ci sarebbe una statuetta del Bambin Gesù che piange lacrime di sangue. L'avrebbe portata un frate del Santuario di San Francesco al ritorno da un viaggio in Terrasanta, poco più di un anno fa.

LA STATUETTA. Il volto della statuetta rigato di rosso suscita subito molto scalpore e diventa un caso: verità o imbroglio? Il dibattito si accende e anche la magistratura apre un fascicolo. Nessun indagato, ma il titolo del reato è chiaro: articolo 616 del codice penale, "abuso della credulità popolare". Molto prudente la Chiesa. Intanto a Cava dei Tirreni non mancano i pellegrini e i curiosi che visitano la statuetta per tutto il periodo natalizio, arrivano da tutta Italia con treni e pullman. Ma il parroco ci tiene a ricordare al telefono: si viene per pregare, non per curiosare.
Tuesday, 13 December 2011

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tatua Bambin Gesù lacrima sangue a Cava de’ Tirreni pubblicato mercoledì 14 dicembre 2011 archiviato in spiritualità attualità tag statua Gesù miracolo Natale Statua Bambin Gesù a Cava de’ Tirreni Questa statua del Bambino Gesù ha una storia poco banale. Un francescano di Cava de’ Tirreni (vicino a Salerno) va in Israele nell’ottobre 2010 e trova questa statua e la acquista subito. Tornato in Italia mette il pacchetto in una stanza del convento e va a dormire. La mattina dopo, una voce molto dolce lo sveglia: "Aprimi, soffoco!". Spaventato, pensa che questa sia la voce di sua madre defunta. Poi apre il pacchetto che aveva portato da Israele. Ed ecco che la statua aveva pianto lacrime di sangue! Chiama il suo vescovo che proprio quel giorno era al convento. Anche lui constata le lacrime ancora fresche lungo il volto di Gesù. Vengono subito chiamate le autorità, l’esperto, ecc. Dopo lunghe analisi, il fatto viene dichiarato autentico senza trucchi. Il sangue è vero sangue umano, ha le stesse caratteristiche del sangue della Sindone di Torino. Un anno dopo, il 24 ottobre 2011, la statua viene esposta alla venerazione dei fedeli. Natale è vicino e noi abbiamo già preparato la mangiatoia. Il bambino Gesù ci verrà deposto e riuniremo le nostre famiglie per venerarlo, adorarlo e meravigliarci della sua venuta fra noi. Eppure, un anno fa, questo bambino piangeva lacrime di sangue! Cosa vuol dire? Quale messaggio vuol darci? Perché soffocava dentro la sua stretta scatola? Gesù ha detto: "Quello che fate al più piccolo dei miei, lo avete fatto a Me". Allora cosa abbiamo fatto o cosa abbiamo dimenticato di fare? Abbiamo ingentilito la storia di Natale, aggiunto delle ghirlande alla stalla e attaccato delle piccole lampade (non c’era alcuna luce nella stalla), abbiamo reso il tutto molto piacevole a guardarsi. Ma ci dovremmo domandare: ‘Se Tu ci parlassi oggi cosa ci diresti? Perché piangi? Quale nuova angoscia mortale ti fa versare lacrime di sangue? In quale nuovo Getsemani è immerso il tuo adorabile piccolo cuore che è solo amore?’ Ciascuno darà la sua risposta. Ma queste lacrime non devono passare inosservate, ci scuotono! Sì, cosa abbiamo omesso di fare? Perché ora più che mai abbiamo l’occasione di asciugare il volto di questo Bambino! Noi possiamo TUTTI asciugare almeno una delle lacrime di sangue. E questo con una semplice preghiera fatta col cuore, abbandonando un peccato grave, con la risoluta decisione di perdonare a qualcuno, con un digiuno offerto per una madre che pianifica l’aborto, con una visita ad un vicino distrutto dalla solitudine, con un aiuto discreto ad una madre di famiglia che non arriva alla fine del mese… Il Bambino Gesù è così umile, che prende tutto , anche il più piccolo gesto di affetto! Il 25 dicembre, non è forse il Suo compleanno? Non ha diritto al primo posto nelle nostre celebrazioni ed ai più bei regali sotto il nostro albero di Natale? Piccolo Bambino Gesù, per la Tua innocenza, vieni a guarire i nostri cuore soffocati dalle vane preoccupazioni del mondo! Non vogliamo più lasciarti gemere nella tua scatola chiusa,‘distratti’ lontano da Te. Al contrario ti spalanchiamo le nostre porte! Vogliamo prenderti con noi in ogni momento ed in ogni luogo, portarti sui nostri cuori feriti come il figlio prediletto del quale siamo fieri! Perché "Tu sei il più bello fra i figli degli uomini e sulle tue labbra è diffusa la grazia" .Non avere paura, Bambino Gesù, noi non ti faremo più alcun male, resta con noi; senza di Te siamo perduti! Tu sei la nostra gioia e la nostra gloria! L’intervista a Padre Luigi Petrone, parroco della chiesa: - See more at: www.guardacon.me/?A=Blog&p=497#sthash.iaj3qihp.dpuf

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Edited by pincopallino2 - 11/6/2017, 22:48
 
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Cava de'Tirreni: «Falso miracolo e abuso della credulità popolare», Fra Gigino a giudizio
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PER APPROFONDIRE: Frà, Gigino
di Petronilla Carillo
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Abuso della credulità popolare. È questa l’ipotesi di reato per la quale frà Gigino Petrone, il 3 marzo del prossimo anno, dovrà comparire in giudizio dinanzi al giudice monocratico Passaro del tribunale di Salerno. La citazione in giudizio per il rettore del santuario di Sant’Antonio e San Francesco è arrivata. La citazione in giudizio per il rettore del santuario di Sant’Antonio e San Francesco è arrivata.

Le lacrime di sangue riscontrate sul volto del Bambiniello, secondo le ipotesi del sostituto procuratore Roberto Penna, benché non ci siano dubbi che si tratti di sangue umano, non avrebbero seguito il normale percorso legato alla forza gravitazionale.

Ovvero: non sarebbero uscite dagli occhi per scorrere verso il basso. Anzi, avrebbero preso direzioni strane e, il docente cattolico di Fisica, scelto come consulente della procura, avrebbe riscontrato anche alcuni schizzi verso l’alto. Forse, ma questo nell’atto citazione in giudizio non è precisato, come se il sangue fosse stato spruzzato da una siringa senza ago.
 
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OttonediB.
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Abuso della credulità popolare solo per le lacrimazioni? E per il resto?
 
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http://news.supermoney.eu/cronaca/2014/02/...ta-0064063.html

Falso miracolo, il prete se ne approfitta

12-02-2014 - Francesca Vaia
Fra Gigino nei guai, il reato di cui si parla è abuso della credulità popolare.

immagini

E' successo a Cava dei Tirreni in provincia di Salerno, il protagonista è il rettore del santuario di Sant'Antonio e San Francesco, Fra Gigino Petrone, che è stato citato in giudizio e tra pochi giorni dovrà presentarsi avanti al giudice Passaro del Tribunale di Salerno.

Il reato di cui stiamo parlando è "abuso della credulità popolare", fa riferimento ad un episodio successo all'interno del santuario e cioè, il Bambinello lì presente, aveva iniziato a versare lacrime di sangue, attirando così la curiosità di tantissimi fedeli che hanno iniziato a frequentare in modo assiduo la chiesa.

Tutto questo ha portato tantissime persone a recarsi presso il santuario e ovviamente sono aumentate le offerte che venivano lasciate al Bambinello; ma qualcosa non quadrava, le lacrime secondo alcuni avevano preso direzioni strane così, è stato incaricato un docente di Fisica per esaminare il caso e questo avrebbe riscontrato anche alcuni schizzi verso l'alto; va bene credere ai miracoli di Gesù ma, che pianga pure verso l'alto ci sembra un po' assurdo.

Dopo tutti i rilievi effettuati, il sangue è stato analizzato e quello che è venuto fuori ha fatto infuriare tutta la popolazione e tutte quelle persone che ci avevano creduto; infatti dai risultati si evince che non solo il sangue non ha seguito la normale forza gravitazionale (come se il sangue fosse stato spruzzato con una siringa senza ago) ma si tratta di sangue umano.

La chiesa dovrebbe dare l'esempio, non dovrebbe approfittarsi della fede.
 
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Le francescane intimidazioni per lo sfregio a un dipinto in ceramica della Madonna



http://www.ottopagine.it/sa/cronaca/56378/...-facebook.shtml

Sfregio alla Madonna, frà Gigino censurato su Facebook
Eliminato il messaggio "intimidatorio" del prete
sfregio alla madonna fra gigino censurato su facebook
Cava de' Tirreni. Ha resistito sui social per una manciata di ore, dopodiché è sparito. Il messaggio di fra’ Gigino ai vandali responsabili dello sfregio al dipinto della Madonna dell’Olmo è stato cancellato da Facebook e non ne è rimasta alcuna traccia.
Nel frattempo, non accenna a placarsi l’escalation blasfema che, ironia della sorte proprio nell’imminenza del Natale, è in atto nella città metelliana. Via facebook fra’ Luigi Petrone ha scelto di esprimersi, aggiungendo il suo commento a quelli di tanti cittadini indignati.

Tra tutti, il più inesorabile è stato proprio quello del frate, si è rivolto direttamente ai teppisti: «Mi auguro che non capitino mai tra le mie mani sacre», ha scritto,con tono tutt’altro che amichevole. Un messaggio finito a sorpresa nella tagliola della censura nel giro di poche ore, venendo eliminato.



Redazione Sa


© Riproduzione Riservatamercoledì 23 dicembre 2015 alle 20.31
 
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Cava de' Tirreni, padre Pasquale del Pezzo e padre Luigi Petrone e i problemi con la legge

1775863_convento_san_francesco

www.ilmattino.it/salerno/convento_s...ce-1775863.html

Il Mattino > Salerno >
Cava de' Tirreni. Opera abusiva al convento: sigilli. Denunciato Rettore e un altro frate





CAVA DE' TIRRENI - Nel corso dell’attività di contrasto all’abusivismo edilizio, la Polizia municipale ha provveduto alla contestazione della terza violazione di sigilli per i lavori abusivi di realizzazione di un fabbricato di diversi piani presso il Convento di San Francesco.

Questa mattina, gli agenti del servizio Edilizia e polizia giudiziaria, nel corso della notifica del provvedimento di convalida del sequestro del cantiere disposto dalla Procura, in relazione alla contestazione della seconda violazione dei sigilli apposti al cantiere, hanno constatato che i lavori di realizzazione del fabbricato erano proseguiti con ulteriori opere edili, pertanto si è reso necessario procedere alla terza contestazione, che sarà sottoposta all’autorità giudiziaria, nei confronti dei rappresentanti legali, padre Pasquale del Pezzo, della Provincia Salernitana Lucana dei Frati Minori e padre Luigi Petrone, del Rettore del Convento di San Francesco di Cava de’ Tirreni.
Sabato 4 Giugno 2016, 12:47

Edited by pincopallino2 - 3/8/2017, 06:28
 
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http://www.occhiodisalerno.it/cronaca/lacr...use-fra-gigino/

LACRIME DI SANGUE SULLA STATUA DI GESÙ: DEPENALIZZATE LE ACCUSE A FRA’ GIGINO

DI PAOLO VACCA 25 MAGGIO, 2016 CAVA DE' TIRRENI,CRONACA,NOTIZIE DAL TERRITORIO 1 COMMENTO
CAVA DE’ TIRRENI. Fra’ Gigino non potrà essere né condannato né processato per le presunte lacrime di sangue rinvenute sulla statua del bambin Gesù. Dopo due rinvii che hanno fatto slittare di oltre un anno l’inizio del processo per abuso della credibilità popolare, il pm Passato non potrà fare altro che assolvere padre Luigi Petrone, applicando la la legge che nel mentre ha depenalizzato il reato.





Il processo era previsto nel marzo 2015, ma non è mai iniziato. Una volta l’udienza è slittata per assenza del giudice, rinviando il tutto a novembre quando, invece, era l’imputato ad essere assente. Poi è arrivata la depenalizzazione. Secondo gli inquirenti, fu lo stesso Fra’ Gigino a mettere le gocce di sangue sulla statua del bambino. Si gridò al miracolo nonostante la Chiesa non si fosse mai pronunciata in merito.

Fonte: La Città

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http://lacittadisalerno.gelocal.it/salerno...poso-1.12889655

MORTE SUL CANTIERE
Cava, "fra Gigino" accusato di omidicio colposo
Cadde da un’impalcatura e morì dopo 14 giorni di agonia all’ospedale di Salerno: chiesto il processo per il titolare della ditta e il rettore del Santuario di S. Francesco
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03 febbraio 2016



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S. Francesco
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CAVA DE' TIRRENI. Cadde da un’impalcatura e morì dopo 14 giorni di agonia all’ospedale di Salerno: chiesto il processo per il titolare della ditta che stava effettuando i lavori, figlio della vittima, e per il committente il rettore del santuario San Francesco di Cava. La morte di Giuseppe Caldarese, 79 anni, porterà dinanzi al gip – dopo la richiesta di rinvio a giudizio del pm Cacciapuoti -, Giuliano Caldarese, titolare dell'omonima ditta di lavorazione ferro, e padre Luigi Petrone, 46 anni, rettore del Santuario. Giuseppe Caldarese cadde da un’altezza di circa 2 metri, il 14 luglio dello scorso anno, riportando un grave trauma cranico che lo condusse alla morte pochi giorni dopo. Giuliano il figlio 48enne, aveva avuto il compito di effettuare i lavori ma, secondo la Procura, non avrebbe delimitato il terrapieno sul quale si stava realizzando la ringhiera in ferro.
La mancanza di sicurezza e di impalcatura per prevenire infortuni è costata all’uomo un’accusa di omicidio colposo in concorso con il committente di quei lavori, padre Luigi Petrone che secondo l’accusa non nominò un coordinatore per la progettazione e l'esecuzione dei lavori e inoltre non diede disposizioni per recintare il cantiere ed impedire l’accesso agli estranei. Giuseppe Caldarese, infatti, non figurava tra gli operai della ditta del figlio e dunque non doveva essere presso il Santuario per sovrintendere alla messa in opera dei cancelli di ferro commissionati dal rettore.
La richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio colposo sarà valutata dal gip nei
prossimi giorni che fisserà l’udienza preliminare. Il gravissimo incidente provocò lo stato di coma del 79enne che dopo tre giorni di ricovero all’ospedale di Cava fu trasferito in gravissimi condizioni al San Leonardo di Salerno, dove spirò 14 giorni dopo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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03 febbraio 2016
 
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Cava de' Tirreni, lacrime dal bambinello: accusato di truffa fra' Gigino




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Un francescano di Cava de' Tirreni,Gigino Petrone sosteneva che una statuetta del Bambin Gesù piangeva lacrime di sangue. Ora l’accusa è che il frate avrebbe «abusato della della credulità popolare». Per i Ris di Parma quelle gocce di sangue erano umane ma per il sostituto procuratore Roberto Penna, erano state messe con una siringa per suscitare l’effetto miracolo. Ieri mattina il dibattimento in Tribunale a Salerno si è aperto con la dichiarazione di depenalizzazione del reato ma una richiesta di abbreviato a carico del frate al quale potrebbe essere contestato il reato di truffa. Nel febbraio del 2011 la statua fu sequestrata per evitare l’esposizione ai fedeli, molti dei quali continuano a credere in un miracolo.Il frate infatti nonostante il sequestro per tre volte espose al pubblico la statua continuando a richiamare fedeli.
 
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Cava. Animali in mostra al Santuario: maxi sequestro nello zoo di fra' Gigino




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Animali custoditi ed esposti come in uno zoo, scatta un nuovo sequestro nel Santuario di Cava de’ Tirreni. L’iniziativa, lanciata da padre Luigi Petrone nell’ambito del villaggio natalizio per i bambini, è ora oggetto di una denuncia in Procura. La magistratura, dunque, si appresta ad accendere ancora una volta i riflettori sul francescano, che già lo scorso anno era finito nel mirino degli animalisti. Al blitz di poche settimane fa hanno preso parte l’europarlamentare Cinque Stelle, Paolo Bernini, il delegato della Lega del Cane, Alfredo Riccio, carabinieri e vigili urbani. Le segnalazioni riguardavano l’esposizione nel cortile del Santuario di un cervo, una civetta delle nevi, due lama, tre pavoni, conigli, colombe, galline e una capra.

http://www.ilquotidianodisalerno.it/2017/0...to-e-idolatria/

Frà Gigino: tra mito e idolatria !!
Inviato da Redazione di 12: 01 am marzo 22, 2017 • Categorizzata come Cronaca



Aldo Bianchini



SALERNO – Conosco da molti anni padre Luigi Petrone, al secolo Frà Gigino, ed anche se da molto tempo non l’ho più incontrato ho sempre avuto una particolare attenzione per quanto il “frate coraggioso” di Cava de’ Tirreni andava facendo e dicendo. Spesso ho scritto di lui in maniera anche sarcastica, lo riconosco, ma a me non piacciono gli atteggiamenti troppo forzati e al di là delle normali linee di corretta convivenza civile. Nell’agosto di due anni fa scrivevo su questo giornale che: “”Quella in scena a Cava non è come l’eterna sfida tra “Peppone e don Camillo” di guareschiana memoria. A Brescello il prete voleva continuare a fare il prete e il sindaco voleva continuare a fare il sindaco (semmai con qualche parentesi in Parlamento). A Cava de’ Tirreni, invece, sembra proprio che ormai siamo all’epilogo dell’eterno scontro tra i sindaci che si sono succeduti nel tempo e il mitico “frà Gigino”, l’esplosivo cappuccino della Chiesa di San Francesco; egli vuole altro, molto altro. Non mi soffermo sulle ragioni del ripetuto e reiterato scontro istituzionale (se così si può dire !!) tra il Comune e il frate, scontro cominciato fin dai tempi del sindaco Alfredo Messina e continuato con gli altri fino a Vincenzo Servalli; senza dimenticare il frastuono delle campane contestato in Chiesa dal figlio del già non più sindaco Luigi Gravagnuolo e la vicenda del “bambinello” che lacrimava sangue, con strascichi giudiziari ancora in corso. Mi piace mettere in evidenza, invece, le ambizioni del fraticello cavese che in fatto di “conquista del potere temporale o religioso” non è secondo a nessuno””. Tutto questo, ed anche di più, lo scrivevo nell’agosto di due anni fa e rispetto a quanto ho scritto il quadro non è sostanzialmente cambiato di molto; anzi sembrava essersi appesantito con la probabile decisione della Curia dei Frati Minori in Baronissi di allontanare il “frate coraggioso” dal suo nido naturale che è il santuario di San Francesco e Sant’Antonio di Cava; una struttura che in pochissimi anni Frà Gigino ha preso dal degrado assoluto e dall’abbandono e l’ha restituita alla città metelliana in tutto il suo splendore donandole una perfetta organizzazione manageriale e moderna senza intaccare la vetusta antichità del complesso. In queste ore è giunta la notizia che Frà Gigino potrà rimanere a Cava a curare il “suo santuario” per continuare la sua missione in favore della sterminata popolazione di fedeli che da sempre è schierata dalla sua parte. Faccio ammenda, quindi, per aver avuto anche io in passato un punto di vista diverso da quello del frate; non ho cambiato le mie idee di fondo e né cado in contraddizione ma scrivo spesso che chi pratica il mestiere di giornalista deve saper scindere il proprio pensiero personale da quello del sentire comune,ovvero della maggioranza. La democrazia, del resto, funziona così e bisogna farsene una ragione. E la stragrande maggioranza della popolazione cavese sta dalla parte di Frà Gigino. Per rendermi conto ancora di più di quanto è stato capace di fare questo “fenomeno vivente” la sera di domenica scorsa mi sono recato nel santuario di San Francesco e Sant’Antonio che non visitavo da almeno una decina di anni. Una fiumana di fedeli per le aree aperte, la chiesa gremita, tutta la struttura praticamente invasa dai visitatori; un bar simile ad una struttura superbamente moderna, la copertura dell’enorme cortile interno, le aiuole, il palco, la cripta, la splendida chiesa, la mensa con annesso salone per le feste, il presepe permanente, finanche i bagni super organizzati anche dal punto di vista dell’igiene; questo ho visto e questo descrivo. Insomma nelle ore in cui la Curia era chiamata a decidere il destino di Frà Gigino la gente, tanta gente, ha invaso letteralmente il santuario per essere vicino al suo fraticello che, opportunamente, ha anche evitato di condurre il rito religioso della domenica sera e di fare un passo indietro per l’attesissima omelia; forse un nuovo aspetto caratteriale del frate e della sua necessità di obbedienza. La gente ha scelto, la Curia ha scelto, Frà Gigino ha vinto alla grande questa battaglia dallo strano sapore guareschiano andato in scena al tempo di Peppone e Don Camillo. Le decisioni sono sempre difficili per qualsiasi organismo chiamato a decidere, figurarsi quando si parla della Chiesa i cui organi decisionali hanno tempi lunghissimi; ma quando la decisione arriva, e nel caso di Frà Gigino è arrivata, è sempre una decisione meditata e sofferta, mai arrogante o dettata dal fumus della conquista del potere. I siti online si sono sbizzarriti in queste ore ha diffondere la notizia dell’assoluzione (si fa per dire !!) di Fra Gigino ed anche a riportare alcune sue dichiarazioni rese al termine dell’incontro con i ministri della Curia: “”E’ andata molto bene, abbiamo discusso. Ho presentato due lettere, una per il trasferimento presso la Basilica di Sant’Antonio al Laterano in Roma ed una per recarmi due giorni in Spagna, per ritirare la statua della ‘’Dolorosa’’ che uscirà in processione il giovedì santo. La seconda lettera è stata accolta, circa la prima il Padre provinciale mi ha comunicato che può concedermi al massimo una settimana di riposo nella località religiosa che più preferisco ma al termine di questo periodo devo ritornare a Cava a lavorare e ricominciare da capo perché la città ha bisogno. Certo non è facile e questa volta bisogna anche essere obbedienti, anche se tante volte uno preferisce andare fuori. In merito alle incomprensioni, si possono superare. A dire il vero qualche mese in più di vacanza lo farei, ma si avvicinano importanti eventi ed insieme a Frate Pietro e Frate Corrado dobbiamo riprendere a lavorare in pieno regime””. Meglio di così non poteva andare e la mitica “fabbrica del santuario” (un’opera che sfiora i 20milioni di euro) non conoscerà sosta e, soprattutto, non perderà il suo vero cuore pulsante che è rappresentato dall’opera continua e tenace del piccolo francescano. Ora bisognerà lavorare per una pacificazione completa e senza appelli tra il potere temporale e quello politico-amministrativo che, al momento, tace. Fra mito o idolatria ? chiedevo nel titolo. Secondo me siamo di fronte più ma un mito che ad un personaggio idolatrato.
 
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LA FINESTRA SUL CORTILE Fra Gigino for sindaco di Cava de’ Tirreni? E perché no?

di Pasquale Petrillo - 0 Commenti 🕔19/06/2017
Non è la prima volta, e forse non sarà neanche l’ultima, che fra Gigino Petrone, già priore del convento francescano, manifesta l’intenzione di candidarsi a sindaco della città.
L’ultima sua uscita è di qualche giorno fa, con un post su Facebook, dove lamentando di non “contare più nulla per i miei superiori” e “che per la curia non servo”, “non sono guardiano e non sono responsabile di nulla”, annuncia l’intenzione di valutare la possibilità di candidarsi a sindaco di Cava de’ Tirreni. Immediate le reazioni e non solo sui social…
Certo, se queste sono le premesse, non è che ci sia da stare molto allegri. Ad ogni modo, una domanda sorge spontanea: lo fa per celia, è una minaccia o davvero una sua, peraltro legittima, quanto malsana aspirazione? Mah, lo sa solo lui e, per chi ci crede, il Padre Eterno.
In tutta onestà, a fra Gigino verrebbe da dire, prendendo in prestito da Totò, “ma mi faccia il piacere!”. E’, tuttavia, preferibile come sempre ragionare con freddezza, sforzandosi di valutare con ponderatezza e in tutti i suoi aspetti questa vocazione politica.
Diamo allora per veritiera e sincera l’aspirazione di fra Gigino di candidarsi a primo cittadino metelliano. In questo caso, non sarebbe il primo sacerdote che nel nostro Paese ha avuto una pensata del genere e che in politica ci sia poi entrato per davvero. Il precedente italiano più nobile e di prima grandezza, ma siamo in un’altra Italia, quella dei primi anni del secolo scorso, è quello di don Luigi Sturzo: prosindaco di Caltagirone, consigliere provinciale a Catania, poi fondatore e segretario politico del Partito Popolare Italiano, dalle cui ceneri nacque la Democrazia Cristiana di Alcide de Gasperi, quindi senatore a vita della Repubblica.
Più recente, invece, fu verso la fine del secolo scorso l’esperienza di un altro nome di spicco, don Gianni Baget Bozzo, che divenne europarlamentare socialista.
Altri tempi, comunque, e soprattutto gente di altro spessore, ovviamente.
Tornando a fra Gigino, potrà davvero candidarsi a sindaco? Sì, ma a certe condizioni poste in particolare dal diritto canonico, nonché dalle leggi dello Stato in tema di eleggibilità a primo cittadino.
Per la Chiesa, infatti, “è fatto divieto ai chierici di assumere uffici pubblici, che comportano una partecipazione all’esercizio del potere civile”. Questo vuol dire che fra Gigino verrebbe sospeso a divinis: non potrebbe dire più la messa e officiare i sacramenti, anche se formalmente resterà un sacerdote. Per farla breve, stando a quello che ha scritto fra Gigino nel suo ultimo post, la sua entrata nell’agone politico farebbe felice i suoi superiori e la curia che, in questo modo, vedrebbero d’incanto risolto un problema, quello appunto rappresentato da fra Gigino.
E per lo Stato? Non è eleggibile a Sindaco di un Comune quanti nel relativo territorio “esercitano il loro ufficio, gli ecclesiastici ed i ministri di culto, che hanno giurisdizione e cura di anime e coloro che ne fanno ordinariamente le veci”. Ed è sufficiente, in questo caso, come statuito da una pronuncia della Cassazione del 1997, la dispensa vescovile da ogni servizio ministeriale.
Ad ogni modo, assodata la possibilità di essere candidato a sindaco, al nostro frate francescano, se non vuole essere oggetto di sberleffi e barzellette, restano due strade: non parlarne e scriverne mai più oppure la scelta di candidarsi per davvero. Con tutto quello che ne consegue.
Si misurerebbe così con problemi assai più complessi di quelli di ricostruire un edifico religioso. Dovrebbe misurarsi con il rispetto formale e sostanziale delle leggi dello Stato, a cominciare da quelle sulla contabilità, sulla finanza pubblica e via via fino a quelle sulla trasparenza. Dovrebbe misurarsi con la complessità e delicatezza dei pubblici appalti, confrontarsi con la macchina amministrativa comunale, relazionarsi con la generalità dei cittadini, portatori di interessi diversi e contrastanti, e non più con fedeli osservanti e ossequiosi… E poi dovrebbe misurarsi con la politica, con i suoi riti, i suoi difetti, le sue storture e con il personale politico che non potrebbe scegliersi alla stessa stregua con cui sceglie le statuine dei pastori per il presepe…
Insomma, ne avrebbe di gatte da pelare. Forse, dopo poco, rimpiangerebbe la quiete del convento, l’odore dell’incenso, le melodie dei salmi…
E se fra Gigino si trovasse, invece, talmente bene con la fascia tricolore? Probabile. E se riuscisse pure a fare bene come sindaco? E perché no!? Anzi, magari. In fondo, molto cinicamente, come diceva qualcuno che se ne intendeva di governo e di gestione del potere, non importa se il gatto sia rosso o nero, l’importante è che acchiappi i topi.
Per questo a fra Gigino, non conoscendo le sue reali intenzioni, chiediamo sul tema di astenersi da mettere post sui social o di rilasciare interviste, tanto servono solo a fare un po’ di folclore, e, se proprio è sua intenzione, di rompere gli indugi e candidarsi a sindaco per davvero. In altre parole, faccia vedere quali sono le carte che ha in mano, e dia inizio al gioco. Solo così i cavesi potranno poi avere la concreta possibilità di valutare e decidere se la candidatura a sindaco di fra Gigino per la città rappresenti l’inizio della fine o di nuova e bella stagione.
A conti fatti, forse perderemo un frate e guadagneremo un sindaco, o forse perderemo solo un frate e basta. Chissà… Ai cavesi, in ogni caso, converrebbe. Comunque.
 
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