Laici Libertari Anticlericali Forum

la teledittatura

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pippo777
view post Posted on 11/12/2006, 20:50




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http://www.kaosedizioni.com/schmade_teledittatura.htm

Un libro che ricostruisce le modalità dell’azione – lenta, avvolgente, permanente – con la quale il berlusconismo, a partire dai primi anni Ottanta, ha modificato la cultura e il costume italiani mediante una neo-civilizzazione televisiva tradottasi poi in consenso politico-elettorale.
1) Dall’occupazione dell’etere alla teledittatura: cronologia. 2) Il modello orwelliano e la neo-civi- lizzazione. 3) L’informazione come propaganda (i telegiornali; la propaganda subliminale). 4) Dossier: alla vigilia del partito-azienda; giornalismo di regi- me; il referendum sull’illegalità legalizzata; l’ineleg- gibilità in base al diritto e al rovescio. 5) Alie- nazione sociale e negazione della democrazia.
«Le Tv berlusconiane sono un’orgia perenne di “divertimento” basato su sesso & prodotti, denaro e carnalità, un’oppiacea alterazione della realtà vissuta da milioni di italiani quale evasione dal proprio presente. Un meccanismo da allucinazione collettiva che, come per gli stupefacenti, al momento esalta e stordisce creando dipendenza, ma poi esaspera frustrazione, nevrosi e alienazione...».
leggetelo ci sono ancora molti nostalgici :unsure:





 
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Liberalix
view post Posted on 12/12/2006, 14:37




tutti i libri della kaos edizioni andrebbero letti...^_^
 
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Charlotte_
view post Posted on 27/12/2006, 17:18




Approfitto per postare un breve ( :lol: ) riassunto che qualche tempo fa ho fatto proprio di questo libro:


1973-1975: nascono in Italia decine di emittenti televisive semiclandestine che trasmettono via cavo in ambito locale (dal 1954 solo la Tv di Stato può trasmettere via etere su tutto il territorio nazionale). A Segrate (Milano) nel settembre 1974 entra in funzione la tv condominiale Telemilano, visibile agli abitanti di Milano 2 (un quartiere residenziale finanziato da capitali svizzeri con la regia, coperta da prestanome, dell'imprenditore milanese Silvio Berlusconi). 1976: durante la campagna elettorale per le politiche del 20 giugno, Telemilano sostiene, tra le altre, la candidatura del socialista Bettino Craxi, che il 15 luglio verrà eletto segretario del PSI. Il 28 luglio la Corte costituzionale ribadisce la legittimità del monopolio radiotelevisivo statale della Rai su scala nazionale ma dichiara legittime anche le Tv private, purché le loro trasmissioni siano limitate all'ambito locale. Ma la Consulta dichiara anche che, per evitare il "far west" dell'etere, la "libertà d'antenna" dovrà essere regolamentata al più presto dal Parlamento con un'apposita legislazione. 1977: la DC e il PSI controllano il vertice della Tv di Stato e si spartiscono i due canali (Rai 1 alla DC e Rai 2 al PSI). Il 15 luglio Berlusconi dichiara che intende sostenere la destra DC e il PSI craxiano "mettendo a loro disposizione Telemilano". 1978: il 26 gennaio Berlusconi formalizza la sua affiliazione alla P2 (Piano di rinascita democratica) e gli viene attribuita la tessera 1816. L'8 giugno, a Roma, due fiduciarie della BNL infiltrata dalla P2 fondano, per conto di soci anonimi, la Fininvest Roma srl: è la prima pietra di un intrico societario che - fra prestanome, soci occulti, colossali aumenti di capitale, fusioni - originerà il gruppo Fininvest. 1979: il 28 giugno il CDA della Fininvest nomina presidente Silvio Berlusconi. Il 4 agosto entra in carica il primo governo Cossiga (di cui 2 ministri e 3 sottosegretari risulteranno iscritti alla P2) che però non varerà nessuna normativa per regolamentare il settore dell'emittenza privata; il 12 novembre la Fininvest origina Canale 5 srl (società televisiva intestata a prestanome) alla quale viene conferita la proprietà di Telemilano (che comincia a trasmettere con il nuovo logo "Canale 5"); intanto il 20 ottobre Berlusconi aveva comprato altre quote de Il Giornale di Montanelli (di cui aveva già una partecipazione) diventandone il socio di maggioranza. Il 15 dicembre cominciano le trasmissioni di Rai 3, a carattere sia nazionale che regionale. 1980: all'inizio dell'anno le varie società Fininvest comprano in America film e programmi per migliaia di ore e per aggirare la legge che impedisce alle Tv locali di trasmettere a livello nazionale, la Fininvest ricorre all'espediente di comprare emittenti in ogni regione d'Italia (o ne fonda di nuove) e le coordina in un network nazionale: ciascuna Tv trasmette, con minime differenze di orario, gli stessi programmi di Telemilano-Canale 5 e la stessa pubblicità, programmi e spot confezionati a Milano e inviati a ogni singola emittente su cassette preregistrate. E' un espediente truffaldino ma Berlusconi può contare sulla connivenza del secondo governo Cossiga (dal 4 aprile) e del successivo governo Forlani (dal 18 ottobre), due esecutivi DC-PSI con 6 ministri e 10 sottosegretari iscritti alla P2. Il 20 novembre a Ginevra (Svizzera) la Fininvest si assicura i diritti televisivi europei del Mundialito, un torneo calcistico internazionale organizzato a Montevideo (dove Licio Gelli è di casa) dalla giunta militare golpista che opprime l'Uruguay. Mentre i giornali piduisti sobillano l'opinione pubblica accusando la Rai di voler impedire agli italiani di assistere al torneo, il governo Forlani costringe la Tv di Stato a comprare dalla Fininvest i diritti televisivi del Mundialito e permette a Canale 5 di utilizzare il satellite e di trasmettere le partite: questo accordo Fininvest-Rai - voluto dalla P2 e dal governo - di fatto incrina il monopolio della Tv di Stato e avalla l'illegale network berlusconiano. 1981: il 19 gennaio il governo Forlani permette a Canale 5 di utilizzare di nuovo il satellite Rai per trasmettere la cerimonia di insediamento alla Casa Bianca del presidente Ronald Reagan e il 25 gennaio di trasmettere la finale del campionato nazionale di football americano; non solo: grazie a un'apposita autorizzazione ministeriale Canale 5 trasmette in diretta in tutta Italia le ultime fasi del Congresso socialista che a Palermo rielegge Craxi segretario del PSI. Il 20 maggio scoppia lo scandalo P2: vengono divulgati i nomi degli affiliati alla Loggia, circa 900 fra ministri, parlamentari, capi dei servizi segreti, alti ufficiali delle Forze armate, magistrati, banchieri, giornalisti, imprenditori... è il più grave scandalo della storia repubblicana che mette in luce come il potere occulto della P2 si fosse infiltrato in tutti i gangli dello Stato, compresa la Rai (erano nella P2 il vicepresidente Gian Piero Orsello, il vicedirettore generale Giampaolo Cresci, il direttore del Radiocorriere Tv Gino Nebiolo, il direttore del Tg1 Franco Colombo e il direttore del Gr2 Gustavo Selva). 1982: l'espediente truffaldino di Canale 5 (trasmissioni nazionali mediante cassette preregistrate) fa scuola: all'inizio di gennaio l'editore Rusconi vara il network Italia 1 e l'editore Mondadori il network Retequattro, i quali cominciano a trasmettere programmi e spot pubblicitari a livello nazionale seguendo la tecnica di Canale 5. Il 10 ottobre a Milano, durante un convegno sull'emittenza televisiva privata organizzato dal PSI, i craxiani rivolgono un minaccioso appello agli editori Rusconi e Mondadori: il PSI pretenderà che la futura legge di regolamentazione dell'emittenza Tv preveda il divieto alle case editrici di giornali di possedere reti televisive. Dopo questo "avvertimento" l'editore Rusconi vende Italia 1 alla Fininvest. 1983: durante la campagna elettorale per le politiche del 27 giugno sia Canale 5 che Italia 1 trasmettono centinaia di spot propagandistici (la Rai invece non può trasmettere pubblicità elettorale). 1984: durante l'estate la Mondadori vende Retequattro (da tempo la rete era in difficoltà, stretta nella tenaglia pubblicitaria del duo Canale 5-Italia 1) alla Fininvest con la benedizione del governo Craxi che a colpi di decreti sancisce la legittimità del monopolio berlusconiano, dichiarando di fatto legale l'illegalità. 1985: con altri decreti pro-Berlusconi (anche ricorrendo al voto di fiducia), Craxi continua a proteggere il monopolio del suo sodale amico, arrivando persino a danneggiare la Tv di Stato mantenendola in una situazione di incertezza e precarietà: non solo non autorizza l'innalzamento del "tetto" della raccolta pubblicitaria consentita alla Rai, ma evita di rinnovarne i vertici scaduti nel giugno 1983. 1986: il 3 gennaio il governo Craxi annuncia che l'ultimo decreto-Berlusconi non necessita più di alcuna proroga ma resterà in vigore a tempo indeterminato: per il governo l'illecito monopolio Fininvest è legittimo, intoccabile e senza limiti di tempo. Il 9 ottobre il CDA della Rai, nominato con quasi 4 anni di ritardo, elegge Enrico Manca (affiliato alla P2) come nuovo presidente. 1987: durante la campagna elettorale per le politiche del 14 giugno, i network Fininvest tornano ad essere i canali della propaganda politica e, mentre per la Rai vige ancora il divieto di trasmettere pubblicità elettorale, le reti berlusconiane vengono invase dagli spot di partiti e candidati, in primis il PSI craxiano. 1988: la Corte costituzionale boccia senza appello il decreto-Berlusconi e ribadisce la necessità di una legge che regolamenti il settore. 1989: il 10 aprile la Mondadori, controllata dal finanziere Carlo De Benedetti, acquisisce la proprietà del gruppo editoriale Caracciolo-Espresso e diventa la più grande casa editrice italiana, i cui giornali (Repubblica, L'Espresso ecc.) avversano il PSI craxiano; in autunno la Fininvest (con la regia di Craxi), già azionista della Mondadori, riesce ad assumere il controllo della casa editrice. Intanto il ministro delle Poste, il DC Antonio Gava, prepara una bozza di regolamentazione del sistema radiotelevisivo che autorizza la Fininvest alla diretta nazionale e a trasmettere telegiornali. 1990: il 25 gennaio il CDA della Mondadori elegge Berlusconi alla presidenza; dopo varie vicende giudiziarie però, i giornali del gruppo Caracciolo-Espresso torneranno a De Benedetti (anche se la Mondadori resterà berlusconiana). A luglio, dopo l'ennesimo ammonimento della Consulta, viene approvata la legge Mammì (il ministro delle Poste in carica), preparata dal governo Andreotti con la regia di Craxi, che però di fatto non regolamenta niente ma si limita a ratificare il duopolio Rai-Fininvest. Intanto la Fininvest occupa altri spazi dell'etere pubblico con tre nuovi network (Telepiù 1, 2 e 3). 1992: a metà gennaio i network Fininvest cominciano a trasmettere telegiornali: il Tg5 (su Canale 5, affidato al craxiano Enrico Mentana), Studio Aperto (su Italia 1, affidato all'andreottiano-craxiano Paolo Liguori) e il Tg4 (su Retequattro, affidato al socialdemocratico craxiano Emilio Fede); la linea politica dei tre Tg è ovviamente filo-governativa (DC-PSI). Intanto, il 18 febbraio, con l'arresto del craxiano Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, colto mentre intasca bustarelle da un fornitore, inizia la stagione di Mani Pulite che porterà all'epocale scandalo di Tangentopoli. 1993: l'intera classe politica viene raggiunta dalle inchieste della Procura milanese, Craxi è ben presto travolto dagli avvisi di garanzia e la Fininvest è a sua volta coinvolta in vari filoni di indagine. All'inizio di aprile Craxi sollecita Berlusconi a fondare una nuova formazione politica che raccolga l'eredità del Pentapartito e che impedisca alla sinistra di andare al governo: infatti senza protezione politica la Fininvest non ha futuro, in quanto sotto inchiesta e oberata da debiti per circa 4.500 miliardi. Il 18 aprile il referendum promosso da Mario Segni modifica in senso maggioritario la legge elettorale proporzionale e intanto la Fininvest si mobilita in gran segreto per preparare il partito berlusconiano Forza Italia. 1994: all'inizio dell'anno Berlusconi ufficializza la nascita del suo partito-azienda e la propria candidatura politica, provocando le dimissioni del fondatore e direttore de Il Giornale Indro Montanelli, causate dal rifiuto del decano del giornalismo italiano di appoggiare l'editore-padrone. La campagna elettorale pro-Forza Italia è martellante, tutte le reti berlusconiane sono inondate di spot, nessun'altra forza politica può competere con lo strapotere mediatico, finanziario ed organizzativo del partito-Fininvest: tutto questo porta alla vittoria, sia pur risicata, della coalizione di centro-destra formata da Forza Italia, Lega Nord e AN. Incaricato di formare il governo, Berlusconi tenta subito, senza successo, di arruolare il PM Antonio Di Pietro (ritenuto il "motore" dell'inchiesta di Mani Pulite) offrendogli una poltrona ministeriale: un evidente tentativo di fermare le inchieste della Procura milanese. Il 10 maggio nasce il primo governo Berlusconi; il 14 luglio il Presidente del Consiglio mette le mani sulla Rai: nomina l'amica imprenditrice Letizia Moratti presidente della Tv di Stato e due fedelissimi come Carlo Rossella e Clemente J. Mimun alla direzione rispettivamente di Tg1 e Tg2. Intanto le Tv e i giornali berlusconiani iniziano una martellante campagna di delegittimazione della magistratura milanese che andrà avanti per anni. Ben presto, a causa di contrasti di natura politica, la Lega nega l'appoggio al governo e il 22 dicembre Berlusconi rassegna le dimissioni: subito sulle reti Fininvest si scatena una campagna diffamatoria contro il leader leghista Umberto Bossi. 1995: in primavera comincia la campagna elettorale per il referendum promosso da settori della sinistra e che si propone di abrogare alcuni articoli della legge Mammì: la vittoria del "sì" impedirebbe ad un privato di controllare più di un network televisivo. La sinistra affronta la campagna in modo piuttosto blando, mentre le reti berlusconiane scatenano tutto il loro potenziale propagandistico: il risultato è una vittoria, seppur non schiacciante, dei "no, che fa rimanere le cose come stanno. 1996: il 21 aprile il centro-sinistra vince le elezioni, seppur in maniera risicata, e il 17 maggio entra in carica il governo Prodi. Il 4 aprile, nel corso della campagna elettorale, il leader del PDS Massimo D'Alema si era recato agli studi Fininvest di Cologno Monzese (Milano) per rassicurare dirigenti e giornalisti che quand'anche il centro-sinistra avesse vinto le elezioni, il monopolio televisivo berlusconiano non avrebbe avuto niente da temere. Dopo una lunga e complessa ristrutturazione della Fininvest (dovuta alla situazione debitoria del gruppo), con l'attribuzione delle attività televisive alla società Mediaset e l'arrivo di nuovi soci (il tedesco Kirch, il sudafricano Rupert, il saudita Al Waleed), a giugno le Tv berlusconiane vengono quotate in borsa, con tanto di spot televisivo che invita gli italiani a comprare le azioni; quello che molti non sanno è che però il 57% della Mediaset resta in mano alla Finivest, per cui il partito-azienda conserva intatto il monopolio della Tv privata e, dopo la quotazione in borsa, senza più debiti. 1997: dopo il varo dell'ennesima legge sulla riforma del sistema televisivo firmata dal ministro delle Poste Antonio Maccanico e frutto di trattative e patteggiamenti fra il governo Prodi e Berlusconi, legge che di fatto non cambia assolutamente nulla, appare chiaro che il centro-sinistra è prigioniero del potere berlusconiano: infatti né il governo Prodi, né i successivi governi D'Alema e Amato vareranno alcuna riforma che metta fine al monopolio del padrone della Fininvest, né alcuna normativa sul conflitto di interessi. Senza alcuna restrizione, quindi, Berlusconi può preparare al meglio il suo ritorno a Palazzo Chigi. 2001: il 13 maggio il centro-destra stravince le elezioni e Berlusconi vara il suo secondo governo con due obiettivi primari: paralizzare, con leggi ad hoc, i processi che lo riguardano come imputato e mettere le mani sulla Tv di Stato, arrivando anche a censurare programmi di successo come Il Fatto di Enzo Biagi e Sciuscià di Michele Santoro. 2002: il 20 novembre la Consulta pronuncia una nuova sentenza in materia di pluralismo televisivo e boccia la ridicola legge Maccanico; tutti i media europei criticano inoltre la situazione italiana e perfino il New York Times scrive: "Il primo ministro italiano Silvio Berlusconi ha in mano quasi ogni forma di comunicazione nel suo Paese, e in modo diretto o indiretto la controlla tutta".


E' un fatto che l'essenza del berlusconismo e del partito-azienda Fininvest-Mediaset richiama da vicino il famoso romanzo 1984, scritto nel 1948 da George Orwell. Nel romanzo l'autore descrive un Partito unico capeggiato dal Grande Fratello, un individuo che nessuno ha mai potuto vedere di persona ma che è ossessivamente presente sui teleschermi e raffigurato in primo piano su enormi cartelloni stradali. Il media televisivo è lo strumento principe della dittatura del Grande Fratello, l'attuazione istituzionale del totalitarismo della comunicazione: una continua, permanente, ossessiva azione comunicativa per ri-modificare la realtà secondo i voleri del Partito unico. Ed è appunto per via mediatica che nel corso degli anni le Tv berlusconiane hanno imposto una serie di "valori", fino a cambiare la testa delle persone, il loro modo di vivere e di pensare, i loro comportamenti: ogni network è puntato sulla propria fascia sociale di competenza (la famiglia per Canale 5, i giovani per Italia 1, casalinghe e pensionati per Retequattro) e tutti insieme hanno imposto ai telespettatori un nuovo modello socio-culturale, altre forme di pensiero, una diversa percezione della realtà sociale e della concezione esistenziale. Quelli che fino alla fine degli anni '70 erano considerati valori o disvalori ed erano riconosciuti come tali, oggi sono percepiti in modo addirittura inverso:
- lo Stato era ritenuto l'entità unificante della nazione: il berlusconismo lo ha trasformato in un nemico da osteggiare;
- l'evasione fiscale era un tempo socialmente riprovata: la cultura berlusconiana l'ha trasformata in una sorta di "legittima difesa" del cittadino contro le esosità erariali;
- i parlamentari o ministri anche solo sospettati di comportamenti illeciti erano costretti a dimettersi: oggi si vedono frotte di pregiudicati eletti e confermati in Parlamento con valanghe di voti;
- la ricchezza materiale si accompagnava al pudore, oggi è un vanto da ostentare;
- l'opportunismo era una negatività da nascondere, oggi è una scaltrezza da rivendicare;
- il sessismo poteva essere una goliardica impertinenza, oggi è un imperativo sociale;
- l'acculturazione era una importante ambizione, oggi è una perdita di tempo;
- il valore del risparmio è stato sostituito dalla frenesia consumistica;
- il senso della collettività è stato sostituito dall'individualismo più sfrenato.
L'avvento della Tv berlusconiana ha rivoluzionato il sistema valoriale tradizionale sì attraverso il Verbo merce-denaro (avere) ma combinato con una "sessualizzazione" generalizzata (essere, anzi sembrare). I teledivi Fininvest-Mediaset sono femmine dai seni procaci e maschi palestrati e i programmi sono perennemente scanditi dalla competizione: il telespettatore viene costantemente incitato all'emulazione di questi modelli e sedotto dal miraggio di autoaffermarsi sulla massa anonima mediante l'aspetto e la notorietà; queste Tv sono un'orgia perenne di "divertimento" basato su denaro e carnalità, sesso & prodotti, un'oppiacea alterazione della realtà vissuta dalla gente come evasione dal proprio presente... un meccanismo che, come gli stupefacenti, dapprima esalta e stordisce creando dipendenza, ma poi esaspera frustrazione, nevrosi, alienazione. Intere generazioni cresciute con questo nutrimento in dosi massicce avvertono la rappresentazione catodica come realtà esistenziale dominante, mentre la propria - quella vera - è percepita come subalterna. Gli imperativi delle Tv berlusconiane possono essere schematizzati così: materialismo e consumismo (denaro, lusso, ricchezza); apparenza (formalismo, aspetto esteriore, look, moda); esibizionismo e narcisismo (successo, notorietà); spregiudicatezza e arrivismo (carrierismo, competizione); individualismo (edonismo, egoismo); incultura (disimpegno, qualunquismo, ignoranza); tutto questo con la costante legittimazione dei tipici "vizi italici" (opportunismo, furbizia, conformismo, volgarità, sessismo, cialtroneria, ecc.). La neo-civilizzazione berlusconiana ha inoltre inibito nei telespettatori la capacità di sviluppare il senso critico, di individuare le mistificazioni, di riconoscere la finzione, di sottrarsi ai condizionamenti. In pratica è puntualmente avvenuto quanto aveva anticipato Pier Paolo Pasolini nel 1974: "Il bombardamento ideologico televisivo non è esplicito: esso è tutto nelle cose, tutto indiretto. Ma mai un "modello" di vita ha potuto essere propagandato con tanta efficacia che attraverso la televisione. Il tipo di uomo o di donna che conta, che è moderno, che è da imitare e da realizzare, non è descritto o decantato: è rappresentato! Il linguaggio della televisione è per sua natura il linguaggio fisico-mimico, il linguaggio del comportamento. Che viene dunque mimato di sana pianta, senza mediazioni, nel linguaggio fisico-mimico e nel linguaggio del comportamento nella realtà. Gli eroi della propaganda televisiva - giovani su motociclette, ragazze accanto a dentifrici - proliferano in milioni di eroi analoghi nella realtà".

:woot:
 
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Famoso Jak
view post Posted on 27/12/2006, 17:44




breve ?? comunque concordo con Liberalix ... i libri della Kaos sono assolutamente da leggere ^_^
 
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pippo777
view post Posted on 27/12/2006, 21:34




Che viene dunque mimato di sana pianta, senza mediazioni, nel linguaggio fisico-mimico e nel linguaggio del comportamento nella realtà. Gli eroi della propaganda televisiva - giovani su motociclette, ragazze accanto a dentifrici - proliferano in milioni di eroi analoghi nella realtà".
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hai solo dimenticato di far rilevare il grande tradimento dei partiti popolari, cnsiderato che anche i partiti e i leaders cosiddetti riformisti hanno appoggiato la scalata del grande fratello......... ed hanno contribuito, non solo con il loro sorprendente assenteismo ,a far nascere nelle coscenza delle masse questa castrante accettazione di ogni prepotenza ed ogni razzia imposta dalle classi dominanti.
dovuta al fatto che solo queste ultime hanno voce sia sulla rai che su mediaset dove trovano accesso solo politici e sindacalisti collusi col sistema.
il risultato dim questa collusione è l'aumento esponenziale delle rendite e die privilegi delle classi dominanti e il continuo deteriorarsi delle condizioni economiche e normative delle classi dipendenti
se dovessimo fare una ricerca ci accorgeremmo, ad esempio, che in ogni azienda, in ogni ospedale, università, ente pubblico o privato, i figli d'arte del regime vengono inseriti nei reparti più delicati, più remunerati e meno faticosi .

Edited by pippo777 - 28/12/2006, 07:21
 
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Scarpia
view post Posted on 27/12/2006, 23:31




eh eh eh

"ordo ad kaos"

(spero di aver scritto giusto)
 
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Famoso Jak
view post Posted on 28/12/2006, 13:24




avete visto che sul biscione faranno un programma con tanto di ballerine seminude contro Prodi ? si chiama ...E IO PAGO ... forse era questo genere di programma satirico che piace al berlusca e voleva portare questo modello anche a ballarò ... che sia chiaro : neanche a me piace Prodi ma una tramissione satirica deve essere intelligente e costruita bene non raffazzonata ... mette insieme comici, ballerine seminude e cazzate così ... dicono solo pago più tasse e basta senza ragionare, leggere, e pensare sulle leggi prima di contraddirle .. ma il pubblico medio italiano si annoia con trasmissioni del genere e non segue ... volete mettere con la Seredova che balla in costume e dice prodi aumenta le tasse e io pago ? proprio delle trasmissioni stupide sul modello di Domenica In e varie cazzate ..

Edited by Famoso Jak - 28/12/2006, 18:51
 
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Luigi Di Bari
view post Posted on 21/4/2018, 09:33




Lo stato metteva leggi inutili prima tolte oggi è stato costretto a muoversi nella illegalità oggi la Rai e morta nel campo nazionale e internazionale le altre sono attive sia il loco che estero Mediaset manda messaggi subliminali anche oggi ma nessuno ci pensa ma oggi Mediaset comanda oggi è legale più di Rai e quotata in borsa e ha obbligo di pubblicare i conti Rai che è obbligata non lo fa spesso come Rai oggi Rai non compra più niente f1 gp mondiale tutto Sky e Mediaset
 
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7 replies since 11/12/2006, 20:50   474 views
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