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Arcivescovo di Varsavia spia dei comunisti

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GalileoGalilei
view post Posted on 10/1/2007, 21:49 by: GalileoGalilei
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http://www.quaderniradicali.it/agenzia/ind...=read&nid=12262

Voci oltre il Tevere / Cattolici: dossier ex Sb (Polonia) e purificazione della memoriaNews del 10-01-2007
C'e' molta attesa in Polonia e non solo per la pubblicazione di un libro di padre Tadeus Isakowicz Zaleski in cui sarebbe contenuto l'elenco dei sacerdoti polacchi che hanno collaborato con la Sb, la polizia segreta comunista di Varsavia; l'autore, che appartiene alla diocesi di Cracovia, ha dichiarato al Corriere della Sera: ''Ho esaminato almeno 200 tonnellate di documenti scoprendo che le carte sono attendibili. Non ho mai trovato documenti contraffatti. Imprecisi, talvolta. Ma non falsificati''.

Una tesi difficilmente concilialibile con quella espressa dal cardinale Jozef Glemp, ex arcivescovo di Varsavia, che intervendo sul caso di mons. Stanislaw Wielgus, nominato suo successore e poi dimessosi quando in Vaticano è apparsa l'evidenza che non tutta la documentazione utile per vagliare il suo comportamento durante il regime del generale Jaruzelski era giunta in tempo utile sulla scrivania di chi doveva decideree sulla sua nomina.

Nientemeno che l'agenzia Servizio Informazioni Religiose, considerata vicina ai vescovi italiani, ha scritto testualmente ''Glemp ha rilevato che le accuse contro mons. Wielgus sono state 'un giudizio basato sui fogliacci' poichè il lavoro dell'istituto di memoria nazionale (Ipn) non è stato sufficientemente scrupoloso e approfondito''.

L' Ipn è l'ente incaricato di vagliare la fondatezza o meno di profili di collaborazione con la Sb da parte di ecclesiastici sacerdoti e vescovi polacchi e da parte di cittadini semplicemente laici legati o non legati alle organizzazioni cattoliche.

Questa disparità di valutazione fa comprendere che la ''sofferenza'' per la chiesa cattolica polacca potrebbe durare ancora molti anni, con contraccolpi e colpi di scena al momento non facilmente immaginabili. A questo contesto bisogna aggiungere alcune ''voci'' circolanti a Roma e che qui, per correttezza, si riferiscono al condizionale.

La prima proviene da un'importante università pontificia: il segretario di Giovanni Paolo II, mons. Stanislaw Dzwiciz avrebbe portato con sé l'archivio personale di quel pontefice. Il che lo metterebbe in grado di esprimere una parola chiave nella causa di beatificazione di quel papa e di fornire elementi, in futuro, determinanti per meglio focalizzare i rapporti tra quel pontefice e numerosi esponenti della Curia Roma e con molti cardinali.

C'è inoltre un sacerdote dell'Est da diversi anni inserito a Roma che assicura che il fascicolo dell' ex Sb su mons. Dwiciz è stato ritrovato completamente privo di documenti. Senonché un laico polacco, amico di questo sacerdote e ricercatore per lavoro professionale negli Stati Uniti d'America, avrebbe trovato un microfilm che documenterebbe tutti gli sforzi compiuti dai servizi segreti polacchi per avvicinarsi il più possibile al segretario di Giovanni Paolo II in Vaticano. Ove tale microfilm esista non è escluso che da tempo una copia sia stata tramessa negli archivi ancora inaccessibili dell' ex KGB ovvero la polizia segreta dell' URSS.

Sono soltanto pochi accenni che aiutano a comprendere che la chiesa cattolica polacca, nel dopo Muro di Berlino, è attesa da prove molto impegnative anche limitatamente alla ricostruzione della propria storia di quegli anni terribili. Una via d'uscita possibile c'è. Sta nel solco dell'Anno Santo del 2000 convocato da papa Wojtyla laddove egli ha affermato la centralità della ''purificazione della memoria''. In sintesi estrema tale purificazione consiste nel rileggere alla luce del Vangelo gli avvenimenti accaduti suggerendo stili di vita e soluzioni di fondo che evitino, per quanto possibile, gli errori (e gli orrori) dei quali diversi cattolici e altri cristiani si sono macchiati.

Saprà la chiesa polacca mettere in pratica quell'intuizione feconda di Giovanni Paolo II? Infine questa pratica della ''purificazione della memoria'' non ha nulla da dire alla chiesa cattolica italiana?

Per gli immemori basterà ricordare che finora sono andati nel vuoto gli appelli dell'Istituto di scienze storiche ''don Luigi Sturzo'' di Roma perchè le diocesi italiane aprano i loro archivi per consentire di comprendere meglio che cosa avvenne nella società italiana, e nelle articolazioni dell'area cattolica, durante la Resistenza alle truppe di occupazione naziste, e ai loro alleati fascisti, e nella versione della Repubblica Sociale Italiana.

Maurizio Di Giacomo
 
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