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San Lazzaro (BO). Stanze abusive affittate sotto la chiesa, indagato don Filippo Landi, Loculi bui e asfissianti. Curia spudorata: Mai fatto niente di nascosto

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view post Posted on 14/8/2012, 16:17
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Stanze abusive (e in affitto) sotto la chiesa,
San Lazzaro, indagato l'ex parroco
Nei guai il prete che reggeva la chiesa di San Francesco. La Procura indaga sulla costruzione di 22 alloggi che venivano affittati.

BOLOGNA - Ventidue stanze anguste, buie e scarsamente areate ricavate nei locali sotterranei della chiesa di San Francesco d’Assisi a San Lazzaro. «Loculi» in cui avrebbero vissuto, per periodi più o meno brevi, decine di persone, soprattutto parenti dei pazienti ricoverati al Bellaria. A pagamento, a quanto pare. Il tutto senza che la realizzazione dei locali fosse stata autorizzata o dichiarata. Tradotto: sono abusi edilizi. Lo hanno stabilito il Comune e la Procura, che ha aperto un’inchiesta che vede indagato l’ex parroco.

LA VICENDA - Questo piccolo mondo sotterraneo popolato da gente bisognosa indirizzata alla chiesa per trovare una sistemazione a un prezzo inferiore a quello di un hotel è emerso grazie alla segnalazione di due medici del centro di continuità assistenziale di San Lazzaro. Siamo a marzo. Una donna che dorme nei locali della parrocchia di via Venezia sta male. Arrivano a visitarla in due e rimangono colpite dalle condizioni del luogo: segnalano la cosa all’Asl. Riferiscono di locali con seri problemi di insalubrità: bui, asfissianti. Spiegano che la stanza in cui dorme la donna che hanno visitato è priva di finestre e affaccia su un corridoio a sua volta buio e scarsamente areato. L’Asl gira la segnalazione al Comune di San Lazzaro e alla Procura. Il dirigente dell’ufficio tecnico del Comune salta sulla sedia perché sulla carta non risulta da nessuna parte che la parrocchia disponga anche di locali di quel genere. La polizia municipale si reca sul posto e trova conferma di quanto segnalato dalle dottoresse. Ai vigili, inoltre, la donna che aveva chiamato la guardia medica dichiara di vivere lì da otto mesi, pagando un affitto mensile di 250 euro.

GLI AFFITTI - È quanto basta al Comune per emettere un’ordinanza con cui ingiunge all’attuale parroco, don Giovanni Benassi, la «non prosecuzione di attività non conforme» all’interno di quei locali. Tale attività, spiegano dal Comune, è appunto l’affitto, sebbene a prezzi «caritatevoli», delle stanze. Alla polizia municipale risulta che gli inquilini siano stati soprattutto parenti di persone ricoverate al Bellaria. L’esito di questi primi accertamenti, con tanto di foto dei 22 locali (per 42 complessivi posti letto), è stato inviato in Procura, alla quale nel frattempo era giunta anche la segnalazione dell’Asl. Il pm Morena Plazzi ha aperto un’inchiesta per abusi edilizi iscrivendo nel registro degli indagati, su indicazione dei vigili urbani che l’avevano denunciato, l’ex parroco. È ai suoi anni di «reggenza» che risalirebbero i lavori abusivi. L’anziano prete, che vive ancora lì, è stato sostituito da don Benassi nel 2006. I lavori, dunque, sarebbero stati effettuati prima di questa data. Il pm ha chiesto alla polizia municipale di appurare esattamente quando sono stati commessi gli abusi, in che anno. Altra questione aperta e oggetto di indagine è l’uso che nel tempo è stato fatto dei 22 locali. Davvero gli inquilini hanno versato un affitto mensile, come ha dichiarato la signora soccorsa dalle due dottoresse? Se sì, a chi lo hanno versato? Direttamente al parroco? E a quale titolo? Di certo, poiché per anni quelle stanze non sono ufficialmente esistite, è escluso che siano stati stipulati dei regolari contratti di locazione. Questioni non facili da appurare visto che in seguito all’ordinanza comunale le stanzette sotterranee di via Venezia si sono improvvisamente svuotate. E adesso non ci vive più nessuno.

Amelia Esposito14 agosto 2012
 
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view post Posted on 15/8/2012, 14:08
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Prete faceva pagare l’ospitalità in stanze nei sottosuoli e inagibili: “Sapevano tutti”
Bufera sulla chiesa di San Lazzaro. Spesso venivano dirottati nelle camere senza ventilazione, finestre e assolutamente inagibili, anche parenti di persone ricoverate in ospedale. Ed era l'Asl stessa a consigliare di rivolgersi al parroco
di Martina Castigliani | San Lazzaro di Savena | 15 agosto 2012

Un cartello con scritto “Casa d’ospitalità San Francesco” e 27 anni di accoglienza offerta a chi piangendo e pregando chiedeva di poter avere un tetto sopra la testa ad un prezzo di cortesia. Una situazione precaria, ma della quale tutti erano a conoscenza. Questa l’altra versione della storia dei ventidue “loculi” sotto la Chiesa di San Francesco d’Assisi a San Lazzaro, alle porte di Bologna, sotto accusa per aver ospitato e a pagamento, in condizioni insalubri e di scarsa sicurezza decine di persone, il più delle volte parenti dei pazienti del poco distante ospedale Bellaria.

Ventidue stanze nel sottosuolo ricavate nell’ex magazzino della parrocchia, con piccole finestre e un impianto per immettere aria artificiale: all’interno brandine e un cucinotto per preparare il caffè e poco più. Una situazione scoperta dopo la denuncia da parte di alcuni medici del Servizio di continuità assistenziale, che a marzo scorso sono intervenuti in seguito alla chiamata di una donna che viveva in quelle stesse stanze e che si era sentita male. Da lì, l’accusa di abuso edilizio secondo Comune e Procura e l’indagine a carico dell’ex parroco don Filippo Naldi, colui che avrebbe dato il via alla pratica dell’accoglienza nel “magazzino”.

Ma i conti non tornano. Ventisette anni di attività, una targa in bella vista a fianco degli edifici della scuola materna e ventidue locali che nel corso degli anni hanno potuto ospitare numerose persone. “Tutti sapevano, – dice un testimone che preferisce rimanere anonimo, – Comune e Asl in primis. La donna che ha sporto denuncia era stata accolta proprio in seguito ad una richiesta delle istituzioni per farla ospitare dalla parrocchia. Era un punto di riferimento per le emergenze e tutti lo conoscevano”. Dichiarazioni pesanti, che rendono ancora più confusa la storia che all’inizio vedeva come unico aguzzino il prete del paese, in veste di affittuario speculatore e che ora presenterebbero una struttura per le emergenze alla cui porta in tanti andavano a bussare.

“Nessuno ha mai fatto niente di nascosto – dice monsignor Gian Luigi Nuvoli, economo dell’Arcidiocesi di Bologna, arrivato a San Lazzaro solo per portare la sua solidarietà a don Filippo Naldi – e bisogna dire che dal primo momento in cui siamo venuti a sapere di questa attività abbiamo domandato al prete di smetterla. Non si poteva continuare in quel modo: le stanze non erano a norma e non si poteva ospitare nessuno a quelle condizioni anche se le cause erano nobili. Noi lo diciamo sempre ai nostri curati: non si può più fare la carità come un tempo, prima viene la burocrazia e bisogna stare alle regole. Certo non vogliamo condannare nessuno, perché il parroco ha agito solo mosso da compassione. Sono venuto fin qui oggi, per dimostrargli che la Chiesa gli è vicino e non accetterà questo accanirsi contro di lui come se fosse l’unico colpevole”.

Don Naldi, ora sostituito da don Giovanni Benassi, ha ottant’anni e ogni tanto torna nella sua parrocchia per celebrare la messa. Venuto a conoscenza della denuncia, sta preparando un promemoria ufficiale per presentare la sua difesa che, probabilmente, rivelerà altri retroscena.

Nel frattempo il Comune si difende, dichiarando di aver scoperto la situazione solo dopo la denuncia: “Siamo intervenuti subito”- dichiarano i rappresentanti delle istituzioni commentando l’ordinanza della scorsa primavera, – “per interrompere questo tipo di attività. Abbiamo agito con sollecitudine, in collaborazione con i servizi dell’Asl. Anche l’attività caritatevole ha delle regole, capiamo gli intenti ma non possono giustificare la situazione”. Queste le parole che accompagnano l’ordinanza emessa dal Comune con cui si ingiunge al nuovo parroco don Giovanni Benassi “la non prosecuzione di attività non conforme”. Il pm Morena Salsi ha scritto sul registro degli indagati l’ex parroco, perché l’attività di abuso edilizio negli spazi sarebbe da far risalire a prima del 2006, anno in cui don Benassi ha sostituito don Naldi. Anche se la versione non coincide con quanto dichiarano i rappresentanti della curia: “Gli spazi, – racconta monsignor Nuvoli – coincidono con gli ex locali della parrocchia, in uso fino a pochi anni fa. Certo erano altri tempi e bisogna adeguarsi alle regole, però sia chiaro che nessuno ha costruito quei locali per guadagnare da presunti affitti. Il poco denaro richiesto era un semplice rimborso spese”. Ora si attendono le reazioni dell’ex parroco ottantenne che Nuvoli descrive debole e molto provato dalla situazione. Quello che è certo è che i nuovi elementi emersi rendono ancora più ambigua la vicenda e difficile individuare le responsabilità dei protagonisti.
 
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