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Pedofilia. Don Mottola condannato a 9 anni: "Asciugati e vai in bagno a lavarti i denti", I sospiri e i lamenti tra un prete 60enne e una bimba di 11 anni: "Hai paura?

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view post Posted on 31/5/2019, 04:08
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Abusi su bimba dell'Azione Cattolica. Diocesi di Aversa sospende il prete ma tace fino alle indiscrezioni di stampa

mottola-don-michele-con-vescovo

Nella foto a sinistra il vescovo di Aversa, Spinillo, e a destra don Michele Mottola

La notizia, imprecisa, era stata per prima resa nota da questo articolo, che tuttavia ha delle imprecisioni

www.campanianotizie.com/primo-piano...-pedofilia.html

Altri articoli riportano il comunicato della Diocesi

www.ilmattino.it/caserta/ducenta_m...ia-4526641.html

Il Mattino > Caserta >
Sospetta pedofilia: la Diocesi sospende parroco nel Casertano

Sospetta pedofilia in una parrocchia nel Casertano, interviene la diocesi di Aversa: «A seguito della segnalazione pervenuta in data 24 maggio 2019 da parte di alcuni fedeli della Parrocchia San Giorgio Martire di Ducenta - si legge in una nota - che attribuiva al parroco della stessa chiesa, don Michele Mottola, atti configurabili come abuso su una persona di minore età, nei confronti dello stesso sacerdote, in data 25 maggio 2019, è stato emanato un provvedimento disciplinare cautelativo con l'immediata interdizione dalle funzioni di parroco. Nel contempo sono state avviate tutte le procedure previste dal Codice canonico per accertare la gravità delle responsabilità del Sacerdote e per assicurare ogni tutela alla persona di minore età coinvolta in questa situazione».

Giovedì 30 Maggio 2019, 22:48

www.ilgiornaledicaivano.it/2019/05/...tola-per-abusi/
Provvedimento della Diocesi contro Don Michele Mottola per abusi
By Pasquale Gallo - 30 Maggio 2019 544 0

Arriva il decreto di provvedimento disciplinare cautelativo a carico del Parroco di “S. Giorgio M.” in Ducenta (Ce), Sac. Michele Mottola con un passato a Caivano alla chiesa di Santa Barbara.
A seguito della segnalazione pervenuta alla Diocesi di Aversa, in data 24 maggio 2019, da parte di alcuni fedeli della Parrocchia “S. Giorgio M.” in Ducenta (Ce), che attribuiva al Parroco della stessa chiesa, Sac. Michele Mottola, atti configurabili come abuso su una persona di minore età, nei confronti dello stesso Sacerdote, in data 25 maggio 2019, è stato emanato un Provvedimento Disciplinare Cautelativo con l’immediata interdizione dalle funzioni di Parroco.

Nel contempo sono state avviate tutte le procedure previste dal Codice canonico per accertare la gravità delle responsabilità del Sacerdote e per assicurare ogni tutela alla persona di minore età coinvolta in questa situazione.

Edited by pincopallino1 - 29/9/2020, 09:05
 
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https://www.facebook.com/redazionegiornale...iKIgw&__tn__=-R

Carposo Iolanda
A me giâ mi era arrivata la voce molto tempo fa ma nn mi sn subito allarmata adesso purtroppo nn posso dire che sia solo una voce!!



http://www.diocesiaversa.it/decreto-di-pro...ichele-mottola/
Decreto di Provvedimento Disciplinare Cautelativo a carico del Parroco di “S. Giorgio M.” in Ducenta (Ce), Sac. Michele Mottola
30 MAGGIO 2019 ADMINDIOCESI
A seguito della segnalazione pervenuta alla Diocesi di Aversa, in data 24 maggio 2019, da parte di alcuni fedeli della Parrocchia “S. Giorgio M.” in Ducenta (Ce), che attribuiva al Parroco della stessa chiesa, Sac. Michele Mottola, atti configurabili come abuso su una persona di minore età, nei confronti dello stesso Sacerdote, in data 25 maggio 2019, è stato emanato un Provvedimento Disciplinare Cautelativo con l’immediata interdizione dalle funzioni di Parroco.

Nel contempo sono state avviate tutte le procedure previste dal Codice canonico per accertare la gravità delle responsabilità del Sacerdote e per assicurare ogni tutela alla persona di minore età coinvolta in questa situazione.



Aversa, 30 maggio 2019

https://caserta.occhionotizie.it/trentola-...JGr274Fv51w3nKY

Trèntola Ducenta: provvedimento disciplinare per il parroco Michele Mottola
don-michle-mottola
Decreto di provvedimento disciplinare cautelativo a carico del parroco Michele Mottola di “S. Giorgio M.” in Trèntola Ducenta, in provincia di Caserta




Decreto di provvedimento disciplinare cautelativo a carico del parroco Michele Mottola di “S. Giorgio M.” in Trèntola Ducenta, in provincia di Caserta.

Provvedimento disciplinare per Michele Mottola
Il provvedimento a carico del parroco di S. Giorgio M., la parrocchia di Trèntola Ducenta, si è reso necessario in seguito alle segnalazioni dei fedeli, con un’accusa pesantissima: abusi su una minorenne.



Ecco la lettera del provvedimento:

A seguito della segnalazione pervenuta alla Diocesi di Aversa, in data 24 maggio 2019, da parte di alcuni fedeli della Parrocchia “S. Giorgio M.” in Ducenta in provincia di Caserta- si legge nel provvedimento- che attribuiva al Parroco della stessa chiesa, Sac. Michele Mottola, atti configurabili come abuso su una persona di minore età, nei confronti dello stesso Sacerdote, in data 25 maggio 2019, è emanato un Provvedimento Disciplinare Cautelativo con l’immediata interdizione dalle funzioni di Parroco. Nel contempo sono state avviate tutte le procedure previste dal Codice canonico per accertare la gravità delle responsabilità del Sacerdote e per assicurare ogni tutela alla persona di minore età coinvolta in questa situazione.



30 MAGGIO 2019 di Lino Grimaldi Avino
FONTE: Cronache della Campania
 
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view post Posted on 31/5/2019, 08:05
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Prima pagina di Cronache di Caserta del 31 maggio 2019, titolo principale centrale


 
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https://www.ilmattino.it/caserta/ha_abusat...so-4527145.html

Il Mattino > Caserta >
Presunti abusi, parroco sospeso
Lui si difende: «Qui inviso ai fedeli»

di Marilù Musto
Quel parroco non è mai stato simpatico ad alcuni fedeli. Ora, è stato sospeso. Don Michele Mottola della chiesa di San Giorgio Matire a Trentola Ducenta è stato raggiunto da un provvedimento disciplinare cautelativo a firma della diocesi di Aversa. «Dopo la segnalazione di una minore di 14 anni e della famiglia di quest'ultima in diocesi di atti configurabili come abuso su una persona di minore età - si legge nel comunicato stampa della Diocesi - nei confronti del sacerdote il 25 maggio è stato emanato un provvedimento disciplinare con immediata interdizioni dalle funzioni di parroco. Nello stesso tempo sono state avviate tutte le procedure previste dal Codice canonico per accertare la gravità delle responsabilità del sacerdote per assicurare ogni tutela alla persona minore coinvolta in questa situazione».

LO SHOCK
Un macigno sulla parrocchia di San Giorgio, molto cara ai fedeli di Trentola Ducenta. «Non ho parole, non ho mai avuto problemi nelle altre parrocchie in cui sono stato, da Crispano a Cardito, da Qualiano ad Aversa - spiega don Michele raggiunto al telefono - da quando sono qui sono arrivati persino i carabinieri che si occupano di tutela dei beni archeologici perché io avevo fatto restaurare un tabernacolo. E alcuni cittadini aveva segnalato la cosa alla Soprintendenza. Finalmente in quel caso la verità venne a galla e poi ho anche ricevuto i complimenti in seguito».

L'ACCUSA
Ma perché stavolta son Michele è stato addirittura interdetto? Stando al racconto di una bambina che frequentava la chiesa e i corsi, il parroco avrebbe abusato di lei nei giorni di metà maggio. La piccola si sarebbe confidata con una coetanea che avrebbe poi raccontato il tutto ai genitori. E così, la famiglia della piccola si è in seguito recata in curia per segnalare al vescovo Angelo Spinillo l'accaduto. Il vescovo il 25 maggio ha convocato in Diocesi don Michele chiedendo spiegazioni. Dopo il colloquio Spinillo avrebbe così deciso di intraprendere il provvedimento disciplinare, allontanando il sacerdote dalla parrocchia.

LA DENUNCIA
Una mossa che ha un duplice effetto: la sospensione dalle funzioni di don Michele ma anche una denuncia ufficiale. La Curia, dunque, fa la sua parte. Non è ancora chiaro se la famiglia della piccola si sia però rivolta alle forze dell'ordine per sporgere denuncia nei confronti del sacerdote.

IL PRECEDENTE
Intanto, don Michele si dice sereno. Ha cambiato la sua immagine su Facebook e ha scritto una frase di Madre Teresa di Calcutta sulla sua bacheca multimediale, ieri sera. E pensare che solo nel 2018 i grattacapi gli erano arrivati per colpa del restauro del tabernacolo antico del 1777 che la Soprintendenza bloccò. Ai fedeli Mario Andolfi, dalla Soprintendenza casertana ai beni culturali, dichiarò: «Il parroco non ha chiesto ai nostri uffici nessuna autorizzazione per il restauro. Inoltre, non doveva estrapolare il tabernacolo per l'intervento di restauro, non è la tecnica indicata, ma al contrario il lavoro va effettuato sul posto». L'episodio acuì le incomprensioni tra il parroco, giunto da poco nella parrocchia di Ducenta, anche se è originario del posto, e i fedeli. Ma i dissapori sembravano terminati, col tempo. Ora, don Michele dovrà vedersela con accuse ben più pesanti.
 
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Il Mattino > Caserta >
Prete accusato di pedofilia e sospeso
ma non c'è denuncia: la famiglia nega

ARTICOLI CORRELATI
di Mary Liguori
Inviato a Trentola Ducenta

Tanto tuonò che infine piovve. Incomprensioni, pettegolezzi, critiche sempre più feroci. Confronti aspri, porte sbattute, l’addio di una parte dei parrocchiani. Dalla contesa sul tabernacolo, all’accusa (infondata) di aver interrotto il restauro del campanile e di aver fatto sparire 30mila euro dal fondo della chiesa, fino al comunicato choc che, nella notte di giovedì, ha lasciato tutti, forze dell’ordine incluse, senza parole.

Perché, del presunto caso di pedofilia di cui la Diocesi di Aversa accusa Michele Mottola, al momento, né la Procura, né i carabinieri e la polizia, sanno nulla. Di denunce non ce ne sono. Eppure, il procedimento canonico avviato dopo il fatto, che sarebbe accaduto il 24 maggio, ha portato in un lampo, a un provvedimento netto. Don Mottola è stato interdetto. E allontanato dalla sua parrocchia, la «San Giorgio Martire» di Trentola Ducenta. Della sua partenza i fedeli hanno appreso venerdì mattina quando, in via Roma, si sono radunati per partire per Pompei e il prete non si è visto. Solo ieri, dopo che la notizia divulgata dalla Diocesi è rimbalzata di sito in giornale, i parrocchiani hanno appreso il motivo della misteriosa partenza del prete. E, per inciso, nessuno di loro aveva mai sospettato di don Mottola. O almeno, pur criticandone le scelte, così dicono. Stupore, incredulità, qualche lacrima. Le reazioni della comunità di Ducenta sono diverse. E c’è chi dice che i modi «accentratori» di don Mottola alla comunità di San Giorgio non sono mai piaciuti. Giunto in paese nel settembre del 2017, dopo diciassette anni alla chiesa di Santa Barbara di Caivano, ha avviato una riorganizzazione della parrocchia, dell’oratorio, del catechismo. Che non è piaciuta a tutti. Tanto che qualcuno azzarda: «Volevano farlo cacciare e l’hanno sparata grossa». Che sia una ripicca? E per cosa, poi? Don Mottola ha azzerato i ruoli precedentemente affidati ai laici. Dalla catechesi al coro, fino alla Caritas. Ha messo mano anche nel Comitato festa. Tutto doveva fare capo a lui. E sono stati mal di pancia, tanto che qualcuno, dopo anni di «onorata» carriera al servizio della parrocchia, se n’è andato. Ma, nello stesso tempo, un numero crescente di bambini e ragazzi è andato ad affollare sia la parrocchia che l’oratorio. Segnale che le iniziative di don Mottola ai bambini piacevano. Ma è proprio tra di loro, tra i giovanissimi, che c’è la ragazzina che oggi punta il dito contro don Mottola. Dodici anni, frequenta la scuola media, figlia di un operaio edile. Ha detto ai genitori che il prete ha avuto verso di lei atteggiamenti sessualmente aggressivi. In un primo momento suo padre è diventato una furia. E, furibondo, ha minacciato il prete urlando sotto la casa canonica che gliela avrebbe fatta pagare. E ha minacciato il vescovo Spinillo che lo ha ascoltato. E, a quanto pare, ha messo le parti a confronto. È uno dei rari casi in cui un procedimento legato alla segretezza finisce alla mercé pubblica. Si sa che il sacerdote non «ha convinto» il suo vescovo. Che nella sorta di interrogatorio cui è stato sottoposto, «non si è difeso energicamente» e che «non ha smentito» le gravi accuse mosse dalla ragazzina. E che, proprio per questo, l’esito delle consultazioni finora condotte ha portato alla interdizione di don Michele Mottola che non può più dire messa, confessare, incontrare i fedeli. Vive in un convento, appartato, in attesa che del suo caso si occupi la Santa Sede. E la Procura di Napoli Nord che, appresa la notizia dal comunicato della Diocesi, avvierà le indagini del caso benché la famiglia della ragazzina non abbia al momento sporto alcuna denuncia. E, gracchiando dal citofono, la madre abbia negato tutto. Affermando di essere «una cattolica non praticante» e di non «sapere nulla di quanto successo al prete».

Nelle prossime ore, sia il prete che la ragazzina e la sua famiglia saranno convocati dagli inquirenti. E dovranno spiegare, questa volta dinanzi a un magistrato.
Sabato 1 Giugno 2019, 08:00
 
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view post Posted on 1/6/2019, 07:45
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Confronto all'americana davanti al vescovo, ma la denuncia in Procura non arriva

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Il Mattino > Caserta >
Prete accusato di pedofilia e sospeso
ma non c'è denuncia: la famiglia nega

ARTICOLI CORRELATI
di Mary Liguori
Inviato a Trentola Ducenta

Tanto tuonò che infine piovve. Incomprensioni, pettegolezzi, critiche sempre più feroci. Confronti aspri, porte sbattute, l’addio di una parte dei parrocchiani. Dalla contesa sul tabernacolo, all’accusa (infondata) di aver interrotto il restauro del campanile e di aver fatto sparire 30mila euro dal fondo della chiesa, fino al comunicato choc che, nella notte di giovedì, ha lasciato tutti, forze dell’ordine incluse, senza parole.

Perché, del presunto caso di pedofilia di cui la Diocesi di Aversa accusa Michele Mottola, al momento, né la Procura, né i carabinieri e la polizia, sanno nulla. Di denunce non ce ne sono. Eppure, il procedimento canonico avviato dopo il fatto, che sarebbe accaduto il 24 maggio, ha portato in un lampo, a un provvedimento netto. Don Mottola è stato interdetto. E allontanato dalla sua parrocchia, la «San Giorgio Martire» di Trentola Ducenta. Della sua partenza i fedeli hanno appreso venerdì mattina quando, in via Roma, si sono radunati per partire per Pompei e il prete non si è visto. Solo ieri, dopo che la notizia divulgata dalla Diocesi è rimbalzata di sito in giornale, i parrocchiani hanno appreso il motivo della misteriosa partenza del prete. E, per inciso, nessuno di loro aveva mai sospettato di don Mottola. O almeno, pur criticandone le scelte, così dicono. Stupore, incredulità, qualche lacrima. Le reazioni della comunità di Ducenta sono diverse. E c’è chi dice che i modi «accentratori» di don Mottola alla comunità di San Giorgio non sono mai piaciuti. Giunto in paese nel settembre del 2017, dopo diciassette anni alla chiesa di Santa Barbara di Caivano, ha avviato una riorganizzazione della parrocchia, dell’oratorio, del catechismo. Che non è piaciuta a tutti. Tanto che qualcuno azzarda: «Volevano farlo cacciare e l’hanno sparata grossa». Che sia una ripicca? E per cosa, poi? Don Mottola ha azzerato i ruoli precedentemente affidati ai laici. Dalla catechesi al coro, fino alla Caritas. Ha messo mano anche nel Comitato festa. Tutto doveva fare capo a lui. E sono stati mal di pancia, tanto che qualcuno, dopo anni di «onorata» carriera al servizio della parrocchia, se n’è andato. Ma, nello stesso tempo, un numero crescente di bambini e ragazzi è andato ad affollare sia la parrocchia che l’oratorio. Segnale che le iniziative di don Mottola ai bambini piacevano. Ma è proprio tra di loro, tra i giovanissimi, che c’è la ragazzina che oggi punta il dito contro don Mottola. Dodici anni, frequenta la scuola media, figlia di un operaio edile. Ha detto ai genitori che il prete ha avuto verso di lei atteggiamenti sessualmente aggressivi. In un primo momento suo padre è diventato una furia. E, furibondo, ha minacciato il prete urlando sotto la casa canonica che gliela avrebbe fatta pagare. E ha minacciato il vescovo Spinillo che lo ha ascoltato. E, a quanto pare, ha messo le parti a confronto. È uno dei rari casi in cui un procedimento legato alla segretezza finisce alla mercé pubblica. Si sa che il sacerdote non «ha convinto» il suo vescovo. Che nella sorta di interrogatorio cui è stato sottoposto, «non si è difeso energicamente» e che «non ha smentito» le gravi accuse mosse dalla ragazzina. E che, proprio per questo, l’esito delle consultazioni finora condotte ha portato alla interdizione di don Michele Mottola che non può più dire messa, confessare, incontrare i fedeli. Vive in un convento, appartato, in attesa che del suo caso si occupi la Santa Sede. E la Procura di Napoli Nord che, appresa la notizia dal comunicato della Diocesi, avvierà le indagini del caso benché la famiglia della ragazzina non abbia al momento sporto alcuna denuncia. E, gracchiando dal citofono, la madre abbia negato tutto. Affermando di essere «una cattolica non praticante» e di non «sapere nulla di quanto successo al prete».

Nelle prossime ore, sia il prete che la ragazzina e la sua famiglia saranno convocati dagli inquirenti. E dovranno spiegare, questa volta dinanzi a un magistrato.
Sabato 1 Giugno 20

Edited by GalileoGalilei - 4/11/2019, 08:54
 
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Ma i familiari hanno denunciato alla Curia invece che alla Magistratura

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www.ilmattino.it/caserta/prete_sos...si-4539184.html

Prete sospeso per pedofilia
La Procura indaga su altri casi

di Mary Liguori
443
Lo scambio di informazioni tra Diocesi e pm, dopo l’interdizione disposta dal vescovo, ha prodotto l’apertura un fascicolo d’indagine per violenza sessuale su minore di quattordici anni. La Procura di Napoli Nord ha raccolto quanto scoperto dalla diocesi di Aversa e avviato un’indagine nei confronti del sacerdote Michele Mottola.
L’inchiesta è alle fasi embrionali, la delega alla polizia serve a fare chiarezza su quanto raccolto dal vescovo Angelo Spinillo che, nel dettame della prassi canonica, ha già fatto quanto in suo potere per isolare il sacerdote accusato di pedofilia da una ragazzina di dodici anni e informato le autorità competenti in merito alla vicenda.
Secondo quanto emerso fino a ora, lo scorso 24 maggio, don Mottola, titolare della parrocchia San Giorgio Martire di Ducenta, avrebbe assunto atteggiamenti sessualmente aggressivi nei confronti di una giovanissima parrocchiana. Quello stesso pomeriggio, la famiglia della vittima si è presentata in Diocesi, ad Aversa, e ha raccontato quanto riferito dalla bambina. Il vescovo, il giorno dopo, ha convocato il sacerdote e proceduto ad ascoltare la sua versione dei fatti, nonché a un confronto tra le parti. Al termine dell’escussione, evidentemente, Spinillo ha ritenuto che il sacerdote non potesse continuare a esercitare il ministero, né a Trentola Ducenta, né altrove. Per questa ragione, il giorno seguente, ha firmato l’interdizione del prete e lo ha allontanato dalla parrocchia. L’intera vicenda è venuta alla luce venerdì, quando la Diocesi stessa ha diramato un comunicato in cui si dava notizia della vicenda e si comunicava l’identità del prelato sospeso.
Ad oggi non c’è una denuncia da parte della vittima, ma uno scambio di informazioni tra la Procura diretta da Francesco Greco e la Diocesi stessa. Gli accertamenti sono appena iniziati e, al momento, non sono state spiccate misure cautelari nei confronti di don Mottola, che si trova in una luogo segreto come indicato dal vescovo. Michele Mottola, a ogni modo, si è detto estraneo ai fatti e sicuramente si difenderà nelle sedi opportune. In Procura, dove sarà convocato a breve, ma anche dinanzi agli ispettori della Santa Sede. Della pratica, infatti, la Diocesi ha prontamente avvisato il Vaticano e, come da indicazioni di Papa Francesco, si prevede un iter rapido di accertamenti che potrebbe concludersi con la fine dell’esperienza sacerdotale per il prete indagato.Nel contempo, le indagini mirano a stabilire se quello ormai noto sia l’unico presunto caso di abusi. S’indaga a trecentosessanta gradi, sia a Trentola Ducenta, dove il sacerdote è arrivato nel settembre del 2017, che a Caivano, dove don Mottola ha retto la parrocchia di Santa Barbara per diciassette anni.
Giovedì 6 Giugno 2019, 07:20

Edited by GalileoGalilei - 4/11/2019, 08:54
 
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“Abbracciami, baciami, dobbiamo fare le cose per bene”. Lo riprende col telefonino ma nessuno le crede



https://www.iene.mediaset.it/2019/news/abu...ni_571438.shtml

News | 03 novembre 2019
Il coraggio di Marina: “Abusata dal prete di famiglia a 10 anni”

Nina Palmieri, nel servizio in onda questa sera a Le Iene su Italia1, ci racconta la storia delle violenze che avrebbe subito Marina dal parroco che frequentava la sua casa. La bambina ha avuto l’incredibile coraggio di documentare quelle violenze per incastrarlo

Marina, la chiameremo così, è una bambina che è dovuta crescere in fretta, dopo l’orrore che ha dovuto affrontare.

Nina Palmieri, nel servizio in onda questa sera a Le Iene su Italia1 dalle 21.15, racconta la terribile storia di una bambina che sarebbe stata abusata a 10 anni dal prete che frequentava la sua famiglia, tra adulti che non credono a quello che lei racconta e con il coraggio incredibile di documentare le violenze con il proprio telefonino.

Come quando, durante uno di quegli incontri nella casa del prete, proprio sopra la chiesa, lui le dice” lo sai che ti voglio bene? Vuoi un bacino?”. Quando lei gli dice “basta”, lui insiste: “Abbracciami, baciami, dobbiamo fare le cose per bene”.

La bimba aveva provato a parlare di quelle violenze con alcuni parrocchiani: “Sai, in parrocchia c’è Don Michele che mi fa delle cose, mi bacia” e quando le dicono che magari si tratta di effusioni normali, lei non lascia alcun dubbio e risponde: “No, mi bacia sulla bocca”.

Guardate questa sera su Italia 1 dalle 21.15 il servizio di Nina Palmieri, che racconterà la storia della piccola Marina attraverso tutti i protagonisti e i terribili audio registrati dalla bimba durante quegli incontri con il prete.

 
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view post Posted on 4/11/2019, 08:53
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https://www.iene.mediaset.it/2019/news/ped...te_571498.shtml

News | 04 novembre 2019
Pedofilia, “Io, abusata a 10 anni dal prete”: il coraggio di Marina | VIDEO

Nina Palmieri racconta la terribile vicenda di abusi che avrebbe subìto la piccola dal “prete di famiglia”. La bambina ha registrato tutto per incastrarlo

“Vorrei morire per non vedere più nulla, per andarmene e non sentire nessuno. Mi sento più sola che mai perché nessuno mi potrà mai capire. Io con le lacrime potrei creare un mare.”

Queste sono le agghiaccianti parole di una bimba di undici anni, che ci racconta che per lungo tempo avrebbe dovuto subire le attenzioni sessuali del parroco di famiglia.

Marina, così chiameremo questa bambina, sarebbe caduta nelle grinfie di Don Michele Mottola, che frequentava la casa dei suoi genitori e la riempiva di attenzioni e regali.

Quella che racconta è una storia di abusi sessuali a opera del prete ma anche la storia di un incredibile coraggio, perché la piccola riesce con lucidità a documentare (attraverso il suo telefonino) quegli incontri e quelle richieste particolari. E a incastrarlo.

Le violenze, che si sarebbero protratte fino allo scorso febbraio, sarebbero iniziate quando Marina ha all’incirca dieci anni e mezzo.

A raccontare questa terribile storia a Nina Palmieri sono la sorella e la mamma di Marina.

“Ti devi proprio sentire morire dentro per mettere il telefonino in tasca e non avere paura che lui se ne potesse accorgere e magari le potesse anche fare qualcosa. E invece lei non ha avuto paura ed è andata fino in fondo perché non ce la faceva più”, dice la sorella della bimba alla Iena.

“Mia figlia è stata più furba di lui, è stata brava eh? Bravissima, orgogliosa di mia figlia”, racconta con gli occhi lucidi la mamma della bambina abusata.

Don Michele Mottola arriva nel paese di Marina nel 2017 e conquista subito la fiducia della piccola e della sua famiglia.

“È stato a cena a casa nostra, a capotavola al posto di mio marito, pensavamo sai è una brava persona, era diciamo come un amico”, racconta la mamma di Marina.

Il parroco inizia a fare piccoli grandi regali alla bambina, prima un orologio, poi un giubbino e addirittura un computer. Regali che giustifica come un ringraziamento per quelle cene a casa della sua famiglia.

Ma Marina, proprio in quel periodo, comincia a cambiare: “A volte fissava il vuoto come se volesse sfogare la sua rabbia ma non ci riuscisse”. Inizia ad essere al centro delle attenzioni di Don Michele e prova a confidarsi con due amici parrocchiani, che però non le credono.

Uno dei due racconta: “La bambina mi fece una confidenza ‘sai in parrocchia c’è qualcuno che mi fa delle cose, è Don Michele, lui mi bacia’ e li per lì rimango stupefatta e dico: ma come? Ma ti bacia come bacia tutti quanti?”. E Marina risponde: “No, lui mi bacia qua”, e indica le labbra.

La piccola a un certo punto arriva a scrivere dei bigliettini di aiuto: “Ma quello che facciamo io e Don Michele si chiama sesso?”

Gli adulti però sembrano non voler credere a quei racconti così assurdi e allora lei prende il coraggio a due mani e decide di registrare con il telefonino gli audio.

“Io ti terrei dalla mattina alla sera qua se tua mamma fosse più consenziente”, le dice don Michele, che aggiunge: “Lo sai che ti voglio bene, vuoi un bacino?”

La bimba cerca di fermarlo ma lui la rassicura: “Ma guarda che non c’è nessuno. Hai paura? Abbracciami, baciami”.

Qualche giorno dopo la piccola torna nell’appartamento del prete, proprio sopra la parrocchia. E continua a registrare.

Nell’audio si possono sentire sospiri, silenzi, rotti improvvisamente dal lamento della bambina, che dice “basta, basta”. A un certo punto Don Michele le dice: “Prendi questa per asciugarti”.

La parrocchiana con cui si era confidata la bimba, quando sente queste registrazioni, le dice di avvertire subito la mamma, ma Marina ha paura. Passano altri mesi, senza che nessuno la sottragga dalle sue mani e poi, il 2 febbraio 2019, c’è un nuovo incontro, durante il quale Marina decide di affrontare Don Michele.

“Quelle cose che noi facciamo, gradirei non continuare”, gli dice a muso duro ma lui liquida il tutto come “una storiella”.

“Così tu mi consideri una specie di malato mentale se mi tratti così”, le dice. “Non vorrei che tu mi vedi come uno che fa violenza ai bambini…” e le dice che sarebbe stata consenziente.

Qualche settimana dopo Marina confessa a Don Michele di aver raccontato di quegli abusi ai due parrocchiani, ma si sente comunque in colpa, perché è affezionata a lui. “Vorrei essere trattata come tutti gli altri bimbi, non pensate che ora vi odio”, gli scrive in un messaggio. Ma lui risponde: “Non dovevi farlo, perché adesso capiranno altre cose. Le cose si metteranno molto male. Vengo a casa tua a parlare con i tuoi genitori”.

Quando il parroco li incontra, alla presenza di Marina che continua a registrare, si difende così: “Tutti i bambini vengono vicino a me, mi danno un bacino e se ne vanno”. E rimprovera Marina: “Le bugie le sai dire. Mi hai capito che le bugie le sai dire? Sei come i kamikaze islamici, buttano una bomba, uccidono la gente e se ne vanno”. E la spaventa: “Il fango va a finire anche su quello che è la famiglia, su di te”.

Il prete è talmente abile con le parole che la madre di Marina, alla fine, se la prende con lei e la minaccia di portarla in un istituto. È il momento per Don Michele di insistere sulla piccola, intimandole di non parlarne più: “Puoi dire che tu hai inventato tutto al limite? Tutto, che io ti portavo nella stanza da letto… tutto. Allora… Noi togliamo questo casino di mezzo… noi facciamo finta che non è mai successo, non ne parliamo più ok?”

I parrocchiani però hanno deciso che la cosa deve finire e lo affrontano. “Lui impassibile, freddo ha detto ‘io ti posso assicurare che non sono andato a fondo’ dice lui’”. Che non ci sarebbe stata alcuna penetrazione, insomma.

Finalmente la madre di Marina apre gli occhi e va dal vescovo, mentre don Michele avrebbe confessato quelle violenze dicendosi pentito.

Resta il dolore di quella bimba innocente, a lungo non creduta e addirittura accusata di aver acconsentito alle violenze. Marina, a un certo punto, è anche arrivata a scrivere una lettera allo stesso Don Michele. Una lettera che Nina Palmieri decide di consegnare proprio al parroco, e che recita così: “Caro Don Michele con tutto il rispetto le volevo dire che un futuro con voi non lo voglio costruire. Io dentro di me mi sento scoppiare e non so fino a quando potrò resistere. Io non mi sento più una bambina, mi sento troppo grande”.
 
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view post Posted on 4/11/2019, 09:27
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MOTTOLA PARR. MICHELE
Ordinato il: 07/12/1985
Parrocchia S. Giorgio martire 81038 Trentola Ducenta (Ce)
 
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Le Iene a Qualiano. Servizio choc sul prete accusato di pedofilia
La storia della bambina che ha raccontato le violenze subite da don Michele, prete amico di famiglia

By Antonio Galluccio - 4 Novembre 2019


QUALIANO – Ieri sera, nella celebre trasmissione di Italia 1 Le Iene, è andato in onda un servizio che ha raccontato la storia di Marina e don Michele Mottola, sacerdote che vive a Qualiano, dove è stato raggiunto e intervistato.

Marina (nome di fantasia) ha 10 anni e mezzo quando don Michele, il prete amico di famiglia che frequenta la sua casa, avrebbe iniziato con le sue attenzioni sessuali.

La piccola non ha il coraggio di parlare delle violenze ai genitori e prova a confessarsi con alcuni parrocchiani, che però non le credono. E allora decide di registrare quegli abusi per incastrarlo.
 
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view post Posted on 4/11/2019, 17:27

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www.teleclubitalia.it/177851/trent...prete-pedofilo/



Trentola, “Vai in bagno a pulirti la bocca”: gli audio vergogna del prete pedofilo

Caserta e provincia, Cronaca4 Novembre 2019 15:47Agg. alle 15:56Redazione Online
Trentola, “Vai in bagno a pulirti la bocca”: gli audio vergogna del prete pedofilo

Trentola Ducenta. Emergono dettagli agghiaccianti dalla storia di abusi sessuali a opera di don Michele Mottola su una bimba di 11 anni andata in onda ieri sera alle Le Iene.

Le registrazioni del prete pedofilo
Le violenze, che si sarebbero protratte fino allo scorso febbraio, sarebbero iniziate quando Marina (nome di fantasia) ha all’incirca dieci anni e mezzo. Ignorata dagli adulti, fa un gesto maturo per la sua età: inizia a registrare gli incontri tra lei e il prete.

In un incontro Don Michele le dice: “Io ti terrei dalla mattina alla sera qua se tua mamma fosse più consenziente. Lo sai che ti voglio bene, lo vuoi un bacino?”. La bimba cerca di fermarlo ma lui la rassicura: “Ma guarda che non c’è nessuno. Hai paura? Abbracciami, baciami”. Qualche giorno dopo la piccola torna nell’appartamento del prete, proprio sopra la parrocchia. E continua a registrare.

Nell’audio si possono sentire sospiri, silenzi, rotti improvvisamente dal lamento della bambina, che dice “basta, basta”. A un certo punto Don Michele le dice: “Prendi questa per asciugarti e vai in bagno a lavarti i denti”. Allude così a un presunto rapporto orale. Nel frattempo la parrocchiana con cui si era confidata la bimba, quando sente queste registrazioni, le dice di avvertire subito la mamma, ma Marina è terrorizzata. E si rifiuta di raccontare il dolore che prova ai genitori e alla sorella.

Marina affronta Don Michele
Passano altri due mesi, senza che nessuno le dia aiuto e poi, il 2 febbraio 2019, c’è un nuovo incontro, durante il quale Marina decide di affrontare Don Michele. “Quelle cose che noi facciamo, gradirei non continuare”, gli dice ma lui liquida il tutto come “una storiella”, scaricando la colpa alla bambina. Passa altro tempo, Marina è disperata e contatta il parroco, dicendogli che ha raccontato i rapporti che avevano.

A quel punto don Michele convoca la madre della piccola e cerca di manipolare i fatti. Spiega alla donna, in presenza della bimba, che sua figlia non è altro che una bugiarda. “Tutti i bambini vengono vicino a me, mi danno un bacino e se ne vanno”. E rimprovera Marina: “Le bugie le sai dire. Mi hai capito che le bugie le sai dire? Sei come i kamikaze islamici, buttano una bomba, uccidono la gente e se ne vanno”. Poi prova a spaventarla: “Il fango va a finire anche su quello che è la famiglia, su di te”. I parrocchiani con cui si era confidata Marina decidono di affrontarlo. Nel frattempo la madre della donna va dal vescovo e gli racconta quello che don Michele ha fatto a sua figlia. Resta, però, il dolore di una bimba, che a lungo non è stata creduta e che da sola ha dovuto allontanare il prete pedofilo da lei.
 
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view post Posted on 4/11/2019, 17:53

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I sospiri e i lamenti tra un prete 60enne e una bimba di 11 anni: "Hai paura? Abbracciami, baciami”

don_michele_mottola_iene

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Trentola, “Vai in bagno a pulirti la bocca”: gli audio vergogna del prete pedofilo
Caserta e provincia, Cronaca4 Novembre 2019 15:47Agg. alle 15:56Redazione Online
Trentola, “Vai in bagno a pulirti la bocca”: gli audio vergogna del prete pedofilo

Trentola Ducenta. Emergono dettagli agghiaccianti dalla storia di abusi sessuali a opera di don Michele Mottola su una bimba di 11 anni andata in onda ieri sera alle Le Iene.

Le registrazioni del prete pedofilo
Le violenze, che si sarebbero protratte fino allo scorso febbraio, sarebbero iniziate quando Marina (nome di fantasia) ha all’incirca dieci anni e mezzo. Ignorata dagli adulti, fa un gesto maturo per la sua età: inizia a registrare gli incontri tra lei e il prete.

In un incontro Don Michele le dice: “Io ti terrei dalla mattina alla sera qua se tua mamma fosse più consenziente. Lo sai che ti voglio bene, lo vuoi un bacino?”. La bimba cerca di fermarlo ma lui la rassicura: “Ma guarda che non c’è nessuno. Hai paura? Abbracciami, baciami”. Qualche giorno dopo la piccola torna nell’appartamento del prete, proprio sopra la parrocchia. E continua a registrare.

Nell’audio si possono sentire sospiri, silenzi, rotti improvvisamente dal lamento della bambina, che dice “basta, basta”. A un certo punto Don Michele le dice: “Prendi questa per asciugarti e vai in bagno a lavarti i denti”. Allude così a un presunto rapporto orale. Nel frattempo la parrocchiana con cui si era confidata la bimba, quando sente queste registrazioni, le dice di avvertire subito la mamma, ma Marina è terrorizzata. E si rifiuta di raccontare il dolore che prova ai genitori e alla sorella.

Marina affronta Don Michele
Passano altri due mesi, senza che nessuno le dia aiuto e poi, il 2 febbraio 2019, c’è un nuovo incontro, durante il quale Marina decide di affrontare Don Michele. “Quelle cose che noi facciamo, gradirei non continuare”, gli dice ma lui liquida il tutto come “una storiella”, scaricando la colpa alla bambina. Passa altro tempo, Marina è disperata e contatta il parroco, dicendogli che ha raccontato i rapporti che avevano.

A quel punto don Michele convoca la madre della piccola e cerca di manipolare i fatti. Spiega alla donna, in presenza della bimba, che sua figlia non è altro che una bugiarda. “Tutti i bambini vengono vicino a me, mi danno un bacino e se ne vanno”. E rimprovera Marina: “Le bugie le sai dire. Mi hai capito che le bugie le sai dire? Sei come i kamikaze islamici, buttano una bomba, uccidono la gente e se ne vanno”. Poi prova a spaventarla: “Il fango va a finire anche su quello che è la famiglia, su di te”. I parrocchiani con cui si era confidata Marina decidono di affrontarlo. Nel frattempo la madre della donna va dal vescovo e gli racconta quello che don Michele ha fatto a sua figlia. Resta, però, il dolore di una bimba, che a lungo non è stata creduta e che da sola ha dovuto allontanare il prete pedofilo da lei.

Edited by pincopallino2 - 4/11/2019, 20:18
 
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view post Posted on 5/11/2019, 12:15

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Il prete e la bambina. L'orrore e rabbia: "lo metto sotto con la macchina". Ma fu il vescovo a far il suo nome

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Il vescovo Spinillo e don Mottola

www.ilmattino.it/caserta/parroco_p...gi-4841685.html

Il prete accusato di pedofilia denuncia:
«Organizzato il mio linciaggio sul web»
CASERTA
Martedì 5 Novembre 2019 di Mary Liguori e Marilù Musto

È immenso il clamore che ha scatenato l'altra sera la messa in onda della storia di don Michele Mottola, il sacerdote allontanato da una parrocchia di Trentola Ducenta con l'accusa di abusi sessuali su una ragazzina di undici anni. Clamore che sul web si è trasformato ben presto in rabbia cieca con gente che ha divulgato l'indirizzo del sacerdote e ha organizzato una sorta di spedizione punitiva alla quale hanno aderito, sempre su Facebook, una quindicina di persone. «Facciamogli la festa», «saremo tantissimi», «lo metto sotto con la macchina se lo incontro a Qualiano» sono solo alcuni dei deliranti post che il popolo del web ha riservato al sacerdote di Caivano nei mesi scorsi allontanato dalla Diocesi di Aversa con l'accusa di pedofilia. Fu il vescovo stesso, Angelo Spinillo, a divulgare le generalità del prete incriminato. I genitori della ragazzina, che due giorni fa hanno raccontato a Le Iene la loro vicenda, si recarono in Curia anziché in commissariato per denunciare il prete, ma solo dopo alcuni giorni si decisero a notiziare polizia e Procura di quanto, a loro avviso, sarebbe accaduto.

LEGGI ANCHE Prete pedofilo violenta bambino di 8 anni ma non va in carcere grazie alla prescrizione

A indignare maggiormente gli utenti del web, in ogni caso, sono state delle registrazioni audio che il programma ha mandato in onda sul cui contenuto e sulla cui veridicità sono in corso le indagini della Procura. In un file il prete chiede alla ragazzina di dargli «un bacetto» e di abbracciarlo, la bimba sussurra più volte basta, basta; in un altro si sentono dei fruscii, poi sussurri, al termine dei quali l'uomo dice alla ragazzina di andarsi «a lavare i denti». E, ancora, a scatenare la gogna, la divulgazione del diario della ragazzina, saltato fuori solo dopo la denuncia, nel quale la piccola si chiede «ma quello che facciamo io e don Michele è sesso?».

Poi ci sono gli sms che il prete avrebbe inviato alla bambina dopo che questa si è rivolta agli adulti. «Non avresti dovuto farlo, ora penseranno male» come un monito. Alla luce del filmato nel quale si ripercorre quanto è emerso dalle indagini della Procura di Napoli Nord vien da chiedersi per quale ragione, dopo la denuncia e l'allontanamento del sacerdote dalla parrocchia in cui si sarebbero verificati i fatti, non ci sia stato l'arresto. Se lo chiedono gli utenti del web, ma la risposta della giustizia è legata, a differenza delle ricostruzioni giornalistiche, alle prove e da esse dipendono misure di custodia cautelare, i processi, le condanne. Il caso di Trentola Ducenta è l'unica accusa di pedofilia a carico di don Mottola. Eppure l'indagato ha sessant'anni e da oltre quaranta è parroco e ha diretto diverse parrocchie, sia del Napoletano che del Casertano.

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Mai, prima di maggio, qualcuno ha accusato don Mottola e ancora oggi c'è chi lo difende perché quanto è arrivato a Trentola Ducenta «ha rivoluzionato la parrocchia, accentrando i poteri nelle sue mani e, così facendo, ha scatenato le ire dei parrocchiani più radicati». Ma possibile che le beghe di oratorio abbiano montato un simile caso, una specie di complotto? Don Mottola parla di una «regia» dietro le accuse. Per ora l'unica verità è quella della bambina che lo accusa, alla quale inizialmente non hanno creduto né i genitori né i catechisti. Ma la piccola ha registrato dei file, come detto, che però al momento non sono sfociati in un fermo per il sacerdote.

LEGGI ANCHE Pedofilia, Papa Francesco: «Stop agli insabbiamenti del passato, grazie per le denunce degli orchi»

In uno di questi, l'uomo spiega alla bambina: «Queste cose le fanno anche i fidanzati». L'inchiesta ripercorre anche il momento in cui la bambina decide di troncare quella che Mottola avrebbe definito una «storiella». Di recente, la piccola è stata interrogata di nuovo, con le modalità protette e alla presenza degli psicologi. E ha confermato tutte le accuse. Anche quella inerente la convocazione da parte del parroco della ragazzina e di sua madre quando, a dire della bimba, l'uomo avrebbe messo le mani avanti dicendo che la ragazzina stava mentendo. Anche quel colloquio però fu registrato dalla piccola. Dalla Procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco, potrebbe arrivare a breve una svolta. Intanto è partito anche il processo canonico.

Ultimo aggiornamento: 11:04
 
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view post Posted on 5/11/2019, 14:38

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Caso don Mottola, Cavaliere accusa la diocesi di Aversa: “Non denuncia”
redazione5 Novembre 2019
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Tiene ancora banco il caso don Mottola, scoppiato in seguito al video de ‘Le Iene’ [GUARDA QUI]. Sul fatto è intervenuto l’avvocato Sergio Cavaliere che da tempo segue le vicende delle vittime di violenza. La diocesi di Aversa aveva fatti sapere che “i fatti in questione sono già stati oggetto di intervento da parte di questa Diocesi con decreto di sospensione immediata del sacerdote dall’ufficio di parroco e allontanamento immediato dalla stessa parrocchia, lo scorso 25 maggio”.




“Denunciare alla magistratura”
L’avvocato Sergio Cavaliere del movimento ‘Non Abbiate Paura’ interviene sul caso don Mottola e dice: “I recenti sviluppi sulle accuse di abusi sessuali su minore contro don Michele Mottola rendono chiaro che le autorità ecclesiastiche ancora una volta si sono dimostrate negligenti. Non hanno informato della notizia di reato la Procura. Se è vero che non sussiste l’obbligo per la diocesi di informare l’Autorità Giudiziaria, una norma di prudenza e buon senso dovrebbe indurre le autorità ecclesiastiche a informare la Magistratura, essendo reati perseguibili d’ufficio”. Secondo Cavaliere si fa urgente la “necessità che il Legislatore imponga detto obbligo a chiunque venga a conoscenza di detti reati su minori, essendo soggetti deboli che difficilmente denunceranno autonomamente. Dispiace, che ancora una volta, invece di informare direttamente la Magistratura, sia stato permesso alla diocesi di venire a conoscenza di accuse che dovevano restare nel segreto delle indagini per permette agli investigatori di servirsi liberamente dei propri poteri”. L’avvocato è rammaricato perché “per mesi le drammatiche richieste di aiuto della bambina sono rimaste inascoltate, o peggio, non sono state credute”.

La diocesi di Aversa
Intanto la diocesi retta dal vescovo Angelo Spinillo proprio ieri aveva fatto sapere che per i “i fatti in questione sono già stati oggetto di intervento da parte di questa Diocesi con decreto di sospensione immediata del sacerdote dall’ufficio di parroco e allontanamento immediato dalla stessa parrocchia, lo scorso 25 maggio”. Inoltre aveva sottolineato che “tale sospensione disciplinare cautelativa, in attesa di procedimento giudiziario canonico, è stata emanata nel giorno immediatamente successivo alla segnalazione dei fatti” e “che la segnalazione di tali fatti è stata presentata da un gruppo di alcuni fedeli che a questa scopo hanno accompagnato la mamma della minore”. La stessa Diocesi scrive di aver “fornito ai familiari della minore la propria collaborazione affinché fosse sporta anche regolare denuncia alle autorità giudiziarie” e che ““attualmente al sacerdote non è permesso celebrare pubblicamente o avere contatto di tipo pastorale con nessun gruppo di fedeli, e che “sono in atto i procedimenti giudiziari sia canonico che civile presso i rispettivi tribunali”.
 
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31 replies since 31/5/2019, 04:08   1646 views
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