Laici Libertari Anticlericali Forum

Preti in crisi, Quando si spretano per un uomo, una donna, per tornare uomini liberi.

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view post Posted on 6/8/2007, 13:18
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Notizia fresca di giornata: don Dino d'Aloia, prete anticelibato, dopo 7 anni di "crisi" (caspita quanto soffrono sti preti!), ha deciso di sospendersi dal sacerdozio... Ci sarà di mezzo una donna? L'articolo non spiega le ragioni di questa sospensione...


www.teleradioerre.it/news/articolo.asp?idart=29303

SAN SAVERO, lunedì 6 agosto 2007 - ORE 13.36
Prete si autosospende: 'Ero in crisi da sette anni'

Un prete amato, una persona sincera, un uomo che aiuta il prossimo attraverso una associazione, la Casa Ecumenica Eirene: ora ha deciso di autosospendersi dal servizio di prete cattolico e lo ha comunicato stamani con una lettera inviata al vescovo di San Severo, Lucio Angelo Renna, e alle redazioni dei giornali locali. Don Dino d'Aloia, 38 anni, prete dal '94, scrive: ''Ho atteso sette anni prima di prendere questa decisione, ma ora è arrivato il tempo di compiere un passo, importante e dolorosissimo.'Lo faccio perchè voglio bene alla Chiesa e perchè voglio bene a me stesso. Non mi sentirei più onesto nel celebrare messa recitando frasi e compiendo gesti in cui non credo più, o meglio, in cui credo in modo diverso da come il catechismo ufficiale della Chiesa li propone'. 'Io sarei felice - scrive - di continuare a fare il prete dicendo e vivendo ciò che ho maturato dentro, ma questo non è possibile perchè la chiesa cattolica non transige sui dogmi e su alcuni 'pilastri teologici' cui io non riesco più ad aderire e che invece per lei sono fondamentali da professare. '


www.ildialogo.org/pretisposati/index.htm

Il celibato ecclesiastico tra storia e possibile riforma
di don Dino D’Aloia

[ICN-News 6 agosto 2004 - Celibato dei sacerdoti]
Il celibato o il matrimonio dei vescovi e dei preti è uno degli argomenti ecclesiali più delicati. E’ facile essere fraintesi e creare disappunti, perciò spesso si preferisce tacere o sorvolare. Eppure è un tema di grande importanza. Ci sono bravi preti che hanno lasciato l’esercizio del sacerdozio per sposarsi.
E’ giusto “perdere” dei preti per questo motivo? Ci sono poi tanti giovani che sarebbero felici di diventare preti senza rinunciare a mettere su una propria famiglia. Ci sono inoltre nel mondo alcuni Paesi in cui non ci sono preti cattolici in quanto il celibato non è accettato da cultura locale. Infine non si può ignorare la solitudine affettiva, a volte dolorosa, che diversi preti si trovano a vivere. Tanti di noi allora si domandano: è ancora giusto mantenere l’obbligo del celibato? L’ha voluto Gesù oppure è stata una disposizione dettata dalla gerarchia cattolica? E’ riformabile? Provo a rispondervi. Dai Vangeli rileviamo con evidenza che Gesù ha scelto tra i dodici apostoli degli uomini sposati e ne abbiamo la prova. In Mt 8,14-15 si legge che Gesù ha guarito la suocera di Pietro e questo vuol dire che Pietro, il più importante degli apostoli, era sposato. In Lc 14,26 Gesù propone a tutti di seguirlo lasciando ogni cosa e odiando la propria moglie, i propri figli,…, e persino la propria vita. Qui Gesù non invita a vivere da celibi, ma a mettere nella propria vita il vangelo sopra ogni cosa, fino al martirio. Gli apostoli hanno continuato a vivere le relazioni familiari e coniugali non solo prima della morte di Gesù ma anche dopo la sua resurrezione. In 1Cor 9,5 Paolo dice chiaramente che gli apostoli e Pietro portavano con sé le proprie mogli nei loro viaggi missionari. La nota di commento ad 1Cor 9,5 della Bibbia ufficiale dei vescovi italiani (la Bibbia di Gerusalemme) lo afferma senza mezzi termini. Gesù ha riconosciuto anche il grande valore del celibato, sia perché lui stesso con molta probabilità l’ha vissuto, sia perché ha difeso coloro che si facevano “eunuchi per il Regno dei cieli” (vedi Mt 19,12). Tuttavia non ne ha fatto una condizione necessaria per diventare apostoli. Gesù non si è posto questo problema. Anche nelle prime comunità cristiane Paolo raccomandava che i vescovi e i preti fossero scelti tra coloro che dimostravano di essere bravi mariti e padri di famiglia ( 1 Tm 3,1-5 e Tt 1,6).
L’obbligo del celibato si è imposto nei secoli successivi, a partire da alcuni sinodi locali spagnoli, anche se ci furono vescovi, ad esempio Pafnunzio al Concilio di Nicea del 325 d. C., che difesero il matrimonio dei preti. Le motivazioni per cui il celibato fu visto come obbligatorio furono diverse: l’influsso della filosofia e della spiritualità stoica e platonica, l’estensione al clero del modello monastico, motivi di convenienza economica. La pratica del concubinato dei preti e dei vescovi comunque continuò per secoli. Solo nel 1123, al secondo Concilio Lateranense, al can.7, il matrimonio dei preti venne assolutamente vietato e considerato invalido. In quell’occasione non mancarono delle vere e proprie sollevazioni di preti stessi, sia in Italia, a Brescia, che in Germania, a Passavia e a Costanza (Ch. Duquoc, Credo la chiesa, p. 43; H. Kung, Cristianesimo, p. 401). Queste vicende, sia ben chiaro, hanno toccato soltanto l’Occidente. La chiesa orientale ha continuato da sempre la pratica delle prime comunità cristiane e da allora fino ad oggi, con l’approvazione del papa, tra i preti vengono accolti anche uomini sposati. Ce ne sono anche in Italia, in Calabria e in Sicilia. Sono accolti a fare i preti cattolici, con moglie e figli, anche i pastori protestanti che hanno abbandonato la loro chiesa di origine. Nel Nord Europa ce ne sono parecchi. Se ne deduce che anche nella chiesa cattolica e anche nel rito latino già ci sono preti sposati con approvazione papale. Sono cattolici come noi. Lo prevede anche il Catechismo della Chiesa Cattolica al par. 1580. Il contrasto tra la prassi orientale ed occidentale all’interno della stessa chiesa cattolica è dunque evidente.
Nel frattempo tante voci autorevoli nella chiesa cattolica si sono alzate perché si riveda la legge ecclesiastica del celibato obbligatorio. Si sono pronunciati in tal senso il card. Michele Pellegrino a Torino, il card. Carlo Maria Martini a Milano, i famosi teologi Hans Kung, Bernard Haering, Enrico Chiavacci, i religiosi Carlo Carretto, Arturo Paoli, il priore generale dei camaldolesi Benedetto Calati e diversi altri. Io concordo pienamente con loro: il celibato è una preziosa vocazione a servizio del vangelo ma, come ha voluto Gesù e la chiesa primitiva, non deve essere una condizione necessaria al ministero del prete e del vescovo. I preti celibi hanno delle possibilità particolari di disponibilità e di movimento e i preti sposati ne avrebbero di altre, come ad esempio una maggiore capacità di comprendere i vissuti e i problemi delle famiglie. E, la gente di oggi è pronta ormai a recepire il cambiamento, che poi non sarebbe un’innovazione ma semplicemente un ritorno all’antica tradizione che viene direttamente da Gesù.

Edited by pincopallino1 - 15/2/2023, 11:34
 
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sd&m
view post Posted on 6/8/2007, 13:24




7 anni di astinenza da sesso ed autoerotismo?? credo che anche un buco nel muro a quel punto diventi appetibile...
 
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Nutmeg
view post Posted on 7/8/2007, 11:54




Secondo me questa è la più grande delle ipocrisie. Com'è possibile per un essere umano sano maschio non avere nessuna polluzione vita natural durante ? I medici cosa dicono a riguardo ?
 
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view post Posted on 27/8/2007, 06:57
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Dopo il caso di don Paolo Curtaz, sempre da Aosta e di don Sante Sguotti da Monterosso (PD) un altro prete di Aosta, don Sandro (Alessandro) Nogara abbandona la tonaca per comportamenti discutibili



http://www.12vda.it/index.php?option=com_c...=2600&Itemid=26

Nuovi parroci per le parrocchie della Cattedrale e di Santo Stefano
Scritto da douze

domenica 26 agosto 2007

In seguito alla richiesta di don Sandro Nogara, fino al 25 agosto parroco delle parrocchie della Cattedrale e di Santo Stefano ad Aosta, di abbandonare il sacerdozio, la Curia vescovile ha disposto che, a partire dal prossimo ottobre, i nuovi parroci delle due parrocchie saranno don Fabio Brédy per quanto riguarda la Cattedrale, e don Carmelo Pellicone, attuale parroco di Charvensod, a 'Saint-Etienne'.



http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/c...sp?idDiocesi=19

Don Alessandro Nogara
Indirizzo: Via Conte Tommaso 4 11100 Aosta AO - Italy
Tel: 016540251
Dati Anagrafici
Luogo di nascita: Aosta
Data di nascita: 05/04/1967
Data ordinazione: 07/09/2000
Gli Incarichi
PARROCO presso Aosta - S.Giovanni (Aosta)
PARROCO presso Aosta - S. Stefano (Aosta)



http://www.12vda.it/index.php?option=com_c...2600&Itemid=120

Don Nogara lascia parrocchie e ministero: 'scelta personale degli ultimi giorni'
Scritto da elena
domenica 26 agosto 2007

Don Sandro Nogara, parroco delle parrocchie aostane di Santo Stefano e di San Giovanni Battista (Cattedrale), conosciute anche come 'parrocchie del centro storico' ha presentato le dimissioni dall'incarico, accettate e rese note domenica 26 agosto.

Don Sandro, che lascerà, oltre alle parrocchie, anche l'abito talare, è molto amato dai fedeli anche per lo stile schietto delle sue omelie: ha chiesto di lasciare il ministero e di essere dispensato dagli obblighi sacerdotali, per non meglio specificate «scelte personali maturate negli ultimi giorni». Come negli ultimi anni è accaduto ad altri giovani sacerdoti di grande impatto sui fedeli, circolavano voci su comportamenti discutibili, finora mai avvalorate. Don Sandro aveva risposto alla vocazione sacerdotale entrando nel Seminario di Aosta mentre stava completando gli studi di architettura. Era stato poi inviato per corsi di perfezionamento in Francia, dove aveva proseguito anche gli studi di canto, date le sue predisposizioni musicali.


A cinque anni di distanza dalla decisione, molto contestata dai fedeli, di unire le tre parrocchie del centro storico, Cattedrale, Santo Stefano e Sant'Orso, le nuove nomine sanciscono il ripristino della situazione originaria: se di Sant'Orso si era continuato ad occupare don Aldo Armellin, ora le altre due parrocchie tornano ad avere gestione indipendente. Don Carmelo Pellicone, che dal 1999 era parroco a Charvensod e lascia ora il posto a don Isidoro Giovinazzo, arriverà a Santo Stefano il 6 ottobre e mantiene il suo incarico di responsabile dell'ufficio liturgico diocesano. Ad occuparsi della parrocchia di San Giovanni Battista, cioè la Cattedrale, sarà a partire dal 16 settembre don Fabio Brédy, che è già responsabile dell'ufficio per la catechesi e della pastorale giovanile della diocesi ed in particolare dell'oratorio del centro storico, che è nato a Sant'Orso ma da qualche tempo ha sede presso la Cattedrale. Don Fabio è anche stato nominato Canonico della Cattedrale, a soli trentasette anni ed a undici anni dalla sua ordinazione sacerdotale.

Vengono anche riassegnate le 'Parrocchie del Paradiso', nome che don Paolo Curtaz aveva dato alle sedi che curava come parroco all'interno del Parco del Gran Paradiso. Se n'è occupato finora don Ferruccio Brunod, parroco di Aymavilles e cappellano della casa circondariale di Brissogne, dopo la sospensione di don Paolo, predicatore molto amato e noto per la newsletter 'ti racconto la parola', che a fine maggio aveva dato le dimissioni in accordo con la curia «per far chiarezza sui propri sentimenti», che l'avevano portato ad avere una figlia tre anni fa.

Don Brunod cede il posto di cappellano del carcere a don Renato Tallone, suo coadiuvante in parrocchia, e si farà carico anche della parrocchia di Introd. Il nuovo parroco di Rhêmes-Notre-Dame, di Rhêmes-Saint-Georges e di Valsavarenche è invece don Alessandro Cavallo, che di quelle parrocchie è già responsabile dell'oratorio interparrocchiale. Gli altri spostamenti riguardano don Giuseppe Lévêque, che diventa direttore spirituale del Seminario maggiore di Aosta, dove entreranno, in ottobre, tre nuovi seminaristi. Al suo posto, nelle parrocchie di Antey-Saint-André e di La Magdeleine sarà don Andrea Marcoz, che lascia così l'incarico di amministratore parrocchiale di Jovençan, parrocchia di cui si farà carico don Michel Ottin, parroco di Gressan. Infine, don Gabriel Bogatu sarà vice parroco a Sarre e Chesallet mentre don Dario Fanelli è stato confermato, per un anno, amministratore parrocchiale di La Thuile.
 
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Kulkulcan
view post Posted on 27/8/2007, 08:57




:imho:

E' interessante il vangelo del giorno:
CITAZIONE
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso".

 
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view post Posted on 19/8/2008, 19:47
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In altri casi analoghi si trattava di relazioni sentimntali. Spesso dietro il riserbo c'è l'intento di soffocare loscandalo

Ricordiamo alcuni casi

1) Don Paolo Curtaz, il parroco del papa in vacanza, sempre della diocesi di Aosta, che mette incinta una parrocchiana, non la sposa, chiede soldi e alla fine decide di restare prete: https://laici.forumcommunity.net/?t=7614598

2) Dl noto caso di don Sante Sguotti da Padova, che mette incinta una parrocchiana e dopo una telenovela svelai motivi del suo abbandono: https://laici.forumcommunity.net/?t=8508350

3) Don Sandro Nogara, sempre dalla diocesi di Aosta, di cui sono ignote le ragioni dell'abbandono: https://laici.forumcommunity.net/?t=8594603

Il caso di oggi

http://www.aostasera.it/articoli/2008/08/1...di-saint-marcel

Periodo di riflessione per Don Vittorio Vuyet che lascia la parrocchia di Saint-Marcel
Aosta - Don Vuyet, dal 2000 parrocco di Saint-Marcel ha chiesto ed ottenuto dal Vescovo di Aosta di essere sollevato momentaneamente dalle responsabilità del proprio ministero.

I campanili della Cattedrale di Aosta


Un altro ministro della Chiesa valdostana ha deciso di lasciare, momentaneamente, il proprio sacerdozio. Don Vittorio Vuyet, 43 anni, parrocco di Saint-Marcel, ha chiesto nelle scorse settimane al Vescovo di Aosta di essere sollevato per un periodo dalle responsabilità del proprio ministero per un periodo di riflessione.

Come sottolineato da Don Franco Lovignana “la richiesta di Don Vittorio Vuyet è stata accolta da Mons. Giuseppe Anfossi e ieri sera del fatto è stata informata anche la comunità parrocchiale di Saint-Marcel.”
Sulle motivazioni della scelta, nessun commento da parte di Don Vuyet che chiede rispetto ora per la sua vita da privato cittadino.

Don Vittorio Vuyet era parrocco di Saint-Marcel dal 2000 e attualmente ricopriva anche gli incarichi di assistente dell’Azione cattolica ragazzi, membro del Consiglio pastorale e del Segretariato del consiglio presbiterale della Diocesi di Aosta.



di Silvia Savoye

19/08/2008




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Interessante il curriculum del prete. Insegnante in seminario e assistente dell'Azione cattolica Ragazzi

http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/p...fi=&rifp=&vis=1

Don Vittorio Vuyet
Indirizzo: ********* , 11020 Saint-Marcel (AO)


Dati Anagrafici


Luogo di nascita: Aosta
Data di nascita: 23/08/1965
Data ordinazione: 07/09/1990



Gli Incarichi

INSEGNANTE IN SEMINARIO presso Seminario Diocesano (Aosta)
Assistente Azione Cattolica Ragazzi presso Diocesi di Aosta (Aosta)
Assistente Unitario di Azione Cattolica presso Diocesi di Aosta (Aosta)
MEMBRO DEL CONSIGLIO PASTORALE presso Diocesi di Aosta (Aosta)
MEMBRO SEGRET.CONSIGLIO PRESBITERALE presso Diocesi di Aosta (Aosta)
PARROCO presso Saint-Marcel - S.Marcello (Saint-Marcel)





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Il sito della Regione Valle d'Aosta ricorda gli altri due abbandoni della diocesi

http://www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=54186

19:14 RELIGIONE: PARROCO ST-MARCEL LASCIA PER PERIODO RIFLESSIONE


(ANSA) - AOSTA, 19 AGO - Il parroco di Saint-Marcel, don Vittorio Vuyet, ha lasciato temporaneamente il proprio incarico pastorale per un periodo di riflessione, concessogli dal vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi.

Della notizia, riferita oggi dal quotidiano on line www.aostasera.it, è stata informata nei giorni scorsi la comunità parrocchiale. Sulle motivazioni della scelta né la Diocesi né lo stesso sacerdote hanno diffuso precisazioni. Don Vittorio Vuyet, 43 anni, originario di Saint-Vincent, era parrocco di Saint-Marcel dal 2000, oltre che assistente dell'Azione cattolica ragazzi, membro del Consiglio pastorale e del Segretariato del Consiglio presbiterale della Diocesi di Aosta.

Nell'ultimo anno e mezzo, due altri parroci della Diocesi di Aosta, della stessa generazione di don Vuyet, hanno lasciato l'incarico. A maggio del 2007, don Paolo Curtaz, aveva dato le dimissioni da responsabile pastorale di alcune parrocchie della comunità del Gran paradiso per un periodo di riflessione che, inizialmente, era stato stabilito in un anno e di cui, ad oggi, non è stato comunicato l'esito. Pochi mesi dopo, a fine agosto 2007, don Alessandro Nogara ha dato le dimissioni da parroco di Santo Stefano e di San Giovanni Battista (Cattedrale) di Aosta, ha lasciato il ministero ed è stato dispensato dagli obblighi sacerdotali. (ANSA).
 
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view post Posted on 20/8/2008, 07:04
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http://www.12vda.it/index.php?option=com_c...d=4126&Itemid=1

Don Vittorio Vuyet, parroco a Saint-Marcel, lascia 'per riflettere'. E' il terzo in 15 mesi
Scritto da douze
martedì 19 agosto 2008

Un primo periodo di riflessione c'era stato l'estate scorsa, ma è nei giorni scorsi che don Vittorio Vuyet, parroco di Saint-Marcel ha chiesto «di essere sollevato dalle responsabilità del proprio Ministero per un periodo di riflessione». Tra i molti che gli stavano vicini, sacerdoti o laici, si sentiva che qualcosa era nell'aria: l'ultima richiesta, la mattina di martedì 19 agosto prima che la notizia trapelasse proprio da fonti vicine alla Curia, era un passaparola perché non se ne parlasse «fino a domenica».
Don Vittorio è il quarto sacerdote che negli ultimi anni lascia temporaneamente o definitivamente il proprio Ministero, in un disagio che tocca giovani predicatori molto amati. Il primo è stato Marco Bonvicini che, dopo aver affiancato proprio don Vuyet a Saint-Marcel, ha lasciato l'abito dopo un periodo di riflessione, ed ora a 35 anni è copywriter a Milano. Paolo Curtaz, 42 anni, a maggio 2007 aveva dato le dimissioni da responsabile pastorale di alcune parrocchie della comunità del Gran Paradiso per un periodo di riflessione, dopo la notizia della sua paternità: ad un anno di distanza si sarebbe dovuta rendere nota una decisione definitiva, ma ancora non ne è stata data notizia.


Sono invece comparse diverse pubblicazioni del noto predicatore per le edizioni 'San Paolo', tre solo negli ultimi dieci mesi, oltre a diverse ristampe delle sue omelie domenicali, diffuse ancor oggi attraverso la newsletter del suo sito www.tiraccontolaparola.it: gli ultimi libri sono 'Gesù zero' che, come conferma l'editore «ha avuto un grande successo di pubblico», 'La Parola compiuta' ed il nuovissimo 'La lettera perduta: l'ultimo inedito scritto di san Paolo'.
Poco dopo don Curtaz, a fine agosto 2007, è stato Alessandro Nogara, 41 anni, parroco della Cattedrale di Aosta e di un'altra parrocchia del centro storico, Saint-Etienne, a presentare le proprie dimissioni ed a ricevere la dispensa dagli obblighi sacerdotali.
Don Vittorio Vuyet non ha voluto, per ora, rilasciare commenti: il sacerdote, 43 anni originario di Saint-Vincent, ricopriva l'incarico presso la parrocchia di Saint-Marcel dal 2000 ed era anche assistente dell'Azione cattolica ragazzi, membro del Consiglio pastorale e del Segretariato del consiglio presbiterale della Diocesi di Aosta.
 
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view post Posted on 13/5/2009, 14:36
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http://www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=50092

Savona: don Franco Caserta, da prete a laico

Don Franco Caserta, 46 anni, conclusa l’esperienza di cappellano con la Costa Crociere, dopo matura riflessione ed essersi consigliato con il vescovo e con il suo direttore spirituale ha chiesto di poter sospendere per un periodo la sua attività pastorale sacerdotale e dedicarsi a un lavoro come semplice laico. Lo ha comunicato monsignor Vittorio Lupi ai sacerdoti questa mattina durante l’incontro del clero diocesano.
La motivazione della scelta di don Caserta è per un malessere generale che gli proviene dal disagio di non riuscire ad esercitare il ministero presbiterale con quella libertà evangelica che sente indispensabile nell’impegno apostolico. In accordo col vescovo sospenderà per un periodo indeterminato il suo ministero presbiterale e accoglierà una proposta di lavoro che ha avuto in questi giorni.
“Saluto tutti - scrive don Franco Caserta in una lettera per amici, confratelli e conoscenti - con affetto sincero e con gratitudine per quanto di bello abbiamo vissuto insieme fino ad oggi; chiedo di poter essere sostenuto nella vostra preghiera in questo nuovo cammino che mi si apre davanti e che non potrà cancellare le radici di quello che abbiamo ricevuto per dono da Dio. Facciamo tesoro del bene che ci ha fatto crescere, perdoniamo il male che ci ha appesantito e sfigurato, chiediamo la fede per vivere la carità e l’annuncio da figli liberi e veri. Dio mi usi misericordia e mi aiuti a trovare quella pace che è la nostra casa e che sempre cerchiamo, anche inconsciamente, lungo tutta la nostra vita”.
Don Franco Caserta, originario della parrocchia N.S. Stella Maris di Albisola Capo, è stato ordinato presbitero da monsignor Giulio Sanguineti il 24 settembre 1988. E’ stato viceparroco a Legino, vicerettore del Seminario, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, assistente spirituale dei Vigili del fuoco, parroco a Celle san Michele e missionario fidei donum nella missione diocesana di Santa Etelvina a Manaus. Rientrato dal Brasile, ha svolto il ministero di parroco a Quiliano prima di partire come cappellano con le navi della Costa Crociere, dove ha prestato servizio per tre anni.

r.c.

Mercoledì 13 Maggio 2009 ore 15:09

http://www.ivg.it/2009/05/13/diocesi-don-c...vita-pastorale/


Diocesi, don Caserta sospende l’attività pastorale
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chiesa

Savona. Don Franco Caserta, conclusa l’esperienza di cappellano con Costa Crociere, ha scelto di sospendere per qualche periodo l’attività pastorale. La decisione, maturata dopo lunga riflessione, è stata presa in seguito ad un malessere generale provocato dal disagio di non riuscire ad esercitare il ministero presbiterale con quella libertà evangelica ritenuta indispensabile da don Caserta. Da qui, in accordo col vescovo, la scelta di sospendere a tempo indeterminato il suo ministero, accogliendo una proposta di lavoro.

Don Franco Caserta, originario della parrocchia Nostra Signora Stella Maris di Albisola Capo, è stato ordinato presbitero da monsignor Giulio Sanguineti il 24 settembre 1988. E’ stato viceparroco a Legino, vicerettore del Seminario, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, assistente spirituale dei Vigili del fuoco, parroco a Celle san Michele e missionario fidei donum nella missione diocesana di Santa Etelvina a Manaus. Rientrato dal Brasile, ha svolto il ministero di parroco a Quiliano prima di partire come cappellano con le navi della Costa Crociere, dove ha prestato servizio per tre anni.
 
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vaticANO
view post Posted on 13/5/2009, 20:26




finalmente ha deciso di andarsene a lavorare!
 
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view post Posted on 27/5/2009, 09:23
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http://stage7.presstoday.com/_Standard/Articles/10842521

La Provincia Pavese pag. 29
"Il parroco scrive: Sono in crisi"

Data: 27/05/09
Interni / Politica
La lettera di don Luca Discacciati ai fedeli della frazione Piccolini
Il parroco scrive: «Sono in crisi»
Messaggio pubblicato sul notiziario mensile. Il prete manca da marzo

DENIS ARTIOLI



VIGEVANO. Una lettera sofferta e scritta con il cuore, da cui emerge tutta l’umanità del sacerdote. Don Luca Discacciati, il parroco della frazione Piccolini che ha chiesto al vescovo di potersi assentare per un periodo di riflessione, ha spiegato ai parrocchiani i motivi del temporaneo distacco. Lo ha fatto con una lettera pubblicata sul mensile delle parrocchie «L’Aurora della Lomellina», diretto da monsignor Emilio Pastormerlo. In aprile, lo spazio riservato alle comunicazioni del parroco, era bianco. Don Luca se ne scusa con i fedeli e, senza aggiungere commenti, scrive: «In realtà il problema è un po’ più grande e difficile da risolvere che un semplice ritardo nella pubblicazione del bollettino parrocchiale. Chi frequenta la Santa Messa della Comunità si è accorto che dal 28 marzo non sono più io a celebrare, non sono più presente in Vigevano da allora». In più di un passaggio della lettera, è evidente la sincerità commossa con cui don Luca si apre ai parrocchiani, quasi chiedendo loro la comprensione che lui ha offerto quotidianamente nelle molte realtà in cui ha operato, e confida: «Prego il Signore che mi aiuti ad attraversare questa fase, difficile e mai più pensata, della mia vita. Sono caduto in una profonda crisi, personale, vocazionale, sto riflettendo su come uscirne, senza mettere date sul calendario. So che sono accompagnato dalla preghiera sincera e affettuosa di molti di voi: non me lo merito, sia come uomo sia come parroco (se non altro perché sono stato in mezzo a voi troppo poco tempo e per le poche cose fatte a vostro vantaggio), ma vi assicuro che nessuna delle vostre preghiere andrà perduta, qualunque sia il risultato che ne scaturirà». «Anch’io - dice - prego per voi, perché al di là di quello che incontrollate voci vanno dicendo, io vi ho preso con simpatia e non è motivo imputabile ad alcuno dei “miei” parrocchiani se ora sono lontano e in difficoltà». E conclude: «Spero che il Vescovo e i miei confratelli vi guidino con serenità e massima cura».

http://www.inforete.it/index.html?newsid=1265

02-04-2009 Torna indietro

Il parroco dei Piccolini chiede l'aspettativa
La Curia: si è preso un periodo sabbatico, ma tornerà presto

Don Luca Discacciati ha detto basta. Almeno per un po’. E ha chiesto al vescovo di Vigevano, monsignor Claudio Baggini, di poter beneficiare di quello che la Chiesa chiama “tempo sabbatico”, un periodo nel quale, cioè, si viene esentati dai propri compiti pastorali. Una richiesta che don Luca, 44 anni, originario di Vigevano, sacerdote dal giugno del 1993 e dal 1° ottobre scorso parroco della frazione Piccolini, avrebbe motivato con un momento di particolare stanchezza. Ma c’è anche chi pone l’accento sul fatto che non sia scattata la scintilla con la sua nuova comunità parrocchiale, in seno alla quale ha rilevato il posto di don Florindo Arenghi, che ai Piccolini ha svolto la sua attività pastorale per oltre un decennio.

Per approfondimenti vi rimandiamo all'Informatore in edicola giovedì 2 aprile 2009
 
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view post Posted on 28/5/2009, 08:05
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http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cr...se_senza_grest/



Parroco in pausa
paese senza Grest

* 28 maggio 2009
* Cronaca
* Commenta

Niente Grest senza parroco

MONTORFANO Da lunedì prossimo, don Italo Brumana non sarà più il parroco di Montorfano. Arrivato in paese agli inizi degli anni 80, il sacerdote ha deciso di dire basta, chiedendo un paio di mesi di sospensione prima di tornare con mansioni meno importanti. A pesare su don Italo, infatti, ci sono le responsabilità, grandi, della sua comunità, un ruolo fatto di ascolto, di intervento in prima persona e di sostegno che certo l’ha segnato nel corso del tempo, fino alla decisione di chiedere una pausa dopo 28 anni.
«Dopo tanti anni – dice – sono stanco. Ho chiesto io di potere avere questa pausa di riflessione, così da meditare e pregare in solitudine». Chiesa, oratorio e quant’altro fa riferimento alla parrocchia passeranno nelle mani del delegato vescovile, don Aldo Redaelli che, parroco di San Fermo, si occuperà anche della gestione ordinaria della comunità montorfanese, con tutto il carico di responsabilità che ne consegue. Per don Italo, come detto, «un paio di mesi di montagna» all’ombra di quel Resegone che l’ha visto nascere, crescere e scoprire la vocazione. In mancanza di un parroco stabile, però, il Grest salta, con il risultato che decine di bambini dovranno trovare una soluzione diversa.
Alberto Gaffuri
 
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http://www.comune.montesilvano.pe.it/sezio...ws.asp?idn=1490

LA GIUNTA HA SALUTATO DON ANTONIO RAPAGNETTA

Il sacerdote commosso ha spiegato ai presenti le motivazioni del suo abbandono: “Ho chiesto a monsignore Valentinetti di avere un anno sabatico da dedicare allo studio e alla preghiera, per questo ho inviato una lettera di dimissioni dalla parrocchia spiegando precisamente le mie motivazioni. Non escluso di iscrivermi all’università pontificia e di seguire dei corsi a Roma. La mia è stata una scelta difficile e sofferta, ma alla fine quando gli anni passano è giusto rinnovarsi e dare un nuovo impulso pastorale alla parrocchia. Per questo ho deciso d’accordo con i miei superiori di fare un passo indietro per un anno. Sono sicuro che chi arriverà farà bene. Ai fedeli dico che tutto passa Cristo è l’unico resta, non siamo utili siamo strumenti nelle mani del Signore, ringrazio tutti per il calore mostrato finora”.


Montesilvano, 27 Maggio 2009
 
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view post Posted on 24/6/2009, 12:01
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La misteriosa scomparsa di don Pierleo Lupano, parroco di Tronzano (VC)

La Curia lancia un messaggio sibillino "Don Pierleo non è stato cacciato ma si è allontanato spontaneamente"

http://209.85.129.132/search?q=cache:TWjGv...t&ct=clnk&gl=it

800 FIRME IN DUE GIORNI PER FARLO TORNARE
Ma dove è finito don Leo?
In parrocchia, a Tronzano, non dice più messa

Sono preoccupati i tron-
zanesi: dall’inizio di
questa settimana, in-
fatti, non hanno notizie di
don Pierleo Lupano, il sacer-
dote che da poco più di un
anno affianca don Piero in
parrocchia. Lunedì la sor-
presa: la messa è stata cele-
brata da un prete arrivato ap-
posta da Vercelli. E le voci, in
paese, non si sono fatte at-
tendere: che fine avrà fatto
don Leo? E’ stato rimosso
dall’incarico? E’ stato trasfe-
rito? Qualcuno ha persino
azzardato: «Si è esposto trop-
po con certe sue posizioni
ecologiste, qui c’entra la poli-
tica...».
Così, i fedeli non sono ri-
masti con le mani in mano ed
è partita persino una petizio-
ne destinata alla Curia per
farlo tornare: «Nel giro di due
giorni - dice Paolo Melis, del-
la panetteria di via Lignana,
promotore dell’iniziativa - ab-
biamo raccolto circa ottocen-
to firme». E altri negozi hanno
dato la loro disponibilità a far
girare il foglio della sotto-
scrizione. Tuttavia, pare che
la spiegazione sia più sempli-
ce di quanto si pensi: «Don
Leo - dichiara monsignor Cri-
stiano Bodo, vicario generale
della Diocesi di Vercelli - ha
lasciato la parrocchia di
Tronzano di sua iniziativa: ha
chiesto un periodo di riposo,
che naturalmente gli è stato
concesso». «Di sicuro - con-
clude monsignore - l’Arcive-
scovo non ha assunto alcuna
iniziativa nei suoi confronti e
ha solo provveduto alla sua
sostituzione. Quindi, la rac-
colta di firme in paese appa-
re del tutto inopportuna».
Un primo chiarimento do-
vrebbe avvenire comunque
entro questa settimana: una
delegazione di fedeli ha infat-
ti chiesto un incontro con pa-
dre Enrico Masseroni, incon-
tro che dovrebbe avvenire già
in questi giorni. Difficile dire,
però, quanto durerà questo
“periodo di riposo”: a Tronza-
no sperano che sia il più bre-
ve possibile.
st.ar. - c.f.

http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchiv...p?objid=9379258

Pubblicazione: 20-06-2009, STAMPA, VERCELLI, pag.51

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TRONZANO. DA LUNEDI' NESSUNA TRACCIA DEL VICE PARROCO Mille firme per don Leo La Curia: ''Nessun giallo, e' in vacanza. Se ne parlera' domani in chiesa''
ENRICO DE MARIA GABRIELE MARTELOZZO TRONZANO Mille firme raccolte in un paese di 3500 anime sono un'enormita'. Ma anche il segno dell'affetto enorme di un'intera comunita' verso un sacerdote, il proprio vice parroco. Si chiama don Leo LUPANO, da lunedi' non celebra piu' messa e il paese e' preoccupato: dov'e' finito don Leo? La domanda e' rimbalzata subito in paese e anche su Facebook, ma soprattutto nella panetteria di Paolo Melis che, quasi per scommessa, ha messo nero su bianco le firme delle prime donne, anziane, che, senza alcun preavviso, erano andate a sentire la messa e si sono trovate di fronte ad un nuovo sacerdote. Quest'ultimo, monsignor Alberto Albertazzi, uno dei religiosi di punta dell'arcidiocesi vercellese per la sua grande preparazione culturale e teologica, s'era limitato a celebrare messa, senza spiegare le ragioni dell'avvicendamento. Ragioni misteriose che hanno fatto trepidare la popolazione di Tronzano. Da li' la raccolta di firme a sostegno di don Leo che, in breve, si e' trasformata in un fiume d'affetto. Dice Melis: «Nessuna polemica contro l'arcidiocesi vercellese, ma per Tronzano, don Leo rappresenta ormai da tre anni un punto di riferimento, un amico, un fratello. La nostra petizione chiede semplicemente all'arcivescovo di farlo tornare in paese». Ufficialmente l'arcidiocesi dichiara che non c'e' nessun problema. Osserva il vicario generale don Cristiano Bodo: «Nessun mistero, nessuna dietrologia, e' stato don Leo stesso a chiederci un periodo di riposo che gli abbiamo concesso volentieri, e' andato semplicemente a ritemprarsi da giorni di stanchezza». Aggiunge monsignor Bodo «Nella messa di domenica (domani, ndr), monsignor Albertazzi si rivolgera' ai fedeli e spieghera' le ragioni del momentaneo avvicendamento di don Leo. Tutto qui». «La cava non c'entra» Nel frattempo, una delegazione di abitanti ha chiesto di essere ricevuta dall'arcivescovo Enrico Masseroni e non e' improbabile che l'incontro venga fissato ad ore. Sulla «scomparsa» di don Pier Leo LUPANO, s'erano solevate molte congetture, tra le quali quella di una «punizione» per essersi dichiaratamente schierato contro la cava al centro di numerose polemiche, in questi giorni, nonche' di un'indagine giudiziaria. «Sta a vedere - era una delle voci ricorrenti in paese - che e' stato messo in castigo per il suo impegno politico». Monsignor Bodo liquida queste osservazioni come del tutto «fantasiose». «Siamo stupiti - osserva il vicario generale - di tanto clamore: la spiegazione e' semplice e lineare, don Leo si e' concesso una vacanza per ricaricare le batterie». L'ipotesi della fuga Altre congetture parlano di una vera e propria fuga, pare nel Biellese, di don LUPANO (giovane, ma con un'importante esperienza missionaria ad Inhassoro), il che lascerebbe in ambasce un intero paese che stravede per lui e che lo vorrebbe parroco «visto che - dicono a Tronzano - don Leo e' ormai da tempo il nostro parroco effettivo, da quando e' venuto a sostenere don Piero Grasso, anziano e malato». Ma anche su questa spiegazione, Monsignor Bodo e' tassativo: «Non c'e' stata alcuna iniziativa presa dall'arcivescovo nei confronti di don Leo. Ripeto: e' semplicemente in vacanza». Le firme pero' non si bloccano, ma tutti, adesso, aspettano di ascoltare, domani, le parole in chiesa di monsignor Albertazzi. Infine, anche il sindaco Pier Angelo Carando spiega di aver saputo della «scomparsa» di don Leo lunedi' ma pure a lui risulta che si sia trattato di una scelta personale, «sulla quale nessuno puo' esprimere giudizi».

http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchiv...p?objid=9382209

Pubblicazione: 21-06-2009, STAMPA, BIELLA, pag.67

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Autore:
Le anticipazioni del vicario del clero «Non sappiamo dirvi quanto sara' lunga l'assenza»
Monsignor Alberto Albertazzi, il vicario del clero che, in questi giorni, sta sostituendo DON Leo a Tronzano, si rivolgera' oggi ai fedeli, dopo la messa domenicale delle 10,30, per dare ulteriori chiarimenti sulla vicenda del vice parroco. Ma intanto, monsignor Albertazzi ha inviato ieri, al nostro giornale, cinque punti che, in pratica, anticipano il suo intervento. Primo. «L'arcivescovo conferma la stima a DON Pier Leo per il suo impegno pastorale in questa comunita' e in altre attivita' diocesane». Secondo. «A DON Pier Leo non e' stato imposto alcun allontanamento. E' lui che si e' allontanato per sua iniziativa, occorrendogli un periodo di riposo i cui tempi restano imprecisati». Terzo. «Spiace che sia partito senza salutare la comunita', come gli era stato consigliato dall'arcivescovo». Quarto. Si invitano i tronzanesi a pregare «per il carissimo DON Piero Leo, soprattutto in questo anno pastorale proposto dal Santo Padre Benedetto XVI come anno sacerdotale». Quinto. «Nel frattempo per la comunita' parrocchiale di Tronzano e' prevista una soluzione provvisoria».
 
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view post Posted on 31/7/2009, 12:07
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http://www.leggonline.it/articolo.php?id=24552

IL PARROCO AI FEDELI:
"VADO VIA CON LA BADANTE"

«Mi trasferisco in Georgia con la mia badante»: l'annuncio ai fedeli, indubbiamente inusuale, è stato dato in chiesa, durante la messa, da don Fausto Gavioli, parroco di san Nicolò Po, piccolo paese addossato alla riva sinistra del fiume nel Comune di Bagnolo San Vito. Don Fausto, 66 anni, è parroco dal 1991 e da dieci anni è costretto a muoversi su una carrozzina a causa di un incidente di moto; per questo deve essere costantemente assistito anche durante le funzioni religiose. Il sacerdote ha spiegato che lascerà la parrocchia e l'Italia, ma non l'abito talare, il prossimo 3 settembre. Insieme alla donna georgiana, più giovane di lui, che da anni gli fa da badante, raggiungerà la cittadina di Kutaisi, dove esiste una piccola comunità cattolica. «È una mia scelta personale - ha dichiarato don Fausto alla Gazzetta di Mantova, che oggi pubblica la notizia -. La mia situazione non mi consente di andare avanti così. Lascio senza un mandato del vescovo ma resterò sacerdote, per dedicare me stesso e i miei beni alla gente povera». Appena i fedeli hanno appreso la notizia della sua partenza hanno scritto lettere preoccupate, e in qualche caso imbarazzate, al vescovo di Mantova, Roberto Busti, che però ancora non si è espresso pubblicamente sulla vicenda.


http://ilgiorno.ilsole24ore.com/2009/07/31...i_pulpito.shtml

PARROCO NEL MANTOVANO
Annuncio choc ai fedeli dal pulpito:
"Vado in Georgia con la mia badante"

Don Fausto, 66 anni, da dieci costretto su una sedia a rotelle dopo un incidente di moto, partirà con la giovane donna per la cittadina di Kutaisi, dove esiste una piccola comunità cattolica: "Non lascio l'abito"
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Un parroco (foto Germogli) MANTOVA, 31 luglio 2009 - L'annuncio don Fausto l'ha dato ufficialmente - durante la messa - e senza fare tanti giri di parole. "Cari fedeli - ha detto - Mi trasferisco in Georgia con la mia badante’’. Cosa che non ha mancato di suscitare scalpore, com'era prevedibile: parecchie le lettere preoccupate, e in qualche caso imbarazzate, inviate dai fedeli al vescovo di Mantova, Roberto Busti, che pero’ ancora non si e’ espresso pubblicamente sulla vicenda.



Succede in una parrocchia del Mantovano, quella di San Nicolò Po e il sacerdote in questione ha 66 anni, è parroco dal '91 e da dieci anni è costretto a muoversi su una carrozzina a causa di un incidente di moto. Le sue condizioni sono tali che deve essere costantemente assistito anche durante le funzioni religiose.



La scelta - che don Fausto definisce 'di carattere personale' in un'intervista alla Gazzetta di Mantova - lo porterà nella cittadina di Kutaisi, dove esiste una piccola comunita’ cattolica. Per questo il prete ha sottolineato che se ne va insieme alla donna georgiana, piu’ giovane di lui, che da anni gli fa da badante, ma che non lascia l'abito talare. "La mia situazione non mi consente di andare avanti così - spiega - Lascio senza un mandato del vescovo ma restero’ sacerdote, per dedicare me stesso e i miei beni alla gente povera’’.
 
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view post Posted on 6/8/2009, 07:32
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http://biancoenera.blogspot.com/2009/07/le...-don-fabio.html

venerdì 24 luglio 2009
LE RAGIONI DELL'ABBANDONO DI DON FABIO LAZZARO


Alla faccia di chi aveva smentito le statistiche che ho riportato nel mio articolo pubblicato dal Mattino di Padova il 31 ottobre scorso! A Padova e in tutto il mondo, un prete su quattro si stanca di questa chiesa cattolica lontana dalla gente, e se ne va. Un altro prete padovano, mio compagno di Seminario, ha deciso di lasciare il ministero ufficiale, istituzionale, e di elevarsi alla condizione di laico, sull'esempio di Gesù. Gli ultimi anni trascorsi in Equador, l'incontro con altre culture, con una realtà di povertà, lo hanno spinto a fare questa scelta, con tutta onestà.


Lo ammiro perchè si è mosso sempre alla luce del sole, con grande spirito evangelico e senza vergogna. E' proprio vero quello che il nostro ex-rettore diceva, forse troppo superficialmente: "I migliori se ne vanno!"


Ora Fabio è più sereno e può tornare in Equador a continuare e re-inventare il suo impegno per gli "ultimi".


Adesso anche tu sei ultimo,


non hai nulla da insegnare,


hai solo da condividere!


Auguri fratello!






Riporto la lettera che ha inviato al vescovo di Padova, Antonio Mattiazzo, e che mi ha chiesto di pubblicare nel blog.









Reverendo Vescovo Antonio,
non è facile per me mettere nero su bianco le motivazioni che mi hanno portato a questa scelta che forse non condividerà, ma spero vivamente ne possa intuire i colori di fondo e le sfumature.
Nelle cinque comunicazioni precedenti, con le quali ho tenuto aggiornato lei e altri quattro accompagnatori di Padova della mia esperienza esmeraldeña, già mi sono raccontato molto, e quindi cercherò ora di essere più semplice possibile per dipingere il quadro della mia situazione personale.
La ricerca che mi accompagna dai tempi del seminario è stato un cammino di fede, di interrogativi, di sogni di vivere un ministero che possa portare vita ai più lontani ed emarginati, anche dalla chiesa in molti casi, ed ho sempre pensato fino alla fine dell’anno scorso che ci fosse spazio nella chiesa per un servizio del genere. Da un po’ di mesi la ricerca e il dialogo con il Signore hanno raggiunto il loro apice iniziando a ventilare la possibilità di un cammino laicale al servizio del Regno.
I motivi principali per cui chiedo la rinuncia al ministero presbiterale sono sostanzialmente due: uno riguarda la mia identità ecclesiale e di conseguenza lo stile pastorale, l’altro la mia affettività e il mio non capire più il celibato.
Il primo, grazie ai numerosi confronti con preti e con psicologi (due in Ecuador e uno qui), sembra essere il più importante, quello che soffia sulle braci del secondo.
Comunque tutti e due rivelano valori per me abbastanza soffocati e che hanno in sè la forza della vita e della verità che non si può arrestare... soprattutto per noi che seguiamo e crediamo in un Gesú che ha detto di essere Lui la Via, la Verità e la Vita.
Riguardo il primo livello sento l’incapacità di rappresentare una chiesa-istituzione che spesso pone i valori-leggi prima del bene della persona concreta che spesso incontriamo con una storia che, sia qui come in America latina, ci spiazza, ci fa ricredere sulla dottrina, sulle verità di cui andiamo così orgogliosi per il semplice fatto che lei esiste... e può essere l’adultera, o la samaritana, o il lebbroso di turno che continuano a scardinare le religioni e le strutture per incontrare Dio, per chiedere vita, rispetto, comprensione e magari farci capire che attraverso questo Dio ci sta bussando da tempo alla porta.
Ho fatto tutto uno studio in questi mesi sull’obbedienza e purtroppo devo risponderle come Pietro e Giovanni negli Atti 4,19 e concludere come loro “che non possiamo più tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”.
Tanti reclami di giovani e adulti che non ne possono più di una chiesa che sta perdendo sempre più il soffio liberante dello Spirito, che fatica a incarnarsi in realtà nuove, che non suscita più, in molti casi, lo stupore degli stranieri di Atti 2,8 che esclamavano “come è che li sentiamo parlare ciascuno la nostra lingua...?”
Ho deciso, finalmente! E sento che non è un capriccio ma un invito che viene dallo Spirito. Ora riconosco ciò che il Signore mi propone: un cammino di vita, di bene, di pace, di evangelizzazione in una forma “altra” più simile a quella di Gesù o Francesco. Una forma laicale senza tante strutture mentali, istituzionali, tradizionali (che a volte senza accorgersene soffocano la novità del Vangelo), più vicina (seconde me) al Padre e ai fratelli, per condividere quel “di più” che viene da Lui e non da me, di cui il mondo ha estremo bisogno. Una tendenza missionaria per sempre. Un “di più” di amore, libertà, di rispetto, di profondità da condividere.
Anche se mi è costato ammetterlo, e non è una scelta facile, non penso sia per me il cammino migliore attraverso il ruolo-servizio del prete (di cui non nego il valore e il dono per la gente), con il celibato e l’obbedienza che così come sono intesi ora non solo non mi servono, ma anche non mi aiutano a donarmi più gratuitamente, non vi ritrovo fondamenti biblici e mi impediscono di vivere serenamente l’amore, come anelito di ogni uomo e di ogni donna.
Penso che il mio futuro sia in Ecuador (per lo meno per i prossimi anni, e non escludo per tutta la vita), vicino a tante situazioni di povertà, con stile povero e solidale per cercare nel mio piccolo di attuare qualcosa del programma di vita di Gesù: le Beatitudini.
Mi sentirò sempre discepolo, mai maestro o “padrecito” (“perché uno solo è il vostro Maestro e uno solo il vostro Padre”), cercherò di essere compagno di viaggio per le persone che la vita mi farà incontrare (dentro e fuori la Chiesa).
Sarà un cammino di ricerca biblica più profonda (che riconosco ora ancora iniziale), per poterla condividere in forma popolare con i più semplici e con quanti sono alla ricerca di vita piena.
Sarà un cammino ecumenico, ossia unito ad altre confessioni che camminino nella verità, nell’umiltà, nel rispetto del diverso, per crescere assieme in quell’unità che è dono di Dio e sforzo nostro perché riusciamo a pensarci sullo stesso cammino di figli di un Padre buono.
Tutto questo penso di realizzarlo in una vita famigliare, con una compagna di viaggio che abbia la stessa fede nel Dio della Vita e la stessa “pazzia” che mi ha accompagnato finora per cammini a volte tortuosi: ho sempre creduto che un’altra chiesa è possibile, così come un’altra società, perché un altro sembra essere il Padre di Gesù rispetto a quello professato che suscita spesso noia tra la gente. E’ una visione di Dio che siamo ancora tutti incapaci di definire, per fortuna, tutti ancora discepoli, tutti chiamati ad essere “pescatori di uomini”, ad aiutare cioè a togliere da un ambiente di morte chi sta affogando.
Che il Padre continui a benedire, come sempre ha fatto, i miei passi e far sentire la sua presenza vicina e di amore, per poterlo sempre riconoscere come il “Dio con noi”.



Padova, 12 giugno 2009
 
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