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Pedofilia. Papa Francesco prima perdona e poi spreta mons. Inzoli, fondatore del Banco Alimentare, Violenze su ragazzini da 12 a 16 anni. Il monsignore se la cava con la prescrizione per 17 casi. Condannato per altri 6.

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GalileoGalilei
view post Posted on 14/12/2012, 14:53 by: GalileoGalilei
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Da la Repubblica di oggi 14 dicembre 2012, pag. 27

Crema, nella città di don Inzoli, allontanato dalla Chiesa. Il sindaco: “Aspettiamo di capire di più”

Dal lusso all’ombra degli abusi sessuali
tutti i misteri di monsignor Mercedes

DAL NOSTRO INVIATO
PAOLO BERIZZI
CREMA — Raccontano che
“don Mercedes”, quando scendeva
dalla berlina tedesca tirando
una boccata dal sigaro Montecristo,
sembrava la versione
cremasca di padre Des, il monsignore
ambizioso interpretato
da Robert De Niro nel film “L’assoluzione”.
In mancanza di un
fratello poliziotto (sul grande
schermo c’era Robert Duvall),
gli amanti delle suggestioni cinematografiche
si devono accontentare
dell’unica divisa laica
contemplata dall’albero genealogico
di don Mauro Inzoli:
quella del padre, ex guardia giurata
notturna a Trescore Cremasco.
Un uomo per bene, mai nessuna
preoccupazione per
“Maurino”, quel figlio probo che
dopo la laurea in filosofia teologica,
a 26 anni, viene ordinato
sacerdote. Rieccolo trent’anni
dopo, Inzoli. È monsignore, è
potente e in carriera, un capoccia
di Comunione e Liberazione
vicino ai palazzi della politica,
che si divide tra il rettorato del liceo
linguistico Shakespeare e le
onlus del movimento ecclesiale
a cui appartiene Formigoni, del
quale si dice fosse tra i confessori.
Gira su belle auto scure e frequenta
i migliori ristoranti di
Milano. Viaggia molto per piacere.
Il concetto di sobrietà ecclesiale,
in lui, è abbastanza labile.
Adesso i fedeli raccolti in preghiera
tra i marmi barocchi della
chiesa di Santissima Trinità, la
parrocchia che Inzoli ha guidato
fino al 2010, dicono che forse
«era già tutto scritto» lì, nello stile
di vita. La “bella vita” del prete
in Mercedes, o “Marcinkus”,
l’altro soprannome. Quali sono i
«gravissimi comportamenti
personali» per i quali il Sant’Uffizio
ha ridotto Inzoli allo stato
laicale? Che cosa ha combinato
questo prete di 62 anni per meritarsi
la più grave condanna al
termine di un procedimento canonico?
Succede questo. È martedì.
Nella casella di posta elettronica
dei 97 sacerdoti della
Curia cremasca arriva una «convocazione
urgente» dal vescovo
Oscar Cantoni, e cioè colui che
emetterà la pena per decreto
(con una sospensiva di 60 giorni
in attesa del secondo grado di
giudizio). Da fonti ecclesiastiche
filtra qualcosa che è più di un
indizio: Inzoli si è macchiato di
gravi illeciti personali, ma non
«di tipo economico». Il provvedimento
della Congregazione si
richiama al capitolo 1720 del diritto
canonico. Che ti sfila l’abito
talare in cinque casi: se hai ordito
un attentato alla vita del Papa;
se hai profanato l’eucarestia; se
hai assolto un complice in confessione
o se hai istigato qualcuno
a commettere atti turpi; e, infine,
se hai abusato di un minore.
Trovare un prete a Crema che
parli in chiaro di questa storia è
impossibile. Ma un’anonima
fonte ecclesiastica fa un ragionamento
sibillino: «Difficile
pensare che un monsignore di
provincia abbia attentato alla vita
del Papa, o che abbia organizzato
messe nere. Siccome sono
esclusi gli illeciti economici, che
cos’altro rimane...?». Solo ipotesi,
al momento, certo. Ma dietro
le dimissioni dallo stato clericale
— rese pubbliche dalla “Provincia
di Cremona” — potrebbero
esserci episodi che attengono
alle sfere più intime della
vita del sacerdote. Magari rivelati
ora, a distanza di anni, da chi
un tempo non aveva ancora la
maggiore età. Nessuno però si
sbilancia. «Attendiamo di capire
qualcosa di più», dice il sindaco
di Crema, Stefania Bonaldi, Pd
area cattolica. Prudente anche
Massimo Piazza, ex vicesindaco
ciellino. «Per ora sospendo il
giudizio». Entro la settimana il
vescovo farà una lettera aperta
indirizzata ai fedeli. Lui, Inzoli, è
sparito da Crema due anni fa.
Quando ebbe un malore e, ripresosi,
confidò agli amici l’intenzione
di volersi trasferire a
Haiti. Lo danno a Milano, o a Torino
dalla sorella. Nel frattempo
sul conto di “Marcinkus” le malelingue
hanno azionato la qualunque
voce.

La condanna
del Sant’Uffizio
per “gravissimi
comportamenti
personali”
Le voci e i ricordi
dei conoscenti

DON MERCEDES
Monsignor Mauro
Inzoli, è sparito già
da due anni da
Crema. Per lui, nei
giorni scorsi, la
condanna
più grave di un
procedimento
canonico
 
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