Laici Libertari Anticlericali Forum

Arcivescovo di Varsavia spia dei comunisti

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dirk58
view post Posted on 7/1/2007, 19:56




CITAZIONE (GalileoGalilei @ 7/1/2007, 15:10)
Da notare che non solo l'arcivescovo ha sempre e ostinatamente mentito sul suo passato (da buon prete ipocrita), ma lo stesso Ratzinger solo, pochi giorni fa aveva confermato nell'incarico Wielgus, dicendo che aveva valutato anche il suo passato!

Anche Ratzinger, senza vergogna, ha tentato fino all'ultimo, ostinatamente, di difendere il vescovo bugiardo e doppiogiochista e ne è uscito con le ossa rotte

Sicuramente RATZINGER,ha preso una "bufala" e adesso deve tenere a bada la fazione a lui ostile in Vaticano,ma queste sono faccende sue anoi non interessano.....
e non interessano neanche ai milioni difedeli nel mondo.........
 
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Ashmael
view post Posted on 8/1/2007, 09:01




L'Arcivescovo ex-spia ha fatto berne a dimettersi. Mentre altri religiosi polacchi pagavano la loro difesa della libertà relligiosa con la vita o con il carcere, questo faceva accordi sottobanco col nemico. Come al solito la Chiesa è ipergarantista nel difendere le sue mele più o meno marce. Che c'è di nuovo?...
chi fa la spia non è figlio di Maria....
 
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Scarpia
view post Posted on 8/1/2007, 12:09




CITAZIONE (Ashmael @ 8/1/2007, 09:01)
chi fa la spia non è figlio di Maria....

e chi stava nella gioventù nazista a chi è figlio?
La chiesa in questi anni ha protetto pedofili, genocidi, ex nazisti.
Una spia non ci sta poi tanto male in mezzo a tutti sti gaglioffi.
 
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Ashmael
view post Posted on 8/1/2007, 12:19




Giusto!
 
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view post Posted on 8/1/2007, 12:21
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Da dire che il cardinale Dziwisz, ex potentissimo segretario di Wojtyla, impose di tener segreti i nomi di 28 preti polacchi ex spie comuniste.
 
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Scarpia
view post Posted on 8/1/2007, 12:37




Roncalli nunzio a Parigi riusci a salvare dal (giusto) processo i vescovi francesi che collaborarono con i nazisti.

E in fatto di collaborazione con i nazisti i preti polacchi la sanno lunghissima
 
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view post Posted on 8/1/2007, 14:13
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http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articol...olo343226.shtml

8/1/2007
Polonia,dimesso parroco di Cracovia
Accusato di spionaggio per la Russia
Dopo le dimissioni del neo arcivescovo di Varsavia, anche il parroco della cattedrale di Cracovia lascia. Come monsignor Wielgus anche padre Bielanski è caduto sotto le accuse della stampa polacca di essere stato collaboratore degli servizi segreti di epoca comunista. L'annuncio delle dimissioni è stato dato da padre Robert Necek, portavoce della curia vescovile di Cracovia.


Il 68enne Bielanski - ha riferito il portavoce - che ha fatto il seminario insieme con Dziwisz, il 2 gennaio, ha scritto una lettera di dimissioni al cardinale Stanislaw Dziwisz, che le ha accolte.

L'edizione polacca di "Newsweek" ha fatto il nome di Bielanski in un articolo intitolato "Smascherare Dziwisz" che analizza il modo con lo quale la polizia segreta, dopo la elezione del papa Karol Wojtyla nel 1978, ha cercato di raccogliere tutte le informazioni sull'attività del segretario personale del Pontefice polacco facendo le pressioni sui sacerdoti con i quali Dziwisz era in contatto.

Solo sabato, in seguito alle polemiche per la confessione di essere stato una spia al soldo dei servizi segreti comunisti in Polonia, monsignor Stanislaw Wielgus, dal giorno prima arcivescovo di Varsavia, aveva rassegnato le proprie dimissioni. Il Papa ha già accettato la rinuncia dell'alto prelato,che era stato nominato per succedere al primate di Polonia, monsignor Glemp
 
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dirk58
view post Posted on 8/1/2007, 21:52




Come diceva RISPOLI:"Ma che belle parole"
Non se ne parla più!
I media non ne parlano più.
le tv non dicono niente.
una tempesta in un bicchiere d'acqua......
 
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view post Posted on 9/1/2007, 23:25
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http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach...9/wielgus.shtml

Preoccupazione per le notizie di nuove dimissioni e dossier al vetriolo Caso Wielgus, la Chiesa polacca sotto accusa Irritazione del Vaticano dopo le dimissioni dell'arcivescovo spia. I media criticano il primate Glemp: «Il Papa ci ha salvato»


Monsignor Wielgus
CITTÀ DEL VATICANO — Il caso Wielgus ha provocato tristezza in Polonia — nella base cattolica — e sconcerto in Vaticano, soprattutto ai piani alti. Intorno al Papa c'è preoccupazione per la divisione che si è manifestata nella Chiesa polacca e stupore per come è risultata difficile la comunicazione tra la Conferenza episcopale e gli uffici della Curia romana. Inoltre in Vaticano si seguono con ansia le notizie di nuove dimissioni (ieri è toccato al parroco della cattedrale di Cracovia) e il preannuncio della divulgazione di altri dossier al vetriolo. Anche gli attacchi della stampa polacca al primate Glemp e le lodi al Papa («Roma è arrivata in soccorso») vengono attentamente studiati. L'impressione diffusa nel vertice vaticano è che dalla Polonia non sia venuto un chiaro aiuto a interpretare la situazione nella sua reale gravità. La dichiarazione della Sala stampa vaticana del 21 dicembre in difesa di Wielgus e l'avallo del 5 gennaio al suo «insediamento» si sono avuti in accordo con quanto veniva dalla Polonia e pare che anche sabato scorso, mentre maturava la decisione papale di «accettare» le dimissioni dell'arcivescovo (cioè la sua dichiarata disponibilità a fare «la volontà del Papa»), dalla Polonia continuavano ad arrivare ragguagli rassicuranti.

Quanto alla divisione all'interno della Chiesa polacca, l'attenzione vaticana si appunta sui gruppi che dentro e fuori la Cattedrale di Varsavia gridavano «Resta con noi», cioè contestavano la decisione papale: ora in Vaticano hanno la certezza che quei gruppi erano stati convogliati nella capitale da diverse parti del Paese, con appositi pullman, dagli attivisti di Radio Maryja. In un servizio sul «turbamento» della Chiesa polacca, la Radio Vaticana citava ieri i titoli dei quotidiani più diffusi del Paese, per i quali «Il Papa ha salvato dal disonore la Chiesa polacca». Secondo la Gazeta Wyborcza, «la data del 7 gennaio del 2007 passerà alla storia della Chiesa cattolica in Polonia e nel mondo». «La decisione di Roma è una vittoria della coscienza», ha scritto Rzeczepospolita. Per Gazeta Wyborcza, quanto accaduto ha mostrato «la crisi delle comunicazioni» tra Varsavia e la Santa Sede. Durissimo con il cardinale Jozef Glemp è stato Dziennik: «Perché un uomo di tale valore come il Primate ha difeso così strenuamente Wielgus, andando contro la verità e contro il volere del Papa?» Vede una contraddizione tra le parole di Glemp a difesa del mancato successore e la linea dura scelta dal Pontefice anche il tabloid Superexpress che ha pubblicato una foto di entrambi sotto al titolo: «A chi dobbiamo credere?» Solo il cattolico Nasz Dziennik, che fa parte dell'impero mediatico di Radio Maryja, ha difeso la Chiesa polacca e ha denunciato «la campagna di odio contro l'arcivescovo». L'obiettivo, ha scritto monsignor Antoni Dydycz, era «linciare» Wielgus «a ogni costo», invece di «presentare i fatti in modo onesto».
Bruno Bartoloni
09 gennaio 2007

 
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view post Posted on 10/1/2007, 05:53
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Interessantissima intervista al prete cattolico Padre Tadeusz Zaleski, quello a cui il card. Dziwisz proibì la rilevazione dei nomi di 28 preti collaborazionisti. Zaleski chiarisce che il card. Wojtyla nel 1973 aveva proibito contatti coi servizi e che quindi Wielgus aveva agito violando un divieto.

Ora Zaleski, divenuto una specie di eroe nazionale, attacca il card. Glemp e si appresta a pubblicare un libro in cui farà i nomi di altri preti collaborazionisti, disubbidendo agli ordini del card. Dziwisz


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach...rosaspina.shtml

«Wielgus era un agente importante»

L'accusa di padre Zaleski: «Nelle verifiche sull'arcivescovo la Chiesa ha esitato troppo»

VARSAVIA — Dall'anno scorso il postulato ufficiale di padre Tadeusz Isakowicz-Zaleski è esattamente questo: scoprire nomi, ruoli, attività dei sacerdoti che collaborarono con i servizi segreti polacchi sotto il regime comunista. Cinquant'anni, originario di Cracovia, padre Zaleski è, in questo momento, l'eroe della stampa e della televisione polacca: perseguitato prima dalla polizia segreta, poi — un anno e mezzo fa — ingiustamente accusato di collaborazionismo, ha ottenuto dalla Curia di Cracovia l'autorizzazione a svolgere indagini sue negli archivi. Montagne di carta: «Ho esaminato almeno 300 tonnellate di documenti in questi anni», rivela. Per scoprire cosa? «Che le carte sono attendibili. Non ho mai trovato documenti contraffatti. Imprecisi, talvolta. O mancanti. Ma non falsificati».

Il cardinale Jozef Glemp nella sua omelia, domenica a Varsavia, li ha definiti «fogli fotocopiati tre volte» e ha messo in dubbio i metodi e gli scopi con cui erano stati realizzati. «Glemp, mi dispiace dirlo, sbaglia. Gli atti conservati all'Ipn (l'Istituto della Memoria Nazionale, ndr) sicuramente provengono dagli schedari della vecchia polizia segreta. È certo anche che contengano molte lacune, ma non sono trascurabili foglietti. La verità, come spesso accade, è nel mezzo. E anche Glemp, in passato, si era espresso diversamente. Per me sono documenti molto seri, anche se non vanno letti come il vangelo». Allora come interpretarli? «Bisogna analizzarli. Io stesso, visto che ero sospettato di collaborazionismo, ho esaminato il mio fascicolo; e non mi è stato facile arrivare a chiarire la mia posizione. È sempre difficile difendersi. Per questo ho presentato una richiesta ufficiale al Metropolita di Cracovia per avere il benestare della Chiesa alle mie ricerche. Ho spiegato che era meglio che conducessimo noi le inchieste, invece di aspettare le rivelazioni giornalistiche».

Ha visto anche le carte riguardanti l'arcivescovo Wielgus? «Dai dati emersi, si capisce che il suo passato è stato molto difficile. Il suo errore più grande è stato quello di negare tutto. Per poi pentirsi delle sue vecchie azioni. Lo scandalo è nato per questo. Lui sapeva bene che tipo di collaborazione aveva fornito e ora non può dire che non se ne ricorda. Dai documenti si scopre che ha collaborato non soltanto con i servizi di sicurezza interni, ma anche con lo spionaggio all'estero della Repubblica popolare polacca. Cioè per un prolungamento del Kgb sovietico. Stranamente Wielgus è rimasto registrato tra i collaboratori per ben vent'anni. Quasi sicuramente copie dei microfilm che lo riguardano sono conservate anche a Mosca ».

Era più grave la collaborazione con i servizi interni o con lo spionaggio all'estero? «Lavorare per i servizi di sicurezza polacchi era un conto, ma ci volevano qualità di livello superiore per essere ammessi a lavorare con lo spionaggio fuori dai confini. Voglio dire che quella di Wielgus non fu una collaborazione innocente. Se è rimasto registrato tra gli informatori della polizia segreta per oltre vent'anni, vuol dire che era considerato un agente importante ». I funzionari di allora potrebbero testimoniare? «No, non parlano. O mentirebbero. Hanno paura di essere processati». Ma oltre ai vecchi archivi di polizia, esistono altre fonti che accusano Wielgus? «Sicuramente. Non basta cercare tra i documenti conservati all'Ipn. Bisognerebbe cercare anche negli archivi della Chiesa, e di altre istituzioni. Perché è certo che anche altri organi avevano condotto all'epoca accertamenti e controlli. Sono indagini lunghe che richiedono molto tempo, molta pazienza e un clima meno teso di quello che c'è in questo momento. Andava fatto prima, adesso il latte è versato e la fiducia nella Chiesa si è incrinata». Come si sarebbe comportato Giovanni Paolo II al posto di Benedetto XVI? «Secondo me, avrebbe fatto la stessa cosa. Quando era ancora cardinale, nel 1973, Wojtyla, allora Metropolita di Cracovia, proibì qualunque contatto fra i sacerdoti e l'Sb, la polizia segreta comunista. Se Wielgus ha avuto questo tipo di rapporti, sapeva di infrangere il divieto». Non è stato tardivo l'intervento di Benedetto XVI sulla nomina di Wielgus a Metropolita di Varsavia? «È stato indotto in errore. I responsabili dell'Ipn hanno rivelato che i documenti non erano stati richiesti dalla Conferenza Episcopale Polacca e dalla Nunziatura Apostolica prima del 2 gennaio. Ma le voci circolavano da mesi, perché si è esitato tanto a fare le verifiche?».
Elisabetta Rosaspina
09 gennaio 2007
 
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pippo777
view post Posted on 10/1/2007, 14:08




oggi su repubblica c'è un bell'articolo sui preti spioni del fascismo nel ventennio................e per i nazisti avranno mai fatto la spia??
 
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dirk58
view post Posted on 10/1/2007, 21:28




CITAZIONE (pippo777 @ 10/1/2007, 14:08)
oggi su repubblica c'è un bell'articolo sui preti spioni del fascismo nel ventennio................e per i nazisti avranno mai fatto la spia??

Pippo777 SVEGLIA!!!!!!!!!
Hanno fatto solo il proprio interesse!!!!!!!!!
cavolo ma sei de coccio!!!!
 
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view post Posted on 10/1/2007, 21:49
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http://www.quaderniradicali.it/agenzia/ind...=read&nid=12262

Voci oltre il Tevere / Cattolici: dossier ex Sb (Polonia) e purificazione della memoriaNews del 10-01-2007
C'e' molta attesa in Polonia e non solo per la pubblicazione di un libro di padre Tadeus Isakowicz Zaleski in cui sarebbe contenuto l'elenco dei sacerdoti polacchi che hanno collaborato con la Sb, la polizia segreta comunista di Varsavia; l'autore, che appartiene alla diocesi di Cracovia, ha dichiarato al Corriere della Sera: ''Ho esaminato almeno 200 tonnellate di documenti scoprendo che le carte sono attendibili. Non ho mai trovato documenti contraffatti. Imprecisi, talvolta. Ma non falsificati''.

Una tesi difficilmente concilialibile con quella espressa dal cardinale Jozef Glemp, ex arcivescovo di Varsavia, che intervendo sul caso di mons. Stanislaw Wielgus, nominato suo successore e poi dimessosi quando in Vaticano è apparsa l'evidenza che non tutta la documentazione utile per vagliare il suo comportamento durante il regime del generale Jaruzelski era giunta in tempo utile sulla scrivania di chi doveva decideree sulla sua nomina.

Nientemeno che l'agenzia Servizio Informazioni Religiose, considerata vicina ai vescovi italiani, ha scritto testualmente ''Glemp ha rilevato che le accuse contro mons. Wielgus sono state 'un giudizio basato sui fogliacci' poichè il lavoro dell'istituto di memoria nazionale (Ipn) non è stato sufficientemente scrupoloso e approfondito''.

L' Ipn è l'ente incaricato di vagliare la fondatezza o meno di profili di collaborazione con la Sb da parte di ecclesiastici sacerdoti e vescovi polacchi e da parte di cittadini semplicemente laici legati o non legati alle organizzazioni cattoliche.

Questa disparità di valutazione fa comprendere che la ''sofferenza'' per la chiesa cattolica polacca potrebbe durare ancora molti anni, con contraccolpi e colpi di scena al momento non facilmente immaginabili. A questo contesto bisogna aggiungere alcune ''voci'' circolanti a Roma e che qui, per correttezza, si riferiscono al condizionale.

La prima proviene da un'importante università pontificia: il segretario di Giovanni Paolo II, mons. Stanislaw Dzwiciz avrebbe portato con sé l'archivio personale di quel pontefice. Il che lo metterebbe in grado di esprimere una parola chiave nella causa di beatificazione di quel papa e di fornire elementi, in futuro, determinanti per meglio focalizzare i rapporti tra quel pontefice e numerosi esponenti della Curia Roma e con molti cardinali.

C'è inoltre un sacerdote dell'Est da diversi anni inserito a Roma che assicura che il fascicolo dell' ex Sb su mons. Dwiciz è stato ritrovato completamente privo di documenti. Senonché un laico polacco, amico di questo sacerdote e ricercatore per lavoro professionale negli Stati Uniti d'America, avrebbe trovato un microfilm che documenterebbe tutti gli sforzi compiuti dai servizi segreti polacchi per avvicinarsi il più possibile al segretario di Giovanni Paolo II in Vaticano. Ove tale microfilm esista non è escluso che da tempo una copia sia stata tramessa negli archivi ancora inaccessibili dell' ex KGB ovvero la polizia segreta dell' URSS.

Sono soltanto pochi accenni che aiutano a comprendere che la chiesa cattolica polacca, nel dopo Muro di Berlino, è attesa da prove molto impegnative anche limitatamente alla ricostruzione della propria storia di quegli anni terribili. Una via d'uscita possibile c'è. Sta nel solco dell'Anno Santo del 2000 convocato da papa Wojtyla laddove egli ha affermato la centralità della ''purificazione della memoria''. In sintesi estrema tale purificazione consiste nel rileggere alla luce del Vangelo gli avvenimenti accaduti suggerendo stili di vita e soluzioni di fondo che evitino, per quanto possibile, gli errori (e gli orrori) dei quali diversi cattolici e altri cristiani si sono macchiati.

Saprà la chiesa polacca mettere in pratica quell'intuizione feconda di Giovanni Paolo II? Infine questa pratica della ''purificazione della memoria'' non ha nulla da dire alla chiesa cattolica italiana?

Per gli immemori basterà ricordare che finora sono andati nel vuoto gli appelli dell'Istituto di scienze storiche ''don Luigi Sturzo'' di Roma perchè le diocesi italiane aprano i loro archivi per consentire di comprendere meglio che cosa avvenne nella società italiana, e nelle articolazioni dell'area cattolica, durante la Resistenza alle truppe di occupazione naziste, e ai loro alleati fascisti, e nella versione della Repubblica Sociale Italiana.

Maurizio Di Giacomo
 
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27 replies since 5/1/2007, 19:26   197 views
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