Laici Libertari Anticlericali Forum

Pedofilia. Papa Francesco prima perdona e poi spreta mons. Inzoli, fondatore del Banco Alimentare, Violenze su ragazzini da 12 a 16 anni. Il monsignore se la cava con la prescrizione per 17 casi. Condannato per altri 6.

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view post Posted on 10/12/2012, 11:10
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Violenze su ragazzini da 12 a 16 anni. Il monsignore se la cava con la prescrizione per 17 casi. Condannato per altri 6.

MauroInzoli


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http://cremonademocratica.org/2012/12/06/c...zione-indebita/




Crema, una notizia che nessuno ha voluto dare. Mons. Mauro Inzoli, leader di CL, ha finito il periodo dei domiciliari da circa due settimane. Era stato arrestato per appropriazione indebita.
Da Paolo Zignani • 6 dicembre 2012


Monsignor Mauro Inzoli ha cessato gli arresti domiciliari circa due settimane fa. La Provincia di Cremona, che era informata, da quanto si apprende, non ne ha parlato. Perché questo silenzio?

Dov’è finito l’ex presidente del Banco Alimentare? Ha ricoperto tale carica per quindici anni, poi ha annunciato un anno sabbatico. Quindi un comunicato della parrocchia di Santa Trinita, a Crema, dove monsignor Inzoli è diventato uno dei massimi esponenti di Comunione e Liberazione non solo della diocesi. Si diceva persino che fosse il confessore di Roberto Formigoni.

Nessuno ha scritto questa notizia della conclusione degli arresti. Non se ne deve parlare? Si fa del male a qualcuno a dare una notizia vera? Dà fastidio in campagna elettorale? Si è parlato di una sua presenza a un convegno del Banco Alimentare ad Ascoli Piceno, ma su monsignor Inzoli non si sente una parola sicura. Ormai il periodo di detenzione domiciliare è concluso. Una fonte certa ha parlato tempo fa. Ho atteso che almeno un giornale lo scrivesse. Nessuno ha scritto. Perché questo modo di fare?

A questo punto è legittima una riflessione. Se una persona tanto conosciuta diventa un mistero e invece è stata arrestata ai domiciliari per appropriazione indebita, perché la notizia non diventa pubblica?

Perché altri, se vengono arrestati ai domiciliari, finiscono sui giornali e quando finisce il periodo di pena se ne dà notizia? Il Piccologiornale, edizione cremasca, l’anno scorso ha pubblicato in prima pagina un articolo sul mistero Inzoli. Dov’è finito? Già. I parrocchiani evitano l’argomento.

Che cosa bisogna pensare? Che quando si tratta di Comunione e Liberazione in certi ambienti è difficile dare notizie?

Monsignor Inzoli, o don Inzoli come lo si chiamava familiarmente, è stato presidente della Fondazione Banco Alimentare fino al maggio di quest’anno, quando gli è succeduto il manager del no profit Andrea Giussani, come scritto da Crema on line.

Andrea Giussani era stato affiancato al monsignore nel 2010. Proprio nell’ottobre 2010 uscì la notizia che diceva che monsignor Mauro Inzoli avrebbe lasciato Crema. Si parlava di un anno sabbatico. “Ho nel cuore la speranza che accoglierete chi prenderà il mio posto come è stato per me. Io ho solo da ringraziare” disse il leader di Comunione e Liberazione, una persona di primo piano nel movimento creato da don Giussani.


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Da Cremona online


Dopo 17 anni monsignor Mauro Inzoli lascia la Santissima Trinità. Chiesto un anno sabbatico "per motivi di salute". La decisione annunciata nella messa festiva delle 11 ai tanti fedeli
di Bruno Mattei

Dopo 17 anni monsignor Mauro Inzoli lascia la Santissima Trinità. Chiesto un anno sabbatico "per motivi di salute". La decisione annunciata nella messa festiva delle 11 ai tanti fedeli Crema - Monsignor Mauro Inzoli ha salutato la parrocchia della Santissima Trinità durante la messa festiva delle 11. La notizia era circolata in Crema già nei giorni precedenti, ma non era stata ancora ufficializzata. Il suo addio alla parrocchia cittadina arriva dopo un servizio e un magistero durati 17 anni: don Mauro infatti era stato inviato a guidare la comunità della Santissima Trinità dal vescovo Libero Tresoldi nel 1993.

Il saluto alla fine della messa
Il suo saluto si è condensato tutto in una sola, sofferta frase pronunciata al termine della celebrazione eucaristica, a funzione ormai conclusa: “Voglio dirvi che ho nel cuore la speranza. La speranza che possiate accogliere chi verrà dopo di me come avete accolto me. Io devo solo ringraziarvi e che il Signore sia con voi”. La richiesta di essere sollevato dall’incarico don Inzoli l’aveva avanzata al vescovo Oscar Cantoni nelle scorse settimane. Ufficialmente per motivi di salute, con i maligni già pronti ad adombrare ben altri scenari. Avuto l’ok dal vescovo, don Mauro aveva comunicato la decisione al consiglio pastorale ma non aveva ancora ufficializzato la notizia in parrocchia.

La chiesa gremita per l’annuncio
Una simile notizia non poteva rimanere marginale, pertanto l’annuncio era atteso e oggi la chiesa era gremita di fedeli per il doloroso addio di un parroco che ha letteralmente rivoluzionato la parrocchia di via XX settembre in questi 17 anni di lavoro: dai restauri della chiesa al rifacimento di tutti i luoghi che compongono la comunità, tra i quali l'oratorio, il salone degli eventi, fino al "campetto" i cui lavori sono in via di ultimazione. La presenza di don Inzoli alla Santissima Trinità ha poi coinciso con il radicamento a Crema del movimento di Comunione e Liberazione, di cui don Mauro è personaggio di spicco, figurando tra i responsabili nazionali.

Uomo del fare
Nato a Torlino Vimercati nel 1950, è prete dal 1976, anno in cui riceve il primo incarico come coadiutore a Monte Cremasco. Immaginiamo che l’addio alla parrocchia per don Inzoli debba esser stato davvero difficile. Uomo del fare, in questi anni ha allineato l’impegno diocesano, quello culturale come rettore del Liceo linguistico e quello sociale nazionale come presidente del Banco Alimentare.

L’omelia di commiato
Nell’ultima omelia don Inzoli ha voluto ricordare che spesso Dio mette alla prova chi lo sostiene: “Quante volte preghiamo chiedendo a Dio, vieni presto a salvarmi. Lui verrà, non tarderà e il giusto vivrà la sua fede; ma quando la fede è ridotta a idea prima o poi non ha più la capacità di sostenere la vita. Ma quando è piena degli occhi del giusto allora sì che la vita ha senso e gli appartiene”. La sua richiesta è stata di un anno sabbatico per rimettersi in salute, tornando ad abitare nell'appartamento di Milano con la madre e la sorella.
Dopo 17 anni monsignor Mauro Inzoli lascia la Santissima Trinità. Chiesto un anno sabbatico "per motivi di salute". La decisione annunciata nella messa festiva delle 11 ai tanti fedeli

DOMENICA 3 OTTOBRE 2010


http://econoliberal.blogspot.it/2012/12/co...opriazione.html

08 dicembre 2012
Comunione e Appropriazione
A febbraio la regione più ricca e popolosa d'Italia avrà un nuovo presidente.

La giunta guidata da Roberto Formigoni è stata travolto dagli scandali giudiziari. Molti assessori sono inquisiti non solo per essersi arricchiti in modo illecito ma anche per aver cercato consenso illecitamente.

E' uno scenario già visto nel 1992: la politica usa i soldi pubblici per creare consenso e il voto per disporre dei soldi pubblici.

In Lombardia Formigoni ha creato un vero e proprio sistema di potere che si finanzia con soldi pubblici, usati per alimentare il consenso politico, facendo di Comunione e Liberazione e di una miriade di imprese ad essa collegate il centro di tale sistema.

Intendiamoci, tutto o quasi quello che ha fatto Formigoni in 17 anni è legale. Ma non c'è dubbio che spesso la Regione Lombardia ha forzato le regole, con gare d'appalto costruite su misura per favorire gli amici.

Non sono mancate, però, le illegalità e i comportamenti sospetti. Basta ricordare il fallimento dell'ospedale San Raffaele, dove un chiacchieratissimo sacerdote ha lasciato una montagna di debiti in carico a un ospedale che era ilfiore all'occhiellodella sanità lombarda.

O basterebbe considerare il caso poco noto di don Mauro Inzoli, finito agli arresti domiciliari per appropriazione indebita. Vicenda di cui si sa poco o nulla come del nome del sacerdote legato a Comunione e Liberazione e, fino a un anno fa, presidente del Banco Alimentare.

Tutto lascia intendere che sotto la maschera di efficienza della Lombardia di Formigoni si possa nascondere più di un buco nero.

Cosa succederà con il prossimo presidente della Lombardia? E cosa succederà all'economia italiana se, nella regione più ricca, si scoprissero conti peggiori del previsto, debiti nascosti, imprese in difficoltà ?

Edited by pincopallino2 - 22/9/2017, 16:11
 
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http://lombardia.indymedia.org/node/35618

Sab, 22/01/2011 - 20:04 by Anonimo Tags:

locale
Notizia
Scuola

autore:
Cremaribelle

[Crema]Mercoledì sera un gruppo di studenti e diverse individualità si sono dati appuntamento all'esterno della sala Alessandrini per una vigorosa contestazione ai vertici regionali di CL.
Il livore nei confronti di questa lobby non nasce "semplicemente" dalla politica scandalosa portata avanti dal governatore Formigoni, Crema è il crocevia affaristico-mafioso di questa formazione cattolico-integralista,in città se ne respira l'aria e nulla si muove se prima non "parla" CL. Per rendere l'idea,una qualsiasi potente famiglia mafiosa sarebbe meno influente rispetto al territorio di quanto non lo sia questa accozzaglia di maneggioni...l'intero quartiere che ruota intorno alla chiesa di S. Trinita è di proprietà di CL,gestisce un consultorio e ha diversi asili x l'infanzia è dentro le stanze del potere comunale e ha una "ramificazione" con l'associazione denominata Charis,in buona sostanza è invischiata in qualsiasi cosa "trasudi denaro",certo,per una grande metropoli potrebbe essere "normale",ma in una città di 35000 abitanti la situazione è veramente ammorbante,soprattutto se si pensa al fatto che la politica nazionale di questa lobby, viene decisa qua,nel buco del culo della Lombardia(passatemi il termine)...il solo pensiero ti rende impotente...
L'ultimo regalo formigoniano al deus ex machina Don Mauro Inzoli,sono un bel mucchio di milioni di euro per costruire una scuola ciellina,soldi ovviamente pubblici non certo donati da un'ente caritatevole e lo scheletro di cemento è ben visibile nel quartiere Sabbioni;per fare un parallelismo tra "scuola e scuola"...2,5 milioni x CL vs 250mila € per tutte le scuole pubbliche della provincia!!!
Per tutto questo e per altre cose che non ho descritto per non ammorbarvi,proviene il nostro odio,non è la prima volta che ci opponiamo a questo strapotere e certamente non sarà l'ultima,lo sappiano Rossoni,Don Inzoli la Digos e tutti i lacchè...noi non ci arrendiamo allo stato di cose presenti...
Ci muoviamo come lupi nella notte e anche stavolta la questura è stata presa alla sprovvista,certo minaccia denunce...bla bla bla... il bello è che anche stavolta gli siamo saliti su per la "canna fumarea"!!! Quando e dove lo decidiamo noi...

CremaRibelleControCielle
 
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Spretato mons. Inzoli

In ambienti vescovili si dice "atti nella sfera privata estranei a questioni di carattere economico". Ovvero suggeriscono un movente personale (sessuale?). Ma allora perché questa coincidenza col suo arresto per questioni economiche?

Le veline vaticane di Vatican Insider parlano chiaramente di "delicta graviora", ossia di pedofilia e altri crimini sessuali e rubricano il titolo dell'articolo sotto la pagina "Pedofilia".

E stranamente il giornale cattolico Tempi solo 5 giorni fa (dopo il suo arresto e a procedimento canonico quasi concluso) pubblicava la recensione di un suo libro:



www.laprovinciadicremona.it/territo...aicale-1.241659

Don Inzoli ridotto allo stato laicale

mer 12 dicembre 2012

CREMA - La congregazione per la dottrina della fede del Vaticano ha disposto le dimissioni dallo stato clericale di monsignor Mauro Inzoli.

La comunicazione è stata data questa mattina dal vescovo Oscar Cantoni ai sacerdoti della diocesi cremasca riuniti d'urgenza. La pena è sospesa in quanto don Mauro Inzoli può presentare ricorso entro 60 giorni dalla data del provvedimento. Le motivazioni non sono state rese note. Il vescovo non ha voluto rilasciare commenti. La cosa certa è che simili provvedimenti vengono adottati solo in gravissime circostanze. Allo stato attuale è possibile avanzare solo ipotesi. Nessuna delle quali ha trovato conferma. Ma si tratterebbe comunque di «atti illeciti nella sfera privata - trapela dal palazzo vescovile - stranei a questioni di carattere economico».

Il comunicato della diocesi di Crema - In data 9 dicembre 2012 il Vescovo di Crema ha emesso un decreto, su mandato della Congregazione per la Dottrina della Fede (Santa Sede), che dispone la dimissione dallo stato clericale del rev.do Monsignor Mauro Inzoli al termine di un procedimento canonico a norma del canone 1720 del Codice di Diritto Canonico. La pena è sospesa in attesa del secondo grado di giudizio. Ogni altra informazione in merito al provvedimento di cui sopra è riservata all’autorità della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Chi è - Mauro Inzoli nasce l’8 settembre del 1950 a Torlino Vimercati, paese del Cremasco. Laureato in filosofia, con licenza in teologia, viene ordinato sacerdote il 26 giugno del 1976. Fino al 1981 è vicario parrocchiale a Monte Cremasco. Nel frattempo, dal 1978 al 1982, insegna al seminario vescovile Dante Alighieri di Crema. Nel 1981 si sposta a Casale Cremasco, dove rimane vicario parrocchiale fino al 1988. In quell’anno viene nominato rettore dell’istituto Santa Dorotea di Napoli, incarico che mantiene fino al 1992. Dal 1991 al 1993 è cappellano a Ricengo e Bottaiano, quindi viene chiamato alla guida della comunità della Santissima Trinità di Crema. In via XX Settembre don Inzoli rimane parroco per diciassette anni, dal 1993 al 2010. E’ lui stesso, durante la messa di domenica 3 ottobre 2010, ad annunciare ai fedeli il suo addio. Parallelamente all’esercizio sacerdotale, don Inzoli porta avanti un’intensa attività all’interno di diverse realtà: da Comunione e Liberazione, movimento ecclesiale di cui è uno dei leader riconosciuti a livello nazionale, fino al Banco Alimentare, fondazione che si occupa di assistenza sociale e che Inzoli ha presieduto fino a pochi mesi fa dopo avervi operato per quindici anni. A livello locale ha guidato a lungo il liceo linguistico privato Shakespeare. E’ tuttora presidente dell’Associazione Fraternità, ente con base a Monte Cremasco che si occupa di affidi familiari.

http://vaticaninsider.lastampa.it/news/det...edofilia-20553/


11/12/2012
Spretato il sacerdote del Banco Alimentare
Don Mauro Inzoli

Don Mauro Inzoli
Il vescovo di Crema ha comunicato la decisione vaticana su don Mauro Inzoli dimesso dallo stato clericale per «motivi gravissimi»
ANDREA TORNIELLI
Città del Vaticano





La Congregazione per la dottrina della fede ha stabilito la dimissione dallo stato clericale di monsignor Mauro Inzoli, 62 anni, il sacerdote cremasco di Comunione e Liberazione che per anni ha animato il Banco Alimentare, l’annuale raccolta di viveri non deperibili da donare ai poveri che in tutta Italia coinvolge centinaia di migliaia di persone.





Questa mattina il vescovo di Crema Oscar Cantoni ha comunicato ai sacerdoti della diocesi di aver emesso in data 9 dicembre, un decreto che dispone la dimissione dallo stato clericale di Inzoli su mandato dell’ex Sant’Uffizio. La drastica pena – la più grave per un sacerdote – è stata comminata al termine di un procedimento canonico, è sospesa per 60 giorni in attesa di un eventuale ricorso dell’interessato per un secondo grado di giudizio.





Le motivazioni del provvedimento non sono state rese note. Ma la citazione della norma del canone 1720 del Codice di Diritto Canonico lascia poco spazio all’immaginazione. I «delicta graviora» di competenza della Congregazione per la dottrina della fede, oltre alla profanazione dell’eucaristia e l’attentato al Pontefice, riguardano gli abusi sui minori, l’assoluzione del complice in confessionale, l’induzione ad atti turpi in confessionale.





Mauro Inzoli, originario di Torlino Vimercati, nel cremasco, è stato ordinato sacerdote nel 1976. È stato vicario parrocchiale, insegnante al seminario vescovile di Crema, rettore dell’istituto Santa Dorotea di Napoli, quindi cappellano a Ricengo e Bottaiano, e poi parroco della Santissima Trinità di Crema dove rimane fino al 3 ottobre 2010. Don Inzoli ha presieduto fino a pochi mesi fa la fondazione del Banco Alimentare.


www.tempi.it/era-uno-di-noi-il-nuov...su#.UMhMcHfLm_I


“Era uno di noi”, il nuovo libro di don Mauro Inzoli sui primi trent’anni di Gesù
Invia per Email Stampa
dicembre 5, 2012 Redazione

«Era uno di noi». La vita famigliare di Gesù raccontata nel nuovo libro di monsignor Mauro Inzoli, a partire dalla liturgia dell’avvento e del Natale.

«”Gesù, vai a prendere l’acqua per favore; Gesù, prendimi quel pezzo di legno là…”». Giuseppe e Maria si rivolgevano così al proprio figlio. «Trattavano così Dio, perché quello era Dio: quel bambino era Dio, e potevano comandarlo come ogni padre comanda un figlio, e Lui obbedientissimo, ma non di un’obbedienza formale; era allegro di poter obbedire, di poter far vedere come Dio obbedisce all’uomo. Ed era allegro soprattutto di far vedere come Dio impara dall’uomo il mestiere dell’uomo. Lo chiamavano il figlio del carpentiere».
Era uno di noi (Ares, € 14.50), il secondo libro di monsignor Mauro Inzoli da qualche giorno in libreria, ripercorre i trent’anni di vita privata di Gesù, mostrando il grande segreto dello straordinario di Dio nell’ordinario degli uomini. Chi era Gesù? «Uno di noi, uno come noi». Un Dio che si fa abbracciare. Mistero che si mette in ginocchio per essere ospitato dall’uomo, mendicante.

DALLA LITURGIA. Immedesimandosi alle parola di Dio, Inzoli cerca di raccontare quello che è accaduto duemila anni fa, nella famiglia di Gioacchino, Anna, Maria, Giuseppe e tutti gli altri parenti di Gesù, e quello che sta accadendo oggi. Dall’esperienza della liturgia, non dallo scrivere, nasce questo libro. Dal suggerimento che la liturgia offre mentre prepara gli uomini al Natale.

FAMILIARITÀ. «Ma voi vi immaginate quando la sera andavano a letto e lui si metteva in mezzo a loro, come fanno i vostri bambini quando sbucano dal loro lettino e vengono nel lettone, ed era Dio!. Ed era Dio! Se lo stringevano passandoselo uno all’altra, e non è una favola questa, è la realtà». A differenza del moralista che dalla sua vetta anacoretica lancia strali contro il mondo, il Mistero viene incontro all’uomo per essere accolto da lui, nonostante la sua miseria, o proprio per la sua miseria. E così il piegarsi di Dio diventa riscatto per l’umanità.

Edited by GalileoGalilei - 29/6/2014, 06:00
 
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Interessanti commenti su un sito cremonese


http://www.cremaoggi.it/2012/12/don-mauro-...o-del-vaticano/


14 COMMENTI

By giacomo, 12 dicembre 2012

Tutti sanno i motivi della sua scomunica: è indagato per appropriazione indebita ed altri reati ed è rimasto agli arresti domicliiari per mesi e nessun giornale ne ha parlato.
Why?
Dove erano CremaOggi, Cremaonline, La provincia, Il Nuovo Torrazzo, Primapagina, etc etc etc?
perchè nessuno ha detto niente?
Eppure il don era ed è una delle persone più conosciute ed influenti del cremasco…..
L’omertà è anche cosa nostra?
Rispondi
By malacolatadicementodellascuoladiclacrema?, 11 dicembre 2012

Uno showman iracondo…

Lettura consigliata
http://www.kaosedizioni.com/index.php?opti...store&Itemid=14
Rispondi
By Ted, 11 dicembre 2012

Dio esiste!!
Rispondi
By Lollo, 12 dicembre 2012

E la Sindaca?
Rispondi
By RobertoC, 12 dicembre 2012

Ma che c’entra il sindaco in questa vicenda, Lollo ma lei è ossessionato!! Poveraccio
Rispondi
By Silvio, 12 dicembre 2012

Lo spread no.
Rispondi
By Lollo, 11 dicembre 2012

Mi piacerebbe sentire la sua versione dei fatti! Don Mauro aspettiamo una tua lettera pubblica, anche solo per rispetto a chi ti ha seguito per anni!
Rispondi
By Carmine daverio, 11 dicembre 2012

Era ora che succedesse qualcosa contro quel l’uomo. Se sei un prete lo hai scelto tu hai deciso tu di accettare certe regole certi doveri. Di certo non quelli di cui sei stato accusato. Sei una persona falsa e subdola. Una volta ogni tanto il clero ha fatto bene. Dovrebbe scomunicare tutte le mele marce che ci sono al suo interno.
Rispondi
By Organista, 11 dicembre 2012

Ma perché aspettare 20 anni a scaricarlo?
Quando venne ‘allontanato’ da Casale Cremasco e mandato in ‘penitenza’ a Napoli, sapevano tutti che c’era di mezzo una storia di sesso ma poi i vescovi cambiarono e lui tornò come un sant’uomo, venerato da tutti.
Ora finirà come Padre Pio, visto che su Tempi ci sono articoli sulle sue ultime fatiche letterarie.
Rispondi
By Lollo, 11 dicembre 2012

Prima tutti a venerarlo ora tutti a scaricarlo!!!
Rispondi
By M.M, 11 dicembre 2012

Mah…ma per quale motivo era agli arresti?
Rispondi
By Organista, 11 dicembre 2012

Violenza sessuale dice la Curia…
Rispondi
By Organista, 11 dicembre 2012

complimenti al Vescovo che fino a oggi ha taciuto.
prima ha protetto un pedofilo (nota storia del passato) ora un ladro.
ma perchè la stampa ha taciuto fino a ora?
e i ciellini cremaschi sempre gaudenti attorno a don Mauro e alla cricca?
ora avranno un nuovo Milingo?
Rispondi
By Lollo, 11 dicembre 2012

Per ora Salini si smarca.
Rispondi

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http://milano.corriere.it/milano/notizie/c...122935342.shtml

È mistero sulla sospensione dell'ex presidente del Banco alimentare e leader di cl
Crema, cacciato il «prete in Mercedes»
La Congregazione per la dottrina della fede ha disposto la riduzione allo stato laicale di mons. Mauro Inzoli

Mons. Mauro Inzoli (Fotogramma)Mons. Mauro Inzoli (Fotogramma)
CREMA (Cremona) - Il mondo cattolico cremonese è sotto choc. La Congregazione per la dottrina della fede ha disposto la riduzione allo stato laicale di monsignor Mauro Inzoli, 62 anni, ex parroco della Santissima Trinità a Crema, ex presidente del Banco alimentare e leader di Comunione e liberazione. Da ieri, don Inzoli non è più prete. L'annuncio del provvedimento è stato dato dalla Diocesi di Crema. «La pena è sospesa in attesa del secondo grado di giudizio - si dice nella breve nota diffusa -. Ogni altra informazione è riservata all'autorità della Congregazione per la dottrina della fede». È mistero sulle ragioni della decisione, adottata dal vescovo di Crema, monsignor Oscar Cantoni, in data 9 dicembre. I sacerdoti l'hanno appresa direttamente dal vescovo Cantoni, in una riunione convocata d'urgenza via mail senza specificare il motivo.

Carismatico, trascinante, potente ma affabile, chiacchierato per il suo presunto «affarismo», il «sacerdote in Mercedes», come veniva chiamato per la sua passione per le auto di grossa cilindrata, ha lasciato improvvisamente la parrocchia nell'ottobre del 2010. «Ho nel cuore la speranza che accoglierete chi prenderà il mio posto com'è stato per me. Io ho solo da ringraziare», ha detto nella sua ultima omelia. Da quel momento non si sa dove sia don Inzoli. Si era anche parlato di arresti domiciliari. Ma in Curia smentiscono. Ieri il cellulare del sacerdote squillava a vuoto.

Proprio in questi giorni è stato pubblicato il suo nuovo libro: si intitola «Era uno di noi» e ripercorre i trent'anni di vita privata di Gesù. «Ma voi vi immaginate - scrive l'autore - quando la sera andavano a letto e Lui si metteva in mezzo a loro come fanno i vostri bambini quando sbucano dal loro lettino e vengono nel lettone? Ed era Dio».

Gilberto Bazoli12 dicembre 2012 | 10:53
 
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http://cremonademocratica.org/2012/12/11/c...ra-della-legge/

Comunione e Liberazione non è al di sopra della legge
Da Paolo Zignani • 11 dicembre 2012 • Print-Friendly






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Comunione e Liberazione non è al di sopra delle legge né della Costituzione e non può pretendere di agire in nome di Dio contro le norme della Repubblica democratica italiana.
Spretato

Spretato

Non esiste alcuna cultura religiosa, alcuna associazione né forma di fede che possa superare il senso d’uguaglianza fra i cittadini, che siano credenti o no o seguano un credo diverso da quello cattolico. La fede non è un dono, è un mistero, un enigma e non pone un uomo in posizione di privilegio rispetto ad un altro.

Il caso di monsignor Inzoli ha dell’incredibile. Nell’ottobre 2010 l’allora monsignore annunciava il suo ritiro. Nessuno ha scritto perché, nessuno ha posto la domanda tranne il Piccolo giornale, edizione cremasca.

C’era un problema serio ma nessuno ha alluso ad alcunché di grave. Sul Web circolavano persino accuse pesanti, che non abbiamo riferito perché non si può dar credito a qualunque anonimo. Ma perché il caso di don Inzoli non è stato trattato? Che cos’è questo senso di sudditanza verso il potere del prete che circolava con un’auto costosa fumando il sigaro, da presidente del Banco Alimentare, cui non ho mai dato nulla di nulla?
Traces Magazine, March 2005: Luigi Giussani

Traces Magazine, March 2005: don Luigi Giussani. Anche i suoi libri sono criticabili

E perché ci dev’essere qualcuno che suscita timore quando i cittadini devono essere uguali e sono umanamente uguali.

E’ l’ulteriore prova che Comunione e Liberazione e la Compagnia delle Opere sono in grado di suscitare timori e paure, di occupare posizioni di potere, di indirizzare un elettorato e quindi di esercitare pressioni. Con vari esiti e diversa fortuna, come hanno dimostrato le primarie cremasche del Pdl, dove CL ha votato in modo poco omogeneo in un momento di crisi del partito. L’arroganza di Formigoni è un esempio clamoroso. La forzature del presidente della Provincia ne sono la conseguenza sul territorio.

La concentrazione di poteri accumulata dal movimento creato da Don Giussani è diventata inquietante e pericolosa, come pericoloso è il potere non bilanciato da contropoteri. E’ la situazione della Regione Lombardia. Si è arrivati a forme di disprezzo o di ostilità che sarebbero state incomprensibili e impossibili alcuni decenni or sono in Italia e in Lombardia.

L’estremizzazione dell’entusiasmo religioso, del sentirsi “pieni di Dio”, non può arrivare a un punto tale da giustificare ogni cosa. Le inchieste della magistratura milanese lo dimostrano. A Cesare quel che è di Cesare.

Il Cristianesimo dei Vangeli è tutt’altra cosa che quest’arroganza del potere.

La speranza è che il Pd non insegua i voti dei “delusi da Formigoni”, per dare un calcio a chi da anni apprezza e segue le battaglie civili del candidato alle primarie del centrosinistra lombardo Andrea Di Stefano.
 
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www.diocesidicrema.it/leggi_news.asp?id_news=962

COMUNICATO STAMPA



In data 9 dicembre 2012 il Vescovo di Crema ha emesso un decreto, su mandato della Congregazione per la Dottrina della Fede (Santa Sede), che dispone la dimissione dallo stato clericale del rev.do Monsignor Mauro Inzoli al termine di un procedimento canonico a norma del canone 1720 del Codice di Diritto Canonico.
La pena è sospesa in attesa del secondo grado di giudizio.
Ogni altra informazione in merito al provvedimento di cui sopra è riservata all’autorità della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Crema, 11 dicembre 2012



Diocesi di Crema
Cancelleria Vescovile


Veline cielline in azione...

www.laprovinciadicremona.it/territo...lo-web-1.241898

Don Inzoli, l'indignazione del popolo web

mer 12 dicembre 2012

CREMA - Stupore, ma soprattutto indignazione. Da quando la notizia della riduzione allo stato laicale di don Inzoli è divenuta di pubblico dominio — il primo sito a diffonderla online è stato quello de ‘La Provincia’ — il popolo dei social network batte sui tasti a ritmo frenetico, affidando alla rete le proprie reazioni a caldo.

I toni sono spesso accesi, le infamie si sprecano: chi scrive sul web ha già espresso la sua sentenza, ed è una condanna senza appello. Diversi i politici locali che hanno affidato il loro pensiero ai social network. Il più duro è Piergiuseppe Bettenzoli, consigliere comunale di Rifondazione Comunista: «Dico tranquillamente — scrive su Facebook — che questo fatto non mi amareggia». E ancora: «La Congregazione per la Dottrina della Fede ha assunto una decisione così grave perché, evidentemente, siamo in presenza di comportamenti gravi». Si sfoga anche il presidente del consiglio comunale Matteo Piloni, che se la prende pure con la stampa: «Quanto appreso è davvero sconcertante — scrive —, come è sconcertante il silenzio mediatico che ha avvolto l’intera vicenda e che solo ora viene rotto con la decisione di dimissioni dallo stato clericale».

Edited by GalileoGalilei - 14/5/2017, 00:03
 
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http://www.inviatoquotidiano.it/fatti/le-p...-vive-nella-sua

Le parole di don Mauro Inzoli, ridotto allo stato laicale dalla Santa Sede. Ora vive nella sua casa di Milano, con la madre e la sorella. Che cosa farà? Ma chi lo conosce non ha dubbi: "Obbedirà"

CREMA - "Non mi difendo dalla chiesa. Che è mia madre". Sono le parole di monsignor Mauro Inzoli, ex parroco della Santissima Trinità a Crema, fondatore del Banco Alimentare e dell'Associazione della Fraternità, figura di spicco del movimento di Comunione e Liberazione. Una frase raccolta al telefono, pronunciata da una voce ferma, profonda, ma dove si percepisce una grande sofferenza. La notizia della sua riduzione allo stato laicale ha fatto il giro del mondo. I fedeli si interrogano, gli amici più stretti l'hanno chiamato per dimostrare il loro sostegno, i nemici l'hanno aggredito con violenza.

Si è scritto di tutto. Dalla violenza sessuale agli arresti per appropriazione indebita. Fino ai commenti dei politici, soprattutto di sinistra. Ostili, naturalmente. Ma finora nessuno è stato in grado di dire con certezza che cosa è successo. Le indiscrezioni che trapelano dalla curia sono frammentarie e contrastanti. "Non conosco bene la vicenda, ma ho parlato con chi l'ha seguita fin dall'inizio - racconta un uomo molto vicino alla Curia cremasca - e mi è sempre stato riferito di un disagio di natura psicologica ed esistenziale, una condizione che ha messo a rischio la missione pastorale".

Tutti sanno che don Inzoli, circa due anni fa, era stato colpito da un esaurimento nervoso molto forte. Una condizione di malessere che il sacerdote ha curato lontano da Crema, fino a riprendersi completamente.

Per coloro che lo attaccano, invece, nei due anni in cui è stato lontano dalla città don Inzoli era agli arresti domiciliari. Una voce insistente, ma che nessuno ha mai saputo dimostrare. Un sacerdote cremasco, dopo essersi raccomandato la massima riservatezza, ci ha detto: "Nel comunicato del vescovo Cantoni c'è un riferimento preciso, il canone 1720 del codice di diritto canonico, andate a vedere di che cosa si tratta…". La curia, d'altro canto, non ha fornito altre spiegazioni e si è limita a uno scarno comunicato.
 
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http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica...-cl-a-48067.htm

COMUNIONE E MALEDIZIONE - MONSIGNOR MAURO INZOLI, IL “PRETE IN MERCEDES”, BOSS DI CL, A UN PASSO DALL’ESPULSIONE DAL CLERO PER UNA STORIACCIA DI ABUSI SESSUALI SU MINORI - PRESIDENTE PER 15 ANNI DELLA FONDAZIONE BANCO ALIMENTARE, PER QUALCUNO ERA IL “CONFESSORE DI FORMIGONI” - INZOLI NON FARA’ APPELLO - SPARITO DALLA CIRCOLAZIONE, POTREBBE ESSERE AD ALESSANDRIA…

Luigi Corvi per Corriere.it
MAURO INZOLIMAURO INZOLI

Lo chiamavano «il prete in Mercedes». Auto di lusso, sigari, ristoranti alla moda, frequentazioni politiche importanti. Monsignor Mauro Inzoli, 62 anni, era uno dei boss di Comunione e liberazione. Presidente per 15 anni della Fondazione banco alimentare, onlus assistenziale fondata da don Giussani, qualcuno dice anche confessore di Roberto Formigoni. Una vita sulla cresta dell'onda, con base a Crema dove per 17 anni è stato parroco della Santissima Trinità. Poi, improvviso, il declino. Don Inzoli nel 2010 ha lasciato la parrocchia, nel maggio scorso la carica al Banco, e a Crema non lo hanno più visto.
giussanigiussani

Due anni di silenzio totale, sino a lunedì, quando la Curia ha scritto un comunicato di otto righe in cui si dice che il vescovo di Crema, monsignor Oscar Cantoni, su mandato della Congregazione per la dottrina della Fede, ha emesso un decreto che dispone la dimissione dallo stato clericale di don Inzoli. Il potente uomo di Cl non è più sacerdote, ma la pena è sospesa in attesa del secondo grado di giudizio.

Quel comunicato non per tutti è stato un fulmine a ciel sereno. Da tempo si mormorava di un'inchiesta per presunti abusi su minori e qualcuno sul web aveva anche scritto che don Inzoli era stato agli arresti domiciliari. Non a Crema, dove ha ancora la residenza, ma forse a Milano dove si sarebbe stabilito negli ultimi tempi con madre e sorella. Nessuna di queste voci ha però trovato conferma e la Curia ovviamente mantiene il più stretto riserbo. Un riserbo assoluto che ha protetto per due anni l'uomo di Cl e che ancora ieri, qui a Crema, teneva le bocche cucite.
ROBERTO FORMIGONIROBERTO FORMIGONI

Tuttavia nel comunicato della Diocesi si fa riferimento a un «procedimento canonico a norma del canone 1720 del Codice di diritto canonico». I «delicta graviora» di competenza della Congregazione per la dottrina della fede sono i più gravi: profanazione dell'eucarestia, attentato al Pontefice, assoluzione del complice in confessionale, induzione ad atti turpi in confessionale, abusi su minori e acquisizione, detenzione e divulgazione a fini di libidine di immagini pornografiche di minori di 14 anni. Le accuse contro don Inzoli sarebbero tra le ultime due, e il provvedimento preso confermerebbe la linea di intransigenza voluta dal Papa sui reati sessuali riguardanti i minori.
VESCOVO LUIGI NEGRIVESCOVO LUIGI NEGRI

Il silenzio su tutta la vicenda tiene comunque avvolto nel mistero il fatto all'origine delle accuse, che non sarebbe stato comunque compiuto nella provincia di Cremona e non si sa neppure quale sia la Procura che se ne occupa per competenza. Don Inzoli da lunedì non risponde al telefono. Chi lo conosce dice comunque di averlo sentito sereno e poco propenso a fare appello, anche se le persone che gli sono vicine lo spronano a non arrendersi e a cercare un bravo avvocato per fare ricorso.

A quanto pare, dopo essere stato allontanato da Crema, in attesa del processo davanti alla Congregazione, è approdato in una parrocchia della provincia di Alessandria. Nel 2010 aveva confidato a un amico che si sarebbe preso un anno sabbatico per curare una forte depressione e che sarebbe andato per qualche tempo a San Marino, dove avrebbe anche preparato la visita di Benedetto XVI, ospite del vescovo Luigi Negri, che pochi giorni fa è stato nominato vescovo di Ferrara.
 
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Da la Repubblica di oggi 14 dicembre 2012, pag. 27

Crema, nella città di don Inzoli, allontanato dalla Chiesa. Il sindaco: “Aspettiamo di capire di più”

Dal lusso all’ombra degli abusi sessuali
tutti i misteri di monsignor Mercedes

DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO BERIZZI
CREMA — Raccontano che
“don Mercedes”, quando scendeva
dalla berlina tedesca tirando
una boccata dal sigaro Montecristo,
sembrava la versione
cremasca di padre Des, il monsignore
ambizioso interpretato
da Robert De Niro nel film “L’assoluzione”.
In mancanza di un
fratello poliziotto (sul grande
schermo c’era Robert Duvall),
gli amanti delle suggestioni cinematografiche
si devono accontentare
dell’unica divisa laica
contemplata dall’albero genealogico
di don Mauro Inzoli:
quella del padre, ex guardia giurata
notturna a Trescore Cremasco.
Un uomo per bene, mai nessuna
preoccupazione per
“Maurino”, quel figlio probo che
dopo la laurea in filosofia teologica,
a 26 anni, viene ordinato
sacerdote. Rieccolo trent’anni
dopo, Inzoli. È monsignore, è
potente e in carriera, un capoccia
di Comunione e Liberazione
vicino ai palazzi della politica,
che si divide tra il rettorato del liceo
linguistico Shakespeare e le
onlus del movimento ecclesiale
a cui appartiene Formigoni, del
quale si dice fosse tra i confessori.
Gira su belle auto scure e frequenta
i migliori ristoranti di
Milano. Viaggia molto per piacere.
Il concetto di sobrietà ecclesiale,
in lui, è abbastanza labile.
Adesso i fedeli raccolti in preghiera
tra i marmi barocchi della
chiesa di Santissima Trinità, la
parrocchia che Inzoli ha guidato
fino al 2010, dicono che forse
«era già tutto scritto» lì, nello stile
di vita. La “bella vita” del prete
in Mercedes, o “Marcinkus”,
l’altro soprannome. Quali sono i
«gravissimi comportamenti
personali» per i quali il Sant’Uffizio
ha ridotto Inzoli allo stato
laicale? Che cosa ha combinato
questo prete di 62 anni per meritarsi
la più grave condanna al
termine di un procedimento canonico?
Succede questo. È martedì.
Nella casella di posta elettronica
dei 97 sacerdoti della
Curia cremasca arriva una «convocazione
urgente» dal vescovo
Oscar Cantoni, e cioè colui che
emetterà la pena per decreto
(con una sospensiva di 60 giorni
in attesa del secondo grado di
giudizio). Da fonti ecclesiastiche
filtra qualcosa che è più di un
indizio: Inzoli si è macchiato di
gravi illeciti personali, ma non
«di tipo economico». Il provvedimento
della Congregazione si
richiama al capitolo 1720 del diritto
canonico. Che ti sfila l’abito
talare in cinque casi: se hai ordito
un attentato alla vita del Papa;
se hai profanato l’eucarestia; se
hai assolto un complice in confessione
o se hai istigato qualcuno
a commettere atti turpi; e, infine,
se hai abusato di un minore.
Trovare un prete a Crema che
parli in chiaro di questa storia è
impossibile. Ma un’anonima
fonte ecclesiastica fa un ragionamento
sibillino: «Difficile
pensare che un monsignore di
provincia abbia attentato alla vita
del Papa, o che abbia organizzato
messe nere. Siccome sono
esclusi gli illeciti economici, che
cos’altro rimane...?». Solo ipotesi,
al momento, certo. Ma dietro
le dimissioni dallo stato clericale
— rese pubbliche dalla “Provincia
di Cremona” — potrebbero
esserci episodi che attengono
alle sfere più intime della
vita del sacerdote. Magari rivelati
ora, a distanza di anni, da chi
un tempo non aveva ancora la
maggiore età. Nessuno però si
sbilancia. «Attendiamo di capire
qualcosa di più», dice il sindaco
di Crema, Stefania Bonaldi, Pd
area cattolica. Prudente anche
Massimo Piazza, ex vicesindaco
ciellino. «Per ora sospendo il
giudizio». Entro la settimana il
vescovo farà una lettera aperta
indirizzata ai fedeli. Lui, Inzoli, è
sparito da Crema due anni fa.
Quando ebbe un malore e, ripresosi,
confidò agli amici l’intenzione
di volersi trasferire a
Haiti. Lo danno a Milano, o a Torino
dalla sorella. Nel frattempo
sul conto di “Marcinkus” le malelingue
hanno azionato la qualunque
voce.

La condanna
del Sant’Uffizio
per “gravissimi
comportamenti
personali”
Le voci e i ricordi
dei conoscenti

DON MERCEDES
Monsignor Mauro
Inzoli, è sparito già
da due anni da
Crema. Per lui, nei
giorni scorsi, la
condanna
più grave di un
procedimento
canonico
 
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La montagna di chiacchiere della diocesi non ci spiega se ci sono notizie di reato denunciate ai magistrati, di che notizie si tratta e se non sono state denunciate per quale motivo.

www.cremaonline.it/articolo.asp?ID=20533

Don Mauro Inzoli dimesso dallo stato clericale. Il vescovo Cantoni: "La Chiesa, attraverso i suoi massimi responsabili, non ha taciuto la verità, l’ha definita senza esitazione"
di Andrea Galvani
([email protected])
Don Mauro Inzoli dimesso dallo stato clericale. Il vescovo Cantoni: "La Chiesa, attraverso i suoi massimi responsabili, non ha taciuto la verità, l’ha definita senza esitazione" Crema - "Alla mia Chiesa, umiliata e ferita. Viviamo in questi giorni, quali figli e figlie della Chiesa di Crema, umiliata e ferita, una grande sofferenza. La respiriamo nell'aria, la condividiamo negli sguardi, in un silenzio che dice tutta la nostra prostrazione, al di là dell’ inevitabile clamore mediatico suscitato". Con queste parole il vescovo di Crema Oscar Cantoni nelle prime righe della lettera alla comunità dopo la dimissione dallo stato clericale di don Mauro Inzoli. Il vescovo non accenna alle motivazioni che hanno portato al provvedimento emesso lo scorso 9 dicembre dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, ma il canone 1720 del Codice di Diritto Canonico riguarda casi specifici: profanazione dell’eucaristia, attentato al Pontefice, abusi sessuali su minori, assoluzione del complice, induzione ad atti turpi in confessionale.

Coinvolti e sbigottiti
"Trattandosi di un sacerdote - prosegue il vescovo - tutti ci sentiamo ancora di più coinvolti e sbigottiti. Un’intensa preghiera è innanzitutto ciò che di più urgente abbiamo bisogno, perché il Signore sia forza e sostegno di quanti, come noi, sono nella prova. Occorre pregare perché ci sia donata quella chiaroveggenza necessaria per affrontare il momento doloroso che attraversiamo come un’occasione di grazia. “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rom 8, 28 ). Chi lo afferma in questa circostanza, corre il rischio di passare per sprovveduto e ingenuo, ma nella fede non è così, perché vero credente è colui che si affida sempre al Signore, anche quando è difficile capire o interpretare i fatti della vita, soprattutto quelli più oscuri e più umilianti".

Compassione e misericordia
"Non giudizi impietosi, quindi, né biasimi severi verso chi ha procurato la nostra sofferenza; piuttosto rivolgiamo uno sguardo di compassione e di misericordia verso quanti, per diverso titolo, sono coinvolti e feriti. Nello stesso tempo, affermiamo che compassione e misericordia non sono mai disgiunte da un amore pieno per la verità: esse camminano insieme!".

La verità senza esitazione
Particolarmente interessante questo passaggio: "In questi giorni - scrive monsignor Cantoni - la Chiesa, attraverso i suoi massimi responsabili, non ha sottaciuto la verità, ma l’ha definita, senza paura di giudizi e senza esitazione, rispettando, certo, le persone coinvolte, ma anche nella piena trasparenza di chi, proprio facendo la verità, si dimostra pienamente libero. Da una simile circostanza, emerge come non mai il volto umano della Chiesa che, in quanto composta da uomini, si presenta fragile e peccatrice, ma che continuamente avverte di essere chiamata alla penitenza e alla conversione, che confessa con umiltà i propri peccati e insieme confida nell'abbraccio misericordioso del Padre".

Parte di un unico Corpo
"Ci sentiamo veramente parte di un unico Corpo, così che, quando uno dei suoi membri è malato, tutti ne risentono. Se è vero che le ferite e le umiliazioni ci accomunano, anziché provocare risentimenti, siamo chiamati ad una maggiore fedeltà, ad una più intensa responsabilità personale nelle scelte e nei gesti che compiamo, sapendo che il male che possiamo procurare con le nostre mani non ricade solo su noi stessi, ma inficia e ferisce tutto il corpo ecclesiale. Trattandosi di una colpa commessa da un sacerdote, comprendiamo la grandezza e la responsabilità che il ministero ordinato comporta, ma anche avvertiamo il rischio che il bene, largamente seminato, possa facilmente essere sminuito a causa dei nostri errori, anche se, per grazia di Dio, il bene non cessa mai di produrre i suoi frutti".

Le pene più severe
"La decisione della Chiesa, che come medicina ricorre alle pene più severe, è prova evidente di chi si impegna a lottare contro il male, a partire dai suoi membri primi, fragili come gli altri uomini, di chi non si arrende di fronte alla peccaminosità propria e altrui, ma la combatte con le armi della giustizia e della verità".

Il bene più grande
In chiusura monsignor Cantoni si rivolge alla "Chiesa di Crema: non lasciarti cadere le braccia; avanza, anche nelle difficoltà, sui sentieri che oggi Dio ti fa percorrere e credi che da questa dolorosa prova il Signore saprà ricavarne un bene più grande. Crescerà il desiderio di cercare la verità nella carità, la sollecitudine nel far prevalere il bene, costi quel che costi, si svilupperà una più intensa unità tra tutti i tuoi membri e soprattutto una rafforzata sicurezza nella presenza attiva di Cristo, che, come afferma S. Agostino, "fa sua la sofferenza di tutto ciò che travaglia il Corpo sulla terra".
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view post Posted on 20/12/2012, 19:25
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Facciamo un pò di chiarezza sul famigerato art. 1720 del Codice di diritto canonico. Il testo dell'articolo è questop:

LO SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Can. 1720 - Se l'Ordinario ha ritenuto doversi procedere con decreto per via extragiudiziale: 1) renda note all'imputato l'accusa e le prove, dandogli possibilità di difendersi, a meno che l'imputato debitamente chiamato non abbia trascurato di presentarsi; 2) valuti accuratamente con due assessori tutte le prove e gli argomenti; 3) se consta con certezza del delitto e l'azione criminale non è estinta, emani il decreto a norma dei cann. ⇒ 1342-1350, esponendo almeno brevemente le ragioni in diritto e in fatto.

Questo articolo si inserisce nell'ambito del capitolo riguardante il procedimento penale extragiudiziale e segue i canoni 1717 - 1719 che riguardano l'indagine previa del processo penale extragiudiziale.

Dunque l'unica cosa che si può evincere dalla citazione non è il tipo di reato canonico per il quale è stato condannato il monsignore, ma solo che la sua condanna è avvenuta con decreto extragiudiziale.

Deve precisarsi che il procedura extragiudiziale a cui fanno riferimento i canoni 1717 e seguenti si differenzia dal processo canonico penale amministativo (can. 1341 - 1363) ed è caratterizzato da particolare segretezza can. 1717: 'INDAGINE PREVIA

Can. 1717 - §1. Ogniqualvolta l'Ordinario abbia notizia, almeno probabile, di un delitto, indaghi con prudenza, personalmente o tramite persona idonea, sui fatti, le circostanze e sull'imputabilità, a meno che questa investigazione non sembri assolutamente superflua.

§2. Si deve provvedere che con questa indagine non sia messa in pericolo la buona fama di alcuno.

Quindi questo processo ha come presupposto la notizia di gravi delitti che causano scandalo, tanto che il vescovo (l'Ordinario) non è obbligato a procedere all'azione penale, ma deve prima cercare di "convertire" il prete, riparando il danno ed evitando lo scandalo, come ci spiega il canone 1341:

Can. 1341 - L'Ordinario provveda ad avviare la procedura giudiziaria o amministrativa per infliggere o dichiarare le pene solo quando abbia constatato che né con l'ammonizione fraterna né con la riprensione né per altre vie dettate dalla sollecitudine pastorale è possibile ottenere sufficientemente la riparazione dello scandalo, il ristabilimento della giustizia, l'emendamento del reo.

Quindi il vescovo, una volta cercato di recuperare il reo, deve decidere se applicare il procedimento penale (can. 1717 e seg) o quello amministrativo (can. 1341 - 1363)

Dunque, senza entrare troppo nel merito della procedura, quello che si evince è che siamo di fronte a una procedura di particolare segretezza (che quindi comporta il segreto pontificio per le parti) e discrezione.

Ma c'è un particolare.

L'organo giudicante non è stato l'Ordinario diocesano (il vescovo) ma la Congregazione per la dottrina della fede. E su quali reati giudica la Congregazione? Sui delicta graviora, tra i guali (ma non solo) i reati sessuali e la pedofilia.

I delicta graviora riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede venivano elencati nel modo seguente:nell’ambito dei delitti contro la santità dell'augustissimo sacramento e sacrificio dell'Eucaristia:

1° l'asportazione o la conservazione a scopo sacrilego, o la profanazione delle specie consacrate (can. 1367 CIC e can. 1442 CCEO);?
2° l'attentata azione liturgica del sacrificio eucaristico o la simulazione della medesima (can. 1378 § 2 n. 1 CIC e cann. 1379 CIC e 1443 CCEO);
3° la concelebrazione vietata del sacrificio eucaristico insieme a ministri di comunità ecclesiali, che non hanno la successione apostolica né riconoscono la dignità sacramentale dell'ordinazione sacerdotale (cann. 908 e 1365 CIC; cann. 702 e 1440 CCEO);
4° la consacrazione a scopo sacrilego di una materia senza l'altra nella celebrazione eucaristica, o anche di entrambe al di fuori della celebrazione eucaristica (cf. can. 927 CIC);

nell’ambito dei delitti contro la santità del sacramento della Penitenza:

1° l'assoluzione del complice nel peccato contro il sesto comandamento del Decalogo (can. 1378 § 1 CIC e can. 1457 CCEO);
2° la sollecitazione, nell'atto o in occasione o con il pretesto della confessione, al peccato contro il sesto comandamento del Decalogo, se è finalizzata a peccare con il confessore stesso (can. 1387 CIC e 1458 CCEO);
3° la violazione diretta del sigillo sacramentale (can. 1388 § 1 e 1456 CCEO);

nell’ambito, infine, dei delitti contro la morale:

1° il delitto contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico con un minore al di sotto dei 18 anni di età (cf. can. 1395 § 2 CIC ).
 
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view post Posted on 22/12/2012, 10:42
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mi è stato segnalato questo forum e qusto thread pr motivi che vi saran chiarri nelle prossime righe.

correva l'anno 2007, e ho postato, in un altro forum, all'interno di una discussion con elementi di area ultracatttolica che mi stavan dando sui nervi, notizie di cui ero a conoscenza accadute ad uno dei miei migliori amici di sempre ed alcuni suoi ex- compagni di scuola del liceo shakspeare di crema.

le ho scritte come accadutemi in prima persona, vuoi per dare maggior forza a quanto volevo comunicarre, vuoi per evitare commenti tipo "mio cuGGino".
cio' che mi premeva in quell'occasione era far passare il messaggio che "non è tutto oro quello che luccica".

amici che mi ricollegano a quell'identità virtuale mi han fatto notare questo forum, ci tenevo a fare questa doverosa precisazione: caro galileo galilei redivivo, ti chiedo la gentilezza di cancellare quel quote di "esecutore" in viola da altro forum, e provvedro' a scrivere qui dentro, come narratore e non piu' in prima persona, quanto di attinente mi è dato di esser a conoscenza, nella maniera piu' completa.
diciamo che narrarlo allora, in prima persona , è stato piu' che altro una leggerezza. visti i tempi che corrno ed il polverone che si sta alzando, vorrei non trovarmici preso in mezzo, anche perchè la cosa, cosi' come l'hai quotata, potrebbe esser utilizzata per fuorviare l'attenzione a vere proprie accuse circostanziate, e mi darebbe fastidio, perchè quell'omtto meschino di nefandezze ne ha fatte, e tante, potrei deliziarvi a lungo con racconti legati a lui e alla sua cerchia di "fedelissimi"
 
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view post Posted on 23/12/2012, 06:17
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Dal giornale clericale Cremonaoggi, la conferma dell'accusa per pedofilia

http://www.cremonaoggi.it/2012/12/21/nessu...o-uffizio/#more

Nessun processo penale per don Inzoli
Ecco come l’accusa di abusi arrivò
al vescovo e poi all’ex Santo Uffizio
21 dicembre, 2012 // 0 Commenti

don-inzoli

Non c’è mai stato nessun processo penale nè in Italia nè altrove contro don Mauro Inzoli, contrariamente a quanto ipotizzato dopo il clamore della sua riduzione allo stato laicale. Tutto è restato dentro la Chiesa, secondo i termini di quel “segreto pontificio” voluto da Papa Ratzinger. C’è stato il giudizio della Congregazione per la dottrina della fede che ne ha decretato la riduzione allo stato laicale. Ovviamente l’ex Santo Uffizio ha giudicato di estrema gravità quanto commesso da don Inzoli, tanto è vero che il comunicato del vescovo di Crema Oscar Cantoni, così afferma: “In data 9 dicembre 2012 il Vescovo di Crema ha emesso un decreto, su mandato della Congregazione per la Dottrina della Fede (Santa Sede), che dispone la dimissione dallo stato clericale del rev.do Monsignor Mauro Inzoli al termine di un procedimento canonico a norma del canone 1720 del Codice di Diritto Canonico. La pena è sospesa in attesa del secondo grado di giudizio. Ogni altra informazione in merito al provvedimento di cui sopra è riservata all’autorità della Congregazione per la Dottrina della Fede”.
Quali sono dunque gli atti contrari al codice di Diritto Canonico commessi da don Mauro? Secondo quanto riferito da alcune fonti vicine alla diocesi di Crema, tutto sarebbe avvenuto durante il periodo in cui don Mauro era ancora parroco della Santissima Trinità. Don Mauro sarebbe stato accusato da alcuni genitori della parrocchia di aver avvicinato sessualmente i loro figli. I genitori, anziché procedere alla denuncia penale – come sarebbe stato possibile, legittimo e nei loro diritti – hanno preferito rivolgersi direttamente al vescovo, chiedendo la rimozione del sacerdote dalla parrocchia. Cosa che il vescovo ha fatto, domandando a don Mauro di lasciare spontaneamente la Santissima Trinità.
Così due anni fa, dopo 17 anni, don Inzoli annunciò direttamente ai fedeli durante la messa delle 11, la sua decisione di lasciare la parrocchia di via 20 settembre per “motivi di salute”.
“Quante volte preghiamo chiedendo a Dio, vieni presto a salvarmi. Lui verrà, non tarderà e il giusto vivrà la sua fede; ma quando la fede è ridotta a idea prima o poi non ha più la capacità di sostenere la vita. Ma quando è piena degli occhi del giusto allora sì che la vita ha senso e gli appartiene. Voglio dirvi che ho nel cuore la speranza. La speranza che possiate accogliere chi verrà dopo di me come avete accolto me. Io devo solo ringraziarvi e che il Signore sia con voi” disse dal pulpito nella chiesa gremita. Lo sconcerto fu notevole e subito iniziarono a circolare a Crema voci di ben altre ragioni anziché quelle di salute.
Don Mauro era diventato un punto di riferimento importante in città e non solo. Prete di punta di Comunione e Liberazione, aveva dato slancio a tutto il movimento anche a livello nazionale. Lasciata Crema andò ad abitare a Milano con la madre e la sorella. Poco dopo don Mauro lasciò anche la presidenza del Banco Alimentare , che aveva fondato 15 anni prima. Ma, come suo dovere, il vescovo Oscar Cantoni mandò avanti il procedimento previsto in via esclusiva dall’ordinamento canonico. Per presentare e sostenere l’accusa si è costituito un Promotore di Giustizia, una sorte di Pubblico Ministero che ha proceduto alla raccolta delle prove, delle testimonianze presentandola poi alla Congregazione che, riunitasi, ha disposto la dimissione dallo stato clericale di don Mauro. Il resto è storia recente. Il comunicato del vescovo e la lettera ai fedeli cremaschi con la quale manifestava tutto il suo dolore per l’accaduto.

Ricordiamo che l’obbligo del “segreto pontificio” per tutto ciò che riguarda gli atti sessuali con maggiorenni adescati durante il sacramento della confessione o ai danni di minori comunque adescati e abusati fu voluto da Wojtyla e a firma degli allora cardinali Joseph Ratzinger e Tarcisio Bertone. Fa parte della cosiddetta “tolleranza zero” voluta sul tema dal Vaticano. Come ha spiegato il Pubblico Ministero del Vaticano Charles Scicluna “la diocesi locale indaga ogni accusa di abuso sessuale su un minore da parte di un chierico, quindi se l’accusa ha una parvenza di verità, il tutto viene inviato all’ex Santo Uffizio”. Il Vescovo trasmette tutte le necessarie informazioni in Vaticano e quindi “ esprime il suo parere sulle procedure da seguire e le misure da adottare nel breve e lungo termine”, scrive “La Stampa” intervistando Scicluna. E spiega ancora che durante la fase preliminare “il vescovo può prendere misure cautelative per salvaguardare la comunità” fino alla sentenza della Congregazione e al decreto vescovile.
 
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