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L'estinzione dei sacrestani: "Basta lavorare a nero"., Lo stipendio sarebbe 22.000 € l'anno, ma quasi nessuno è a contratto.

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GalileoGalilei
view post Posted on 8/10/2011, 16:33 by: GalileoGalilei
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Caserta, il sagrista: un mestiere scomparso
Venerdì 07 Ottobre 2011 12:57 | Scritto da Sal Arcidiacono | PDF | Stampa | E-mail
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CASERTA - Il sagrista di memoria manzoniana, non c'è più. Quel signore che chiude e apre la Chiesa, che accende le luci, che copre il suo ruolo in rigidi orari, ormai non è la creatura del tempo antico che suonava le campane, che girava per la chiesa a farsi pagare la sedia dai fedeli, non è più quello che veniva considerato come l'uomo di fiducia del curato.



E' un mestiere quello del sagrista, senza però le incombenze tradizionali adeguate ad altro tempo, ormai anche le campane vengono suonate elettronicamente, con impianti che fanno rabbrividire i patiti di elettronica.



I soldi per le sedie non può farseli dare dai fedeli, perché ormai non ci sono più. Il loro posto è stato preso da comode panche fisse, su cui talvolta è scritto il nome del donatore. Il vecchio sagrista aveva uno stile tutto suo per girare in chiesa senza disturbare il corso della funzione religiosa. Era attento a che i soldini per la sedia fossero rigorosamente pagati, e spesso con generoso scambio di cortesie tra fedeli amici. Chi occupava una sedia collocata nella fila precedente a quella dell'amico, con discreto cenno comunicava la sua donazione al sagrista e riceveva dall'amico beneficiato un appagante risolino di grata riconoscenza.



Le Chiese zeppe di sedie davano al sacerdote la possibilità di contare i fedeli presenti al sacro rito, aggiungendo al numero delle sedie disponibili, quello approssimativo di quanti restavano in piedi. Per le funzioni liturgiche, dei periodi memorabili quale il Natale e la Pasqua, non erano pochi i fedeli che portavano la sedia da casa. Il sagrista era quasi un confidente del sacerdote, dalla cui bocca però spesso sfuggivano espressioni allusive sulla privacy del ministro di Dio.



Ho vago ricordo di un sagrista che contava i bicchieri di vino che il Sacerdote beveva al pasto principale. Se il sagrista della modernità, lavoratore pagato secondo tariffe ben stabilite esiste ancora, invece è scomparsa la perpetua. Una donna a servizio completo del sacerdote, non è compatibile con le consuete maldicenze popolari. Se ne resero conto i sacerdoti che preferiscono alla figura femminile un collaboratore di sesso maschile.



Gli scandali dei sacerdoti fanno notizia. I media ci guazzano a meraviglia. In sottordine, le schiere di sacerdoti illibati, spesso apostoli in terre lontane a servizio di un gregge che di pastori ne vorrebbe a centinaia. Loro, i missionari, non hanno e non vogliono trombe di rumorosa esaltazione. Agiscono in silenzio, ispirati a fede sincera e granitica. Il mondo preferisce le accuse, spesso gratuite, a carico di veri o presunti peccatori. La pagliuzza nell'occhio del vicino è sempre più ingombrante della nostra trave!

http://www.ecodicaserta.it/index.php?optio...erale&Itemid=63
 
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